La polizia ucraina ha reso noto che, venerdì primo settembre, sono stati segnalati allarmi bomba in tutte le scuole di Kyiv, nel primo giorno del nuovo anno scolastico. A riportarlo sono i media ucraini. «Abbiamo ricevuto informazioni sulla presenza di bombe nelle scuole di Kyiv». Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha scritto sui social che «gli insegnanti ucraini sono veri eroi».
On September 1st, a new school year begins in Ukraine. Typically, this is a bright and joyful day when students head back to school.
However, for the second year in a row, Ukrainian students are welcoming this day amidst the backdrop of a full-scale war. Military actions,… pic.twitter.com/mj1es2jAGF
In un comunicato si legge che «Tutti gli istituti scolastici sono controllati dalle forze di polizia di Kyiv». Le autorità decideranno insieme alla polizia se è necessaria l’evacuazione dei bambini e degli insegnanti, prosegue la nota. Sono quasi quattro milioni gli studenti e le studentesse che stanno riprendendo gli studi, sia in presenza che online, come affermato dal ministero dell’Istruzione ucraino.
#UPDATE Kyiv police reported bomb threats to the Ukrainian capital's schools on Friday as children returned to classrooms for a second academic year since Russia's all-out invasion of the country https://t.co/m3uAbnIHfg
Il coro e l’orchestra della Scala hanno aperto giovedì 31 agosto, fra gli applausi dell’Arena di Verona, la tournée europea dedicata ai cori verdiani che prevede nove concerti in otto Paesi. E alla notizia di quanto avvenuto a Napoli, i cornisti hanno deciso di registrare un video per porgere le loro condoglianze e dedicare la loro esibizione a Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso per un parcheggio, anche lui cornista.
«Ennesima violenza che ci lascia amareggiati»
«I cori della Scala», hanno spiegato con accanto a loro il sovrintendente Dominique Meyer «vogliono unirsi al cordoglio della famiglia di Giovanbattista Cutolo per l’ennesima violenza che ci ha lasciati stupiti ed amareggiati. In questa grande location stasera abbiamo il concerto di apertura della nostra tournée e volevamo dedicargli un pensiero porgendo le nostre condoglianze».
Si trovavano al largo del resort di Siadia, nel nord est del Marocco, i due turisti Bilal Kissi e Abdelali Merchouer, con doppia cittadinanza francese e marocchina, uccisi dalla guardia costiera algerina dopo aver oltrepassato il confine marittimo fra i due Paesi. La notizia è stata diffusa dal sito Le360. Insieme a loro anche Smail Snabe, anche lui con doppia cittadinanza, arrestato e comparso di fronte a un giudice mercoledì 30 agosto. Bilal, 29 anni, aveva due figlie piccole. È stato seppellito in Marocco.
Un rescapé franco-marocain, témoin de la tuerie perpétrée par les garde-côtes algériens, et frère de l’une des victimes, raconte
«Ils savaient pertinemment qu’ils avaient affaire à des vancanciers égarés et ils ont pourtant tiré.» pic.twitter.com/Oxmi5a0QU2
«Ci siamo persi», ha dichiarato un quarto uomo sopravvissuto, Mohamed Kissi, fratello di Bilal, «ma abbiamo proseguito fino a che ci siamo trovati in Algeria. Ci siamo resi conto di essere in Algeria perché siamo stati avvicinati da un gommone algerino e quelli che si trovavano a bordo hanno aperto il fuoco contro di noi». L’uomo ha poi aggiunto: «Mio fratello e il suo amico sono stati colpiti da cinque proiettili. Anche il terzo amico è stato colpito da un proiettile. Avevamo quasi esaurito il carburante», spiegando di essere stato tratto in salvo da una nave marocchina. Il governo marocchino, come riportato da Adnkronos, ha lasciato cadere l’incidente, sottolineando che si tratta di una questione a solo carattere giudiziario.
Les funérailles, à Bni Drar, de Bilal Kaissi, l’une des deux victimes tuées par des tirs des garde-côtes algériens pic.twitter.com/JzlG19ZXqg
È una designer americana la prima “nomade digitale” approdata a Ollolai, paese della Barbagia di 1.200 abitanti nel cuore della Sardegna, con il progetto Work from Ollolai/Traballa dae Ollolai, promosso dal Comune per combattere lo spopolamento in collaborazione con l’associazione culturale Sa Mata.
Il Comune incentiva gli arrivi con un’offerta speciale
L’obiettivo è quello di sviluppare una rete di residenze internazionali a favore di professionisti che vivranno e lavoreranno nel paese della Sardegna grazie allo smart working. Clarese Partis, 39 anni, designer dell’agenzia User Experience, viene dalla California e ha risposto alla chiamata insieme ad altri 1.112 candidati, compilando la richiesta all’interno del portale dedicato. Il progetto dell’amministrazione comunale incentiva gli arrivi proponendo una casa al prezzo simbolico di 1 euro al mese, sulla scia di un’idea che il Comune ha avviato qualche anno fa: con 1 euro a Ollolai si può acquistare una casa disabitata, a patto che la si ristrutturi e la si abiti, incrementando così popolazione e ricadute economiche.
«Vivere qui è meglio di quanto mi aspettassi»
«Il mio obiettivo», ha raccontato all’Ansa Clarese Partis, che da due anni lavora da remoto come nomade digitale, «è quello di fare il mio lavoro ovunque mi trovi servendomi della rete e delle nuove tecnologie. Quando si è presentata l’opportunità di partire per Ollolai ero entusiasta di venire per godere di una nuova natura, delle montagne e dall’aria fresca. Ci sono da pochi giorni e ci starò un mese, ma devo dire che vivere qui è meglio di quanto mi aspettassi e l’accoglienza è stata calorosissima. C’è così tanto da esplorare in Sardegna e sono felice di immergermi all’interno dell’isola e nella sua cultura».
