Daily Archives: 30 Ottobre 2023

Confermato in appello l’ergastolo per Benno Neumair

La Corte d’assise d’appello di Bolzano ha confermato la condanna all’ergastolo a Benno Neumair per il duplice omicidio e l’occultamento dei cadaveri dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair, strangolati il 4 gennaio 2021 e gettati nel fiume Adige.

L’imputato assente dall’aula

Benno Neumair, che non era presente in aula, è stato condannato in primo grado lo scorso 19 novembre. La richiesta della conferma della condanna è stata formulata dalla procuratrice generale della Corte d’Appello, Donatella Marchesini.

Corruzione, indagato il presidente della Salernitana Iervolino

Tra le sette persone indagate a Napoli in un’inchiesta della Guardia di finanza su presunte corruzioni commesse per ottenere il parere favorevole, già negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali, c’è anche l’imprenditore Danilo Iervolino, ex proprietario dell’università telematica Pegaso e presidente della Salernitana. Figurano inoltre il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, il segretario generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di gabinetto del ministro del Lavoro.

Chiesto il rinvio a giudizio 

Gli inquirenti (il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e sostituto procuratore Henry John Woodcock) hanno chiesto, come riportato dall’Ansa, il rinvio a giudizio per tutti gli indagati di cui fanno parte anche Mario Miele, presidente del consiglio di amministrazione della società Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl, ex consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum e attuale dirigente della Us Salernitana; Francesco Fimmanò, che, sempre secondo l’agenzia, avrebbe svolto il ruolo di mediatore, e Antonio Rossi, figlio del segretario generale del ministero del Lavoro. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 24 novembre.

Università Pegaso “parte lesa”

L’avvocato Alessandro Diddi, legale di Concetta Ferrari, contattato dall’Ansa, ha così dichiarato: «Prediamo atto della diffusione, tardiva e non casuale, di questa notizia. Peccato che siano già state chieste delle misure cautelari per gli indagati, tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari sia dal Tribunale delle Libertà di Napoli». L’università Pegaso in una nota ha precisato che «si tratta di una vicenda precedente all’attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela».

Manovra: accordo sulla cedolare secca, avanti senza emendamenti

«Le forze di maggioranza hanno confermato la volontà di procedere speditamente all’approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti», si legge nella di Palazzo Chigi dopo il vertice dei leader di maggioranza con la premier Giorgia Meloni. «Il Governo terrà conto con grande attenzione del dibattito parlamentare e delle considerazioni delle forze di maggioranza ed opposizione». Dall’incontro è emersa «la grande compattezza e determinazione delle forze di maggioranza che ha consentito di varare una manovra finanziaria improntata alla serietà e alla solidità dei conti pubblici, che nonostante il contesto difficile riesce a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio-basso, a sostenere le famiglie e i lavoratori», conclude la nota.

Intesa sugli affitti brevi

La proposta di FI per un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi entra nella manovra. Come appreso dall’Ansa, confermato l’aumento al 26 per cento dell’aliquota dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, specificando che per la prima resta al 21 per cento. C’è l’impegno di destinare il gettito derivante – circa un miliardo di euro secondo stime circolate nella riunione – alla riduzione delle tasse sulla casa. FI, in una nota, ha espresso particolare apprezzamento per «l’accoglimento delle sue istanze, alcune delle quali saranno inserite nel decreto collegato alla manovra, già all’esame del Parlamento».

Confedilizia: «Si alimenterà il sommerso»

«Il governo» riferisce la nota del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, «ha deciso di accontentare gli albergatori che, in preda a una sorta di ossessione, premono ogni giorno sulla politica affinché introduca misure per ostacolare i proprietari che utilizzano i loro appartamenti per locazioni brevi. Si tratta di una scelta sbagliata e che non porterà un affitto di lunga durata in più (oltre a non garantire maggior gettito). Ciò che accadrà è che aumenteranno ulteriormente i prezzi delle camere d’albergo (già alle stelle), vi sarà qualche casa sfitta in più, si alimenterà il sommerso e i borghi delle nostre aree interne avranno qualche speranza in meno di tornare a vivere». «Ringraziamo», conclude, «chi ha provato ad evitare che la flat tax sugli affitti inventata dal governo Berlusconi in alternativa dell’Irpef fosse incrementata per la prima volta dal 2011».

La guerra Israele-Hamas è il viagra social di un giornalismo da bulli del quartiere

Scorrendo Twitter – che ora si chiama X – ci si può imbattere nel post di un giornalista. Non è un giornalista di primo pelo, tutt’altro: è stato un cronista parlamentare e in giro qualcuno lo indica come «uno di massimi esperti» del centrosinistra. Il giornalista, come un adolescente incazzato che twitta durante la lezione, riprende un tweet di una consigliera Rai che pubblica la foto della manifestazione a Roma per la pace e chiede il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. «Abbiamo una consigliera della Rai su queste posizioni. È pure vicina al Partito democratico!», scrive indignato il nostro censore. E di corsa arriva un altro consumato editorialista di primo piano che rilancia: «Ma poi chi è? Che meriti ha? Perché dobbiamo pagare il canone Rai?». La scena è uno spaccato del Paese che diventiamo ogni volta che le guerre degli altri diventano un martello per sistemare piccole, stupide e inutili questioni domestiche.

Tanto a morire sono gli altri, qui al massimo si rischia una querela

La guerra è il viagra dei social. Non c’è niente di meglio di un conflitto (sempre rigorosamente sulla pelle degli altri) per trasformare i social network in un Colosseo dove ci si sfida a suon di mistificazioni, arguzie per niente argute e vendette trasversali. Se mille morti israeliani (o palestinesi o ucraini o armeni o russi o yemeniti) tornano utili per giustiziare il collega inviso o l’avversario politico, nessuno ci pensa due volte. Senza scrupoli si banchetta sull’amplificazione delle divergenze. Tanto a morire sono quegli altri e qui, male che vada, al massimo si rischia una querela.

La guerra Israele-Hamas è il viagra social di un giornalismo da bulli del quartiere
Bandiere di Israele (Getty).

