Daily Archives: 7 Settembre 2023

Bruxelles, l’ad di Ryanair preso a torte in faccia da attivisti per il clima

Torte in faccia per ‘amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary. Giovedì mattina, mentre si trovava a Bruxelles davanti alla sede della Commissione europea per protestare contro i ripetuti scioperi dei controllori del traffico aereo nell’Ue – che hanno avuto un impatto sulla compagnia aerea irlandese low-cost – e consegnare una petizione firmata a quanto pare da oltre un milione di passeggeri contro le chiusure degli spazi aerei, è stato vittima di un blitz di due attivisti per il clima. «Benvenuto in Belgio», hanno gridato mentre tiravano le torte, aggiungendo: «Stop all’inquinamento degli aerei».

«Abbiamo tariffe basse e gustose!»: la risposta di Ryanair su X

O’Leary – che posava accanto a un’immagine di cartone della presidente Ursula von der Leyen – ha reagito con ironia della bravata. «Accoglienza calorosa a Bruxelles oggi per festeggiare le nostre sette nuove rotte per l’Inverno 2023. I passeggeri sono così soddisfatti delle nostre rotte e della petizione che stanno festeggiando con una torta. Abbiamo tariffe basse e gustose!», ha scritto su X la stessa Ryanair pubblicando una foto di O’Leary sporco di crema.

Sul proprio profilo la compagnia ha poi pubblicato altri due post cavalcando l'”attacco” ambientalista ai danni dell’ad. «Invece di comprare torte alla crema, allo stesso prezzo si sarebbe potuto acquistare un volo dal Belgio». E, ancora: «Peccato che fosse una crema a base di soia, sicuramente non gustosa come quella vera».

Nuovo sciopero per i piloti Ryanair per salario e condizioni di lavoro

La protesta degli attivisti avviene mentre i piloti di Ryanair in Belgio hanno annunciato un nuovo sciopero per il 14 e 15 settembre – il quarto in due mesi – per questioni di salario
e condizioni di lavoro.

Violenza sulle donne: la Camera approva le nuove norme sul Codice rosso

A poche ore dall’ultimo femminicidio, arriva il via libera definitivo dell’Aula della Camera al disegno di legge per l’avocazione delle indagini per i delitti di violenza domestica o di genere. Il testo è stato definitivamente licenziato a Montecitorio con 200 voti a favore, nessun contrario e 61 astenuti (Pd e Avs).

Cosa cambia: la norma

La norma si inserisce nell’ambito del cosiddetto Codice rosso: prevede un’ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d’appello, che ricorre quando il pm, nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, non senta la persona offesa entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.

Semenzato: «Passare dalle parole ai fatti in tempi brevi»

«In questo provvedimento ci poteva anche essere altro, ma bisognava passare dalle parole ai fatti in tempi brevi; aprire ora un dibattito su nuovi spunti di contenuto avrebbe allungato i tempi di approvazione», ha affermato la presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e le violenze di genere, Martina Semenzato (Noi moderati), sulla proposta di legge approvata dalla Camera.

 

 

Infermiera uccisa a Roma: Harrati resta in silenzio davanti al gip

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Adil Harrati, il 45enne di origini marocchine accusato del femminicidio di Rossella Nappini, l’infermiera 52enne uccisa a coltellate lunedì 4 settembre nell’androne del palazzo in cui viveva assieme ai due figli e all’anziana madre.

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L’aggravante della premeditazione

Nell’ambito dell’udienza di convalida, nel carcere di Regina Coeli, l’uomo è rimasto in silenzio davanti al gip. Nei confronti dell’indagato la procura capitolina contesta l’aggravante della premeditazione. Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta del pm.

Sfera dorata misteriosa scoperta in Alaska: un uovo o una spugna?

Singolare scoperta sul fondale dell’Oceano Pacifico, a largo dell’Alaska. Una missione di ricerca della Noaa, la National Oceanic and Atmospheric Administration, ha infatti rinvenuto una misteriosa sfera dorata la cui consistenza ricorderebbe il tessuto cutaneo. «Un caso simile scatena l’eccitazione», ha spiegato al Guardian Kerry Howell, professore di Ecologia delle profondità marine a Plymouth. «Ti chiedi subito da dove possa essere arrivato». Stando alle prime analisi sul Dna, potrebbe trattarsi di un uovo deposto da una creatura sconosciuta o di una spugna marina. Ulteriori misurazioni fino al prossimo 15 settembre stabiliranno con maggiore chiarezza la provenienza dell’oggetto.

La sfera dorata presenta un foro al centro, forse fatto da un predatore. Presto un test del Dna: «È come l’inizio di un film horror».
Un dettaglio della sfera dorata trovata sul fondo del Pacifico (YouTube).

La sfera dorata è stata prelevata e trasferita in laboratorio

Il ritrovamento ha avuto luogo a circa tre chilometri di profondità a largo della costa pacifica dell’Alaska. Qui, dal 30 agosto, la Noaa sta effettuando una serie di ricerche per esplorare il golfo fino alla profondità di circa cinque chilometri con l’obiettivo di approfondire la conoscenza su coralli e specie marine che vivono lontano dalla luce del sole. Si spera anche di saperne di più sulla conformazione geologica del fondale, tra cui i cosiddetti vulcani di fango. La sfera dorata, che gli scienziati hanno impropriamente ribattezzato come uovo, si presentava lucida e ben definita, con un foro al centro. È probabile che sia l’effetto di una schiusa avvenuta nei giorni addietro oppure che sia l’esito dell’irruzione di un predatore.

Gli scienziati della Noaa hanno dapprima provato a “solleticare” la sfera dorata con un braccio meccanico comandato a distanza. Hanno poi deciso di prelevarla dal fondale dell’oceano con una provetta al fine di sottoporla a diversi test da laboratorio. «Speriamo solo che a un certo punto qualcosa non voglia spuntare fuori», ha ironizzato uno scienziato al Guardian. «È come l’inizio di un film horror». Una volta fatto uscire dall’acqua, l’oggetto ha immediatamente assunto un colore diverso, spostandosi dall’oro verso un mix tra giallo e marrone. L’idea che si tratti di un uovo affonda le sue radici sulla consuetudine di molte specie marine di deporre sul fondale, evitando che i cuccioli vengano spazzati via dalle correnti oceaniche. Alcuni non escludono che si tratti di una speciale spugna, animale di conformazione porosa che vive attaccandosi alle rocce.