Luca Orlandi, l’ingegnere friulano di 55 anni che da oltre 50 ore era asserragliato nella propria abitazione di Cordovado (Pordenone), ha consegnato ai carabinieri le armi che deteneva al termine di un lungo negoziato. I militari dell’Arma sono entrati nel suo appartamento per parlare con lui. La svolta è avvenuta attorno alle 11.30 di venerdì 1 settembre 2023. Il negoziatore ha convinto il professionista a consegnare le armi e le munizioni e l’uomo si è arreso.
Il capitano dei carabinieri Roberto Spinola: «Grande soddisfazione per questo epilogo»
«C’è grande soddisfazione per questo epilogo». Queste le prime parole rilasciate all’Ansa dal comandante provinciale dei carabinieri, Roberto Spinola. «Voglio ringraziare il personale che ha permesso questo epilogo che tutti speravamo e che ha lavorato, incessantemente, per oltre 50 ore». Il comandante ha annunciato la diffusione di un comunicato stampa della procura della Repubblica, «unica deputata a diffondere i dettagli della vicenda e della sua conclusione». Nella mattinata dell’1 settembre erano riprese le negoziazioni tra i militari dell’Arma e l’ingegnere friulano, che non voleva consegnare le armi e le munizioni che non può più detenere in quanto non ha prodotto la necessaria documentazione per il rinnovo del permesso.
La situazione a Cordovado sta tornando alla normalità
L’area intorno alla sua abitazione è ancora off limits ma si sta cercando di limitare i disagi di una trentina di residenti attraverso alcuni collegamenti alternativi con le rispettive case. Le 13 persone che abitano nella stessa palazzina in cui risiede l’ingegnere hanno invece trascorso la notte precedente in strutture messe a disposizione dal Comune. Da quando è iniziato il dialogo telefonico con il negoziatore, l’ingegnere non ha più postato video sul proprio canale YouTube, il che è stato interpretato come un segnale positivo rispetto a un epilogo della vicenda senza la necessità di azioni di forza.
«Per favore, mostrate a tutti il vostro sostegno per i prodotti ittici giapponesi, sicuri e deliziosi, compresi quelli di Sanriku Joban». Fumio Kishida, primo ministro nipponico, lo ha detto davanti alle telecamere, nel suo ufficio di Tokyo, consumando un pranzo a base di pesce crudo proveniente dalla prefettura di Fukushima, compresa l’area costiera di Sanriku Joban. L’intera zona è finita al centro di feroci polemiche, dopo che le autorità hanno avviato le procedure per riversare nell’Oceano Pacifico l’acqua usata per raffreddare i reattori danneggiati della centrale di Fukushima-Daiichi, colpita nel 2011 da uno dei peggiori disastri nucleari del Pianeta. Nonostante il piano di Tokyo sia sostenuto da un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) – per la quale non ci sarebbero rischi, né per l’uomo né per l’ambiente – non sono mancate le proteste. Arrivate da parte del mondo ambientalista, dai pescatori e dai commercianti che vivono grazie all’indotto marittimo, e, soprattutto, da parte degli altri governi della regione. È per questo che Kishida, assieme a Shunichi Suzuki, ministro delle Finanze, Yasutoshi Nishimura, ministro del Commercio, e Masanobu Ogura, ministro per le misure relative al calo del tasso di natalità, ha mangiato sashimi di passera, spigola e polpo di Fukushima, così come riso, verdure e frutta coltivate nella medesima prefettura.
VIDEO: Japanese Prime Minister Fumio Kishida dines on Fukushima fish in a renewed public relations effort to support Japanese seafood, after wastewater was released from the area's crippled nuclear plant into the Pacific. pic.twitter.com/dB09PUudnG
La Cina con Hong Kong e Macao ha bloccato le esportazioni di pesce giapponese
La Cina, che di per sé aveva già rapporti movimentati con il Giappone, ha subito bloccato tutte le importazioni di prodotti ittici dal Sol Levante, seguita da Hong Kong e Macao. In Corea del Sud, invece, il governo ha affermato di non aver riscontrato problemi scientifici o tecnici con il rilascio dell’acqua trattata in mare aperto – l’equivalente di più di 500 piscine olimpioniche, per un processo che dovrebbe durare 30 anni – ma la preoccupazione dell’opinione pubblica rimane alta per la possibile contaminazione dei frutti di mare e degli oceani. È così che, proprio come Kishida, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha pranzato a base di pesce durante il suo incontro settimanale con il primo ministro Han Duck-soo. «L’ufficio presidenziale ha deciso di fornire prodotti ittici coreani nel menu del pranzo nella nostra mensa ogni giorno per una settimana a partire da lunedì, sperando che la nostra gente consumi i nostri prodotti ittici sicuri senza preoccupazioni», si legge in una nota. Gli ultimi test sull’acqua di mare vicino all’impianto di Fukushima non hanno rilevato alcuna radioattività, ha assicurato il ministero dell’Ambiente giapponese. Le industrie della pesca della regione, tuttavia, temono di incorrere in un forte calo di vendite. Basti pensare, ad esempio, che in un sondaggio pubblico dello scorso luglio condotto da Media Research, il 62 per cento dei sudcoreani affermava che avrebbe ridotto o smesso di consumare prodotti ittici una volta che sarebbe avvenuto il rilascio in mare delle acque di Fukushima.
