È stato individuato il presunto ladro del cellulare della consigliera leghista della municipalità di Venezia Monica Poli, attivista dei «cittadini non distratti» nota in Rete per avvertire “rumorosamente” residenti e turisti sulla presenza di borseggiatori per le calli.
Trovato il ladro che aveva rubato il telefono a Monica Poli: è un 32enne tunisino
L’indagine, condotta dai carabinieri di Venezia e di Mestre, assieme a quelli della stazione di Spinea (Venezia), ha portato all’individuazione di un 32enne tunisino, non nuovo a reati della stessa natura, che avrebbe sfilato il cellulare dalla tasca di Poli mentre era impegnata in un’intervista a una troupe giornalistica francese sulla sua attività. Gli investigatori hanno localizzato il cellulare, che è stato restituito alla donna, e identificato l’uomo, residente a Spinea, e che è stato denunciato per furto aggravato.
Monica Poli, diventata famosa in tutto il mondo per i video in cui urla “attenzione pickpocket” è stata derubata del telefono giovedì pomeriggio a Venezia pic.twitter.com/IQ2QhPgVX7
Esclusa la possibilità che il crimine fosse legato a una ritorsione
Si esclude che il fatto sia in alcun modo riconducibile a una ritorsione nei confronti della consigliera per la sua attività anti-borseggio. Dall’inizio dell’estate, i carabinieri hanno svolto serratissimi controlli sul conto di soggetti sospettati di recarsi a Venezia per commettere furti a danno dei turisti: quattro persone sono state arrestate per furto, tentato o consumato, mentre 33 sono state denunciate per furto, rapina impropria e violazione del foglio di via da Venezia.
Il mondo dello spettacolo statunitense è in lutto: è morto domenica 2o agosto, all’età di 84 anni, David Jacobs, uno dei più celebri creatori di serie tivù e produttori esecutivi di Hollywood. Sua la firma su Dallas, noto serial entrato a far parte della storia della televisione mondiale.
Dallas trasmessa per 14 stagioni dal 1978 al 1991
La scomparsa del produttore è stata confermata soltanto mercoledì 23 agosto, con un comunicato ufficiale rilasciato dal figlio Aaron sulle pagine online del magazine americano Variety. Jacobs è ricordato soprattutto per aver ideato il famoso serial Dallas, una delle serie made in USA più longeve di sempre, trasmessa per 14 stagioni dal 1978 al 1991. Jacobs ha lavorato inoltre alla serie reboot omonima andata in onda dal 2012 al 2014 e alla serie spin-off California, che ha debuttato nel 1979 e che è poi andata avanti fino al 1993. Jacobs, malato di Alzheimer ormai da diverso tempo, è morto al Providence Saint Joseph Medical Center di Burbank, nella contea di Los Angeles in California.
David Jacobs: chi era e quali sono stati i suoi lavori più importanti
David Jacobs, nato a Baltimora nel 1939, si è formato tra New York e il Maryland prima di diventare collaboratore di alcuni importanti giornali come il New York Times, Esquire e Newsweek. Legare il nome di Jacobs alla sola Dallas sarebbe riduttivo, alla luce della sua lunga esperienza maturata nel corso del tempo con svariate altre produzioni. Tra i suoi progetti si ricordano in modo particolare il serial Paradise, show in onda dal 1988 al 1991 con protagonista Robert Porter, ma anche Four Corners,Family, la pellicola L’alba di Dallas, Indagini pericolose e Kingston – Dossier paura. In veste di produttore esecutivo, Jacobs ha lavorato sulla serie Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman e Homefront: per quest’ultima, tra l’altro, ha ottenuto anche due nomination agli Emmy.
Da ormai due settimane l’isola di Maui, nell’arcipelago delle Hawaii, è devastata da una serie di incendi che hanno causato danni ingenti alle infrastrutture locali e provocato la morte di decine di persone. Gli ultimi aggiornamenti da parte delle autorità locali, inoltre, lasciano intendere che il bilancio delle vittime potrebbe essere ulteriormente destinato a salire.
Incendi alle Hawaii, per le autorità ci sono tra i 500 e i 1.000 dispersi
I funzionari della comunità di Lahaina, una delle zone più colpite dai recenti roghi, sono ancora al lavoro per determinare quante siano effettivamente le persone disperse, quante tra di loro siano decedute e quante siano riuscite a salvarsi dalle fiamme senza però essersi registrate tra i sopravvissuti. Sul conteggio dei dispersi, per il momento, ci sono ancora versioni molto contrastanti. Domenica 20 agosto il governatore delle Hawaii Josh Green ha dichiarato che sull’isola le persone che mancano all’appello sarebbero più di 1.000; il sindaco di Maui, Richard Bissen, ha invece parlato in un video pubblicato su Instagram di un totale di 850 dispersi. Diversa la versione del consigliere per la sicurezza interna della Casa Bianca, Liz Sherwood-Randall, che durante la visita del presidente Joe Biden ha parlato di un numero di dispersi compreso tra le 500 e le 800 unità. L’Fbi, inoltre, riporta una cifra ancor più alta, parlando di 1.100 persone di cui si sono persi i contatti.
I morti accertati sono al momento 115: spesso carbonizzati e difficili da riconoscere
L’unica certezza al momento è il numero dei morti confermati: la polizia di Maui parla infatti di 115 cadaveri recuperati nelle operazioni di soccorso fino a questo punto, anche se si teme che i numeri possano peggiorare con il passare delle ore. Nel frattempo, le autorità locali hanno chiesto alla popolazione di sottoporsi ad un test del Dna per contribuire al processo di identificazione dei cadaveri, che molto spesso sono stati ritrovati carbonizzati e dunque irriconoscibili.
