Max Verstappen conquista la pole position a Losail, in Qatar, e si avvicina sempre di più al titolo di campione del mondo per la terza volta di fila. Nella serata qatariota, non hanno invece brillato le Ferrari: Charles Leclerc, inizialmente settimo, domenica partirà in terza fila con il quinto tempo dopo la cancellazione dei crono delle McLaren di Norris e Piastri che avevano fatto meglio del monegasco e che si sono visti cancellare i tempi per “track limits” mentre venivano intervistati. Eliminato in Q2 con il 12/o tempo, Carlos Sainz.
SUPERMAX MOSTRUOSO ANCHE IN QATAR Qualifiche piene di colpi di scena a Losail: Verstappen conquista la pole, poi le due Mercedes che sfruttano i tempi cancellati delle McLaren di Norris e Piastri. Leclerc sale in quinta posizione. #Formula1#GPQatar#QuestoèNOWpic.twitter.com/xQKkcjypyX
È un dipinto del pittore milanese Andrea Appiani, di proprietà della Pinacoteca di Brera e alla Camera dal 1927, ma per il parlamentare di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, deve trovare un’altra sede. «Via il quadro di Napoleone da qui, è stato il conquistatore dell’Italia». L’opera si trova attualmente sulla parete dell’anticamera dello studio del vicepresidente della Camera, a Montecitorio, e ritrae il generale francese cinto dalla corona d’alloro con un abito di velluto verde, ricamato con quadrifogli, e indossato in occasione della incoronazione a re d’Italia.
«Mi infastidisce che sia qui»
«Non mi disturba il fatto che il dipinto sia esposto a Montecitorio», ha spiegato Rampelli all’Adnkronos. «L’arte non ha confini né appartenenze, starebbe benissimo in una galleria insieme a tanti altri quadri. Ma mi infastidisce il fatto che sia qui, appeso nella mia anticamera nel piano più importante di un palazzo che rappresenta il tempio della sovranità nazionale. Ecco, Napoleone ha cercato di annetterla al suo impero. Viva l’arte, ma il suo ritratto» ribadisce «non sta nel posto giusto». L’esponente di FdI ha evidenziato come «nel corso delle sue campagne di conquista Napoleone depredò l’Italia di immensi tesori: quadri, statue, arazzi. Ci fu addirittura un ambasciatore speciale, lo scultore Canova mandato dal Papa per recuperare il maltolto. Basta visitare il Louvre per rendersi conto di come la nostra arte arricchisca la Francia contribuendo alla sua grandeur che non l’Italia».
Una pinacoteca a Montecitorio
Dopo lo sfogo, l’idea del parlamentare, quella di «contribuire alla creazione di una galleria d’arte di Montecitorio». Una pinacoteca a tutti gli effetti «dove finalmente esporre tutte meravigliose opere d’arte che soltanto i deputati possono vedere ora nei propri uffici. Sarebbe un bel segnale di democrazia, di educazione al bello, consentire al pubblico di apprezzarle dal vivo». Per Rampelli sono «molti i pezzi conservati nei depositi della Camera», donati da spesso da privati, che meritano di essere «esposti al pubblico».
C’è attesa per la giornata di martedì 10 ottobre, quando si discuterà del fascicolo aperto dalla procura di Roma per istigazione al suicidio e legato alla morte misteriosa di Alessio Vinci, studente del politecnico di Torino il cui cadavere venne ritrovato ai piedi di una gru in un cantiere di Parigi il 18 gennaio 2019. Gli esami medico legali avevano evidenziato che il giovane, al momento del ritrovamento, aveva le gambe rotte, come se fosse caduto sugli arti inferiori. Inoltre, sul capo vi erano ferite causate da percosse. La magistratura francese, dopo una indagine lampo, chiuse il caso, collegando la morte del 18enne di Ventimiglia dove viveva insieme al nonno Vincenzo Ferraro recentemente scomparso, a un caso di suicidio.
Alessio Vinci: Decifrato il codice E.T.P.? Dovrebbe indicare l’“Eliporto Terre-Plein du Larvotto”, nel Principato di Monaco. Nei pressi c'è la banca della falsa ricevuta di una vincita che mostrò al nonno. Voleva giustificare una somma?#chilhavisto?https://t.co/gGD1ra9GoTpic.twitter.com/tLYiQQsZlX
Alcuni messaggi, partiti dal cellullare del ragazzo, avrebbero in un primo momento alimentato l’ipotesi del suicidio, come quello in cui lo studente, al primo anno di Ingegneria Aerospaziale, aveva chiesto di dire al nonno che lui e la nonna «sono stati i migliori genitori che io abbia potuto avere… ma c’è qualcosa che va al di là dell’amore che provo e ho provato per le persone, al di là del successo che potrei avere. Digli che questa volta non tornerò». Ad aprire un fascicolo per istigazione al suicidio era stata appunto la procura di Roma, competente per i reati commessi su connazionali all’estero. Il sospetto è che qualcuno possa aver spinto o costretto Alessio a un gesto estremo.
