Daily Archives: 28 Agosto 2023

Zanzare positive al virus Usutu a Oristano, primo caso del 2023

Un gruppo di zanzare è risultato positivo al virus Usutu, un’infezione aviaria parente della febbre del Nilo, nell’area dell’ospedale San Martino a Oristano. È stato l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna a comunicarlo alla Asl 5 di Oristano. I campioni di zanzare positivi saranno ora inviati al centro di referenza nazionale dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Teramo per la conferma. «La situazione è sotto controllo», ha assicurato Maria Valentina Marras, direttrice del Servizio di igiene e sanità pubblica della Asl 5, che ha raccomandato «per i cittadini rimangono valide le stesse precauzioni da adottare, già comunicate per prevenire i contagi del virus della Febbre del Nilo». Il Servizio di igiene e sanità pubblica ha inviato al Comune di Oristano una proposta di ordinanza per avviare tutte le misure di prevenzione e controllo ed evitare un’ulteriore diffusione del virus ed eventuali contagi all’uomo.
Ad Oristano sono state isolate delle zanzare positive al virus Usutu, un'infezione simile alla febbre del Nilo.
Zanzare (Getty Images).
È la prima volta nel 2023 che il virus, meno pericoloso per l’uomo rispetto alla West Nile, viene rilevato nell’Oristanese. L’Asl ha spiegato: «La malattia da virus Usutu può causare nell’uomo forme asintomatiche, forme influenzali e, nei casi più gravi, ma molto rari, meningo-encefaliti». Per quanto riguarda la prevenzione, ha precisato la direttrice Marras: «l’azione più importante rimane eliminare le raccolte d’acqua stagnante, dove si sviluppano le larve delle zanzare con operazioni di bonifica ambientale e impiego di prodotti larvicidi. Occorre quindi svuotare di frequente l’acqua presente nei sottovasi dei fiori, ciotole per gli animali, secchi ed altri contenitori; tenere i contenitori per l’acqua (comprese le piscinette per i bambini), in posizione tali da non creare ristagni; sistemare pneumatici, materiali di scarto o di risulta in modo da evitare raccolte di acqua stagnante». E ancora: «Utilizzare, con moderazione, repellenti cutanei; indossare quando si è all’aperto indumenti di colore chiaro che coprano la maggior parte del corpo; applicare le zanzariere alle finestre e alle porte di ingresso; in caso di presenza di zanzare in ambienti interni, vaporizzare spray».

Ucciso a Sirolo con una fiocina: l’ipotesi è omicidio volontario aggravato

Omicidio volontario aggravato dai futili motivi è l’ipotesi di reato a carico di Melloul Fatah, operaio 27enne algerino, in stato di fermo per la morte di Klajdi Bitri, un 23enne albanese, anche lui operaio, trafitto domenica 27 agosto da un colpo di fiocina durante una lite per motivi di viabilità a Sirolo. Dall’alba di lunedì Melloul Fatah si trova nel carcere di Montacuto ad Anona: la scorsa notte, sentito dai carabinieri nella caserma di Osimo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al momento resta estranea alle indagini la fidanzata del 27enne, che era con lui a bordo di un’automobile Opel di colore scuro, durante il diverbio finito in tragedia e poi, dopo circa 4 ore, nel momento in cui l’uomo è stato immobilizzato dai carabinieri a Falconara Marittima. Intanto a Sirolo qualcuno ha portato dei fiori nei pressi della rotatoria dove è avvenuto l’omicidio: ci sono un mazzo confezionato, un lumino, ma anche fiori sparsi, colti in qualche giardino, e un piccolo cartello: «Non si può morire così!».

La rissa in strada, l’intervento della vittima e l’omicidio

I fatti risalgono al pomeriggio di domenica 27 agosto: tutto è avvenuto in via Cilea a Sirolo, una strada sempre piuttosto trafficata e piena di turisti e bagnanti diretti verso il mare. In base alle ricostruzioni sembra che la vittima sia stata uccisa per aver difeso un amico picchiato da un automobilista per futili motivi. In un primo momento si è parlato di un litigio scoppiato a causa di una mancata precedenza, ma in realtà sembra che i due uomini si siano scontrati per l’eccessiva lentezza della macchina dove si trovava uno di loro (guidata da una donna). Infastidito dalla guida del veicolo davanti a lui, il presunto assassino sarebbe dunque sceso dalla sua auto e avrebbe cominciato a picchiare l’uomo a bordo dell’altro mezzo. Alla scena ha assistito Bitri che ha provato a sedare la lite. L’aggressore è dunque tornato alla sua auto, prendendo dal bagagliaio un fucile da pesca che ha puntato contro il 23enne colpendolo in pieno petto e uccidendolo sul colpo. Subito dopo, si è dileguato, mentre sul posto accorrevano 118 e carabinieri. La caccia all’uomo non è durata molto: grazie alle telecamere di videosorveglianza e alle testimonianze dei presenti, i carabinieri sono riusciti nel giro di qualche ora a identificare e ad arrestare l’aggressore.

Parla la testimone: «Il killer sceso dall’auto come una furia»

«Se l’è presa perché guidavo lenta, non conoscevo la strada», ha raccontato al Corriere Adriatico la donna alla guida di una delle due auto coinvolte. «È sceso dall’auto ed ha iniziato a litigare con mio marito. Poi l’ha picchiato con calci e pugni. Era una furia. In sua difesa sono intervenuti tre nostri amici. Quando se li è visti davanti, il killer ha aperto il portabagagli, ha preso la fiocina e ha sparato a Klajdi. In mezzo al petto. È morto subito».

I piani del Cremlino sul futuro della Wagner dopo Prigozhin

Morto un Prigozhin se ne fa un altro. Con la fine del cuoco di Putin, certificata dalla prova del dna che comunque non soddisferà i più complottisti, anche il gruppo Wagner è arrivato al capolinea, almeno nella forma e con il ruolo che ha avuto finora. Plasmata a immagine e somiglianza del suo leader, brutto e cattivo, la più famosa delle pmc (private military company) russe si trova di fronte a una trasformazione, il cui processo è già iniziato anche se non è ben chiaro dove condurrà. I due mesi che sono passati tra marcia della giustizia verso Mosca e il disastro aereo di Tver sono serviti al Cremlino più che altro a chiudere un capitolo che non a organizzarne nei dettagli un altro.

I piani del Cremlino sul futuro della Wagner dopo Prigozhin
La bandiera della Wagner a Mosca (Getty Images).