Giornalismo che fa da cassa di risonanza dell’irresponsabilità

Un pezzo di giornalismo italiano baldanzoso decide di essere cassa di risonanza dell’irresponsabilità. E così si vede di tutto. In prima pagine di un quotidiano che fu progressista si accusa il segretario dell’Onu di avere pronunciato parole messe tra virgolette che non sono mai state pronunciate. Sarebbe un errore da bocciatura all’esame da giornalista e invece qui diventa addirittura un tema di dibattito. Attenzione, si dibatte del falso come se fosse vero, mica della condanna del falso. Nel tempo in cui serve responsabilità per controllare un’epoca già smisurata c’è il quotidiano che regala la bandiera, come un chiosco nei pressi dello stadio. Si lapida Patrick Zaki in prima pagina perché esprime le stesse riflessione di molti editorialisti israeliani ma a questi non interessa nulla di Zaki, nemmeno di Israele o della Palestina: è tutto un adolescenziale gioco di sponda per arrivare al proprio personalissimo fine.

La guerra Israele-Hamas è il viagra social di un giornalismo da bulli del quartiere
Manifestanti pro Palestina (Getty).

Ogni minuzia ridicola diventa una difesa «dei valori dell’Occidente»

Giornalisti che apparivano autorevoli nei loro editoriali e nelle loro compassate apparizioni televisive, con la guerra e con i social si trasformano in petulanti bulli di quartiere. Ogni minuzia, anche la più ridicola cazzata, diventa una difesa «dei valori dell’Occidente» dove l’Occidente è la compagnia di giro del bar sotto la redazione. La guerra svilita al ruolo di trappola nel proprio cortile, sperando che la preda ci capiti sopra. Gente che scrive libri con cui vorrebbe insegnarci la vita e il mondo molesta colleghi sui social chiedendo «perché non vedo condanne a Hamas?», oppure «perché non hai scritto le stesse cose per quella malefatta di Israele?».

La guerra Israele-Hamas è il viagra social di un giornalismo da bulli del quartiere
Guerra sui social tra giornalisti con il conflitto Israele-Gaza sullo sfondo (Imagoeconomica).

Salottini che sovrappongono le faccende di corte alle vicende internazionali

Potete metterci Vladimir Putin o Volodymyr Zelensky, il metodo è sempre lo stesso. Il giornalismo italiano è un arcipelago di salotti che sovrappone le faccende di corte alle vicende internazionali. I morti sono solo l’occhiello delle loro baruffe chiozzotte. E così mentre il mondo si infiamma il giornalismo da mezzo di comprensione diventa un acceleratore dell’odio: hater che scrivono libri sull’odio online e populisti che analizzano il populismo degli altri. Le conseguenza purtroppo invece sono serissime. Il crollo della credibilità dei giornali è una cosmesi linguistica, per non dire del crollo della credibilità dei giornalisti. Il lettore medio pensa: «Perché dovrei leggere le opinioni di qualcuno che scoreggia sui social esattamente come me e che so esattamente che parte prenderà immaginando gli interessi della sua cerchia?».

Alla fine per cercare informazioni ci si rivolge agli influencer

Chiedere la pace significa essere amici di Hamas (come di Putin). Giornalisti presi sul serio che accusano l’Anpi di fascismo, Amnesty di razzismo e intere redazioni di antisemitismo. I giornalisti che sono sul campo, sotto le bombe, che scompaiono nel dibattito generale. E alla fine inevitabilmente è più rincuorante affidarsi agli influencer per cercare informazioni, in un cortocircuito – quello sì – populista che impoverisce tutto il resto. La senatrice a vita Liliana Segre qualche giorno fa si chiedeva (e ci chiedeva) come ci potesse essere «tanto odio» in Medio Oriente. Forse era una domanda retorica.

Intelligenza artificiale, Urso: «L’Europa deve muoversi rapidamente»

L’Europa deve muoversi «rapidamente» con investimenti sull’Intelligenza artificiale. Questo è il messaggio maturato dopo il trilaterale tra Italia, Germania e Francia, tenutosi al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il ministro Adolfo Urso ha ospitato il vice cancelliere tedesco e ministro dell’Economia e dell’Azione Climatica, Robert Habeck, e il ministro francese dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità Industriale e Digitale, Bruno Le Maire. I tre hanno dichiarato che «non c’è tempo da perdere e in quest’ottica servono più investimenti privati». E questo perché l’Ue «investe 10 volte meno degli Usa nell’IA».

Urso: «Diamo un segnale forte»

Il ministro Adolfo Urso ha spiegato che l’incontro ha permesso ai tre Paesi di rafforzare «la cooperazione» sul tema dell’Intelligenza artificiale. E ha aggiunto: «Abbiamo dato un segnale forte alla nostra Europa sulla strada che insieme dobbiamo perseguire sul futuro tecnologico e scientifico, a cominciare da una visione comune sull’IA». Inoltre Urso ha sottolineato come tra poche settimane partirà ufficialmente l’attività della Fondazione nazionale italiana sull’IA, che si insedierà a Torino.

Germania: arrestato Daniel Halemba, neo-eletto di Alternative für Deutschland al parlamento bavarese

Daniel Halemba, neo-eletto deputato dell’ultra-destra di Alternative für Deutschland al parlamento della Baviera, è stato arrestato per incitamento all’odio e uso di simboli di organizzazioni anticostituzionali. Come riporta la Bild, il giovanissimo politico (appena 22enne) si sarebbe costituito, dopo che negli scorsi giorni era diventato di pubblico il mandato di arresto spiccato nei suoi confronti. Era ricercato da venerdì.

Germania: arrestato il 22enne Daniel Halemba, neo-eletto deputato di Alternative für Deutschland al parlamento in Baviera.
Polizia tedesca (Getty Images).

Rinvenuti simboli nazisti nella sede della sua confraternita 

Eletto per AfD alle elezioni bavaresi dell’8 ottobre, Halemba è membro di una confraternita studentesca denominata Burschenschaft Teutonia Prag zu Würzburg nella cui sede, perquisita nel mese di settembre, sono stati rinvenuti suppellettili con simboli del Partito nazista, tra cui ovviamente la svastica. I vicini avevano denunciato di aver udito a più riprese il saluto nazista “Sieg Heil“, nel corso delle riunioni dell’associazione. Oltre ad Halemba sono indagati altri quattro membri di Teutonia Prag.

Germania: arrestato il 22enne Daniel Halemba, neo-eletto deputato di Alternative für Deutschland al parlamento in Baviera.
Daniel Halemba (Facebook).

