Daily Archives: 4 Ottobre 2023

Identificate tutte le 21 vittime dell’incidente a Mestre

Le vittime dell’incidente di Mestre hanno un nome e un cognome: sono state infatti tutte identificate le persone che hanno perso la vita nel tragico incidente in cui un pullman turistico ha sfondato il guardrail precipitando da un cavalcavia vicino ai binari della stazione ferroviaria. Si tratta di 9 ucraini, 4 rumeni, 3 tedeschi, un croato, due portoghesi, un sudafricano e un italiano.

Identificate le vittime 

Il primo a essere riconosciuto dai colleghi è stato l’autista, Alberto Rizzotto. Era croata invece la poco più che ventenne Antonela Bakovic, in viaggio di nozze con il marito Marko, ora ricoverato in rianimazione a Milano. I due giovani si erano sposati una ventina di giorni fa, scegliendo Venezia come luogo da visitare. Antonela era incinta di un bambino al sesto mese di gravidanza.

Tra gli ucraini c’erano tre amiche in viaggio, tre ragazze appena trentenni: Liubov Shyshkarova, Iryna Pashenko e Yuliia Niemova. Stessa nazionalità anche per Vasil Lomakin, papà 70enne in vacanza con il figlio estratto vivo dalle lamiere del bus e solo ferito, e Tetiana Beskorovainova, 65 anni. Aveva 28 anni Siddarta Jonathan Grasse, tedesca, anche lei tra le vittime dello schianto.

Tra i feriti, quattro bambini rimasti orfani

Quattro sono i bambini in ospedale che sono rimasti orfani, di cui due fratelli tedeschi. I loro genitori sono infatti deceduti. Tra le vittime anche un bimbo di un anno e mezzo e un ragazzina di circa 11 anni. In condizioni gravissime un’altra bambina di soli 4 anni, ucraina, che ha riportato ustioni e diversi traumi, e si trova ricoverata nel reparto di Rianimazione del centro grandi ustionati dell’ospedale di Padova. Dieci, tra i 15 feriti, sono ricoverati in terapia intensiva.

Incidente di Mestre, dal guardrail alla dinamica: tutti dubbi

Mentre proseguono le indagini per identificare le vittime dell’incidente avvenuto a Mestre nella serata del 3 ottobre, in cui un pullman elettrico ha sfondato il guardrail precipitando vicino ai binari della stazione ferroviaria, sono ancora tante le domande alle quali si cerca di dare una risposta. Tra le ipotesi, quella di un malore dell’autista, Alberto Rizzotto anche lui deceduto, o di una manovra azzardata, fino ai dubbi sullo stesso guardrail e alla sua adeguatezza per quel tratto di strada.

Cosa sappiamo

Erano circa le venti, più precisamente le 19.38 come confermato dalla telecamera che registra la viabilità comunale, quando un pullman della Martini Bus, gruppo La Linea, arriva da Venezia con a bordo alcuni turisti di ritorno da una gita. Direzione campeggio Hu di Marghera. Il bus sale sulla rampa Rizzardi, non procede ad alta velocità come si scoprirà più tardi dal racconto di alcuni testimoni. Il mezzo rallenta, quasi si appoggia al guardrail, poi improvvisamente si ribalta e precipita dal cavalcavia, schiantandosi su via dell’Elettricità, a pochi metri dai binari. A bordo si sviluppa un rogo e la gravità di ciò che sta succedendo è subito chiara ai presenti che parlano di una scena “apocalittica”. Immediati i soccorsi che hanno coinvolto 20 ambulanze e un elisoccorso, mentre i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte, senza sosta. Il tragico bilancio è di 21 morti, tra cui un neonato, e 15 feriti.

I dubbi sul guardrail

La domanda che tutti si fanno è come sia stato possibile che un pullman del peso di 13 tonnellate possa aver spazzato via la barriera di protezione con tale facilità. «Non è un guard rail ma una ringhiera». Sono le parole dell’amministratore delegato del gruppo La Linea, Massimo Fiorese. Da diverse settimane il Comune di Venezia ha avviato i lavori di rifacimento del cavalcavia, attualmente in pessimo stato e corroso dalla ruggine. «Nel piano» – spiega l’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso – «era compresa anche una nuova barra di protezione a difesa dalle uscite di strada». Dello stesso parere di Fiorese è il presidente dell’Asaps, l’associazione di amici e sostenitori della Polizia Stradale, Giordano Biserni: «Da quello che abbiamo potuto accertare, quello era un guardrail a unica onda alto un metro e mezzo e non il triplo, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate». Resta cauto il prefetto di Venezia, Michele Di Bari che alla domanda dei giornalisti sui lavori di ammodernamento e rifacimento sul cavalcavia che riguardassero espressamente anche il guardrail risponde: «Questo non lo so, so che ci sono dei lavori in corso per consolidare dei piloni. Questo da quanto emerge anche visivamente».

L’autista: manovra azzardata o malore?

«Shuttle to Venice» aveva scritto nell’ultimo post su Facebook l’autista del pullman precipitato a Mestre, un’ora e mezza prima della tragedia. Alberto Rizzotto, 40 anni, viene considerato un autista esperto (il primo contratto con La Linea risale al 2014) e in buona salute, come confermato dalla sua ultima visita medica di un anno fa. Ancora una volta a intervenire è Fiorese: «Aveva iniziato il turno solo due ore prima. È un incidente veramente inspiegabile perché è avvenuto in un’area urbana, ha coinvolto un pullman elettrico nuovo e la velocità in quel momento era bassissima». L’unica ipotesi plausibile, fa capire, resta quindi quella di un malore.

La procura: «Nessun contatto con altri mezzi»

«Non ci sono segni di frenata, nè contatti con altri mezzi» ha affermato il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. La dinamica dell’incidente «vede il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo». Nelle sue dichiarazioni un’altra certezza: «Non si è verificato alcun incendio né dal punto di vista tecnico né c’è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo».

