Sale la febbre per il debutto di Messi in Florida. Dopo la presentazione in pompa magna di domenica 16 luglio, il fenomeno ex Paris Saint-Germain e Barcellona dovrebbe esordire con l’Inter Miami venerdì 21 luglio, nel match casalingo con il Cruz Azul. In attesa di conoscere l’impatto delle sue giocate sul calcio statunitense, è già chiaro quello sui costi dei biglietti. Come riporta As Usa, per un posto nei distinti dello stadio su Ticketmaster bisogna spendere 250 dollari (circa 220 euro). Per i più cari si arriva a 10 mila (circa 9 mila euro). Prima del suo annuncio ufficiale però si poteva assistere a una partita con appena 29 dollari (26 euro). Forse anche per questo non si registra ancora il sold out, dato che sarebbero disponibili circa mille ticket. Già lo scorso 7 giugno, con l’ufficialità del trasferimento in Usa, i prezzi erano schizzati alle stelle. Il sito di rivendita online TickPick riportò un aumento del 1034 per cento.
Lionel Messi is reported to sign with Inter Miami
This is the impact on ticket prices:
Inter Miami vs. Cruz Azul on 7/21 ***
Cheapest ticket sold before news: $29 Cheapest ticket now available: $329
Ammirare dal vivo il talento di Leo Messi costerà molto anche a New York e Los Angeles. L’Inter Miami sarà nella Grande Mela soltanto il 26 agosto, dove giocherà contro i Red Bulls. Su TickPick il prezzo dei biglietti parte da 401 dollari (360 euro), mentre prima del suo arrivo ne bastavano appena 30 (circa 27 euro). Un aumento del 1236 per cento, il più alto dell’intera stagione, che ha scatenato un vero effetto domino in tutta la nazione. In California, per la partita dell’Inter Miami in casa dei campioni in carica di Los Angeles del 3 settembre, si è registrata una crescita del 420 per cento. I costi sono passati da 81 dollari (73 euro) a 422 (circa 380 euro).
Leo Messi, il primo murale a Miami porta anche la firma di David Beckham
Intanto a Miami è spuntato il primo murale dedicato a Leo Messi. A Wynwood, uno dei quartieri più alla moda della città, l’artista argentino Maximiliano Bagnasco ha svelato la sua creazione per la Pulce. Alla creazione ha partecipato nientemeno che David Beckham, come ha confermato la moglie ed ex Spice Girls Victoria su Instagram. «C’è qualcosa che non sa fare?», ha scritto in alcune stories. «È lassù e sta dipingendo, sono impressionata». L’ex calciatore di Manchester United e Milan ha invece sottolineato a The Ahtletic il suo entusiasmo per l’acquisto di Messi. «Ho sempre detto che volevo portare a Miami i migliori al mondo», ha spiegato. «Ho rispettato il mio impegno».
«Annuncio la nascita di xAI per comprendere la realtà». Con queste parole in un post su Twitter Elon Musk ha ufficializzato la nascita di una nuova startup dedicata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Grazie a un team di 11 dipendenti, lavorerà a stretto contatto con le altre aziende del magnate, da Tesla a SpaceX, con l’obiettivo di ritagliarsi una posizione di rilievo nel mercato mondiale. Musk spera infatti di poter competere con Google, Microsoft ma soprattutto OpenAI, società madre del software ChatGPT. Eppure a marzo aveva firmato una lettera aperta assieme ad altri leader nel settore hi-tech per frenare lo sviluppo dell’IA, definita «fuori controllo» e un pericolo per l’umanità.
Announcing formation of @xAI to understand reality
Elon Musk, cosa sappiamo della sua nuova startup xAI
Al momento, come sottolinea la Cnn, non sono disponibili dettagli su xAI, che sul sito web definisce la sua missione come una ricerca della «vera natura dell’universo». Elon Musk, che guiderà personalmente la startup, ha presentato un team esclusivamente maschile formato soprattutto da ex dipendenti di OpenAI e Google. Alcuni di loro vantano invece esperienze in un centro di ricerca sull’IA dell’Università di Toronto. Sfruttando l’accesso a Twitter, potranno utilizzare i dati per addestrare i nuovi modelli di linguaggio di grandi dimensioni e scrivere codici informatici sempre più evoluti. Avranno modo di confrontarsi anche con il team di Tesla, impegnato nella costruzione di auto a guida autonoma con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Ulteriori informazioni potrebbero giungere nel Twitter Space, stanza virtuale sul social per conversazioni collettive, in programma per venerdì 14 luglio.
Membro fondatore di OpenAI, Elon Musk lasciò il Cda dell’azienda nel 2018, criticandone la gestione dei dati e gli sviluppi interni. Spesso in prima linea per mettere in guardia l’umanità dalla crescita dell’IA, il 29 marzo 2023 si espresse contro lo sviluppo sconsiderato dell’intelligenza artificiale. Poco dopo il debutto di Chat GPT-4, sottoscrisse una lettera con altri leader di aziende hi-tech chiedendo di fermare i lavori «per almeno sei mesi» al fine di evitare «seri rischi per la società globale». Temendo una crescita spropositata delle potenzialità dei software, si disse preoccupato che un giorno l’IA possa fuggire al controllo dell’uomo e causare «la distruzione della civiltà». Timori che però sembra aver già dimenticato e messo da parte.
Margherita Mazzucco, nata a Napoli il 26 settembre 2002, è un’attrice italiana. Prima di diplomarsi al liceo classico Genovesi di Napoli, senza mai aver avuto esperienze di recitazione, ha fatto e superato il provino per il ruolo di Elena ne L’amicageniale.
