Stupro di gruppo a Palermo, tre degli indagati: «La 19enne era d’accordo»

Hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame i primi tre giovani arrestati per la violenza di gruppo che sarebbe avvenuta il 7 luglio a Palermo ai danni di una 19enne, sostenendo che la ragazza «era d’accordo». Confermato il carcere per due degli indagati, mentre proseguono le udienze: venerdì 18 agosto c’erano state quelle per due dei sette accusati, mentre nella mattinata di lunedì 21 agosto si è svolta l’udienza del terzo ragazzo. «In questa fase» hanno dichiarato i legali degli indagati «non abbiamo dichiarazioni da fare». Intanto, da quando lo scorso venerdì, è stata diffusa la notizia della violenza e il fermo immagine del video della videocamera di sicurezza, su Telegram è partita la caccia al video dello stupro di Palermo.

La ragazza sarebbe stata «consenziente»

Un giovane ha ribadito, anche nell’interrogatorio del 4 agosto, di essersi limitato a riprendere la scena con il cellulare, e di non aver fatto del male alla giovane. Gli altri hanno affermato che non ci sarebbe stata alcuna violenza e che la ragazza sarebbe stata «consenziente». Uno degli accusati davanti ai giudici del Riesame, ha dunque respinto tutte le accuse dichiarando che sarebbe stata la vittima a condurre il gruppo al Foro Italico e che era consapevole di partecipare al rapporto sessuale di gruppo. La ragazza avrebbe chiesto di deviare il percorso per non essere vista dal fidanzato, che lavora in un locale del centro storico. La tesi contrasta con le immagini delle telecamere di videosorveglianza, in cui si vede la giovane trascinata a forza verso la zona dove ci sarebbe stato lo stupro. Il tribunale deve ancora pronunciarsi sull’istanza di scarcerazione presentata dal terzo indagato.

I primi tre giovani arrestati per la violenza di gruppo a Palermo hanno sostenuto che la ragazza «era d'accordo».
Polizia (Imagoeconomica).

Attesi per martedì gli altri interrogatori

Tre giovani, arrestati venerdì, saranno interrogati davanti al gip nelle giornata di martedì 22 agosto. Intanto, l’avvocato Pietro Capizzi, che assiste il giovane minorenne ascoltato dal gip del tribunale per i minori, ha dichiarato: «Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo quella notte. È chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare. Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro». La confessione ha portato alla scarcerazione dell’indagato, che adesso si trova in comunità, mentre la procuratrice per i minori Claudia Caramanna ha annunciato la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip.

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