Di ritorno dagli Stati Uniti, dove ha incontrato il presidente Joe Biden, Giorgia Meloni ha pubblicato su Instagram un’immagine che la ritrae insieme alla figlia Ginevra sul volo di Stato: «Io e te, che affrontiamo il mondo mano nella mano».
Com’era prevedibile, il post ha provocato reazioni opposte. Tra i detrattori della presidente del Consiglio c’è chi ha scritto: «Strumentalizzare i figli per il popolo bue», «Sei una persona cattiva, stai lasciando migliaia di povera gente in mezzo ad una strada», «Dai la foto per far felici i babbioni l’abbiamo messa», «Per addormentarla le stai raccontando tutte le promesse elettorali che non hai mantenuto?». Ecco invece alcuni commenti dei suoi sostenitori, che hanno decisamente apprezzato lo scatto: «La foto più bella e commovente che ha postato da quando è diventata Presidente. Una grande politica e una grande mamma», «L’esempio pratico e semplice semplice di cosa è questa donna. Di qualunque schieramento.. è strutturata, preparata, forte, tenace, a mio dire l’unica che potesse nel mondo rappresentare l’Italia», «Oltre il pensiero politico, questa donna sta dimostrando che si possa ricoprire un ruolo di rilievo sociale senza rinunciare a tutto il resto! Sicuramente con sforzi e sacrifici!».
Nella notte del 30 luglio c’è stato un nuovo attacco con droni a Mosca. Due velivoli a controllo remoto si sono schiantati su altrettanti edifici nel centro della capitale russa: forti esplosioni, vetri in frantumi, nessuna vittima. Ma c’è un ferito. I droni sono stati poi abbattuti poco lontano, a ovest della città. Secondo i media ucraini sarebbe stato centrato un edificio che ospita gli uffici di diversi ministeri: Sviluppo economico, dell’Industria e del commercio, dello Sviluppo digitale, nonché l’Agenzia federale per gli affari etnici e l’Agenzia federale di regolamentazione tecnica e metrologia. Il Cremlino ha fatto sapere che i droni ucraini «non hanno colpito gli obiettivi previsti».
I danni ai palazzi nel centro di Mosca (Getty Images).
Il ministero della Difesa ha reso noto di aver respinto l’attacco di 25 droni in Crimea
Anzi, secondo il ministero della Difesa russo i sistemi i due droni sono stati soppressi elettronicamente e si sono schiantati contro i due edifici, parte di un complesso edilizio non residenziale, dopo aver perso il controllo. Chiuso temporaneamente l’aeroporto di Vnukovo, mentre gli altri scali di di Mosca funzionano normalmente. Il ministero della Difesa russo ha inoltre reso noto di aver respinto nella notte un attacco ucraino con 25 droni aerei contro la Crimea: 16 velivoli senza pilota sono stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea, mentre gli altri nove sono stati neutralizzati da sistemi di difesa elettronica, schiantandosi «nelle acque del Mar Nero e a Capo Tarkhankut».
Attacco con droni a Mosca: c’è un ferito (Getty Images).
Ai canali russi sarebbe stato vietato di coprire gli attacchi con droni su Mosca
I canali televisivi russi hanno praticamente ignorato l’attacco che si è verificato a Mosca. Pervyj kanal, principale emittente televisiva pubblica del Paese, nei notiziari delle 6 e delle 10 ha dato ampio spazio alla Giornata della Marina russa a San Pietroburgo, che ha visto la partecipazione del presidente Vladimir Putin («altre 30 nuove navi da guerra che si uniranno alla sua flotta già da quest’anno», ha annunciato). Lo stesso su Rossija 1, dove è andato in onda anche un lungo servizio dedicato alla conferenza stampa dello zar dopo il vertice Russia-Africa. Nell’ultima settimana Mosca è stata attaccata dai droni almeno tre volte: il 24, 28 luglio e il 30 luglio. Ma, come ha riportato The Insider citando fonti ben informate, ai canali televisivi russi sarebbe stato vietato di coprire questo argomento.
Per la prima volta una giocatrice è scesa in campo nei Mondiali di calcio femminili indossando l’hijab. È successo durante la partita tra Marocco e Corea del Sud. A “sdoganare” il velo, che garantisce la copertura minima richiesta dalla giurisprudenza islamica e per il quale la Fifa ha tolto da quasi 10 anni il divieto (imposto in passato per motivi di sicurezza delle atlete), è stata Nouhaila Benzina.
Nouhaila Benzina, difensore del Marocco (Getty Images).
Benzina, di ruolo difensore, da sempre gioca con il velo nelle squadre di club
Di ruolo difensore, Benzina è nata l’11 aprile 1998 e gioca con l’Association Sportive des Forces Armées Royales di Rabat, club con cui ha vinto il campionato nella passata stagione. La calciatrice ha sempre giocato con il velo nelle sue squadre di club e, inoltre, lo indossa in tutti gli allenamenti della squadra marocchina. Contro la Corea del Sud, finalmente, lo ha potuto fare anche durante un match della Coppa del Mondo.
Nouhaila Benzina contro la Corea del Sud (Getty Images).
Mai una Nazionale araba o nordafricana si era qualificata ai Mondiali
Benzina non aveva giocato nella partita inaugurale contro la Germania, mentre è partita titolare nel match contro la Corea del Sud vinto 1-0 dal Marocco. Mai, tra l’altro, una Nazionale araba o nordafricana era riuscita a qualificarsi per la Coppa del Mondo femminile. Decisiva la rete di testa di Ibtissam Jraidi. Il Marocco, allenato da Reynald Pedros (transitato dell’Italia: 12 presenze con Parma e Napoli nel 1997) e travolta dalle tedesche (6-0) nella gara d’esordio, resta così in corsa per la qualificazione agli ottavi. Si deciderà tutto nell’ultima gara del girone nella sfida con la Colombia.
X, come per volere del proprietario Elon Musk si chiama ora Twitter, ha reintegrato il rapper Kanye West circa otto mesi dopo la sospensione del suo account. La piattaforma di social media lo aveva bannato per aver postato (tra le altre cose) una svastica intrecciata con una stella di David. L’artista, che ora si fa chiamare Ye, ha assicurato a X che non userà il suo account per condividere contenuti antisemiti o usare un linguaggio violento, che gli sono già costati parecchio.
Elon Musk (Getty Images).