Margherita Mazzucco: biografia e carriera
La giovane ha ottenuto la sua prima parte nell’importante produzione televisivaall’età di 16 anni, dopo essere stata notata da Saverio Costanzo, uno dei tre registi della seire. Ha recitato nella fiction a partire dal terzo episodio della prima stagione sostituendo Elisa Del Genio, che aveva interpretato Elena da bambina nei primi due episodi. Margherita è rimasta sul set della serie, tratta dai romanzi di Elena Ferrante, fino alla terza stagione, quando è stata sostituita dall’attrice Alba Rohrwacher (la quale è legata sentimentalmente allo stesso Costanzo). Conclusasi questa esperienza, Margherita è stata protagonista, insieme ad Andrea Carpenzano, del film di Susanna Nicchiarelli Chiara, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2022. Nella pellicola, Mazzucco ha vestito i panni della santa di Assisi.
Margherita Mazzucco: la vita privata
Essendo Margherita gelosa della sua privacy e molto riservata, non è dato sapere alcun dettaglio sulla sua vita privata. Non è infatti noto se la giovane attrice sia fidanzata o meno, dettaglio che non è possibile carpire nemmeno dai suoi profili social dove preferisce pubblicare scatti relativi alla sua professione o al tempo libero.
Paura a Colico, in provincia di Lecco, dove nella giornata di ieri (giovedì 13 luglio) due 16enni sono stati colpiti da un fulmine intorno alle ore 14.
16enni colpiti da un fulmine a Colico
Tutto è successo all’improvviso: durante un violento temporale (in quelle ore la zona è stata interessata da forti precipitazioni) i due ragazzini avrebbero deciso di ripararsi sotto i rami di un albero in compagnia di altri due amici. L’altra ipotesi formulata dalle autorità al lavoro sul caso è che, al momento della scarica, i due si trovassero semplicemente di fianco all’albero, per caso. Inconsapevoli della pericolosità del loro gesto, i due sono purtroppo sono stati raggiunti dal fulmine che ha colpito la pianta, causando loro gravi ferite. Uno dei ragazzi ha avuto ustioni di secondo grado sul torace ed è stato trasferito d’urgenza e in codice rosso al vicino ospedale di Gravedona, in provincia di Como. L’altro giovane invece si è procurato un trauma cranico a causa della scarica elettrica ed è stato trasportato a sua volta al vicino ospedale di Lecco, sempre in codice rosso.
Autorità al lavoro sul posto per chiarire la dinamica dei fatti
Immediato l’intervento sul posto dei soccorsi del 118 di Areu, dei vigili del fuoco e dei carabinieri, che stanno cercando di chiarire i dettagli della vicenda. In queste ore è emerso che i due ragazzini si trovavano, al momento dei fatti, insieme ad altri due amici nella zona della passeggiata Francesco Pischedda, sul lungolago. Fortunatamente non ci sono state conseguenze per gli altri due adolescenti che si trovavano insieme a loro sotto l’albero colpito dal fulmine. I quattro erano, a quanto emerso, in gita insieme ai membri del gruppo estivo dell’oratorio di Edolo.
Due operazioni complementari sono state concluse con successo dal Gruppo Crédit Agricole in Italia, che rilancia i suoi investimenti nel private equity italiano con l’obiettivo di sostenere la crescita delle imprese italiane attraverso l’apertura di due nuovi fondi, Fondo Apei – Private Equity CA Italia e Ambition Agri Agro Investissement – Fondo del Gruppo Crédit Agricole.
Il Fondo Apei – Private Equity CA Italia rivolto a medie imprese
Con il Fondo Apei – Private Equity CA Italia, Fia italiano riservato con un target size di 100 milioni di euro, il Gruppo intende investire in aziende di medie dimensioni per accompagnarle nel loro sviluppo, consolidamento, internazionalizzazione e ricambio generazionale. Questo strumento valorizza anche lo sfruttamento delle sinergie tra le entità del Gruppo Crédit Agricole in Italia, grazie alla partecipazione di Crédit Agricole Italia, Crédit Agricole Vita e Amundi SGR, che sarà anche il gestore del fondo. Gli investimenti del Fondo Apei avranno un approccio generalista in settori diversificati e saranno rivolti a medie imprese non quotate con fatturato indicativamente compreso tra 10 e 250 milioni di euro e caratterizzate da buona redditività e solidità patrimoniale. Particolare riguardo sarà dato a quelle eccellenze italiane attive nei territori di riferimento che hanno individuato un chiaro progetto di crescita e sviluppo del proprio business, sia per linee interne che esterne, e che necessitano di un’iniezione di capitale – anche per sostenere il ricambio generazionale.
Il Fondo Ambition Agri Agro Investissement per le aziende dell’agroalimentare
Grazie al Fondo Ambition Agri Agro Investissement, Crédit Agricole Italia aderisce all’iniziativa volta a effettuare investimenti nel capitale di aziende, sia francesi che italiane, operanti nel settore agroalimentare. L’obiettivo, spiega la banca in una nota, è quello di sostenere le imprese con un approccio di investimento che affronti le sfide della transizione agricola e agroalimentare e di rendere il settore ancora più competitivo e rispettoso della biodiversità, preservando le risorse naturali dai cambiamenti climatici. Il fondo ha una dotazione di 300 milioni di euro e punterà a investire fino a un terzo del totale delle risorse raccolte in Italia. Il gestore del fondo è Idia Capital Investissement, società di private equity controllata dal Gruppo Crédit Agricole con 2,2 miliardi di euro di asset in gestione in diversi settori di attività e oltre 110 società in portafoglio. Gli investimenti del fondo saranno rivolti a medie imprese operanti nel settore agroalimentare, selezionate sulla base di parametri di redditività e solidità patrimoniale, in fase di crescita o di sviluppo del proprio business, che abbiano individuato chiari obiettivi di transizione/Esg. Le aziende dovranno soddisfare due criteri obbligatori relativi ai due pilastri «Contribuire alla transizione verso un’alimentazione a basse emissioni di carbonio» e «Preservare le risorse naturali».