Le pagelle ai ministri, la difesa per Guido Crosetto sul caso del generale Vannacci e, alla fine, la pietra tombale sul Terzo polo. Non che nelle scorse settimane Carlo Calenda, leader di Azione, avesse lasciato spiragli aperti. Ha parlato di tutto Matteo Renzi all’Hotel Principe di Piemonte, a Viareggio. Il presidente di Italia viva ha cominciato con Il Mostro, libro che presenta in tutta Italia ormai da un anno. Il tema principe sembrerebbe essere stato quello delle Europee: «Sono in modalità campagna elettorale per nove mesi mi sentirete parlare d’Europa e non di polemiche». L’occasione è stata ghiotta però per chiarire la storia ormai terminata con il Terzo polo. Renzi ha liquidato in poche parole il rapporto con Calenda: «Non vuole venire con noi alle Europee, abbiamo fatto tutto quello che potevamo, se decide di andare da solo gli mando un caro abbraccio». Poi la difesa di Crosetto, finito vittima del fuoco incrociato di sinistra e destra: «C’è un regolamento di conti tra due destre, una sovranista e una conservatrice: io sto con Crosetto, a lui vanno il mio affetto e la mia solidarietà». Non sono mancate le stoccate agli storici avversari, i due Enrico. Questa volta è stato il turno dell’ex presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. E non dell’ex amico Enrico Letta. Riferendosi a Rossi, Renzi ha attaccato: «Diceva che con me si perde e ora fa il pensionato invece che il parlamentare».
Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy nel governo Meloni.
Governo rimandato a settembre, Renzi: «Fitto tra i migliori, Urso incommentabile»
Le pagelle per il sono governo sono state impietose. Di Raffaele Fitto che aveva preceduto il suo intervento a Viareggio ha detto: «È uno dei migliori, figuratevi gli altri». Nel mirino però c’è un uomo di governo il cui operato è stato particolarmente indigesto al senatore di Italia Viva: Adolfo Urso. Ha parlato così di quanto fatto al ministero delle imprese e del made in Italy: «Alcuni ministri sono incredibili, incommentabili. Non farò nomi, Adolfo Urso. Per gli amici Urss». E poi ha incalzato il presidente della fondazione Farefuturo, colpevole di aver detto che il suo ministero «è contrastare le multinazionali: sei il ministro dell’Italia, non dell’Unione sovietica».
Renzi: «Meloni? Bella addormentata. Mancano 30 miliardi per la legge di bilancio»
Renzi non ha lesinato attacchi alla premier. Ha cominciato dal prossimo futuro: «Mancano 30 miliardi per fare la legge di bilancio». Poi ha ribattezzato la presidente del Consiglio come «la bella addormentata». E ha insistito con il paragone rispetto al suo predecessore, ricordando a più riprese come sia impari il confronto con Mario Draghi. Critiche infine a tutto il governo, che a suo dire ha usato dal giorno dell’insediamento argomenti di «distrazione di massa».
Quanto costa riscaldare il latte all’interno di un biberon in un locale? Una coppia di turisti romani in vacanza a Vieste, in provincia di Foggia, adesso lo sa: tre euro. L’estate piena di polemiche per i rincari nei lidi e nei ristoranti prosegue. Dopo i due euro chiesti per dividere un toast, arrivano quindi quelli per riscaldare un biberon, come ha raccontato l’associazione Giustitalia.
L’associazione ha raccontato quanto successo a Vieste il 21 agosto scorso. La 38enne Ilaria, mamma di un bambino di poco più di un anno, si è recato in un piccolo chiosco sul lungo mare, chiedendo se fosse possibile scaldare il biberon con il latte per il figlio. Il barista ha chiesto in cambio tre euro per il servizio e dopo il pagamento non ha rilasciato alcun scontrino o ricevuta fiscale. All’arrivo del marito, poco dopo, la coppia ha deciso di contattare l’associazione Giustitalia che si occupa anche di tutela dei consumatori.
Tre biberon (Getty).
Giustitalia: «Intollerabile speculazione ai danni dei consumatori»
I vertici dell’associazione hanno segnalato la vicenda al Garante per la sorveglianza sui prezzi e al Comune di San Teodoro. E hanno spiegato: «Il chioschetto pur essendo una struttura privata che esercita attività commerciale, e che quindi ha sicuramente diritto di “guadagnare”, essendo ubicato proprio nelle vicinanze di una rinomata spiaggia, è come se svolgesse, quantomeno di fatto, una somministrazione di cibo, bevande ed “assistenza” alimentare varia turistica in regime di quasi ‘monopolio’ nei confronti dei villeggianti che necessitano di approvvigionamento, a volte anche di semplice cibo ed acqua, o magari, come in questo caso, di un semplice “servizio” di assistenza. Imporre un “prezzo” di ben 3 euro per scaldare a “bagnomaria” un biberon di latte di un bambino rappresenta una intollerabile speculazione economica ai danni dei consumatori. Ma la cosa ancora più grave è che non viene rilasciato alcuno scontrino fiscale».
Paura in una scuola di Bischofswerda, nel land tedesco della Sassonia, in Germania, dove nelle scorse ore un 16enne ha aggredito un bambino di 8 anni, prima di provare a darsi fuoco.
16enne accoltella un bimbo di 8 anni in Germania, poi si prova a darsi fuoco
Tutto è accaduto intorno alle ore 9.40 di mecoledì 23 agosto: secondo quanto riporta il giornale Bild, l’allarme è stato lanciato da uno dei docenti della struttura non appena il giovane protagonista della vicenda ha fatto irruzione nell’istituto scolastico con un coltello in mano, iniziando a seminare il panico fra gli alunni e i docenti. Nell’assalto la sorte peggiore è toccata ad uno studente di 8 anni, raggiunto dalle coltellate sferrate dal 16enne. Subito dopo, stando alle prime informazioni riportate dai media locali, sembra che il ragazzo abbia persino provato a darsi fuoco, riuscendo però soltanto a ferirsi.
