Continuano a salire, seppur di poco, i casi di Dengue in Italia. Sono 36 quelli confermati, trasmessi localmente in Italia e notificati al 25 settembre. Dall’inizio del 2023 sono stati registrati, inoltre, 200 casi di importati da altri Paesi, per un totale di 236. La Lombardia (81) e il Lazio (48) sono le regioni con più casi. È quanto emerge dal bollettino della febbre Dengue aggiornato dall’Istituto Superiore di Sanità. L’età media dei casi è 35,5 anni e il 54,6 per cento è maschio. Nel precedente aggiornamento erano 27 i casi confermati trasmessi localmente in Italia, per un totale di 181.
Dalla febbre alta ai rush cutanei, i sintomi della Dengue
Febbre alta e prolungata, associata a malessere diffuso, dolori osteoarticolari e rush cutanei. Sono questi sintomi iniziali della malattia. La Dengue è causata da quattro virus molto simili, trasmessi agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, ma sono stati registrati anche casi trasmessi da Aedes albopictus. Per avere la certezza di avere la Dengue serve un esame del sangue specifico, un test diagnostico riservato a centri qualificati.
Il 51enne Cosimo Lamendola, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare dal 18 luglio 2023, è stato individuato e arrestato dai carabinieri dopo due mesi di latitanza in un trullo tra le campagne di Ostuni e Cisternino, in provincia di Brindisi. L’ordinanza del gip di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia ha tratto origine da un’indagine dei carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni. Per gli inquirenti, Cosimo Lamendola e il figlio Gianluca di 34 anni, ancora irreperibile, erano al vertice del presunto sodalizio criminale smantellato in seguito all’operazione Wolf e per il quale risultano indagate 39 persone.
Arrestata anche una donna accusata di favoreggiamento personale
Le accuse a vario titolo per tutti sono associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, violenza privata, lesioni personali ed estorsione. A luglio, invece, furono 19 le ordinanze di custodia cautelare eseguite. Nella giornata di lunedì 25 settembre 2023, intanto, insieme al latitante è stata arrestata una donna che aveva funzioni di vivandiera e che al momento dell’irruzione stava preparando il pranzo al 51enne. La donna, trasferita in carcere, è stata accusata di favoreggiamento personale. All’interno del nascondiglio sono state rinvenute diverse parrucche da uomo. Solo pochi giorni prima, per la stessa inchiesta, era stato arrestato in Germania il cognato di Cosimo Lamendola, Rosario Cantanna, anche lui destinatario dell’ordinanza di misura cautelare di luglio 2023.
La Lega attacca la Germania sul tema migranti e sui finanziamenti alle ong. Lo ha fatto il vicesegretario Andrea Crippa, intervenendo su Affaritaliani.it. Il deputato leghista ha dichiarato: «Stanno cercando di destabilizzare il governo attraverso il finanziamento delle ong per riempirci di clandestini e far scendere il consenso del centrodestra in Italia. Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici».
Crippa: «Il governo tedesco spera di far cadere quello italiano»
Il deputato Crippa ha poi proseguito spiegando come sia «evidente» che il governo tedesco non voglia «che in Italia governi il centrodestra». Per questo dalla Germania, secondo il vicesegretario della Lega, starebbero facendo «di tutto per mettere in difficoltà il governo italiano nella speranza di farlo cadere». E ha concluso: «Sicuramente in Germania non vogliono né Salvini né Meloni al governo e vorrebbero o un governo tecnico, Monti o Draghi o chicchessia, o di sinistra, Schlein o altri. Da come si sta comportando il governo tedesco è del tutto evidente che non vuole che in Italia governi il centrodestra, che mette in discussione assetti ed equilibri europei».
Lo «stupore» di Meloni in una lettera a Scholz
I rapporti tra i governi dei due Paesi continuano a essere tesi dopo la notizia dei finanziamenti tedeschi alle ong. Tanto che la premier Giorgia Meloni, lunedì 25 settembre, ha deciso di inviare al cancelliere tedesco Olaf Scholz una lettera esprimendo tutto il proprio «stupore» per il sostegno alle «organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo». In un passaggio della missiva la presidente del Consiglio ha scritto: «È ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare».
Con la prefettura dell’Alta Savoia «ci siamo confrontati sull’ipotesi di chiusura del traforo del Monte Bianco che si protrarrà per un massimo di nove settimane per permettere l’esecuzione di interventi non procrastinabili» e «abbiamo comunque condiviso la necessità che venga, in ogni caso, garantita la data di riapertura del 18 dicembre prossimo per permettere il ripristino della viabilità prima del periodo natalizio e che, se possibile, questa stessa data sia anticipata». Questo è quanto annunciato dal presidente della regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, sull’ipotesi di chiusura dal 16 ottobre formulata dal gestore della galleria, il Geie-Tmb.
