Un’ottobrata italiana dominata dall’anticiclone africano che porta un periodo di estrema stabilità atmosferica e temperature anomale che possono raggiungere picchi anche di 33 gradi. È quanto ha annunciato Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it.
Lieve flessione dell’alta pressione al Nord
Nella giornata di lunedì 2 ottobre 2023 si toccheranno picchi di 32-33 gradi sulla Valle Padana, sulle due Isole Maggiori e su Toscana e Lazio, con giornate pienamente estive specialmente a Roma e Firenze. Si tratta di valori quasi da record per l’inizio di ottobre. In questa fase, infatti, le temperature dovrebbero attestarsi intorno ai 22-23 gradi. Anche nel corso di martedì 3 ottobre lo scenario meteo non cambierà: previsti tanto sole e valori termici sopra le medie del periodo. L’alta pressione potrebbe subire una lieve flessione a ridosso delle regioni del Nord intorno a metà settimana, tra mercoledì 4 e giovedì 5, a causa del transito della coda di un veloce fronte atlantico che potrebbe portare qualche modesto disturbo specialmente a carico del rilievi del Nord-Est. In questo frangente le temperature caleranno di qualche grado sulle regioni settentrionali, rimanendo comunque sopra le medie. «Per una svolta autunnale dovremo attendere ancora, probabilmente fino alla seconda decade del mese», ha evidenziato Sanò.
Le previsioni nel dettaglio
Lunedì 2. Al Nord: sole e caldo estivo. Al Centro: bel tempo. Al Sud: sole e caldo estivo.
Martedì 3. Al Nord: cielo sereno o al più poco nuvoloso. Al Centro: bel tempo prevalente. Al Sud: sole e caldo estivo.
Mercoledì 4. Al Nord: veloci temporali sulle Dolomiti, soleggiato altrove. Al Centro: bel tempo prevalente. Al Sud: tutto sole.
Con un’esibizione a Kansas City, è calato il sipario sul Renaissance World Tour di Beyoncé. Prima dei saluti finali, però, la popstar ha deliziato i suoi fan del Missouri e di tutto il mondo con un annuncio speciale. Ha svelato infatti il primo trailer di un film-concerto che racconterà la tournée mondiale dalla prima data di Stoccolma, in Svezia, fino alle ultime esibizioni americane. In prima linea ci sarà però il live di Houston, in Texas, sua città natale. «State attenti a cosa chiedete, perché potrei accontentarvi», ha postato Beyoncé su Instagram assieme alle prime immagini dell’evento. L’uscita è prevista per l’1 dicembre negli Usa, in Canada e in Messico, ma è già certo il suo arrivo in Europa in una data ancora da ufficializzare.
Beyoncé, cosa sappiamo sul film-concerto e i numeri del tour
Come si legge nel comunicato ufficiale che accompagna il film-concerto, l’obiettivo è porre l’attenzione sul «duro lavoro, il coinvolgimento emotivo e la mente creativa di Beyoncé durante il tour». Distribuito da AMC Entertainment e Parkwood Entertainment, Renaissance World Tour replicherà «il santuario per la libertà e l’accettazione di sé» che l’artista ha creato durante i 12 mesi di esibizioni in tutto il mondo. Come riportano Deadline e Hollywood Reporter, Queen B ha cantato davanti a un pubblico di oltre 2,7 milioni di spettatori totali, incassando una cifra di poco superiore ai 460 milioni di dollari (circa 435 milioni di euro) in tutto il mondo. Il film-concerto in arrivo l’1 dicembre sarà il secondo documentario musicale di Beyoncé, che nel 2018 realizzò per NetflixHomecoming incentrato sulla sua esibizione al Coachella dello stesso anno.
I fan in attesa di uno dei concerti di Beyoncé (Getty Images).
L’annuncio è arrivato a cinque giorni di distanza da quello di Taylor Swift, il cui The Eras Tour sbarcherà in tutto il mondo il 13 ottobre. Secondo le prime stime, soltanto le prevendite statunitensi e canadesi hanno totalizzato 65 milioni di dollari (circa 61 milioni di euro), alzando ancor di più le previsioni per l’apertura. Deadline infatti ritiene che il docufilm della popstar 33enne potrebbe sfondare il tetto dei 125 milioni di dollari (120 milioni di euro) nel primo weekend. Un impatto talmente importante da spingere Blumhouse ad anticipare di una settimana l’uscita de L’esorcista: il credente, nuovo capitolo della saga horror inaugurata nel 1973 da William Friedkin. «L’unica cosa che mi spaventa a morte è Taylor Swift», ha scherzato ai media americani Jason Blum, Ceo della casa di produzione. «Ci siamo dovuti inchinare a lei per evitare l’Exorswift (gioco di parole che ricorda il Barbenheimer».
Il boom dei film-concerto è frutto dello sciopero degli attori
L’annuncio ravvicinato dei due film-concerto di Taylor Swift e Beyoncé non è, almeno secondo gli analisti statunitensi, un evento casuale. Deadline ha infatti spiegato che il boom improvviso dei docufilm musicali sarebbe una conseguenza diretta dello sciopero degli attori, che ha rallentato le uscite di Hollywood. In attesa di un accordo fra il sindacato Sag-Aftra e l’associazione dei produttori Amptp, i cinema starebbero cercando di salvare la stagione da un cartellone scarno e privo di grandi titoli. Anche se la protesta degli interpreti dovesse concludersi presto, le riprese dei lungometraggi non riprenderebbero prima del 2024, mettendo a serio rischio gli ultimi mesi dell’anno. Nel suo weekend di uscita, il docufilm di Beyoncé non avrà avversari di spessore, secondo gli esperti americani. Sono attesi in sala The Bikeriders con Tom Hardy e Austin Butler e Silent Night di John Woo, che potrebbero anche cambiare data sulla scia de L’esorcista.
Forbes Russia ha pubblicato la classifica delle più grandi aziende straniere presenti sul mercato della Federazione Russa, relativa al 2022. Nell’anno dell’invasione dell’Ucraina molto è cambiato rispetto a quello precedente. Sono infatti 22 i colossi che hanno lasciato la Top 50, dopo aver completamente abbandonato il mercato russo o ridotto significativamente la loro presenza.
Un punto vendita Leroy Merlin in Russia (Getty Images).
Leroy Merlin e le altre: le aziende in vetta alla classifica
Dalla classifica è innanzitutto sparito il Gruppo Volkswagen, che nel 2021 era saldamente in testa. In vetta alla classifica del 2022 è così salita Leroy Merlin, che prima dello scoppio della guerra era al secondo posto, grazie a entrate per 529,7 miliardi di rubli (circa 5 miliardi di euro). Tuttavia, come precisa Forbes, si sa già che la catena francese di vendita al dettaglio di articoli per la casa non sarà presente nella lista 2023, in quanto ha annunciato l’intenzione di cedere il controllo della propria filiale russa, consentendo la prosecuzione delle attività per salvaguardare l’occupazione dei 45mila addetti attuali. Al secondo posto ecco la giapponese JT, quarta multinazionale del tabacco a livello globale, mentre al terzo si piazzano i rivali di Philip Morris. Seguono in top five PepsiCo e Auchan. Poi VimpelCom (multinazionale delle telecomunicazioni fondata a Mosca, ma con sede ad Amsterdam), Metro (azienda della grande distribuzione tedesca), Mars, Nestlé e Chery.
Uno stabilimento della bielorussa BelAZ (GettyImages).
La Top 50 tra grandi addii, ascesa della Cina e new entry
Sono uscite invece dalla top ten – e dalla classifica in generale – Renault (terzo posto nel 2021), Apple (quinto posto), Toyota Motor (settimo posto), Samsung (nono posto). Anche la geografia della classifica è cambiata, scrive Forbes. Ma non così tanto come ci si poteva invece aspettare. Anche se le aziende cinesi hanno aumentato la loro presenza nella lista (la prima è la già citata casa automobilistica Chery), quelle dei Paesi occidentali costituiscono ancora la maggioranza. Per la prima volta nella classifica entrano tuttavia aziende provenienti dalla Thailandia (CP Foods, conglomerato agroindustriale e alimentare), dal Kazakistan (Polymetal International, società mineraria) e dalla Bielorussia (BelAZ, specializzata nella produzione di veicoli da trasporto e scavo).