Salvini: «Riflettere sulle batterie elettriche»

«Non è un problema di guardrail». A dirlo è il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini al centro delle polemiche di queste ore. «È presto per dare commenti» – ha aggiunto il ministro – «qualcuno mi dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione e in un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico uno spunto di riflessione è il caso di farlo».

 

Pensioni, il Governo studia Quota 84: le condizioni

Sul tavolo del Governo si lavora a una nuova soluzione per il ritiro anticipato delle donne dal mondo del lavoro, più precisamente si discute dell’uscita a 64 anni con 20 di contributi. Si tratta di Quota 84 e si differenzia dall’Ape sociale al femminile e da Opzione Donna. Per quanto i dettagli siano ancora da definire, secondo le prime informazioni con Quota 84 si avrebbe una decurtazione degli emolumenti inferiore rispetto a Opzione Donna (che secondo le simulazioni garantisce una pensione dal 20 per cento al 30 per cento inferiore rispetto allo stipendio).

Quota 84: le fasce temporali

Due le fasce temporali previste da Quota 84: la prima riguarda l’abbandono del lavoro a 64 anni. In questo lasso di tempo si percepirebbe un assegno fisso per 12 mensilità. L’importo massimo previsto è di 1.500 euro senza rivalutazione. La seconda fascia dà invece diritto all’intero assegno, e scatta al raggiungimento dell’età per andare in pensione con i requisiti tradizionali.

WindTre entra nel mercato delle assicurazioni

La nuova era del multiservice di Windtre entra nel vivo: non più solo connessioni tlc e dopo la partnership con Acea per vendere luce e gas ora diventa un’agenzia assicurativa, in collaborazione con la insurtech tedesca Wefox.

L’offerta parte da tre polizze per la protezione della casa, della famiglia e dei viaggi di Net Insurance (Poste Vita e Ibl) e di Axa Partners Italia ma in futuro potranno esserci accordi anche con altre compagnie. «Windtre entra nel mercato assicurativo con nuovi prodotti che la rendono sempre più flessibile e vicina alle esigenze degli italiani», ha dichiarato Maurizio Sedita, chief commercial officer di Windtre.

Da peccatore a eroe di Pechino, la parabola di Sinner che ha dovuto battere pure le critiche

«È stata una settimana meravigliosa, ma ci sono ancora tante cose su cui devo lavorare». Con queste parole Jannik Sinner, 22 anni compiuti il 16 agosto, ha commentato il suo successo contro Daniil Medvedev nella finale del China Open. Un doppio 7-6, con due punti concessi in ogni tie-break all’avversario, che valgono quanto una doppia stoccata non soltanto al rivale russo, sua bestia nera nel circuito, ma anche alle critiche e alle polemiche che lo hanno accompagnato dalla fine dell’estate. Già, perché nove titoli tra cui un Masters 1000, tre dei quali conquistati nel 2023, non sono bastati per renderlo immune agli attacchi. Ha pesato il suo rifiuto, nel mese di settembre, di indossare la maglia della Nazionale in Coppa Davis, dove ha declinato per la fatica dei troppi incontri ravvicinati. Una competizione minore che gli stessi assi della racchetta criticano da anni.

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Un 2023 con tre trofei e oltre 45 successi, ma anche di polemiche per il rapporto con la Nazionale. Così Sinner scaccia le critiche in Italia.
Jannik Sinner dopo la vittoria a Pechino contro Medvedev (Getty Images).

Jannik Sinner, un 2023 da record con la «macchia» Nazionale

Tra i tre trofei conquistati e i 45 successi nel 2023 – primo azzurro di sempre a vincere così tanti match in un anno solare per tre volte di fila – Jannik Sinner è stato anche un «Caso Nazionale». Almeno secondo La Gazzetta dello Sport, che non gli ha perdonato il rifiuto di vestire la maglia azzurra in Coppa Davis. «Sono molto stanco e non ho recuperato dalla fatica», aveva scritto sui social l’altoatesino nell’annunciare il suo forfait nei match di Malaga. Pochi giorni prima aveva chiuso la sua esperienza agli Us Open in preda ai crampi dopo cinque set contro Sasha Zverev. Una dichiarazione che ha aizzato i critici, che lo hanno definito un «peccatore (giocando con la traduzione del suo cognome, Sinner, ndr) ingrato per cui l’azzurro non è che un accessorio». Il tutto per non aver partecipato a un torneo che gli stessi tennisti boicottano per snellire il calendario già troppo denso di impegni.

Un 2023 con tre trofei e oltre 45 successi, ma anche di polemiche per il rapporto con la Nazionale. Così Sinner scaccia le critiche in Italia.
Le critiche su Sportweek e Gazzetta dello Sport (X).

Nonostante la difesa pubblica del capitano della Davis Filippo Volandri, che su Sportweek, l’inserto settimanale della Gazzetta, ha parlato di un Sinner «sempre disponibile per la convocazione» e di un torneo «che arriva in un periodo complicato», la campagna non ha accennato a fermarsi. Troppo grave l’ennesimo – ma solo il quarto – rifiuto alla Nazionale in carriera, di cui i primi due ad appena 18 anni e il terzo per un infortunio alla mano. A far tacere le critiche ci ha pensato lo stesso tennista con un successo che lo ha di nuovo riportato sull’Olimpo del tennis. «Sinner Fantastico 4, non fermarti più» si legge ora sulle pagine dei quotidiani sportivi. «Una vittoria dedicata a quei deficienti che lo avevano criticato dopo la Davis», ha dichiarato invece il presidente della Fitp Angelo Binaghi. «Sinner ha un cuore d’oro e ci tiene alla maglia azzurra. Spero che le critiche, senza senso, continuino perché gli danno una grande carica».