Sono fuggite da scuola mano nella mano e sono andate a trovare la nonna di una delle due. Un’avventura a lieto fine per due bimbe di sei anni di una scuola elementare di Roma. Spavento e rabbia invece per i genitori, che si sono chiesti come sia stato possibile che le due amiche possano aver lasciato l’isitituto scolastico senza essere notate.
Aperta un’ispezione interna
Quando la nonna ha aperto la porta, dopo avere risposto al citofono, si è trovata davanti la nipote con un’amica. La donna incredula ha avvisato il figlio – riporta l’Ansa – che ha preso le bimbe e le ha riportate a scuola, il plesso di via di Santa Maria Goretti dell’istituto comprensivo Montessori – Maria Clotilde Pini, vicino a viale Libia. La dirigente, Maria Beatrice Furlani ha già avviato un’ispezione interna: «All’esito dell’istruttoria saranno prese tutte le misure idonee a impedire il ripetersi di simili episodi».
Clio Maria Bittoni è la donna che è sempre stata fedelmente al fianco dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fino alla morte di quest’ultimo avvenuta il 22 settembre 2023.
Chi è Clio Maria Bittoni, la moglie di Giorgio Napolitano
La storica compagna del politico è nata il 10 novembre del 1934 a Chiaravalle, in provincia di Ancona. Dopo aver frequentato il liceo classico a Jesi, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Fu proprio qui che conobbe per la prima volta quello che presto sarebbe diventato il suo futuro marito. Quando Napolitano iniziò la carriera parlamentare i due si ritrovarono a Roma, dove Bittoni aveva iniziato a lavorare presso uno studio legale. La coppia sarebbe poi convolata a nozze nel 1959, con rito civile, e dalla loro unione appena due anni dopo sarebbe nato il primo figlio, Giovanni. Il secondo figlio invece, Giulio, è nato nel 1969. Bittoni ha sempre lavorato in ambito legale, svolgendo la professione di avvocato e specializzandosi in diritto del lavoro.
La donna è sempre rimasta accanto al marito in tutte le più importanti occasioni ufficiali, mantenendo però sempre un profilo basso e distaccato. Insieme a Napolitano, Clio Maria Bittoni viveva nel rione Monti in via dei Serpenti, in una strada che costeggia Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia. La coppia era ben voluta in zona e frequentava assiduamente barbieri, bar e ristoranti del posto. Bittoni, a proposito, era anche un’apprezzata cuoca e tra le altre cose una fedele cliente della nota gastronomia Delizie di Calabria e della Farmacia Savignoni, la terza più antica di Roma.
L’incidente del 2007
Nel 2007 era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale. Era infatti stata investita da un’automobile mentre stava attraversando da sola le strisce pedonali di fronte al Quirinale, fratturandosi una gamba e un braccio.
Cinqueragazzi appartenenti ai gruppi Extinction Rebellion, Ultima Generazione e al movimento animalista, sono stati fermati dalla polizia in via Dei Cerchi, a Roma. Gli attivisti avevano con sé catene, lucchetti, due buste di fango e uno striscione e si presume fossero diretti alla sede della Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, di viale delle Terme di Caracalla. Lì, infatti, si è tenuta la Prima conferenza globale sulla trasformazione sostenibile del bestiame. Secondo le autorità il gruppo di giovani avrebbe messo in atto un blitz se non fosse stato fermato dai poliziotti.
Per i non residenti a Roma anche il foglio di via obbligatorio
I cinque sono stati poi identificati e deferiti all’autorità giudiziaria per il reato di porto d’armi o oggetti atti ad offendere, ai sensi dell’articolo 4 della legge 110/75. Per i non sono residenti nel comune di Roma verrà adottato anche il provvedimento di Foglio di Via Obbligatorio con divieto di ritorno. A Milano il 20 settembre sei manifestanti hanno bloccato viale Fulvio Testi per protesta, aderendo alla campagna Fondo riparazione.
Ad agosto il blitz scongiurato
Un caso simile a quello di Roma, invece, è stato registrato il 16 agosto. La Polizia di Verona ha fermato e denunciato sette persone poco prima della partita inaugurale dei campionati europei di pallavolo femminile tra Italia e Romania, all’Arena di Verona. La Questura scaligera, anche grazie a una segnalazione pervenuta sull’app YouPol, ha attivato servizi mirati di monitoraggio degli attivisti più conosciuti, con la collaborazione delle Digos di altre province già interessate ad azioni di disturbo e danneggiamento al patrimonio artistico.
Massimo Moratti è stato ricoverato all’ospedale Galeazzi di Milano dove è stato sottoposto a un intervento di angioplastica. Secondo quanto riportato da Sportmediaset, si è trattato di una operazione programmata da tempo: la situazione è sotto controllo. L’ex presidente dell’Inter resterà in ospedale per il decorso naturale post-operatorio.
Le condizioni di Moratti dunque, che a maggio ha compiuto 78 anni, sono considerate stabili e non preoccupanti. Una precisazione – si legge – ritenuta doverosa, visto il rincorrersi di voci non vere e destabilizzanti che dalla tarda mattinata si sono diffuse anche via social.