Tra i papabili a sostituire Prigozhin Viktor Bout e Konstantiv Pikalov

La compagnia Wagner è stata per un decennio lo strumento principale della Russia sui teatri caldi, dalla Siria ai Paesi africani, passando per l’Ucraina e la rete tessuta anche personalmente da Prigozhin, finanziato e supportato sempre e comunque da attori statali, amministrativi e militari, è un patrimonio che non può essere gettato al vento o affidato al primo venuto. Lo stesso dicasi per le strutture, umane e materiali, messe in piedi in un decennio di operazioni in mezzo mondo. In questo contesto la soluzione più rapida e semplice per il Cremlino sarebbe la sostituzione della leadership della Wagner con una più affidabile e gestibile, passando quindi dall’imprevedibilità rischiosa di Prigozhin alla fedeltà sicura di qualcun altro. Tipo Viktor Bout, il più famoso trafficante di armi russo riscattato dalla prigionia statunitense alla fine dello scorso anno e tornato a Mosca in cerca di un nuovo impiego, oppure Konstantiv Pikalov, già attivo con la Wagner in Africa e con una testa meno calda del suo ex capo. Almeno così pare stando a chi lo mette tra i favoriti alla successione. Anche se il sostanziale mantenimento della Wagner, probabilmente sotto altro nome, troppo legata al vice di Prigozhin Dmitri Uktin, colui che così l’aveva battezzata in onore delle passioni più politiche che musicali, è il passaggio più immediato e semplice, anche se non è detto che sarà quello adottato.

I piani del Cremlino sul futuro della Wagner dopo Prigozhin
Viktor Bout (Getty Images).

La Wagner potrebbe essere riassorbita in un altro gruppo: da Patriot a Redut fino a Convoy

L’altra variante è quella dello smantellamento complessivo del gruppo e il suo assorbimento in una altra pmc, oppure nella spartizione più o meno equa tra le altre in circolazione. C’è solo l’imbarazzo della scelta, visto che i gruppi analoghi sono nati a cresciuti parallelamente a Wagner, anche dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina nel 2022, appoggiati da pezzi dello Stato o anche dai poteri forti che in ogni caso hanno sempre avuto un ruolo anche nelle vicende della politica oltre che dell’economia russa. Se il duello tra Prigozhin e i vertici militari russi è stato vinto quindi da questi ultimi, sono salite le azioni di Patriot, il gruppo nato nel 2018 controllato dal ministro della Difesa Sergei Shoigu, e anche quelle di Redut, sulla scena già dal 2008, sempre vicino al ministero della Difesa e finanziato tra gli altri anche dall’oligarca Gennady Timchenko che ha già cooptato ex comandanti della Wagner come Andrei Troshev, ex colonnello al ministero dell’Interno e altro dei pretendenti alla poltrona che fu di Prigozhin. Una della pmc fondate da poco è invece Convoy, basata in Crimea e alla cui guida è finito Pikalov che riceve sostegno tra gli altri dall’oligarca Arkady Rotenberg.

I piani del Cremlino sul futuro della Wagner dopo Prigozhin
Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu (Getty Images).

La transizione per il Cremlino è un dettaglio organizzativo

Insomma, al di là delle questioni del personale qualificato, che non manca certo per continuare a fare il lavoro sporco appaltato per un paio di lustri al cuoco di San Pietroburgo, è evidente che Vladimir Putin e i suoi uomini più vicini non faranno a meno delle risorse della Wagner, restando in attesa di vedere come sarà gestita la transizione, che appare più un dettaglio organizzativo che una questione vitale importanza.

Il futuro incerto della Wagner dopo la morte di Prigozhin: scioglimento o no?

«Il gruppo Wagner semplicemente non esiste». Lo aveva detto a metà luglio Vladimir Putin. Lo zar era reduce dal fallito golpe dei mercenari e parlava in termini strettamente giuridici, ma – come si dice – a buon intenditor poche parole. A distanza di un mese e mezzo il suo Yevgeny Prigozhin non esiste più, la milizia paramilitare da lui fondata nel 2014 quasi. Un tempo fiore all’occhiello del Cremlino, ben attrezzata e con forti interessi soprattutto in Africa, oggi la Wagner è caduta in disgrazia e il suo futuro è quanto mai incerto. Comunque vada, comprensibilmente, niente sarà più come prima per i wagneriti.

LEGGI ANCHE: Prigozhin è morto davvero? I dubbi su una possibile messinscena 

Il futuro incerto del gruppo Wagner dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin. Quali sono i piani di Vladimir Putin.
Un memoriale per Prigozhin a Mosca (Getty Images).

Archiviare la Wagner ma non tutto ciò che ha costruito: il dilemma di Putin

Putin ha fermato la ribellione di fine giugno, facendo poi uccidere il suo “ex cuoco” (non ci sono conferme, ma servono?). Tuttavia, come scrive il New York Times, non ha preso alcuna decisione finale sulla Wagner. Di sicuro, è improbabile che il Cremlino voglia sperperare il capitale di combattenti addestrati, relazioni geopolitiche e interessi commerciali che Prigozhin aveva coltivato in quasi un decennio. Lo zar vorrebbe neutralizzare l’organizzazione armata che ha rappresentato la principale minaccia al suo potere negli ultimi 23 anni, ereditando però tutti questi “benefit”. Un bel rompicapo, considerando anche che, se già prima non correva buon sangue tra i mercenari e le forze regolari, figuriamoci adesso. A questo va aggiunto il fatto che, se prima operava nell’anonimato, la Wagner con la guerra in Ucraina è diventata un “brand” riconoscibile e per questo più difficile da sradicare.

LEGGI ANCHE: Non solo la morte spettacolare di Prigozhin: le purghe di Putin all’ala più esagitata

L’ipotesi più remota: la Wagner va avanti anche senza Prigozhin

Esiste la possibilità, ma va detto è la più remota, che la Wagner continui a operare senza Prigozhin e il suo braccio destro Dmitri Utkin, anche lui morto nello schianto di Tver. Il gruppo mercenario ha infatti quello che su Telegram gli affiliati descrivono come un «consiglio di comandanti», che supervisiona giorno per giorno le questioni operative. E diversi membri di questa sorta di cda non erano sull’aereo precipitato in Russia. Nonostante le promesse di farsi vivi, da essi finora è giunto solo silenzio, eccezion fatta per l’appello alla calma rivolto ai wagneriti all’indomani della morte del loro leader. Il legame personale tra Putin e Prigozhin, nato negli Anni 90, era stato un prezioso biglietto da visita per il capo della Wagner, che gli aveva consentito di avviare operazioni in numerosi Paesi come Mali, Repubblica Centrafricana, Libia. Ma sempre con l’imprimatur di Mosca. Putin aveva proposto ai mercenari di continuare a combattere, ma sotto un comandante diverso: il misterioso “Sedoi” (“Capelli grigi”), veterano pluridecorato delle guerre russe in Afghanistan e Cecenia, offerta declinata dallo stesso leader della Wagner. Voci vogliono addirittura il “Mercante dimorte” Viktor Bout pronto a prendere il posto di Prigozhin: sono state però smentite. Di sicuro, lo zar eviterà con ogni mezzo l’emergere di un nuovo Prigozhin.