Così Pechino, in una fase di rallentamento, cavalca lo storico sentimento anti-nipponico
Se per Kishida il pesce di Fukushima è «ottimo», la Cina ha bollato come «egoista e irresponsabile» il rilascio dell’acqua in mare aperto del Giappone. In un momento di rallentamento economico interno, il Dragone ha cominciato così a soffiare sullo storico sentimento anti nipponico, facendo leva sul nazionalismo. È così che Tokyo è diventato il nemico pubblico numero uno, e non più soltanto per la sua vicinanza agli Usa. Dal canto suo, il Giappone ha chiesto alla Cina – che rappresenta il mercato più importante per il pesce – di eliminare il divieto sulle importazioni, avvertendo che presenterà reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio. All’ombra della Città Proibita nessuno sembra però preoccupato dalle minacce. Anzi, mattoni e uova sono stati lanciati contro le scuole e i consolati giapponesi, al punto che Tokyo è stato costretto a consigliare ai suoi cittadini in Cina di mantenere un basso profilo. Come se non bastasse, i consumatori cinesi hanno iniziato a boicottare altri prodotti importati dal Giappone, dalle creme per il viso di lusso ai prodotti per uso domestico. I media nipponici raccontano addirittura di migliaia di chiamate dal prefisso cinese recapitate agli uffici municipali di Tokyo con messaggi molesti.
Le mire della Russia sul mercato cinese
La Cina sa di poter attivare a suo piacimento le leve del cibo per finalità geopolitiche. Considerando l’immensa mole del suo mercato interno – stiamo parlando di un Paese di 1,4 miliardi di abitanti – per gli altri governi della regione asiatica esportare cibo oltre la Muraglia è un’attività tanto determinante dal punto di vista economico, quanto necessaria per il sostentamento di intere filiere agroalimentari. Del resto, in tempi non sospetti, Pechino ha più volte attuato una simile mossa, bloccando per esempio le importazioni di cibo da Taiwan. Per la cronaca, l’ultimo ban contro Taipei, risalente allo scorso 21 agosto, riguardava l’importazione di mango, ufficialmente per aver rinvenuto nei frutti il planococcus minor, un parassita nocivo passibile di quarantena. Tornando al Giappone, il mercato ittico è in apprensione per quanto potrebbe accadere nelle prossime settimane. Nel caso in cui la Cina continuasse a bloccare l’import di pesce, le ripercussioni sull’intero settore potrebbero essere gravissime. Basti pensare che nel 2022 le esportazioni di prodotti marini giapponesi verso Pechino hanno sfiorato i 160 miliardi di yen (poco più di un miliardo di euro), circa il 40 per cento del totale delle spedizioni estere di Tokyo del settore, in termini di valore. Il governo di Kishida ha stanziato 80 miliardi di yen (550 milioni di dollari) per sostenere la pesca e la lavorazione dei frutti di mare, oltre che per combattere potenziali danni alla reputazione dei prodotti nazionali, in attesa di trovare eventuali, nuovi, mercati di esportazione. Nel frattempo la Russia, colpita dalle sanzioni, sta tenendo d’occhio il massiccio mercato cinese dei prodotti ittici, e secondo Reuters sarebbe pronta ad approfittare del malcontento di Pechino nei confronti di Tokyo. Ricordiamo che nel 2022 Mosca ha esportato 2,3 milioni di tonnellate di prodotti ittici, per un valore di circa 6,1 miliardi di dollari. La metà del pescato complessivo del Cremlino è andata a Cina, Corea del Sud e Giappone. Per Vladimir Putin potrebbe palesarsi un’occasione da cogliere al volo.
Tutto è pronto su Canale 5 per l’inizio di una nuova stagione di Pomeriggio 5, in partenza lunedì 4 settembre alle 16:55. Dopo ben 15 anni di onorata carriera nell’azienda di Cologno Monzese, la sua storica conduttrice Barbara d’Urso dovrà cedere il passo a Myrta Merlino, la giornalista scelta da Pier Silvio Berlusconi per prendere il suo posto. La diretta interessata è voluta ritornare nel merito della questione nella mattina di venerdì 1° settembre, con un post Instagram dal sapore amaro.
Barbara d’Urso torna a parlare dell’addio a Pomeriggio 5
“Barbarella” ha affidato ai social il suo nuovo sfogo nei confronti dell’azienda, che negli ultimi anni è stata casa sua e che ha contribuito a far crescere a livello di ascolti e popolarità. D’Urso ha dunque commentato, prima di tutto: «Ho creato e curato con amore quel programma per 15 anni ed è per me motivo di orgoglio che una trasmissione nata, cresciuta e identificata con me vada avanti mantenendo lo stesso nome». Ha poi sottolineato tutto l’impegno dedicato all’azienda nei confronti di un lavoro che è convinta di aver portato avanti con passione e serietà: «Con dedizione e abnegazione sono stata per 15 anni al completo servizio dell’azienda, seguendo le loro indicazioni fino all’ultima puntata di quest’anno, senza mai saltare un solo appuntamento. Qualunque cosa sia accaduta nella mia vita, io ero lì, ligia soprattutto all’impegno, per me inviolabile, che ho assunto con voi».