I complimenti di Panatta e il nuovo attacco di Pietrangeli

La divisione della stampa si materializza anche in due pareri contrapposti di altrettante leggende del tennis italiano. Sinner infatti si divide, dopo i successi in Oriente, fra i complimenti di Adriano Panatta e una nuova stoccata di Nicola Pietrangeli. «Sono davvero contento», ha spiegato in un videomessaggio su X il romano. «Sia per lui, perché è un bravissimo tennista, e mi dicono anche un bravissimo ragazzo». Una lezione di stile corredata da un augurio per il futuro, che non potrà che rendere «ancora più felici». Opposta la posizione di Pietrangeli, che ha puntualizzato con decisione di non voler cedere il suo record. Nel 1959 e 1960, «quando non c’erano ancora i computer», fu infatti numero tre al mondo, un posto più in alto di Sinner. «Per battere me non gli basteranno due vite», ha spiegato l’ex campione del Roland Garros. Una caduta di eleganza sottolineata su X da Alessandro Gassmann, che ha puntualizzato la «mancanza di solidarietà».

Fra chi lo critica e non perde occasione per fargli notare i difetti, c’è però anche chi ne elogia la qualità. Lo ha sempre fatto Carlos Alcaraz, fenomeno spagnolo nonché vincitore di Wimbleon 2023, che dopo ogni partita mette in risalto la rivalità accesa e i match entusiasmanti in campo. Come il 3 ottobre, dopo la semifinale di Pechino. «Complimenti e in bocca al lupo per la finale», aveva scritto Carlitos su X. «Grande partita». Una lezione di stile da cui forse certi commentatori italiani dovrebbero imparare.

Taylor Swift in testa alle nomination degli Mtv Ema 2023

Mtv ha annunciato le nomination per gli Mtv Ema 2023. Taylor Swift, già reginetta del 2022 con quattro premi conquistati, è in testa con sette nomination tra cui Best artist, Best song e Best video. Olivia Rodrigo e SZA seguono a ruota con sei nomination ciascuna, sempre per Best artist, Best song e Best video. Doja Cat, Miley Cyrus e Nicki Minaj hanno ottenuto quattro nomination ciascuno, tra cui Best song e Best artist. Annalisa, Elodie, Lazza, Maneskin e The Kolors, invece, saranno in lizza per il Best italian act. Oltre a quest’ultima, i Maneskin si sono aggiudicati anche un posto nelle categorie Best rock, Best group e Best live, ottenendo ben quattro nomination in totale e settando un nuovo record italiano.

L’edizione 2023 avrà una nuova categoria: Best afrobeats

In tutto sono 26 gli artisti nominati per la prima volta in vista della più grande celebrazione globale della musica, con tre nomination per Jung Kook dei BTS, che segna la sua prima nomination agli Mtv Ema come solista. Central Cee, FLO, Ice Spice, PinkPantheress hanno ottenuto tre nomination ciascuno, mentre Asake, Coi Leray, Metro Boomin, NewJeans, Peso Pluma e Reneé Rapp hanno ricevuto due nomination. Anche il precedente vincitore della categoria Best video, The weekend, ha ottenuto due nomination in questa edizione che presenterà una novità, la categoria Best afrobeats: in corsa Asake, Aya Nakamura, Ayra Starr, Burna Boy, Davido e Rema.

Gli Mtv Ema 2023 sono in programma per il 5 novembre e saranno trasmessi su Mtv

La sede ufficiale degli Mtv Ema 2023, in programma il 5 novembre, sarà Paris Nord Villepinte. L’evento live segna il suo ritorno a Parigi dal 1995. La serata sarà trasmessa in diretta su MTV in oltre 150 Paesi. In Italia andrà in onda a partire dalle 19.00 con il pre-show e dalle 20.00 con il live show su Mtv (canale Sky 131 e in streaming su Now), Mtv Music (canale Sky 132 e 704), Vh1 (canale 167 Dtt, 22 Tivùsat e Sky canale 715) e su Comedy Central (canale 129 Sky e in streaming su Now). I fan potranno votare gli artisti su www.mtvema.com fino al 31 ottobre. I vincitori di Biggest fans e Best group saranno votati, invece, in un secondo momento tramite i social media ufficiali di @MTVEMA.  Mentre il vincitore della categoria Best video sarà scelto da MTV.

Strage di Mestre, la procura di Venezia: escluso il contatto del pullman con altri mezzi

Emergono i primi elementi dell’indagine della procura di Venezia che procede per il reato di omicidio stradale plurimo in riferimento all’incidente di Mestre avvenuto nella serata di martedì 3 ottobre e costato la vita a 21 persone, tra cui un neonato. «Non ci sono allo stato indagati» – ha detto il capo dei pm Bruno Cherchi – «mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono sotto sequestro». La procura ha anche acquisito la scatola nera «che sarà esaminata solo quando si saprà che non è un’operazione irripetibile altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell’inchiesta, affinché tutte le parti coinvolte possano avere le perizie di parte».

Sentiti diversi testimoni

Gli inquirenti hanno ascoltato anche una serie di testimoni dal cui racconto è emerso che il primo a chiamare i soccorsi è stato l’autista di un altro bus che è stato affiancato, ma non toccato, dal mezzo precipitato. Nel dare l’allarme, ha anche lanciato un suo estintore verso il pullman. Tra le ipotesi che si fanno strada, restano quelle di una manovra azzardata o di un malore, evenienza quest’ultima che potrà essere accertata dall’autopsia. Secondo quanto riferisce il direttore della compagnia, Tiziano Idra, l’autista del pullman La Linea, Alberto Rizzotto, stava «guidando da tre ore e mezzo, peraltro non continuative» prima del tragico volo. «Non lavorava dal giorno prima» – ha aggiunto – «quindi aveva goduto abbondantemente delle ore di riposo previste. Non era certo stanco».

Il test del Dna per l’identificazione

Mentre sono 8 le vittime di cui è stato possibile accertare l’identità, tra le quali un bimbo di un anno e mezzo, una ragazzina di circa 11 anni e una di 28 anni, due giovani di 30, una donna di 38 anni e altre due di 65 e 70 anni, il procuratore di Venezia ha fatto sapere che si ricorrerà all’esame del Dna. Nel fascicolo finirà anche il video che documenta l’incidente. Si tratta di un filmato registrato dalla Smart control room che coordina i servizi di sicurezza del comune lagunare, acquisito dalla polizia locale.