Il futuro incerto del gruppo Wagner dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin. Quali sono i piani di Vladimir Putin.
Vladimir Putin (Getty Images).

Lo scioglimento rappresenta la via più semplice: sì, ma come?

L’ipotesi più accreditata è dunque lo scioglimento della compagnia, rimasta orfana del suo capo. Secondo Alexander Dunaev, esperto del Russian International Affairs Council, la Wagner è «un’organizzazione molto incentrata sulla personalità di Prigozhin, che non potrà sopravvivere senza il carisma del suo fondatore e le sovvenzioni miliardarie dello Stato». Difficile però che avvenga uno scioglimento tout court, senza l’assorbimento dei mercenari nell’esercito regolare o in altre milizie private: pare che, al momento della morte, Prigozhin stesse rientrando in fretta e furia in Russia per bloccare il piano del vice capo del Gru, Andrey Averyanov, intenzionato a sostituire la Wagner con una nuova brigata di 20 mila uomini destinata all’Africa.

Per quanto riguarda l’esercito, Mosca dopo il golpe si è offerta di mettere a libro paga i soldati di un gruppo che non si è dimostrato fedele, pur di non perdere preziose risorse militari: diversi comandanti della Wagner hanno già fatto il salto, in particolare dopo che il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha rifiutato di finanziare il gruppo senza i soldi della Russia. Per il resto, da tempo il ministero della Difesa russo ha iniziato a formare nuove milizie private per sostituire la Wagner, soprattutto in Africa e in Medio oriente, ma anche in Ucraina, dove l’uscita di scena della compagnia ha favorito la controffensiva di Kyiv. Tra le ipotesi circola l’immediata sostituzione da parte del governo russo con un’altra compagnia privata, chiamata Redut.

Il futuro incerto del gruppo Wagner dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin. Quali sono i piani di Vladimir Putin.
Foto a un memoriale in onore di Prigozhin (Getty Images).

Il futuro della Wagner si gioca principalmente in Africa

Nel suo ultimo videomessaggio, Prigozhin annunciava una nuova ondata di reclutamento per rafforzare la milizia mercenaria, impegnata soprattutto in Africa dove – secondo le stime – dovrebbe contare circa 4 mila contractor, di cui la maggior parte della Repubblica Centrafricana. E, anche dopo l’ammutinamento, aveva continuato a gestire gli aspetti commerciali del gruppo nel continente, volando da un Paese all’altro per parlare di petrolio, gas, metalli preziosi. Dopo la sua scomparsa si sono aperti forti interrogativi: come gestirà il Cremlino quelli che erano gli uomini chiave di Prigozhin in Africa? I nomi in questione sono quelli di Vitali Perfilev, alla guida delle operazioni in Repubblica Centrafricana, di Ivan Maslov, che comanda in Mali, e di Mikhail Potepkin, leader dei soldati in Sudan. In generale, prendere immediatamente possesso degli affari di Wagner in Africa sarà tutt’altro che semplice per Mosca. Se è vero che i successi della compagnia sono stati possibili grazie alla carta bianca concessa da Putin e al supporto logistico garantito da Mosca, lo è anche il fatto che la compagnia nel tempo ha coltivato autonomamente diversi business in autonomia dal Cremlino. Insomma, il gruppo Wagner è morto, ma non ancora sepolto.

Uragano mediterraneo in arrivo sull’Italia, maltempo per 48 ore

Il ciclone che ha investito l’Italia si è trasformato in Uragano mediterraneo, cioè con un diametro notevolmente ridotto (al massimo 100 chilometri) rispetto alla media di 500 km. È quanto ha riferito Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it. Per le prossime 48 ore il maltempo colpirà duramente molte regioni. Attorno all’occhio del ciclone soffieranno venti fortissimi con raffiche localmente superiori ai 120 chilometri orari. Il Mar Ligure e il Mar Tirreno saranno molto mossi. Nella giornata di lunedì 28 agosto le regioni maggiormente colpite saranno la Liguria, il Piemonte e la Lombardia. Previsti nubifragi, temporali e grandinate eccezionali. Nel corso della sera e notte il ciclone comincerà a spostarsi verso Toscana, Lazio, Umbria. Nella giornata di martedì 29 agosto il ciclone si sarà ulteriormente spostato verso oriente. Miglioramenti su Liguria e Piemonte. Ancora perturbato con temporali e piogge battenti su Lombardia, Emilia Romagna, Nord-Est, Toscana, Lazio e Umbria. Qualche temporale anche in Campania, Sardegna e Calabria tirrenica, localmente anche la Sicilia. Tutti i fenomeni saranno estremi, con intense grandinate e downburst, vale a dire forti raffiche di vento discensionali con moto orizzontale in uscita dal fronte avanzante del temporale. L’aria fresca che alimenterà il ciclone farà crollare le temperature che, rispetto a qualche giorno fa potranno perdere anche 15-20°C. Prevista neve sulle Alpi a 2000 metri.

Le previsioni nel dettaglio

Lunedì 28. A nord: intenso maltempo al Nordovest, peggiora su Trentino Alto Adige e poi resto del Triveneto. Al centro: maltempo su Toscana, Lazio e Umbria. Al sud: qualche temporale in Campania e Calabria. Martedì 29. Al nord: forte maltempo su Lombardia e Nordest. Al centro: piogge e temporali forti su Toscana, Umbria e Lazio. Al sud: instabile su Campania e Calabria tirrenica, localmente pure in Sicilia. Mercoledì 30. Al nord: ultime piogge su alto adriatico e FriuliVG. Al centro: molto instabile. Al sud: rovesci su Campania e Calabria tirrenica, sole altrove.