Spesa, la classifica dei supermercati più convenienti

Pubblicata l’annuale indagine sui supermercati in Italia a cura di Altroconsumo. Secondo l’inchiesta, una coppia con due figli, che spende mediamente 8.548 euro l’anno (dati Istat) può arrivare a risparmiare fino a 3.455 euro acquistando i prodotti in assoluto più economici in vendita nei discount. Da segnalare che i discount hanno aumentato maggiormente i prezzi del 15 per cento, ma restano comunque l’insegna più conveniente.

L’analisi e la rilevazione

L’indagine misura il posizionamento di prezzo dei punti vendita e delle catene della GDO sulla base di quattro possibili panieri di spesa (prodotti di marca, a marchio commerciale, più economici e misto), sintetizzando l’analisi di quasi 1.600.000 prezzi di tutti i prodotti presenti a scaffale in 125 categorie di prodotti alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona e alimenti per animali. La rilevazione è stata effettuata dal 7 marzo al 1° aprile 2023, in ben 1.203 negozi distribuiti in 67 città italiane.

La classifica dei supermercati più convenienti

I primi classificati, a pari merito, fra le catene sono Esselunga Superstore e Famila Superstore per i prodotti di marca; In’s per i prodotti economici, a cui seguono Aldi, Dpiù, Eurospin e Prix Quality. Per la spesa con prodotti a marchio commerciale (private label), dalla quale sono esclusi i discount, l’insegna che risulta avere i prezzi più convenienti, al momento delle rilevazioni, è Spazio Conad, seguito da Ipercoop con indice 103.

Le città in cui si risparmia di più

L’indagine incorona Vicenza, dove si trova il supermercato con la possibilità di spesa minima più bassa, che in valori assoluti equivale a circa 5.833 euro: una differenza di quasi 1.000 euro all’anno rispetto alla spesa media di una famiglia italiana (6.780 euro all’anno). In generale le città più economiche, con spesa minima inferiore ai 6.000 euro sono tutte del nord-est, zona che si conferma ancora una volta la più alta a livello concorrenziale. Mentre Sassari e Palermo risultano ultime in classifica e più care di Vicenza di quasi 1.000 euro l’anno.

Roma, fratellini abbandonati e denutriti curati all’Umberto I: la storia

Nelle scorse ore l’ospedale Umberto I di Roma ha condiviso via social la storia di due fratellini di 4 e 6 anni abbandonati e denutriti trovati vicino al Grande Raccordo Anulare e portati al Pronto Soccorso lo scorso 10 maggio in condizioni molto critiche.

La storia di Pietro e Paolo: il loro percorso di rinascita all’Umberto I

«Non vogliamo tornare dalla mamma, abbiamo fame, vogliamo il gelato», hanno detto i due piccoli spaventati e con evidenti lividi alla polizia che li ha trasportati al Pronto Soccorso romano. La situazione è parsa fin da subito molto grave, e al contempo delicata: i minori presentavano segni di sporcizia, ematomi ed erano evidentemente stati vittime di maltrattamenti. Ricoverati nel reparto di terapia intensiva pediatrica i due bambini, ribattezzati dai medici Pietro e Paolo, avevano tracce di terra nello stomaco, ingoiata forse per la fame. 

Ora i due fratellini sono adottabili

Nonostante il trauma, i due fratellini sono riusciti piano piano a riprendersi, supportati anche da cinque infermieri che per giorni li hanno seguiti. Come confermato, oggi Pietro e Paolo stanno bene e sono ospiti di una casa famiglia. L’ospedale, dove i bimbi sono tornati proprio di recente per un controllo di routine, ha anche confermato che i due minori sono attualmente adottabili.

Mario Sechi nuovo direttore responsabile di Libero, e c’è pure Capezzone

Era nell’aria da tempo, dopo l’esperienza fallimentare da portavoce della premier Giorgia Meloni. Mario Sechi ha fatto retromarcia, lasciando il posto da ufficio stampa e tornando a fare il giornalista: è stato nominato nuovo direttore responsabile di Libero. Sechi aveva provato a curare la comunicazione della presidenza del Consiglio da marzo 2023, ma non era mai riuscito a entrare nelle grazie della leader di Fratelli d’Italia e del suo “cerchio magico”, costituito soprattutto dalla sorella Arianna, dalla segretaria Patrizia Scurti e dall’altra portavoce, Giovanna Ianniello, che lo hanno sempre scavalcato.

Mario Sechi nuovo direttore responsabile di Libero, e c'è pure Capezzone
Da sinistra, Giovanna Ianniello, Patrizia Scurti e Mario Sechi (Imagoeconomica).

Sechi ha alle spalle una lunga carriera: classe 1968, ha lavorato in diverse realtà editoriali: ha diretto L’Unione Sarda, Il Tempo e l’agenzia di stampa Agi; è stato vicedirettore de il Giornale, di Libero e del settimanale Panorama. È stato autore e conduttore per la Rai e Radio24, è un autore Mondadori, fa parte del comitato editoriale di Aspenia, la rivista di geopolitica dell’Aspen Institute, ha scritto per Il Foglio, ha iniziato la carriera a L’Indipendente, sotto la direzione di Vittorio Feltri.

Capezzone era editorialista del quotidiano La Verità

Con lui ci sarà anche Daniele Capezzone nel ruolo di direttore editoriale. Ha lasciato da sei anni la politica attiva, dopo aver militato soprattutto nei Radicali e in Forza Italia. Negli ultimi cinque anni è stato editorialista del quotidiano La Verità ed è tuttora commentatore dei programmi di informazione delle reti Mediaset. Libero si conferma dunque un cantiere aperto, con l’editore che nel dare la notizia ha ringraziato Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri per i risultati raggiunti. Ora l’obiettivo del giornale è aumentare la presenza digitale con nuovi progetti e format editoriali. Le novità saranno anche logistiche, visto che Libero e il Giornale si trasferiscono sotto lo stesso tetto: la nuova sede comune di lavoro sarà il palazzo di La Presse, a Milano, in via dell’Aprica.