Le ultime immagini di Alessio Vinci nell’hotel di #Parigi, nei cui pressi è stato trovato senza vita il 18 gennaio 2019. Dalle analisi dei tabulati della chiave elettronica sembra che ci fosse qualcuno con lui nella sua camera. Chi era? #chilhavisto? https://t.co/gGD1ra9GoTpic.twitter.com/UVYq9J9C0x
I dubbi e le ombre sulla vicenda, iniziano dal giorno della partenza improvvisa del giovane. Il 17 gennaio 2019 infatti Alessio lascia il capoluogo piemontese senza avvisare nessuno. Arrivato a Parigi, telefona al nonno Vincenzo, con il quale viveva dalla morte della madre, dicendo che si trova a Torino. Nella capitale francese, il 18enne ha invece preso una stanza nell’albergo Le Meridien Etoile. Solo a poca distanza dalla morte, il ragazzo comunicherà al nonno di aver vinto una ingente somma di denaro al casinò per un totale di 150 mila euro, somma vinta mentre si trovava in Italia. Il viaggio a Parigi serviva dunque a incassare il denaro. Una ricevuta della banca EFG di Monaco, mostrata al nonno prima di morire, è risultata falsa e porterebbe all’ipotesi della truffa. Un mistero nel mistero, come per il messaggio cifrato, citato dalla trasmissione Chi l’ha visto e comparso sullo schermo del computer di Alessio con questi caratteri scritti al contrario: E.T.P. je sais CAM 381ASLCM. La sigla E.T.P. è stata rinvenuta anche sotto la scrivania della stanza d’albergo, incisa con l’accendino. Da anni la famiglia chiede chiarezza sulla tragica morte.
Alessio Vinci: Profondo cordoglio di Federica Sciarelli e della redazione di “Chi l’ha visto?” per la scomparsa del nonno Vincenzo. Fino all'ultimo si è battuto per la verità, opponendosi alla richiesta di archiviazione dell’indagine.#chilhavisto? https://t.co/gBiShBmbnnpic.twitter.com/rH7gXUBcA8
Aggredito e ridotto in fin di vita da un paziente. L’immunologo Francesco Le Foche, noto anche per la sua attività durante la pandemia da Covid, è stato picchiato da un 36enne convinto che il medico avesse sbagliato le cure. È successo nel pomeriggio di giovedì 5 ottobre a Roma, all’interno di uno studio medico in via Po, nel quartiere Salario.
L’aggressore arrestato per tentato omicidio
L’autore dell’aggressione, che sarebbe un pregiudicato, è stato arrestato dalla polizia per tentato omicidio. Il medico 66enne è ricoverato in prognosi riservata al policlinico Umberto I con un grave trauma facciale. Secondo quanto ricostruito, l’uomo ha picchiato il professionista colpendolo ripetutamente al volto, accusandolo di non avergli somministrato la giusta terapia per una infezione alla colonna vertebrale di cui è affetto.
«Forza Italia deve tornare a farsi sentire. Ad alzare la voce sui nostri temi identitari. Ci siamo troppo schiacciati su Fratelli d’Italia e perdiamo voti. Tajani deve cambiare linea altrimenti alle Europee rischiamo di sparire». Queste parole rimbalzano tra deputati e senatori, da Montecitorio a Palazzo Madama, specialmente tra le truppe ronzulliane, ma non solo. Anche da altri pezzi del partito sta crescendo un’insoddisfazione verso la gestione del ministro degli Esteri. Considerata troppo grigia, se non addirittura inconsistente. «Tajani parla ma non fa mai notizia, mai che dia un titolo a un giornale», si sussurra. E del resto l’immagine che si ricorda di più della tre giorni di Paestum è il discorso di Licia Ronzulli con una pesca in mano, non certo quello del segretario. I dati che arrivano dei sondaggi non sono ancora allarmanti, coi berluscones che si barcamenano intorno al 7 per cento. Ma comunque si cammina sul ciglio del burrone. «Se alle Europee andiamo sotto al 6 per cento sarà un disastro, ma se andiamo avanti così non è detto nemmeno che raggiungiamo la soglia di sbarramento del 4. E allora sarebbe la fine», si ragiona nel partito.
Per i malpancisti gli azzurri guidati da Tajani rischiano l’irrilevanza
A Paestum, dicevamo, non è andata male. Il giorno dedicato al Cavaliere è stato emozionante e tutto è filato via liscio, con le canzoni di Al Bano e il resto. Le modifiche allo Statuto hanno sancito che il nome “Berlusconi” sarà nel simbolo alle Europee (su questo erano d’accordo tutti, perché qualche migliaio di voti si prende solo per quello) e soprattutto che i morosi del partito, coloro che non pagano le quote, decadranno dalle cariche. Mentre al prossimo congresso, prima delle Europee, oltre alla conferma di Tajani alla guida, saranno votati anche quattro vice segretari, ma le regole sull’elezione ancora non ci sono. Al momento non si sa se saranno rappresentativi delle diverse aree politiche oppure della geografia italica: nord, centro, sud e isole. Per i malpancisti, però, la questione è politica. Fi cala nei sondaggi perché la sua azione è inconsistente – è il tono dei messaggi nelle chat dei parlamentari – mentre per risalire bisogna fare come Matteo Salvini: battere i pugni sul tavolo, non essere troppo appiattiti sul governo, rivendicare la propria identità su politiche economiche, lavoro, autonomi e partire Iva. «Per fermare la tassa sugli extraprofitti bancari è dovuta intervenire Marina Berlusconi…», fa notare qualcuno con perfidia. Come a dire: anche lì non abbiamo toccato palla.