Mancini ct dell’Arabia, ora è a rischio il ruolo di testimonial delle Marche

Il sindaco di Pesaro, ed esponente del Partito democratico, Matteo Ricci ha espresso in una nota la sua intenzione di sostituire Roberto Mancini, nuovo ct dell’Arabia Saudita, come testimonial della Regione. «Propongo alla Regione Marche di recedere dal contratto che vede Mancini nostro testimonial turistico e di sostituirlo con Gianmarco Tamberi. Abbiamo bisogno di messaggi e testimonial positivi e unificanti, non divisivi».

«Alla faccia della Patria. Brutta e triste la vicenda. Era una questione di soldi»

Matteo Ricci ha poi continuato: «Alla faccia della Patria. Brutta e triste la vicenda di Mancini e la Nazionale. Molte scuse, quando in fondo era solo questione di milioni, i tanti che intascherà per andare ad allenare l’Arabia Saudita. Senza ipocrisia sappiamo bene che il calcio funziona così purtroppo, ma la Nazionale non dovrebbe essere trattata come un club. Gli azzurri sono il nostro orgoglio, rappresentano un forte senso di appartenenza popolare, qualcuno direbbe patriottismo. Mancini, che va ringraziato per l’Europeo vinto, ha scelto di arricchirsi ulteriormente dando poca importanza alla sua immagine, che ne esce danneggiata da questa vicenda».

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci contro Roberto Mancini testimonial delle Marche
Matteo Ricci, sindaco di Pesaro (Ansa).

La proposta di Ricci di far diventare Tamberi il nuovo testimonial delle Marche

Il primo cittadino di Pesaro ha così proposto: «Per questo propongo alla Regione Marche di recedere dal contratto che vede Mancini nostro testimonial turistico. Abbiamo bisogno di messaggi e testimonial positivi e unificanti, non divisivi. In questo momento credo che l’immagine miglior nel mondo per le Marche sia quella di Gianmarco Tamberi (già testimonial social), grande campione che ha compiuto un’impresa storica». Nella nota rilasciata Ricci ha anche aggiunto, in riferimento alla scelta Tamberi: «Abbiamo bisogno di una Regione che salti più in alto, e stavolta la sostituzione dobbiamo farla noi: fuori Mancini, dentro Tamberi come testimonial unico delle Marche». La Regione Marche non è l’unico brand che ora deve decidere cosa fare con il testimonial Mancini. Sono tantissimi gli sponsor che negli anni hanno investito sulla figura di Roberto Mancini. Che ne sarà ora delle pubblicità e delle campagne di cui l’ex ct della Nazionale è stato testimonial?

Innesca un rogo per errore e distrugge quattro ettari di bosco nel Nuorese

Un 36enne di Jerzu è stato denunciato dal personale del Corpo forestale per aver innescato, accidentalmente, il rogo del 19 luglio in località Muvroni, nelle campagne del paese. Le fiamme avevano devastato circa quattro ettari di bosco e macchia mediterranea: per domarle erano dovuti intervenire due elicotteri della flotta regionale, tre autobotti e otto pick-up con 26 uomini tra forestali, agenzia Forestas, vigili del fuoco e barracelli per lo spegnimento a terra. Dalle indagini successive all’incendio è subito emersa l’origine colposa: le fiamme si erano infatti propagate da un cumulo di ceneri e braci smaltito all’interno di un terreno utilizzato per coltivazioni orticole. Da qui gli accertamenti sul proprietario del terreno e la conferma: il rogo era stato appiccato da lui per errore.

Cremlino, «ancora nessuna decisione sui funerali di Prigozhin»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto oggi lunedì 28 agosto che non è ancora stata presa alcuna decisione sullo svolgimento dei funerali del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin e degli altri passeggeri del jet precipitato mercoledì scorso mentre era in volo da Mosca a San Pietroburgo.

È ancora mistero sui funerali di Prigozhin: il Cremlino «non ha informazioni»

«Non ho ancora informazioni sul funerale», ha detto Peskov, citato dall’agenzia Interfax, rispondendo a una domanda in proposito, «quindi non posso dirvi nulla». «Sicuramente, non appena verrà presa una decisione, sarà resa pubblica». Peskov ha osservato che le decisioni relative ai funerali vengono sempre prese insieme ai parenti delle persone decedute e si basano principalmente sulla decisione degli stessi familiari.

Protesta davanti all’Inps a Cosenza contro l’abolizione del reddito di cittadinanza

Decine di persone hanno manifestato la mattina del 28 agosto davanti la sede dell’Inps a Cosenza, contro l’abolizione del reddito di cittadinanza. Sono oltre mille i cosentini che non riceveranno più l’indennizzo e 5 mila in tutta la provincia. Nel corso dell’iniziativa, una donna, ex percettrice del reddito, ha mangiato i croccantini dei gatti, perché, ha dichiarato: «non avrò più la possibilità di fare la spesa, non voglio lavorare più in nero e fin tanto che qualcuno non troverà una soluzione questa è la situazione. Non voglio essere mantenuta dallo Stato, voglio solo un lavoro. Le ultime utenze le ho pagate grazie a un amico che mi ha prestato i soldi».

Protesta per l'abolizione del Rdc davanti all'Inps di Catanzaro
Protesta davanti alla sede dell’Inps a Catanzaro per l’abolizione del Rdc, una donna mangia i croccantini (Ansa).

Luigi Guglielmelli, un altro ex percettore del sussidio, ha protestato: «Sfatiamo il mito che siamo dei fannulloni perché io sono laureato, ho due master, parlo tre lingue ma non riesco a trovare lavoro perché ho 56 anni. Ho inviato centinaia e centinaia di curriculum e sei aziende mi hanno risposto che sono troppo grande. Allora chiedo al governo e in particolare al presidente della Regione Calabria cosa intende fare per i suoi concittadini che sono nella mia stessa situazione».

L’Usb denuncia: «Stanno già mandando gli avvisi di sfratto»

Ferdinando Gentile dell’Usb ha commentato: «C’è un’emergenza sociale che riguarda soprattutto gli affitti perché i proprietari stanno già mandando gli avvisi di sfratto perché non hanno più la garanzia. Inoltre, c’è mancanza di lavoro, non ci sono investimenti e dunque la misura in meno non consentirà alle persone di vivere dignitosamente».

Protesta abolizione del Rdc davanti all'Inps di Catanzaro
Protesta davanti alla sede dell’Inps a Catanzaro per l’abolizione del Rdc (Ansa).