L’account del rapper era stato sospeso da Musk per istigazione alla violenza
Da quando Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari a ottobre del 2022, il magnare ha licenziato migliaia di dipendenti e ridotto la moderazione dei contenuti, ribadendo a più riprese di essere per la libertà di parola. Ma sempre con dei limiti. E West li aveva superati. «Il suo account è stato sospeso per istigazione alla violenza», aveva spiegato il proprietario della piattaforma, detto Musk, in risposta all’immagine postata dal rapper, già finito nella bufera per alcune osservazioni antisemite e una malcelata ammirazione per Adolf Hitler e per questo sospeso in passato.
La sede di X a San Francisco (Getty Images).
Dopo il post antisemita molti marchi hanno interrotto la partership con West
Dopo la pubblicazione dei controversi post antisemiti da parte di West, Adidas ha tagliato i rapporti con l’artista dopo una partnership quasi decennale, abbandonando le sue sneakers con il marchio Yeezy. Anche Gap e Balenciaga hanno tagliato i ponti con il rapper e stilista. A dicembre 2022, Musk aveva ripristinato l’account dell’ex presidente Donald Trump, bannato dopo gli eventi di Capitol Hill. Il tycoon però non è mai tornato sulla piattaforma, continuando invece a usare quella da lui stesso creata: Truth.
Nuovo lutto per l’ex premier Romano Prodi dopo la morte della moglie Flavia Franzoni. È scomparso a 86 anni dopo una lunga malattia il fratello Vittorio. Anche lui è stato impegnato in politica: presidente della Provincia di Bologna dal 1995 al 2004, è stato parlamentare europeo per due mandati, eletto nel 2004 per la lista di Uniti nell’Ulivo e poi nel 2009.
Era stato europarlamentare per due mandati
Nato a Reggio Emilia il 19 maggi 1937, dopo essersi laureato in fisica all’Università di Bologna nel 1959 è stato professore associato presso il Dipartimento di Fisica dell’ateneo felsineo e ricercatore in diversi istituti nazionali e internazionali. Presidente dell’Azione Cattolica di Bologna dal 1986 al 1992, aveva iniziato a dedicarsi alla vita politica attiva in vista del referendum sulla legge elettorale del 1993, diretto a introdurre il sistema maggioritario. È stato presidente della Provincia di Bologna (dal 1995 al 2004), espressione della Margherita, eletto con oltre il 60 per cento dei voti, e poi come detto deputato del Parlamento europeo, eletto nel 2004, per la lista di Uniti nell’Ulivo nella circoscrizione nord-est, e poi confermato 2009 tra le file del Partito Democratico.
Vittorio Prodi (Imagoeconomica).
«È scomparso Vittorio Prodi. Uomo delle istituzioni di grande intelligenza e umanità. Con lui ho condiviso tanti momenti di incontro e di impegno. Ricordo con quanta passione, da presidente della Provincia di Bologna, fu protagonista della nascita della Scuola di Pace di Monte Sole a Marzabotto. Vittorio ha meritato davvero la riconoscenza della nostra comunità civile e politica». Così lo ha ricordato Andrea De Maria, deputato del Pd.
Le sue ambizioni erano spaziali. Wang Jianlin voleva creare una Hollywood cinese, offrire al mondo intero un’alternativa alla Walt Disney e, allo stesso tempo, inserirsi nei più blasonati club calcistici europei. Alla fine, in un decennio scarso, i sogni di gloria del tycoon sono naufragati uno dopo l’altro. Sul campo è rimasto un impero in difficoltà, il Dalian Wanda Group, e poco altro. E pensare che nel 2013 Mister Wang era tra gli uomini più ricchi del Dragone, con un patrimonio netto stimato in 14,2 miliardi di dollari. Nel giro di un paio di anni, quell’immensa fortuna è più che triplicata, arrivando a sfondare il tetto dei 31 miliardi a inizio 2017, e Wang divenne il paperone numero uno dell’ex Impero di Mezzo. Da quel momento in poi, però, è letteralmente crollato a picco, tra debiti, investimenti azzardati e il peso di obiettivi poco realistici. La pandemia di Covid-19 ha dato il colpo di grazia a Wang che oggi deve accontentarsi di “vivacchiare” con poco più di 8 miliardi di dollari nel suo portafoglio.
Wang Jianlin a Hefei nel 2016 (Getty Images).
L’ascesa del Dalian Wanda Group: dal calcio al cinema
Per capire la parabola di Wang bisogna partire dalla sua creatura: il Dalian Wanda Group. Il nome del gruppo, a dire il vero, potrebbe suonare familiare. Già, perché questo conglomerato, con interessi nel settore alberghiero, della vendita al dettaglio e nell’immobiliare, è entrato di forza nel mondo del pallone. Prima di tutto dando, dal 2016 al 2022, e per un costo di 10 milioni all’anno, il nome al Wanda Metropolitano, lo stadio dell’Atletico Madrid, squadra di cui il colosso cinese nel triennio 2016-2018 ha detenuto il 20 per cento. Non solo. Wanda Group nel 2016 aveva messo messo le mani anche su Infront, società svizzera che gestisce i diritti televisivi di gran parte del calcio europeo, Lega Calcio compresa. E ancora prima, nel 2013, aveva organizzato a Qingdao, città portuale situata nella provincia cinese orientale dello Shandong, un maxi evento per lanciare quello che nei piani doveva diventare lo studio cinematografico più grande al mondo. Sul red carpet per l’occasione sfilarono (con un invito costato complessivamente una cinquantina di milioni di dollari) i dirigenti di Universal Pictures e Sony Pictures Entertainment, oltre a star di Hollywood, come Leonardo DiCaprio, Catherine Zeta-Jones, Nicole Kidman e John Travolta.
Il logo di Wanda Group (Getty Images).