D’Urso ci ha tenuto a sottolineare di aver sempre lavorato a testa bassa senza mai lamentarsi, nonostante, di recente, la situazione fosse diventata complessa. A proposito, la conduttrice ha precisato: «Mi sono messa sull’attenti quando mi è stato dato uno studio molto più piccolo e condiviso con i telegiornali, e non solo, che mi obbligava a registrare gli ultimi due blocchi velocemente nel pochissimo tempo disponibile prima della diretta per poter lasciare puntualmente lo studio a Studio Aperto alle 18.25. Ennesima limatura nella durata, che nelle ultime due stagioni è stata ridotta all’osso (per motivi ancora oggi a me oscuri). Negli ultimi due anni siamo stati costretti a partire mezz’ora dopo rispetto alle stagioni precedenti e dopo una soap che ci lasciava un traino del 9/10 per cento». E ancora: «Nonostante questo, ho garantito, insieme alla meravigliosa squadra che mi ha accompagnata fino al 2 giugno, un ascolto molto alto (media stagionale 16 per cento, con punte al di sopra del 20 per cento) ed eravamo pronti per ricominciare con la nuova stagione, come mi era stato fortemente richiesto».
Il messaggio di incoraggiamento a Myrta Merlino
Nonostante le abbia soffiato il suo programma di punta, non sembra che Barbara d’Urso covi rancore nei confronti della collega Merlino, alla quale si è sentita in dovere di inviare un messaggio di incoraggiamento per questa sua nuova imminente avventura. Rivolgendosi alla giornalista, ha scritto: «Ora le chiavi di quella casa sono state date a Myrta, alla quale va da parte mia un grande in bocca al lupo. Pomeriggio 5 tornerà finalmente ad avere un grande studio con il pubblico presente dal vivo, che potrà anche interagire in diretta. Verrà aumentata la durata, mezz’ora in più partendo ben prima del competitor, e verrà garantita una collocazione in palinsesto più favorevole, con un ottimo traino, come si confa a un programma, ormai storico, ben rodato e di successo. Com’è giusto che sia e come sarebbe stato giusto fare anche nelle stagioni precedenti. Tutto questo non potrà che fare bene agli ascolti e a Pomeriggio 5, una delle creature televisive di cui vado maggiormente orgogliosa».
Il messaggio si è chiuso poi con una nota dolorosa: «L’unica cosa che mi dispiace, come sapete, è non aver potuto salutare il mio pubblico dopo 15 anni insieme. Ma so che avete compreso che non è dipeso da me».
Impresa dell’Italia del basket guidata da Gianmarco Pozzecco, che nella prima partita della seconda fase dei Mondiali 2023 è stata in grado di superare la Serbia per 78-76, avvicinandosi così ai quarti di finale che ora sembrano essere a un passo.
L’Italia batte la Serbia ai Mondiali di basket 2023
Una vittoria decisiva per l’Italia trainata da un’eccellente performance in campo di Simone Fontecchio (che in questa occasione ha realizzato il suo record personale di canestri in Nazionale), da quella di Marco Spissu (14 punti) e da quella del capitano Gigi Datome, che è stato in grado di far guadagnare al suo team 10 preziosi punti in una fase particolarmente delicata della partita, a cavallo tra il terzo e il quarto periodo, quando tutto sembrava già perduto. Niente da fare invece per la squadra serba, nonostante i 18 punti segnati da Bogdan Bogdanovic. I serbi, in ogni caso, restano al comando del girone, ma l’Italia li tallona e si prepara a sbarcare ai quarti grazie allo scontro decisivo con Portorico, in programma domenica 3 settembre alle ore 10 (secondo il fuso italiano).
Un rimonta da manuale: la gioia di Pozzecco
Sconfiggere i serbi non è stata una passeggiata per la Nazionale azzurra, che nel quarto periodo è riuscita a risorgere da un -16 grazie a un Fontecchio capace di segnare 30 punti. Ma il suo impegno non sarebbe bastato senza la forza difensiva di Alesssandro Pajola (sempre con gli occhi puntati sul temibile Bogdanovic) e il controllo dell’area di Nicolò Melli. Il team è dunque pronto a giocarsi le sue ultime carte in occasione di un match che potrebbe riportare l’Italia a giocare i quarti di finale dei Mondiali di basket a ben 45 anni di distanza dal torneo organizzato nel 1978 a Manila. Qui alcune delle immagini del match contro i serbi.
Dalle prime indagini sull’incidente di Brandizzo emergono «gravi violazioni della procedura di sicurezza». Lo ha dichiarato venerdì primo settembre la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione che ha aggiunto: «Ci sono profili di responsabilità per i quali saranno a breve indagate alcune persone». La Procura che subito dopo l’incidente che nella notte tra mercoledì e giovedì è costato la vita a cinque operai aveva aperto un fascicolo contro ignoti per disastro ferroviario e omicidio plurimo colposi. Ora non si esclude il dolo eventuale per i due reati. «I meccanismi di garanzia non erano sufficienti per un intervento sui binari così delicato», ha sottolineato Viglione. Gli errori, a quanto si apprende, sarebbero stati nella procedura di comunicazione dell’eventuale nullaosta ai lavori. I cinque operai in sostanza non avrebbero dovuto trovarsi sui binari in quel momento. La tragedia dunque poteva essere evitata.
L’economia italiana frena più del previsto. Nel secondo trimestre del 2023, il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4 per cento nei confronti del secondo trimestre del 2022.
Una flessione determinata dalla domanda interna
Lo ha reso noto l’Istat che il 31 luglio 2023 ha rivisto al ribasso la stima diffusa in via preliminare di una riduzione congiunturale dello 0,3 per cento e di una crescita tendenziale dello 0,6 per cento. Alla luce dei nuovi dati, è stata rivista al ribasso anche la variazione acquisita per l’intero anno che passa dal +0,8 per cento stimato a fine luglio al +0,7 per cento diffuso a fine agosto dall’Istat. La flessione del Pil è stata determinata soprattutto dalla domanda interna che ha sottratto all’economia 0,7 punti.