Il procuratore di Venezia: «Nessun incendio»

«Stiamo lavorando sulla dinamica dell’incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo», ha spiegato Cherchi. «Non ci sono segni di frenata, né contatti con altri mezzi. Non si è verificato alcun incendio» – ha spiegato – «né dal punto di vista tecnico né c’è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo». Il procuratore ha inoltre aggiunto che «i testimoni hanno detto che il bus andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo», ha concluso.

Il Mondiale 2030 sarà in Marocco, Spagna e Portogallo: ma ci saranno tre partite in Sud America

La Coppa del Mondo di calcio, organizzata dalla Fifa, toccherà un nuovo traguardo nel 2030: le gare si disputeranno su tre continenti e in sei Paesi diversi. Con una nota ufficiale, l’organo guidato dal presidente Gianni Infantino ha ufficializzato l’assegnazione a Marocco, Portogallo e Spagna, che hanno inviato l’unica candidatura per ospitare la manifestazione. Ma il 2030 sarà anche l’anno del Centenario dell’evento e per questo le prime tre partite si disputeranno in Uruguay, Argentina e Paraguay, dove si è tenuta la prima edizione.

Il comunicato ufficiale

Nel comunicato si legge: «Nel 2030, la Coppa del Mondo Fifa unirà tre continenti e sei Paesi, invitando il mondo intero a unirsi alla celebrazione di questo bellissimo gioco, del Centenario e della stessa Coppa del Mondo FIFA. Il Consiglio Fifa ha concordato all’unanimità che l’unica candidatura sarà l’offerta combinata di Marocco, Portogallo e Spagna, che ospiteranno l’evento nel 2030 e si qualificheranno automaticamente in base all’assegnazione degli slot esistenti, subordinatamente al completamento di una procedura di gara condotta con successo dalla Fifa».

E inoltre il Consiglio ha «concordato all’unanimità di ospitare una cerimonia di celebrazione del centenario unica nella capitale dell’Uruguay, Montevideo, dove si è tenuta la prima edizione della Coppa del Mondo FIFA, oltre a tre partite della Coppa del Mondo rispettivamente in Uruguay, Argentina e Paraguay».

Infantino: «Decisione unanime»

Soddisfatto Gianni Infantino. Il presidente Fifa ha dichiarato: «In un mondo diviso, la FIFA e il calcio si stanno unendo. Il Consiglio FIFA, che rappresenta l’intero mondo del calcio, ha deciso all’unanimità di celebrare nel modo più appropriato il centenario della Coppa del Mondo FIFA, la cui prima edizione si è giocata in Uruguay nel 1930. Di conseguenza, si svolgerà una festa in Sudamerica e tre paesi sudamericani,  Uruguay, Argentina e Paraguay, organizzeranno una partita ciascuno della Coppa del Mondo FIFA 2030. La prima di queste tre partite si giocherà ovviamente allo stadio dove tutto ha avuto inizio, nel mitico Estádio Centenário di Montevideo, proprio per celebrare l’edizione del centenario della Coppa del Mondo FIFA».

Vince la candidatura unica di Marocco, Spagna e Portogallo, che si aggiudicano il Mondiale 2030 della Fifa. Ma ci saranno tre partite in Uruguay, Argentina e Paraguay
Gianni Infantino (Getty Images).

Il presidente Fifa: «Impronta globale unica»

Poi Infantino ha proseguito: «Il Consiglio Fifa ha inoltre concordato all’unanimità che l’unica candidatura per ospitare la Coppa del Mondo Fifa 2030 sarà quella congiunta di Marocco, Portogallo e Spagna. Due continenti, Africa ed Europa, uniti non solo in una celebrazione del calcio ma anche nel fornire una coesione sociale e culturale unica. Un grande messaggio di pace, tolleranza e inclusione. Nel 2030, avremo un’impronta globale unica, tre continenti, Africa, Europa e Sudamerica, e sei paesi, Argentina, Marocco, Paraguay, Portogallo, Spagna e Uruguay, accoglieranno e uniranno il mondo celebrando insieme il bellissimo gioco del calcio, il centenario e la Coppa del Mondo Fifa».

Gli Stati Uniti vogliono trasferire all’Ucraina armi e munizioni sequestrate all’Iran

Gli Stati Uniti vogliono trasferire migliaia di armi e munizioni sequestrate all’Iran all’esercito ucraino: la mossa potrebbe aiutare ad alleviare alcune delle carenze critiche che Kyiv deve affrontare al momento, in attesa di più fondi e attrezzature dagli Usa e dai suoi alleati. Lo riporta la Cnn, citando funzionari statunitensi.

Il trasferimento infrangerebbe le regole delle Nazioni Unite

I funzionari raggiunti dalla Cnn hanno aggiunto che lo United States Central Command (CENTCOM) ufficializzerà il trasferimento delle armi all’Ucraina nel corso della settimana. Non è chiaro quali autorità legali utilizzerà Washington per girare gli armamenti a Kyiv. Le Nazioni Unite richiedono infatti che le armi sequestrate vengano distrutte o immagazzinate. L’amministrazione Biden sta valutando da mesi come inviare legalmente agli ucraini le armi, che sono infatti conservate nelle strutture del CENTCOM disseminate in tutto il Medio Oriente.

Taxi a Roma, Gualtieri: «Aumenteremo le licenze, le norme del governo non servono a niente»

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha parlato del problema legato ai taxi introvabili nella sua città. La questione è stata denunciata da migliaia di cittadini e da tanti vip, che non riescono più a utilizzarli per muoversi nella Capitale. Il primo cittadino, intervenuto durante le celebrazioni di Sky 20 anni, ha dichiarato: «Dobbiamo aumentare le licenze dei taxi. Abbiamo chiesto al governo di aiutarci ma purtroppo il decreto è stato fatto male ed è inutilizzabile. Ci hanno tenuto fermi due mesi e hanno fatto delle norme che non servono a niente».

Taxi a Roma, Gualtieri «Aumenteremo le licenze, le norme del governo non servono a niente»
Una fermata dei taxi di fronte al Colosseo (Getty Images).

Gualtieri: «Abbiamo deciso di aumentarle e lo faremo»

Il sindaco ha poi proseguito criticando il governo e spiegando quali saranno i prossimi passi. Gualtieri ha spiegato: «Avendo respinto tutti gli emendamenti che avrebbero reso il decreto utilizzabile da parte dei comuni, io il giorno dopo ho convocato un tavolo sindacale per aumentare le licenze. Venerdì parte il percorso per aumentare le licenze. Abbiamo deciso di farlo e lo faremo». Secondo un’inchiesta di Adnkronos, soltanto 60 taxi su 7.672 hanno aderito all’esperimento della doppia guida, cioè la possibilità per ogni auto di fare il doppio turno per soddisfare maggiori richieste. Si tratta di meno dell’1 per cento.

Taxi a Roma, Gualtieri «Aumenteremo le licenze, le norme del governo non servono a niente»
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri (Getty Images).

I vip: «Situazione indegna»

Decine le testimonianze dei vip, tra cui anche Nancy Brilli. L’attrice pochi giorni fa ha parlato di una «situazione assurda e disastrosa». La definisce «indegna», invece, Pippo Baudo. Il conduttore catanese vive a Roma e ha attaccato: «C’è una vera e propria dittatura dei tassisti. Vogliono essere i dominatori assoluti della città! Non passano, non rispondono al telefono con i call center che sembrano fantasmi, per avere la certezza di un taxi bisogna chiamare almeno due ore prima, sono pochi e vogliono restare in pochi. Davvero una situazione intollerabile». Tra gli altri, hanno criticato la situazione anche Rino Barillari, Massimo Ghini, Pier Francesco Pingitore, Alba Parietti ed Enrico Montesano.

Distretti industriali, i dati del secondo semestre 2023: export in calo, bene la meccanica

Nel secondo trimestre 2023 le esportazioni dei distretti industriali italiani, dopo nove trimestri di crescita ininterrotta, hanno subito un lieve calo, mostrando una variazione tendenziale a prezzi correnti pari al -2,1 per cento. Si tratta di una battuta d’arresto fisiologica che, oltre a risentire del rallentamento della domanda internazionale, è influenzata anche dal confronto con un ottimo secondo trimestre 2022 (quando l’export aumentò del 15,3 per cento) e dal rientro dei prezzi alla produzione per alcuni settori come la metallurgia (-18,2 per cento la riduzione accusata dai prezzi all’export). È quanto emerge dal Rapporto distretti industriali relativo al trimestre aprile-giugno 2023 a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Bene Campania, Umbria e Abruzzo

Come in altri momenti di ripiegamento ciclico, è aumentata l’eterogeneità dei risultati: su 158 distretti monitorati da Intesa Sanpaolo, 79 hanno registrato una crescita e 79 un calo. A livello settoriale spicca, soprattutto, la buona evoluzione della meccanica, che ha mostrato un aumento tendenziale del 7,4 per cento, e la tenuta di un settore aciclico come alimentari e bevande, in progresso dell’1,9 per cento. Bene anche il sistema moda. Non a caso sono proprio i territori con queste specializzazioni ad aver registrato un andamento positivo nel secondo trimestre. In particolare, nel Mezzogiorno si sono messe in evidenza la Campania (+5,6 per cento) e l’Abruzzo (+4,1 per cento), nel Centro l’Umbria (+5 per cento), nel Nord-Ovest il Piemonte (+3,6 per cento) e la Liguria (+2,9 per cento) e nel Nord-Est il Trentino-Alto Adige (+2,7 per cento) e l’Emilia Romagna (+3,3 per cento).

Nella top 10 due distretti della moda, sette della meccanica e uno dell’agroalimentare

A conferma della migliore evoluzione delle aree distrettuali specializzate in meccanica, sistema moda e agro-alimentare, la classifica dei primi 10 posti per aumento delle esportazioni in valore. Ai vertici vi sono due distretti della moda, ovvero l’Occhialeria di Belluno (+334 milioni di euro) e il Tessile di Biella (+128 milioni). Altri sette della top 10 appartengono al settore della meccanica, ovvero la Meccanica strumentale di Milano e Monza (+314 milioni), le Macchine per l’imballaggio di Bologna (+296 milioni), la Meccanica strumentale di Bergamo (+243 milioni), la Meccatronica di Reggio Emilia (+218 milioni), le Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+177 milion), la Food machinery di Parma (+169 milioni) e la Meccanica strumentale di Vicenza (+140 milioni). Nell’elenco anche un distretto agro-alimentare, l’Alimentare di Parma (+120 milioni).

Cresce l’export in Francia, Emirati e Hong Kong

Nei primi sei mesi dell’anno la Francia è il mercato che più di tutti ha contribuito alla crescita delle esportazioni distrettuali (+654 l’aumento dell’export distrettuale, pari a un progresso del 7,4 per cento), un risultato spiegato dai flussi attivati dalle relazioni produttive e commerciali con le grandi maison della moda. Le vendite dei distretti italiani specializzati in beni di consumo della moda sono, infatti, aumentate del 15,6 per cento. Da segnalate anche le ottime performance ottenute dai distretti in alcuni mercati ad alto potenziale come gli Emirati Arabi Uniti (+11,4 per cento), Hong Kong (+12,7 per cento) e Messico (+13,1 per cento). In queste aree si sono distinti soprattutto i distretti specializzati in beni di consumo della moda e nella meccanica. Alla crescita delle esportazioni distrettuali è poi tornata a dare un buon contributo la Cina, grazie a un ottimo secondo trimestre (+7,3 per cento la variazione tendenziale) e al traino della moda. Si è però quasi del tutto annullato il sostegno del principale mercato di sbocco dei distretti, la Germania, dove la crescita dell’esportazioni di meccanica e alimentari e bevande è stata quasi del tutto cancellata dagli arretramenti della filiera dei metalli e dei prodotti e materiali da costruzioni. È poi venuto meno il contributo offerto dagli Stati Uniti, il mercato di gran lunga più brillante per i distretti nel 2022. Ha pesato l’inversione di tendenza subita dalle vendite di beni di consumo, non compensata dall’ulteriore crescita dell’export di meccanica.

