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Xi Jinping, visita a sorpresa nello Xinjiang: «Intensificare il controllo delle attività religiose illegali»
In occasione di una visita a sorpresa nello Xinjiang, la seconda da quando il presidente della Repubblica Popolare ha lanciato una decisa repressione contro la popolazione musulmana uigura della zona, Xi Jinping ha esortato i funzionari della regione a preservare la «stabilità sociale conquistata con fatica» e a intensificare gli sforzi nel controllo delle «attività religiose illegali».

I crimini contro l’umanità di Xi: il genocidio culturale degli uiguri
Le autorità cinesi hanno trattenuto (per periodi più o meno lunghi) almeno un milione di persone in centri di detenzione e rieducazione, attuando una sorveglianza di massa e un’oppressione sistematica delle espressioni religiose e culturali: nella zona numerosi siti religiosi sono stati distrutti o chiusi. In un rapporto del 2021, Amnesty International ha accusato le autorità cinesi di aver creato «un inferno distopico di dimensioni sbalorditive», invitando le Nazioni Unite a indagare sul regime di detenzione di massa, sorveglianza e tortura a cui il governo di Pechino avrebbe sottoposto uiguri, kazaki e gli altri musulmani della regione. Nel 2022 l’Onu ha trovato prove credibili di tortura e altre violazioni dei diritti umani nei confronti del popolo uiguro e Human Rights Watch ha affermato che nello Xinjiang sono stati commessi crimini contro l’umanità.

Xi respinge da sempre le accuse sulla repressione nello Xinjiang
Xi e i vertici del Partito comunista respingono da sempre le accuse di questo genere, sostenendo che fanno parte di un complotto occidentale per screditare la Cina. Al contrario, ribadiscono, la politica attuata nello Xinjiang mira a combattere l’estremismo religioso e a ridurre la povertà. Affermazioni che mal si conciliano con alcuni divieti in vigore nella regione, come quello di portare la barba lunga o studiare il Corano.

Xi ha invitato i funzionari locali a «rafforzare la pubblicità positiva»
A Urumqi, capoluogo dello Xinjiang, Xi ha sottolineato che la «stabilità sociale» deve sempre avere la priorità e deve essere utilizzata per garantire lo sviluppo, aggiungendo che la regione «non è più un’area remota», bensì ma un fulcro centrale per l’iniziativa di sviluppo della Nuova via della seta, che dovrebbe aprirsi maggiormente al turismo nazionale ed estero. Per la cronaca Urumqi, molto vicina al polo dell’inaccessibilità eurasiatico, “vanta” il primato di città più lontana dal mare, trovandosi a circa 2.500 chilometri dall’Oceano Indiano. «Nel processo di modernizzazione in stile cinese, faremo meglio a costruire un bellissimo Xinjiang che sia unito e armonioso, ricco e prospero», ha continuato Xi, invitando i funzionari locali a «rafforzare la pubblicità positiva e mostrare la nuova atmosfera di apertura e fiducia», confutando ogni «forma di falsa opinione pubblica». Infine, ha aggiunto che il problema dell’identità culturale nella regione «deve essere risolto per consolidare la nazione, il Partito comunista e il socialismo con caratteristiche cinesi».