Il confronto con gli altri Stati
Nel secondo trimestre dell’anno, l’economia italiana ha registrato una performance inferiore a quella della media europea e dei principali partner. A fronte dello -0,4 per cento registrato dall’economia italiana, il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,6 per cento negli Stati Uniti, dello 0,5 per cento in Francia ed è rimasto stabile in Germania. In termini tendenziali, rispetto al +0,4 per cento italiano, si è registrata una crescita del 2,6 per cento negli Stati Uniti e dello 0,9 per cento in Francia, mentre si registra una diminuzione dello 0,1 per cento in Germania. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area euro è cresciuto dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,6 per cento nel confronto con il secondo trimestre del 2022.
Il 1° settembre 2023 si è ufficialmente aperto il nuovo anno scolastico. «Un anno di importanti novità», lo ha definito il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara esprimendo un «forte ringraziamento al personale della scuola» e rivolgendo «un pensiero particolare agli studenti che nella aule costruiscono le basi della loro vita». Anche se formalmente l’anno prende avvio all’inizio del mese, la campanella suonerà l’11 settembre in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta, il 12 in Lombardia e il 13 in Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Per gli studenti di Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna il rientro è fissato al 14 settembre mentre Emilia-Romagna, Toscana e Lazio inizieranno il 15. Di seguito il calendario con i giorni festivi, i ponti e le date delle vacanze di Natale e Pasqua.
L’elenco dei giorni festivi
Queste le date delle festività nazionali in cui le scuole rimarranno chiuse:
1° novembre, festa di tutti i Santi
8 dicembre, Immacolata Concezione
25 dicembre, Natale
26 dicembre, Santo Stefano
1° gennaio, Capodanno
6 gennaio, Epifania
31 marzo, Pasqua
1 aprile, Sant’Angelo
25 aprile, anniversario della Liberazione
1° maggio, festa del Lavoro
2 giugno, festa della Repubblica
festa del santo patrono, differente da città a città
Le vacanze di Natale e Pasqua e i ponti
Per quanto riguarda le vacanze di Natale, in linea di massima saranno in tutte le regioni dal 23 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024 compresi. Quelle di Pasqua, invece, dal 28 marzo 2023 al 2 aprile 2024. Quanto invece ai ponti:
2 novembre: le Regioni che hanno deliberato lo stop dopo la festa di Ognissanti sono Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia e Umbria;
9 dicembre 2023: le Regioni che lo hanno deliberato dopo l’Immacolata sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto, Alto-Adige e Trentino;
26 e 27 aprile: lo hanno deliberato, dopo l’anniversario della Liberazione, Calabria, Campania, Piemonte, Valle d’Aosta e Alto-Adige;
29 e 30 aprile: prima della festa del Lavoro, gli istituti saranno chiusi in Liguria e Molise.
Nella maggior parte delle regioni le scuole chiuderanno l’8 giugno 2023
Alle date delle festività nazionali e dei ponti si aggiungono i giorni di pausa dalle lezioni decisi dai singoli collegi dei docenti, autonomamente e nel rispetto del numero minimo di giorni di lezioni da garantire. La chiusura scolastica è prevista, per la maggior parte delle regioni, l’8 giugno 2024. In Emilia-Romagna, Marche e Valle d’Aosta le lezioni si concluderanno il 6 giugno, mentre in Puglia e Toscana il 7 giugno. L’ultimo a chiudere sarà il Trentino Alto-Adige, dove la scuola terminerà l’11 giugno.
Giovedì 31 agosto 2023 Noemi Bocchi ha compiuto 39 anni e per l’occasione Francesco Totti, con il quale c0m’è noto ha iniziato una chiacchieratissima relazione, ha deciso di farle una dedica che non è passata inosservata.
La dedica di Francesco Totti a Noemi Bocchi per il suo 39° compleanno
La flower designer ha festeggiato la ricorrenza condividendo sui social tutti i messaggi di auguri ricevuti dai suoi affetti più cari, tra cui spiccano quelli della figlia Sofia Carucci e di alcune amiche. Quello che però è saltato maggiormente all’occhio rispetto a tutti è senza ombra di dubbio il messaggio del compagno Francesco Totti, che per una volta ha deciso di fare uno strappo alla regola. Raramente, infatti, vediamo “Er Pupone” condividere pezzi della sua vita privata via Instagram, ma evidentemente questa volta ha ritenuto che ne valesse la pena. Via stories, l’ex capitano della Roma ha condiviso un tenero scatto insieme a Noemi Bocchi in riva al mare, accompagnato dalla scritta «Happy Birthday» e da una canzone romantica in sottofondo, La tua bellezza di Francesco Renga.
Un amore che procede a gonfie vele
Dopo la travagliata fine del lungo matrimonio con Ilary Blasi (c’è ancora in ballo lo scontro in tribunale per la divisione dell’enorme patrimonio), Totti sembra proprio aver ritrovato l’amore vero tra le braccia di Noemi, dalla quale pare essere inseparabile. I due, che sono andati a convivere in un grande attico a Roma Nord, hanno trascorso un’intensa estate in giro per il mondo. Prima la coppia ha fatto tappa negli USA, per un viaggio con tutta la famiglia allargata. Poi sono volati in direzione Sudafrica, dove hanno trascorso qualche giorno di vacanza da soli. Tra un viaggio e l’altro, inoltre, i due si sono concessi anche un po’ di sano relax a Sabaudia, località del cuore di Francesco dove l’ex sportivo ha trascorso tante estati proprio in compagnia dell’ex Ilary Blasi.