L’ad Maioli: «Impegno concreto per valorizzare l’innovazione sostenibile»
Queste le dichiarazioni di Giampiero Maioli, amministratore delegato di Crédit Agricole Italia e Senior Country Officer del Gruppo Crédit Agricole in Italia: «Con le due operazioni appena lanciate, il Gruppo intende impegnarsi concretamente per orientare i capitali verso le imprese per accompagnarle nel loro sviluppo e valorizzare l’innovazione sostenibile dell’intero tessuto imprenditoriale italiano. Il nostro Paese sta attraversando una fase macroeconomica e di mercato in cui il settore del private equity, finalizzato al sostegno delle imprese non quotate, mostra un elevato potenziale. Gli stessi finanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per il settore privato, oltre che gli accresciuti livelli di risparmio accumulati durante la pandemia, vantano importantissime potenzialità per sostenere gli investimenti di tipo innovativo e trasformativo sul tessuto imprenditoriale italiano».
Dopo le Instagram Stories polemiche pubblicate poche ore fa da Ainett Stephens, con le quali la modella si lamentava per essere stata esclusa dalla nuova edizione de Il Mercante in fiera, Pino Insegno ha avuto la possibilità di replicare nel merito della questione alla collega attraverso un’intervista esclusiva concessa a TvBlog.
Pino Insegno su Ainett Stephens: «Quali scuse dovrei fare?»
Il conduttore, di recente riconfermato all’interno dei palinsesti Rai, ha così risposto a Massimo Galanto quando gli è stato chiesto se sentisse in qualche modo il bisogno di chiedere scusa alla collega: «Ho parlato con lei, le ho mandato un messaggio vocale, le ho detto di non prendersela, l’ho ringraziata per il lavoro svolto… è tutto tranquillo. Ainett è una mia amica. E poi, anche se avessi detto, e non l’ho detto, che è diventata un po’ più grandem e, ripeto, non l’ho detto, è un’offesa? Non ho capito quali scuse dovrei fare. Anche io sono diventato grande!».
La querelle nasce proprio alla luce di una dichiarazione fatta da Pino Insegno in persona in occasione della recente presentazione dei nuovi palinsesti Rai. Quando il sito Davide Maggio ha chiesto a Insegno se nella nuova edizione del quiz ci sarebbe stato nuovamente spazio per la spalla sexy del programma, Insegno ha per l’appunto dichiarato: «Ovviamente ci sarà la Gatta Nera, la stiamo cercando. Ainett è diventata un po’ più grande, sono passati tanti anni, resta indimenticata icona di quel programma».
Cosa aveva dichiarato Ainett Stephens sulla sua esclusione da Il mercante in fiera
La querelle nasce per l’appunto sulla scia di un video di replica della modella venezuelana pubblicato poche ore fa su Instagram. Ainett Stephens, senza fare in realtà il nome di Insegno, aveva voluto rispondere al collega per le rime, dichiarando: «Chi è incaricato di presentare la trasmissione in questione ha fatto un comunicato dicendo che non mi ha riconfermata perché sono invecchiata». Stephens aveva poi aggiunto il carico da 90, specificando: «Oggi come oggi abbiamo il potere di esprimerci, abbiamo le nostre proprie idee, non viviamo più soggiogate dai maschietti. Tutta questa situazione di benessere, di cui possiamo godere oggi noi donne, sicuramente è andata a giovare il nostro aspetto fisico e anche a livello mentale. Siamo più radianti. Quindi io mi sento più viva che mai, più fresca che mai, più affascinante che mai. Quindi mi dispiace se hai usato il termine sbagliato e io, veramente, pretenderei delle scuse, come minimo».
Uscito dal carcere di Bollate in permesso premioSalvatore Parolisi, condannato a 20 anni per l’omicidio della moglie Melania Rea, ha approfittato della temporanea libertà per rilasciare un’intervista a Chi l’ha visto?, andata in onda il 5 luglio: in seguito alle sue dichiarazioni, il Tribunale di sorveglianza di Milano ha deciso di revocare tutti i 15 permessi premio accordati all’ex caporal maggiore dell’Esercito.
Per i magistrati «non ha compreso il significato della condanna»
Non è stata tanto l’intervista, bensì il suo contenuto a far scattare la revoca dei permessi. «Da uomo, da militare, da padre soprattutto, tu mi devi dare l’ergastolo, mi butti la chiave e non mi fai uscire più, se dici che io ho fatto una cosa del genere, e me lo provi, però. Perché a me non me lo hanno mai provato», ha dichiarato Parolisi, dimostrando secondo i magistrati di «non aver compreso il significato della condanna», né la valenza dei permessi premio, che hanno una funzione pedagogico-propulsiva. Per cui è necessario che l’ex caporal maggiore prosegua il «lavoro introspettivo» in carcere, riporta il Corriere della Sera.
Parolisi: «Ho tradito Melania più volte, ma non l’ho uccisa»
Nel corso dell’intervista a Chi l’ha visto? Parolisi ha ammesso di aver tradito la moglie più volte, ma di non averla uccisa. E che quelle di cui si era reso protagonista erano solo scappatelle: «Le davo ogni mese 500 euro sui 1.300 che guadagnavo: se non è amore questo». Parolisi, che ha già scontato 12 anni per l’omicidio di Melania Rea avvenuto nel 2011, aveva ottenuto una serie di permessi premio fino a ottobre: sarebbe dovuto uscire una volta alla settimana, per fare volontariato in una parrocchia di Milano dalle 10 alle 22.
Marco Morandi è il figlio di Gianni Morandi e della sua prima moglie Laura Efrikian. È nato il 12 Febbraio 1974 e ha due fratelli, Marianna e Pietro. Quest’ultimo, rapper noto come Tredici Pietro, è nato dall’unione del padre con Anna Dan.
