Calenda pensa a un nuovo partito: «Ho sbagliato a fidarmi di Renzi»

Carlo Calenda lancia la costituente di un nuovo soggetto politico in attesa del divorzio ufficiale con Italia Viva previsto per il 9 settembre. Il leader di Azione, in una intervista sul Corriere, si dice pronto a dare vita «a un nuovo Partito della Repubblica fondato sui valori della prima parte della Carta. A ottobre lanceremo un processo costituente, per riunire riformisti, liberali e popolari». Un annuncio che arriva a distanza di pochi giorni dalla presentazione renziana de Il centro in vista delle prossime Europee. E sugli ex alleati Calenda chiarisce: «Inviteremo anche le persone di Iv che si sono spese con passione per il Terzo Polo. A partire da Elena Bonetti con cui abbiamo lavorato benissimo. No ai “centrini” che si alleano con il M5s se vince il M5s e con la destra se vince la destra, pur di occupare uno strapuntino. Ho sbagliato a fidarmi di Renzi, ora si volta pagina». 

L’attacco a Renzi: «Ha preso in giro gli elettori, ha fatto saltare tutto»

Nell’intervista Calenda attacca (ancora una volta) Renzi scaricandogli addosso le responsabilità del fallimento del partito unico: «Ha preso in giro gli elettori promettendo che avrebbe fatto un passo indietro e favorito la nascita di un grande partito liberal-democratico. E invece una volta rientrato in parlamento ha fatto saltare tutto per tenersi le mani libere e provare a entrare nel governo». E nel frattempo lancia il suo terzo soggetto politico in quattro anni, dopo Siamo Europei (lista che lo elesse al parlamento di Bruxelles) e Azione. Nel corso dell’intervista anche un passaggio sull’elezione diretta del premier. Nonostante fosse nel programma con cui il Terzo Polo si era presentato agli elettori (il tema è da sempre caro più ad Iv) Calenda ha dichiarato: «L’elezione diretta del premier non c’è in nessun Paese. E c’è una ragione precisa: se eleggi il premier direttamente, di conseguenza depotenzi il presidente della Repubblica. E in Italia la funzione del capo dello Stato è sempre stata vitale per la salvaguardia dell’unità nazionale. Inoltre, finisci per non poter neppure cambiare premier nell’ambito della stessa coalizione. In ogni caso le riforme utili, in primo luogo quella del federalismo, deve essere discussa nell’ambito di una bicamerale . Posizione opposta a quella che ha preso a circolare sui social in queste ore, in cui solo pochi mesi fa Calenda difendeva il progetto del premierato.

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