Usa, aereo si schianta su una casa: muore un 22enne italiano

Michele Cavallotti, ventiduenne di Crema, è una delle due persone decedute nello schianto di un aereo sul tetto di una casa, avvenuto a Newberg, in Oregon. Cavallotti era un aspirante pilota e si trovava su un velivolo della Hillsboro Flight Academy.

Diversi testimoni hanno visto l’aereo perdere quota e precipitare a spirale verso terra per poi schiantarsi a Newberg, a circa 23 miglia a sud-ovest di Portland, come riferito dai vigili del fuoco della Tualatin Valley su Facebook. Secondo le prime informazioni riportate dai soccorritori, parte dell’aereo è stato trovato all’interno della casa, il resto nel giardino.

L’Ue pensa al divieto di sovrapprezzo per il bagaglio a mano in aereo

Le compagnie aeree potrebbero dover dire addio all’addebito supplementare per il bagaglio a mano. Questo è quanto vorrebbero la Commissione europea e il Parlamento Ue. L’Eurocamera ha infatti accolto per acclamazione la richiesta di dare piena attuazione a una sentenza della Corte di giustizia sul sovrapprezzo. Secondo i giudici dell’Unione Europea, la maggiorazione del prezzo non dovrebbe essere applicata «a condizione che tali bagagli posseggano determinati requisiti relativi in particolare al loro peso». Per la Corte il bagaglio a mano è una parte essenziale del viaggio aereo, se considerato di «ragionevoli» dimensioni.

Chiesto anche lo stop al sovrapprezzo per i posti

Si tratterebbe di una piccola rivoluzione per i viaggi in aereo, anche perché nel testo gli eurodeputati hanno chiesto anche che le nuove regole affrontino altri costi nascosti. Tra questi, quelli relativi all’assegnazione dei posti. Tutto è partito da una petizione fatta scattare da un cittadino tedesco. Quest’ultimo ha spiegato come siano troppo i disagi che affrontano i passeggeri a causa delle diverse norme sulla gestione del bagaglio a mano.

L'Ue pensa al divieto di sovrapprezzo per il bagaglio a mano in aereo
Bagagli in un aeroporto (Getty Images).

L’attacco del deputato spagnolo Jordi Cañas 

Già all’inizio del 2023, però, era stato il parlamento spagnolo a sollevare la questione. Il deputato Jordi Cañas aveva attaccato le compagnie aeree low-cost: «Fanno affari con il prezzo dei biglietti nascondendo il supplemento per il trasporto del bagaglio a mano sino alla fine dell’acquisto. L’Europa si è già espressa sull’argomento, ma gli Stati membri continuano a permettere alle compagnie aeree di giocare con i prezzi e ingannare i viaggiatori, tutto questo deve finire».

Grimes fa causa a Musk per far valere i suoi diritti di genitore

La cantante canadese Grimes ha fatto causa a Elon Musk per far valere i suoi diritti di genitore. L’artista 35enne, vero nome Claire Boucher, dal 2018 al 2022 ha avuto una turbolenta relazione con il magnate, da cui sono nati tre figli. E adesso si è rivolta a un tribunale di San Francisco per chiedere di identificare legalmente i genitori di un bambino usando una procedura usata comunemente quando i due non sono sposati. Il passo, spiegano i media americani, è il primo necessario in vista di ulteriori decisioni della magistratura in fatto di custodia, diritti di visita e sostegno economico della prole.

Grimes fa causa a Musk per far valere i suoi diritti di genitore. Hanno tre figli: X AE A-XII, Exa Dark Siderael e Tau Techno Mechanicus.
Grimes (Ansa).

I tre figli nati dalla loro relazione

Dalla storia tra Musk e Grimes sono nati il figlio di tre anni, X AE A-XII e (tramite maternità surrogata) una bambina di quasi due, Exa Dark Siderael, soprannominata ‘Y’. A settembre del 2023, dopo le rivelazioni contenute nell’ultima biografia di Walter Isaacson sul tycoon, Musk ha confermato in conferenza stampa di aver avuto un terzo figlio da Grimes, di nome Tau Techno Mechanicus, dall’età imprecisata.

Grimes fa causa a Musk per far valere i suoi diritti di genitore. Hanno tre figli: X AE A-XII, Exa Dark Siderael e Tau Techno Mechanicus.
Elon Musk (Getty Images).

Il magnate ha avuto in tutto 11 figli

Proprio a settembre la cantante aveva reagito con rabbia a un tweet di Isaacson, scrivendo: «Di’ a Elon di farmi vedere mio figlio o che risponda al mio avvocato». Il ceo di Tesla e Space X ha avuto sei figli dall’ex moglie Justine Williams (il primogenito, Nevada Alexander, morì nel 2002 a sole 10 settimane dalla nascita per la sindrome della morte improvvisa del lattante) e, oltre ai tre con Grimes, anche una coppia di gemelli – Griffin e Xavier Alexander – con la dirigente di Neuralink (e suo braccio destro) Shivon Zilis. I bambini sono nati a novembre del 2021: il miliardario ha detto che lui e Grimes all’epoca erano «semi-separati».