Come è naufragato il sogno di conquistare Hollywood
Ma da dove è partito Wang? Nato nel 1954 nel Sichuan, crebbe nel bel mezzo della rivoluzione di Mao Zedong. Seguì le orme del padre diventando militare e prestando servizio nell’esercito tra il 1970 e il 1986. Poco più che 30enne, iniziò a lavorare per il governo di Dalian, nella provincia del Liaoning. Qui, nel 1988, in linea con i profondi cambiamenti economici della Cina, trasformò un’impresa immobiliare statale nella Dalian Wanda. Ma perché questo nome? Wanda deriva da “Wàn”, parola che in cinese significa “10 mila”, e “Dá”, cioè “raggiungere”. Il nome dell’azienda era quindi una sorta di slogan che rispecchiava l’aspirazione del fondatore: raggiungere ogni obiettivo. Guidato da un giovane affamato di successo, il gruppo si è espanso, ha acquisito centri commerciali, teatri e hotel, in Cina e all’estero. Con lo sviluppo dell’economia, la fortuna di Mister Wang è cresciuta. L’ascesa di Wanda ha tuttavia iniziato a rallentare nel 2015. Se da un lato la società si espandeva, dall’altro accumulava debiti su debiti, fino a che Wang non è stato costretto a rimodulare le proprie ambizioni. A partire dal 2017, Wanda Group ha così venduto hotel, parchi a tema e altre partecipazioni legate al turismo per un valore di oltre 9 miliardi di dollari, il tutto per evitare la bancarotta. Ha anche abbandonato svariati progetti, inclusa la partecipazione nell’Atlético Madrid. Sacrifici che però non sono stati sufficienti a risanare i bilanci. Il governo di Pechino, allarmato dalle instabili condizioni finanziarie, ne ha limitato la linea di credito. Wanda ha così continuato ad alleggerirsi, liberandosi anche del gigante del cinema AMC Entertainment, acquistato nel 2012 per 2,6 miliardi di dollari. Una decisione che Forbes ha definito senza giri di parole una «ritirata drammatica». Oggi la tempesta non è ancora passata. E Wang sta ancora cercando di evitare il default vendendo asset su asset.
Chi l’avrebbe detto che la controcultura degli Anni 60, che includeva una larga sperimentazione di droghe psichedeliche come l’Lsd da parte di artisti, scrittori e musicisti, sarebbe servita per sviluppare nuovi farmaci? Una delle ultime scoperte in questo senso è che la somministrazione della psilocibina, sostanza contenuta in alcuni funghi allucinogeni, accompagnata da un sostegno psicologico, può aiutare a curare l’anoressia nervosa. La ricerca, condotta su un gruppo di 10 donne adulte tra i 18 e i 40 anni, è stata pubblicata su Nature Medicine e indica una nuova possibilità di trattamento per questo complesso disturbo mentale.
I risultati dello studio sulla psilocibina come trattamento dell’anoressia nervosa
Lo studio, condotto da Stephanie Knatz Peck e colleghi dell’Università della California, ha indagato la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia esplorativa di una singola dose di 25 mg di psilocibina sperimentale COMP360, una forma sintetica sviluppata da COMPASS Pathways. La dose è stata somministrata insieme al supporto psicologico alle partecipanti, le quali sono state monitorate per tre mesi dopo l’assunzione. L’anoressia nervosa è caratterizzata da un’eccessiva e ingiustificata preoccupazione riguardo il cibo, il peso e la forma del corpo, ed è notoriamente difficile da trattare. I risultati preliminari dello studio sono stati promettenti. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi e gli effetti acuti del trattamento con psilocibina sono stati ben tollerati dalle pazienti. Inoltre, il 90 per cento delle partecipanti ha considerato il trattamento significativo e positivo, esprimendo interesse per ulteriori terapie basate sulla psilocibina, se disponibili. I risultati qualitativi autosegnalati dalle pazienti hanno rivelato che quattro di loro hanno mostrato significative riduzioni nei punteggi dei disturbi alimentari a tre mesi di follow-up, raggiungendo la remissione dalla psicopatologia. Gli autori dello studio sottolineano che questi risultati, seppur promettenti, sono ancora preliminari e richiedono ulteriori ricerche. Il campione di partecipanti era ridotto e non è stato incluso un gruppo di controllo con placebo, il che richiede ulteriore cautela nell’interpretazione dei dati. Attualmente, non esistono trattamenti comprovati o farmaci approvati per la cura dell’anoressia nervosa.
Funghi allucinogeni (Getty Images).
Come viene impiegata la psilocibina in medicina
Come detto, la psilocibina è un composto psichedelico presente in alcuni tipi di funghi allucinogeni, ed è stata finora impiegata in medicina principalmente per fini di ricerca e sperimentazione clinica, soprattutto nel campo della psicoterapia. Questa sostanza agisce sul sistema nervoso centrale, interagendo con i recettori serotoninergici del cervello, il che porta ad alterazioni temporanee della percezione, delle emozioni e del pensiero. Gli effetti psichedelici della psilocibina possono includere allucinazioni, cambiamenti dell’umore e un senso di connessione più profonda con la propria coscienza. Negli ultimi anni, questa sostanza ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per i suoi potenziali benefici terapeutici in vari disturbi mentali. Gli studi hanno esaminato l’effetto della psilocibina nel trattamento di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico (Ptsd), e su pazienti allo stadio terminale.
Un papavero da oppio (Getty Images).
Le droghe come cura: dall’oppio alle anfetamine
Nella storia della medicina, le sostanze conosciute come “stupefacenti” hanno rivoluzionato il trattamento del dolore, delle patologie croniche e persino di alcune malattie mentali. Basta pensare all’oppio da cui si estrae la morfina, efficace analgesico che ha rivoluzionato il trattamento del dolore ma che rischia di generare dipendenza. L’introduzione dei farmaci analgesici oppioidi, come l’ossicodone e la fentanyl, ha però aperto nuove possibilità nel trattamento del dolore cronico e post-operatorio. Come accaduto più recentemente con la cannabis. La ketamina invece viene a volte utilizzata in ambito medico e veterinario come anestetico, mentre psicostimolanti del tutto simili alle anfetamine sono utilizzati nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Come si sa d’estate si legge di più. Il marketing delle case editrici è incessante e con il tempo si è creato un vero e proprio filone di libri estivi, gialli/thriller leggeri che accompagnano le ore pigre sotto il solleone ideali per essere letti sotto l’ombrellone. E se si sovvertisse questo format e si decidesse di dedicare il tempo alla lettura estiva recuperando grandi classici mai presi in considerazione durante i frenetici mesi invernali? Ve ne consigliamo quattro. Immensi, magnifici, straordinari. Imperdibili.
I detective selvaggi di Roberto Bolaño (Adelphi)
Di Bolaño molto si è detto e altrettanto si è scritto. Trasformato dalla critica nello scrittore maledetto per antonomasia, «il Jim Morrison della letteratura», quasi ignorato in vita, è diventato autore di culto dopo la sua prematura scomparsa, a soli 50 anni, per una cirrosi epatica non curata. Per chi volesse addentrarsi nella sua opera, il consiglio è quello di partire da I detective selvaggi, pubblicato in Italia da Adelphi, un fluviale romanzo attraverso il quale Bolaño narra l’epopea di un’intera generazione: la sua. Popolato da fantasmi e allucinazioni nella Città del Messico degli Anni 70, I detective selvaggi è la storia di un gruppo di poeti scalcagnati, adepti di un’improbabile ed estrema avanguardia, il “realvisceralismo”, raccontati da centinaia di punti di vista differenti. Al centro c’è la grandezza di Arturo Belano (alter ego di Bolaño) e del poeta Ulises Lima, un po’ i Kerouac e i Dean Moriarty di On the road, però narrati alla maniera di Citizen Kane di Orson Wells.