Chi è Marco Morandi, figlio di Gianni Morandi
Marco si è avvicinato alla musica fin da giovanissimo iniziando a studiare violino a cinque anni. Con alcuni amici di scuola ha fondato il gruppo Percentonetto, con i quali ha vinto Sanremo Giovaninel 1998 e partecipato tra i big con il brano Come il sole. Ha prodotto due album da solista e si è avvicinato alla recitazione sia al cinema che in teatro, dove ha portato in scena spettacoli dedicati ai più grandi artisti della musica italiana come Mia Martini. Nel 1999 ha affiancato il padre Gianni nelle quattro puntate di C’era un ragazzo, trasmesse su Rai 1, mentre l’anno successivo insieme a Enrico Silvestrin ha condotto il programma musicale Taratatà. Ha composto la sigla del programma di Gerry Scotti Chi vuol essere milionario?ed è approdato al cinema nella pellicola di Cristina Comencini Liberate i pesci. Nel 2002 è tornato a Sanremo con il brano Che ne so e qualche anno dopo ha fatto parte, con la compagnia dell’Artistica, del cast di Gianburrasca Il Musical vestendo i panni del protagonista Giannino Stoppani.
La vita privata: la moglie e i suoi tre figli
Marco Morandi è sposato dal 2012 con Sabrina Laganà e ha tre figli: i gemelli Leonardo e Jacopo, nati nel 2007, e Tommaso, nato nel 2009. La moglie è esperta di comunicazione e ufficio stampa di molti vip. Molto attiva su Instagram, vanta un ottimo seguito proprio come Marco, che suisocial pubblica i suoi video musicali o brevi clip. Recentemente il cantante è stato protagonista di uno spiacevole attacco degli hater che in maniera offensiva lo hanno paragonato al padre con commenti come «Sembri più vecchio di lui» oppure «Marco mi dispiace dirtelo ma gli anni te li porti proprio male: hai 49 anni ma sembra che ne hai 70». Post ai quali il figlio di Morandi ha risposto spegnendo elegantemente le polemiche: «Se ti fosse dispiaciuto davvero non me lo avresti detto sai? Per carineria».
Taylor Swift ha fatto registrare un sold out da record per le due date italiane del prossimo tour in programma il 13 e 14 luglio 2024. Una vendita capace di mandare in tilt il sistema del circuito Ticket One nonostante la piattaforma, vista l’affluenza, avesse limitato gli accessi attribuendo a ogni utente un codice univoco.
Taylor Swift, sold out per le due date di Milano
Ma non è bastato. I fan hanno preso d’assalto il sito per accaparrarsi gli oltre 60 mila biglietti messi a disposizione per i due concerti di San Siro. La vendita è stata aperta il 13 luglio e, nel giro di pochissimo, è stato sold out con attese online lunghissime. I prezzi dei biglietti variavano dai 172,50 euro ai 63,00 in base al settore scelto, e sono terminati per entrambe le date. Un record assoluto per la regina del pop che aveva aggiunto una seconda data a Milano accontentando le numerose richieste dei fan. L’unica alternativa per chi è rimasto senza biglietto ma non vuol rinunciare al concerto di Taylor Swift è acquistare i «vip pack», dei pacchetti che comprendono posti a sedere e merchandise vario per i quali la cifra è stellare. Alcuni esempi:
Settore numerato 1: 803,58 euro
Settore numerato 2: 516,35 euro
Settore numerato 3: 458,85 euro
Il tour inizierà da Parigi
Il tour europeo della cantante comincerà il prossimo 9 maggio 2024 a Parigi, alla Defensé Arena di Nanterre. In tutto saranno 25 date che si concluderanno il 17 agosto 2024 a Londra e prevedranno le tappe di Milano allo Stadio San Siro. Il The Eras Tour riporterà la pop star in Italia dopo 13 anni celebrando la sua carriera dal debutto e portando sul palco tutti i suoi album, da Taylor Swift a Midnights.
A sei mesi esatti dalla morte sono finalmente note le cause del decesso di Lisa Marie Presley, cantante e unica figlia di Elvis scomparsa a 54 anni in un ospedale di Los Angeles il 12 gennaio 2023. Secondo un rapporto pubblicato dal quotidiano americano Tmz, è stata vittima di un’ostruzione dell’intestino tenue, probabilmente causata da un’operazione di chirurgia bariatrica, procedura per la perdita di peso, risalente a diversi anni prima. Pur avendo avvertito forti dolori addominali oltre a vomito, febbre e diarrea, prima del ricovero d’urgenza in ospedale non si era rivolta a un medico. Il rapporto tossicologico ha inoltre rilevato nel suo organismo la presenza di ossicodone e buprenorfina, farmaco per trattare la dipendenza da oppioidi. Negli ultimi mesi di vita, anche dopo l’intervento, Lisa Marie Presley aveva anche adottato un regime di dimagrimento estremo mediante l’uso di oppiacei.
Lisa Marie Presley, l’ultima apparizione in televisione e la sepoltura a Graceland
Lisa Marie Presley era apparsa in pubblico appena due giorni prima del decesso assieme alla madre Priscilla. Il 10 gennaio aveva infatti presenziato alla cerimonia dei Golden Globes a Los Angeles per il film biografico Elvis con Austin Butler. Il 22 gennaio, dopo i funerali cui hanno partecipato diverse star della musica americana, è stata sepolta a Graceland, la tenuta di Memphis divenuta museo e meta di pellegrinaggio per i numerosi fan di Elvis. Qui infatti Presley aveva trascorso l’infanzia assieme ai genitori, vivendo il periodo di grande successo del padre fino alla morte. Presley ha lasciato tre figlie, l’attrice 34enne Riley Keough – nominata per il suo primo Emmy mercoledì 12 luglio per la sua performance nella serie tv Daisy Jones & the Six – e le gemelle 15enni Finley e Harper Lockwood. Un quarto figlio, Benjamin Keough, è morto suicida nel 2020 all’età di 27 anni.
Leonardo Bonucci non rientra più nei piani della Juventus e per questo è stato messo fuori rosa: non prenderà parte alla tournée negli Stati Uniti e non indosserà la maglia bianconera nel suo ultimo anno di contratto. Lunedì 17 il giocatore si presenterà regolarmente alla Continassa, dove però farà lavoro a parte assieme a tutti i suoi compagni sul mercato, come Weston McKennie, Denis Zakaria e Arthur.
Il difensore ha un altro anno di contratto
La decisione della società è stata comunicata al giocatore – che è rimasto sorpreso – da Cristiano Giuntoli e Giovanni Manna, direttore sportivo e tecnico della Juventus, che hanno raggiunto Bonucci nella sua residenza estiva in Toscana. Il futuro del difensore ora è nelle sue mani e di quelle del suo agente, Alessandro Lucci: avrebbe voluto restare per l’ultimo anno di contratto, anche per provare a conquistare una maglia per il prossimo Europeo, e adesso deve guardarsi intorno alla ricerca di una nuova sistemazione, perché la decisione della Juventus è definitiva. Bonucci chiuderà quindi la lunga esperienza alla Juventus, iniziata nel 2010 con la parentesi di un anno al Milan, con 502 presenze condite da 35 reti, nove scudetti vinti e quattro Coppe Italia alzate al cielo.
Juventus-Bonucci, i motivi dello strappo
A pesare sulla decisione della Juventus un’ultima stagione passata più in infermeria che sul campo, lo scarso feeling con l’allenatore Massimiliano Allegri, l’età del giocatore (classe 1987) e l’ingaggio da 3,5 milioni. I prossimi saranno giorni di valutazioni per il difensore, che recentemente è stato accostato alla Sampdoria allenata dall’ex compagno di squadra Andrea Pirlo, che però disputerà la Serie B, così come all’Arabia Saudita, prospettiva che però non entusiasma il giocatore, il quale non vorrebbe uscire dai radar del ct Roberto Mancini. Intanto, la fascia di capitano della Juventus è passata al brasiliano Danilo, che l’ha già indossata quasi sempre nella scorsa stagione.
L’Amministrazione comunale di Petilia Policastro ha espresso con un manifesto la propria vicinanza alla famiglia di Rosario Curcio, uno dei killer di Lea Garofalo. I funerali di Curcio si sono tenuti svolti lo scorso 11 luglio a Camellino, frazione di Petilia nella quale risiedeva. Condannato nel 2014 all’ergastolo in via definitiva è morto lo scorso 29 giugno al Policlinico di Milano, a seguito del tentativo di suicidio all’interno del carcere di Opera.
Il sindaco: «Perché a lui no?»
Nel manifesto si legge: «Il sindaco, Simone Saporito e l’amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto». Il primo cittadino giustifica così l’iniziativa: «Da quando è scoppiata la pandemia, come amministrazione comunale abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo»
La reazione del Pd di Crotone
Non è dello stesso parere il segretario di federazione del Pd di Crotone, LeoBarberio che ha dichiarato: «La provincia di Crotone non merita amministratori che gettano discredito sull’intera Regione». E aggiunge «Apprendo dalla stampa che il sindaco con l’amministrazione comunale di Petilia Policastro ha con un manifesto espresso vicinanza e dolore per la scomparsa di un soggetto già condannato per efferati crimini commessi in passato che hanno recato sdegno nell’intera comunità nazionale. A nome di tutta la comunità Democratica Crotonese e Calabrese chiedo le immediate dimissioni del sindaco e della giunta comunale».
Chi si aspettava, dopo la morte del papa emerito, che anche papa Francesco procedesse rapidamente sulla strada delle dimissioni a causa dell’età avanzata, dei problemi di salute e di una complessiva riduzione delle forze, è rimasto fortemente deluso. Anzi, Bergoglio sta utilizzando questi mesi in cui in Vaticano c’è un “papa solo” per puntellare la sua riforma e la sua visione delle cose, a cominciare dalla Curia vaticana che sta subendo un cambiamento profondo. Per altro, Bergoglio si è levato più di un sassolino dalla scarpa, come dimostra il rapido licenziamento dell’ex segretario personale di Ratzinger, mons. Georg Gänswein, rispedito in Germania, a Friburgo, sua diocesi d’origine, senza alcun incarico. Gänswein, informava una nota vaticana diffusa a giugno, non era neanche più prefetto della Casa pontificia già dal 28 febbraio scorso; d’altro canto, l’ex uomo di fiducia del papa emerito, si era distinto negli ultimi anni e poi subito dopo la scomparsa di Benedetto XVI, per aver mosso critiche ripetute al magistero di Francesco giudicato con fastidio per le sue aperture, le forti limitazioni imposte alla celebrazione della messa in latino, il tentativo di slegare la Chiesa dagli eccessi del tradizionalismo. Gänswein è così tornato a casa e ha smesso di essere, fra le mura vaticane, l’ingombrante rappresentante dei nostalgici di un mondo perduto, quello della cristianità capace di orientare le scelte politiche dei governi e i costumi della società, un modello ancora vagheggiato da Ratzinger e al quale lui stesso aveva dato però una bella scossa con le sue dimissioni, ridimensionando in tal modo, ulteriormente, il ruolo del papato in età moderna.
Fernandez, il teologo progressista considerato il ghost writer del papa
Se la partenza di Georg ha chiuso una lunga stagione di equivoci e incomprensioni, non meno importanti sono state le nomine che si sono susseguite negli ultimi mesi. Da ultimo il nuovo prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, Victor Manuel Fernandez, ormai ex arcivescovo di La Plata, che ha preso il posto di un navigato e moderato uomo di Curia come il gesuita Luis Ladaria. Uomo di fiducia di papa Francesco, teologo di tendenze progressiste, autore di diversi documenti chiave del pontificato tanto da essere considerato il ghostwriter del papa, Fernandez in pochi giorni ha messo insieme ben tre nomine, praticamente un record. Prima è appunto diventato il nuovo custode della dottrina, quindi è stato inserito, fra i membri nominati direttamente dal pontefice, fra i partecipanti con diritto di voto alla fase finale del sinodo generale dei vescovi che ci celebrerà a Roma il prossimo ottobre, evento che definirà le strategie della presenza cattolica nel mondo negli anni a venire; infine, domenica 10 luglio, il suo nome è rientrato fra quello dei 21 nuovi cardinali nominati da Francesco. Una tripla promozione sul campo che la dice lunga sulla volontà del pontefice di lasciare il cammino segnato al prossimo papa, anche perché Fernandez è relativamente giovane, almeno per i parametri vaticani, e con i suoi 60 anni potrebbe restare nel cuore del sistema vaticano a lungo.