Con Fascina reclusa d’oro ad Arcore, Ronzulli & Co tornano a farsi sentire
Insomma, qualcuno vorrebbe un partito più battagliero, scoppiettante, come nella prima fase del governo Meloni, quando il Cavaliere stuzzicava la premier tanto da metterla in serie difficoltà, specie in politica estera e sulla guerra in Ucraina, così da costringere Giorgia a cercare un’interlocuzione con Marina con l’obiettivo di placare Silvio. E così andò, con Marta Fascina che addirittura espulse Ronzulli dalla reggia di Arcore, diventando lei stessa quella adibita a dare le carte. Ora, con Fascina reclusa d’oro in Brianza dove ha addirittura eletto la sua segreteria politica e i suoi fedelissimi in stand by, Ronzulli & C sono tornati a farsi sentire. Ma senza esagerare: la tregua armata resisterà fino alle Europee, perché dare l’impressione di un partito diviso sarebbe elettoralmente devastante. Questo però non vuol dire che ci sia unità. Anzi. Il ruolo di cerniera, di mediatori tra i due alleati a molti non va bene, perché «rischiamo di essere il vaso di coccio tra i due di ferro». Bisogna tornare a farsi sentire, specie in vista della legge di bilancio, non essere supini e smetterla di dire sì a tutto.
La geografia delle correnti in Forza Italia, tra tajaniani e truppe ronzulliane
Nel frattempo le correnti serrano i ranghi. Tajani è sempre circondato dai suoi fedelissimi: il responsabile dell’organizzazione Francesco Battistoni, quello delle campagne elettorali Alessandro Battilocchio, il portavoce del partito Raffaele Nevi, il capogruppo alla Camera Paolo Barelli, i ministri Zangrillo e Pichetto Fratin, e poi Francesco Paolo Sisto, Roberto Rosso e Fulvio Martuscello (l’ideatore di Paestum). Poi ci sono i fedelissimi di Fascina, ora “in sonno”, ma sempre a guardia del barile in attesa di un possibile ritorno sulla scena di Marta (che «non si dimetterà mai», dicono): il capo dei giovani Stefano Benigni, il responsabile lombardo Alessandro Sorte, il compagno di scuola di Fascina Tullio Ferrante e Gloria Saccani Jotti (vicina a Fedele Confalonieri). Poi i sempre vivi ronzulliani che riprendono a battere colpi: oltre alla capogruppo in Senato, ci sono Alessandro Cattaneo, Giorgio Mulè, Alberto Barachini, Paolo Emilio Russo, Giuseppe Mangialavori. C’è poi la corrente dei governatori: Alberto Cirio (Piemonte), Vito Bardi (Basilicata), Donato Toma (Molise), Roberto Occhiuto (Calabria) e Renato Schifani (Sicilia). Infine, quelli più legati alla famiglia, come Andrea Orsini e Deborah Bergamini.
«Il tempo è galantuomo. Basta saper aspettare, come vi ho sempre detto. Stamani Marco Travaglio è stato condannato a pagare oltre 80.000 euro per un risarcimento danni nei miei confronti. La prossima settimana il pm Luca Turco è stato convocato dal Csm. Un passo alla volta e le cose vanno avanti nella giusta direzione. Chi ha ragione, prima o poi se la vede riconosciuta. Ma quanta fatica, quante udienze, quanti soldi dei cittadini buttati via». Sono le parole del tweet pubblicato dal senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in riferimento all’udienza preliminare sull’inchiesta Open, tenutasi venerdì 6 ottobre al tribunale di Firenze. Altri due giornalisti de Il Fatto, citati anche questi dall’ex premier, non sono stati condannati. Matteo Renzi aveva chiesto un risarcimento pari a 2 milioni di euro.
Stamani Marco Travaglio e Il Fatto Quotidiano sono stati condannati a risarcirmi ottantamila euro più le spese e gli interessi per avermi ripetutamente diffamato. Per anni ho subito in silenzio, sbagliando. La condanna di oggi non azzera le sofferenze per il passato ma pone una…
Gli articoli incriminati sono 14 pezzi su Renzi, pubblicati sul Fatto Quotidiano. Nel dispositivo della sentenza viene descritta «una vera e propria campagna denigratoria di eccezionale gravità, per la quale è prevista una condanna risarcitoria in misura superiore a 50.000,00 euro». Hanno assunto particolare rilevanza gli «appellativi offensivi» citati dal denunciante come «Bullo, ducetto, cazzaro, mollusco, disperato, caso umano» e ancora «mitomane, stalker, cozza, criminale». La campagna diffamatoria – come spiegato dal giudice della seconda sezione civile del tribunale di Firenze – è attribuibile «ai soli convenuti Marco Travaglio e alla società editoriale il Fatto S.p.A., in solido tra loro, poiché deve ascriversi anche questa volta alla linea editoriale del quotidiano, più che ai singoli autori degli articoli».
Il caso del video della giudice di Catania Iolanda Apostolico diffuso da Matteo Salvini su X finisce in procura. I deputati di Avs Angelo Bonelli e Filiberto Zaratti hanno depositato un esposto «affinché si verifichi se vi sia stata violazione dell’art.326 del codice penale, chiedendo di perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati». L’obiettivo è accertare se sussista il reato di rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio.
Chi ha girato il video e chi ha autorizzato nel caso l’invio del materiale a Salvini?