La polizia: «La situazione è tornata subito sotto controllo»
L’intervento delle forze dell’ordine all’interno dell’istituto sassone è stato immediato e ha permesso di scongiurare uno scenario ben peggiore. Il protagonista dell’attacco è stato subito fermato dai poliziotti e successivamente portato al più vicino ospedale, dove si trova attualmente ricoverato. Poco dopo, diverse pattuglie della polizia locale si sono precipitate sul posto, circondando la zona. Tutti gli studenti e gli insegnanti presenti nell’istituto scolastico al momento dell’attacco sono stati sgomberati, tutto questo mentre nel frattempo venivano allertati anche due elicotteri di soccorso. In base alle informazioni fino a questo punto riportate dai media tedeschi, il bambino aggredito a colpi di coltello si troverebbe ricoverato in gravi condizioni, ma non sarebbe per fortuna in pericolo di vita. Almeno per il momento, inoltre, non è ancora chiaro anche altri studenti siano rimasti feriti nel corso della mattinata. Secondo la polizia locale, a ogni modo, la situazione è subito tornata «sotto controllo».
Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha detto nel suo intervento di oggi, 23 agosto 2023, al vertice dei Brics, che i Paesi ricchi sono i principali responsabili del cambiamento climatico e ha chiesto maggiori finanziamenti. «È molto difficile combattere il cambiamento climatico mentre molti Paesi in via di sviluppo sono ancora alle prese con la fame. I responsabili delle emissioni di carbonio sono stati coloro che hanno fatto la rivoluzione industriale», ha affermato il leader progressista, secondo cui vanno «valorizzati gli Accordi di Parigi e la Convenzione sul clima invece di esternalizzare le responsabilità al Sud del mondo». Il presidente brasiliano ha poi aggiunto, durante il suo discorso a Johannesburg, che «affinché le promesse dei Paesi ricchi siano mantenute, i finanziamenti per il clima devono essere veramente nuovi e aggiuntivi rispetto ai finanziamenti per lo sviluppo».
L’intervento della Russia in Ucraina è stato motivato dal desiderio di «fermare la guerra di sterminio intrapresa dall’Occidente». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, intervenendo in videoconferenza al 15esimo vertice Brics in corso a Johannesburg. La Federazione Russa «ha deciso di sostenere la gente che sta combattendo per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua lingua e il suo futuro», ha detto lo zar, riferendosi alle popolazioni del Donbass.
L’intervento di Putin al vertice Brics (Ansa).
«Siamo contro ogni egemonia e la propaganda di alcuni Paesi»
«Le nostre azioni in Ucraina hanno una sola ragione: mettere fine alla guerra scatenata dall’Occidente e i suoi satelliti in Ucraina contro il popolo del Donbass», ha detto Putin, anche ringraziato i Paesi dell’organizzazione per i loro tentativi di negoziare la pace. Le nazioni del Brics, ha detto il leader del Cremlino, sono «contro ogni egemonia e la propaganda di alcuni Paesi su una loro esclusività e la loro nuova politica basata su questo postulato, una politica di continuazione del colonialismo e del neocolonialismo». Sempre intervenendo al vertice Brics che si sta svolgendo in Sudafrica, Putin ha condannato i Paesi occidentali per quelle che ha definito «sanzioni illegittime che calpestano tutte le norme del commercio internazionale» e per le loro politiche che a suo parere alimentano le spinte inflazionistiche.
I soccorritori del Sagf, il Soccorso alpino della guardia di finanza di Sondrio, stanno cercando da mezzogiorno due donne, disperse nelle acque del bacino di Alpe Gera. Si tratta di una zona in Alta montagna, nel territorio di Lanzada, in provincia di Sondrio, in Valmalenco. Le due si sono tuffate nell’acqua gelida per tentare di salvare il proprio cane, ma non sono più riemerse. L’incidente, secondo Repubblica, è avvenuto nei pressi del ponte che porta al rifugio Bignami.
Si teme la corrente del ghiacciaio Fellaria
A collaborare con i soccorritori del Sagf ci sono anche i vigili del fuoco e i volontari del Soccorso Alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna. Si teme che possano essere state travolte dalle correnti dell’acqua proveniente da un vicino ghiacciaio Fellaria. A lanciare l’allarme sono stati altri escursionisti, che hanno assistito alla scena. Il cane, trascinato dalla corrente, non sarebbe riuscito a riemergere ed è stato allora che le due si sono tuffate, senza poi tornare a riva.
Situazione pressoché stabile in questi giorni con caldo e afa che continuano ad attanagliare l’Italia. Oggi 23 agosto e domani 24 sono, infatti, 17 le città che si aggiudicano il bollino rosso, cioè il massimo rischio caldo per tutta la popolazione. Venerdì 25 agosto saranno invece 19, anche se, per la prima volta dopo diversi giorni, vedremo finalmente riapparire il bollino verde per due città: Palermo e Cagliari ritornano in una situazione di normalità. Secondo il bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute, basato sui dati relativi a 27 città, l’allarme massimo riguarda Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Napoli, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona Viterbo. A queste, il 25 agosto si aggiungeranno Bari e Campobasso che il 23 e 24 agosto saranno a rischio caldo per la popolazione fragile (bollino arancione). In arancione il 24 e 25 agosto anche Ancona. Bollino giallo, cioè stato di pre-allerta, da oggi 23 agosto a venerdi 25 agosto per Catania, Civitavecchia, Messina, Pescara e Reggio Calabria. Oggi, meroledì 23 agosto, si aggiungono Ancona, Cagliari e Palermo. Queste ultime due resteranno gialle anche domani, per poi finalmente passare al bollino verde ed essere i primi centri urbani monitorati in cui si riprenderà a respirare.
L’India ce l’ha fatta. La sonda Chandrayaan-3 ha ultimato con successo le operazioni di allunaggio ed è atterrata in perfette condizioni sulla Luna. Alle 14.33 italiane la navicella dell’Isro, l’Agenzia indiana per la ricerca spaziale, ha toccato la superficie del satellite, scrivendo una nuova pagina della storia umana. È la prima volta che un team riesce a raggiungere il polo Sud, finora inesplorato per via di un terreno molto impervio e condizioni atmosferiche difficili. Enorme gioia nella sala di controllo, con il direttore della missione Veeramuthuvel che parlato di «grande soddisfazione». È arrivato anche un messaggio di congratulazioni da parte del presidente Narendra Modi, impegnato in Sudafrica per il vertice dei Brics. «L’India ora è sulla Luna», ha affermato raggiante il primo ministro. «Il cielo non rappresenta un limite. Il mondo si ricorderà di noi».