Carlo Calenda è uno che non si ferma mai. Nella vita, ma anche sui social, che peraltro occupano una discreta parte della sua vita. Non si ferma nemmeno quando uno solitamente si dovrebbe fermare, in vacanza. Ci va una decina di giorni all’anno con tutta la famiglia ammorbando moglie e figli, che magari vorrebbero andare in discoteca o giocare a padel, con minuziose lezioni di storia che i pargoli ascoltano in religioso silenzio. In Grecia ha declamato di fronte alle loro facce visibilmente annoiate il discorso di Pericle agli ateniesi. Ad agosto in Normandia ha fatto da cicerone sui luoghi dello sbarco, ricordando ogni due per tre che la libertà di cui godono è nata sulle spiagge di Omaha e di Utah. Tutte, meno quella di sottrarsi alla pedanteria del padre.
Ha fatto della sua quotidianità uno scrupoloso reality
Come tutti coloro che si sottopongono a esposizione continua, Calenda ha fatto della sua quotidianità uno scrupoloso reality. E quando ciò accade, si sa, pubblico e privato si ibridano senza confini. Così quel che dice sull’Ucraina, i conti pubblici o il mai nato Terzo polo così si mescola con i risultati della dieta (fatta probabilmente per emulare il suo arcirivale Matteo Renzi), le professioni d’amore per la moglie Violante o il colore dei capelli che lo stress di questi giorni ha visibilmente imbiancato.
Calenda si arrabbia per niente, però non molla mai il colpo
Calenda ha molti difetti, l’irascibilità su tuti. Si arrabbia per un niente. Ma un grosso pregio: non molla mai il colpo, come si vede in queste ore che è impegnato in una battaglia contro l’universo mondo: gli Agnelli, nella fattispecie John Elkann, i loro giornali, la Cgil, il suo segretario Maurizio Landini, Matteo Salvini, che infilza con dei virulenti «non rompere le palle e vai a lavorare», quando il segretario leghista (sempre sui social, la casa comune della politica) gigioneggia tra pesche e cori allo stadio.
Senza peraltro aver paura di metterci la faccia: l’altro giorno il suo inseguimento degli operai della Magneti Marelli di Crevalcore che scappavano alla sua vista era struggente.
Calenda si presenta al picchetto della Magneti Marelli a Crevalcore…ma gli operai lasciano il presidio e vanno via… lui li insegue "non volete parlare?"… una delle migliori figure di palta di Carletto…#Calenda#Marelli#Crevalcore#fiom#1ottobrepic.twitter.com/fJUlq71I1M
Avremmo voluto essere lì con lui per dirgli di lasciar perdere, o per fermare le tute blu e invitarle ad ascoltare. Perché sulla questione il leader di Azione ha totalmente ragione, si sapeva benissimo che quando Torino decise di vendere il suo gioiello della componentistica per staccarsi un pingue dividendo sarebbe finita così. Si sapeva anche che nelle nozze spacciate alla pari tra Fiat e Peugeot sarebbero stati i francesi a comandare, e che quindi tutte le scelte avrebbero privilegiato Parigi.
Nonostante tutto colui che fu Enrico Bottini di Cuore va avanti impavido
Ma Calenda sembra predicare nel deserto. Gli operai non lo ascoltano perché ha osato attaccare il segretario del più potente sindacato, o forse perché non gli perdonano il genius loci pariolino. I giornali neppure: perché chi ha messo sotto accusa alcuni li possiede, per gli altri è un investitore pubblicitario di cui non si può non tener conto. Ma nonostante tutto colui che fu Enrico Bottini nel Cuore sceneggiato del nonno va avanti impavido. Ciak, Azione: ma per non scendere di ascolti, il reality Calenda è condannato ad alzare sempre la posta.
Il piccolo Carlo Calenda nei panni di Enrico Bottini di Cuore.
Otto agenti della questura di Piacenza sono indagati con le accuse di arresto illegale, calunnia, falso in atto pubblico, mentre un nono poliziotto è accusato di false dichiarazioni all’autorità giudiziaria.
Gli indagati operavano sulle volanti
Ne riferisce questa mattina il quotidiano Libertà precisando che l’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dalla sostituto procuratrice Daniela Di Girolamo, riguarda episodi del periodo tra gennaio e luglio 2022, con una più recente coda relativamente alle false informazioni fornite al pubblico ministero. Gli indagati operavano sulle volanti. Le accuse a loro carico sono state mosse anche sulla base di intercettazioni.