Mario Sechi nuovo direttore responsabile di Libero, e c'è pure Capezzone
Daniele Capezzone (Imagoeconomica).

Sallusti e Feltri traslocano a il Giornale

Già ma Sallusti e Feltri che fanno? Di certo non vanno in pensione, ma si spostano a il Giornale, in un classico rimpallo tra i due quotidiani di area centrodestra. Il nuovo consiglio di amministrazione, presieduto da Giampaolo Angelucci con la presidenza onoraria di Paolo Berlusconi e quella dell’amministratore delegato Nicola Speroni, che lascia “Unidad Editorial” per dedicarsi a questa nuova avventura, ha varato i nuovi vertici del quotidiano: Sallusti nominato direttore responsabile, Feltri direttore editoriale.

Mario Sechi nuovo direttore responsabile di Libero, e c'è pure Capezzone
Alessandro Sallusti (Imagoeconomica).

Nuovi opinionisti come Mike Pompeo e Luttwak

In una nota, è stato spiegato che «si tratta di scelte che garantiscono continuità alla linea politica e culturale del quotidiano fondato nel 1974 da Indro Montanelli per dare voce alla borghesia liberale conservatrice e difenderne i valori e gli interessi portanti. Il consiglio ha dato mandato ai nuovi vertici giornalistici ed editoriali, alla vigilia del cinquantesimo compleanno della testata, di avviare un radicale e veloce sviluppo del prodotto per stare al passo con gli standard di qualità e prestigio che il moderno e articolato mondo dell’informazione multimediale oggi richiede. Tra i primi provvedimenti è stata approvata l’assunzione con la carica di vicedirettore di Osvaldo De Paolini, firma storica del giornalismo economico e l’ingresso, come collaboratori, di prestigiosi opinionisti nazionali e internazionali quali Mike Pompeo, già segretario di Stato americano e Edward Luttwak, economista e politologo di fama internazionale già consulente di diversi presidenti americani».

Mario Sechi nuovo direttore responsabile di Libero, e c'è pure Capezzone
Vittorio Feltri (Imagoeconomica).

Confermati i vicedirettori Porro, Del Vigo e Zucchetti

Ringraziamenti di rito per il direttore uscente Augusto Minzolini, che rimane a il Giornale come editorialista. Confermati i tre attuali vicedirettori Nicola Porro, Francesco Del Vigo e Marco Zucchetti. Infine un «ringraziamento particolare alla famiglia Berlusconi che resta socio azionista, dando un importante segnale di quanto fermamente creda nel progetto».

Cina, Xi Jinping e la guerra allo spionaggio

Una mobilitazione generale per difendersi da possibili “nemici stranieri” infiltrati nel Paese. La Cina sta cercando di arruolare il maggior numero di cittadini nella “guerra totale” che il Partito Comunista ha lanciato contro le spie estere. Agli occhi di Pechino, le minacce potrebbero annidarsi ovunque: all’interno delle multinazionali, sui social media e persino nelle università. «La sicurezza nazionale è il fondamento del ringiovanimento nazionale e la stabilità sociale è il prerequisito per la prosperità», si legge nel primo post pubblicato su Wechat dal ministero per la Sicurezza dello Stato, un dipartimento solitamente restio ad apparire sotto i riflettori e incaricato di supervisionare la polizia segreta e i servizi di intelligence del Paese. Il titolo del post è emblematico: «L’anti spionaggio richiede la mobilitazione di tutta la società!».

Cina, Xi Jinping e la guerra allo spionaggio
Tra le categorie a rischio di essere cooptate dai servizi stranieri per Pechino ci sono i giovani utenti dei social (Getty Images).

I motivi della stretta anti-spionaggio di Pechino

Tra l’esigenza di rafforzare la vigilanza nazionale e il rischio che questa chiamata alle armi si trasformi in una paranoia collettiva, Xi Jinping ha presentato la sua nuova agenda. Al primo posto non c’è più la crescita economica, bensì il binomio sicurezza-prevenzione. Non è un caso che lo scorso maggio il presidente cinese abbia ammonito la commissione per la Sicurezza nazionale facendo presente la necessità di «essere preparati agli scenari peggiori ed estremi», invitando i funzionari a «migliorare il monitoraggio in tempo reale» e a «prepararsi per il combattimento reale». Insomma, Pechino è sul chi vive. Oggi più che mai. Il senso di urgenza di misure del genere potrebbe dipendere dal fatto che la Cina sta affrontando alcune delle sfide più importanti dall’ascesa di Xi. Come il rallentamento economico figlio di varie crisi (in primis quella immobiliare), l’emergere di problemi sociali prima sconosciuti come la disoccupazione giovanile e le crescenti tensioni con l’Occidente. La stretta è arrivata a luglio, quando Pechino ha rivisto la legge anti spionaggio ampliando le attività che costituiscono reato. La normativa, che consente alle autorità preposte di avere accesso a dati, apparecchiature elettroniche e informazioni personali, vieta il passaggio di informazioni relative alla sicurezza nazionale. Allo stesso tempo però non specifica quale tipo di informazioni siano da considerarsi tali, dando alle autorità un enorme se non totale potere discrezionale.

Cina, Xi Jinping e la guerra allo spionaggio
Il presidente cinese Xi Xinping (Getty Images).