Silvio Berlusconi sarà iscritto nel Famedio di Milano

Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno 2023 all’età di 86 anni, sarà iscritto al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri. Lo ha stabilito la Commissione consultiva del Comune per le onoranze al Famedio che ha approvato i nomi delle 14 personalità che il 2 novembre saranno iscritte nel Pantheon di Milano, all’interno del Cimitero Monumentale. Sul nome dell’ex premier è stato trovato il consenso anche della maggioranza di centrosinistra. Queste le parole del sindaco Beppe Sala a margine della celebrazione per il 163esimo anniversario della Polizia locale: «Ci sono tante cose che ci vedono divisi tra maggioranza e minoranza. Su questioni del genere io tenderei a evitare ogni possibilità di divisioni e non vorrei lasciare malcontento che non serve». A fare richiesta di iscrizione era stato Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia nel capoluogo.

Tra gli illustri anche Manzoni, Gaber e Carla Fracci

Il Famedio, anche noto come Tempio della Fama, è stato realizzato tra il 1884 e il 1887 ed è un luogo adibito alla sepoltura, alla celebrazione e al ricordo dei milanesi di origine o di adozione (compresi gli ospiti e i cittadini onorari) che attraverso opere e azioni hanno reso illustre la città e l’Italia. Il regolamento fissa a tre le categorie di cittadini considerati degni di passare alla storia: gli “illustri” per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, i “benemeriti” che per virtù proprie hanno recato benefici e fama alla città e i “distinti nella storia patria” che hanno contribuito all’evoluzione nazionale. Per ricevere gli onori del Famedio non occorre esservi tumulati – molti dei personaggi ricordati nelle lapidi all’interno sono infatti sepolti in altre zone del Monumentale o in altre città. L’elenco delle personalità ivi ricordate comprende Alessandro Manzoni (che riposa fisicamente al centro del luogo, in un sarcofago disegnato da Carlo Maciachini), Carlo Cattaneo, Salvatore Quasimodo, Carla Fracci, Dario Fo, Giorgio Gaber, Paolo Grassi, Enzo Jannacci e Alda Merini, Giovanni Raboni.

Sinner batte Medvedev 7-6, 7-6 e vince il China Open

Jannik Sinner ce l’ha fatta. Nella finale del China Open di Pechino, l’altoatesino ha infatti battuto il russo Daniil Medvedev in due set con il punteggio di 7-6, 7-6 concedendo solo due punti in entrambi i tiebreak all’avversario. È solo la prima vittoria contro il 27enne tennista di Mosca che lo precede al terzo posto nella classifica Atp e che lo aveva sempre battuto nei precedenti sei incontri su tutte le superfici. Per il neo numero 4 del ranking si tratta del nono titolo in carriera, il terzo del 2023 dopo Montpellier e il più prestigioso Masters 1000 di Toronto. L’azzurro ha giocato un’ottima partita, giocata sul filo dell’equilibrio nei turni di servizio, prima di dominare nei due tiebreak.

Il tennista altoatesino Jannik Sinner ha vinto il China Open 2023. Battuto in finale a Pechino Daniil Medvedev con un doppio 7-6
Jannik Sinner a Pechino per il China Open (Getty Images).

Sinner numero 4 al mondo, i complimenti di Adriano Panatta

Con la vittoria in semifinale contro l’amico e rivale spagnolo Carlos Alcaraz, Sinner si era già assicurato la quarta posizione nella classifica mondiale. Il primo azzurro a riuscirci dopo Adriano Panatta nel 1976, anno in cui il romano centrò la doppietta agli Internazionali d’Italia e soprattutto nello Slam del Roland Garros.«E anche questa è fatta», ha detto lo stesso Panatta in un videomessaggio su X. «Non ci crederete, ma sono molto contento, perché lui è un bravo tennista e mi dicono che è anche un bravissimo ragazzo». È invece arrivata una stoccata da Nicola Pietrangeli, altra leggenda della racchetta azzurra. «È un predestinato», ha dichiarato il due volte vincitore a Parigi parlando di Sinner. «Non si può parlare di record perché io arrivai al numero 3 del mondo, quando ancora non esisteva il computer dell’Atp ma le classifiche già le stilavano. I record sono fatti per essere battuti».

 

Boldrini contro Nicolaj Lilin: «Contro di me frasi infamanti»

L’ex presidente della Camera Laura Boldrini è stata sentita nel processo per diffamazione a Roma, intentato dalla deputata contro lo scrittore Nicolai Verjbitkii, conosciuto con lo pseudonimo Nicolaj Lilin e per aver scritto il romanzo Educazione Siberiana. Davanti al giudice monocratico, Boldrini ha raccontato: «Dopo l’attentato dell’agosto 2017 a Barcellona, costato la vita anche a un italiano, l’imputato fece un tweet in cui definiva i terroristi amici miei». Lo scrittore sui social aveva scritto: «Un altro nostro concittadino massacrato dai terroristi islamici, amici della Boldrini, sostenuti dalla sinistra Italiana».

Boldrini: «Frasi infamanti su di me»

L’ex presidente ha poi proseguito: «Il mio collaboratore me lo mostrò e lì per lì non gli abbiamo dato troppa importanza ma poi lui ha rilasciato interviste anche ai quotidiani dicendo frasi infamanti su di me, dicendo che sostenevo i terroristi dell’Isis e i nazisti e a questo punto ho deciso di querelarlo. Come si può accusare la terza carica dello Stato di essere amica dei terroristi?». Il riferimento è alle frasi di Lilin dopo l’attentato alla Rambla.

Boldrini contro Nicolaj Lilin «Contro di me frasi infamanti»
Laura Boldrini, ex presidente della Camera (Getty Images).

Altre frasi contro Boldrini dopo l’incontro con Parubiy

Boldrini ha poi proseguito raccontando un altro episodio. Nicolaj Lilin aveva scritto contro di lei altre frasi, sempre nel 2017, dopo l’incontro con l’allora omologo ucraino Andry Parubiy. Quest’ultimo all’epoca dei fatti era il presidente della Rada ed è noto per le sue tendenze filo-naziste. La deputata ha dichiarato: «L’invito era a nome della Camera ucraina e fu l’allora presidente ucraino a sollecitare l’incontro. Rifiutarmi di incontrarlo a causa di divergenze politiche non sarebbe stato un comportamento istituzionale».