Per i cittadini che si sono trovati a dover rinunciare al reddito di cittadinanza, la situazione è preoccupante. Gli ex precettori si trovano in difficoltà a ottenere la possibilità di trovare un lavoro adeguato per garantirsi un reddito dignitoso. A oggi quindi, sono richieste delle risposte concrete e soluzioni efficaci da parte del governo e delle istituzioni regionali per affrontare questa emergenza sociale che sta colpendo la Calabria.

The Ferragnez 2, Chiara Ferragni a Fedez su Sanremo: «Mi hai ferito più di quello che potevo immaginarmi»

A sei mesi di distanza dal Festival di Sanremo 2023, Chiara Ferragni e Fedez hanno deciso di rompere il silenzio su ciò che è davvero successo tra di loro nel dietro le quinte del teatro Ariston subito dopo il bacio in bocca tra il rapper di Disco Paradise e il collega Rosa Chemical. La verità che i follower della coppia aspettano da tempo sarà dunque svelata il prossimo 14 settembre, in occasione di una puntata speciale della serie Prime Video The Ferragnez 2.

Chiara Ferragni e Fedez racconteranno tutta la verità su quello che è successo dopo Sanremo 2023 in una nuova puntata di The Ferragnez.
Fedez e Rosa Chemical (Getty Images).

Le paure di Ferragni e la profezia di Fedez: «L’unico che può fare disastri in questo Sanremo sono io»

Questo pare emergere dal trailer pubblicato su Instagram da Chiara Ferragni lunedì 28 agosto lanciato come: «La verità che tutti stavano aspettando e che nessuno ha ancora raccontato». Nel filmato appare una Ferragni fragile e tesa a poche settimane dall’evento, in lacrime perché da parte sua  «tutti si aspettano un passo falso». Vediamo poi in parallelo Fedez ammettere candidamente: «L’unico che può fare disastri in questo Sanremo sono io». I timori di marito e moglie si sarebbero poi avverati, proprio a causa del comportamento del rapper.

Chiara Ferragni: «Gli avevo chiesto di essere spettatore e non performer»

Seguono le immagini dell’ultima puntata del Festival quando Fedez, già protagonista del duetto con gli Articolo 31, si è fatto trascinare sul palco da Rosa Chemical che lo ha baciato sulle labbra. Quindi la discussione tra moglie e marito durante la pubblicità continuata dietro le quinte del teatro con Amadeus.  «Non ero completamente lucido», ammette Fedez nel trailer. Mentre lei confessa:  «Mi ha fatto ancora più male di quello che potevo immaginarmi. Io gli avevo chiesto di essere lì come spettatore per una volta e non come performer».

Oppenheimer re degli incassi in Italia: scalzata Barbie

Il botteghino cinematografico in Italia ha un nuovo padrone. Oppenheimer, ultimo film di Christopher Nolan che racconta la creazione della bomba atomica, ha battuto la concorrenza totalizzando 8,96 milioni di euro di incassi, di cui poco più di 2 soltanto nella giornata di domenica 27 agosto. Molto più staccato La casa dei fantasmi della Disney che nelle ultime 24 ore ha guadagnato 315 mila euro, arrivando a quota 1 milione in poco meno di una settimana. Cade così dopo oltre un mese Barbie, che si accontenta di altri 234 mila euro ma supera quota 30 milioni al box office italiano. È abbondantemente il film più visto dell’anno solare in Italia, con poco più di 4 milioni di biglietti venduti, oltre il 50 per cento in più di Super Mario Bros, piazzatosi secondo.

La classifica Cinetel vede ai piedi del podio Shark 2 – L’abisso con Jason Statham, che con altri 84 mila euro ha abbattuto il muro dei 5 milioni al botteghino. Si avvicina ai risultati del primo capitolo, che nell’agosto 2018 si fermò a 5,8 milioni di euro. In Top 5 anche Blue Beetle con altri 70 mila euro domenica 27 agosto e un totale di appena 910 mila. Con un ottimo weekend al cinema, Oppenheimer in meno di una settimana ha già battuto i risultati in Italia di Tenet e Dunkirk, gli ultimi due film di Christopher Nolan. Il primo, uscito però nel pieno della pandemia, si fermò infatti a 6,7 milioni di euro, mentre il secondo ha totalizzato 8,8 milioni di euro. Ancora distanti però Il cavaliere oscuro e soprattutto Il cavaliere oscuro – Il ritorno, capaci di raggiungere 13 e 18 milioni di euro nel nostro Paese.

Box office Usa, vince Gran Turismo davanti a Barbie: Oppenheimer solo quarto

Quanto agli States, invece, in cima al botteghino c’è Gran Turismo, adattamento dell’omonimo videogame di corse automobilistiche. Atteso in Italia il 20 settembre, racconta la storia vera di Jann Mardenborough, adolescente abile negli eSport divenuto pilota professionista della Nissan. Nel cast anche Orlando Bloom. Secondo i dati Mojo Box Office, nel weekend ha incassato 17,3 milioni di dollari (circa 16 milioni di euro), riuscendo a superare seppur di poco Barbie. Il cult sulla bambola Mattel con Margot Robbie ha guadagnato altri 17,1 milioni di dollari (circa 15,9 milioni di euro), arrivando all’incredibile cifra di 1,34 miliardi in tutto il mondo. Diventa così il 18esimo film più redditizio di sempre, il secondo del 2023. Super Mario Bros, però, con i suoi 1,35 miliardi è ormai prossimo a cedere il primato. Terzo Blue Beetle, quarto Oppenheimer.

Primo cdm dopo la pausa estiva: sul tavolo i dossier benzina e migranti

Si riparte nel pomeriggio di lunedì 28 agosto con il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Sul tavolo di discussione c’è il caro-carburanti, ai primi posti dei dossier da affrontare per il governo Giorgia Meloni, consapevole che le opposizioni sono in pressing per il taglio delle accise. Non mancherà il tema migranti. Il vicepremier e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini ha annunciato che poterà sul tavolo il rinvio allo stop degli euro5 e quello dell’equilibrio nella convivenza uomo-animale, dopo i casi orsi in Trentino.