Appelli, app e video sui treni: gli effetti della guerra alle spie

Gli effetti della guerra alle spie sono ben visibili. Su alcuni treni ad alta velocità per esempio, come riportato dal Nyt, un video in loop avverte i passeggeri di fare attenzione quando scattano foto da condividere sui social, dal momento che le immagini potrebbero catturare informazioni sensibili. In vari uffici governativi, soprattutto dove si archiviano documenti, sono appesi cartelli che ricordano al personale di «costruire una linea difensiva popolare» contro la diffusione di informazioni sensibili. Un hotel situato nella città balneare di Yantai, solito pubblicizzare sui social soggiorni e cene, qualche mese fa ha pubblicato una lista con le categorie di persone che il ministero della Sicurezza ritiene maggiormente a rischio cooptazione da parte di nemici stranieri. E tra i maggiormente attenzionati figurano coloro che hanno studiato all’estero e i «giovani utenti di internet». A Chongqing, una megalopoli di oltre 32 milioni di abitanti, è stata approvata una versione locale della legge nazionale sul controspionaggio che impone alle istituzioni controlli di sicurezza quando organizzano viaggi all’estero. E non è finita. L’Amministrazione nazionale ha lanciato un’app per seguire un corso sulla protezione dei segreti e pare che molte università e aziende abbiano ‘consigliato’ a studenti e dipendenti di seguire le lezioni. La prima si apre con una citazione di Mao Zedong sull’importanza della riservatezza, mentre in un’altra si mettono in guardia i possessori di iPhone e dispositivi Android perché in quanto prodotti stranieri potrebbero essere vulnerabili a manipolazioni. Il recente appello di Xi alla guerra contro lo spionaggio rievoca le campagne radicali con cui il grande timoniere consolidò il proprio potere, ma questo non significa che sia in corso una nuova Rivoluzione Culturale. I tempi – e soprattutto la società – sono cambiati, anche se la sicurezza nazionale pare essere tornata a essere la priorità.

Tim cede a Buffetti i sistemi di cassa retail di Olivetti

Tim, attraverso Olivetti, e Buffetti (gruppo Dylog) hanno siglato un accordo per l’acquisizione da parte di Buffetti del ramo d’azienda di Olivetti dedicato ai sistemi di cassa per il settore retail. Lo si legge in una nota secondo cui «l’intesa amplierà il portafoglio dell’offerta Buffetti in un mercato in cui Olivetti detiene una quota significativa; per questo Buffetti intende effettuare importanti investimenti in nuovi prodotti e servizi per i rivenditori Olivetti».

Buffetti «riferimento per il mondo del lavoro»

Grazie ad una rete di oltre 800 punti vendita diffusi su tutto il territorio nazionale, «Buffetti si consolida così come punto di riferimento italiano per il mondo del lavoro», viene sottolineato nel comunicato. Per Olivetti e il gruppo Tim l’iniziativa rappresenta un ulteriore step del piano strategico che mira a focalizzare le attività del gruppo sulle componenti core per massimizzare i risultati operativi.

Matteo Salvini a passeggio per Roma: «Bella, ma quanta monnezza»

Matteo Salvini, passeggiando per il centro di Roma, giovedì mattina ha girato un video poi pubblicato sul social. Prima il vicepremier commenta: «Camminare per Roma la mattina senza traffico e caos è tanta roba, è ancora più bella». Poi ha spostato l’inquadratura su un cumulo di rifiuti abbandonati in un’aiuola. «Certo fra monumenti straordinari: monnezza, monnezza, monnezza. C’è tanto da fare».

 

Strage di piazza della Loggia: stop al processo, si torna all’udienza preliminare

Si ferma ancora prima di cominciare il nuovo processo per la strage di piazza della Loggia di Brescia a carico di Marco Toffaloni, oggi sessantenne, all’epoca dei fatti minorenne e per questo giudicato davanti al tribunale dei minori di Brescia. I giudici hanno accolto l’eccezione del difensore dell’imputato, che da anni vive in Svizzera con le generalità di Franco Maria Muller.

Manca la firma autentica

Non è infatti presente la sua firma autentica sull’elezione di domicilio, non si può affermare con certezza che Toffaloni fosse al corrente della fissazione dell’udienza preliminare a suo carico. «Meglio un passo indietro oggi, che tre domani. Ciò che ci interessa» – ha detto Manlio Milani, presidente dell’associazione delle vittime di piazza Loggia – «è l’accertamento della verità e che questa, una volta raggiunta, sia inattaccabile sotto tutti i punti di vista». Si torna quindi all’udienza preliminare.

Gerry Scotti fa colazione con Amadeus: c’è aria di Sanremo 2024?

Sono bastate poche foto caricate online per accendere la curiosità dei fan del Festival di Sanremo: e se gli ultimi scatti apparsi sul profilo di Amadeus in compagnia di Gerry Scotti fossero un indizio di quello che dovremmo aspettarci dall’edizione 2024 della kermesse della canzone italiana?

Amadeus e Gerry Scotti insieme a colazione: c’è chi pensa che c’entri il Festival di Sanremo 2024

Il lavoro sul Festival di Sanremo, si sa, inizia fin dal giorno dopo della finale. Amadeus è già stato confermato al timone della manifestazione 2024 (sarà il suo quarto Festival di fila), alla luce dei risultati in termini di share registrati nelle edizioni sotto la sua direzione artistica: considerato che il cast del prossimo Festival sarà confermato tra circa tre mesi, è dunque possibile che nel frattempo “Ama” stia vagliando pure le ipotesi per la co-conduzione. E quale migliore possibile spalla se non Gerry Scotti, conduttore Mediaset molto apprezzato dal pubblico al cui curriculum ormai manca praticamente solo il Festival?

Almeno per il momento, il post di Amadeus dev’essere preso per quello che è, ovvero una semplice colazione in compagnia di un caro amico, conosciuto ai tempi di Radio Deejay. Ma tanto è bastato per far discutere chi vorrebbe da tempo vedere “Zio Gerry” sul palco dell’Ariston (l’hashtag #Sanremo2024 è tra l’altro già schizzato in vetta ai trend di X).

Amadeus sta selezionando le canzoni per Sanremo 2024: «Penso arriveremo a 400 brani»

In una recente intervista al Corriere della Sera, Amadeus ha concesso qualche piccolissima anticipazione sull’edizione 2024 della kermesse, alla quale sembra che in tanti vogliano partecipare, persino più del solito. Il conduttore ha commentato, a proposito: «Posso prevedere una presenza notevole. L’anno scorso ho ascoltato 300 brani, quest’anno penso arriveremo a 400. Tante, troppe? Non è un problema.La selezione e la scelta delle canzoni è forse la cosa che mi piace di più. Ovviamente ho già dei pensieri, delle idee, a volte mi sveglio alle tre di notte per segnarmi uno spunto da sviluppare».

