Caivano, Ronzulli sul pugno duro dello Stato: «Strada giusta se la criminalità si ribella»

La presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli, ha parlato degli spari avvenuti nella notte a Caivano, denunciati da padre Maurizio Patriciello su Facebook. La senatrice ha attaccato: «Quando la criminalità si ribella allo Stato e alle sue azioni, quando reagisce con violenza o con attacchi dimostrativi per seminare il terrore fra i cittadini, come la “stesa” a colpi di pistola avvenuta questa notte a Caivano, vuol dire che stiamo andando sulla strada giusta, come ha sottolineato don Patriciello invitando tutti coloro che hanno criticato il blitz delle forze dell’ordine a Caivano a vergognarsi».

Caivano, Ronzulli sul pugno duro dello Stato «Strada giusta se la criminalità si ribella»
Carabinieri al Parco Verde di Caivano (ANSA).

Ronzulli: «La sinistra scollegata dal Paese»

La presidente dei senatori di FI ha proseguito attaccando le opposizioni: «Ancora una volta c’è chi parla e dimostra di essere scollegato dal Paese, dalla realtà e dal buon senso, come la sinistra, e chi agisce a tutela dei cittadini, come governo e maggioranza. Non è certo con una semplice raccomandazione o una pacca sulla spalla che si possono combattere ed estirpare certe piaghe. Per vincere sul male occorre, come prima cosa, colpire l’infezione con i farmaci adatti, poi lavorare sulla prevenzione per evitare ricadute».

Caivano, Ronzulli sul pugno duro dello Stato «Strada giusta se la criminalità si ribella»
Carabinieri al Parco Verde di Caivano (ANSA).

La senatrice: «Pugno duro dello Stato con pene aspre»

Ronzulli ha poi concluso: «Sono quindi giusti gli interventi repressivi delle forze dell’ordine come quelli di Caivano e Tor Bella Monaca, è corretto sia l’incremento dei carabinieri in forza proprio a Caivano che il pugno duro dello Stato con l’inasprimento di pene e sanzioni, ed è strategica un’opera di prevenzione per trasformare queste zone in luoghi simbolo dove la presenza dello Stato sosterrà i cittadini di quelle zone a rialzare la testa, ribellandosi al linguaggio della violenza».

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