Resta infatti da capire chi abbia girato il video durante la manifestazione a Pozzallo del 2018, chi l’abbia poi girato a Salvini e soprattutto se esista presso il ministero degli Interni un archivio con immagini e video dei cittadini che partecipano a proteste ed eventi pubblici. Come hanno ricordato i due parlamentari, infatti, i materiali video e i verbali della Digos sono sottoposti a segreto. Come è stato possibile allora non solo ripescare un vecchio video di una manifestazione ma individuare tra i partecipanti Apostolico, non solo una magistrata ma anche una cittadina incensurata? Chi ha autorizzato, se è stato autorizzato, l’invio del materiale al vicepremier? Nell’esposto, pubblicato da Repubblica, si ricostruiscono i passaggi degli ultimi giorni e si chiede di fare chiarezza sull’origine del video che, stando ad alcuni quotidiani, pare essere stato filmato dalle forze dell’ordine. Se questa versione fosse confermata, significherebbe che un video di cinque anni fa è stato «riesumato ai fini non di evidenziare reati, perché se così fosse avrebbero dovuto essere perseguiti d’ufficio cinque anni fa, e reati non sono stati commessi in quella manifestazione, ma per diventare strumento in mano al segretario della Lega On. Matteo Salvini con lo scopo di alimentare uno scontro politico contro le decisioni assunte della magistratura e contro una parte delle forze politiche di opposizione».
La Lega chiede le dimissioni della giudice
Da via Bellerio intanto continuano gli attacchi: «Apprezzamento per gli insulti contro Matteo Salvini postati dal compagno, mai smentiti, e imbarazzante presenza a una manifestazione dell’estrema sinistra con la folla che insultava le Forze dell’Ordine», scrive la Lega in una nota. «Per rispetto nei confronti di tutti gli Italiani e delle istituzioni, ora ci aspettiamo le dimissioni immediate» della giudice Apostolico.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Porto, in Portogallo, per il vertice del gruppo Arraiolos, insieme ad altri 14 capi di stato non esecutivi. Tra i i temi ufficiali della riunione vi sono il sostegno all’Ucraina e le sfide europee in vista delle prossime elezioni dell’Europarlamento del 2024. I panel di lavoro sono a porte chiuse. Al termine, i 15 capi di stato sintetizzeranno le discussioni con singole dichiarazioni.
Il rischio di un conflitto «generale e devastante»
«L’Unione Europea ha reagito con fedeltà e compattezza ai suoi valori. Accanto – e al di là – della doverosa solidarietà all’Ucraina, sostenendola scongiuriamo il pericolo di un conflitto dai confini imprevedibili. Se l’Ucraina cadesse assisteremmo a una deriva di aggressioni ad altri paesi ai confini con la Russia e questo – come avvenne nel secolo scorso tra il 38 e il 39 – condurrebbe a un conflitto generale e devastante» ha dichiarato il presidente della Repubblica intervenendo al vertice. Mattarella ha inoltre ribadito: «Quanto stiamo facendo tutela la pace mondiale».
Poste Italiane ha vinto il Premio Impatto, l’iniziativa promossa dal Salone della CSR e dell’innovazione sociale di Milano che ha riconosciuto il valore sociale e la capacità dell’azienda di programmare gli investimenti del piano di rinnovo della flotta coniugando il quadro finanziario con la sostenibilità. «Per questo progetto», si legge nelle motivazioni del premio, «è stata messa a punto una metodologia ad hoc che misura gli impatti non solo dal punto di vista ambientale, per la riduzione delle emissioni, ma anche dal punto di vista sociale, grazie all’aumento della sicurezza stradale. Particolarmente lodevoli sono stati gli sforzi per impostare fin dal principio il progetto in un’ottica di misurazione quantitativa e multidimensionale di impatto». Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale – promosso tra gli altri da Università Bocconi, Global Compact Network, ASviS, e Unioncamere – ha lo scopo di promuovere la cultura della responsabilità sociale, facilitare il networking tra vari attori sociali e offrire opportunità di aggiornamento.
Entro il 2024 il Gruppo sostituirà il parco veicoli con modelli a basse emissioni
Con l’obiettivo di abbattere le emissioni di Co2, Poste Italiane ha pianificato la sostituzione entro il 2024 dell’intero parco veicoli con modelli di nuova generazione a propulsione elettrica, ibrida ed endotermica a basse emissioni. Al fine di misurare il valore generato dall’introduzione dei nuovi veicoli della flotta, Poste Italiane ha adottato una metodologia di valutazione degli investimenti in cui la prospettiva finanziaria si armonizza con il rispetto dei principi di sostenibilità, nell’ottica di una pianificazione strategica integrata che consente di creare valore condiviso tra azienda e territorio.
Gli altri riconoscimenti ottenuti da Poste per l’impegno in ambito ESG
Il Premio Impatto si inserisce tra i numerosi riconoscimenti ricevuti dal Gruppo Poste Italiane per le sue pratiche di sostenibilità. L’azienda è stata inclusa nei più prestigiosi indici di sostenibilità internazionali come Dow Jones Indices, Euronext Vigeo-Eiris Indices, Integrated Governance Index, Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100, FTSE4Good, Bloomberg Gender-Equality Index e Stoxx Global ESG Leaders.
Le valutazioni positive ottenute da parte di agenzie come CDP, Sustainalytics e il Top 5 per cento S&P Global ESG Score 2022 del Sustainability Yearbook 2023 hanno confermato l’impegno del Gruppo per la sostenibilità. La conferma dello score AA da parte di MSCI rappresenta un’ulteriore conferma del ruolo di Poste Italiane come leader ESG a livello mondiale. Infine, il Gruppo ha mantenuto la sua posizione al vertice nell’ESG GLOBAL SCORE dell’indice MIB-ESG lanciato nel 2021 da Euronext e Borsa Italiana, dimostrando l’impegno continuo verso una gestione responsabile e sostenibile.