Dal ruolo delle donne alle unioni gay: verso una dottrina meno rigida
D’altro canto, ha fatto scalpore la lettera irrituale con la quale Bergoglio ha accompagnato la nomina del teologo argentino alla guida del dicastero della dottrina. «Il dipartimento che lei presiederà – ha messo nero su bianco Francesco – in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui più che promuovere la conoscenza teologica si perseguitavano eventuali errori dottrinali. Quello che mi aspetto da te è senza dubbio qualcosa di molto diverso». Il papa osserva come non vi possa essere «un unico modo» di esprimere la dottrina perché «le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo spirito nel rispetto e nell’amore, possono far crescere anche la Chiesa. Questa crescita armoniosa conserverà la dottrina cristiana più efficacemente di qualsiasi meccanismo di controllo». Per Bergoglio non ci si deve accontentare di «una teologia da tavolo, con una logica fredda e dura che cerca di dominare tutto». «Serve un pensiero», aggiungeva ancora Francesco nella missiva diffusa dal Vaticano, «che sappia presentare convincentemente un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno». Una concezione opposta a quella di Joseph Ratiznger che tendeva a considerare lo stesso dicastero depositario di verità definitive e assolute elaborate dal centro della Chiesa universale sulla cui applicazione poi Roma doveva vigilare attentamente. E in effetti le prime uscite di Fernandez confermano il nuovo clima che si respira all’ex Sant’Uffizio. Intervistato dal Quotidiano Nazionale, in merito al ruolo delle donne nella Chiesa per esempio ha osservato: «Dico che non ci servirà analizzare questo problema in modo isolato. Ciò che c’è dietro ed è molto più profondo è il discorso sul potere nella Chiesa e sull’accesso delle donne ai luoghi dove sussiste un potere decisionale. Ecco perché è importante che le donne inizino a votare al Sinodo», come in effetti ha deciso il papa con una decisione dirompente. Alla fase finale dell’assise 54 donne, per la prima volta, potranno votare e saranno madri sinodali che affiancheranno i tradizionali padri sinodali. Fernandez ha inoltre manifestato disponibilità ad affrontare il tema della fine del celibato obbligatorio, e ha aperto all’ipotesi di benedizione delle unioni omosessuali, sempre che rimanga netta la distinzione con il matrimonio fra uomo e donna.
Prevost è il nuovo prefetto dei dicastero dei vescovi
Una seconda nomina destinata a pesare negli equilibri interni della Chiesa, forse meno appariscente ma altrettanto importante della precedente, è quella del nuovo prefetto del dicastero dei vescovi, mons. Robert Francis Prevost, 67 anni, che ha preso il posto del cardinale conservatore di origine canadese Marc Ouellet. Anche Prevost fa parte dei nuovi cardinali nominati da Francesco il 10 luglio. Prevost, chiamato dal papa a succedere a Ouellet lo scorso 30 gennaio, era stato fino ad allora vescovo di Chiclayo, in Perù, Paese nel quale ha trascorso gran parte della propria attività pastorale e missionaria pur essendo statunitense di origine; inoltre il nuovo prefetto è anche presidente della Pontificia commissione per l’America Latina. Ora, di fatto, la regia delle nomine della Chiesa universale e quella della dottrina, sono nelle mani di personalità fortemente in linea con il magistero di Francesco. Il papa ha dunque deciso, in questa fase finale del pontificato, di calare gli assi decisivi per provare a dare slancio definitivo al cammino di riforma intrapreso.
Dopo i treni, gli aerei. Sabato 15 luglio sarà una giornata campale per chi viaggia a causa di vari scioperi. Secondo ItaliaRimborso, oltre 270 mila persone potranno subire un disservizio per voli cancellati e in ritardo fino a 8 ore. L’Enac ha diffuso la lista dei voli garantiti da e per l’Italia consultabile a questo link. Solo Ita Airways ha comunicato la soppressione di 133 partenze. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo poiché il contratto collettivo nazionale del personale di terra è scaduto sei anni fa.
Gli scioperi di sabato 15 luglio: compagnie e orari
Sabato si fermeranno:
Il personale dipendente società di handling aeroportuale dalle ore 10 alle 18;
I lavoratori delle imprese servizi aeroportuali di handling dalle ore 10 alle 18;
I lavoratori del comparto aereo, aeroportuale e indotto aeroporti dalle ore 10 alle 18;
Il personale dipendente delle aziende di trasporto aereo e indotto dalle ore 10:00 alle 18:00.
Il personale navigante Vueling dalle ore 10 alle 18;
Personale navigante tecnico della compagnia aerea Malta Air dalle ore 12 alle 16.
Ita prevede che il 40 per cento dei passeggeri riuscirà a partire nella stessa giornata
Fra i voli Ita cancellati i collegamenti da Linate e Fiumicino verso le principali capitali europee e la Sicilia. La compagnia ha cercato di limitare i disagi riprenotando sui primi voli disponibili la maggior parte dei passeggeri colpiti dallo sciopero. Il 40 per cento riuscirà, assicura Ita, a viaggiare nella stessa giornata. Inoltre chi ha acquistato un biglietto per il 15 luglio «potrà cambiare la prenotazione senza alcuna penale — in caso di cancellazione o di modifica dell’orario del proprio volo — o chiedere il rimborso del biglietto (solo nel caso in cui il volo sia stato cancellato o abbia subito un ritardo superiore alle 5 ore) entro il 22 luglio».