Salvini: «Soldi per stipendi e pensioni». Ma mancano le coperture

L’obiettivo della Lega per la prossima legge di bilancio, ha detto ancora Salvini, «è continuare a mettere soldi per aumentare stipendi e pensioni». Per farlo ecco che il numero uno del Carroccio ha detto di voler «prendere un po’ di soldi che le banche stanno incassando, perché a fine anno le banche dovrebbero guadagnare più di 40 miliardi di euro. Se una piccola parte di questi 40 miliardi di euro, senza che nessuno si offenda, andranno ad aumentare stipendi e pensioni, sarò felice». Un altro punto riguarda invece «le truffe e gli abusi» sul reddito di cittadinanza. Salvini ha concluso: «È giusto che chi non può lavorare continui a essere aiutato. A tutte le persone che hanno campato alle spalle del prossimo rifiutando di andare a lavorare pur potendo farlo, è giusto che smettano di avere quei soldi, e quei soldi siano dati ai lavoratori». Come già annunciato dalla stessa premier, i fondi del prelievo sugli extraprofitti delle banche non saranno però la panacea di tutti i mali.

Primo cdm dopo la pausa estiva: sul tavolo i dossier benzina e migranti
Un benzinaio di Bari che espone il prezzo medio (Imagoeconomica)

La presidente di focalizza sui dossier principali: caro-carburanti e migranti

Tra i temi in agenda il caro-carburanti. Ma anche la questione migranti, con l’emergenza sbarchi che tiene acceso il dibattito di questi giorni. E proprio su questo tema che Salvini ritiene che sia necessario «un nuovo decreto sicurezza già a settembre». Lo stesso ministro annuncia anche che porterà in Cdm «il dossier dell’equilibrio uomo e carnivori in Trentino, il dossier dello stop agli Euro 5 in Piemonte», che secondo il leader della Lega «va quantomeno rinviato».

Papa Francesco: «La chiesa è aperta a tutti, anche a trans e gay»

In un recente colloquio con La Civiltà Cattolica, riportato da La Repubblica, Papa Francesco ha avuto l’occasione di tornare a parlare di un tema delicato come l’accettazione da parte della Chiesa cattolica delle persone omosessuali e delle persone trans.

Papa Francesco sulle persone trans e omosessuali: «Si sentono rifiutate»

Il Pontefice ha tenuto prima di tutto a sottolineare che la Chiesa è aperta a tutti gli individui, anche a quelli transgender e omosessuali, riguardo ai quali ha precisato: «Sono persone che si sentono rifiutate, ed è davvero dura per loro». Bergoglio ha poi aggiunto, riferendosi all’adulterio: «Quello che a me non piace affatto è che si guardi al cosiddetto peccato della carne come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento».

Papa Francesco sul sesso e sui peccati della carne: «Non ho paura di una società sessualizzata»

Il Pontefice si è inoltre lamentato per il diverso trattamento riservato ai peccati, per così dire, corporei, rispetto a tutte le altre mancanze e difetti di cui i fedeli si macchiano, spesso ben più gravi. Bergoglio a proposito ha quindi commentato: «Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava, e invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola. La comprensione dell’uomo muta col tempo e così anche la coscienza dell’uomo si approfondisce. Anche le altre scienze e la loro evoluzione aiutano la Chiesa in questa crescita nella comprensione».

Papa Francesco ha dichiarato che la Chiesa cattolica è aperta a tutte le persone, siano esse etero, gay, cisgender o trans.
Papa Francesco (Getty).

Papa Francesco ha inoltre parlato della società sessualizzata, della quale non ha timore. «Mi fa paura come ci rapportiamo a essa, questo sì. Ho paura dei criteri mondani», ha detto il pontefice. «Preferisco usare il termine mondani piuttosto che sessualizzati, perché il termine abbraccia tutto. Per esempio, la smania di promuoversi, l’ansia di risaltare o, come diciamo in Argentina, di arrampicarsi. E pensare che chi si arrampica finisce per farsi male da solo. Mia nonna, che era una vecchia saggia, un giorno ci disse che nella vita bisogna progredire, comprare un terreno, i mattoni, la casa. Parole chiare, venivano dall’esperienza dell’emigrante. Ma non confondete il progredire, diceva la nonna, con l’arrampicarsi. Infatti chi si arrampica sale, sale, sale e, invece di avere una casa, dimettere su un’impresa, di lavorare o farsi una posizione, quando è in alto l’unica cosa che mostra è il sedere».

Francia: vietata a scuola la abaya alle studentesse musulmane

Nuova polemica in Francia sulla abaya, abito femminile musulmano che spopola fra le studentesse, in particolare nelle banlieue. Il ministro dell’Educazione nazionale, Gabriel Attal, ha annunciato domenica 27 agosto che con il nuovo anno scolastico la abaya, che copre tutto il corpo e si può acquistare in tutti i grandi magazzini, sarà proibito nelle scuole pubbliche.

Il governo francese applica il divieto, prime critiche dalla sinistra

Lunedì mattina il portavoce del governo, Olivier Véran, ha detto ai microfoni di BFM che si tratta «chiaramente» di un abito religioso e che la scuola «è il tempio della laicità». La diffusione della abaya negli spazi pubblici è stata finora tollerata, anche se l’abito è sempre stato più frequentemente consigliato dai religiosi islamici più ortodossi. Nelle scuole delle banlieue, le ragazzine si presentano con l’abito lungo e largo che copre tutto il corpo fino ai piedi e la testa avvolta nel velo che scostano soltanto all’ultimo momento entrando nel cancello della scuola. Il portavoce Véran ha dichiarato: «Siamo sempre stati chiari la scuola è il tempio della laicità. Non si va a scuola per fare proselitismo religioso ma per imparare. Quando si è in classe non ci si deve trovare esposti a segni religiosi ostentatori».

Secondo France Insoumise il divieto è «incostituzionale»

Ieri mattina il ministro Attal in tv ha annunciato che «non si potrà più indossare la abaya a scuola. Vogliamo dare regole chiare a livello nazionale ai responsabili delle scuole». Il ministro ha precisato di voler incontrare già dalla settimana prossima tutti i direttori e presidi di scuole per aiutarli nell’applicazione di questo divieto. Prime critiche da sinistra, con La France Insoumise che ha denunciato questo come un provvedimento «incostituzionale». La deputata Clémentine Autain commentando la proposta di Attal ha twittato così: «Fin dove arriverà la polizia dell’abbigliamento? La proposta è incostituzionale, contraria ai principi fondatori della laicità. Sintomatica del rifiuto ossessivo dei musulmani. Appena rientrati dalle vacanze, i macroniani già provano ad attaccare da destra il Rassemblement National».

La Ocean Viking arriva a Napoli, i 254 migranti ballano per la gioia

La Ocean Viking, la nave della Ong Sos Mediterranée, è arrivata lunedì 28 agosto nel porto di Napoli con a bordo 254 migranti. L’imbarcazione ha fatto il suo ingresso in porto alle 8.16 di questa mattina, dopo una notte in mare e dopo aver sbarcato una parte dei migranti nella giornata di domenica a Vibo Valentia.