Un giovane di 25 anni è stato arrestato dalla polizia a Tivoli perché accusato di violenza sessuale ai danni di una 16enne. Lo stupro è avvenuto nell’agosto scorso in un parco pubblico della frazione di Villalba, nel comune di Guidonia Montecelio. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Tivoli, la ragazza aveva conosciuto il giovane qualche mese prima. Dopo aver fatto amicizia, si erano scambiati alcuni messaggi via social per poi incontrarsi nei pressi di un bar. Una volta usciti dal locale per una passeggiata, si sono poi fermati in un parco pubblico, sedendosi su una panchina. È stato allora che, improvvisamente, è scattata la violenza da parte del 25enne.
Il racconto e la denuncia
La ragazza, terrorizzata e in lacrime, è riuscita a divincolarsi e ad allontanarsi dall’aggressore, sotto la minaccia di non raccontare a nessuno quanto accaduto. Fortunatamente però, dopo essersi confidata con una cugina e una sua amica, la vittima ha trovato la forza di raccontare tutto ai suoi genitori che hanno denunciato i fatti agli agenti del commissariato. È immediatamente scattata l’attività prevista in questi casi, con audizione protetta autorizzata dal pm, durante la quale la ragazza ha riferito la violenza subita e sporto denuncia. L’uomo è stato rintracciato e arrestato nel quartiere di Villalba, per poi essere trasferito in carcere.
Crescono ancora i numeri del Covid-19 in Italia. Secondo il nuovo bollettino settimanale diffuso dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, dal 28 settembre al 4 ottobre si sono registrati infatti 44.139 nuovi contagi. Un incremento pari al 13,8 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti quando i casi erano 38.775. Sono invece 137 i morti, con una crescita del 6,2 per cento rispetto alla settimana prima quando i decessi erano stati 129.
Covid-19: incidenza in lieve aumento, indice Rt sotto la soglia epidemica
Il nuovo bollettino settimanale sui contagi da Covid-19 ha evidenziato anche un lieve aumento per quanto riguarda l’incidenza dei casi, pari a 75 casi su 100 mila abitanti (sette giorni fa era di 66 per 100 mila). Rialzo anche per quanto riguarda il tasso di positività. Nella settimana dal 28 settembre al 4 ottobre è stato pari al 16,3 per cento, ossia 0,9 punti percentuali in più rispetto alla settimana precedente (15,4). L’indice Rt passa invece dallo 0,9 dell’ultimo rilevamento a 0,96, rimanendo tuttavia ancora sotto la soglia epidemica. Il più alto tasso d’incidenza settimanale resta quello nella fascia di età compresa tra gli 80 e gli 89 anni, in lieve diminuzione nella fascia 0-9 anni.
Occupazione degli ospedali, stabili i ricoveri in terapia intensiva
Quanto alla questione ricoveri in ospedale, il tasso di occupazione dell’area medica è pari al 5 per cento con 3.146 pazienti (in aumento rispetto al 4,4 per cento della settimana precedente). Sono invece 94 i pazienti in terapia intensiva, con un’occupazione dell’1,1 per cento rispetto allo 0,9 di sette giorni prima. Cresce anche il numero di tamponi effettuati (270.748), pari al 7,8 per cento in più rispetto alla scorsa rilevazione, quando furono 251.160.
È solo l’aperitivo. Le elezioni in Baviera e in Assia di domenica 8 ottobre aprono la serie di tornate elettorali che porterà fra meno di un anno, nel settembre 2024, a rinnovare i parlamenti regionali in Sassonia, Turingia e Brandenburgo. In mezzo le elezioni europee di giugno. Prima quindi due importanti Länder all’ovest, poi il test a livello federale e infine le tre regioni dell’ex Ddr. Dodici mesi per capire che strada sta prendendo la Germania, con la coalizione Semaforo a Berlino a metà mandato dopo la vittoria nel 2021 e il Paese in crisi, dopo la pandemia, i problemi politici, economici e sociali connessi alla guerra in Ucraina e alle nuove ondate migratorie. Il primo appuntamento è dunque quello tra Monaco e Wiesbaden dove in realtà non sono previsti terremoti, anche se potrà fornire indicazioni importanti, sia per le amministrazioni locali sia per la leadership nazionale.
In Baviera vittoria scontata di Csu e Freie Wähler, Spd e Liberali a una cifra
In Baviera la situazione è abbastanza chiara. Dalla fine della Seconda guerra mondiale al 2018, i conservatori della Csu hanno infatti governato con la maggioranza assoluta. La coalizione con i Freie Wähler, formazione di populista di destra, è tutto sommato sicura di proseguire, considerati i numeri della vigilia che danno la Csu del governatore Markus Söder intorno al 36 per cento e i Freie Wähler di Hubert Heiwanger al 15. Sulla stessa linea dei Fw anche Verdi e nazionalpopulisti della AfD, mentre sotto il 10 per cento navigano i partiti di governo berlinesi: la Spd del cancelliere Olaf Scholz è data al 9 e mentre i Liberali del ministro delle Finanze Christian Lindner rischiano di non arrivare al 5. Che la Baviera sia una regione di destra non è una certo una novità, ma la somma dei voti di Csu, Fw e AfD si avvicina al 70 per cento. Tendenza estrema nel sud della Germania, che però non è un unicum nel Paese.