Scomparsa da 7 anni: «È stata uccisa e il corpo dato in pasto ai maiali»

È stata uccisa e il suo cadavere dato in pasto ai maiali. Dopo sette anni, si fa luce sul giallo di Maria Chindamo, l’imprenditrice di 42 anni di Limbadi (Vibo Valentia) scomparsa il 6 maggio del 2016.  È quanto è emerso dall’operazione antimafia Maestrale-Carthago, condotta dalla Dda di Catanzaro, di cui giovedì 7 settembre è stata condotta una seconda “tranche” con l’arresto di 81 persone da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia.

Il killer sarebbe Salvatore Ascone

A uccidere Maria Chindamo, il cui corpo secondo l’accusa fu fatto sparire dandolo in pasto ai maiali, sarebbe stato, secondo le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, Salvatore Ascone, di 57 anni, arrestato nel blitz dei carabinieri. L’imprenditrice sarebbe stata eliminata a causa della relazione che aveva avviato dopo il suicidio del marito, Vincenzo Puntoriero, avvenuto nel 2015. Ascone avrebbe commesso l’omicidio insieme con altre due persone una delle quali era all’epoca minorenne, mentre l’altra è nel frattempo deceduta. L’assassinio di Maria Chindamo avrebbe avuto inoltre come movente l’interesse di alcune cosche della ‘ndrangheta del Vibonese per alcuni terreni di cui l’imprenditrice aveva acquisito la proprietà dopo il suicidio del marito.

Dl contro la criminalità minorile, Tajani: «Lo stop ai cellulari non è risolutivo»

«Lo stop ai cellulari? Non è una questione risolutiva. Certamente per un giovane è un segnale forte ma non è che si risolve perché poi, magari, se lo fanno prestare dal fratello o trovano il modo di usarlo». Lo ha detto il segretario di FI e ministro degli Esteri Antonio Tajani interpellato a margine della presentazione della legge Mai sole su una delle misure emerse del dl contro la criminalità minorile.

LEGGI ANCHE: Dl contro la criminalità minorile: nella bozza lo stop ai cellulari dai 14 anni

«Fondamentale la rieducazione in carcere»

«È uno strumento aggiuntivo, io penso sempre che l’aspetto fondamentale sia la rieducazione in carcere, per questo è giusto che gli istituti di detenzione minorile ci puntino ancor più degli altri», ha aggiunto. Tajani ha poi commentato le parole di Salvini, riguardo ai minorenni che meritano il carcere se si macchiano di reati gravi. «Non possiamo che considerare un 14enne che gira armato un criminale. Detto questo, ci sono le carceri minorili che devono lavorare per la rieducazione. Non dobbiamo mai rinunciare alla possibilità di far sì che questi giovani si allontanino dal mondo del crimine».

Milan, rimossa la divisa pre-gara nerazzurra dopo le polemiche degli ultras

È durato poco più di qualche ora il nuovo kit pre-gara del Milan. La società rossonera ha infatti dovuto rimuovere la divisa dal proprio store per le accese polemiche dei suoi tifosi, tra cui gli ultras. Il motivo? Richiamava troppo da vicino i colori degli acerrimi rivali dell’Inter, tra l’altro a poco più di una settimana dal derby. La nuova giacca e la T-Shirt allegata, infatti, si presentavano con un motivo a fantasia su sfondo nero, una fascia rosa sulla spalla destra e, soprattutto, un’altra di colore azzurro sul lato sinistro. Non è ancora chiaro però se la rimozione del kit sia definitiva oppure temporanea. Immediati anche gli sfottò dei tifosi nerazzurri, che hanno accusato i cugini di copiare l’altra sponda di Milano sia in alcuni cori e ora anche per le divise ufficiali.

Una fascia azzurra sulla manica sinistra del kit del Milan richiamava i colori dell'Inter. L’ira della Curva Sud: «Gesto irrispettoso e inaccettabile».
La divisa pre-gara del Milan che ha scatenato le polemiche (Twitter).

Milan, la rabbia della Curva Sud su Instagram: «Inaccettabile»

Oltre che scatenare una polemica sui social tra i tifosi del Diavolo, la nuova divisa aveva acceso le ire della Curva Sud rossonera che su Instagram ha pubblicato un comunicato su cui campeggia la scritta a caratteri cubitali «Adesso Basta». Pur riconoscendo le strategie di marketing che, con il tempo, hanno portato tutte le società a modificare le maglie da gioco e allontanarsi dalla tradizione, gli ultras ritengono che stavolta si sia oltrepassato il limite. «Produrre una divisa con un richiamo ai colori sociali delle m***e è qualcosa di irrispettoso e inaccettabile», hanno scritto i supporter del Diavolo. «Siamo fiduciosi che, chi di dovere, sistemi tutto quanto prima e contestualmente invitiamo a non acquistare questo scempio».

I “Banditi”, come sono noti gli ultras del Milan, hanno fatto affidamento su una «società seria e attenta alle tematiche che caratterizzano il mondo di oggi». Il riferimento è alla terza maglia 2023-24 dei rossoneri che celebra l’inclusione grazie ai suoi colori fosforescenti e combatte ogni forma di discriminazione. «Vogliamo unire la generazione unica e diversificata dei tifosi milanisti di tutto il mondo», ha scritto il club in una nota ufficiale. «La combinazione cromatica è poi un richiamo all’illustre eredità del Milan».

Myrta Merlino, voci di corridoio a Mediaset: «Tirati caffè e asciugamani ai collaboratori»

Il Pomeriggio 5 condotto da Myrta Merlino ha preso il via da appena tre puntate e già si vocifera che il clima nel dietro le quinte della trasmissione sia molto teso. Al di là dell’abbandono dopo una sola puntata del regista Ermanno Corbella (che a TvBlog haprecisato di non essere stato licenziato), voci di corridoio sostengono che la giornalista si sarebbe resa protagonista di comportamenti poco rispettosi nei confronti dei suoi collaboratori.

La presunta rabbia di Myrta Merlino, «tirati caffè e asciugamani»

Ivan Rota sul Giornale d’Italia ha raccolto indiscrezioni circolate nei corridoi di Mediaset: «Myrta Merlino, dopo il licenziamento del regista, avrebbe tirato un caffè addosso a un autore. Non solo, voci non confermate parlano di un asciugamano lanciato contro una parrucchiera». Accuse forti nei confronti della presentatrice, che per il momento non si è ancora espressa. Secondo i rumor la situazione sarebbe delicata a tal punto che «la redazione sembrerebbe voler far intervenire i sindacati».

