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Palermo: una donna accusa il protettore, ma per i giudici «prostituta per scelta»
Ha raccontato di essere fuggita dalla Nigeria e di aver raggiunto l’Italia per rifarsi una vita, ma di essere stata costretta a prostituirsi dalla mafia del suo paese, che ha suoi affiliati a Palermo. Per la corte d’assise del capoluogo, che pure ha condannato l’uomo denunciato dalla vittima, la donna nigeriana sarebbe, però, «una prostituta volontaria. Da inquadrare, più correttamente» – si legge nella sentenza – «nella nota diffusa categoria delle cosiddette sex-workers ossia nella categoria di quelle donne che preferiscono dedicarsi alla prostituzione piuttosto che lavorare o svolgere lavori poco remunerativi, come potrebbero esser quello della shampista o di far capelli o di far treccine o di lavorare presso qualcuno come domestico».
Le motivazioni del verdetto
L’argomentazione è contenuta nelle motivazioni del verdetto col quale i giudici hanno comunque condannato a due anni e sei mesi di carcere, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, il nigeriano Silver Egos Enogieru. «Questa classificazione della prostituta, naturalmente non contrasta con la presenza di uno sfruttatore e favoreggiatore, che a sua volta si giovi delle prestazioni della lavoratrice e le agevoli, per rimpinguare anche le proprie casse», ha proseguito il collegio che ha anche condannato l’africano a risarcire i danni alla parte civile. La procura di Palermo presenterà appello contro la sentenza.