L'ex presidente dell'Inter Massimo #Moratti è ricoverato all'ospedale Galeazzi di Milano dove si è sottoposto a un intervento di angioplastica già programmato da qualche mese, le condizioni sono stabili
In occasione di un’intervista concessa allo speaker Gianluca Gazzoli nella cornice del podcast Passa dal Bsmt, Damiano David dei Maneskin ha avuto la possibilità di parlare per la prima volta, pubblicamente, della fine della relazione con l’ex fidanzata storica Giorgia Soleri.
«Giorgia è stata una parte fondamentale della mia crescita»
Sono parole forti quelle pronunciate dal leader della band romana, seconda classificata ad X Factor 2017 e vincitrice del Festival di Sanremo 2021. «La nostra relazione è stata una parte fondamentale. Penso che sarebbe stato diverso se fossi stato single, probabilmente sarei morto. Probabilmente mi sarei fatto uccidere in qualche modo orribile a 21 anni, invece ne ho 24», ha commentato Damiano David. Che ha poi aggiunto: «Giorgia è stata una parte super importante anche della mia crescita. Mentre il mondo attorno a me cambiava costantemente, e l’idea che le persone avevano di me cambiava costantemente, avere una persona che fosse lì, che fosse anche un po’ un perno su cui muovermi è stata di grandissimo aiuto. Fortunatamente ho avuto accanto una persona intelligente quindi mi ha insegnato tante cose».
E sul video del bacio rubato in discoteca: «Denuncerò chi l’ha pubblicato»
Giorgia Soleri e Damiano David erano fidanzati da ben prima che iniziasse per lui la fortunata esperienza con i Maneskin. La storia d’amore si è conclusa nel 2023, sulla scia di un video rubato in discoteca dove Damiamo si mostrava intento a baciareun’altra ragazza. Al momento in cui il filmato è stato girato, in ogni caso, la coppia era già scoppiata (Giorgia Soleri, a onor del vero, aveva anche specificato che la sua relazione era in realtà aperta). Damiano, dal canto suo, non ha certo apprezzato il gesto di chi si è permesso di filmarlo in un momento così intimo e personale, e a Gazzoli ha quindi raccontato: «Io non capisco come a una persona venga in mente di tirar fuori il telefono e fare un video a me che mi bacio con un’altra ragazza. Piuttosto tienilo tu e facci quello che ti pare, ma non pubblicare. Perché lo pubblichi? Perché vuoi il tuo momento di fama, ma lo devi fare sulle spalle mie. So chi lo ha pubblicato, gli ho anche scritto e gli ho detto che lo denuncio».
«Con la morte di Giorgio Napolitano si chiude anche un capitolo tormentato e complesso di questa storia: dopo Berlusconi, Napolitano, a tre mesi uno dall’altro. Mi piace immaginare che incontrandosi lassù possano dirsi quello che non si dissero quaggiù e, placata ogni polemica, possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce» Lo ha detto Gianni Letta,
intervenendo al funerale del presidente emerito della Repubblica in Aula alla Camera e aggiungendo l’auspicio che «di fronte a un lutto che definirei repubblicano non ci siano divisioni di sorta».
Il ricordo di Anna Finocchiaro e di Paolo Gentiloni
Tra gli interventi in Aula anche quello di Anna Finocchiaro, attuale presidente della Fondazione Italiadecide e già ministra nei governi Gentiloni e Prodi. «Giorgio Napolitano si iscrive al Pci nel dicembre del ’45 e spiegherà di averlo fatto ‘per impulso morale, piuttosto che per motivazioni ideologiche’, che erano ancora confuse e imprecise e sulla scorta di due ragioni», ha detto l’ex senatrice Pd, «il Pci è il partito che più ha combattuto il fascismo; il Pci si mescola al popolo. Due ragioni piane e profonde». In particolare Finocchiaro ha ricordato i «tempestosi scambi di opinioni» con il presidente. «Io che, più che le tesissime telefonate, temevo le sue lettere, con scrittura tanto più puntuta e obliqua quanto più era arrabbiato con me». E commossa ha aggiunto: «Posso dire in piena coscienza alla sua famiglia, ai tanti che come me l’hanno profondamente rispettato e amato, ai suoi avversari che, anche con gli errori che sono dell’umano, il presidente Napolitano ha speso la sua vita per l’Italia, e a essa appartiene la sua memoria». Infine il saluto del commissario europeo per gli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni: «Salutiamo un grande riformista, per lui l’Europa è sempre stata la via maestra, questa via, la tua via, cercheremo di seguirla sempre»
Il funerale di Giorgio Napolitano a Roma si è trasformato in un’occasione per un faccia a faccia sul tema migranti tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron. Quest’ultimo è atterrato nella capitale per le esequie alla Camera dell’ex Capo dello Stato. Non appena concluso il rito laico, i due hanno lasciato Montecitorio insieme e si sono recati a piedi a Palazzo Chigi. All’incontro non hanno partecipato le rispettive delegazioni.