Il precedente a L’aria che tira: contestati comportamenti «incivili»

Già in passato Myrta Merlino è stata al centro di accuse simili, questa volta da parte delle maestranze che collaboravano con lei quando ancora era al timone de L’aria che tira su La7. La segnalazione dei sindacati della rete in questo caso risale alla fine del 2022, con la pubblicazione di una nota da parte della Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) all’interno della quale si precisava: «Il volto di rete frequentemente adotta nei confronti dei colleghi e del personale in appalto comportamenti incivili e maleducati; influenza la possibilità di prolungare contratti di personale specializzato che lavora professionalmente nella nostra azienda e, condiziona le turnazioni del personale interno con motivazioni che non possono essere considerate né di tipo professionale e né di tipo etico».

Cina, proposta di legge per vietare gli abiti che ledono lo spirito della nazione

Fa discutere in Cina il progetto di legge che vieta di vestirsi con indumenti «dannosi per lo spirito del popolo cinese». La normativa sull’abbigliamento ha acceso il dibattito sui social e fra i giuristi poiché, se ritenuti colpevoli di indossare abiti e simboli che «minano lo spirito o feriscono i sentimenti della nazione cinese», i contravventori rischiano multe o pene detentive.

«Detenzione fino a 15 giorni e mute fino a 5.000 yuan»

Tuttavia, come riporta la Bbc, la proposta ancora non specifica cosa costituisca una violazione. Rientra in una serie di modifiche e riforme alle leggi sulla pubblica sicurezza recentemente annunciate da Pechino. Le clausole controverse prevedono che le persone che indossano o costringono altri a indossare abiti e simboli che «minano lo  spirito o feriscono i sentimenti della nazione cinese» possano essere detenute fino a 15 giorni e multate fino a 5.000 yuan (circa 635 euro). Le stesse sanzioni che potranno essere inflitte a coloro che diffondono articoli o discorsi altrettanto lesivi del sentimento nazionale, fra i quali «insulti, calunnie o offese ai nomi di eroi e martiri locali», nonché atti vandalici contro le loro statue commemorative.

Il rischio di «violazione dei diritti personali»

Il dibattito on line e sui social, in particolare sulla piattaforma Weibo, l’X cinese, è incandescente con internauti ed esperti che criticano la formulazione vaga della legge, che potrebbe dare luogo ad abusi da parte delle autorità di pubblica sicurezza. Zhao Hong, professore di diritto presso l’università cinese di scienze politiche e diritto, ha affermato che la mancanza di chiarezza potrebbe portare a una violazione dei diritti personali, per esempio se le forze dell’ordine, di solito un agente di polizia, avessero «un’interpretazione personale del danno e avviassero un giudizio morale sugli altri oltre l’ambito della legge», ha scritto in un articolo citato dalla Bbc. Già nel 2019, il partito comunista cinese del presidente Xi Jinping ha diffuso linee guida morali che includono direttive su come essere educati, viaggiare limitando l’impronta di carbonio inferiore e avere «fiducia» nel signor Xi e nel partito.

Caro affitti a Milano, 800 euro per una stanza. Il sindaco Sala: «Santanchè non ha fatto nulla»

Con l’arrivo di settembre migliaia di studenti e lavoratori fuorisede a Milano si stanno ritrovando di nuovo costretti a far fronte al caro affitti. La città è diventata inavvicinabile per molti, con stanze singole a prezzi non inferiori a 700 o 800 euro. Secondo il sindaco, Beppe Sala, parte della colpa dei rincari sarebbe da attribuire all’attuale governo Meloni e alla sua incapacità di mantenere le promesse fatte.

Sala contro la ministra del Turismo Santanchè: «Non ha fatto nulla»

Nel corso di un evento all’Università Bicocca di Milano, Sala se l’è presa col mancato intervento della ministra del Turismo Daniela Santanchè, che alla luce del suo ruolo aveva promesso di impegnarsi per la lotta contro gli affitti brevi. Parole, quelle di Santanchè, alle quali secondo Sala non sarebbero seguiti i fatti. Il primo cittadino ha commentato: «Prendo atto che la ministra Santanchè si è dimostrata all’inizio disponibile, ma di fatto non è successo niente». Aggiungendo poi che Milano dovrebbe seguire l’esempio di New York (che ha posto dei paletti a AirBnb): «Non si possono avere più di 20 mila appartamenti per gli affitti brevi. Non ce l’ho con chi ha una casa e la affitta, ma con chi ha fatto razzia di appartamenti in questi anni per poi metterli tutti sul mercato».

Affitti per studenti e lavoratori a Milano ancora alle stelle, il sindaco Beppe Sala attacca il Governo: «Santanché non ha fatto nulla».
Daniela Santanchè. (Imagoeconomica)

La situazione case vacanze a Milano: +15 per cento di AirBnb nel giro di pochi mesi

Milano, così come molte altre grandi città del mondo, ha assistito a un aumento considerevole delle case di proprietà trasformate in abitazioni per affitti brevi per i turisti. Secondo i dati ripresi da Repubblica, in base alle stime del Comune negli ultimi mesi il numero di appartamenti messi a disposizione per AirBnb è cresciuto del 15 per cento. Tutto normale, in ogni caso, secondo l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, che ha precisato: «Sono numeri coerenti con il fatto che i turisti a Milano sono il 30 per cento in più rispetto al 2019». Sempre secondo Palazzo Marino, in ogni caso, alcuni di questi posti letto potrebbero in realtà essere messi a disposizione di studenti e lavoratori: Maran però crede che serva «una normativa nazionale».