L’arresto appena prima dell’immunità parlamentare

Halemba, il neoeletto deputato più giovane del parlamento regionale bavarese, da tradizione sarebbe stato seduto con funzioni di segretario accanto alla presidenza del Landtag. Ma non ci è arrivato: l’arresto è infatti avvenuto appena prima che Halemba potesse schermarsi dietro l’immunità parlamentare, che scatta dalla prima sessione dell’assemblea regionale, in programma nella giornata di lunedì 30 ottobre. Halemba sarà portato davanti al giudice istruttore di Würzburg, che potrà ordinare la custodia cautelare. La presidente del gruppo parlamentare di AfD al parlamento bavarese ha definito l’arresto del 22enne un attacco alla democrazia.

L’Ue punta a una nuova legge sugli imballaggi: addio alle monoporzioni e alla plastica monouso

Il Parlamento Ue ha votato una nuova legge sugli imballaggi che potrebbe far scomparire decine di prodotti dall’Europa, a partire dal 2028. Il testo prevede, ad esempio, i divieti a buste di insalata, flaconcini di shampoo, confezioni in plastica per i pomodorini e bustine dello zucchero. Dopo la prima approvazione, la discussione per il PPWR, Packaging and Packaging Waste Regulation, si terrà tra il 20 e il 23 novembre. L’Assemblea plenaria dovrà votare la proposta prima di far partire i negoziati con il Consiglio europeo. Soltanto dopo l’approvazione di quest’organo potrà essere ratificato lo stop al commercio di decine di prodotti con imballaggi monouso.

Tra i possibili prodotti vietati molte confezioni di ortofrutta

Diversi i prodotti che potrebbero essere vietati qualora la legge entrasse in vigore. Si tratta soprattutto di confezioni in plastica monouso, per lo più utilizzate per i prodotti di ortofrutta freschi. Non si parla soltanto delle buste per l’insalata, ma di tutti quei contenitori, come i cestini per i pomodorini o le reti per le arance, che vengono utilizzati per i prodotti di piccole dimensioni. L’obiettivo è di ridurre gli sprechi e il quantitativo di confezioni da smaltire. Saranno colpiti anche gli alberghi, che dovranno dire a dio alle confezioni di shampoo, creme o sapone liquido inferiori a 100 grammi. Colpiti anche bicchieri, vassoi e scatole monouso.

L'Ue punta a una nuova legge sugli imballaggi addio alle monoporzioni e alla plastica monouso
Bustine al bar (Getty Images).

Le bevande vendute sfuse o consumate sul posto

Cambieranno anche le regole relative ai cibi da asporto, soprattutto legate al consumo di bevande. Nei bar, ad esempio, non potranno più essere vendute se non in bicchieri riutilizzabili o consumate sul posto. L’Ue punta a far sì che ogni consumatore abbia la propria borraccia entro il 2025 e che i bar si attrezzino per far riempire i propri contenitori con bibite sfuse. Spariranno anche le monoporzioni come le bustine di zucchero, maionese o ketchup. Entro il primo gennaio 2030, inoltre, il 20 per cento della quota totale di bibite vendute in bottiglia o in lattina dovrà cambiare formato. Le aziende saranno chiamate a utilizzare imballaggi riutilizzabili.

Peppermint – L’angelo della vendetta stasera su Italia 1: trama, cast e curiosità

Stasera 30 ottobre 2023 sul canale Italia 1 andrà in onda il film Peppermint – L’angelo della vendetta alle ore 21.20. Il regista è Pierre Morel mentre la sceneggiatura è stata scritta da Chad St. John. Nel cast ci sono Jennifer Garner, Richard Cabral, Juan Pablo Raba e John Ortiz.

Peppermint - L'angelo della vendetta è il film che andrà in onda questa sera su Italia 1, ecco trama, cast e curiosità.
L’attrice Jennifer Garner in una scena (X).

Peppermint – L’angelo della vendetta, trama e cast del film stasera 30 ottobre 2023 su Italia 1

La trama racconta la storia di Riley North (Jennifer Garner), una donna che ha come unico obiettivo la vendetta. Infatti, la donna ha visto morire sua figlia Carly (Cailey Fleming) e suo marito Chris (Jeff Hephner), uccisi a sangue freddo e senza pietà dagli uomini di Diego Garcia (Juan Pablo Raba). La donna cerca quindi di ottenere vendetta attraverso la giustizia, ma le sue aspettative e speranze si infrangono quando come giudice del processo viene scelto James Stevens (Jeff Harlan): quest’ultimo è in combutta con il boss Garcia e modifica la sentenza a favore dei criminali.

Distrutta e amareggiata, Riley North si ritira dalla vita sociale e sembra scomparire totalmente. Cinque anni dopo questi eventi, i detective Stan Carmichael (John Gallagher Junior) e Moises Beltran (John Ortiz) indagano su tre omicidi misteriosi. A perdere la vita infatti, sono stati tre gangster che erano coinvolti nel caso dell’omicidio di Carly e Chris North. I detective sospettano quindi che dietro le morti ci sia Riley e anche se capiscono la rabbia della donna verso un sistema corrotto, si mettono sulle sue tracce affinché non avvengano altri omicidi. Tuttavia, Riley ha altri piani e non si farà ostacolare da nessuno.

Peppermint – L’angelo della vendetta, 5 curiosità del film stasera 30 ottobre 2023 su Italia 1

Peppermint – L’angelo della vendetta, un allenamento intenso per l’attrice protagonista

Per prepararsi al meglio per il ruolo, l’attrice Jennifer Garner si è allenata duramente per diversi mesi. L’attrice è diventata esperta in discipline come il combattimento MMA e il combattimento con armi da taglio.

Peppermint – L’angelo della vendetta, una collaborazione che va avanti da tempo

In questo film a eseguire le azioni pericolose di Jennifer Garner è stata la sua controfigura Shauna Duggins. La Duggins è una grande amica e collaboratrice della Garner e le due lavorano insieme da ben 19 anni.

Peppermint - L'angelo della vendetta è il film che andrà in onda questa sera su Italia 1, ecco trama, cast e curiosità.
Jennifer Garner, protagonista dell’action movie (X).