A bordo anche 28 donne e 143 minori di cui 37 non accompagnati

La nave era partita ieri intorno alle 14.40 da Vibo Valentia. A bordo, tra gli altri, 28 donne, quattro delle quali incinta, sei uomini disabili e 143 minori, di cui 37 non accompagnati. I profughi arrivano prevalentemente dal Ghana, dall’Uganda, dalla Somalia, dall’Egitto. Mentre la nave si avvicinava al porto partenopeo alcuni migranti a bordo hanno iniziato a ballare e applaudire esprimendo così la gioia per essere finalmente giunti in un porto sicuro. Sul posto c’erano già le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, la Croce rossa, il Comune di Napoli, personale della Asl, personale della protezione civile della Regione Campania che già da ieri sera ha lavorato per allestire le tensostrutture da mettere a disposizione di tutte le forze in campo raccogliendo il necessario per i migranti come vestiario e calzature. Al molo sono presenti il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, e l’assessore alle Politiche sociali dell’amministrazione comunale, Luca Trapanese. La Ocean Viking una volta arrivata a Vibo Valentia avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio con destinazione Genova, porto al quale era stata inizialmente assegnata nella ridistribuzione degli sbarchi voluta dal governo. Il maltempo che però sta duramente colpendo il nord del Paese e la Liguria, ha fatto sì che si decidesse di spostarne a Napoli l’approdo finale.

Morgan, è scontro con Andrea Scanzi: «Sono anni che ce l’hai con me»

Il duro sfogo che Marco Castoldi in arte Morgan ha dedicato agli spettatori del suo recente concerto sul palco del Festival della Bellezza 2o23 di Selinunte continua a fare discutere, nonostante le scuse da parte dell’ex leader dei Bluvertigo, Andrea Scanzi è partito all’attacco. Dichiarazioni, quelle del giornalista, che hanno ricevuto una replica pressoché immediata da parte del diretto interessato.

Andrea Scanzi: «Morgan è un distruttore di tutto ciò che tocca»

Con un video su Facebook, il giornalista ha commentato con tono critico il siparietto di cui Morgan si è reso protagonista a Selinunte, sottolineando come l’artista dal suo punto di vista continui a non essere né credibile né tantomeno difendibile. «Morgan è un distruttore di tutto quello che tocca e gli si perdona praticamente ogni cosa», ha detto Scanzi. «Se ogni volta che apri bocca dici cose inaccettabili, prima o poi il problema si deve porre. E tutti se lo sono posti, alla fine. Non ne ho mai avuto grande stima, ho sempre pensato che i Bluvertigo erano i più deboli. Erano tutti più bravi dei Bluvertigo negli anni 90, dagli Afterhours ai Marlene Kuntz, dai Modena City Ramblers ai Negrita».

Marco Castoldi in arte Morgan risponde con un video social alle ultime accuse ricevute da parte di Andrea Scanzi.

Non pago, il giornalista ha poi ricordato i motivi per cui, tempo fa, si era scontrato con Morgan proprio riguardo a Franco Battiato. «Ebbe la maleducazione infinita di attaccare la famiglia Battiato, perché avevano messo sulla lapide il nome vero: Francesco Battiato», ha sottolineato il giornalista. «Cominciò a chiamarsi Franco perché glielo consigliò Gaber. Io trovai molto maleducata questa cosa che doveva rimanere privata. Io scrissi un post anche molto forte contro di lui. Non mi piace niente di lui, a parte una sua vaga erudizione musicale».

Morgan parla di diffamazione: «Scanzi non può ledere la mia persona»

Dopo l’attacco di Andrea Scanzi, Morgan si è difeso, sottolineando come esista una differenza tra l’espressione di un’opinione, diritto sacrosanto di qualunque giornalista che fa informazione, e la diffamazione vera e propria. «Sono molti anni che questo signore, con estremo disprezzo, parla di me», ha ricordato riferendosi al giornalista. «Non gradisce, evidentemente, ce l’ha su con me. È legittimo, è normale. Dico che il giornalista può avere benissimo, come è giusto che sia, la libertà di esprimere la sua opinione su quello che sente e che vede per quanto riguarda i prodotti che ci sono sul mercato: film, libri, dischi. È liberissimo. Non è libero, però, di insistere». Morgan si è poi rivolto direttamente a Scanzi, secondo lui reo di averlo diffamato. «Può fare una critica negativa, ripeto. Ma non può ledere la mia persona. La diffamazione è rovinare la fama, la reputazione. E lui fa questo e con ostinazione. Non è che sta esprimendo un’opinione verso un oggetto di arte, lui ci tiene a convincere il pubblico che io non valgo come artista. È scorretto. Questa cosa non si può fare. Se Andrea Scanzi non gradisce quello che faccio come musicista, lui è libero di criticarlo ma non può insistere sul fatto che io non valgo niente. Non si fa, Andrea. Questa cosa è immatura. Metti la testa a posto».

Arisa nuda su Instagram: «Accetto proposte di matrimonio»

Arisa ha pubblicato diversi scatti hot sul proprio account Instagram. L’artista, che sabato 26 agosto è stata ospite del concertone La Notte della Taranta in Puglia, ha sorpreso i suoi 1,2 milioni di follower posando completamente nuda sulla terrazza di un’abitazione. «Valuto proposte di matrimonio da soggetti sanissimi, massimo 45 anni», ha scritto la cantante nella didascalia, che ha poi aggiunto. «Si offre verità, corpo, anima, cervello, fedeltà se meritata e ottima cucina». Ha poi concluso, emulando gli annunci di lavoro in Rete, con un «No perditempo» finale. Numerosi i commenti in pochi minuti, tra cui anche Raimondo Todaro, maestro di Ballando con le stelle e docente del talent Amici.

LEGGI ANCHE: Arisa risponde ai gossip: «Sono fidanzata con me stessa»

Il post hot di Arisa sui social: «Voglio una vita piena e soddisfacente»

Nel post pubblicato su Instagram, Arisa ha spiegato anche di essere alla ricerca di uomini «economicamente autosufficienti a cui piaccia solo e da matti l’organo sessuale femminile, in particolare il mio». Il candidato ideale dovrà inoltre amare «svegliarsi con Rosalba Pippa (nome all’anagrafe dell’artista, ndr.) al mattino per aiutarla a vivere una vita piena, felice e soddisfacente, in completa armonia con Arisa, suo alter ego artistico». Con il suo caratteristico stile ironico che da tempo la contraddistingue sui social, l’artista ha poi messo in guardia il futuro compagno da potenziali sbalzi di umore che potrebbero presentarsi durante le giornate. «Tutto risolvibile con un abbraccio e con la buona fede», ha però sottolineato Arisa. Chiedendo contatti solo da persone con «intenzioni serie», ha sottolineato come non si tratti assolutamente di una bugia, ma di una proposta da prendere con la giusta attenzione.