Esaurito subito il bonus trasporti, il sostegno fino a 60 euro per l’acquisto di abbonamenti mensili di trasporto pubblico, validi per più mesi, o annuali, del ministero del Lavoro. La misura è destinata a persone fisiche con un reddito entro i 20 mila euro.
Raggiunto il momentaneo esaurimento della dotazione finanziaria
Come si legge nella piattaforma online del ministero, sulla quale si poteva presentare domanda dalle ore 8.00 di venerdì 1 settembre tramite spid o cie, si è raggiunto «il momentaneo esaurimento della dotazione finanziaria prevista del Decreto Legge n. 5 del 14 gennaio 2023. Sarà possibile effettuare un nuovo tentativo di richiesta a partire dalle ore 8.00 del 1 ottobre 2023 per usufruire degli eventuali residui generati dal mancato utilizzo di bonus richiesti nel mese di settembre 2023».
Dal 1° settembre 2023 Parigi darà attuazione al referendum proposto dalla sindaca Anne Hidalgo dove il 90 per cento dei votanti si era opposto all’utilizzo dei monopattini elettrici in città. Nella capitale francese le “trottinettes” circolavano dal 2018, ma le ripetute violazioni del Codice della strada da parte dei guidatori nonché i numerosi incidenti provocati avevano spinto i cittadini a bocciarne l’impiego e a portare alla loro abolizione. La Ville Lumière è diventata così la prima capitale europea a dire stop ai monopattini elettrici a noleggio. Gli operatori del settore, Lime, Tier Mobility e Dott, hanno già ritirato tutti i loro 15 mila veicoli trasferendoli in altre località tra cui Bodeaux e Lille in Francia, Berlino, Londra, Copenaghen e Tel Aviv.
Nel 2022 i monopattini erano rimasti coinvolti in 459 incidenti
Pur comode, green e facilmente accessibili (per utilizzarle basta un’app e una carta di credito), le trottinettes si sono rivelate pericolose e invadenti in strada e sulle piste ciclabili. Tra mancato rispetto dei semafori, zig-zag sui marciapiedi e molteplici passeggeri su un solo veicolo (spesso abbandonato dove capita), questi mezzi hanno causato non poche apprensioni negli automobilisti, nei pedoni, nei tassisti e nei guidatori degli autobus. Dal 2019 gli incidenti stradali a Parigi sono aumentati del 189 per cento e nel solo 2022 i monopattini sono stati coinvolti in 459 sinistri, con tre morti e 426 feriti. Numeri che l’amministrazione non ha potuto evitare di considerare, chiedendo ai residenti il loro parere tramite un referendum e ricevendo una bocciatura totale che ha portato all’abolizione dei mezzi in città. Lime, fra i tre fornitori del servizio, ha contestato la scelta del Comune e ha salutato i propri 5 mila monopattini con una cartolina e una dedica su ciascuno di essi: «L’incredibile viaggio durava dal 2018, con 87.451.328 km percorsi e il risparmio di 28.613 tonnellate di Co2».
I residenti sono divisi
Divisi gli abitanti di Parigi, tra chi ha accolto favorevolmente l’abolizione dei monopattini e chi li vedeva come un’ottima alternativa al traffico. «È talmente bello poter girare senza lo stress della macchina e del parcheggio, all’aria aperta. Si va dappertutto», ha dichiarato una residente. «Senza monopattino non potrei vedere nemmeno la metà delle cose. Con questi puoi andare senza metropolitana, ti fermi, chiacchieri con la gente, scatti una foto…», le ha fatto eco una turista. Ad altri, invece, le trottinettes non mancheranno per niente: «Penso a tutte le volte che ho rischiato di metterli sotto. È più sicuro prendere la bicicletta o usare i mezzi pubblici. A Parigi c’è un’offerta abbastanza completa».
«Invio auguri di buoni auspici a Sua Eccellenza e al popolo cinese mentre attraverso lo spazio aereo del suo Paese in rotta verso la Mongolia. Assicurandovi la mia preghiera per il benessere della Nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine dell’unità e della pace». È il testo del telegramma di saluto inviato da papa Francesco al presidente cinese Xi Jinping.
Wang: «La Cina vuole rafforzare la fiducia reciproca con il Vaticano»
Dopo questo messaggio «di saluto e di augurio», durante il suo passaggio sullo spazio aereo del Dragone diretto verso la Mongolia, dove è arrivato venerdì 1 settembre, non è mancata la risposta della Cina. Il paese di Xi Jinping vuole «rafforzare la fiducia reciproca» con il Vaticano. E ancora: «La Cina è pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione, rafforzare la fiducia reciproca», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, parlando nel briefing quotidiano. Pechino «promuoverà il processo di miglioramento delle relazioni tra i due Paesi», ha aggiunto.
Il Papa: «Capire la Mongolia con i sensi»
«Qualcuno mi ha chiesto di questo mio andare in Mongolia, un popolo piccolo in una terra grande. La Mongolia sembra non finire mai, e il popolo è poco numeroso. Ci farà bene capire questo silenzio, così lungo, così grande. Ci farà bene capire non intellettualmente, ma con i sensi. Farà bene ascoltare un po’ la musica di Borodin, che è stato capace di esprimere la grandezza della Mongolia». Lo ha detto papa Francesco durante il volo, salutando in aereo i giornalisti al seguito.