I detective selvaggi di Bolaño (Adelphi).
2. Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli)
Una sorta di «Divina Commedia ubriaca», come fu definita dallo stesso autore, Sotto il vulcano(consigliato nella nuova traduzione di Marco Rossari) narra l’ultimo giorno di vita di Geoffrey Firmin, ex console britannico nella città immaginaria di Quauhnahuac. Siamo nel 1938 ed è la mattina del giorno dei morti. È la vigilia della Seconda Guerra mondiale. Il console, stremato da una sessione alcolica da Guinness dei primati, trascorre l’ultimo giorno della sua vita barcollando disastrosamente da un drink all’altro, accompagnato dal fratellastro Hugh e dalla moglie Yvonne. «Ancora in abito elegante, non particolarmente scompigliato una ciocca di capelli biondi che gli ricadeva sugli occhi e una mano stretta nella barba corta e appuntita, sedeva di traverso con un piede sulla ringhiera di uno sgabello adiacente al piccolo bancone di destra, mezzo chinato su di esso e parlava apparentemente tra sé». Il racconto è uno schizofrenico delirio mentale di Lowry, in parte autobiografico, alimentato da vino, birro, tequila e mezcal. Un viaggio lungo 12 capitoli, corrispondenti alle ultime 12ore di vita del console, durante i quali succederà di tutto. Un libro che fu scritto con grande fatica, accolto tiepidamente dalla critica ma che oggi è considerato un romanzo di culto. Un classico riconosciuto tale solamente dopo la morte dello stesso Lowry per alcolismo nel 1957. Come fare un trip di Lsd però da sobri.
Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli).
3. Cuore di tenebra di Joseph Conrad (Feltrinelli)
Un capolavoro che è l’esatta rappresentazione della natura umana, Cuore di tenebra di Conrad è un piccolo libro che esplode come una granata nelle mani del lettore. Il romanzo (perennemente presente nella lista dei 100 libri più belli di tutti i tempi) racconta gli sforzi di Marlow, il protagonista, per risalire il fiume Congo nell’Africa nera per conto del suo datore di lavoro, al fine di riportare alla vita un commerciante di avorio disonesto, il misterioso Kurtz. Cuore di tenebra deve molto della sua fortuna ad Apocalypse Now, magistrale trasposizione cinematografica di Francis Ford Coppola che però ambientò la storia in Vietnam. Il regista conservò il messaggio centrale del romanzo, ovverosia che tutti gli esseri umani possono cadere nell’oscurità interiore e macchiarsi di atti riprovevoli. Entrambe le storie si confrontano anche con il razzismo che permea il pensiero imperialista, criticando la disumanizzazione del popolo africano e vietnamita.
Cuore di tenebra di Joseph Conrad (Feltrinelli).
4. Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline (Corbaccio)
La recente pubblicazione di quel capolavoro ritrovato che è Guerra, edito in Italia da Adelphi, ha riacceso l’attenzione su Louis-Ferdinand Céline. Autore discusso, antisemita tanto da macchiarsi di connivenze con i nazisti, alcune sue opere però restano dei capisaldi della letteratura. Per iniziare a conoscerlo si consiglia vivamente la lettura di Viaggio al termine della notte, in cui lo scrittore francese racconta lo smarrimento esistenziale di un reduce della Grande Guerra nei primi Anni 20. Un romanzo che è allo stesso tempo una cronaca fredda e lucida della Francia dell’epoca e che contemporaneamente è il grido di rivolta – letterario e sociale – di un eterno sopravvissuto. Si narra la storia di Ferdinand Bardamu che dopo aver combattuto nella Grande guerra, va in Africa e successivamente negli Stati Uniti. Torna in Francia, dove diventa medico e apre uno studio in un degradato sobborgo di Parigi, per poi finire a lavorare presso un istituto di igiene mentale. Un racconto magistrale sulle miseria della vita e sulle vicissitudini di un uomo, disperato, costretto per tutta la sua esistenza ad arrangiarsi. Un pugno nello stomaco, una riflessione sorprendentemente lucida e crudele sullo stare al mondo.
Viaggio al termine della notte di Céline (Corbaccio).
Nel 1994 il mondo era decisamente diverso da oggi. Non c’era l’euro, Kurt Cobain cantava il disagio della Generazione X, i social vivevano ancora solo dentro le intuizioni degli scrittori cyberpunk, come del resto era già accaduto con internet e la virtuale tutto. Proprio in quell’anno usciva Atmosfera mortale (oggi in libreria in una nuova edizione dal titolo Atmosfera Letale), romanzo di colui che, insieme al matematico Rudy Rucker, è sempre stato considerato l’ideologo dei cyberpunk: Bruce Sterling.
Così Sterling nel 1994 raccontò l’emergenza climatica che stiamo vivendo oggi
Il titolo oggi suona quantomeno profetico. Si parla, lasciando da parte i meccanismi da thriller che erano tipici di un genere ormai divenuto un classico, di un clima impazzito per qualcosa di non troppo diverso dal riscaldamento del Pianeta che oggi fa sì che – per restare all’Italia – Milano venga devastata da un tornado con venti a 110 all’ora, grandine grossa come bombe a mano e alberi divelti manco fossero margherite lungo un sentiero, mentre il Sud sia circondato dalle fiamme, senza luce e acqua, e le coste dell’Adriatico, non esattamente il mare più aperto che il Bel Paese ha a disposizione, siano colpite da mareggiate in stile mini-tsunami – Hokusai dove sei? – che non hanno neanche la decenza di lanciare un minimo di preavviso: pochi secondi e il cielo si fa nero, il mare sale e si porta via tutto. Nella trama del romanzo, c’è ovviamente lo sviluppo di una azione – il cyberpunk era una sorta di costola rivoluzionaria e molto rock’n’roll della ormai calcificata fantascienza – si parla del Progetto Tempesta, un gruppo di simil ghostbuster all’inseguimento non di fantasmi ma di fenomeni atmosferici feroci a partire dal famigerato Tornado Alley, ma è lo scenario d’insieme a essere davvero aderente a quella che ormai è la cronaca quotidiana con cui ci troviamo a fare i conti. Esattamente come era capitato a William Gibson con Neuromante, capitolo della sua trilogia dello Sprawl che comprende Giù nel ciberspazio e Monna Lisa Cyberpunk nei quali si profilava appunto un futuro non troppo diverso dal nostro presente, fatto di rapporti a distanza, connessioni, virtualità.