Aderiscono allo sciopero anche i piloti di Malta Air e Vueling
Aderiscono allo sciopero anche i piloti di Malta Air del gruppo Ryanair. I sindacati Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo hanno indetto la protesta «a seguito della sottoscrizione da parte di alcuni soggetti di un accordo totalmente insoddisfacente per la categoria piloti e vista la totale chiusura al dialogo ed al confronto da parte della compagnia». Secondo le tre organizzazioni sindacali si tratta di «un accordo assolutamente insoddisfacente e poco rispettoso della professionalità e del contributo che il personale navigante ha assicurato». Sempre dalle 10 alle 18 incroceranno le braccia i piloti e assistenti di volo della low cost Vueling aderenti alla Filt Cgil «a causa della mancata disponibilità aziendale a sviluppare sane e costruttive relazioni industriali con l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa delle istanze dei lavoratori della compagnia».
Stasera 14 luglio 2023 andrà in onda il film intitolato Judas and the Black Messiah sul canale televisivo Rai 3 alle ore 21.20. Si tratta di un’opera che appartiene ai generi cinematografici biografico, drammatico e storico e che ha debuttato nei cinema internazionali nel 2021. Il film è stato diretto dal regista Shaka King mentre la sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista e da Will Berson. All’interno del cast ci sono diversi attori molto famosi come Daniel Kaluuya, LaKeith Stanfield, Jesse Plemons e Dominique Fishback.
Judas and the Black Messiah, trama e cast del film in onda stasera 14 luglio 2023 su Rai 3
La trama di Judas and the Black Messiah racconta la storia di Fred Hampton (Daniel Kaluuya),, storico condottiero del gruppo conosciuto come Pantere Nere. Siamo nel 1968, un anno molto delicato perché le Pantere Nere stanno protestando e creando rivolte in tutti gli Stati Uniti d’America. In particolar modo, il gruppo dell’Illinois, guidato dal carismatico leader Hampton, organizza proteste e manifestazioni violente contro gli organi della polizia per mettere fine ai soprusi degli agenti. La loro foga non si placa e il governo americano ben presto identifica Hampton come una minaccia. Per questa ragione l’FBI decide di intervenire ed escogita un piano per avere sotto controllo il capo delle Pantere Nere.
Tuttavia, per l’FBI è difficile avere un uomo da infiltrare tra le file di Hampton e scoprire le sue mosse. La persona giusta viene identificata in William O’Neal (LaKeith Stanfield), un criminale di bassa lega che si mette nei guai con la legge. Dopo averlo identificato come «talpa» ideale, William inizia a fare le sue mosse, entra nelle Pantere Nere e a poco a poco si guadagna la fiducia degli altri. Tuttavia vive in uno stato di continua ansia, perché teme di essere scoperto da un momento all’altro. Inoltre, stringe delle amicizie con i membri del gruppo ma deve costantemente venderli all’FBI per salvaguardare la sua copertura. Alla fine, William rimarrà affascinato dal carisma e dalla verve del «Black Messiah» Fred Hampton, ma per lui diventerà come Giuda Iscariota.
Judas and the Black Messiah, 5 curiosità sul film
Judas and the Black Messiah, il trionfo agli Oscar della pellicola
La pellicola ha ottenuto ben due Oscar alla cerimonia di premiazione del 2021. In particolare ha vinto nelle categorie Miglior attore non protagonista per Daniel Kaluuya e Miglior canzone per la hit Fight for you. Per la sua interpretazione, Daniel Kaluuya ha ottenuto anche il Golden Globe come Miglior attore non protagonista.
Judas and the Black Messiah, lo scarso risultato al botteghino
Nonostante il plauso della critica, Judas and the Black Messiah ha avuto uno scarso risultato al botteghino. Infatti, la pellicola ha incassato soltanto 7.4 milioni di dollari secondo i dati riportati da Wikipedia a fronte di un budget di 26 milioni di dollari. Risultati giustificati dal fatto che la pellicola è stata rilasciata per un certo periodo di tempo in esclusiva sul servizio streaming HBO Max a causa della pandemia di Covid-19.
Judas and the Black Messiah, la vera storia di Fred Hampton
Il film racconta la vera storia di Fred Hampton anche se alcuni eventi sono stati cambiati rispetto alla realtà. Infatti, Hampton aveva solo 21 anni quando divenne il capo rivoluzionario delle Pantere Nere e William O’Neal era appena 17enne, mentre gli attori che li interpretano nel film avevano rispettivamente 31 e 29 anni al momento delle riprese.
Judas and the Black Messiah, i problemi di un attore protagonista dopo le riprese
LaKeith Stanfield ha rivelato in un’intervista che, dopo aver interpretato la parte di William O’Neal, ha dovuto seguire una terapia di riabilitazione. Infatti, l’attore era sotto shock a causa del tradimento del suo personaggio e ci è voluto del tempo per riprendersi.
Judas and the Black Messiah, la tragica fine di William O’Neal
Il vero William O’Neal è morto a 40 anni nel 1990. Secondo alcune fonti, tra cui lo zio dell’uomo, si sarebbe suicidatoper i sensi di colpa che lo tormentavano per aver collaborato con l’FBI. Tuttavia, non ci sono certezze al riguardo e più volte O’Neal ha sempre affermato di essere soltanto un agente sotto copertura, senza avere alcun interesse per gli ideali delle Pantere Nere.
Stasera 14 luglio 2023 andrà in onda, sul canale televisivo Rai Movie alle ore 21.10, il film intitolato Noah. Si tratta di una pellicola che ha debuttato nei cinema di tutto il mondo nel 2014 e che appartiene ai generi cinematografici drammatico e storico. Il regista è Darren Aronofsky, che ha scritto anche la sceneggiatura in collaborazione con John Logan e Ari Handel. All’interno del cast ci sono diversi attori molto famosi come Russell Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins ed Emma Watson.