Chandrayaan-3 Mission: 'India, I reached my destination and you too!' : Chandrayaan-3
Chandrayaan-3 has successfully soft-landed on the moon !.
Chandrayaan-3 è sulla Luna, cosa accadrà ora: i prossimi passi
La discesa era iniziata alle 14.15 italiane, dando avvio ai «15 minuti di massimo terrore», come hanno spiegato gli scienziati. Il lander infatti si è dovuto fare strada all’interno di un’area «molto irregolare, piena di crateri e di massi». Complicato anche l’atterraggio, non potendo contare sul freno naturale garantito invece sulla Terra dall’atmosfera. Fortunatamente, a differenza di quanto avvenuto con la sonda Luna-25 della Russia, tutti i processi sono stati ultimati senza intoppi e la sonda ha completato le operazioni. Cosa succederà ora? Come ha spiegato anche la Bbc, il lander resterà immobile per alcune ore per permettere che la polvere lunare sollevata all’atterraggio si depositi completamente. Successivamente, si apriranno alcuni pannelli su uno dei due lati, da cui verrà dispiegata una rampa. Da qui uscirà Pragyaan, il rover che si occuperà di effettuare monitoraggio e campionamento sulla superficie.
La partenza della sonda Chandrayaan-3 (Getty Images).
Il rover dell’India si muoverà fra le rocce e i crateri del polo Sud della Luna, raccogliendo dati e soprattutto immagini cruciali per la ricerca scientifica. Grazie a cinque strumenti all’avanguardia, tra cui spettrometri a raggi X e spettroscopi laser, studierà le caratteristiche fisiche della superficie, l’atmosfera in prossimità del terreno e l’attività tettonica per studiare cosa avviene nel sottosuolo. Non casuale la data dell’allunaggio, che coincide con l’inizio del giorno lunare, equivalente a 28 giorni sulla Terra. Per funzionare al meglio, il rover Pragyaan infatti necessita della luce solare per poter caricare costantemente le batterie e alimentare la sua strumentazione. «È straordinario, un risultato enorme», ha spiegato alla Bbc la dottoressa Maggie Leu dell’Esa. «Il peggio è passato, ora potremo iniziare a vedere i risultati di questo grande traguardo».
Preghiere nei templi e gente in strada, l’India è in festa
L’intera popolazione ha seguito con estasi e apprensione lo sbarco di Chandrayaan-3 sulla Luna. Secondo Sky News, circa 1 miliardo di persone ha assistito alle operazioni in televisione oppure collegandosi sul web da smartphone o tablet. Ora invece, sui social network impazzano gli hashtag legati alla missione dell’Isro e al futuro della ricerca spaziale indiana. In tanti si sono riversati in strada con cartelloni e striscioni di giubilo e complimenti all’Isro. Enorme anche la partecipazione degli studenti. Come ha riportato Reuters, migliaia di ragazzi già dalla notte hanno scritto messaggi per augurare buona fortuna all’agenzia. Nello stato dell’Uttar Pradesh, il governo ha ordinato alle scuole di organizzare proiezioni speciali poiché la riuscita dell’allunaggio «incoraggerà la curiosità e instillerà nei giovani la passione per la ricerca».
I festeggiamenti in strada per la missione sulla Luna (Getty Images).
A Calcutta è invece in programma una festa della scienza per celebrare la missione Chandrayaan-3 che sarà trasmessa in diretta televisiva e streaming. «Voglio anche ringraziare ogni persona che ha pregato che la missione fosse un successo», ha dichiarato Sreedhara Panicker Somnath, il capo di Isro. «Si compie così il lavoro di un’intera generazione di scienziati». Nella giornata del 22 agosto infatti, soprattutto a Mumbai e Varanasi, migliaia di fedeli hanno affollato templi e moschee dell’India per invocare l’aiuto delle divinità.
Giovani studenti in festa con disegni della sonda Chandrayaan-3 (Getty Images).
Un buffet di dolci a bordo piscina in un hotel in Gallura e sulla tavola una ragazza in costume da bagno ricoperta di cioccolato stesa accanto ai pasticcini. È l’immagine che si è trovato davanti a Ferragosto un manager milanese in vacanza al Voi Colonna Hotel di Golfo Aranci. Il turista, racconta La Nuova Sardegna, ha pubblicato sul suo profilo Linkedin la foto del buffet e un commento in cui parla espressamente di «corpo femminile come oggetto». Poi ha puntato il dito contro la catena Voi Hotels e il gruppo Alpitour a cui l’albergo è collegato.
Una foto del Golfo degli Aranci (ANSA).
Il manager: «Senza parole»
Ed è subito esplosa la bufera sui social. «Rimango senza parole guardando questa scena», ha scritto il manager lombardo. «Dopo il primo momento di sgomento mi domando: Voi hotels sta per Vera ospitalità italiana, ma cosa significa? Cosa ne pensano i vertici di Alpitour di questa rappresentazione del corpo femminile? In hotel dopo avere espresso il mio disappunto mi hanno detto che era la “statua di cioccolato”». Nel post l’ospite dell’hotel ha chiesto come può una catena alberghiera che promuove i valori della tradizione ma anche dell’innovazione, «permettere che nelle proprie strutture ci siamo questi comportamenti, dove il corpo di una donna, di una lavoratrice, sia equiparato a quello di una stoviglia per assecondare l’occhio malizioso dì qualcuno».
La replica: «Rammarico per l’incidente»
A essere sconcertato non è stato soltanto il manager lombardo, che ha raccontato: «Sono in vacanza con mia figlia di 14 anni e il suo commento è stato: “Papà che schifo, questo non è un paese dove potersi realizzare”». Il circuito Voi Hotel ha poi risposto su Linkedin: «Desideriamo, prima di tutto, porgere a lei, alla sua famiglia e in particolare a sua figlia, nonché ai nostri clienti, le più sincere scuse a nome di tutto il management Voi Hotels. Ci rammarichiamo profondamente per l’incidente verificatosi e desideriamo ribadire con fermezza che non abbiamo mai avuto alcuna intenzione di rappresentare valori diversi da quelli che abbracciamo. Stiamo intraprendendo azioni immediate per affrontare questo episodio in modo costruttivo e per garantire che in futuro nessun cliente debba sentirsi offeso in alcun modo».