Meloni interessata alla «proposta di collaborazione» francese
Domenica 24 settembre è stato Emmanuel Macron, durante un discorso alla nazione in tv a reti unificate, ad annunciare una proposta con cui puntare all’aumento degli sforzi nella lotta contro l’immigrazione clandestina. Ed è stata immediata la risposta di Giorgia Meloni, che ha accolto «grande interesse la proposta di collaborazione». Il tema del faccia a faccia dovrebbe essere questo: il piano che verrà presentato il 6 ottobre a Granada, alla riunione informale dei capi di Stato o di governo dei Paesi membri dell’Ue. E il progetto sarà poi presentato al Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre.
Macron: «Decisioni saranno prese con l’Italia»
Già a metà settembre la premier ha incassato l’appoggio di Macron. Il presidente francese ha più volte lanciato un messaggio sul tema migranti: «Le decisioni verranno prese con l’Italia». E poi ha parlato di un «dovere di solidarietàeuropea» riguardo ai fatti di Lampedusa, dove l’hotspot continua a essere al collasso per i numerosi sbarchi di migranti.
Il Real Madrid ha scelto l’erede di Carlo Ancelotti. Secondo Radio Marca, dalla stagione 2024-25 arriverà infatti Xabi Alonso, ex centrocampista spagnolo proprio dei Blancos e attualmente sulla panchina tedesca del Bayer Leverkusen. Lo ha riferito Matias Prats, nel corso dell’ultimo appuntamento del suo programma sull’emittente spagnola. Superata dunque, almeno stando a quanto riportano diversi media iberici, la forte concorrenza di un altro ex volto noto e bandiera dei Galacticos, l’ex centravanti Raul per cui si vociferava di una possibile promozione dal Real Madrid Castilla, seconda squadra della società di Florentino Perez, che attualmente guida in Primera Federacion, terza divisione spagnola. «Ha una grande conoscenza del calcio» ha detto Ancelotti in conferenza stampa in merito alla notizia. «Auguro a lui, ma anche a Raul e altri grandi campioni, di allenare un giorno il Real Madrid».
Carlo Ancelotti, en rueda de prensa
"El derbi estuvo condicionado por los dos primeros goles"
"Yo tuve a Xabi Alonso como jugador, tiene un conocimiento del fútbol de alto nivel. Deseo a todos (Raúl, Arbeloa y él) sean algún día entrenadores del Real Madrid" pic.twitter.com/5L7IeymJU1
Xabi Alonso, chi è il potenziale nuovo tecnico del Real Madrid
Classe 1981, originario della città basca di Tolosa, Xabi Alonso ha scritto una pagina importante del calcio spagnolo. Fu infatti pilastro della Nazionale che, fra 2008 e 2012, dominò in tutto il mondo, vincendo uno dopo l’altro due Europei e un Mondiale. A livello di club, dopo l’esordio con la Real Sociedad nella stagione 1999-2000, passò in prestito all’Eibar l’anno dopo, ma fece ritorno presto a San Sebastian. Con tre gol in 33 partite, contribuì al secondo posto in Liga nella stagione 2002-03, due punti dietro proprio al Real Madrid. Nell’agosto 2004 volò a Liverpool dove, sotto la guida di Rafa Benitez, vinse la Champions League contro il Milan nella finale di Istanbul segnando anche il gol del momentaneo 3-3. In cinque stagioni con i Reds vinse una Supercoppa Uefa e una FA Cup, ma mai la Premier.
Nel 2009 il passaggio al Real Madrid, dove trascorse altri cinque anni. Con le Merengues vinse tutto, dalla Liga nel 2011-12 alla Champions League nel 2014, la prima con Carlo Ancelotti in panchina. Quell’anno lasciò anche la Nazionale spagnola dopo il disastro del Mondiale in Brasile, dove da detentrice del trofeo uscì ai gironi. In estate passò poi al Bayern Monaco, dove ritrovò proprio il tecnico italiano e con cui chiuse la carriera nel 2017. Nel mezzo tre campionati tedeschi, una Coppa e una Supercoppa di Germania. Da allenatore, dopo tre anni alla Real Sociedad B, nell’ottobre 2022 ha preso la panchina del Bayer Leverkusen. Dopo aver raccolto la squadra al penultimo posto con soli cinque punti in otto gare, ha chiuso la stagione in sesta posizione, spingendosi anche in semifinale di Europa League perdendo dalla Roma di José Mourinho. Nella stagione 2023-24 è in testa alla Bundesliga con 13 punti, a pari merito con il Bayern Monaco.
