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Dalla psilocibina all’oppio: quando le droghe curano
Chi l’avrebbe detto che la controcultura degli Anni 60, che includeva una larga sperimentazione di droghe psichedeliche come l’Lsd da parte di artisti, scrittori e musicisti, sarebbe servita per sviluppare nuovi farmaci? Una delle ultime scoperte in questo senso è che la somministrazione della psilocibina, sostanza contenuta in alcuni funghi allucinogeni, accompagnata da un sostegno psicologico, può aiutare a curare l’anoressia nervosa. La ricerca, condotta su un gruppo di 10 donne adulte tra i 18 e i 40 anni, è stata pubblicata su Nature Medicine e indica una nuova possibilità di trattamento per questo complesso disturbo mentale.
I risultati dello studio sulla psilocibina come trattamento dell’anoressia nervosa
Lo studio, condotto da Stephanie Knatz Peck e colleghi dell’Università della California, ha indagato la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia esplorativa di una singola dose di 25 mg di psilocibina sperimentale COMP360, una forma sintetica sviluppata da COMPASS Pathways. La dose è stata somministrata insieme al supporto psicologico alle partecipanti, le quali sono state monitorate per tre mesi dopo l’assunzione. L’anoressia nervosa è caratterizzata da un’eccessiva e ingiustificata preoccupazione riguardo il cibo, il peso e la forma del corpo, ed è notoriamente difficile da trattare. I risultati preliminari dello studio sono stati promettenti. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi e gli effetti acuti del trattamento con psilocibina sono stati ben tollerati dalle pazienti. Inoltre, il 90 per cento delle partecipanti ha considerato il trattamento significativo e positivo, esprimendo interesse per ulteriori terapie basate sulla psilocibina, se disponibili. I risultati qualitativi autosegnalati dalle pazienti hanno rivelato che quattro di loro hanno mostrato significative riduzioni nei punteggi dei disturbi alimentari a tre mesi di follow-up, raggiungendo la remissione dalla psicopatologia. Gli autori dello studio sottolineano che questi risultati, seppur promettenti, sono ancora preliminari e richiedono ulteriori ricerche. Il campione di partecipanti era ridotto e non è stato incluso un gruppo di controllo con placebo, il che richiede ulteriore cautela nell’interpretazione dei dati. Attualmente, non esistono trattamenti comprovati o farmaci approvati per la cura dell’anoressia nervosa.

Come viene impiegata la psilocibina in medicina
Come detto, la psilocibina è un composto psichedelico presente in alcuni tipi di funghi allucinogeni, ed è stata finora impiegata in medicina principalmente per fini di ricerca e sperimentazione clinica, soprattutto nel campo della psicoterapia. Questa sostanza agisce sul sistema nervoso centrale, interagendo con i recettori serotoninergici del cervello, il che porta ad alterazioni temporanee della percezione, delle emozioni e del pensiero. Gli effetti psichedelici della psilocibina possono includere allucinazioni, cambiamenti dell’umore e un senso di connessione più profonda con la propria coscienza. Negli ultimi anni, questa sostanza ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per i suoi potenziali benefici terapeutici in vari disturbi mentali. Gli studi hanno esaminato l’effetto della psilocibina nel trattamento di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico (Ptsd), e su pazienti allo stadio terminale.

Le droghe come cura: dall’oppio alle anfetamine
Nella storia della medicina, le sostanze conosciute come “stupefacenti” hanno rivoluzionato il trattamento del dolore, delle patologie croniche e persino di alcune malattie mentali. Basta pensare all’oppio da cui si estrae la morfina, efficace analgesico che ha rivoluzionato il trattamento del dolore ma che rischia di generare dipendenza. L’introduzione dei farmaci analgesici oppioidi, come l’ossicodone e la fentanyl, ha però aperto nuove possibilità nel trattamento del dolore cronico e post-operatorio. Come accaduto più recentemente con la cannabis. La ketamina invece viene a volte utilizzata in ambito medico e veterinario come anestetico, mentre psicostimolanti del tutto simili alle anfetamine sono utilizzati nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività.