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Forza Italia, Tajani: «Puntiamo al 20 per cento»
«Sono convinto che tra un anno o due arriveremo al 20 per cento perché abbiamo delle buone idee». Lo ha detto Antonio Tajani a Paestum, chiudendo la tre giorni di Forza Italia cominciata con il BDay in ricordo del Cav. Una previsione ottimistica, quella del vicepremier e ministro degli Esteri, visto che il partito fatica a rialzarsi dopo la morte del fondatore. Secondo gli ultimi sondaggi, Forza Italia è data infatti al 6,9 per cento e portarla a due cifre non sarà certo una passeggiata.
La Forza Italia di Tajani: pugno duro ai morosi e il nome Berlusconi nel simbolo
Tajani ha presentato il nuovo statuto, approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale, in cui è inserito il pugno duro con chi non è in regola con i pagamenti delle quote (chi non versa i 900 euro mensili decadrà dagli incarichi). Sono previsti inoltre l’elezione di quattro vicesegretari, compreso un vicario (il più votato), la blindatura del simbolo con il nome Berlusconi, «maggiori poteri» ai congressi provinciali che per la prima volta eleggeranno i delegati nazionali. Senza dimenticare la proposta di intitolare il Ponte di Messina al Cavaliere.

L’appello all’unità e la tregua con Ronzulli
Tajani ha aperto la fase congressuale di Forza Italia attaccando una certa stampa che dipinge Forza Italia come un partito in dissoluzione. Il vicepremier ha dunque invitato all’unità: messaggio indiretto per le correnti interne soprattutto in vista delle Europee del 2024. L’intervento dell'”avversaria” Licia Ronzulli, che ha preceduto quello di Tajani, in questo senso conferma la tregua all’interno della compagine azzurra. «Tajani ci ha dato l’obiettivo della doppia cifra e noi non possiamo deluderlo», ha detto la presidente dei senatori di FI. «Sono certa che Antonio vuole guardare insieme a noi al futuro di questa creatura politica». Ronzulli è salita sul palco mostrando una pesca. «Da giorni la sinistra si accanisce su una pesca e su un riuscitissimo spot pubblicitario, peraltro facendo dei parallelismi improbabili con il governo dimostrando di non avere ricette credibili per gli italiani», ha detto. «Sono talmente ubriachi di ideologia da aver scambiato l’inclusione con l’imposizione di un solo modello di famiglia e di società, ma noi siamo per i diritti sì ma anche per i doveri, perché un mondo di soli diritti sarebbe ingovernabile»