Il debutto del Mercante in fiera, il programma con Pino Insegno in onda su Rai2, ha fatto registrare 638 mila spettatori (3.4 per cento di share). Immediato il commento del presentatore: «Ma quale flop, gli ascolti sono buoni, in linea con la rete, un po’ più alti. La cosa bella è che il programma è andato in crescendo e ha chiuso in grande. Quello che dobbiamo fare noi ora è cercare di raddoppiare gli ascolti di quella fascia».
Il conduttore ha poi aggiunto: «Dopo otto minuti di pubblicità i risultati che abbiamo ottenuto sono già un miracolo. Il pubblico deve scoprire che c’è un programma. Le somme si potranno tirare dopo almeno due settimane, siamo appena all’inizio: l’obiettivo è di andare meglio della fascia, che significa fare il 4, il 5 o il 6 per cento di share, che vorrebbe dire un successo senza precedenti. A tutti i programmi che nascono bisogna dare il tempo di crescere e di essere scoperti, soprattutto un quotidiano. Andrà sempre meglio» ha concluso.
Oltre alla moglie Clio Maria Bittoni, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, morto all’età di 98 anni venerdì 22 settembre 2023, lascia anche i due figli Giulio e Giovanni. Vediamo chi sono e di che cosa si occupano.
Chi è Giovanni Napolitano
Nato nel 1961, due anni dopo il matrimonio tra il padre Giorgio e la madre Clio, Giovanni ha preso lo stesso nome del nonno paterno. Dopo aver conseguito una master in Science and Technology Policy all’Università del Sussex, ha ottenuto un incarico presso l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dove ha un ruolo da dirigente in veste di responsabile degli affari internazionali. Nel suo curriculum, inoltre, vanta anche il ruolo di vicedirettore della WIPO, l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale. Sposato con Darlene Tymo, ha reso Giorgio Napolitano nonno di due nipotini: Sofia nata nel 1997 e Simone nel 1999.
Chi è Giulio Napolitano
Il secondogenito di casa Napolitano è Giulio, nato nel 1969 e di professione docente universitario di Diritto amministrativo presso l’Università degli Studi Roma 3. Alle spalle vanta, tra le altre cose, alcuni importanti progetti di ricerca presso l’Università di Francoforte, l’Università di Parigi II e il Max Planck Institut di Heidelberg. Per quanto riguarda la sua vita privata, invece, è stato legato sentimentalmente a Marianna Madia, ex portavoce del Pd e ministra per la Semplificazione e per la Pubblica Amministrazione per i governi Renzi e Gentiloni. Ricordando la figura del padre durante i funerali, Giulio ha dichiarato: «Credeva nella lotta politica, nella partecipazione democratica, nel confronto tra idee diverse, nella ricerca di soluzioni per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori, per ridurre le diseguaglianze e favorire lo sviluppo del Mezzogiorno. In questo impegno politico, come scrisse a conclusione della sua autobiografia, ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate, cercando via di via di correggere gli errori ed esplorare strade nuove».
Stasera 26 settembre 2023 andrà in onda sul canale Nove alle ore 21.25 il film Sei mai stata sulla luna. Il regista è Paolo Genovese che ha collaborato anche alla sceneggiatura insieme a Pietro Calderoni e Gualtiero Rosella. Nel cast ci sono Raoul Bova, Liz Solari, Dino Abbrescia, Nino Frassica e Neri Marcorè.
Sei mai stata sulla luna, trama e cast del film in onda stasera 26 settembre 2023 sul Nove
La trama racconta la storia di Guia (Liz Solari), un’affascinante e intelligente giornalista che dirige un noto magazine della moda a Milano. Guia si confronta con diverse personalità del jet set internazionale e conduce una vita agiata, sostenuta anche dalla sua assistente Carola (Giulia Michelini) e dal suo compagno Marco (Pietro Sermonti). Le cose sembrano andare a meraviglia per la ragazza italo-spagnola, ma qualcosa cambia quando inaspettatamente, alla morte del padre, riceve in eredità una fattoria in Puglia. Guia ha trascorso l’infanzia nella regione del Sud, ma ora non ricorda più quel territorio e la sua vita è completamente cambiata.
Tuttavia, decide di recarsi in Puglia e capire quale edificio ha ottenuto in eredità. L’obiettivo è quello di liberarsi di questa fattoria ma, una volta sul luogo, scopre che l’edificio è abitato dal suo cugino Pino (Neri Marcorè) e dal rozzo fattore Renzo (Raoul Bova). Se in un primo momento Guia era arrivata con tanti pregiudizi, con il tempo si affezionerà alla fattoria e ai tanti abitanti del piccolo paesino pugliese, dal parroco Paolo (Rolando Ravello) ai baristi Delfo (Sergio Rubini) e Felice (Emilio Solfrizzi). In questa zona dell’Italia Guia scoprirà il lato umano della vita e comprenderà delle lezioni che aveva sempre ignorato.