Una scorsa alla settimana scorsa: mio diario degli orrori. Meloni festeggia il compigoverno. È passato già un anno ma sembra domani. Salvini e i migranti con scarpe e orologini. Ha ragione lui: devono arrivare nudi. Già belli pronti per accedere al «luogo possibilmente lontano da centri abitati e perimetrato e adeguatamente sorvegliato». Niente è più deleterio di quando arroganza e ignoranza si fondono nello stesso individuo. Niente è più deleterio dell’arrognanza. 4.938 euro: siamo pazzi, è pizzo! La vera cauzione di Stato è la Costituzione. Reclami per la réclame. Meno male che qui in Sardegna non si fa distinzione alcuna tra vocali aperte e chiuse. Sicché noi si era tutti a pesca. «Tesoro, dove ci porterà tutto questo dolore?». «Mi scusi ma non sono del posto». 29 settembre. Seduto in quel caffè io non a pensavo a thé. Mai invitato fidanzati qui nell’isola. Troppo mare. Troppa bellezza. Troppo vino. Troppo cibo. Potrebbero rimanerci. L’autunno è un’estate sotto pentite foglie. E poi ecco i palindromi, quando ce vo, ce vo: “Ottobre è er botto”, “Er botto d’ottobre”.
Le ricette per uscire dalla grave situazione che attanaglia l’economia argentina, con un’inflazione al 124 per cento e la povertà oltre il 40 per cento, sono state al centro del dibattito ufficiale in vista delle presidenziali di ottobre che ha visto come protagonisti i cinque candidati emersi dalle primarie. L’ultraliberista Javier Milei, l’uomo della motosega che vuole farla finita con la «casta politica corrotta», ha affermato di essere «l’unico in grado di sterminare l’inflazione».
Milei: «profonda riforma dello stato»
Milei ha proposto in questo senso «una profonda riforma dello Stato, un taglio drastico della spesa, la riduzione del livello impositivo, privatizzazioni e la chiusura della Banca centrale». L’alfiere del peronismo e attuale ministro dell’Economia, Sergio Massa, ha proposto da parte sua «un programma di sviluppo» che fa leva su asset in forte crescita come energia e litio mantenendo l’equilibrio fiscale e riducendo progressivamente i principali fattori inflazionari. La lotta contro l’inflazione è priorità anche per la conservatrice Patricia Bullrich, che ha sottolineato di avere uno staff economico adeguato a questo scopo e una forte struttura politica per portare avanti il suo programma. La candidata della sinistra Miriam Bregman ha attribuito la colpa della crisi attuale ai governi assoggettati al Fondo monetario internazionale, mentre l’alfiere del peronismo moderato Juan Schiarett, ha manifestato principalmente la necessità di tornare a politiche di equilibrio fiscale.
È morto Tommaso Accardo, meglio conosciuto come Tommasino. La storica spalla di Fiorello sia in televisione sia in pubblicità aveva 84 anni. L’artista ha interpretato per anni piccoli diversi ruoli al cinema e negli spot.
La notorietà nel 2001 con Stasera pago io
Ad annunciarlo è stato lo stesso showman siciliano su X, salutando l’amico scrivendo «Ciao Tommasino». Era nato a Gibellina, in Sicilia e viveva a Mentana, in provincia di Roma. Prima ancora di cominciare a lavorare in piccoli ruoli nella pubblicità e nel cinema, aveva partecipato anche film comico «Mezzo destro e mezzo sinistro – due calciatori senza pallone», con protagonisti Gigi e Andrea e ha recitato anche in alcuni episodi di Boris. La notorietà arriva grazie alla scoperta di Fiorello che lo volle con sé nel varietà Stasera pago io, nel 2001.
Un uomo ha ucciso la madre e il fratello a Vignola (Modena). A scoprire i due cadaveri all’interno di un’abitazione in via Torino sono stati i carabinieri accorsi sul posto dopo che i vicini di casa avevano dato l’allarme, intorno alle 21.30, riferendo di aver sentito urla compatibili con una lite.
Individuato l’autore del duplice omicidio
L’autore del duplice omicidio sarebbe già stato individuato. L’uomo, ritenuto essere il responsabile della morte della madre e del fratello, è stato portato via dal luogo del delitto in ambulanza con i carabinieri al seguito. Il presunto omicida, 67 anni, sembra che abbia tentato di togliersi la vita. Le vittime hanno 88 e 66 anni.