«Si offre fedeltà se meritata e ottima cucina. No perditempo», ha aggiunto Arisa. Gli scatti hot della cantante nuda su Instagram.
Arisa posa nuda e valuta proposte di nozze (Arisa, Instagram).

Tra i commenti, spiccano cuori, sorrisi e messaggi di incoraggiamento da parte della conduttrice Carla Gozzi e delle modelle Melita Toniolo ed Elisa D’Ospina. «Amore, sui “soggetti sani” già mi demoralizzerei», ha risposto quest’ultima. «Se però hai bisogno, da amica ti aiuto a fare i casting». Fra gli scatti, oltre alle foto personali senza veli, Arisa ha reso più piccante il post con una pianta di peperoncini. Ha pubblicato anche il video delle onde del mare, probabilmente realizzato durante la sua recente visita nel Salento per il festival di musica popolare La Notte della Taranta. Non è la prima volta che Arisa ha pubblicato foto hot online. Nell’agosto 2022, all’alba dei 40 anni, aveva promosso la body positivity con un nudo integrale. «Sono tutte le donne», aveva scritto. «Ma sono anche uomo e non c’è niente di sbagliato in me».

Il prezzo della benzina stabile a 2,021 euro in autostrada

Resta stabile il prezzo medio della benzina sulla rete autostradale in modalità self dove si attesta a 2,021 euro al litro. Per il gasolio lieve ritocco a 1,934 euro al litro (da 1,935 euro del weekend).

La Basilicata è la regione più cara per la benzina in modalità self, va meglio nelle Marche

Il livello dei prezzi emerge dall’aggiornamento quotidiano del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per il Gpl servito si segnala una media a 0,843 euro, per il metano a 1,526 euro.  Tra le regioni, sulla rete stradale la benzina più cara in modalità self è ancora in Basilicata a 1,974 euro al litro, mentre costa meno nelle Marche a 1,927 euro. Tocca 1,989 euro al litro la verde nella provincia di Bolzano. È invece in Calabria e in Sardegna il prezzo medio del gasolio self più alto a 1,877 euro al litro, contro 1,827 euro nelle Marche; al top a 1,895 euro al litro nella provincia di Bolzano.

Calenda pensa a un nuovo partito: «Ho sbagliato a fidarmi di Renzi»

Carlo Calenda lancia la costituente di un nuovo soggetto politico in attesa del divorzio ufficiale con Italia Viva previsto per il 9 settembre. Il leader di Azione, in una intervista sul Corriere, si dice pronto a dare vita «a un nuovo Partito della Repubblica fondato sui valori della prima parte della Carta. A ottobre lanceremo un processo costituente, per riunire riformisti, liberali e popolari». Un annuncio che arriva a distanza di pochi giorni dalla presentazione renziana de Il centro in vista delle prossime Europee. E sugli ex alleati Calenda chiarisce: «Inviteremo anche le persone di Iv che si sono spese con passione per il Terzo Polo. A partire da Elena Bonetti con cui abbiamo lavorato benissimo. No ai “centrini” che si alleano con il M5s se vince il M5s e con la destra se vince la destra, pur di occupare uno strapuntino. Ho sbagliato a fidarmi di Renzi, ora si volta pagina». 

L’attacco a Renzi: «Ha preso in giro gli elettori, ha fatto saltare tutto»

Nell’intervista Calenda attacca (ancora una volta) Renzi scaricandogli addosso le responsabilità del fallimento del partito unico: «Ha preso in giro gli elettori promettendo che avrebbe fatto un passo indietro e favorito la nascita di un grande partito liberal-democratico. E invece una volta rientrato in parlamento ha fatto saltare tutto per tenersi le mani libere e provare a entrare nel governo». E nel frattempo lancia il suo terzo soggetto politico in quattro anni, dopo Siamo Europei (lista che lo elesse al parlamento di Bruxelles) e Azione. Nel corso dell’intervista anche un passaggio sull’elezione diretta del premier. Nonostante fosse nel programma con cui il Terzo Polo si era presentato agli elettori (il tema è da sempre caro più ad Iv) Calenda ha dichiarato: «L’elezione diretta del premier non c’è in nessun Paese. E c’è una ragione precisa: se eleggi il premier direttamente, di conseguenza depotenzi il presidente della Repubblica. E in Italia la funzione del capo dello Stato è sempre stata vitale per la salvaguardia dell’unità nazionale. Inoltre, finisci per non poter neppure cambiare premier nell’ambito della stessa coalizione. In ogni caso le riforme utili, in primo luogo quella del federalismo, deve essere discussa nell’ambito di una bicamerale . Posizione opposta a quella che ha preso a circolare sui social in queste ore, in cui solo pochi mesi fa Calenda difendeva il progetto del premierato.

Linea del Brennero chiusa in Austria per una frana

La linea ferroviaria del Brennero è chiusa sul versante austriaco per una frana. Una colata di terra e sassi ha invaso i binari tra gli abitati di Steinach e il confine di stato. Le ferrovie austriache hanno istituito un servizio di bus sostitutivi. La chiusura – informa l’Apa – durerà almeno fino alle ore 18. In Alto Adige le intense precipitazioni della scorsa notte ha causato smottamenti, come a Tre Fontane nei pressi di Trafoi, e l’innalzamento dei livelli dei torrenti e fiumi. In alcune zone, lungo la cresta di confine, sono caduti oltre 100 millimetri di pioggia per metro quadro. Solo oltre i 3.000 metri cade la neve.

Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco

In Trentino, una frana è caduta tra Torbole e Navene, causando la chiusura all’alba della strada provinciale della Gardesana occidentale. Sono state posate reti sul fiume Sarca per prevenire l’ondata di piena. Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco volontari per allagamenti in Vallagarina, in particolare a Calliano e Avio. Resta chiusa la Val di Genova, a causa di una frana. Un gruppo di escursionisti è stato aiutato a rientrare dal rifugio Mandrone. Si segnalano alberi caduti tra Fai della Paganella e Andalo.

Powered by WordPress and MasterTemplate