Myanmar, giornalista condannato a 20 anni di carcere per le foto sul ciclone

Un tribunale del Myanmar ha condannato a 20 anni di reclusione con lavori forzati un fotoreporter per aver parlato del ciclone Mocha, che a maggio uccise 148 persone e danneggiò quasi 200 mila abitazioni. Sai Zaw Thaike, reporter del giornale indipendente Myanmar Now, con le sue foto avrebbe istigato la popolazione contro le autorità diffondendo fake news sull’evento e scatenando il panico generale. È inoltre accusato di diffamazione online e violazione di una legge sulla gestione dei disastri naturali. Il processo si è svolto nella prigione Insein di Yangon, la più grande città della nazione, dove il giornalista si trovava dal suo arresto del 23 maggio scorso. Secondo i media locali, gli è stata negata la rappresentanza legale e non sono permesse visite dei familiari. È solo l’ultimo attacco alla libertà di stampa dal colpo di Stato del 2021, che ha portato dietro le sbarre quasi 160 giornalisti.

Fra le accuse istigazione contro le autorità, diffusione di fake news e diffamazione online. Così il Myanmar ostacola la libertà di stampa.
Le conseguenze del ciclone Mocha nei campi dei Rohingya (Getty Images).

Myanmar, le parole del caporedattore: «Ecco il prezzo che dobbiamo pagare»

Sai Zaw Thaike aveva raccontato con diversi scatti le conseguenze del ciclone Mocha, la tempesta più forte dell’ultimo decennio. Con i suoi reportage aveva posto l’attenzione sulla situazione difficile della minoranza musulmana Rohingya, che vive in campi per sfollati nel tentativo di sfuggire alla persecuzione del regime militare. Dopo il passaggio del ciclone, in tanti hanno perso la vita per le inondazioni che hanno lasciato le abitazioni senza corrente elettrica per giorni. «Questo è il prezzo che dobbiamo pagare per preservare il nostro lavoro professionale», ha raccontato al Guardian il caporedattore di Myanmar Now, Swe Win. «La sua condanna indica come la libertà di stampa sia stata completamente annullata in tutto il Paese». Come ha sottolineato Reporter Senza Frontiere, il Myanmar è secondo solo alla Cina per numero di giornalisti arrestati.

Già prima di Sai Zaw Thaike, un altro reporter di Myanmar Now era stato arrestato dalla giunta militare. Il reporter Kay Zon Nway infatti venne fermato mentre seguiva e filmava una protesta a Yangon verso la fine di febbraio 2021. In quello stesso anno, l’esercito fece irruzione nella redazione del giornale, imponendo la chiusura e perquisendo le case di tutti i dipendenti. Nonostante il divieto, questi ultimi hanno continuato a lavorare in clandestinità, mettendo a repentaglio la propria vita. «Non vacilleremo mai nel nostro impegno in favore del popolo», ha raccontato Nway, oggi all’estero, al Guardian. «Nonostante le immense sfide che stiamo affrontando, promuoveremo sempre notizie e informazioni complete e giuste».

Dal colpo di Stato del 2021 uccisi quattro giornalisti, altri 156 agli arresti

Un recente sondaggio del Detention Journalist Information, riportato anche dal Guardian, sottolinea come in meno di due anni 156 giornalisti siano stati arrestati, tra cui anche circa 25 donne. Quasi la metà di loro è ancora dietro le sbarre dopo un processo sommario oppure in attesa della condanna. Altri quattro sono stati uccisi, a decine torturati. Dietro le sbarre ci sono, per esempio, il direttore editoriale di Kamaruyt Media Han Thar Nyein, il corrispondente per il Bago Weekly Journal Neyin Chan Wai e il redattore di Mizzima News Than Htkine Aung. Agli arresti anche il direttore editoriale di Mandalay Free Press Aung Zaw Zaw e il freelance Naung Yoe. Tutti sono stati accusati di diffamazione e ostruzione all’esercito e condannati a pene detentive che vanno da 18 mesi a 11 anni.

LEGGI ANCHE: Myanmar, Aung San Suu Kyi ha ricevuto una grazia parziale

Sciopero aerei venerdì 8 settembre 2023: l’elenco dei voli garantiti

Atteso un venerdì nero per i trasporti. È infatti previsto uno sciopero dei voli di 24 ore. L’Enac (Ente nazionale per l’Aviazione Civile), ha reso noto che aderiranno i lavoratori delle imprese e dei servizi aeroportuali di handling, quelli del comparto aereo, aeroportuale e indotto aeroporti e il personale dipendente delle aziende trasporto aereo settore handlers.

Le motivazioni dello sciopero

La federazione sindacale CUB Trasporti, e le altre OO.SS. di base, informano che l’astensione dal lavoro è per il rinnovo del contratto atteso da sei anni. Come riportato nel comunicato, le OO.SS. accreditate agli incontri, dopo aver dichiarato uno sciopero per il 29 settembre e aver comunicato il 3 agosto la calendarizzazione di una serie di incontri con le controparti, «tacciono e si preparano alla firma». E ancora «Dopo aver atteso per sei anni e aver dichiarato uno sciopero per fine settembre, Cgil, Cisl, Uil, Ugl si apprestano alla firma del contratto senza prima comunicare ai lavoratori lo stato degli incontri e i contenuti. Si stanno preparando alla firma senza dire nulla ai lavoratori, senza informare e consultare sullo stato degli incontri per poi, a cose fatte, provocare eventualmente confusione sui contenuti sottoscritti e indire un referendum basato sul prendere o lasciare».

I contenuti contestati

Per Cub Trasporti «Gli aumenti salariali sono inconsistenti. A fronte di una vigenza contrattuale di 10 anni, e una perdita salariale in riferimento al costo della vita di 400 euro al mese, si propongono 250 euro complessivi e spalmati in tre anni. Anziché cancellare le 24 ore incrementali concesse nel precedente rinnovo contrattuale, verrà formalizzato un aumento dell’orario a 38,5 ore settimanali senza nessun adeguamento economico». Inoltre «dall’ammontare degli aumenti salariali previsti saranno stornati fondi per finanziare la sanità di categoria, gestita da enti bilaterali sindacati/aziende che saranno devoluti a società del settore, sottraendo dalla busta paga in favore di società private e le condizioni di lavoro negli aeroporti sono pesantemente peggiorate e c’è il rischio di incremento di orari spezzati, straordinari, reperibilità non contrattata».