Bruce Sterling (Getty Images).
Il futuro raccontato da Gibson è una versione appena rivista del presente
Del resto, Gibson ha nel corso degli anni, e delle trilogie – dopo quella dello Sprawl è arrivata quella del Ponte, poi quella di Bigend e ora, sembra, sia in corso quella di Jackpot, Inverso (al momento anche una serie su Prime Video) e Agency – provato a mappare la contemporaneità giocando sempre su un futuro che tanto futuro non era, quanto piuttosto una versione appena rivista del presente, mettendo in campo di volta in volta l’ingresso nelle nostre vite dell’Intelligenza artificiale, dello straripante potere delle multinazionali, del marketing che si fa via via sempre più pervasivo e arrogante. Per questo parlare di lui come di un autore di fantascienza potrebbe quasi risultare sviante. Come è sviante farlo per Sterling, suo compare sin dai tempi di Mirrorshades, l’antologia con Mozart in occhiali a specchio in copertina, che raccoglieva un manipolo di autori del tutto intenzionati a raccontarci il domani usando una lingua nuova.
William Gibson.
I visionari a cui bisognerebbe dare ascolto: da Alan Moore a Ridley Scott
Se pensiamo agli States devastati dalla guerra civile di Caos USA, balcanizzazione scoppiata dopo l’innalzamento degli oceani a causa dei cambiamenti climatici, il romanzo è del 1998, o alla pandemia che ha cambiato gli equilibri del mondo in Fuoco Sacro, del 1996, solo per fare un paio di titoli, è chiaro come gli scritti degli autori cyberpunk andrebbero letti con attenzione, e non solo dai nerd assoldati dalla Nasa per spulciare tutti i romanzi di fantascienza, visto mai che qualcuno di questi pazzi visionari non intuisca qualcosa di utile. Del resto, proprio a proposito di pandemia, Contagiondi Soderbergh, film che se non fosse stato girato nel 2011 potrebbe essere tranquillamente un documentario sulla storia del Covid 19, ci dice molto di come i visionari che immaginano mondi altri rispetto al nostro svelandoci però grandi verità sull’esistenza andrebbero presi sul serio, volendo anche alla lettera. Penso a romanzieri, fumettisti come Alan Moore, registi come le sorelle Wachowski o Christopher Nolan, o cantanti, da Grimes a Janelle Monae, fino alla stessa Lady Gaga. Del resto già nel Blade Runer di Ridley Scott, tratto dal romanzo iconico di Philip K Dick padre putativo proprio del cyberpunk e cyberpunk ad honorem Anche gli androidi sognano le pecore elettriche, l’atmosfera è satura di piogge acide e le intelligenze artificiali, spauracchio dei giorni nostri, si credono al pari degli umani e il presente è quasi sempre oscuro e privo di orizzonti. Uomo avvisato…
Nicolás Petro, figlio del presidente della Colombia Gustavo Petro, è stato arrestato oggi a Barranquilla dalla Procura su richiesta di un tribunale penale di Bogotá. L’uomo è accusato dei reati di «riciclaggio di beni e arricchimento illecito» per la presunta ricezione di denaro da narcotrafficanti nell’ambito della campagna presidenziale del padre nel 2022 (soldi mai entrati nella contabilità ufficiale). Oltre a lui è stata arrestata anche la sua ex moglie, Day Vásquez, che aveva denunciato pubblicamente il figlio del capo dello Stato sostenendo che aveva preso i soldi e li aveva usati per arricchirsi personalmente.
Il padre: «Non interverrò sul caso, la legge guidi liberamente il processo»
Secondo un comunicato della Procura, sia Petro che Vásquez saranno trasferiti e posti in un carcere della capitale, mentre le «prove materiali» saranno confiscate. Attraverso i suoi social network, il presidente Petro si è rammaricato per quello che è successo a suo figlio e si è detto fiducioso che lui rifletterà sui suoi errori, avvertendo che non interferirà nel caso. «Come persona e come padre», ha commentato via Twitter, «mi fa molto male tanta autodistruzione e il fatto che uno dei miei figli vada in carcere. Ma da presidente farò in modo che la procura abbia tutte le garanzie da parte mia per procedere in conformità con la legge». E ancora: «Auguro a mio figlio buona fortuna e forza. Possano questi eventi forgiare il suo carattere e possa riflettere sui propri errori. Come ho affermato davanti al procuratore generale, non interverrò né farò pressioni sulle sue decisioni. Possa la legge guidare liberamente il processo».
Han sido capturados por la fiscalía mi hijo Nicolás y su ex esposa Days
Como persona y padre me duele mucho tanta autodestrucción y el que uno de mis hijos pase por la cárcel; como presidente de la República aseguró que la fiscalía tenga todas las garantías de mi parte para…
Ennesimo femminicidio a Noriglio, frazione di Rovereto (Trentino), dove nella serata di venerdì 28 luglio 2023 un’infermiera è stata uccisa a colpi di accetta dal vicino al culmine di un litigio. L’uomo, 48 anni, ha confessato il delitto e si trova attualmente in carcere a Spini di Gardolo di Trento.
L’omicidio davanti agli occhi della madre della vittima
Secondo quanto ricostruito, Mara Fait stava tornando a casa dal lavoro insieme alla madre anziana, unica testimone oculare dei fatti. Ha incontrato il suo vicino e tra i due è nata un’accesa discussione, l’ennesima stando ai primi accertamenti. Pare infatti che i rapporti tra loro fossero difficili e conflittuali da anni, con frequenti dissidi per questioni condominiali sfociati anche in reciproche azioni legali. Dalle parole si è presto passati ai fatti e il 48enne, operaio di origini albanesi, ha preso un’accetta e ha colpito la donna alla testa. Dopo aver commesso il delitto ha abbandonato l’attrezzo in un cespuglio e si è diretto in caserma per autodenunciarsi. Agli inquirenti ha raccontato di non ricordare bene cosa sia successo: «Quando l’ho vista non ho capito più nulla». I carabinieri, coordinati dalla pm Viviana Del Tedesco, sono attualmente al lavoro sul caso. Hanno già ascoltato la madre della vittima, le cui dichiarazioni non sono però servite a dirimere il caso. Nessuno dei vicini avrebbe assistito alla scena.
La donna aveva chiesto l’attivazione del Codice Rosso
Stando a quanto si apprende dai legali dell’infermiera, la vittima aveva chiesto l’attivazione del Codice Rosso, il programma di tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Esasperata dalle ripicche e dalle minacce del vicino, Mara si era infatti rivolta alle forze dell’ordine, ma gli stessi avvocati hanno riferito che la sua richiesta è rimasta inascoltata.
Marco Cappato ha annunciato di volersi candidare alle elezioni suppletive in programma nel collegio di Monza il 22 e il 23 ottobre 2023. La tornata elettorale è stata indetta per decretare la personalità che siederà sul seggio di Silvio Berlusconi in Senato, attualmente vacante per la scomparsa del leader di Forza Italia. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, ex eurodeputato e attivista noto per le sue battaglie pro eutanasia legale, ha deciso di scendere in campo per portare in Parlamento i temi che gli stanno a cuore «e che di questi tempi sono a rischio o trascurati».
Azione, + Europa e Verdi-Sinistra sostengono la sua candidatura
Lo ha annunciato su Twitter lasciando intendere di non essere al momento legato ad alcun partito. Ha infatti invitato «chi pensa sia una buona idea e vuole dare una mano» a contattarlo così da organizzare la campagna elettorale.
Ho deciso di candidarmi alle elezioni per il seggio lasciato da Berlusconi al Senato. Voglio portare in Parlamento temi e battaglie che mi stanno a cuore e che di questi tempi sono a rischio, o trascurati. Chi pensa sia una buona idea e vuole dare una mano, mi contatti. Grazie!
Diverse forze politiche hanno già risposto al suo appello, prime tra tutte Azione e +Europa. Carlo Calenda ha annunciato che «noi ti daremo una mano» e Riccardo Magi ha auspicato che «attorno al suo nome si crei una coalizione più ampia possibile», esprimendo un sostegno convinto a nome del partito.
Apertura anche dai co-portvaoce di Europa Verde Eleonora Evi e Angelo Bonelli e dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: «Marco è una figura importante e significativa nelle battaglie per i diritti civili e per la transizione ecologica. Per questo auspichiamo che la sua disponibilità possa essere raccolta da tutte le forze di opposizione. Noi per parte nostra lavoreremo in questa direzione, quella di una alleanza per i diritti, la democrazia e il clima».
E il Pd?
Mancano per ora all’appello Italia viva e soprattutto il Partito democratico, che in quel collegio aveva ottenuto il 23,6 per cento. Per ora l’unica ad essere intervenuta, seppur con toni cauti, è la senatrice Simona Malpezzi all’Adnkronos: «Io sono sempre dell’idea che debbano decidere e valutare i territori. Quindi la federazione di Monza e Brianza. Penso che Cappato sia un simbolo di battaglie importanti, ma poi ci sono le politiche della quotidianità sui territori, il contatto con gli amministratori e con i cittadini. Per questo dico che prima di tutto deve essere la federazione locale a pronunciarsi e ad essere ascoltata, e anche il territorio tutto».
Cappato si scontrerà con Adriano Galliani
Dal polo opposto, il centrodestra dovrebbe candidare Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan e tra gli amici più cari del Cavaliere. La sua candidatura verrà proposta a Forza Italia da Antonio Tajani, che ha trovato in merito «il convinto consenso della famiglia Berlusconi».
Proporrò alla Segreteria nazionale di @forza_italia ed agli alleati il nome di Adriano Galliani come candidato al collegio senatoriale di Monza.Sul suo nome ho trovato il convinto consenso della famiglia Berlusconi che ho incontrato oggi a Milano.
Il partito dovrà valutarla ed eventualmente formalizzarla. Quella con Silvio «è un’avventura per tutta la vita e non è previsto che si interrompa», aveva dichiarato lo stesso Galliani nel 2013.
Joe Biden ha riconosciuto pubblicamente per la prima volta la sua settima nipote – una bambina di quattro anni che lo stesso figlio Hunter ha riconosciuto soltanto di recente. «Questa non è una questione politica, è una questione di famiglia», ha detto il presidente in una dichiarazione alla rivista People a proposito di Navy Joan Roberts. «I suoi genitori Hunter e Lunden stanno lavorando per instaurare una relazione nel migliore interesse della figlia, preservando la sua privacy il più possibile». Biden ha detto che lui e sua moglie Jill «vogliono solo ciò che è meglio per tutti i nostri nipoti, inclusa Navy».
Biden era stato criticato per aver ignorato l’esistenza della nipote
Le dichiarazioni arrivano dopo che, alcune settimane fa, Hunter e la madre della bambina hanno raggiunto un accordo sul mantenimento della piccola davanti a un tribunale dell’Arkansas. L’inquilino della Casa Bianca era stato duramente criticato dai repubblicani, secondo i quali la mancata accettazione della piccola nella famiglia fosse in contrasto con la sua immagine pubblica. La paternità di Hunter è stata confermata attraverso un test del Dna. Il primogenito del presidente ha altri quattro figli.
La riorganizzazione della Rai targata Meloni potrebbe passare anche da un ritorno di Marcello Foa, ex presidente dell’azienda sotto il governo Conte I. Considerato vicinissimo alla Lega di Matteo Salvini (il figlio ha anche lavorato nel suo staff), sarebbe alla trattativa finale per condurre il programma che sostituirà Forrest su Radio 1. La striscia quotidiana di Luca Bottura e Marianna Aprile, autodefinita come «l’approfondimento serio e rigoroso delle sciocchezze, l’analisi leggera e laterale delle notizie più pesanti», è stata recentemente chiusa senza preavviso.
A Marcello Foa la striscia mattutina di Rai Radio 1
Milanese classe ’63 e giornalista diviso tra Italia e Svizzera, Foa è stato amministratore delegato della holding del Corriere del Ticino e fondatore di un Osservatorio del giornalismo prima di essere designato come presidente di Viale Mazzini dall’esecutivo giallo-verde (2018). La sua figura, secondo quanto riporta Repubblica, sarebbe la prescelta per condurre il nuovo format che andrà in onda sul primo canale radio dell’azienda dopo le 9. Una notizia che arriva dopo le polemiche scatenate dall’improvvisa cancellazione di Forrest, che il (presunto) programma di Foa andrà a sostituire. «Nessuno», aveva denunciato Luca Bottura, uno dei conduttori, «ha comunicato il mancato rinnovo, e non c’è problema. Conoscendo la litania, prego solo i nostri 25 ascoltatori di non credere a chi dirà che erano meno di 25, che Radio 1 è tutta da rifondare, anzi che la radio va rifondata perché perdeva ascolti. […]. Avevo ben due offerte profumate che mi avrebbero permesso di saltare dal Titan prima dell’impatto, ma ho preferito l’implosione perché per me la Rai è la Rai. Un po’ come lo Stato: sgarrupato, talvolta insostenibile, ma decisivo. E migliorabile solo attraverso atti concreti. Dacché l’unica libertà politica che ci è data è ormai quella di essere buonisti. Cioè di provare a essere almeno decenti. La mia, la nostra è stata una resistenza gentile con l’orgoglio di portare i galloni del servizio pubblico».