Assia, gara per il secondo posto: in corsa anche la ministra Faeser
In Assia l’alleanza al governo tra Cdu e Verdi potrebbe essere confermata. Molto dipende da chi si piazzerà dietro i conservatori guidati dal governatore Boris Rhein, dati in ascesa a oltre il 30 per cento, mentre è un testa a testa fra Verdi, Spd e AfD, tutte intorno al 15. Certo è che l’estrema destra qui rimarrà fuori dai giochi, ma la sua scalata anche nelle regioni dell’ovest è un fatto con cui i partiti tradizionali devono fare ormai i conti. La candidata di punta dei socialdemocratici è la ministra dell’Interno Nancy Faeser che in caso di sconfitta rimarrà comunque nel governo a Berlino.
Crollo di Spd, Verdi e Fdp, mentre l’Afd sale al 22 per cento, 30 nell’Est
Sia in Baviera che in Assia i partiti della coalizione Semaforo sono dati in calo e questo non è sicuramente un bel segnale per Scholz e compagni, incalzati nelle regioni e nella Capitale dalla destra moderata e da quella più radicale. Il governo paga da un lato la difficile congiuntura internazionale e dall’altro il caos interno e le differenze tra i partiti su temi che vanno dal fisco al clima passando per la solidarietà sociale. L’opposizione non ha dovuto far altro che limitarsi alla normale amministrazione e tirare fuori i popcorn per vedere i propri rating salire. Secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto Insa, l’indice di gradimento del governo è sceso a un nuovo minimo e Spd, Verdi e Fdp insieme raggiungono il 37 per cento dei consensi, il valore più basso dalle elezioni federali del 2021, quando erano al 52. L’Alternative für Deutschland a livello nazionale otterrebbe ora il 22 per cento, il doppio rispetto a due anni fa, con punte oltre il 30 per cento in alcuni Länder dell’est. Considerando che le prime elezioni in arrivo non provocheranno cambiamenti sostanziali né a Monaco né a Wiesbaden e ancor meno a Berlino, è verosimile che la destra estremista potrà catalizzare ancor più consenso nei prossimi mesi in vista delle Europee del 9 giugno, quando dopo l’aperitivo arriverà probabilmente il vero brindisi. Sempre che i governi regionali e quello nazionale non trovino improvvisamente la bacchetta magica per risolvere in poco tempo i problemi accumulati fino a questo momento.
La positività al testosterone del giocatore della Juventus Paul Pogba è stata confermata. Le controanalisi sono state effettuate giovedì 5 ottobre nel laboratorio dell’Acqua Acetosa a Roma. Il centrocampista della squadra bianconera il 20 agosto, al termine di una partita con l’Udinese che lui non aveva nemmeno giocato, era stato sottoposto ai controlli dai quali era risultata la positività. Il 30enne francese era stato poi sospeso in via cautelare dal tribunale nazionale antidoping.
BREAKING: Paul Pogba has tested testosterone doping positive also to backup sample today.
Juventus will now decide how to proceed with his contract as Pogba faces risk of long-term ban. pic.twitter.com/P6lGlLv48C
Sul caso Pogba, si è pronunciato anche il tecnico bianconero Massimiliano Allegri che ha incontrato i giornalisti durante la conferenza stampa prima del derby Juve-Torino. «Confermata la positività di Pogba? Non lo sapevo» ha dichiarato, aggiungendo: «Mi dispiace. Attendiamo l’esito di quello che sarà il continuo. Parlarne ora non serve a niente».
JUVENTUS – Allegri: "Chiesa e Vlahovic assenti nel derby, umanamente dispiaciuto per Pogba" https://t.co/ErORdcNlOB
I presidenti di Confindustria, Carlo Bonomi e di Bdi, la confindustria tedesca, Siegfried Russwurm, con una posizione comune «esprimono il sostegno degli industriali italiani e tedeschi al rafforzamento della compagine azionaria di Ita Airways per implementare gli investimenti». Queste le parole di Bonomi: «Da sempre l’industria guarda positivamente alla privatizzazione di Ita Airways, quindi non possiamo che affermare che l’operazione da parte di Lufthansa vada nella giusta direzione, rappresentando un passo fondamentale verso il rafforzamento dell’industria aerea italiana».
Il principale centro logistico europeo della cinese Alibaba Group Holding aperto presso l’aeroporto merci a Liegi è all’attenzione del servizio di sicurezza statale del Belgio (Vsse) per «possibili attività di spionaggio», informa una nota del Vsse citata dal Guardian. Le autorità belghe stanno esaminando i rischi legati alla presenza della compagnia nello scalo aereo per «rilevare e combattere possibili attività di spionaggio e/o interferenza svolte da entità cinesi tra cui Alibaba», segnala la nota. La presenza di Alibaba «costituisce ancora un punto di attenzione» per il servizio di sicurezza, si rileva, a causa della legislazione che obbliga le aziende cinesi a condividere dati con le autorità e i servizi di intelligence cinesi.
Jonathan Holslag, professore VUB: «Il rischio è che fornisca informazioni in Cina»
Alibaba ha firmato un accordo con il governo belga nel 2018 per aprire un hub commerciale di e-commerce, gestito da Cainiao, che includerebbe investimenti in infrastrutture logistiche. Jonathan Holslag, professore alla Vrije Universiteit Brussel, ha dichiarato al Financial Times che la principale fonte di preoccupazione è che Alibaba, «insieme a un paio di altre piattaforme logistiche che i cinesi hanno proposto ai paesi europei, stia fornendo loro molti spunti nelle catene di approvvigionamento e in eventuali vulnerabilità». Secondo Holslag, esiste anche il rischio che Cainiao, il braccio logistico di Alibaba, possa accedere alle informazioni sui consumatori finali. «La conoscenza degli importanti cambiamenti nei modelli di consumo e la conoscenza della catena logistica sono preziose per la Cina in quanto Paese che cerca di dominare la catena di approvvigionamento», ha affermato. «Respingiamo fermamente le accuse basate su congetture precedenti», ha replicato da parte sua Cainiao in una dichiarazione, in cui si afferma che il gruppo «rispetta tutte le leggi e i regolamenti in cui opera».