Sei mai stata sulla luna, quattro curiosità sul film
Sei mai stata sulla luna, i premi e le nomination per la pellicola
Questo film ha vinto un Nastro d’argento nel 2015 per la Miglior canzone originale, scritta ed eseguita dal cantautore Francesco De Gregori. La pellicola era stata candidata nella stessa categoria anche ai David di Donatello nello stesso anno, ma in quell’occasione perse contro Anime nere dell’omonimo film.
Sei mai stata sulla luna, il commento del regista
Il regista Paolo Genovese, in un’intervista rilasciata a Movieplayer.it, ha così commentato la pellicola: «I due cuori che battono all’unisono in questo film sono il forte desiderio di emozionare e la volontà di mettere a nudo una parte delicata che appartiene a chiunque: l’essere prigionieri di noi stessi, dei nostri desideri e delle nostre aspettative fino a non riconoscerne più la ragione e il senso».
Sei mai stata sulla luna, un cameo particolare
In una scena del film appare anche l’attrice e modella greca Anne Rezan. L’attrice in passato aveva collaborato con Roberto Benigni e secondo quanto riportato dal sito Imdb avrebbe preso un volo da New York a Roma soltanto per partecipare alle riprese del lungometraggio nel suo breve ruolo.
Sei mai stata sulla luna, le location delle riprese
Il film è stato girato in diverse località italiane, ma gran parte delle riprese si sono svolte in Puglia. Tra le città principali si trovano Nardò e Galatina, in provincia di Lecce, Crispiano e Martina Franca in provincia di Taranto.
Un amministratore di condominio è stato arrestato a Monza dalla Guardia di finanza con l’accusa di appropriazione indebita, per aver sottratto ai suoi clienti circa 700 mila euro in otto anni. L’indagine è partita da una serie di denunce sporte da diversi professionisti che hanno ereditato la sua gestione.
Ammanchi di denaro ingiustificati
Gli incaricati che si sono susseguiti all’amministratore arrestato, hanno riscontrato ammanchi di denaro ingiustificati e una falsa rappresentazione delle situazioni condominiali. In particolare, l’uomo ha sottratto la somma con trasferimenti di denaro diretti su propri conti bancari, ingiustificati prelevamenti di contante e disposizioni di pagamento a favore di terzi.
Non è certo inusuale nella politica tedesca vedere donne ricoprire ruoli di primo piano. Una su tutte Angela Merkel, per 16 anni cancelliera e per 18 al vertice della Cdu; oppure Ursula Von der Leyen, stesso partito, passata dal ministero della Famiglia a quello del Lavoro e poi a quello della Difesa, combinando in realtà un disastro dietro l’altro, per essere premiata infine con la presidenza della Commissione europea. L’attuale governo sfoggia agli Esteri Annalena Baerbock, leader dei Verdi e una competenza che Von der Leyen sembra in confronto una gigantessa, e anche la ministra dell’Interno Nancy Faeser, socialdemocratica e prima donna in assoluto a guidare il Bundesministerium des Inneres und für Heimat (letteralmente il ministero dell’Interno e per la Patria, Bmi), che fu tra gli altri un paio di volte occupato da una delle vere grandi figure della politica tedesca, Wolfgang Schäuble.
La candidatura con l’Spd in Assia e il tentativo di arginare l’AfD
Classe 1970, Frau Faeser è anche la candidata di punta per i socialdemocratici alla prossime elezioni in Assia. Qui il governo regionale è retto da una coalizione un po’ striminzita (69 seggi su 167) formata da Cdu e Verdi e i sondaggi della vigilia offrono una situazione un po’ particolare: la Cdu è in chiaro vantaggio al 30 per cento, davanti a Verdi, Spd e i nazionalpopulisti della AfD tutti intorno alla forbice tra il 15 e 20 per cento. Faeser punta al secondo posto dietro il governatore regionale Boris Rhein, per cercare di mettere in difficoltà l’alleanza tra conservatori e verdi e cercare di sparigliare le carte. Il risultato è aperto, tra un botto annunciato, quella dell’ascesa della destra estrema, e il tentativo dei partiti tradizionali di fare in qualche modo argine, con una coalizione o un’altra. Nancy Faeser ha detto in ogni caso che se non riuscirà a diventare Ministerpräsidentin se ne rimarrà a Berlino.
Frau Faeser e la politica zigzagante sull’immigrazione
Nella Capitale di lavoro ce n’è in abbondanza un po’ su tutti i fronti, interni ed esterni e la ministra non si tira indietro, anche se è arrivata al Bmi con poca o nulla esperienza, una lunga carriera da avvocatessa a Francoforte e dal 2019 numero uno della Spd in Assia. Sarà anche per questo, oltre che a causa di una congiuntura generale sfavorevole per il governo, tra guerra in Ucraina e nuove spinte migratorie, che la signora Faeser è spesso al centro dell’attenzione, non sempre con successo di critica e di pubblico. Una cosa è indossare una fascia con la scritta antidiscriminazione One Love all’apertura dei Mondiali di calcio in Qatar, tutta la Germania d’accordo, compresi i calciatori che sono stati stati costretti a non mettersela; un’altra è la politica un po’ schizofrenica sull’immigrazione, dove deve equilibrare la solidarietà socialdemocratica con il rigore richiesto sia per gestire l’emergenza, o presunta tale, sia per contenere politicamente la xenofobia della AfD.