Il generale Roberto Vannacci è tornato a parlare di Paola Egonu, pallavolista della nazionale italiana già citata all’interno del suo libro, Il mondo al contrario. Mentre non si placano le polemiche sui temi trattati all’interno del volume auto-pubblicato, il militare è stato invitato a Tv Play. Tra gli argomenti, anche il colore della pelle della sportiva e la sua nazionalità. Di lei, all’interno del libro, ha scritto: «È italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità». Rispondendo alle domande ha spiegato: «Ho solo detto che se vedo una persona con la pelle scusa non la identifico subito come italiana».
Il generale Vannacci
Vannacci: «Da 8 mila anni l’italiano è bianco»
Durante la trasmissione viene chiesto a Vannacci: «Lei reputa giusto che Paola Egonu giochi con la maglia italiana?». Lui ha risposto: «Assolutamente sì. Quello che io ho detto è che quando vedo una persona con la pelle scura non la identifico immediatamente come appartenente all’etnia italiana. Ma non perché sono razzista. Perché da 8 mila anni o da 9 mila anni l’italiano stereotipato è bianco. Se lei va in Papua Nuova Guinea e chiede all’indigeno di turno di fare un disegnino di un italiano lo fa con la pelle bianca. Se lei vede in giro una persona di pelle scura non le viene in mente immediatamente che sia italiano. Ciò non toglie che sia italiano di nazionalità. E questa cosa la si nota anche sul profilo Wikipedia di Paola Egonu, dove c’è scritto “nata da genitori italiani”. Per le altre non c’è scritto “nata a Gorizia da genitori goriziani”».
Il generale: «Egonu bravissima e intelligente»
«Quindi lei non è contro?», hanno insistito i giornalisti. E Vannacci: «Ma no, assolutamente, ma stiamo scherzando?». Poco prima il generale ha anche fatto i complimenti alla stessa Egonu: «Non solo è bravissima, ma è anche molto intelligente perché non si è lamentata». E ancora: «Le etnie sono tutte uguali, la presenza di Egonu in nazionale non toglie e non aggiunge nulla». A Vannacci è stato anche chiesto un parere sul coming out dei mesi scorsi di Jakub Jankto, primo calciatore in un campionato europeo a dichiararsi omosessuale. Il militare: «Mi interessa solo che si gareggi con persone dello stesso sesso biologico. Non ho niente da ridire sul caso Jantko perché, da maschio, va a competere con dei maschi. Non conosco Jantko, se è bravo è giusto che giochi in Serie A».
I Rolling Stones potrebbero aver annunciato il nuovo album. Nulla è certo, dato che dalla band ancora non filtrano notizie ufficiali, ma stando a quanto riporta anche la Bbc, pare proprio che Mick Jagger e compagni stiano tornando con nuovi inediti. Con un annuncio alquanto singolare e criptico. Sulle pagine del giornale londinese Hackney Gazetteè infatti apparsa la pubblicità per l’avvio di una nuova attività a settembre, la Hackney Diamonds, «specializzata nella riparazione del vetro». I fan dei maestri del rock britannico però hanno presto notato alcuni indizi e chiari riferimenti alla band. Nel testo che accompagna l’annuncio infatti si vede la linguaccia che identifica il logo del gruppo e la citazione di alcuni brani iconici, da Gimme Shelter a Satisfaction fino a Shattered. E se fosse uno scherzo? Difficile, grazie a un collegamento con Universal Music Group che gestisce il catalogo degli Stones.
L’annuncio criptico sulla Hackney Gazette (Twitter).
Tutti i riferimenti nell’annuncio criptico del nuovo album dei Rolling Stones
Oltre al logo e alla citazione di alcuni brani, i fan degli Stones hanno identificato altri indizi inequivocabili. La fondazione della fantomatica azienda citata risale al 1962, anno di nascita della band. Il font utilizzato per la scrittura della compagnia, che potrebbe indicare il titolo del nuovo disco, è lo stesso dell’album Some Girlsdel 1978. Inoltre, nell’annuncio è presente un numero di cellulare per i clienti, «per chiedere un preventivo all’azienda». Aprendo la linea, parte un messaggio registrato che dice: «Benvenuti alla Hackney Diamonds, fate riparare il vostro vetro infranto. Apertura a inizio settembre, Mare Street, E8». Come ulteriore conferma, è attivo anche un sito Internet che porta a una pagina fissa con lo stesso annuncio del giornale e l’iscrizione alla mailing list di Universal. Se due indizi fanno una prova, è dunque molto probabile che Mick Jagger e soci abbiano in programma un nuovo disco.
Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood durante un live del 2022 (Getty Images):
Se confermato, sarebbe il primo album di inediti dei Rolling Stones dal 2005, quando pubblicarono A Bigger Bang. L’ultima pubblicazione invece, Blue and Lonesome, una raccolta di cover blues, risale al 2016. La Bbc ha anticipato che nel disco potrebbero essere presenti anche alcune vecchie incisioni di Charlie Watts, batterista morto nell’agosto 2021 a 80 anni. «Mettiamola così», ha infatti dichiarato di recente al Los Angeles Times il chitarrista Keith Richards. «Sentirete ancora Charlie in futuro». Lo stesso frontman Jagger aveva in passato preannunciato la potenziale uscita di nuovi pezzi alla fine del tour. Alcuni rumors affermano che nel disco ci saranno anche duetti con l’ex Beatles Paul McCartney ed Elton John, che nel 2023 ha detto addio al palcoscenico.