Peppermint – L’angelo della vendetta, un ruolo particolare per John Ortiz

L’attore John Ortiz in questa pellicola interpreta il ruolo di un detective che vuole arrestare e incastrare un boss del narcotraffico che corrompe i poliziotti.  Curiosamente, in un altro film d’azione famoso, Fast & Furious – Solo parti originali, l’attore interpreta un ruolo opposto: un narcotrafficante senza scrupoli che corrompe i poliziotti.

Peppermint – L’angelo della vendetta, il nome della pellicola

In realtà, in nessuna scena del film il personaggio di Jennifer Garner viene chiamato Peppermint. Questo nome deriva dal gusto del gelato che la figlia della protagonista sceglie in una scena.

Peppermint – L’angelo della vendetta, buoni incassi al botteghino

Secondo il portale Box Office Mojo, la pellicola è stata realizzata con un budget che oscilla tra 23 e 25 milioni di dollari. Gli incassi al botteghino sono stati decisamente positivi, visto che sempre secondo Box Office Mojo, la produzione ha ottenuto circa 54 milioni di dollari.

Inchiesta per stupro, la procura convocherà Leonardo Apache La Russa

La procura di Milano ha intenzione di convocare per l’interrogatorio Leonardo Apache La Russa, 19 anni, e l’amico dj Tommaso Gilardoni, accusati di violenza sessuale in seguito alla denuncia di una ex compagna di scuola del figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa.

Trovata una traccia di Dna di un profilo maschile

L’invito a comparire sarà l’occasione per chiedere ai due giovani il consenso per comparare il loro profilo genetico con l’unica traccia di Dna, compatibile con un profilo maschile, individuata sui reperti sequestrati. Gli interrogatori, che dovrebbero tenersi tra novembre e dicembre, seguono il secondo e ultimo giro di audizioni di testimoni che si è concluso a ottobre 2023 davanti agli investigatori della Squadra Mobile e al pm Rosaria Stagnaro, che coordina l’inchiesta con l’aggiunto Letizia Mannella.

La denuncia della ragazza

Il 18 maggio 2023 la giovane, 22 anni, ha testimoniato che, dopo una serata in discoteca in centro città, aveva perso il controllo prima di essersi ritrovata «nuda nel letto con a fianco Leonardo La Russa», senza ricordare niente di quanto accaduto, scoprendo dal figlio del presidente del Senato di aver avuto un rapporto sessuale «sotto effetto di sostanze stupefacenti» con lui e con un suo amico, che stava dormendo in un’altra stanza. Dopo essere tornata a casa la giovane si è recata alla clinica Manganelli, dove le è stata riscontrata un’ecchimosi al collo e una ferita a una coscia. I legali di Leonardo La Russa sostengono che non vi sia stata alcuna costrizione.

Cocktail d’amore, il nuovo singolo di Mahmood in uscita il 3 novembre

Mahmood annuncia il suo ritorno con Cocktail d’amore, il nuovo singolo in uscita il 3 novembre in radio e sulle piattaforme digitali.

Il singolo è prodotto da Dardust

Il singolo, scritto da Mahmood e prodotto da Dardust, è una ballad malinconica sulla fine di una relazione, che sfoglia con delicatezza i ricordi della coppia, dai viaggi ai momenti e gesti più semplici, fino a ripercorrere aspettative e desideri ormai annebbiati dai rimpianti. La cover del brano è stata curata dal visual artist e fotografo Frederik Heyman, che – con il suo immaginario surreale creato con l’ausilio della tecnologia 3D – ha collaborato con le più importanti star internazionali.

In primavera il tour europeo

Nei mesi di aprile e maggio 2024 si terrà l’European tour, 16 date che vedranno l’artista esibirsi nei principali club di 10 Paesi europei – fra cui Regno Unito, Francia, Germania, Spagna – per poi concludere con una tappa italiana al Fabrique di Milano, prevista per il 17 maggio 2024. Le prevendite e tutte le informazioni sul tour sono disponibili sul sito di Friends and partners.

Riforma costituzionale, il governo Meloni punta all’elezione diretta del premier

Berlusconi e Renzi ci provarono senza successo e ora tocca a Meloni il tentativo di introdurre la tanto discussa riforma costituzionale in Italia. «Abbiamo sulle nostre spalle una responsabilità storica: consolidare la democrazia dell’alternanza e accompagnare finalmente l’Italia, con la riforma costituzionale che questo Governo intende portare avanti, nella Terza Repubblica», ha detto la presidente del Consiglio domenica 29 ottobre alla convention della Democrazia cristiana a Saint Vincent.

Il governo cambia rotta sul presidenzialismo promesso in campagna elettorale

Il disegno di legge, a firma della ministra per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Casellati, è previsto che arrivi sul tavolo del Cdm venerdì 6 novembre. Il testo può ancora cambiare, perché Meloni e i suoi avrebbero ancora dubbi su alcuni passaggi decisivi. Nelle scorse settimane sono circolate diverse bozze del ddl e il governo sembra aver messo da parte il presidenzialismo e l’elezione diretta del presidente della Repubblica, tanto decantati in campagna elettorale dal centrodestra, per puntare invece al premierato elettivo. L’obiettivo della riforma, sostiene la maggioranza, è quello di assicurare stabilità ai governi e valorizzare il voto degli elettori, così che si crei un legame il più diretto possibile tra il voto espresso e la nascita dell’esecutivo.

Cosa prevede il premierato elettivo 

Dalle bozze è emerso che l’esecutivo è pronto a introdurre in Italia l’elezione diretta del presidente del Consiglio, con una legge elettorale maggioritaria che garantirebbe il 55 per cento dei seggi al partito o alla coalizione vincente. Tra le opposizioni l’unica favorevole all’elezione diretta è Italia Viva, mentre Azione, M5s e Partito democratico si sono dichiarati contrari a una riforma che sostengono contenere il rischio di avere una «persona sola al comando». La critica delle opposizioni è la rigidità che l’investitura popolare diretta introdurrebbe, rispetto al caso in cui un presidente del Consiglio perda la fiducia della propria maggioranza. Secondo le anticipazioni, il Parlamento non acquisirà il potere di sfiducia costruttiva del presidente del Consiglio, ovvero la sua sfiducia con la contestuale indicazione del suo successore. Il governo dovrà quindi sciogliere il nodo di cosa è previsto che accada in caso di crisi di governo.