Una migliore connettività lungo strade e ferrovie arrivando nelle zone rurali e nei centri urbani. È la mission del Gruppo FS Italiane che unisce alle infrastrutture fisiche (che FS copre con 17 mila km di ferrovia e 32 mila km di strade) quelle digitali. A illustrarla l’ad Luigi Ferraris nel suo intervento alla prima edizione di ComoLake – Next Generation Innovations, durante il quale ha confermato la digitalizzazione e l’innovazione come fattori abilitanti di tutte le attività del Gruppo. E il numero uno del Gruppo FS ha presentato Gigabit Rail&Road, un progetto che ha l’obiettivo di implementare la connettività su tutto il territorio attraverso la fibra ottica lungo le linee ferroviarie e ampliando il segnale 5G a favore di tutto il sistema Paese.
L’impegno di FS per una miglior connettività in tutto il Paese
Sullo sviluppo digitale dell’Italia e dell’Europa si sono concentrati gli interventi istituzionali e aziendali della prima giornata della cosiddetta “Cernobbio del digitale”. Un tema, quello del digitale, che ha spinto Ferraris a elencare le prossime sfide che aspettano l’Italia nel breve periodo e sulle quali FS può fornire un importante contributo. Innanzitutto l’esponenziale crescita dei dati digitali, a seguire le parallele attività di trasporto, memorizzazione e diffusione. Infine, l’offerta ai cittadini e alle imprese di servizi digitali.
Fra gli esempi concreti ha citato la possibilità di portare la fibra ottica nelle 2.200 stazioni ferroviarieattive che, insieme alle pubbliche amministrazioni, sono il centro nevralgico delle aree urbane, e in oltre 500 stazioni che oggi non sono più utilizzate per la mobilità, ma che possono portare una migliore connettività in aree limitrofe o rurali e spingere verso una maggiore competitività dei settori industriale e agricolo del Paese. Tutte caratteristiche che portano Gigabit Rail & Road a essere pienamente sinergico con gli obiettivi della strategia per il mercato unico digitale della Commissione europea, integrando anche gli interventi già previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha il più grande obiettivo di intensificare la digitalizzazione del Paese.
A marzo 2020 la startup aveva chiesto e ottenuto un finanziamento da Invitalia da 770 mila euro per produrre ventilatori polmonari, indispensabili per curare i malati più gravi di Covid. In realtà, non solo ne ha prodotto solo uno (quello usato per chiedere il finanziamento), ma ha usato la gran parte dei soldi nel rifacimento della sede aziendale. La startup di Parma è finita così sotto la lente della Guardia di finanza, che ha denunciato il titolare per truffa aggravata e il perito che ha fatto la relazione tecnica per falso ideologico in atto pubblico. Invitalia, agenzia governativa per gli investimenti interamente controllata dal ministero dell’Economia, si era attivata per reperire ventilatori polmonari. L’azienda parmigiana aveva risposto al bando, ottenendo il contributo con l’impegno di produrre 30 ventilatori al giorno, che però non sono mai stati fatti.
L’azienda dovrà restituire 899 mila euro
Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza, l’azienda aveva acquistato una stampante 3D dal valore di 36 mila euro, anziché quella indicata nella domanda di finanziamento che ne costava 680 mila, impiegando la differenza nel rifacimento di un’area produttiva della sede aziendale. Inoltre, per rispettare i tempi, avrebbe anche indotto Invitalia in errore, con documentazioni nelle quali si certificavano cosenon vere. Invitalia ha revocato il finanziamento e l’azienda dovrà restituire 899 mila euro, ovvero il finanziamento più gli interessi maturati.
Secondo le fonti ufficiali è salito ad almeno 40 morti il bilancio delle vittime dell’alluvione scatenata da un nubifragio e dall’esondazione di un lago glaciale nello stato nordorientale himalayano del Sikkim, in India. «19 corpi sono stati recuperati» nello stato del Sikkim, ha detto all’AfpV.B. Pathak, il suo massimo funzionario pubblico. Shama Parveen, magistrato distrettuale nel vicino Bengala occidentale, ha invece affermato che altri 21 corpi sono stati recuperati nel suo stato tra il 4 e il 6 ottobre 2023.