La linea dura della ministra in casa e in Europa per arginare l’AfD
Cosi da una parte c’è il duello con la Cdu e la Csu del governatore della Baviera Markus Söder, anche lui in campagna elettorale – a Monaco si vota come a Wiesbaden l’8 ottobre – e ci si accapiglia sulla quota massima di immigrati da accogliere (Faeser e il cancelliere Olaf Scholz non vogliono limiti, l’opposizione conservatrice vorrebbe un tetto a 200 mila). Dall’altra la ministra fa la dura e vorrebbe per esempio esempio controlli ai confini con Polonia e Repubblica Ceca e niente ricollocazioni volontarie verso l’Italia. Alla Spd e all’Ue Alternative für Deutschland, che ovunque in Germania sale nei sondaggi, fa paura. Soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo anno e il voto in tre importanti regioni nell’Est del Paese. Alla fine dei conti però la linea zigzagante di Frau Faeser non sembra pagare, almeno stando agli umori e ai numeri di fine settembre, con ministra e partito non proprio a godere dei favori dell’elettorato: pesano anche gli inciampi, come il caso interno al ministero dell’ex direttore dell’Ufficio federale per la sicurezza informatica apparentemente troppo vicino alla Russia e comunque allontanato, forse giustamente, forse no, la battaglie legale è ancora in corso. Fra meno di due settimane se non altro si saprà se alla ministra riuscirà l’exploit in Assia o continuerà a litigare a Berlino con l’opposizione e mezza Europa.
In vista delle elezioni del 15 ottobre, il partito di maggioranza polacco Diritto e Giustizia (PiS) ha intrapreso una crociata contro l’acclamata regista Agnieszka Holland e il suo ultimo film The Green Border, incentranto sulla crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia. La pellicola, presentata in concorso all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, è stata persino insignita al Lido del Premio Speciale della Giuria, ma per il Pis è puro fumo negli occhi.
Per Duda il film è «anti-polacco», per Morawiecki «una raccolta di bugie»
In uno degli attacchi più duri, scrive Politico, il presidente Andrzej Duda ha descritto il film come «anti-polacco», citando poi lo slogan usato da un sindacato delle guardie di frontiera, ispirato a quello della resistenza all’epoca della Seconda guerra mondiale, quando nelle sale venivano proiettate pellicole di propaganda nazista: «Solo i maiali vanno al cinema». Jaroslaw Kaczynski, presidente del Pis ed ex premier, ha definito The Green Border «vergognoso e ripugnante», mentre l’attuale primo ministro Mateusz Morawiecki su Facebook l’ha bollato come «una raccolta di bugie spudorate». Il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, continua Politico, ha paragonato Holland al capo della propaganda nazista Joseph Goebbels, attaccando la regista “colpevole” di aver avuto un padre comunista. B?a?ej Pobo?y, vice ministro degli Interni, ha chiesto che nelle sale, prima del film, venga proiettato un breve avvertimento realizzato dal governo di Varsavia. Dariusz Matecki, esponente del partito di estrema destra Polonia Solidale, ha pubblicato su X i nomi degli attori del film, accostandoli a quelli di tre colleghi che in tempo di guerra collaborarono con i nazisti: Andrzej Szalawski, Micha? Pluci?ski, Igo Sym. L’ultimo fu ucciso dai partigiani polacchi nel 1941.
Andrzej Szalawski, Micha? Pluci?ski, Igo Sym nie byli anonimowy. Wy te? nie jeste?cie anonimowi.
Maja Ostaszewska Tomasz W?osok Piotr Stramowski Ja?mina Polak Marta Stalmierska Agata Kulesza Maciej Stuhr Magdalena Pop?awska Monika Frajczyk Sandra Korzeniak Micha? Zieli?ski…
Per Holland, che ha ricevuto minacce, il PiS sta «alimentando l’odio»
The Green Border (titolo originale Zielona Granica) è un’aspra denuncia contro il governo di Varsavia che, se da una parte fin dal primo momento ha offerto accoglienza agli ucraini in fuga dall’invasione russa, ha sempre sbarrato la strada a chi proviene da Medio Oriente e Africa. Comportandosi di fatto come il tanto criticato Alexander Lukashenko. Il lungometraggio, in particolare, fornisce tre punti di vista: dei migranti che cercano di entrare in Polonia attraverso le fitte foreste lungo il confine con la Bielorussia, degli attivisti per i diritti umani che tentano di fornire aiuto, degli ufficiali di frontiera posti davanti a un dilemma morale.