Il meccanismo “antiribaltone” in caso di crisi di governo

Nelle bozze circolate, il meccanismo “antiribaltone” delineato dalla ministra Casellati prevede che in caso di crisi di governo il Quirinale debba incaricare un sostituto indicato dalla maggioranza senza l’obbligo di andare a nuove elezioni. Su questa novità il confronto è ancora aperto, in quanto è fortemente voluta dalla Lega e da Forza Italia ma non convince Giorgia Meloni perché toglierebbe al capo del governo il potere di «minacciare» il ritorno alle urne con il voto di fiducia. «Se viene meno la fiducia nel premier si va a votare», è il leitmotiv di Meloni.

Il presidente della Repubblica Serio Mattarella (Getty Images).

I poteri del presidente della Repubblica

Ma se il presidenzialismo è stato messo da parte, restano le incertezze sulle nuove funzioni che la massima istituzione avrà. La riforma verterà principalmente sugli articoli 88, 92 e 94 della Costituzione, due dei quali delineano i principali poteri nelle mani del presidente della Reppublica, ovvero la possibilità di sciogliere le Camere e la nomina del premier e dei ministri. Nel primo caso, il nodo da sciogliere è quello sull’antiribaltone o sul ritorno alle urne. Sul potere di nomina, invece, la ministra Casellati ha fatto sapere che il capo dello Stato manterà il potere di conferire l’incarico al premier eletto e il potere di nominare i ministri su indicazione del capo del governo, il quale non può revocarli.

Roma, polemiche per il tema sulla guerra: «Difendi l’apartheid di Israele come farebbe il vostro compagno»

Al liceo scientifico Augusto Righi di Roma, un professore ha sottoposto agli studenti una traccia di un tema che ha scatenato le proteste di alcuni genitori. L’insegnante, infatti, ha prima sottoposto agli studenti del materiale sul «sistema di apartheid in Israele contro i palestinesi». Poi ha predisposto il compito sulle «ragioni di Israele» dal punto di vista di un compagno di classe. Il ragazzo è stato indicato come «cittadino italo-israeliano», oltre che espressamente indicato con nome e cognome. Lo studente minorenne, secondo quanto racconta Il Corriere della Sera, sembra essere «molto scosso», dopo essere stato indicato come «controparte» rispetto a quanto sostenuto dal professore.

 Il docente rischia la sanzione

Il ministero dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico regionale in questi giorni ascolteranno i protagonisti della vicenda per ricostruire quanto successo. L’obiettivo è stabilire se ci siano o meno responsabilità a carico del docente, chiamato a rispondere a eventuali violazioni del codice disciplinare dell’istituto. I professori sono obbligati a mantenere «una condotta adeguata ai principi di correttezza e ad astenersi da comportamenti lesivi della dignità della persona». Se dovesse essere evidente che il docente non ha rispettato quest’obbligo, scatterà una sanzione. Si potrebbe arrivare anche alla sospensione o al licenziamento.

La famiglia accusa il docente

A segnalare la storia è stata la famiglia, che avrebbe anche sottolineato come il professore abbia affrontato l’argomento del conflitto tra Israele e Hamas sempre con un taglio pro-Palestina. Il docente avrebbe portato in classe anche alcuni video di trasmissioni televisive in cui un ex esponente diplomatico israeliano ha dichiarato che il suo Paese «le distruggere la Striscia di Gaza». Ma gli esempi sarebbero diversi e riguarderebbero più di una lezione. Quando poi il figlio è stato indicato con nome, cognome e cittadinanza, oltra essere chiamato a sostenere le ragioni di Israele, i genitori hanno inviato la segnalazione.

Biden ha presentato un ordine esecutivo sull’intelligenza artificiale negli Usa

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha presentato un ordine esecutivo che intende guidare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale negli Usa. È la prima volta che il governo statunitense intraprende azioni concrete per contenere i rischi della nuova tecnologia e del suo utilizzo in svariati campi. La Casa Bianca ha già raccolto le adesioni volontarie degli sviluppatori: sono 15 le grandi aziende tecnologiche americane, tra cui Microsoft, OpenAI, Google e Meta, ad aver accettato di aumentare i loro sforzi per la sicurezza dell’intelligenza artificiale.

Joe Biden ha presentato un ordine esecutivo sull’intelligenza artificiale negli Stati Uniti. Che cosa prevede.
ChatGPT è stata sviluppata da OpenAI (Getty Images).

L’ordine esecutivo stabilirà nuovi standard per la sicurezza e la privacy degli americani

L’ordine esecutivo, che richiederà ad alcune società che lavorano sull’intelligenza artificiale di condividere i risultati dei test di sicurezza con il governo, «stabilisce nuovi standard per la sicurezza e la protezione dell’IA, protegge la privacy degli americani, promuove l’equità e i diritti civili, difende i consumatori e i lavoratori, promuove l’innovazione e la concorrenza e promuove la leadership americana nel mondo». Biden ha chiesto che venga valutato se gli algoritmi promuovano la discriminazione soprattutto quando sono usati per le sentenze, nella prevenzione dei reati, negli appalti o nelle assunzioni, soprattutto di minoranze o di immigrati.

Joe Biden ha presentato un ordine esecutivo sull’intelligenza artificiale negli Stati Uniti. Che cosa prevede.
Joe Biden (Getty Images).

La Casa Bianca: «Prossimo passo di una strategia per sfruttare i benefici dell’IA e mitigarne i rischi»

«È il prossimo passo di una strategia aggressiva per fare tutto il possibile su tutti i fronti per sfruttare i benefici dell’IA e mitigarne i rischi», ha dichiarato in un comunicato il vice-capo dello staff della Casa Bianca, Bruce Reed. L’ordine esecutivo differisce da una legge vera e propria, in quanto non approvato dal Congresso e revocabile/modificabile da un successivo presidente o dal sistema giudiziario.

Embrioni di topo sviluppati nello spazio a bordo della ISS

La riproduzione dei mammiferi – e quindi forse dell’uomo – potrebbe essere possibile anche al di fuori dell’atmosfera terrestre. È quanto afferma una nuova ricerca dell’Università di Yamanashi guidata dal professore Teruhiko Wakayama e pubblicata sulla rivista iScience. Il team giapponese ha scoperto che alcuni embrioni di topo ottenuti sulla Terra e inviati sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2021, poi opportunamente scongelati, si sono sviluppati in condizioni di microgravità. Per gli esperti potrebbe trattarsi del primo passo per rendere possibile una gravidanza anche lontano dal nostro pianeta, con potenziali sviluppi per ipotizzare la colonizzazione della Luna e di Marte. «Una scoperta essenziale per inaugurare una nuova era spaziale», ha detto Wakayama a New Scientist. «Dobbiamo lavorare a fondo prima che la ISS non sia più operativa».