Per me #Forrest è stato il programma della maturità. Nato per caso e per volontà di una direttrice non targabile politicamente, Simona Sala, ha cominciato il suo sferragliare allegro insieme a La Laura. Distaccarsi dalla quale non fu facile. Un’amica, un talento, una donna colta…
La firma di Foa non c’è ancora stata, ma la trattativa dovrebbe essere agli sgoccioli. Come lasciano intendere anche i post di alcuni esponenti della maggioranza di governo, in particolare del Carroccio, che gli hanno già augurato buon lavoro. Tra questi Claudio Borghi, senatore, e Alex Bazzaro, ex deputato ora capogruppo Lega Salvini Premier nel consiglio comunale di Venezia.
Oltre 100 mercenari del gruppo Wagner di stanza in Bielorussia si sono spostati verso il corridoio di Suwa?ki (noto anche come la breccia di Suwa?ki, ndr) che collega la Polonia con gli Stati baltici e separa la Bielorussia e la regione di Kaliningrad della Federazione Russa. Lo ha detto il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. «Ora la situazione è ancora più pericolosa. Abbiamo informazioni secondo cui oltre 100 mercenari del gruppo Wagner si sono spostati verso il corridoio di Suwa?ki vicino a Grodno, in Bielorussia», ha affermato alla radio Rmf come riporta il canale polacco Polsat News.
Perché il corridoio di Suwalki è così importante
Il corridoio di Suwalki è una striscia di terra di 65 chilometri che unisce Polonia e Lituania, incuneata tra Bielorussia e l’exclave russa di Kaliningrad. Un passaggio dove di recente il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak ha ordinato il rafforzamento della presenza militare per scongiurare ogni possibile minaccia proveniente da est (dopo che il leader della Wagner Prigozhin aveva deciso di ridispiegare i propri asset in Bielorussia). Quella di Suwalki viene ritenuta una striscia di terra di particolare importanza perché, se i russi ne assumessero il controllo, potrebbero arrivare arrivare via terra a Kaliningrad, dove ha sede la loro flotta sul mar Baltico, passando attraverso un paese amico come la Bielorussia. Un’azione che isolerebbe de facto le nazioni baltiche e renderebbe estremamente difficile per l’Alleanza atlantica intervenire in loro supporto.
Un 23enne italiano di origini marocchine, attualmente in stato di fermo presso la caserma dei carabinieri di Cologno Monzese (Milano), è accusato di aver ucciso, con più coltellate alla gola, la ex fidanzata, una 20enne italiana. Il delitto risale alla notte tra venerdì 28 e sabato 29 luglio 2023 ed è avvenuto nell’appartamento della ragazza a seguito di una serata trascorsa con quest’ultima e un’amica. Indagini in corso da parte dei carabinieri di Sesto San Giovanni per ricostruire la dinamica dei fatti e il movente dell’omicidio. Il 20enne si è presentato all’alba confessando il delitto presso il comando della Polizia Locale.
Prezzi di benzina e gasolio in forte rialzo, al punto che su qualche autostrada i listini della verde hanno già sfondato quota 2,5 euro al litro. Lo rivela Assoutenti che ha pubblicato la mappa del caro-carburante in Italia. Sulla A4 Venezia-Trieste la benzina, in base alle rilevazioni eseguite sui prezzi indicati dai gestori tra il 27 e il 28 luglio 2023, ha raggiunto il picco di 2,553 euro al litro per il servito, mentre il gasolio tocca i 2,4 euro/litro. Sulla A21 Torino-Piacenza, un litro di benzina viene venduto a 2,549 euro, 2,334 il gasolio. Supera la soglia dei 2,5 euro anche la A14 Bologna-Bari-Taranto, con 2,529 euro.
Assoutenti si appella al governo
Listini esorbitanti anche sulla rete urbana ed extraurbana di numerose regioni. Sulla via provinciale di Arpaise (Benevento), un litro di verde (servito) costa 2,552 euro, il gasolio addirittura 2,619 euro. In Calabria a Serra San Bruno (Vibo Valentia) benzina a 2,499 euro e diesel 2,359 euro. A Lucca 2,487 euro al litro la verde, 2,554 euro il gasolio. Questo il commento di Furio Truzzi, presidente di Assoutenti: «Chiediamo al governo di ricorrere a Mister Prezzi e alla Commissione di allerta rapida per monitorare con attenzione l’andamento dei prezzi di benzina e gasolio e svelare cosa avviene nella formazione dei listini durante tutta la filiera, dall’estrazione alla vendita presso i distributori».
Coldiretti: «Caro prezzi a valanga sulla spesa»
In un paese come l’Italia, dove l’88 per cento delle merci che arriva sugli scaffali viaggia su strada, l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio «ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori». È quanto ha affermato la Coldiretti in riferimento al rialzo dei prezzi di gasolio e benzina. A subire le conseguenze dei rincari, ha sottolineato l’associazione, «è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno a un terzo sul totale dei costi per frutta e verdura. Un effetto preoccupante che alimenta l’inflazione e pesa sul carrello». Il risultato, ha aggiunto, «è che per mangiare gli italiani hanno speso quasi 4 miliardi in più nell’ultimo semestre ma a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare le quantità acquistate».
«Sbloccare i collegamenti marittimi, ferroviari e aerei»
L’aumento del costo dei carburanti aggrava il gap competitivo dell’Italia a causa dei ritardi infrastrutturali, con il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante che a livello nazionale è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. «In tale ottica il Pnrr può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo», ha sottolineato il presidente Coldiretti Ettore Prandini.
«I russi vogliono forzare un gesto di pace che non desiderano»
Tutto è successo durante i campionati in corso a Milano, dove Kharlan ha dovuto sfidare Smirnova che gareggiava da neutrale. Quando quest’ultima ha allungato la mano, l’ucraina non ha contraccambiato ed è rimasta seduta in segno di protesta. Un gesto considerato da cartellino nero nella scherma, che le è costato una squalifica immediata. Solo dopo vari appelli il comitato della Fie ha “aggiustato” il regolamento riammettendo così la Kharlan e permettendole di partecipare alla gara a quattro contro l’Italia, dove l’Ucraina ha ottenuto la vittoria.