La 19enne che ha denunciato di aver subito unostupro di gruppo a Palermoha raccontato che, un mese prima, era stata aggredita da altri due ragazzi. L’episodio è stato riferito dalla giovane il 14 luglio 2023, una settimana dopo i fatti del Foro Italico, nella stessa denuncia che ha dato il via all’inchiesta che ha portato all’arresto di sette ragazzi di età compresa tra 18 e 22 anni.
È riuscita a scappare grazie allo spray al peperoncino
Ai carabinieri ha raccontato che si trovava nei pressi della stazione quando i due le hanno offerto un passaggio in scooter: «Io ho accettato, ma loro anziché accompagnarmi si sono fermati». Uno dei due l’ha minacciata («Stasera devi avere un rapporto con noi, se no ti ammazzo») per poi prenderla con la forza e buttarla a terra, mentre l’altro si è avvicinato «ma certo non per soccorrermi». A differenza di quanto accaduto al Foro Italico, però, in quell’occasione la ragazza è riuscita a salvarsi: «Ho preso lo spray al peperoncino e ho spruzzato a entrambi. Loro si sono alzati la maglietta per tamponarsi il viso e ho sentito quello robusto che diceva “Se ti rivedo ti ammazzo”».
Verso le 23 di giovedì 31 agosto «l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor L.A. alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua». Ad annunciarlo, via Facebook, è il Parco nazionale d’Abruzzo. «Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi», si legge ancora.
Parco Nazionale: «Fatto gravissimo»
Sempre il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise scrive: «L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo».
Aidaa: «Arresto subito»
Anche l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente Aidaa ha commentato la notizia dell’uccisione dell’orsa «La notizia è in sé talmente improvvisa e scioccante che ci lascia senza parole ma con alcune domande, innanzitutto quali sono le motivazioni per cui questo uomo ha imbracciato il fucile e sparato all’orsa e poi cosa ne sarà dei cuccioli dell’orsa uccisa alle porte del Parco di Abruzzo e Lazio? L’unica immediata richiesta che ci sentiamo di fare è quella della carcerazione immediata del responsabile di questa uccisione, quest’uomo non può e non deve restare a piede libero».
Le dimissioni di John Elkann dalla presidenza della Giovanni Agnelli B.V., la “cassaforte” di famiglia, comunicate a valle dall’annuncio dell’entrata del gruppo nell’azionariato di Philips col 15 per cento, sono state l’occasione per portare l’imprenditore, finanziere e manager italo-americano a far parlare di sé. E mostrare una nuova fase di espansione del business dell’impero di famiglia ereditato dall’Avvocato ben delineata nell’intervista al Financial Times del 29 agosto. Praticamente, il terzo tempo dell’era di John Elkann alla guida di Exor dopo l’operazione Stellantis e il riassetto nelle società di famiglia. Meno cariche onorifiche, più cariche operative: l’azionista di maggioranza della cassaforte di Exor, ad della holding, presidente di Ferrari, Stellantis e Gedi ha profondamente riformulato le strategie del gruppo seguendo almeno tre direttrici principali.
Diversificazione del business: dall’oro alle tecnologie di frontiera
La prima ha a che fare con le sinergie tra le mosse di Exor e quelle personali del nipote del’Avvocato. Il fondo Lingotto Investment Management, la holding di gestione degli investimenti che incorpora alla perfezione il modello Elkann, è il perno di questa svolta. Alle controllate tradizionali (Case-NewHolland, la quota di Stellantis, l’Economist, Gedi e la Juventus) e alle partecipazioni di nuova prospettiva (come la sinergia con Nicola Bedin in Lifenet Healthcare, partecipata al 44,7 per cento), Lingotto vuole aggiungere una spinta su una diversificazione netta capace di traghettare gli Agnelli-Elkann a capo di un vero e proprio conglomerato di potere economico-finanziario. Capace di unire investimenti di rango in compagnie come Tesla a scelte strategiche che puntano in settori dalle forti prospettive di sviluppo. A partire da un nuovo business, quello dell’oro la cui domanda è cresciuta dopo gli ultimi anni di incertezza economica globale: Lingotto punta 104 milioni di dollari nelle azioni della sudafricana Harmony Gold Mining e altri 62,6 milioni sulla texana Novagold, che ha riavviato le ricerche sui giacimenti auriferi in Alaska. Ma la prospettiva maggiore è quella della presenza del fondo nelle tecnologie di frontiera, dall’intelligenza artificiale (quote di Nvidia sono in portafoglio) alla prospettiva delle Health & Lifesciences: nel portafoglio infatti quote per 182 milioni anche nella Teva Pharmaceutical, una filosofia complementare a quella che ha spinto Elkann a puntare 2,6 miliardi di euro nel 15 per cento di Philips e a investire 800 milioni nell’Istituto francese Montieux per consolidare la sua presenza in settori ritenuti promettenti.