Un team giapponese ha sviluppato embrioni di topo sulla ISS. Potrebbe essere il primo passo per la riproduzione umana fuori dalla Terra.
La scoperta potrebbe rendere possibile la riproduzione umana extraterretre (Imagoeconomica).

Embrioni di topo a bordo della ISS: i dettagli dell’esperimento

La potenziale riproduzione animale al di fuori dell’atmosfera terrestre attira da sempre gli scienziati di Wakayama. Nel 2009 infatti scoprirono, con uno studio in microgravità simulata, che sebbene gli ovuli potessero essere fecondati anche in condizioni particolari, il loro impianto presentava diverse complicazioni. Per questo motivo hanno stavolta effettuato il processo sulla Terra, sviluppandoli all’interno di apposite celle prima di congelarli e spedirli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nel corso di quattro giorni, gli astronauti hanno poi conservato gli embrioni di topo in paraformaldeide prima di rispedirli nuovamente sul nostro pianeta per ulteriori analisi. Pur avendo dimostrato un tasso di sopravvivenza inferiore rispetto al solito, i risultati hanno fatto luce su uno sviluppo del tutto normale, per lo meno fino allo stato della blastocisti, che va dal quarto al 14esimo giorno dopo la fecondazione.

Un team giapponese ha sviluppato embrioni di topo sulla ISS. Potrebbe essere il primo passo per la riproduzione umana fuori dalla Terra.
La scoperta è stata fatta a bordo della ISS (Nasa, X).

«Numero di cellule, massa cellulare interna e profili di espressione genica sono simili a quelli coltivati sotto controllo artificiale sulla Terra», ha spiegato il dottor Wakayama. «Dimostra chiaramente che la gravità non ha alcun effetto significativo durante le fasi iniziali di una gestazione». A dispetto della grande scoperta, però, resta ancora molto lavoro da fare. Lo studio infatti, per esempio, non ha tenuto conto delle radiazioni molto più elevate nello spazio che sul nostro pianeta. La ricerca si è poi arrestata al 14esimo giorno della gravidanza, pertanto non è chiaro se lo sviluppo in utero possa presentare complicazioni. Già altre analisi nel 2005 riportarono problemi nella formazione del sistema vestibolare, responsabile dell’equilibrio, e di quello muscolo-scheletrico. «Forse la riproduzione extraterrestre è possibile», ha concluso Wakayama. «Dobbiamo affrettarci però prima che le condizioni per continuare la ricerca cambino per sempre».

Hamas diffonde video con tre ostaggi: «Netanyahu, paghiamo il tuo fallimento»

Hamas ha diffuso sui propri canali social un nuovo video con tre donne ostaggio. Nel filmato queste ultime criticano il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e chiedono la liberazione. È il secondo video che ritrae dei prigionieri rivolgersi al governo di Tel Aviv, dopo quello di Maya Sham diffuso il 17 ottobre.

Gli ostaggi a Netanyahu: «Vuoi ucciderci tutti? Liberaci adesso»

«Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre», hanno accusato nel loro appello le tre donne. «Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili». Gli ostaggi hanno poi criticato Netanyahu per non aver accettato le proposte di un cessate il fuoco: «Noi siamo ancora qui sotto le bombe». Una delle tre, rivolgendosi sempre al premier israeliano, ha tuonato: «Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai abbastanza massacrato? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso, libera i loro cittadini, libera i loro detenuti».

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Le reti nazionali in Israele non diffondono il video

Le reti televisive nazionali israeliane si astengono per ora dal rilanciare il video prodotto da Hamas. «Si tratta di guerra psicologica di Hamas e dunque non è opportuno rilanciarla», ha spiegato un giornalista delle televisione pubblica Kan. Le emittenti, finora, mostrano solo una inquadratura delle tre donne, accompagnata da un testo informativo di spiegazione.

Just Stop Oil, 65 attivisti arrestati a Londra durante un corteo

La polizia britannica ha fermato 65 persone durante una manifestazione ambientalista. Si tratta di militanti e attivisti del movimento Just Stop Oil, tornato in piazza a protestare contro il rilascio delle licenze per l’estrazione di petrolio e gas nel Regno Unito. Gli ambientalisti hanno protestato a Londra contro il governo conservatore di Rishi Sunak, accusato di aver rallentato negli impegni in materia di «emergenza climatica».

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Just Stop Oil, 65 attivisti arrestati a Londra durante un corteo
Il corteo di Just Stop Oil (Getty Images).

La manifestazione davanti Westminster

A rendere noto degli arresti sono stati sia la Metropolitan Police di Londra sia Just Stop Oil, sfruttando i rispettivi profili X. Gli arresti sono stati compiuti nelle vie attorno a Parliament Square, dove la dimostrazione si è conclusa, fra striscioni e slogan, di fronte al palazzo di Westminster, sede del Parlamento britannico. Just Stop Oil ha anche denunciato i responsabili dei progetti di «sfruttamento di nuovi giacimenti di gas o di petrolio» nel Mare del Nord. Li ha definiti «i veri criminali che la polizia dovrebbe perseguire». E confermando un programma di manifestazioni di protesta continue nella capitale da adesso fino almeno a luglio, o fino a quando «il governo non si fermerà».

Just Stop Oil, 65 attivisti arrestati a Londra durante un corteo
La polizia arresta alcuni attivisti (Getty Images).

 

Incidente ferroviario a Campoleone, investita una persona: treni in ritardo sulla Roma-Napoli

A causa di un incidente avvenuto nelle vicinanze della stazione di Campoleone, dove una persona è stata investita e uccisa da un treno, si sono verificati notevoli disagi e ritardi significativi sulle linee ferroviarie Roma-Napoli e Nettuno-Roma. Trenitalia ha informato i viaggiatori che la circolazione dei treni è stata notevolmente rallentata a causa dell’intervento delle autorità giudiziarie, con conseguenti prolungamenti dei tempi di viaggio fino a un massimo di 60 minuti e possibili variazioni di percorso.

