Omicidio Willy Monteiro, tolto l’ergastolo ai fratelli Bianchi: le motivazioni

Secondo i giudici della Corte d’assise d’appello di Roma, i fratelli Bianchi «hanno accettato il rischio di uccidere». È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza bis sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, che hanno ridotto la condanna dall’ergastolo a 24 anni. Riconosciute le attenuanti generiche: entrambi non erano presenti al diverbio iniziale e sono dunque «del tutto estranei al contrasto che ha provocato la violenta aggressione», infatti la loro condotta «si è esaurita in un breve lasso di tempo», pertanto «il pestaggio è ascrivibile anche agli altri imputati».

La lite iniziale e il primo calcio

I quattro imputati, hanno sottolineato i giudici, si sono accaniti sul giovane cuoco di Paliano con una violenza tale da escludere del tutto che avessero agito al solo fine di causare lesioni alla vittima. Prima del loro arrivo, nel corso della lite iniziale tra un amico di Willy e altri ragazzi, c’era stato solo qualche spintone. Il primo calcio era stato sferrato con arti marziali da Gabriele Bianchi, che aveva steso Willy rimasto a terra. Subito dopo sono arrivati i colpi di Marco Bianchi, di Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.

Un «eccesso di clamore mediatico»

La Corte d’Assise d’Appello ha evidenziato come «deve ritenersi con certezza che tutti gli imputati abbiano attivamente preso parte al pestaggio» contro Willy. Un altro elemento evidenziato dai giudici è stato quello relativo a  «un eccesso di clamore mediatico» di cui sono stati vittima i fratelli Bianchi, mentre il precedente per estorsione e spaccio, che li ha visti condannare in via definitiva per aver rifornito di droga Artena, Velletri e Lariano aggredendo a colpi di MMA chi non pagava le dosi, sarebbe di «non particolare rilievo».

Powered by WordPress and MasterTemplate