I voli garantiti e quelli cancellati

Ita Airways cancella 30 voli nazionali: grazie a un piano straordinario per limitare i disagi, il 55 per cento riuscirà a volare comunque durante la giornata di sciopero. In caso di cancellazione o di modifica dell’orario del proprio volo, potranno cambiare la prenotazione senza alcuna penale o chiedere il rimborso del biglietto (solo nel caso in cui il volo sia stato cancellato o abbia subito un ritardo superiore alle 5 ore) entro e non oltre il 13 settembre 2023.

Sono assicurati tutti i voli, inclusi i voli charter, schedulati in partenza nelle fasce orarie 7/10 e 18/21; tutti i voli charter da/per le isole regolarmente autorizzati o notificati anteriormente alla data di proclamazione dello sciopero e i seguenti voli di collegamento con le isole con unica frequenza giornaliera con esclusione del traffico continentale:

VOE 1778 VERONA (LIPX) OLBIA (LIEO)
VOE 1230 VENEZIA (LIPZ) CAGLIARI (LIEE)
VOE 1579 NAPOLI (LIRN) PALERMO (LICJ)
VOE 1511 ANCONA (LIPY) PALERMO (LICJ)
VOE 1578 PALERMO (LICJ) NAPOLI (LIRN)
VOE 1510 PALERMO (LICJ) ANCONA (LIPY)
VOE 1703 ANCONA (LIPY) CATANIA (LICC)
VOE 1702 CATANIA (LICC) ANCONA (LIPY)
EJU 3600 LAMPEDUSA (LICD) MALPENSA (LIMC)
EJU 4115 NAPOLI (LIRN) OLBIA (LIEO)
EJU 4116 OLBIA (LIEO) NAPOLI (LIRN)
EJU 4063 VENEZIA (LIPZ) OLBIA (LIEO)
EJU 4064 OLBIA (LIEO) VENEZIA (LIPZ)
RYR 322 VERONA (LIPX) CAGLIARI (LIEE)
RYR 1090 MALPENSA (LIMC) ALGHERO (LIEA)
RYR 4873 PISA (LIRP) TRAPANI (LICT)
RYR 5709 CAGLIARI (LIEE) PISA (LIRP)
RYR 5904 TORINO (LIMF) TRAPANI (LICT)
SLD 307 ELBA (LIRJ) FIRENZE (LIRQ)
SLD 308 FIRENZE (LIRQ) ELBA (LIRJ)

Assicurato l’arrivo a destinazione anche di tutti i voli nazionali in corso al momento dell’inizio dello sciopero. Sono altresì assicurati: la partenza di tutti i voli schedulati in orari antecedenti inizio astensione e ritardati per cause indipendenti dalla volontà delle parti; l’arrivo a destinazione negli aeroporti nazionali dei voli internazionali con orario stimato non oltre trenta minuti primi dall’inizio dello sciopero stesso; tutti i collegamenti intercontinentali in arrivo compresi transiti su scali nazionali nonché seguenti voli intercontinentali in partenza:

Medio Oriente
MSR 706 MALPENSA (LIMC) CAIRO (HECA)
UAE 206 MALPENSA (LIMC) DUBAI (OMDB)
QTR 128 MALPENSA (LIMC) DOHA HAMAD (OTHH)
KAC 166 FIUMICINO (LIRF) KUWAIT (OKKK)
ETH 737 MALPENSA (LIMCADDIS ABEBA (HAAB)
ITY 896 FIUMCINO (LIRF) CAIRO (HECA)
RJA 102 FIUMICINO (LIRF) QUEEN ALIA (OJAI)
ETD 86 FIUMICINO (LIRF) ABU DHABI (OMAA)
ELY 382 MALPENSA (LIMC) TEL AVIV (LLBG)
LAV 2955 MALPENSA (LIMC) MARSALAM (HEMA)
GFA 022 MALPENSA (LIMC) BAHRAIN (OBBI)
SVA 208 FIUMICINO (LIRF) RIYADH (OERK)
ABY 711 BERGAMO (LIME) SHARJAH (OMSJ)
RBG 543 BERGAMO (LIME) CAIRO (HECA)
MEA 236 MALPENSA (LIMC) BEIRUT (OLBA)
RYR 3154 BERGAMO (LIME) AMMAN (OJAI)
OMA 144 MALPENSA (LIMC) MUSCAT SEEB (OOMS)
RSX 6112 NAPOLI (LIRN) SHARM EL SHEIKH (HESH)

Nord America
UAE 205 MALPENSA (LIMC) NEW YORK (KJFK)
ITY 604 MALPENSA (LIMC) NEW YORK (KJFK)
TSC 2309 FIUMICINO (LIRF) TORONTO (CYYZ)
DAL 289 VENEZIA (LIPZ) NEW YORK (KJFK)
AAL 721 FIUMICINO (LIRF) CHARLOTTE (KCLT)
ACA 895 MALPENSA (LIMC) MONTREL (CYUL)
WJA 033 FIUMICINO (LIRF) CALGARY (CYYC)

Sub area Sud Est Asiatico
CCA 950 MALPENSA (LIMC) BEIJING (ZBAA)
EVA 96 MALPENSA (LIMC) TAIPEI (RCTP)
CAL 76 FIUMICINO (LIRF) TAIPEI (RCTP)
NOS 763 MALPENSA (LIMC) ALMATY (UAAA)
SIA 377 MALPENSA (LIMC) SINGAPORE (WSSS)

Sub area Giappone e Corea
KAL 928 MALPENSA (LIMC) INCHEON (RKSI)
ITY 792 FIUMICINO (LIRF) TOKYO HANEDA (RJTT)

Centro America e Sub Area Caraibica
NOS 522 VERONA (LIPX) via FIUMICINO (LIRF) LA ROMANA (MDLR)

Sub continente sub asiatico
NOS 5248 MALPENSA (LIMC) ARMISTAR (VIAR)

Voli Charter
ITY 9742 FIUMICINO (LIRF) HAMBURG (EDDH)
ITY 9044 FIUMICINO (LIRF) DJERBA (DTTJ)
ITY 9000 FIUMICINO (LIRF) FIRENZE (LIRQ)
ITY 9000 FIRENZE (LIRQ) SKOPJE (LWSK)

 

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