Persona investita a Campoleone: disagi e rallentamenti sulle linee

L’incidente si è verificato intorno alle 10.40 del mattino. L’Intercity in viaggio da Reggio Calabria a Termini ha terminato la sua corsa a Napoli centrale, mentre i pendolari che utilizzano la linea tra Roma e Nettuno si sono trovati bloccati nella loro tratta. Su social media (come riporta il Corriere) si legge: «Tutti i treni in partenza da Termini sono bloccati a causa dell’incidente a Campoleone. Potrebbero essere necessarie più di tre ore per ripristinare la normale circolazione. Che opzioni ho per arrivare a Latina?». Alcuni passeggeri hanno optato per il trasporto su autobus come soluzione alternativa. Un’altra pendolare ha condiviso la sua esperienza: «Da Termini ho preso la metropolitana fino ad Anagnina e da lì prenderò l’autobus Cotral per Nettuno». Nel frattempo, alcuni passeggeri che erano in procinto di partire hanno deciso di rimandare i loro piani di viaggio, come ha dichiarato Annalisa nel gruppo Pendolari FL8: «Io torno a casa, non voglio rischiare ulteriori disagi».

PresaDiretta, stasera su Rai 3 l’intelligenza artificiale e il naufragio di Cutro

Stasera 30 ottobre 2023 andrà in onda sul canale Rai 3 il programma PresaDiretta alle ore 21.20. Si tratta dell’ultimo appuntamento della stagione per la trasmissione che come sempre verrà condotta da Riccardo Iacona. Nella puntata di questa sera verranno analizzati due temi delicati: lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale che sembra essere senza limiti e il naufragio di Cutro avvenuto lo scorso 26 febbraio. La puntata sarà disponibile anche in streaming e on demand sulla piattaforma Rai Play.

Anticipazioni Presadiretta, questa sera su Rai 3 si parlerà di due temi molto delicati: l'Intelligenza Artificiale e il naufragio di Cutro.
Il conduttore Riccardo Iacona (X).

PresaDiretta, le anticipazioni della puntata di stasera 30 ottobre 2023 su Rai 3

Il programma di questa sera si concentrerà principalmente sullo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Nei primi mesi del 2023 la società ha assistito a un boom di tale tecnologia, una sorta di rivoluzione che ha cambiato le vite delle grandi aziende e di centinaia di lavoratori. Da una parte c’è chi ha accolto questo cambiamento con entusiasmo dall’altra chi si è sentito minacciato e ha temuto addirittura di perdere il lavoro. Ciò che è sicuro, è che l’Intelligenza Artificiale è ormai una realtà e promette grandi cambiamenti, in meglio, per l’intera umanità. Tuttavia, PresaDiretta si preoccuperà di analizzare anche quali sono i rischi dello sviluppo di tale tecnologia.

Inoltre, per funzionare al meglio, l’IA ha bisogno di grandi capitali che devono essere investiti in macchinari in grado di compiere operazioni complesse e analizzare un gran flusso di dati. Sono davvero poche le realtà private che si possono permettere investimenti molto grandi che favoriscono lo sviluppo dell’IA, si parla di cifre che raggiungono il miliardo di euro. Quali sono le conseguenze di questa concentrazione di potere e ricchezze? E gli obiettivi per il benessere dell’umanità si sposano con le esigenze speculative delle società private che stanno investendo in questa tecnologia? Il team di PresaDiretta cercherà di dare risposta a queste domande.

Il programma si concentrerà anche sul naufragio di Cutro, avvenuto lo scorso 26 febbraio. Nel corso di questo terribile incidente, ben 100 migranti sono morti al largo delle coste calabresi. Ma cosa è successo precisamente e perché tale incidente ha avuto un risvolto catastrofico? Cosa non ha funzionato nella macchina dei soccorsi? PresaDiretta ha preparato un’inchiesta in grado di ricostruire gli ultimi drammatici momenti prima dell’incidente. La ricostruzione è stata effettuata attraverso la lettura dei documenti e la testimonianza di coloro che hanno offerto i primi soccorsi sulla spiaggia. Non mancheranno poi le parole di coloro che sono sopravvissuti al terribile naufragio e dei loro parenti, oltre a video esclusivi inviati dalla barca.

PresaDiretta, gli autori della puntata di stasera 30 ottobre 2023 su Rai 3

L’ultima puntata della stagione di PresaDiretta verrà condotta da Riccardo Iacona che ha contribuito alla realizzazione della trasmissione in collaborazione con Lisa Iotti, Giuseppe Laganà, Irene Sicurella, Eugenio Catalani, Fabio Colazzo, Alessandro Marcelli e Massimiliano Torchia.

I carri armati israeliani accerchiano Gaza City, Striscia tagliata a metà

Prosegue l’offensiva di terra di Israele. I carri armati dell’Idf hanno preso il controllo delle autostrade alla periferia di Gaza City che separano il nord e il sud della Striscia, ora di fatto tagliata a metà. «Abbiamo esteso la nostra attività, aumentando le forze coinvolte», ha confermato il portavoce dell’esercito Daniel Hagari, annunciando l’uccisione nelle ultime ore di quattro membri di spicco di Hamas, tra cui un comandante delle forze navali. Gaza City, da dove è ripreso il lancio di razzi verso le comunità israeliane a ridosso della Striscia, è ora accerchiata. Tutto ciò mentre il ministro delle Finanze di Tel Aviv, Bezalel Smotrich, ha reso noto l’interruzione dei fondi all’Autorità Palestinese a causa del suo «sostegno» all’attacco del 7 ottobre.

I carri armati di Tel Aviv accerchiano Gaza City, Striscia tagliata a metà. Gli aggiornamenti sulla guerra Israele-Hamas
La disperazione di un’abitante di Gaza City (Ansa).