Noah, trama e cast del film in onda stasera 14 luglio 2023 su Rai Movie
La trama della pellicola si concentra sulla figura di Noè (Russell Crowe), uomo saggio vissuto in tempi remoti. Figlio di Lamech (Marton Csokas), è un uomo giusto e retto che vive in un mondo malvagio, dove la stirpe di Caino sottomette e schiaccia quella di Set. Il Creatore nota il buono nel cuore di Noè e in sogno, attraverso delle visioni, gli comanda di costruire un’arca. Dio ha infatti pensato di distruggere gli uomini empi attraverso un diluvio ma, grazie a Noè, darà una speranza al genere umano. Tuttavia, in un primo momento l’uomo è frastornato dalle visioni e chiede ai suoi figli Sem (Douglas Booth), Cam (Logan Lerman) e Jafet (Leo McHugh Carroll) di accompagnarlo dal nonno Matusalemme (Anthony Hopkins) per avere consigli su quale direzione prendere.
Matusalemme, per sfuggire ai malvagi sulla terra, si è rifugiato tra i Vigilanti, un gruppo di angeli caduti dall’aspetto mostruoso in cerca di redenzione. Accetta di aiutare Noè e i suoi figli e mostra loro il modo per poter costruire l’arca che porterà la salvezza utilizzando uno dei semi dell’Eden. Allo stesso tempo, la moglie di Noè, Nameeh (Jennifer Connelly), decide di adottare una piccola bambina di nome Ila (Emma Watson). Quest’ultima si unirà alla famiglia del prescelto e svilupperà anche una relazione con Sem. Noè continua nel suo lavoro giorno dopo giorno, nonostante i dubbi della moglie, e porta avanti attraverso le istruzioni del Creatore il piano per terminare la costruzione. Tuttavia, il malvagio Tubal-Cain (Ray Winstone), discendente di Caino, non vuole che Noè completi il suo progetto e farà di tutto per distruggere i suoi progetti.
Noah, 5 curiosità sul film
Noah, l’ispirazione del regista per scrivere la sceneggiatura
Il regista Darren Aronofsky si è basato sui capitoli della Genesi da 1 a 9 per scrivere il soggetto del film. Tuttavia, ha affermato che gli elementi del racconto erano troppo pochi per poter scrivere una sceneggiatura completa. Per questa ragione ha utilizzato anche la graphic novel Noé: Pour la cruauté des hommes pubblicata nel 2011.
Noah, le location delle riprese
Il film è stato girato in diverse parti del mondo. Parte delle riprese si è svolta in Islanda, tra le località di tra Dyrhólaey, Fossvogur e Reynisfjara. Altre scene sono state girate in Messico e negli USA, in particolare negli stati di New York, Mississippi e California.
Noah, tante nomination ma nessun premio vinto
Noah è un film che ha avuto tante nomination sia ai Golden Globes che ai Satellite Awards. Ai Golden Globes è stata nominata la canzone Mercy Is nella categoria Miglior Canzone originale ma ha perso contro Glory del film Selma – La strada per la libertà.
Noah, gli attori che hanno rifiutato il ruolo di protagonista
Il ruolo di protagonista nel film era stato offerto a due famosi attori di Hollywood, Christian Bale e Michael Fassbender. Tuttavia, entrambi hanno rifiutato la parte e la produzione ha deciso di ingaggiare Russell Crowe.
Noah, un personaggio creato solo per il film
Nel film compare il personaggio di Ila, interpretato da Emma Watson. In realtà, questo personaggio è stato creato per aggiungere una storia romantica alla sceneggiatura della pellicola, dal momento che di tale figura non c’è traccia nel racconto della Bibbia.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che l’aspartame, il dolcificante artificiale contenuto in particolare nelle bevande senza zucchero per il basso tenore calorico, è «possibilmente cancerogeno per l’uomo». Resta tuttavia invariato il livello di assunzione giornaliera accettabile. Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell’Oms, ha precisato: «Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli». Secondo gli esperti infatti i dati valutati non hanno fornito elementi sufficienti per modificare l’assunzione giornaliera accettabile stabilita dal 1981 a un massimo di 40 mg per chilogrammo di peso corporeo.
Aspartame e i test sul carcinoma
Il comitato congiunto sugli additivi alimentari dell’Oms e della Fao (l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) si è riunito dal 27 giugno al 6 luglio per valutare i rischi associati all’aspartame. Sulla base di test che hanno riguardato specificamente il carcinoma epatocellulare, un tipo di cancro al fegato, il dolcificante è stato inserito nel gruppo 2B, come affermato da Paul Pharoah, professore di epidemiologia del cancro presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles.
Proseguono le indagini della squadra mobile di Milano in merito alla denuncia per violenza sessuale nei confronti di Leonardo Apache La Russa da parte di una 22enne. Nella giornata di giovedì 13 luglio è stato sentito in questura uno dei titolari della discoteca Apophis, dove i due ragazzi avevano trascorso la serata tra i 18 e il 19 maggio. Intanto, nei giorni scorsi, gli investigatori avevano già acquisito le copie dei telefonini della 22enne e delle tre ragazze citate come testimoni, ma non potranno fare altrettanto con il cellulare di Leonardo La Russa. La sua sim, infatti, è intestata al padre, pertanto protetta da immunità parlamentare.
I filmati delle telecamere di videosorveglianza
Rivestiranno dunque un ruolo cruciale le testimonianze delle amiche della giovane, del titolare dell’Apophis e delle altre persone presenti nel locale. Gli inquirenti hanno anche acquisito le liste dei tesserati del club di via Merlo, situato a poca distanza dal Duomo e alcuni di loro potrebbero essere sentiti già entro il fine settimana. Nell’inchiesta coordinata dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Manella potrebbero non essere d’aiuto, come invece si pensava inizialmente, le telecamere di videosorveglianza, in quanto impostate per tenere in memoria solo le immagini registrate nelle ultime 24 ore.