Globalizzazione del marchio e del management
La seconda direttrice punta alla “globalizzazione” del marchio e dei nomi. Il passaggio della presidenza di Giovanni Agnelli B.V. a Jeroen Preller, avvocato olandese e partner dello studio legale NautaDutilh, è in tal senso emblematico. È il secondo passaggio di un rinnovo del management che in una prima fase aveva portato l’indiano-americano Ajay Banga alla presidenza di Exor, e poi lo scorso anno al connazionale Nitin Nohria, dopo che Joe Biden aveva scelto Banga per guidare la Banca Mondiale. A Nohria si associa la presenza di un pezzo da novanta come George Osborne, già cancelliere dello Scacchiere britannico ai tempi di David Cameron (al governo dal 2010 al 2016) alla presidenza di Lingotto Investment Management, a testimonianza dell’importanza che Elkann assegna al veicolo finanziario con cui intende portare il suo business nelle nuove frontiere dell’innovazione. Nel board di Lingotto e nella lista dei suoi partner sono indicati, al contempo, figure esterne alla Real Casa Torinese ma blasonate: allo storico Cfo del gruppo Exor Enrico Vellano, oggi alla guida di Lingotto, si aggiungono Michela Elisabetta Nava, ex Goldman Sachs, l’olandese Guido De Boer, attuale direttore finanziario di Exor e già Global Head of Corporate Development di Heineken, e Nikhil Srinivasan, già top manager di Allianz e Generali. Meno cariche formali e più cariche operative consentono di distribuire poltrone di peso a figure di spicco: segno di una volontà di internazionalizzazione palese.
Accreditamento negli ambienti della finanza internazionale, specie anglosassone
L’ultima direttrice, strettamente legata alle prime due, denota la volontà di accreditarsi sempre di più negli ambienti della finanzia internazionale. Specie quelli anglosassoni a cui Elkann non fa mistero di puntare. Lo dimostra la diplomazia personale promossa del nipote dell’Avvocato, che negli ultimi due anni lo ha portato a interloquire con una serie di top manager, da Elon Musk a Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna, società statunitense che opera nella ricerca farmaceutica e nelle biotecnologie, nota per i vaccini anti Covid.
Tra i settori su cui Exor intende puntare manca l’editoria
L’approccio duale tenuto in Italia col governo Meloni, “accarezzato” dalla Gedi di Elkann sull’atlantismo proprio del direttore di Repubblica Maurizio Molinari pur senza negare la volontà di mantenere nel campo progressista il quotidiano, va di pari passo con l’approccio del The Economist di famiglia, che non manca di leggere l’economia europea con il prisma della comunità finanziaria anglosassone in maniera ancor più spinta di quanto possa fare un Financial Times oggigiorno più sensibile ai temi dell’economia reale e delle disuguaglianze. Anche se nel novero dei settori su cui Exor intende sempre più puntare nel futuro – salute, tecnologia e lusso – l’editoria non compare. E infatti, da quando la holding ha rilevato dalla famiglia De Benedetti il controllo di Gedi, si è puntato più sui disinvestimenti (Espresso, Quotidiani locali) che sullo sviluppo.
Shabbar Abbas, accusato dell’omicidio della figlia Saman avvenuto nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia ed estradato dal Pakistan in Italia, è atterrato poco dopo la mezzanotte all’aeroporto di Ciampino, a Roma. L’uomo, preso in consegna dalla polaria, è stato condotto presso il locale ufficio di polizia giudiziaria dello scalo romano, dove gli è stato notificato il decreto di custodia cautelare e il verbale. La polizia penitenziaria ha quindi effettuato il suo trasferimento in un carcere della Capitale, in attesa della definitiva traduzione in una casa circondariale emiliana a disposizione dell’autorità giudiziaria di Reggio Emilia.
L’8 settembre Abbas sarà in aula
L’arresto e l‘estradizione del padre di Saman non sono stati facili. Abbas è stato fermato nel Punjab a metà novembre 2022, dopo un anno e mezzo di latitanza. La mancanza di precedenti e di accordi tra Italia e Pakistan hanno reso complessa la procedura come testimoniano gli oltre 30 rinvii delle udienze per discutere la legittimità della richiesta del ministero della Giustizia italiano. L’ok dei giudici di Islamabad è arrivato il 4 luglio, il consenso del governo pachistano il 29 agosto. L’8 settembre Abbas potrà essere in aula, in presenza e non più in collegamento video, davanti alla Corte di assise reggiana che lo sta processando insieme a quattro familiari per aver assassinato la diciottenne, probabilmente strangolata, e averne nascosto il corpo, ritrovato in una buca, non lontano da casa, il 18 novembre scorso.
Sua moglie è ancora latitante
Quel giorno sarà sentito come testimone anche il fratello minore di Saman, che con le sue parole ha contribuito a rafforzare il quadro a carico dei parenti. Carabinieri e Procura di Reggio Emilia accusano Abbas di avere agito in concorso con la moglie Nazia Shaheen, l’unica ancora ricercata, e con i cugini della ragazza Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestati nei mesi seguenti al delitto in Francia e Spagna, oltre che con il fratello Danish Hasnain, anche lui rintracciato in territorio francese. Proprio Danish ha indicato agli inquirenti dove scavare per trovare il cadavere di Saman, sepolto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 in un casolare diroccato. Poche ore dopo Shabbar e la moglie presero un volo per il Pakistan.
Il Pentagono lancia un nuovo sito per fornire al grande pubblico tutte le informazioni possibili desecretate sugli Ufo. Il sito metterà a disposizione anche video e foto, oltre a rispondere alle domande più comuni sul tema. Ci saranno anche link a rapporti ufficiali, trascrizioni, comunicati stampa.
Pentagono: «Siamo impegnati alla trasparenza»
«Siamo impegnati alla trasparenza», ha detto il Pentagono. I dipendenti del governo, anche ex, potranno segnalare casi alla AARO (All-domain Anomaly Resolution Office). «ll Dipartimento della Difesa ha lanciato un sito web per fornire al pubblico informazioni sull’AARO e sui suoi sforzi per comprendere e risolvere i fenomeni anomali non identificati», recita il comunicato di lancio. Secondo l’annuncio, inoltre, nei prossimi mesi verrà messo in moto un meccanismo di segnalazione per il pubblico in generale.