Scuola, l’allarme dell’Unesco: nel mondo mancano 44 milioni di insegnanti

Nel mondo mancano 44 milioni di insegnanti. È quanto afferma un nuovo studio dell’Unesco sulla scuola, che ha tracciato un quadro nei vari continenti per garantire una corretta educazione a tutti i bambini. Un dato che a fronte di un sensibile miglioramento rispetto al 2016, quando il deficit ammontava a 69 milioni, è destinato a crescere nel prossimo futuro. Soltanto nel 2022 il 9 per cento dei docenti della primaria ha infatti lasciato la professione, quasi il doppio rispetto al 4,6 per cento di sette anni prima. «Gli insegnanti svolgono un ruolo vitale nella nostra società», ha detto al Guardian Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco. «C’è però una profonda crisi di vocazione con un tasso di abbandono molto elevato nei primi anni di lavoro». Parlando di una sensibile assenza di personale, Azoulay ha sottolineato come occorra una «valorizzazione e formazione dei docenti».

Dall’Africa all’Europa, a scuola mancano gli insegnanti

I dati più preoccupanti giungono dai Paesi dell’Africa sub-sahariana. Per garantire a tutti i bambini della scuola primaria e secondaria una buona istruzione, mancano infatti 15 milioni di insegnanti, circa un terzo del deficit totale. Complicata anche la situazione nel Burkina Faso, dove il 25 per cento degli istituti è chiuso per colpa di violenze e insicurezza nel Paese. L’Unicef ha spiegato che oltre un milione di bambini e circa 31 mila docenti non possono tornare nelle classi, adibite per la gran parte come rifugi temporanei. «Tutto ciò è davvero sconvolgente», ha spiegato in una nota ufficiale John Agbor, rappresentante dell’Unicef per il Paese. «Dobbiamo continuare a lavorare per garantire che tutti possano accedere all’istruzione e possano realizzare i propri sogni in pace e sicurezza».

Cattedre vuote in Africa, ma anche in Europa e Nord America per scarsa vocazione nella scuola. I dati di un nuovo rapporto dell'Unesco
Un gruppo di scolari in Africa (Getty Images).

La carenza di professori nelle scuole non si limita però soltanto all’Africa, ma si estende anche negli altri continenti. Preoccupante infatti anche la situazione in Nord America e in Europa, dove mancano circa 4,8 milioni di docenti, oltre il 10 per cento della cifra totale nel mondo. Gravano infatti il pensionamento di un alto numero di insegnanti e soprattutto la mancanza di interesse e vocazione per la professione. Si pone in controtendenza invece l’Asia, soprattutto per quanto riguarda la zona meridionale e centrale. Qui mancano rispettivamente 7,8 milioni e 3,6 milioni di insegnanti, numeri però dimezzati rispetto all’ultimo report del 2016.

Finanze vaticane: l’Apsa ha un nuovo presidente

Don Giordano Piccinotti è il nuovo presidente dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica. Il salesiano prende il posto del vescovo Nunzio Galantino, che ha terminato lo scorso giugno il quinquennio come presidente. Piccinotti è il primo presidente Apsa, considerata la banca centrale del Vaticano, che non sia stato vescovo o cardinale.

Chi è don Giordano Piccinotti

Classe 75, il nuovo presidente Apsa è nato a Manerbio, in provincia di Brescia. Nel 2004 ha emesso la professione perpetua nella società salesiana di San Giovanni Bosco e il 17 giugno 2006 ha ricevuto l’ordinazione presbiterale. Nel suo percorso di studi, ha conseguito la licenza in Teologia spirituale presso l’università pontificia salesiana a Roma. È stato inoltre economo delle case salesiane di Lugano, dal 2007 al 2011 e dal 2016 al 2017; e ha ricoperto il ruolo di economo anche a livello ispettoriale, nel sessennio 2011-2017.

È inoltre direttore della fondazione Opera don Bosco nel Mondo a Lugano, Svizzera; procuratore della fondazione Istituto Elvetico Opera don Bosco, sempre a Lugano; direttore esecutivo della fondazione Opera Don Bosco onlus a Milano; membro del Consiglio della Stiftung Don Bosco in Der Welt a Schaan, Liechtenstein; tesoriere del consiglio di amministrazione della ONG Volontariato Internazionale per lo sviluppo (VIS).

 

Honda ufficializza il divorzio da Marc Marquez

«Honda Racing Corporation e Marc Marquez hanno deciso di comune accordo di rescindere anticipatamente il loro contratto quadriennale alla fine della stagione 2023 del campionato MotoGp. Entrambe le parti hanno convenuto che fosse nel loro migliore interesse perseguire altre strade in futuro per raggiungere al meglio i rispettivi obiettivi e traguardi e continueranno a dare il loro pieno sostegno per i restanti appuntamenti della stagione». L’annunciato divorzio tra la Honda e Marc Marquez dopo 11 anni di competizioni e vittorie nel Mondiale MotoGp è stato ufficializzato così dalla casa giapponese.

Honda-Marquez, una coppia da sei titoli mondiali in MotoGP

Honda Racing Corporation ha ricordato che il pilota spagnolo e il team hanno vinto insieme sei campionati del mondo della classe regina, ottenendo 59 vittorie, 101 podi e 64 pole position. Grazie alla vittoria d’esordio in MotoGp con la Honda RC213V al Gp delle Americhe ad Austin, nel 2013, Marquez era diventando il più giovane vincitore della classe regina e quindi a fine stagione il più giovane campione del mondo. Nel 2014 ha difeso il suo titolo e ha vinto le prime 10 gare consecutive dell’anno, conquistando titoli anche nel 2016, 2017, 2018 e 2019.

Il pilota spagnolo è pronto a guidare la Ducati del team Gresini

Marquez ha ringraziato Honda con un post sui social: «Risate, lacrime, gioie, momenti duri, ma soprattutto un rapporto unico e irripetibile». Il campione spagnolo è in procinto di accasarsi per la prossima stagione con la Ducati, nel Gresini Racing Team.

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