La linea di Diritto e Giustizia, nei confronti di chi dissente, è sempre la stessa: bollare ogni voce contro come anti-polacca o, magari, nazista. «Mi aspettavo una reazione da parte del governo, ma non questa. È inaudito in un Paese democratico che l’intera maggioranza attacchi un artista usando questi riferimenti», ha detto Holland a Politico. «Non ho paura, ma non sono nemmeno stupida», ha poi aggiunto. «Stanno alimentando l’odio e può sempre esserci qualche persona instabile che potrebbe perseguitarmi. Loro lo sanno bene: se dai fuoco a una casa con il tetto di paglia, brucerà». La regista ha detto di aver già ricevuto diverse minacce.
Holland, uno dei cui film più famosi è stato Europa Europadel 1990, storia di un ragazzo ebreo che evita l’Olocausto unendosi alla Gioventù hitleriana, ha ricevuto appoggio da parte della European Film Academy, (di cui è presidente): «L’arte può essere a volte dolorosa e scomoda, oppure liberatoria e illuminante. Il cinema ha il potere di mettere in moto le cose e di promuovere il dialogo tra le persone». Solidarietà è arrivata anche dall”International Coalition for Filmmakers at Risk, che in un comunicato ha chiesto «la fine immediata dell’ostilità e delle minacce contro Agnieszka Holland». Presentato nella stessa edizione della Mostra del Cinema che ha visto in concorso anche Io capitano di Matteo Garrone, pellicola sull’emigrazione africana verso l’Europa, The Green Border al Lido ha ricevuto 11 minuti di applausi. Certo non quelli del PiS.
Due anni dopo il loro arresto, avvenuto il 24 settembre 2021, il pm di Brescia Caty Bressanelli ha chiesto la condanna all’ergastolo per il cosiddetto trio criminale, le sorelle Paola e Silvia Zani e Mirto Milani. I tre sono stati rei confessi dell’omicidio di Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù (Brescia) e madre delle due imputate uccisa l’8 maggio del 2021. La donna venne stordita con benzodiazepine, soffocata e infine sepolta vicino al fiume del paese dell’alta Valle Camonica, nel Bresciano, dove il cadavere venne trovato l’8 agosto 2021.
Il pm: «Il loro proposito di uccidere la vittima è rimasto fermo per diversi mesi»
Queste le parole di Bressanelli: «Siamo davanti a tre rei confessi perfettamente capaci di intendere e volere e il quadro è quindi decisamente chiaro. Ci sono stati dei momenti un po’ surreali in questo processo. Questo è un procedimento per omicidio e dobbiamo uscire dalle dinamiche sentimentali degli imputati. Non dobbiamo fare una valutazione etica e morale ma giuridica. Il loro proposito di uccidere la vittima è rimasto fermo per diversi mesi. Non hanno esitato ad uccidere la signora Ziliani anche se era l’unico appoggio della figlia mezzana che ha problemi di salute e aveva bisogno della mamma. Hanno ucciso un giorno prima della festa della mamma e tutto questo è ancora più orribile».
Premier padel, il circuito di padel professionistico leader nel mondo, fondato da Qatar sports investments (Qsi) insieme alla International padel federation (Fip) e alla Professional padel association (Ppa), ha nominato Eno Polo come ceo per guidare la prossima fase di sviluppo sportivo, crescita commerciale ed espansione globale di Premier Padel.
Premier Padel appoints seasoned sports executive Eno Polo as CEO to lead the ambitious next phase of Premier Padel’s sporting development, commercial growth and global expansion.
Polo riferirà al Consiglio del Premier padel e inizierà il suo incarico a partire dal 16 novembre 2023. Il mese scorso, Qsi e Fip hanno annunciato il raggiungimento di un accordo con Damm per l’acquisizione del World padel tour da parte di Qsi; Premier padel e Wpt saranno unificati in un unico tour mondiale di padel professionistico nel 2024, sotto la governance della Federazione Internazionale di Padel, previa approvazione delle autorità competenti. La responsabilità immediata di Eno sarà quella di gestire la fusione dei due circuiti, per poi guidare il cambio di passo del Premier padel verso uno dei circuiti più dinamici, moderni e professionali dello sport globale.
Premier Padel the world's leading professional padel circuit has appointed Eno Polo as the new CEO to lead the ambitious next phase of Premier Padel's sports development, business growth and global expansion.#padel#premierpadelpic.twitter.com/tiJurSYTpU
«Eno è una nomina esecutiva eccezionale per guidare la prossima ambiziosa fase di crescita di Premier padel» – ha detto Luigi Carraro, presidente della International padel federation. «Con la sua fantastica carriera quasi trentennale in tutti gli sport, compresi quelli con la racchetta» – ha aggiunto Nasser Al-Khelaïfi, presidente di Qatar sports investments e Premier padel – «Eno apporta al circuito un patrimonio immenso di conoscenze, esperienze e relazioni».
Premier Padel appoints seasoned sports executive Eno Polo as CEO to lead the ambitious next phase of Premier Padel’s sporting development, commercial growth and global expansion.