Mondiali scherma, l'ucraina Olga Kharlan batte la russa Smirnova. Non le stringe la mano (regolamento), le allunga solo la sciabola. La russa protesta 45'. La Kharlan è squalificata: gesto antisportivo.
Raggiunta dal Corriere della Sera, la sciabolatrice ha così spiegato in merito all’accaduto: «Forse c’è stato un malinteso. Mi avevano detto che era possibile salutare in quel modo. Invece quella ragazza voleva stringermi la mano. Non me l’aspettavo, l’ho considerata una provocazione. Sono assolutamente sicura che i russi avevano premeditato tutto e volevano forzarmi a un gesto di pace che loro in realtà non desiderano. Se fossero stati sinceri avrebbero accettato il saluto con le lame, era comunque un modo per rispettarsi».
«Non posso stringere la mano a chi rappresenta un invasore»
A chi le ha chiesto se si potrà mai tornare, tra russi e ucraini, alla situazione precedente la guerra, ha risposto: «Non so se riuscirò a vedere quel giorno. Hanno distrutto il concetto di fratellanza — almeno così la chiamavano — che caratterizzava le nostre relazioni. Forse tra 10 o 20 anni si potrà discutere di pace. Ma oggi è troppo presto. E troppi sono i danni». Prima della gara, ha raccontato, la sua famiglia l’ha chiamata da un rifugio anti-bombe. Impossibile per lei, dunque, gareggiare senza pensare a quello che stanno vivendo: «Non posso stringere la mano a chi rappresenta un invasore che fa certe cose ai miei cari e al mio Paese. Penso sia meglio non farlo mentre il conflitto va avanti, essere sulla pedana è già un gesto di rispetto».
L’Ucraina sconfigge l’Italia agli ottavi di finale
Intanto la squadra della Kharlan ha inflitto una dura sconfitta all’Italia agli ottavi di finale. Le azzurre Michela Battistin, Martina Criscio, Rossella Gregorio e Chiara Mormbile sono infatti state battute per 45-33 dalle avversarie. Le italiane torneranno in pedana contro la Cina per il tabellone dal nono al sedicesimo posto, mentre l’Ucraina sfiderà domenica 30 luglio gli Stati Uniti per accedere alle semifinali.
Nel weekend del 29 e 30 luglio 2023 sono attesi temporali a tratti forti al Nord e 38 gradi al Sud. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, ricorda che anche fenomeni meno intensi rispetto a quelli estremi registrati nelle ultime tre settimane, meritano attenzione: «Un ciclone centrato sulla Scozia invierà aria più instabile nordatlantica verso le regioni alpine e dal pomeriggio scoppieranno diversi temporali in montagna al Nord che potrebbero raggiungere in serata le pianure di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia-Giulia. Questi fenomeni, alimentati dall’elevata umidità presente in Pianura Padana, potrebbero essere a tratti intensi con grandine di grandi dimensioni».
Chicchi di grandine definiti grandi con diametro tra 1,9 e 4,45 cm
In base alla classificazione, i chicchi di grandine vengono definiti piccoli se il diametro è minore di 1,9 cm, grandi se compreso tra 1,9 e 4,45 cm, molto grandi tra 4,45 e 6,99 cm e giganti se il diametro è maggiore di 6,99 cm. Il chicco di 19 cm caduto in Friuli ad Azzano Decimo, pochi km a sud di Pordenone, era gigante e, secondo la classificazione della Tornado and storm research organisation, spiega Gussoni, oltre i 12,5 cm la categoria massima è indicata con “Noci di Cocco”.
Temperature meno roventi nei primi di agosto
Intanto, se al Nord arriveranno temporali con locali grandinate tra la sera del sabato 29 e la mattina di domenica 20, al Centro andrà meglio in termini di sollievo dal caldo, mentre al Sud la spinta anticiclonica africana tornerà a far parlare di sé, seppur per poco tempo. Sono attese massime fino a 38 gradi ad Agrigento, Oristano e Siracusa, 37 gradi a Catania, Foggia e Ragusa. Poi il mese di agosto, rileva Gussoni, «potrebbe iniziare con ancora un po’ di instabilità e rovesci al Nord» ma con temperature meno roventi al Sud.
Chiara Ferragni ha reso nota, tramite un post condiviso sul suo account Instagram, la scomparsa della sua cagnolina Matilda. Bulldog francese con lei da 13 anni, da quando la sua carriera social non era ancora del tutto decollata, tempo fa aveva sconfitto un glaucoma all’occhio.
È morta Matilda, il cane di Chiara Ferragni
«Tutto quello che volevo dirti te l’ho detto all’orecchio in questi giorni, ma tanto tu già sapevi tutto». Inizia così il post dell’imprenditrice digitale, corredato da una serie di scatti insieme al quattro zampe. «In questi 13 anni insieme sei stata la mia bambina e allo stesso tempo la mia amica pronta a farmi sempre compagnia e a farmi sentire amata quando più ne avevo bisogno. Mi bastava abbracciarti e sentire il tuo profumo per sentirmi a casa perché è proprio quello che sei stata sempre: la mia famiglia. E hai fatto anche di più, hai “creato” quella che è la nostra famiglia: eri tu “il cane di Chiara Ferragni” di quella canzone che mi ha fatto conoscere il papà nel 2016. Ci pensi se non fossi stata la mia Matildona come poteva essere diversa la mia vita?». Il riferimento è alla canzone del marito Fedez Vorrei ma non posto e al suo celebre verso «il cane di Chiara Ferragni ha il papillon di Vuitton e un collare con più glitter di una giacca di Elton John». Parole galeotte che fecero conoscere la coppia che, da allora, non si è mai separata.
«Quando ti ho scelta, ancora ragazzina, mai avrei pensato che avresti conosciuto i miei bambini, e invece sei stata stupenda anche nel ruolo di “sorella maggiore”: hai regalato loro l’esperienza di amore incondizionato verso un animale che diventa famiglia. Ieri, dopo averti salutata per l’ultima volta, ho provato a spiegare a Leo che eri andata in cielo e ci avresti sempre protetti da una nuvoletta lassù. E lui mi ha chiesto come potevamo riconoscere la nuvola perché cosi potevamo salutarti sempre anche noi. Spero di averti fatto vivere una bella vita e di averti fatto sentire il mio amore ogni giorno, perché io il tuo l’ho sentito sempre. Mi mancherà tutto di te Mati, ti saluterò ogni giorno su quella nuvoletta. Sarai per sempre la mia prima bimba».