Polonia, la campagna del governo contro il film sulla crisi dei migranti

In vista delle elezioni del 15 ottobre, il partito di maggioranza polacco Diritto e Giustizia (PiS) ha intrapreso una crociata contro l’acclamata regista Agnieszka Holland e il suo ultimo film The Green Border, incentranto sulla crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia. La pellicola, presentata in concorso all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, è stata persino insignita al Lido del Premio Speciale della Giuria, ma per il Pis è puro fumo negli occhi.

Polonia, il governo contro il film The Green Border di Agnieszka Holland, sulla crisi dei migranti al confine con la Bielorussia.
Mateusz Morawiecki (Getty Images).

Per Duda il film è «anti-polacco», per Morawiecki «una raccolta di bugie»

In uno degli attacchi più duri, scrive Politico, il presidente Andrzej Duda ha descritto il film come «anti-polacco», citando poi lo slogan usato da un sindacato delle guardie di frontiera, ispirato a quello della resistenza all’epoca della Seconda guerra mondiale, quando nelle sale venivano proiettate pellicole di propaganda nazista: «Solo i maiali vanno al cinema». Jaroslaw Kaczynski, presidente del Pis ed ex premier, ha definito The Green Border «vergognoso e ripugnante», mentre l’attuale primo ministro Mateusz Morawiecki su Facebook l’ha bollato come «una raccolta di bugie spudorate». Il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, continua Politico, ha paragonato Holland al capo della propaganda nazista Joseph Goebbels, attaccando la regista “colpevole” di aver avuto un padre comunista. B?a?ej Pobo?y, vice ministro degli Interni, ha chiesto che nelle sale, prima del film, venga proiettato un breve avvertimento realizzato dal governo di Varsavia. Dariusz Matecki, esponente del partito di estrema destra Polonia Solidale, ha pubblicato su X i nomi degli attori del film, accostandoli a quelli di tre colleghi che in tempo di guerra collaborarono con i nazisti: Andrzej Szalawski, Micha? Pluci?ski, Igo Sym. L’ultimo fu ucciso dai partigiani polacchi nel 1941.

 

Per Holland, che ha ricevuto minacce, il PiS sta «alimentando l’odio»

The Green Border (titolo originale Zielona Granica) è un’aspra denuncia contro il governo di Varsavia che, se da una parte fin dal primo momento ha offerto accoglienza agli ucraini in fuga dall’invasione russa, ha sempre sbarrato la strada a chi proviene da Medio Oriente e Africa. Comportandosi di fatto come il tanto criticato Alexander Lukashenko. Il lungometraggio, in particolare, fornisce tre punti di vista: dei migranti che cercano di entrare in Polonia attraverso le fitte foreste lungo il confine con la Bielorussia, degli attivisti per i diritti umani che tentano di fornire aiuto, degli ufficiali di frontiera posti davanti a un dilemma morale.

La linea di Diritto e Giustizia, nei confronti di chi dissente, è sempre la stessa: bollare ogni voce contro come anti-polacca o, magari, nazista. «Mi aspettavo una reazione da parte del governo, ma non questa. È inaudito in un Paese democratico che l’intera maggioranza attacchi un artista usando questi riferimenti», ha detto Holland a Politico. «Non ho paura, ma non sono nemmeno stupida», ha poi aggiunto. «Stanno alimentando l’odio e può sempre esserci qualche persona instabile che potrebbe perseguitarmi. Loro lo sanno bene: se dai fuoco a una casa con il tetto di paglia, brucerà». La regista ha detto di aver già ricevuto diverse minacce.

Polonia, il governo contro il film The Green Border di Agnieszka Holland, sulla crisi dei migranti al confine con la Bielorussia.
Migranti al confine tra Bielorussia e Polonia (Getty Images).

Holland, uno dei cui film più famosi è stato Europa Europa del 1990, storia di un ragazzo ebreo che evita l’Olocausto unendosi alla Gioventù hitleriana, ha ricevuto appoggio da parte della European Film Academy, (di cui è presidente): «L’arte può essere a volte dolorosa e scomoda, oppure liberatoria e illuminante. Il cinema ha il potere di mettere in moto le cose e di promuovere il dialogo tra le persone». Solidarietà è arrivata anche dall”International Coalition for Filmmakers at Risk, che in un comunicato ha chiesto «la fine immediata dell’ostilità e delle minacce contro Agnieszka Holland». Presentato nella stessa edizione della Mostra del Cinema che ha visto in concorso anche Io capitano di Matteo Garrone, pellicola sull’emigrazione africana verso l’Europa, The Green Border al Lido ha ricevuto 11 minuti di applausi. Certo non quelli del PiS.

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