Lukaku-Juventus, chi ha detto che è finita? La stagione ha già preso il via ma, come è ormai tradizione da anni, il calciomercato rimane aperto ancora per qualche settimana. Il primo settembre è la deadline per le operazioni in entrata per la Serie A, tutte le formazioni del campionato italiano continuano a cercare giocatori per migliorare la rosa. Tantissimi i nomi che circolano, ma uno su tutti attira l’attenzione delle big italiane ed europee: Romelu Lukaku, sempre lui. L’attaccante belga, ai margini del Chelsea, vuole cambiare aria e, dopo aver voltato le spalle all’Inter, il suo futuro può ancora colorarsi di bianconero. Con buona pace dei tifosi juventini, che hanno fatto capire in tutti i modi di non volerlo.
Lukaku: no all’Arabia, aperta l’ipotesi Juventus
Nonostante la partenza a razzo in campionato, grazie a DusanVlahovic e FedericoChiesa, la Juventus, per gli esperti Sisal, rimane la grandissima favorita per accaparrarsi Big Rom in questa sessione di mercato, vista la quota di 1,75. L’incastro non è semplice perché il Chelsea ha detto di non essere interessato a Vlahovic, ma il ds Cristiano Giuntoli ci proverà fino alla fine. Lukaku finora ha sempre rifiutato le proposte arrivate dalla Saudi Pro League, un suo approdo lì si gioca a 3,00, ma non è detto che, in mancanza di altri accordi, non possa cambiare idea e raggiungere Cristiano Ronaldo e compagnia nel campionato saudita.
Tottenham o Roma le alternative possibili
Resiste anche l’ipotesi Tottenham, appaiato in quota al campionato arabo, ancora alla ricerca di un sostituto ideale di Harry Kane passato al Bayern Monaco. Quella degli Spurs sarebbe la quinta maglia di Premier indossata dall’attaccante belga dopo Chelsea, West Bromwich, Everton e Manchester United. Ma in Italia non c’è solo la Juve a sognare Big Rom. La Roma è ancora alla ricerca disperata di un attaccante di caratura internazionale per alzare il livello delle sue ambizioni. Per caratteristiche, Lukaku si sposerebbe a meraviglia con il tipo di gioco espresso dai giallorossi ma qui sorgono dei problemi di natura economica: il Chelsea vorrebbe vendere subito il giocatore, che percepisce uno stipendio faraonico, mentre la Roma lo vorrebbe in prestito con diritto di riscatto. L’ipotesi Roma, offerta a 4,00, appare complessa ma le ultime ore di mercato, se Big Rom non dovesse ancora aver trovato una squadra, potrebbero regalare sorprese.
Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina in un’intervista sulle colonne del Corriere della Sera è tornato a parlare della rottura con Roberto Mancini, ormai ex commissario tecnico della Nazionale. A specifica domanda sulle dichiarazioni di Mancini subito dopo la decisione di rassegnare le dimissioni, Gravina ha risposto: «Abbiamo lavorato insieme cinque anni, impegnandoci reciprocamente per un progetto straordinario. Ho aspettato a parlare di questa storia, volevo sedimentare e riflettere. Volevo soprattutto risolvere la questione allenatore: ho dato priorità alla maglia azzurra e all’interesse nazionale e non ai personalismi. Però, adesso, posso dirlo con sincerità: sono amareggiato. Ci sono rimasto male. Non porto rancore, ma i tempi di questo divorzio mi lasciano perplesso». Poi Gravina ha aggiunto: «Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. È stato un fulmine a ciel sereno. Ho sentito parlare di dimissioni per la prima volta dalla moglie, Silvia Fortini, che è il suo avvocato, il giorno prima che arrivasse negli uffici della Federcalcio una pec formale. Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini mi avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi».
Gravina: «Staff rivoluzionato? Via solo Evani. Lui coordinatore dell’Under 21 e Under 20»
Sono stati diversi gli argomenti chiacchierati nelle ore successive alla comunicazione del commissario tecnico. C’è chi ha sostenuto che la decisione dell’ex allenatore di Inter e Lazio sia derivata dall’eccessiva ingerenza della Federazione nella scelta dello staff. Lo stesso Mancini aveva poi detto di sentire che la fiducia in lui era venuta a mancare. Ipotesi che Gravina ha smentito categoricamente. Rispetto alla fiducia, il presidente federale ha commentato: «La mia era totale e l’ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell’Under 21 e Under 20?». E sullo staff: «Questa poi è grossa. Solo Evani, che non ha accettato un altro ruolo, era uscito. Lombardo e Nuciari, che avevano altri incarichi, sarebbero tornati a Coverciano nei giorni di Nazionale. E abbiamo rafforzato il gruppo con Barzagli e Gagliardi indicati da lui». L’ultimo passaggio sul tema, Gravina lo ha dedicato al rapporto umano: «Non ho mai invaso il campo, mai suggerito un giocatore, mai ho chiesto la formazione. Non meritavo parole così».
Muore a ottant’anni Toto Cutugno, siciliano di La Spezia, cantautore che nessun critico avrebbe mai trattato come tale, autore di hit internazionali di successo squisitamente pop, titolare del concetto di nazionalpopolare in coppia con Pippo Baudo, e subito scatta la corsa al revisionismo storico. Era l’eterno secondo: per sei volte arrivò a un soffio dalla vittoria al Festival della canzone italiana di Sanremo, che pur aveva vinto con Solo noi, anno 1980, proprio al suo esordio da solista. Caparbiamente arroccato su un genere, quello sanremese così amato nel mondo, specie quello dell’Europa dell’Est e delle comunità italiane all’estero, si è trovato suo malgrado al centro di una specie di querelle politica tanto contemporanea nel modo quanto antica nei contenuti. La salma non era neanche stata composta, infatti, che Fratelli d’Italia provava a metterci il cappello sopra, lui che si era presentato a Sanremo l’ultima volta anni fa in compagnia del Coro dell’armata russa. Tutto merito di quel verso poi ripreso, non proprio alla lettera, da FabrizioQuattrocchi, il mercenario ucciso in Iraq nel 2004, che nel momento di venir giustiziato sommariamente disse: «Vi faccio vedere come muore un italiano».