Il video della giudice Iolanda Apostolico postato giovedì 5 ottobre da Matteo Salvini su X diventa un caso politico. E potrebbe alzare la tensione tra magistratura e governo. Mentre il Partito democratico, i 5 stelle e Sinistra italiana annunciano interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
I dubbi sulla provenienza del video e su chi lo abbia passato a Salvini alla vigilia del processo Open Arms
Le immagini risalgono al 2018, cinque anni fa, quando l’attuale vicepremier era al Viminale. Apostolico, già nel mirino per aver messo like a un post del marito con un vaffa a Salvini (sempre dello stesso anno), viene ripresa mentre partecipa a una manifestazione contro il blocco dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti. Non grida, né scandisce slogan. Non solo. È inquadrata, come rilevato dal Fatto Quotidiano, da qualcuno che si trova vicino alle forze dell’ordine. Resta da capire chi abbia girato il video e chi, con una tempistica precisa, lo abbia passato a Matteo Salvini proprio alla vigilia dell’udienza del processo Open Arms di Palermo che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La versione ufficiosa di alcuni leghisti, come scrive Repubblica, è che il video sia stato girato da militanti siciliani che si trovavano alla manifestazione dietro la polizia. E sarebbero stati sempre attivisti a segnalarlo al Capitano. Il dubbio che i video delle manifestazioni siano stati conservati dalle Forze dell’Ordine o dal Viminale resta. Non va dimenticato infatti che nel 2019 era sufficiente esporre uno striscione contro Salvini al balcone di casa per vedersi entrare in casa gli uomini della Digos.
25 agosto 2018, Catania, io ero Vicepremier e Ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla “assassini” e “animali” in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…. pic.twitter.com/Khfy8mtV5o
A riconoscere Apostolico nel video è stato il deputato leghista Anastasio Carrà
Non appena Salvini ha sganciato la bomba video, il Carroccio è partito all’attacco. La presenza di Apostolico e del compagno «a sua volta funzionario del Palazzo di Giustizia etneo, pubblicamente schierato contro la Lega e dalla parte dei manifestanti» è, si legge in un comunicato di via Bellerio, una «circostanza che rafforza la sensazione di totale allineamento ideologico della coppia, perfino nel bel mezzo di una manifestazione con grida ‘assassini’ e ‘animali’ di fronte alla Polizia». A riconoscere nella folla Apostolico, che il 29 settembre scorso ha deciso di non convalidare il trattenimento di tre tunisini nel centro di accoglienza di Pozzallo lasciando «basita» la premier Giorgia Meloni (sentenza che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che sarà impugnata) è stato il deputato leghista siciliano Anastasio Carrà. Il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa ha rincarato la dose: «Se quella nel video è davvero la Apostolico va radiata». Mentre ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha ricordato che «un magistrato ha l’obbligo non solo di essere, ma anche di apparire indipendente».
I sospetti di dossieraggio e la posizione dell’Anm
Dal canto suo Apostolico si è limitata a dire di essere molto impegnata al lavoro. «Mi rifiuto di entrare in quest’arena, non è nelle mie aspirazioni», ha detto, aggiungendo: «Non intendo contribuire a questo chiasso. Si sposta l’attenzione su cose che non hanno nulla a che vedere con un provvedimento giurisdizionale, che si può discutere e impugnare». La giudice, come riportato da La Stampa, si sarebbe però sfogata con i colleghi. Il sospetto è che il governo, dopo la sentenza di Pozzallo, la stia dossierando. Sempre al quotidiano torinese Apostolico ha detto di non aver partecipato a cori contro Salvini ma di aver cercato di calmare gli animi evitando scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. L’Associazione Nazionale Magistrati ha assicurato che valuterà « insieme alla diretta interessata se e come intervenire». Dal canto suo il presidente Giuseppe Santalucia, a La7, ha invitato a «valutare la terzietà dei giudici sulla base dei provvedimenti assunti e delle motivazione poste alla base, e a non fare invece lo screening al passato, alla vita privata di un magistrato, scavando a ritroso per anni». Ricordando che quella a cui si riferisce il video non era una manifestazione contro il governo ma chiedeva un passo indietro all’allora ministro degli Interni e che «partecipare alle manifestazioni è un diritto costituzionale». I dubbi però restano. «A cinque anni di distanza si riprende non so bene come un video, quando questo magistrato non convalida il trattenimento dei migranti. Non so bene come spunti il video, se era già online o se appartiene alle forze di polizia come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell’ordine che contengono il corteo. Questo mi sembra più grave», fa notare Santalucia.
Renzi: «Scandaloso che un magistrato vada in piazza tra chi urla slogan vergognosi»
Il leader del M5s Giuseppe Conte chiede al governo di «non sferrare un attacco a un potere autonomo», mentre Matteo Renzi trova «scandaloso che un magistrato vada in piazza tra chi urla slogan vergognosi». «Le mie posizioni sull’immigrazione sono diametralmente distanti da quelle di Salvini», ha scritto sui social il leader di Iv. «Lo sono oggi, lo erano cinque anni fa ai tempi dello sbarco dei migranti dalla Diciotti. Trovo però scandaloso che un magistrato vada in piazza, per di più in mezzo a persone che urlano slogan vergognosi contro le forze dell’ordine. Se vuoi fare politica, non fai il magistrato».
L’ambientalista, leader indigeno e scrittore Ailton Krenak è il primo rappresentante dei popoli nativi del Brasile ad essere eletto come membro «immortale» dell’Accademia brasiliana di lettere (Abl), con sede a Rio de Janeiro. L’autore di Idee per rinviare la fine del mondo e La vita non è utile occuperà la sedia numero 5, che apparteneva allo storico José Murilo de Carvalho morto ad agosto 2023 all’età di 83 anni.
«Krenak voce fondamentale nello scenario attuale»
In un comunicato divulgato sui social, l’Abl ha sottolineato che «la voce di Krenak è fondamentale nello scenario attuale, poiché costituisce un collegamento tra il ricco patrimonio culturale e storico dei popoli originari e la letteratura nazionale». La sua elezione è «una pietra miliare per Abl, che riafferma il proprio impegno nel promuovere la diversità e l’inclusione dentro l’istituzione e nella letteratura brasiliana».