Il video delle tre donne ostaggio diffuso da Hamas: le accuse a Netanyahu

Hamas ha diffuso un video di tre donne prese in ostaggio a Gaza. Nel filmato, le prigioniere puntano il dito contro premier israeliano Benjamin Netanyahu. Così una delle donne: «Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre. Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, non c’è l’esercito e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili». E poi: «Ieri c’è stata una conferenza stampa e doveva esserci un cessate il fuoco. Ma non è stato così, noi siamo ancora qui sotto le bombe». Un’altra, sempre rivolgendosi a Netanyahu: «Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai abbastanza massacrato? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso, libera i loro cittadini, libera i loro detenuti». Le tv israeliane hanno scelto di non trasmettere il videomessaggio. Questa la risposta di Netanyahu: «Mi rivolgo a Yelena Tropanov, Danielle Alloni e Rimon Kirscht, che sono state rapite da Hamas-Isis in quello che è un crimine di guerra: io vi abbraccio, il nostro cuore è con voi». Il premier di Israele ha poi definito il video una «crudele propaganda psicologica».

 

Il dossier dell’allora ministro della Difesa israeliano: attentato terroristico previsto già nel 2016

Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha pubblicato parti di un documento di 11 pagine con cui, nel 2016, l’allora ministro della Difesa Avigdor Liberman aveva lanciato un allarme riguardante un piano di assalto palestinese, che prevedeva di sfondare il confine di Gaza, invadere le comunità nel sud di Israele, massacrare gli abitanti e prendere ostaggi. Il primo ministro Netanyahu avrebbe sottovalutato l’avvertimento, ritenendo improbabile lo scenario. Il New York Times scrive inoltre che lo Shin Bet aveva smesso di intercettare le radio portatili dei militanti di Hamas nel 2022, perché l’operazione era vista come «uno spreco di energie».

I carri armati di Tel Aviv accerchiano Gaza City, Striscia tagliata a metà. Gli aggiornamenti sulla guerra Israele-Hamas
Benjamin Netanyahu (Ansa).

Shani Louk è morta: l’annuncio del presidente israeliano Herzog

La polizia israeliana ha annunciato di aver identificato i corpi di 1135 israeliani uccisi dall’inizio dell’attacco di Hamas. Tra le vittime Shani Louk, la 22enne tedesca-israeliana rapita al rave. La giovane è stata decapitata. «È stato trovato il suo cranio. Ciò significa che questi animali barbari e sadici le hanno tagliato la testa mentre attaccavano, torturavano e uccidevano», ha dichiarato il presidente israeliano Isaac Herzog.

Tensione a Gerusalemme Est: gravemente ferita una Guardia di frontiera

A Sheikh Jarrah, villaggio palestinese situato sul lato orientale di Gerusalemme, un uomo ha aggredito un agente della Guardia di frontiera, ferendolo in modo grave. L’assalitore si è dato la fuga, ma la polizia lo ha raggiunto e poi ucciso. A Nablus, tra le città più grandi della Cisgiordania, la polizia militare israeliana ha invece arrestato un soldato dell’Idf sospettato di aver sparato a un palestinese che stava raccogliendo olive.

I carri armati di Tel Aviv accerchiano Gaza City, Striscia tagliata a metà. Gli aggiornamenti sulla guerra Israele-Hamas
Bombe israeliane su Gaza (Ansa).

Qatar: «I leader di Hamas ospitati su richiesta degli Stati Uniti»

Meshal bin Hamad Al Thani, ambasciatore del Qatar negli Stati Uniti, ha rivelato che sarebbero stati gli Usa a chiedere nel 2012 all’emirato di ospitare sul suo territorio i leader di Hamas. Si tratta di una risposta a Israele, che ha accusato il Qatar di foraggiare l’organizzazione terroristica palestinese. L’ambasciatore ha spiegato che tutti i fondi trasferiti dall’emirato alla Striscia di Gaza sono stati consegnati «in pieno coordinamento con Israele, gli Stati Uniti e le agenzie delle Nazioni Unite come il Programma alimentare mondiale e il Coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente».

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Codice della strada, le opposizioni chiedono il limite a 30 km/h in città

I partiti d’opposizione hanno presentato una proposta di legge con cui chiedono la modifica del Codice della Strada, appena ridisegnato dal governo. Attualmente il nuovo testo è in commissione Trasporti alla Camera, ma i partiti di minoranza hanno chiesto già di inserire un nuovo limite di velocità. Le opposizioni vorrebbero che il limite nei centri urbani, infatti, venisse portato a 30 chilometri orari. Roberto Morassut, deputato del Pd, è il primo firmatario del testo e secondo lui con questo nuovo limite si andrebbe a limitare quella che «è la prima causa di morte nei giovani tra 15 e 29 anni».

I dati Istat: «Ogni giorno muoiono in strada quasi nove persone»

Il deputato parla di «urgenza», come spiega Repubblica, e cita i dati Istat. Secondo i numeri, in media in strada ogni giorno a perdere la vita sono quasi nove persone. Oltre 500, invece, restano gravemente ferite. Nel 2021 sono rimasti coinvolti in incidenti fatali 566 ragazzi. Oltre 60 mila, invece, sono rimasti feriti. E 73 volte su 100 gli incidenti si verificano nei centri urbani a causa di guida distratta, eccessi di velocità o mancate precedenze. A firmare il documento sono stati Pd, M5s, Azione, Iv, +Europa e Avs.

Il testo: «Impatto a 50 km/h come caduta dal terzo piano»

Nella proposta si legge: «A livello scientifico è stata stabilita come regola quella dei 30 chilometri orari perché questo è un limite che, senza rallentare la circolazione, diminuisce drasticamente le percentuali di rischio di mortalità». Quindi diventa «praticamente residuale: avviene soltanto in meno del 10 per cento dei casi. L’impatto equivale a una caduta dal primo piano, mentre già a 50 chilometri orari la collisione coincide con una caduta dal terzo piano e la probabilità di incidente mortale cresce oltre il 50 per cento». Inoltre il testo fa riferimento a città europee che hanno già adottato il limite di 30 chilometri orari, come Grenoble, Graz, Bruxelles e «città in Scozia».

Codice della strada, le opposizioni chiedono il limite a 30 kmh in città
Il cartello che segnala il limite di velocità a Bruxelles (Getty Images).

Salvini risponde: «Non è una soluzione»

A rispondere è stato il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Ha dichiarato: «Salvare vite è il mio obiettivo, e aggiornare un Codice della Strada che risale agli anni Novanta ne è la prova. Non penso sia una soluzione obbligare tutti ad andare a 30 all’ora in tutta la città, tassare i lavoratori che circolano in auto o in furgone, o riempire le strade di autovelox indiscriminati per fare cassa».

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