Cantautore, conduttore e artista dal talento straordinario, Toto Cutugno è stato uno dei simboli dell’italianità nel mondo, che ha saputo emozionare intere generazioni attraverso la sua musica e le sue parole. pic.twitter.com/ULG6QSbY1c
Tra una sequenza perfetta di luoghi comuni sull’italianità, ecco Pertini
Ecco, Toto Cutugno con un repertorio di canzoni melodiche, dai testi spesso rassicuranti, mai urticanti, è di colpo diventato «un italiano» vero, perché così cantava nella sua hit più hit, L’italiano, tradotta e cantata in mezzo mondo: cento i milioni di copie vendute dal cantautore nel complesso. Pero, a ben vedere, Cutugno nell’inanellare una sequenza perfetta di luoghi comuni sull’italianità – la canzone ha esattamente quarant’anni – non lesinava l’orgoglio di avere «un partigiano come presidente»: chiaro il riferimento a Sandro Pertini, al Quirinale ai tempi in cui la canzone arrivò quinta al Festival.
L’incarnazione di quei valori basici che fanno tanto sovranismo
In effetti Cutugno, come anche Pupo o Al Bano, come i tanti artisti usciti nel decennio dell’edonismo reaganiano e assurti a simbolo di uno spirito patrio tutto mamma, pizza e spaghetti, lui che aveva riportato la vittoria dell’Eurovision in Italia già nel 1990, 26 anni dopo Gigliola Cinquetti (altro che Maneskin), è stato (è forse oggi anche più di ieri) l’incarnazione di quei sentimenti puri, di quei valori basici che fanno tanto sovranismo. Osteggiato mica a caso dai critici che oggi vengono dileggiati come radical chic sui social – Dio mio, radical chic gente come Mario Luzzatto Fegiz, Tom Wolfe si starà rivoltando nella tomba. Il video dello scazzo tra Cutugno e il duo Vacalebre/Fegiz al Dopofestival targato Elio e le Storie Tese è in queste ore virale: lui a rinfacciare ai giornalisti il loro essere sempre fermi sulle medesime idee, e a sbeffeggiare Fegiz per quel suo criticarlo in pubblico e chiedergli in privato di portarlo con sé in uno dei suoi tanti viaggi in Russia.
Era in una black list dell’Ucraina, non gradito dal presidente Zelensky
Questo oggi Fratelli d’Italia non lo ricorda, seppur ci sia palesemente chi ne avrà gioito, ma Cutugno, come Al Bano e Pupo, era in una black list dell’Ucraina, non gradito dal presidente Volodymyr Zelensky per la sua popolarità presso il popolo russo. Chiamale se vuoi contraddizioni, come quelle di Amadeus, padre padrone del Festival negli ultimi anni, reo di aver spostato i soloni delle classifiche di streaming all’Ariston, che oggi a sua volta lo piange, lui che ha tenuto debitamente la porta chiusa a Cutugno e a tutti quelli della vecchia guardia, lasciando giusto spazio per qualche passaggio sempre in odor di trash. Saperlo oggi al centro di una bagarre, perché usato a mo’ di manganello per colpire la puzza sotto il naso di certa intellighenzia, o presunta tale, manco Cutugno fosse il villain di una storia che ha per eroina Concita Di Gregorio, fa quasi sorridere. L’idea che piacesse al popolo viene usata per indicare un paradosso che però non tiene affatto conto del fatto che quel popolo, oggi, ha probabilmente la sua stessa età, visto che oggi le classifiche non le dominano certo gli ottantenni, ma i bimbiminkia che L’italiano non solo non lo cantano, ma neanche lo parlano correttamente: tutto un bro’, fra’ e amenità varie.
Voglio andare a vivere in campagna, il green prima dell’ambientalismo
Resta che Cutugno era nazionalpopolare, e in quanto tale collocabile perfettamente in una epoca passata, quella in cui Sanremo non seguiva Spotify, semmai era un caso fenomenologico a se stante: chi dominava lì, come lui, funzionava poi in classifica e nel mondo, non il contrario. In questi casi si dice “la terra ti sia lieve”, espressione latina che richiama quella terra che lui, in netto anticipo sui tempi, ambiva a sentire ancora sotto i piedi: la sua Voglio andare a vivere in campagna è un brano green di quando l’ambientalismo era neanche una ipotesi e il mondo correva tutto verso le città. Mica a caso anche Coldiretti lo piange con un post. Ad ascoltarla oggi fa un po’ sorridere, ma meglio non dirlo a voce alta: passare per snob sarebbe un attimo. E questo è il pensiero unico di chi dice di non volere il pensiero unico.
«Il generale Vannacci è stato additato come un pericolo. Ma io me lo comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto conoscere e capire. Mi rifiuto di pensare che in Italia esista un Grande Fratello che ti dice: questo lo puoi leggere e questo non lo puoi leggere». Così aveva parlato Matteo Salvini dopo il polverone sollevato da Il mondo al contrario, scritto e autopubblicato dal militare, che nelle sue pagine spara a zero su omosessuali, migranti e femministe. Ebbene RobertoVannacci, destituito («avvicendato», ha precisato) dal ruolo di comandante dell’Istituto geografico militare di Firenze, si appresta a monetizzare (anche elettoralmente) l’improvvisa popolarità con un tour e potrebbe presto scendere in politica. Magari proprio con la Lega, che lo starebbe corteggiando in vista delle Europee. Una «cordiale telefonata» tra i due c’è già stata, come ha fatto sapere il Carroccio.
Matteo Salvini (Imagoeconomica).
Il generale ha già detto no a Forza Nuova: in arrivo il sì alla Lega?
