Daily Archives: 15 Settembre 2023

Caso Hermoso, divieto di avvicinamento per Rubiales

Il tribunale spagnolo dell’Audiencia Nacional di Madrid, responsabile del caso aperto per il bacio dell’ex presidente della Federcalcio Luis Rubiales alla giocatrice spagnola Jennifer Hermoso, ha decretato per l’accusato il divieto di avvicinarsi a meno di 200 metri dalla vittima. Il giudice Francisco de Jorge ha inoltre proibito a Rubiales di mettersi in contatto con Hermoso attraverso qualsiasi mezzo durante lo svolgimento delle indagini. L’ex dirigente avrà anche l’obbligo di presentarsi ogni 15 giorni per firmare in tribunale.

Hermoso, divieto di avvicinamento per Rubiales. L'ex presidente della Federcalcio spagnola non potrà poi contattare la giocatrice.
Luis Rubiales (Getty Images).

Rubiales ha sostenuto che il bacio fosse consensuale

Per l’ex capo della Federcalcio spagnola, accusato dalla procura di «aggressione sessuale» e «coercizione», aveva richiesto un ordine restrittivo che prevedesse almeno 500 metri di distanza tra Rubiales ed Hermoso, distanza poi ridotta a 200 metri. Interrogato prima dell’emissione delle misure restrittive, ha negato ancora le accuse a lui rivolte, sostenendo che il bacio con Hermoso sia stato consensuale.

Hermoso, divieto di avvicinamento per Rubiales. L'ex presidente della Federcalcio spagnola non potrà poi contattare la giocatrice.
Jennifer Hermoso (Getty Images).

Il tentativo da parte della Federcalcio di insabbiare lo scandalo

«Siamo molto soddisfatte, nel bacio non c’era nessun consenso ed è ciò che stiamo cercando di dimostrare in aula», ha dichiarato la legale della calciatrice Carla Vall. Così Victoria Rosell, delegata del governo contro la violenza di genere: «Non permettere di avvicinarsi alla persona offesa e impedire che ci siano comunicazioni. Sono misure importanti in una causa per coercizione e aggressione». Hermoso aveva raccontato che, dopo lo scoppio del caso, era anche stata forzata a sottoscrivere un comunicato della Federcalcio spagnola che nelle ore immediatamente successive aveva provato a insabbiare lo scandalo.

Massimiliano Allegri: «Dispiaciuto per Pogba. Bonucci? In bocca al lupo»

«Sono dispiaciuto per Pogba» ha affermato Massimiliano Allegri sul caso di doping legato al giocatore francese «ma non ho altro da aggiungere: c’è un procedimento in corso, ci sono persone coinvolte ed è giusto aspettarne la fine» aggiungendo che «ha subito una sospensione, aspettiamo la sentenza e poi potrò dire cosa cambia per la Juve».

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A Bonucci «faccio un in bocca al lupo»

«Non c’è più niente da dire, abbiamo già detto tanto: ripeto ciò che ho detto, gli faccio un in bocca al lupo per la carriera dentro e fuori dal campo», ha sottolineato Allegri in merito alle parole di Leonardo Bonucci e come riportato dall’Ansa. «Le soap opera sono su Canale 5, ma non mi appassionano e Bonucci è andato in una squadra che fa la Champions: non ho altro da aggiungere».

Il Regno Unito bandirà i cani American Bully XL: «Una minaccia per la vita»

Il Regno Unito ha deciso di bandire i cani American Bully XL dal Paese dopo una serie di attacchi nei confronti dei cittadini. Il primo ministro Rishi Sunak ha annunciato che il governo è già al lavoro su una nuova legge che dovrebbe entrare in vigore entro la fine del 2023. «Sono un pericolo per la nostra società», ha detto in un video pubblicato su X. «È chiaro che non si tratta di esemplari mal addestrati, ma di un modello di comportamento che non può più andare avanti». Giovedì 14 settembre, un ragazzo di 30 anni è morto per le ferite multiple nello Staffordshire. «Gli eventi degli ultimi giorni ci mostrano come questi cani siano una minaccia per la vita», ha specificato la ministra dell’Interno Suella Braverman. «Causano sofferenza nella nostra comunità». Sostegno anche dal partito laburista, che ha anzi criticato la lentezza nelle operazioni. Gli animalisti però non ci stanno: «Non è la soluzione».

L'annuncio del premier Sunak: «Un pericolo per la società». Nel Regno Unito oltre 20 mila attacchi nel 2022. Legge in vigore entro fine 2023.
La ministra dell’Interno britannica Suella Braverman (Getty Images).

American Bully, quali sono i cani presto banditi nel Regno Unito

Per poter varare la nuova legge, Sunak ha chiesto uno studio al fine di circoscrivere la razza e indicare quali cani debbano essere messi al bando. Al contrario degli Usa, infatti, il Regno Unito ancora non riconosce gli American Bully come razza specifica. Stando ai report della Bbc, si tratta di un incrocio risalente agli Anni 80 tra un pitbull terrier e un american staffordshire terrier particolarmente muscoloso. Negli anni, a seguito di ulteriori incroci con altre razze, sono sorte quattro specie differenti, distinguibili da standard a XL in base alla loro taglia. Secondo Bully Watch, sono arrivati in Uk fra il 2014 e il 2015, diffondendosi con grande rapidità su tutto il territorio. «Questo primo passo dovrà avvenire rapidamente», ha proseguito Sunak. «È fondamentale agire nel più breve tempo possibile».

Nel Regno Unito, i ricoveri ospedalieri sono gradualmente aumentati negli ultimi 15 anni. Solamente nel 2022, le autorità hanno registrato quasi 22 mila aggressioni che hanno ferito più o meno gravemente quasi 9 mila persone fra Inghilterra e Galles. Nel 2018 erano appena la metà. La situazione non è migliorata nel 2023, tanto che in poche settimane si sono registrati diversi attacchi tutti riconducibili ad American Bully XL. Cinque giorni prima dell’ultimo decesso, sabato 9 settembre, una ragazzina di 11 anni era stata infatti aggredita da un possente molosso a Bordesley Green, non lontano da Birmingham. A salvarla due uomini, finiti però in ospedale per le ferite provocate dai morsi dell’animale. Nel Regno Unito, grazie al Dangerous Dogs Act varato nel 1991, è già vietato il possesso di pitbull terrier, tosa giapponesi, dogo argentino e fila brasileiro.

Il parere degli esperti: «Attaccano solo in base a tre ragioni»

Sebbene il primo ministro Sunak abbia parlato di un comportamento slegato dall’addestramento, alcuni esperti hanno espresso un parere contrario. È il caso della dottoressa Candy d’Sa che, pur avendo parlato di una razza solitamente mansueta, ha detto al Sun che gli American Bully XL possono «diventare delle macchine omicide in alcune particolari occasioni». Sono infatti più aggressivi con le temperature torride dell’estate, se vivono gran parte della loro esistenza nei canili e soprattutto se non hanno imparato a socializzare con gli umani da piccoli. «Servono proprietari altamente specializzati», ha spiegato la dottoressa. «Inoltre non sono certo cani da bilocale, serve loro spazio».

Panico su un volo da New York a Roma: aereo perde quota per 8 mila metri in 10 minuti

Un aereo della compagnia United, partito dall’aeroporto di Newark, a New York, è diretto a Roma Fiumicino, è diventato un luogo di terrore per 270 passeggeri e 14 persone dell’equipaggio. Il volo 510 è partito mercoledì 14 settembre alle 20.37. Ma il Boeing 777, dopo mezzanotte, è stato costretto a rientrare alla base «a causa di un problema di pressurizzazione» che lo ha fatto scendere di quota velocemente di «oltre ottomila metri in dieci minuti».

L’aereo ha fatto due giri sopra la Nuova Scozia

A specificare che il problema potrebbe essere stato generato da una «perdita di pressione nella cabina» è stata la compagnia stessa. Un portavoce della Federal Aviation Administration, invece, ha spiegato che i passeggeri sono poi ripartiti per Fiumicino con un altro aereo. Durante il volo, secondo la ricostruzione, il Boeing 777 ha perso quota velocemente e il pilota è riuscito a invertire la rotta effettuando due giri sopra la Nuova Scozia, in Canada, a un’altitudine stabile. La United Airlines ha affermato che «il volo è atterrato in sicurezza».

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Panico su un volo da New York a Roma aereo perde quota per 8 mila metri in 10 minuti
Un aereo della United Airlines decolla dall’aeroporto di Newark (Getty).

Maria Antonietta Cutillo morta fulminata in vasca: sequestrato il caricabatterie

Se le componenti elettriche del caricabatteria fossero state a norma, Maria Antonietta Cutillo, la 16enne di Montefalcione, in provincia di Avellino, non sarebbe morta fulminata nella vasca da bagno.

Se il caricatore fosse stato a norma «l’evento letale non si sarebbe verificato»

Il decesso della giovane avvenne il 2 maggio 2023 dopo che il suo telefonino, collegato al caricabatterie, scivolò in acqua: la scarica elettrica si propagò attraverso il corpo di Maria Antonietta direttamente dalla estremità libera del cavo Usb con il quale stava caricando il cellulare mentre parlava con un’amica. A queste conclusioni è giunta la procura di Avellino che nei confronti di cinque imprenditori, quattro dei quali di nazionalità cinese, operanti in Toscana e Lombardia, ipotizza i reati di omicidio colposo, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi contraffatti. Il procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma, ha chiesto e ottenuto dal gip del Tribunale irpino il sequestro preventivo di un gran numero di caricabatterie di fabbricazione cinese risultati non conformi agli standard comunitari e dunque potenzialmente pericolosi. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano, che si sono avvalse del contributo del Reparto tecnologie informatiche del Racis, hanno accertato difetti di fabbricazione di uno dei componenti interni del caricabatterie utilizzato da Maria Antonietta. In particolare, il «condensatore ceramico a disco» avrebbe mostrato «difetti riconducibili alla scarsa qualità tecnica del materiale con il quale tali dispositivi sono realizzati». Secondo il Racis, «se il condensatore interno fosse stato costruito impiegando componenti elettriche con i criteri previsti dai prodotti con marchio Cee, l’evento letale non si sarebbe verificato». La diffusione sull’intero territorio nazionale dei prodotti oggetto di sequestro ha indotto la procura di Avellino ad estendere le ricerche anche nel proprio territorio di competenza.

Il debito pubblico tocca un nuovo record: 2.858 miliardi a luglio

Cresce ancora il debito pubblico italiano. Come comunica la Banca d’Italia a luglio 2023 è aumentato di 10,4 miliardi rispetto a giugno, risultando pari a 2.858,6 miliardi di euro. L’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (26,6 miliardi, a 68,4) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,5 miliardi) hanno più che compensato l’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (16,7 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sotto-settori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 11,3 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile. La vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,7 anni.

Le entrate tributarie contabilizzate sono state pari a 66 miliardi

La quota del debito detenuta da Bankitalia è diminuita al 25,2 per cento (dal 25,4 per cento del mese precedente), mentre a giugno (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) sono leggermente aumentate, collocandosi rispettivamente al 26,9 e all’11,8 per cento. A luglio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 66 miliardi, in aumento del 12,6 per cento (7,4 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022. Nei primi sette mesi del 2023 le entrate tributarie sono state pari a 297,4 miliardi, in aumento del 7,5 per cento (20,6 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Sergio Mattarella: «Non cedere alla tentazione di cavalcare le paure»

«Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura».  Sono le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella, pronunciate durante l’assemblea di Confindustria di venerdì 15 settembre, a Roma.

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Il rischio di commettere «due possibili errori»

«Due, i possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti» secondo cui «a fronte delle sfide» che «la vita ci presenta, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni» ha detto il presidente della Repubblica. E ancora «Oppure cedere alle paure, quando non alla tentazione cinica di cavalcarle».

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I «luoghi» della democrazia

«La democrazia» ha proseguito Mattarella «si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini. Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è, infatti, il capitale sociale di cui un Paese dispone. Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili».

No alla «concentrazione delle ricchezze»

Al termine del suo discorso, il capo dello Stato ha poi affermato: «Non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco. Il principio non è quello della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione. Il modello lo conosciamo: è quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa».

 

Terremoto in Marocco, gli orfani saranno «pupilli della Nazione»

Mentre il suo Paese continua a tremare, con scosse di terremoto che si succedono da una settimana, il re del Marocco, Mohammed IV, ha deciso che gli orfani saranno dichiarati «pupilli della Nazione». Ad annunciarlo è il sito Morocco World News, che spiega come tutti i bambini che hanno perso i genitori nel sisma dell’8 settembre saranno sotto l’effettiva tutela delle autorità.

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Terremoto in Marocco, gli orfani saranno «pupilli della Nazione»
Un bambino di fronte a una tenda in Marocco (Getty).

Il governo diventa tutore legale

Con questa dichiarazione, quindi, il governo si impegna a prendersi cura e assistere gli orfani del recente disastro, ponendosi come una sorta di tutore legale. Il monarca ha annunciato la decisione in un incontro tenutosi ieri al Palazzo Reale di Rabat, alla presenza di funzionari governativi, tra cui il primo ministro Aziz Akhannouch. Il programma in cui rientra la decisione è stato ideato da un apposito Comitato interministeriale con l’obiettivo di far fronte ai danni causati dal sisma.

Terremoto in Marocco, gli orfani saranno «pupilli della Nazione»
Un cittadino del Marocco accanto a un palazzo distrutto dal sisma (Getty).

Saranno detratti tre giorni di stipendio ai funzionari

Intanto il governo pensa anche alla ricostruzione e ad aiutare gli sfollati. Così le autorità hanno deciso di detrarre tre giorni dagli stipendi dei dipendenti pubblici di grado nove o superiori, sulle buste paga di settembre, ottobre e novembre. Si tratta di un «contributo di servizio civile» agli aiuti per il terremoto, secondo quanto ha spiegato il governo in una nota citata dall’agenzia Map. Le detrazioni saranno ancora più alte per ministri, ministri delegati, alti commissari, delegato generale e delegato interministeriale, che verseranno fino a un mese del loro stipendio.

Picchia gli alunni, maestra d’asilo sospesa nel Casertano

Maltrattava regolarmente gli alunni della scuola materna dove insegnava a Parete, nel Casertano. Per questo il gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura di Aversa, ha disposto per un’insegnante la misura cautelare della sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio o servizio per un anno: è stata scoperta grazie all’iniziativa della mamma di uno dei bambini, che ha messo nel vestito del figlio un registratore.

Il bambino aveva detto alla mamma di non voler più andare a scuola

Il bambino, dopo essere stato oggetto di percosse, ha detto alla mamma di non voler più andare a scuola. La donna ha così interpellato altre mamme dei compagni di classe del figlio, le quali hanno confermato di aver saputo che il bambino in questione e piccoli venivano costantemente picchiati dalla maestra, oltre a essere oggetto di offese. E così ha deciso di provare a incastrare l’insegnante, piazzando un registratore nel vestito del figlio.

Schiaffi, calci, capelli tirati: le immagini delle telecamere di videosorveglianza

Dalla trascrizione dei file è emerso che effettivamente una voce femminile si rivolgeva a un bambino, chiamandolo più volte “scemo”. In più si udiva il rumore riconducibile a uno schiaffo. A quel punto i carabinieri hanno effettuato un controllo nella scuola insieme a personale specializzato dell’Arma, acquisendo le immagini del sistema di videosorveglianza: l’analisi delle stesse ha permesso di confermare l’atteggiamento aggressivo e minaccioso della maestra verso i bambini con schiaffi, calci, spinte, strattonate e tirate per i capelli.

Strage di Ustica: sette documenti della Difesa non ancora declassificati

Tutti i documenti del ministero della Difesa sulla strage di Ustica sono stati declassificati e versati all’archivio di Stato, a eccezione di alcuni, più precisamente 18. Nel dettaglio, 11 sono stati consegnati alla procura di Roma il 28 settembre 2020, «onde riceverne il nulla osta di competenza, a premessa del versamento» presso lo stesso archivio.

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L’attesa del nulla osta

Per i rimanenti 7 documenti si è in attesa del nulla osta da parte degli enti originatori, «richiesta più volta reiterata, a partire dal 2015, per ottenere l’autorizzazione alla declassificazione e al loro relativo versamento». A precisarlo è lo stesso ministero.

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Lilli Gruber incalza Elly Schlein: «Ma chi la capisce se parla così?»

In occasione della puntata di 8 e mezzo trasmessa da La7 giovedì 14 settembre, Lilli Gruber ha ospitato in studio la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, che in questa occasione è stata messa particolarmente alle strette da parte della padrona di casa sul tema immigrazione.

Lilli Gruber punge Elly Schlein a 8 e mezzo

Alla luce della delicata situazione di Lampedusa, dove nei primi giorni di settembre 2023 sono giunti migliaia di migranti, c’era da aspettarsi una serie di domande sul tema degli sbarchi sull’isola siciliana, che secondo Schlein sarebbero da imputare al «fallimento delle politiche di esternalizzazione del governo». Una dichiarazione, quella della segretaria dem, che Lilli Gruber si è sentita in dovere di smontare, più sulla forma che sul contenuto. La conduttrice, che non è riuscita a nascondere un certo scetticismo, ha quindi incalzato la sua ospite chiedendole: «Ma chi la capisce se parla così?». Schlein ha così avuto modo di chiarire la sua posizione in termini più semplici, spiegando: «Vuol dire che pagare dittatori per tentare di bloccare i flussi migratori non solo viola i diritti fondamentali delle persone ma, come appare evidente, non serve. Il vero punto è redistribuire le responsabilità tra i paesi europei. Chi si oppone alla solidarietà verso l’Italia sono gli alleati di Giorgia Meloni». Schlein ha poi aggiunto: «Abbiamo votato per non rifinanziare la guardia costiera libica, ho sempre pensato che fosse sbagliato. Come è stato sbagliato l’accordo di Meloni con la Tunisia».

«Le regole di Dublino sono da cambiare»

Elly Schlein ha quindi concluso: «Vanno cambiate le regole di Dublino. A fare questa battaglia che bloccano i migranti in Italia, primo paese d’arrivo, c’eravamo noi e non Meloni, Salvini e i loro amici. Oggi Meloni era da Orban, perché non gli ha chiesto i motivi per cui si vogliono prendere solo i benefici dall’Ue e non assumersi anche la condivisione del tema migranti? Non hanno il coraggio di chiedere ai loro amici nazionalisti di fare la loro parte».

Il pittore Fernando Botero è morto a 91 anni

Addio a Fernando Botero, pittore e scultore colombiano morto all’età di 91 anni. Universalmente conosciuto per le voluminose figure umane rappresentate nelle sue opere, il quotidiano El Tiempo l’ha definito «l’artista colombiano più grande di tutti i tempi». Il decesso dell’artista nato a Medellin era stata annunciato in un primo momento dall’emittente W Radio.

 

 

TikTok multata per 345 milioni di euro per violazione della privacy dei minori

TikTok dovrà pagare una multa di 345 milioni di euro per aver violato le norme sulla tutela dei dati personali (GDPR), in particolar modo dei minorenni. La Commissione per la protezione dei dati (DPC, Data protection commission) irlandese, Paese dove la piattaforma di ByteDance ha la sua sede europea, ha sottolineato come gli utenti di età compresa tra 13 e 17 anni siano stati guidati nel processo di registrazione in modo tale che i loro account fossero impostati come pubblici. Chiunque poteva dunque vederne i contenuti e commentarli. Si è inoltre scoperto che lo schema di “abbinamento familiare” che dà a un adulto il controllo sulle impostazioni dell’account di un minore non controlla se l’adulto in questione sia un genitore o un tutore. Il DPC ha stabilito che TikTok, i cui utenti non possono avere un’età inferiore a 13 anni, non ha tenuto adeguatamente conto del rischi per i minorenni che hanno accesso alla piattaforma. Anche le funzionalità Duet e Stitch, che consentono agli utenti di combinare i propri contenuti con altri TikToker, sono state abilitate con impostazione predefinita.

Le precedenti sanzioni

Non è la prima sanzione per TikTok. Lo scorso aprile il social era stato multato per 14,6 milioni di euro dall’autorità di regolamentazione del Regno Unito per aver elaborato illegalmente i dati di 1,4 milioni di bambini sotto i 13 anni che utilizzavano la piattaforma senza il consenso dei genitori. Ancora prima, nel 2021, era stato multato dal garante olandese per 750 mila euro.

La difesa della piattaforma: «Criticità risolte prima dell’indagine»

Dal canto suo TikTok ha risposto di aver risolto le criticità sollevati dall’indagine che risale al 2020. Ora, assicura la piattaforma, gli account già esistenti e nuovi dei ragazzi dai 13 ai 17 anni sono impostati in modo predefinito come privati. «Siamo rispettosamente in disaccordo con la decisione, in particolare con l’entità della multa inflitta», ha dichiarato il social. «Le critiche del DPC si concentrano su funzionalità e impostazioni che erano in vigore tre anni fa  e abbiamo apportato modifiche ben prima ancora che iniziassero le indagini».

Landini contro il governo: «Non ci ascolta, finora solo incontri finti»

Il segretario della Cgil Maurizio Landini è sicuro: «Il 7 a Roma io penso sarà una manifestazione oceanica, grandissima, di popolo». Il leader del sindacato è intervenuto alla festa di Pensionati Cgil a Senigallia e ha parlato della possibile mobilitazione, attaccando l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Ha dichiarato: «Penso che se il governo non ci ascolterà e la legge di bilancio continuerà ad andare sulla linea di quanto fatto finora, noi proporremo alle altre organizzazioni sindacali di passare alla mobilitazione, non solo con la manifestazione di Roma, ma anche con iniziative di lotta e sciopero nel Paese e nelle fabbriche».

Landini contro il governo «Non ci ascolta, finora solo incontri finti»
Maurizio Landini (Imagoeconomica).

Landini: «Investire per il lavoro»

Lo slogan della manifestazione, organizzata dai sindacati e da un centinaio di associazioni e reti di cittadinanza, sarà: «Mobilitazione per la Costituzione». Landini ha ribadito la posizione della Cgil e di chi manifesterà a Roma il 7 ottobre: «Diciamo no all’autonomia differenziata, diciamo no al premierato; diciamo invece che è il momento di investire per il lavoro, senza precarietà; di aumentare il salario, quindi il salario minimo; di cancellare i contratti pirata quindi una legge sulla rappresentanza; di investire sulla sanità pubblica perché la gente non è in grado di curarsi; di fare una vera riforma fiscale come dice la Costituzione e di garantire l’istruzione e la formazione che sono decisive. Vuol dire avere asili, scuole, vuol dire che tutte le persone che lavorano devono essere messe nella condizione di farlo».

Landini contro il governo «Non ci ascolta, finora solo incontri finti»
Landini sul palco di Senigallia (ANSA).

L’affondo: «Col governo incontri finti»

Poi è arrivato l’affondo: «Questo governo non vuole discutere coi sindacati di lavoro, diritti, scuola, pensioni, fisco: finora ci sono stati incontri finti. Pensa di avere la maggioranza e di poter fare quello che gli pare, ma è sbagliato. La complessità dei temi richiede di coinvolgere tutti ma soprattutto deve sapere che sono i lavoratori, i dipendenti e i pensionati che tengono in piedi questo Paese, con le tasse e il lavoro che hanno fatto, ed è giusto che abbiano la possibilità di dire quello che pensano».

Marina Berlusconi contro Giorgia Meloni sugli extraprofitti: «Tassa demagogica»

Marina Berlusconi ha criticato anche la tassa sugli extraprofitti bancari voluta dal governo di Giorgia Meloni, sottolineando le sue «grandi perplessità». E poco prima aveva attaccato la Bce dopo il decimo rialzo consecutivo dei tassi, avvenuto nel pomeriggio del 14 settembre. La Banca Centrale Europea ha deciso di alzarli di un altro quarto di punto percentuale, al 4,5 per cento. La presidente di Fininvest, intervenuta a margine dell’Assemblea annuale di Confindustria a Roma, è stata critica: «Speriamo che la cura non uccida il malato».  Marina Berlusconi sul rialzo dei tassi della Bce «Speriamo che la cura non uccida il malato»

Marina Berlusconi (Imagoeconomica).

L’attacco a Meloni: «Apprezzo molte misure ma non questa»

Marina Berlusconi ha parlato della tassa sugli extraprofitti bancari: «Ho apprezzato molte misure del governo, ma non questa. Capisco le motivazioni ma non sono sufficienti a superare le grandi perplessità che ho sia nel merito sia nel metodo. Non mi piace il termine. Lo trovo fuorviante e anche demagogico, chi stabilisce quanto profitto è extra e quanto è normale? E quale è la misura? Il provvedimento si presta a diversi dubbi, anche costituzionali. Se attuato rischia di rendere il nostro Paese meno attrattivo. Mi auguro che il Parlamento possa modificare la norma rendendolo più equilibrata». Al di là della singola misura, Berlusconi però ha sottolineato di apprezzare «l’approccio responsabile del governo e del presidente Meloni, sia in materia di conti pubblici che di politica estera».

Marina Berlusconi sul rialzo dei tassi della Bce «Speriamo che la cura non uccida il malato»
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Berlusconi sui tassi: «Mi auguro il rialzo sia l’ultimo»

La presidente di Fininvest ha poi spiegato il proprio pensiero sul rialzo dei tassi deciso dalla Banca Centrale Europea: «Quello che fino ad oggi ha fatto la Bce è stato sicuramente importante per diminuire l’inflazione». Poi, però, ha sottolineato come questo tipo di interventi abbia «effetti sulla crescita». E ha concluso sul tema con una speranza: «La nostra economica ha bisogno di stimoli. Mi auguro che questo rialzo sia anche l’ultimo». Poco dopo le è stato chiesto se fosse vicina alla presidenza di Confindustria. Lei ha risposto: «Non sono interessata. Vedo un presidente bravo, uomo o donna non importa, sono impegnata nel mio lavoro. Poi non ho mai seguito tanto direttamente la vita Confindustria, quindi non mi esprimo più di tanto su questo. Sono impegnata con le mie aziende, amo il mio lavoro».

Biden, McConnell e il dibattito sull’inadeguata gerontocrazia americana

Il senatore repubblicano Mitt Romney ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni del 2024, motivando la decisione con il fatto che avrebbe superato gli 80 anni di età al termine dell’eventuale nuovo mandato. «Francamente, è tempo di una nuova generazione di leader. Sono loro che devono prendere le decisioni che daranno forma al mondo in cui vivranno», ha detto Romney, invitando Joe Biden e Donald Trump a fare un passo indietro. L’appello dell’ex governatore del Massachusetts, sconfitto nel 2012 da Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca, è però destinato a rimanere inascoltato sia al 1600 di Pennsylvania Avenue sia dalle parti di Mar-a-Lago: i grandi vecchi Joe e Donald non hanno infatti alcuna intenzione di mollare l’osso e (salvo sorprese) saranno loro a contendersi di nuovo la presidenza Usa.

Biden, Trump e non solo: gli Stati Uniti sono una gerontocrazia. L'età dei politici Usa al centro del dibattito politico.
Mitt Romney (Getty Images).

Persino il suo editorialista preferito ha sconsigliato a Biden di ricandidarsi

Tra poco più di un anno si scontreranno i due candidati più anziani di sempre nella storia Usa. È un controsenso quello in atto negli Stati Uniti, Paese costantemente proiettato verso il futuro, ma in cui a detenere il potere sono persone sempre più anziane. Biden, presidente più vecchio della storia al momento dell’elezione, avrà potenzialmente 82 anni all’inizio del secondo mandato e 86 alla fine. Trump, se vincerà, avrà 78 anni al momento del giuramento e 82 a fine incarico. Tra i due la differenza di età è minima, ma al netto delle bizzarrie di The Donald non si può dire lo stesso per la lucidità: l’attuale inquilino della Casa Bianca è da tempo nel mirino dei repubblicani a causa di gaffe, cadute, momenti in cui in generale è apparso inadatto ormai al ruolo.

L’ultimo episodio in Vietnam, quando durante una conferenza stampa ha detto: «Io ora me ne vado a letto», riprendendo poi a rispondere alle domande dei giornalisti, come se niente fosse. Sempre ad Hanoi ha detto che Good Morning, Vietnam è una canzone, mentre è il titolo di un famoso film con protagonista Robin Williams.

Biden in più occasioni ha scherzato sui timori relativi alla sua età. E i check-up di routine annuale a cui si è sottoposto hanno stabilito che è «perfettamente in grado di svolgere con successo i doveri della presidenza». Ma c’è poco da ridere: la sensazione è che non abbia più il physique du rôle necessario per la presidenza Usa. Al punto che sulle colonne del Washington Post persino il suo editorialista preferito, David Ignatius, gli ha sconsigliato di ricandidarsi.

Biden, Trump e non solo: gli Stati Uniti sono una gerontocrazia. L'età dei politici Usa al centro del dibattito politico.
Joe Biden (Getty Images).

L’età avanzata dei rappresentati politici è al centro del dibattito negli Usa

Sulle défaillance del rivale spinge molto il rivale Trump. «I dottori hanno sbagliato la diagnosi. Non ha di nuovo il Covid, bensì la demenza senile», aveva scritto a luglio 2022 il tycoon sul suo social Truth. Biden a ogni modo non è ancora ai livelli del coetaneo Mitch McConnell, leader dei repubblicani al Senato che continua a freezarsi davanti alle telecamere, infiammando il dibattito sull’età avanzata di molti politici americani e sulla possibilità di imporre dei limiti alle candidature. Nel corso di una recente conferenza stampa in Kentucky, McConnell si è infatti ‘congelato’ per circa una ventina di secondi davanti alla domanda: «Quali sono i suoi pensieri riguardo a ricandidarsi?». Dopo aver risposto: «I miei pensieri su cosa?», ha il senatore è rimasto con lo sguardo assente per 10 secondi. E a luglio, al Campidoglio di Washington, aveva perso il filo del discorso fermandosi per una diversi secondi, immobile e muto davanti a fotografi e giornalisti.

Il Senato in carica è il secondo più anziano della storia degli Stati Uniti

A fine luglio la democratica 90enne Dianne Feinstein, decana del Senato e già vittima di malori che hanno contribuito al dibattito sullo stato fisico e mentale dei politici più anziani, ha avuto problemi nel votare in Aula, apparendo smarrita davanti alle telecamere. Per quanto riguarda il Senato a stelle e strisce, per anzianità tra Feinstein e McConnell si piazzano Chuck Grassley, arzillo 89enne che detiene il seggio per l’Iowa dal lontano 1981, e il fresco 82enne Bernie Sanders, senatore per il Vermont dal 2007. Il Senato in carica è il secondo più anziano della storia americana, con solo due membri under 40. La maggior parte degli ultraottantenni siede però alla Camera dei Rappresentanti e sono perlopiù democratici: la decana qui è Grace Napolitano, deputata per la California, che va per gli 87 anni, tallonata dai coetanei Bill Pascrell Jr. (New Jersey) ed Eleanor Holmes Norton (District of Columbia). Nel giorno dell’entrata in carica (3 gennaio 2023), il 118esimo Congresso degli Stati Uniti d’America è risultato ringiovanito di tre anni come età media degli eletti: nel ricambio dei seggi ha persino trovato posto il classe 1997 Maxwell Frost, primo membro della Generazione Z a Capitol Hill. Ma sembra essere più che altro un caso, vista l’atavica ritrosia dei politici Usa a mollare l’osso. Celebre il caso di Strom Thurmond, senatore del Carolina della Carolina del Sud che nel 2003 lasciò il seggio solo dopo aver compiuto 100 anni, ormai sulla sedia a rotelle e praticamente incapace di comunicare.

Il cerchio si stringe attorno a McConnell: il fuoco amico repubblicano

La 51enne Nikky Haley, ex deputata repubblicana, ha definito il Senato «la casa di riposo più privilegiata del Paese», chiedendo di introdurre test per valutare lo stato mentale dei politici over 75. Anche il 45enne Ron DeSantis ha giocato la carta del giovanilismo, evidenziando che Biden era già senatore nel 1978, suo anno di nascita. Indirettamente una frecciata indirizzata a Trump, poco più giovane dell’attuale presidente, che sfiderà alle primarie del Grand Old Party. Tornando al già citato McConnell, sembra stringersi il cerchio attorno a lui: il partito repubblicano ‘deve’ chiedere le sue dimissioni per non essere accusato di applicare due mesi e due misure, attaccando da una parte Biden e invece facendo finta di nulla sulla salute del leader al Senato.

Biden, Trump e non solo: gli Stati Uniti sono una gerontocrazia. L'età dei politici Usa al centro del dibattito politico.
Donald Trump (Getty Images).

La maggior parte degli elettori non vorrebbe né Biden né Trump ancora alla Casa Bianca

Sulla gerontocrazia del Congresso in molti si interrogano da tempo, ma al momento il dibattito non si è tradotto in un nulla di fatto. Per quanto riguarda la Casa Bianca, secondo un sondaggio condotto a marzo da Nbc News, il 70 per cento degli americani non vorrebbe come presidente né Trump né Biden, considerati entrambi troppo vecchi. In base a un’altra indagine condotta da YouGov, il 38 per cento dei cittadini si dice già esausto alla prospettiva della sfida tra lui e Trump, il 23 per cento triste e il 23 per cento arrabbiato. E queste indagini sono state condotte sei mesi fa. Secondo un sondaggio più recente del Wall Street Journal, il 73 per cento degli elettori registrati considera Biden troppo vecchio per potersi candidare di nuovo alla presidenza. Solo il 47 per cento del campione, invece, considera l’età un problema per il tycoon, che a giugno ha spento 77 candeline. Di sicuro, nel 2024 lo stato di salute dei candidati sarà centrale. Saranno passati esattamente 40 anni da quando il 73enne (avercene adesso…) Ronald Reagan si trovò a fare i conti con lo sfidante democratico Walter Mondale, che aveva ‘solo’ 56 anni. «L’età non sarà un tema di questa campagna. Non approfitterò per scopi politici della giovinezza e dell’inesperienza del mio avversario», disse durante un dibattito. Per poi stracciare il rivale poco dopo alle urne.

Oscar 2024, da Io Capitano a Rapito: i 12 film in gara per rappresentare l’Italia

Io Capitano di Matteo Garrone guida la lista di 12 film in lizza per rappresentare l’Italia ai 96esimi Premi Oscar fra i lungometraggi internazionali. Vincitore del Leone d’Argento a Venezia, l’ultimo progetto del regista romano è il favorito numero uno per la candidatura, forte anche del Premio Mastroianni vinto dal suo protagonista Seydou Sarr al Lido. Occhio però anche a Rapito di Marco Bellocchio, film che racconta la storia del giovane ebreo Edgardo Mortara, in concorso a Cannes e miglior film ai Nastri d’Argento 2023. La candidatura definitiva sarà nota il prossimo 20 settembre quando la commissione di selezione, istituita presso l’Anica su richiesta della stessa Academy statunitense, si riunirà per votare il titolo da presentare a Los Angeles. La shortlist arriverà soltanto il 21 dicembre, mentre il 23 gennaio 2024 saranno annunciate le nomination. La cerimonia di premiazione è prevista per il 10 marzo.

Annunciata la lista di 12 potenziali candidati italiani agli Oscar 2024. Con Garrone e Bellocchio c'è anche Moretti con Il sol dell'avvenire.
Seydou Sarr e Matteo Garrone con i premi di Venezia (Getty Images).

Da Cortellesi a Moretti, tutti i film in lizza per rappresentare l’Italia agli Oscar 2024

Altro pezzo da novanta fra i 12 potenziali candidati italiani agli Oscar 2024 è Il sol dell’Avvenire di Nanni Moretti, presentato in concorso al Festival di Cannes. Racconta la storia di un regista in difficoltà con il suo ultimo progetto e nel pieno di una crisi con la moglie, come lui impegnata nel cinema. In lizza anche C’è ancora domani, esordio alla regia di Paola Cortellesi, che aprirà anche la Festa del Cinema di Roma. Una storia di rivalsa femminile che segue una donna, vittima di un marito violento, in un’Italia devastata dalla Seconda guerra mondiale. Spera di rappresentare l’Italia agli Oscar anche L’ultima notte di Amore, film di Andrea di Stefano con protagonista Pierfrancesco Favino. La star del cinema nostrano interpreta un poliziotto che, il giorno prima del pensionamento, perde il suo amico e partner durante una rapina.

In corsa per diventare il candidato italiano agli Oscar 2024 anche Grazie ragazzi di Riccardo Milani e Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio e Sara Serraiocco. In lizza anche La chimera di Alice Rohrwacher – nel cast la sorella Alba – presentato come Il sol dell’avvenire al Festival di Cannes, dove ha concorso per la Palma d’Oro. Nella lista dei 12 film anche Stranizza d’amuri di Giuseppe Fiorello, una storia di amicizia tra due ragazzi che si trasforma in un sentimento irrefrenabile, Noi anni luce di Tiziano Russo e La terra delle donne di Marina Vallone. Infine, potrebbe arrivare agli Oscar 2024 anche Mixed by Erry di Sydney Sibilia, disponibile su Netflix, che racconta la storia di Enrico Frattasio che negli Anni 80 creò un suo impero vendendo musicassette contraffatte.

Le scelte all’estero: la Francia snobba Woody Allen, il Giappone scarta Miyazaki

Mentre in Italia dovremo aspettare ancora qualche giorno per conoscere il film candidato agli Oscar 2024, altre nazioni hanno già ufficializzato la propria scelta. È il caso del Giappone, che per la prima volta nella sua storia si presenterà con un lungometraggio diretto da un regista straniero. Scelto infatti Perfect Days del tedesco Wim Wenders, ambientato però a Tokyo con cast interamente nipponico. Sorprende soprattutto la mancata scelta di Hayao Miyazaki, tornato nel 2023 con l’ultimo film animato Il ragazzo e l’airone. Sempre in tema sorprese, la Francia ha escluso dalla propria shortlist Coup de Chance di Woody Allen, girato tutto in lingua transalpina. Grande favorita è Justine Triet con il suo Anatomie d’une chute, Palma d’Oro a Cannes. La Germania ha scelto di candidare The Teachers’ Lounge di ?lker Çatak, presentato alla Berlinale. Potrebbe tornare agli Oscar anche il finlandese Aki Kaurismäki, nominato nel 2002 con L’uomo senza passato.

Annunciata la lista di 12 potenziali candidati italiani agli Oscar 2024. Con Garrone e Bellocchio c'è anche Moretti con Il sol dell'avvenire.
Justine Triet dopo la vittoria della Palma d’Oro a Cannes (Getty Images).

Laura Pausini aggiunge due nuove date a Roma e Bologna nel suo tour

Laura Pausini ha aggiunto la quarta data a Roma (16 dicembre, Palazzo dello sport) e la seconda a Bologna (10 gennaio, Unipol Arena) del suo World Tour 2023/24 che partirà l’8 dicembre dallo Stadium di Rimini, anticipato pochi giorni prima, il 2, nella stessa sede, dall’incontro con gli iscritti al suo fan club ufficiale. L’evento prenderà il titolo di Launatici, ispirato al singolo Il primo passo sulla luna. Intanto è disponibile da venerdì 15 settembre 2023 su tutte le piattaforme digitali e in versione italiana e spagnola Durare/Durar, il nuovo singolo di dell’artista che anticipa l’album Anime Parallele/Almas Paralelas in uscita per Warner Music il 27 ottobre e già in pre-order nelle versioni standard, deluxe e vinile. Dopo il tour italiano, l’artista romagnola si esibirà nelle arene più prestigiose di Europa, America Latina e Stati Uniti.

Il maglione da “pecora nera” di Lady D venduto all’asta per oltre un milione di dollari

La pecora nera di Lady Diana vola all’asta. Il maglione indossato dalla principessa del Galles quando era ancora Diana Spencer, giovanissima fidanzata al principe Carlo, è stato battuto da Sotheby’s per un milione e 143 mila dollari, oltre 20 volte la stima di partenza, e questo senza tener conto dei diritti di asta. Il pullover rosso dalle maniche a sbuffo su cui una pecora nera spicca in un gregge di pecore bianche è stato venduto durante un’asta online dedicata a una serie di icone della moda. Ben oltre le valutazioni iniziali anche un abito da sera di Murray Arbeid che Diana indossò due volte nel 1985.

Il capo indossato a una partita di polo del futuro marito Carlo

Diana era a poche settimane dal matrimonio quando nel giugno 1981 fu fotografata con addosso il pullover a una partita di polo del futuro marito. Una scelta anti-convenzionale, anche perché il golf era una delle prime creazioni di Warm and Wonderful, una linea di knitwear fondata due anni prima da due amiche, Sally Muir e Joanna Osborne, vendendo maglioni e cappellini di lana su una bancarella di Covent Garden. «Con l’eccezione di Margaret, Diana fu la prima esponente della casa reale britannica a dimostrare un vero e proprio interesse per la moda», ha osservato Sotheby’s. Prima del famoso Revenge Dress, indossato a un party della Serpentine Gallery la sera in cui Carlo aveva annunciato in tv di averla tradita con Camilla Parker Bowles, il maglione della pecora nera fu il primo vero statement di una giovane donna ribelle alle convenzioni imposte da di Buckingham Palace ma anche capace di senso dell’umorismo.

La Rowing Blazer riprodusse il maglione nella sua linea di moda

Il pullover non restò a lungo negli armadi di Diana e fu mandato indietro a Warm and Wonderful perché si era leggermente danneggiato, e il segretario della principessa Oliver Everett aveva scritto alla Osborne chiedendo di ripararlo o sostituirlo. Un nuovo maglione fu rapidamente prodotto e spedito a Palazzo e nel 1983, ormai principessa, Diana lo indossò a un altra gara di polo su jeans bianchi e un nastrino nero al colletto di una camicia bianca. Il vecchio golf sembrava perduto fino a quando, cercando negli archivi tra oltre 2 mila progetti mai realizzati, la Osborne non trovò in una scatola il capo originale restituito da Diana. Le foto addosso alla principessa ne avevano fatto intanto un capo veramente iconico, tanto che nel 2020 il ceo del brand Rowing Blazer, Jack Carlson, chiese di entrare in società con le due designer per riprodurre il maglione nella sua linea di moda. Ora quella versione, venduta a 248 dollari, va a ruba tra le giovanissime e c’è una lunga lista di attesa per acquistarlo.

Toilette smart e sesso delle alici: assegnati gli IgNobel 2023

Nella scienza ci sono dei riconoscimenti che «fanno prima ridere e poi pensare». Si tratta degli IgNobel, i premi dedicati alle 10 ricerche e scoperte più stravaganti e più bizzarre assegnati dalla rivista Annals of Improbable Research. L’edizione 2023 si è svolta, come le precedenti tre dallo scoppio della pandemia, interamente online alla presenza di studiosi vincitori dei più celebri e acclamati Nobel. Numerosi i campi sotto osservazione, dalla letteratura alla chimica, passando per l’ingegneria meccanica e la salute pubblica. Spiccano indubbiamente un’analisi sul perché gli esperti amino leccare rocce e fossili, ricerche sul sesso delle alici e la rianimazione dei ragni o l’invenzione di toilette intelligenti. Tra i vincitori però non c’è nessun italiano.

Dalla chimica all’ingegneria meccanica, tutti gli IgNobel 2023

Impossibile non iniziare dal curioso riconoscimento per la chimica, assegnato al polacco Jan Zalasiewicz per la sua ricerca sul perché gli scienziati leccano fossili e rocce. Ha rivelato infatti che nel XVIII secolo, l’italiano Giovanni Arduino utilizzava il gusto per distinguere i minerali. Oggi però la ragione è diversa. «Lo facciamo per aiutare la vista, dato che una superficie bagnata mostra le sue proprietà meglio di una asciutta», ha spiegato nel ritirare il premio. Quanto alla nutrizione, l’IgNobel 2023 è invece andato ai giapponesi Homei Miyashita dell’Università Meiji e Hiromi Nakamura dell’Università di Tokyo per uno studio sulle bacchette da sushi elettrificate. «Possono cambiare il gusto del cibo immediatamente con la stimolazione elettrica», hanno detto gli esperti. «Un’azione impossibile con i condimenti convenzionali».

Assegnati gli IgNobel, i riconoscimenti per le ricerche più stravaganti. Premiati studi sulla rianimazione dei ragni e sulla noia a scuola.
Il professor Homei Miyashita dopo la vittoria agli IgNobel (Miyashita, X).

Passando alla salute pubblica, ha trionfato il sudcoreano Seung-min Park grazie all’invenzione della Stanford Toilette, un bagno smart in grado di effettuare analisi in poco tempo. Permette infatti di controllare le urine e le feci tramite numerosi sensori posti all’interno del water. È possibile, secondo il suo studio, restringere nettamente i tempi e migliorare la prevenzione per eventuali malattie. Quanto all’ingegneria meccanica, l’IgNobel 2023 è andato a cinque scienziati provenienti da India, Malesia, Usa e Cina. Encomio speciale infatti per la ricerca sulla rianimazione dei ragni, al fine di utilizzarli come strumenti da presa. «L’idea è nata quando nel laboratorio ne abbiamo visto uno rannicchiato in un angolo», ha raccontato Te Faye Yap, principale autore dello studio. «Le zampe funzionano come un pugno chiuso grazie a forti muscoli flessori. Con un approccio necrobiotico abbiamo creato una pinza che potrebbe anche afferrare oggetti irregolari».

Insegnanti noiosi e peli nel naso, i premi per medicina e letteratura

Il premio per la fisica è andato invece a un team spagnolo che ha analizzato per mesi il sesso delle acciughe. Si è infatti scoperto che si radunano di notte al largo delle coste galiziane per deporre le uova, creando così dei piccoli vortici che mescolano l’acqua. «Non avrei mai pensato di poter attirare così tanta attenzione», ha raccontato Bieito Fernandez Castro nel ricevere il premio. Nell’educazione hanno vinto otto scienziati che hanno spiegato perché alcuni insegnanti, annoiati del proprio lavoro, a lezione trasmettano il loro stato emotivo agli studenti. «La noia genera noia», si legge nella ricerca. L’IgNobel 2023 per la psicologia è andato a Stanley Milgram, Leonard Bickman e Lawrence Berkowitz per aver condotto un esperimento in una strada cittadina per vedere quanti passanti si fermano a guardare in alto quando vedono degli estranei fare la stessa cosa.

L’Ignobel 2023 per la medicina è invece stato assegnato a un team di otto scienziati che ha analizzato vari cadaveri per scoprire se le narici di un soggetto contengono un uguale numero di peli. Passando al campo della letteratura, l’Annals of Improbable Research  ha voluto premiare una peculiare ricerca sulle sensazioni che si percepiscono quando si scrive ripetutamente la stessa parola. Ne deriva un fenomeno altrimenti noto come Jemais vu, ossia quando le persone non reputano familiare qualcosa che in realtà dovrebbe esserlo. Nella comunicazione ha vinto un’equipe sudamericana che ha analizzato le attività mentali di un soggetto esperto nel parlare al contrario.

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