Vannacci ha già rifiutato una candidatura con il movimento neofascista Forza Nuova alle suppletive di Monza, per il seggio rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Ma potrebbe dire sì invece alla Lega, per una candidatura da indipendente alle Europee, magari sostenuto da quel mondo radicale e di destra che contesta le linee di governo e in particolare di Fratelli d’Italia, ritenute troppo lontane dalle aspirazioni anti-sistema di un tempo. Secondo quanto scritto dal Fatto Quotidiano, Vannacci avrebbe avvisato il suo superiore dell’uscita de Il mondo al contrario. I paracadutisti sapevano che il generale stava lavorando a un libro e, stando a quanto dichiarato da un ufficiale, alcuni hanno anche collaborato alla stesura del volume. Secondo Repubblica, che va oltre, l’uscita del saggio doveva servire a tastare il terreno per la “discesa” in campo del generale, la cui opera ha ricevuto segnalazioni positive su Analisi Difesa a firma del direttore Gianandrea Gaiani (già consulente di Salvini al tempi del governo gialloverde) e da Marco Bertolini (generale in pensione ed ex candidato di FdI) sul sito dei congedati della Folgore.
Roberto Vannacci e la copertina del suo libro.
Il mondo al contrario avrebbe venduto oltre 20 mila copie
Da quando è scoppiato il caso, Vannacci si è mosso con estrema sicurezza, sottolinea Repubblica. Un po’ troppa per pensare che non ci fosse niente di studiato. Tra l’altro il generale ha fatto tutto senza richiedere autorizzazioni, cosa inusuale per un graduato di alto livello come lui. Il quotidiano romano, analizzando il contenuto del libro, scrive: «Parecchio materiale per essere tutta farina del sacco di un generale che scrive nei ritagli di tempo». Fatto sta che Vannacci si appresta a partire per un tour di presentazione de Il mondo al contrario, capace finora di vendere oltre 20 mila copie, cifra di tutto rispetto nell’asfittico mercato editoriale italiano. La prima tappa è in programma il 9 settembre a Marina di Pietrasanta, al Bagno Biondetti. La proposta dell’evento pubblico è arrivata da Massimiliano Simoni, ex candidato a sindaco di Pietrasanta per Fratelli d’Italia.
La Francia dedicherà un aeroporto alla regina Elisabetta II. Lo scalo di Le Touquet-Paris-Plage sarà infatti il primo al mondo intitolato alla compianta sovrana britannica, scomparsa l’8 settembre 2022 dopo oltre 70 anni di regno. Come ha riportato la Bbc, il comune sulla costa settentrionale della Francia ha ottenuto il permesso ufficiale di re Carlo III e della famiglia reale inglese. «Il fatto che abbia accolto la nostra proposta, afferma ancora di più che siamo la più britannica delle località francesi», ha scritto in una nota il sindaco di Le Touquet Daniel Fasquelle. Non è ancora stata fissata una data per l’inaugurazione, ma è probabile che ulteriori aggiornamenti arrivino nel corso delle prossime settimane. Ancora nessun commento invece da parte della Royal Family.
L’aeroporto di Le Touquet-Paris-Plage sarà il primo intitolato a Elisabetta II (Getty Images).
Le Touquet, qui soggiornò anche Edoardo VIII, zio di Elisabetta II
Formalizzata già appena sei giorni dopo la morte di Elisabetta II, la proposta di Le Touquet affonda le radici nella storia della corona britannica. Il suo aeroporto, progettato negli Anni 30 per accogliere i turisti inglesi nella cittadina, ha rappresentato sin da subito uno snodo fondamentale per i viaggiatori diretti alla vicina Calais, distante solo un’ora in auto. Qui si recò molte volte Edoardo VIII, predecessore di Giorgio VI e zio di Elisabetta II, che amava dedicarsi all’equitazione o rilassarsi in barca. La stessa sovrana, ancor prima di salire al trono, vi soggiornò diverse volte. Oggi invece il presidente francese Emmanuel Macron possiede una villa in città, dove trascorre le vacanze estive assieme alla moglie Brigitte.
Nous venons d’obtenir officiellement l’accord du Roi Charles III pour donner le nom de la reine #ElizabethII à l’aéroport international du Touquet Paris-Plage.
L’Aéroport International du Touquet-Paris-Plage va bientôt vivre un tournant historique en prenant le nom d’ «… pic.twitter.com/ca0djzypHl
Con la dedica del proprio aeroporto a Elisabetta II, la città di Le Touquet spera di rafforzare dunque ancor di più i legami con il Regno Unito, aumentando il flusso di turisti provenienti da oltremanica. Con un lungo post su Twitter (X), il primo cittadino Fasquelle ha parlato di una «svolta storica» e un «omaggio a Sua Maestà, innamorata della Francia». Dall’8 settembre, vi soggiornerà anche la squadra maschile inglese di rugby in vista del Mondiale in programma in Francia fino al 28 ottobre. In passato invece Le Touquet aveva anche ospitato Ian Fleming, scrittore della saga di James Bond.
Le forze russe hanno lanciato nella notte tra martedì 22 agosto e mercoledì 23 agosto un attacco con droni che ha colpito infrastrutture civili della regione di Odessa, nell’Ucraina meridionale. Inclusi i granai. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Kiper: «I terroristi russi hanno attaccato il sud della regione di Odessa con droni d’attacco per tre ore. Il nemico ha preso di mira le infrastrutture civili della regione». Non si tratta di un novità: da quando è stato interrotto l’accordo sul grano le milizie di Putin hanno puntato i depositi ucraini. Sono diventati l’obiettivo numero uno dei raid russi. Nonostante i tanti tentativi di riportare entrambi i governi a siglare una tragua, provando a ripristinare un trattato fondamentale per tutti i Paesi europei.
Kiper comunica il bilancio: «Nessuna vittima, colpiti edifici di produzione»
Il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Kiper ha aggiunto: «Le forze di difesa aerea hanno distrutto 9 droni Shahed-136/131. Purtroppo sono stati colpiti i complessi di produzione e di trasbordo dove è scoppiato un incendio su una superficie totale di 700 metri quadrati. Alle 6 del mattino (le 5:00 in Italia, ndr), l’incendio è stato circoscritto. I danni comprendono anche le strutture di stoccaggio dei cereali. Tutti i servizi competenti stanno lavorando sul posto. Non ci sono state vittime civili».