Francesco Magnanelli e il nuovo gioco (duraturo?) della Juventus

Baricentro più alto, pressing, verticalizzazioni, voglia di attaccare anche dopo il vantaggio. La Juventus attendista della stagione 2022/23 non è scesa in campo a Udine, dove se n’è vista una nuova, capace di vincere 3-0 senza patemi, seppure giocando bene soltanto il primo tempo. Un abbaglio di fine estate o qualcosa di più solido su cui costruire successi? I tifosi si interrogano, intanto però la Juve è sembrata diversa nell’attitudine più che negli uomini, al netto delle new entry Andrea Cambiaso e Timothy Weah. Eppure in panchina, dopo aver detto no all’Arabia Saudita, c’era sempre lui, il risultatista e contestato Max Allegri, il tecnico del “corto muso”, l’allenatore fedele al motto “vincere è l’unica cosa che conta”, ritenuto il principale responsabile di due annate deludenti e senza titoli vinti. E allora a chi può essere attribuita buona parte del merito per questo parziale cambio di mentalità e pure di gioco? A Francesco Magnanelli, ex calciatore 38enne entrato da questa stagione nello staff di Allegri.

Chi è Magnanelli, l'artefice del nuovo gioco della Juventus che Allegri ha voluto nel suo staff come collaboratore tecnico.
L’esultanza di Federico Chiesa dopo il gol (Getty Images).

Magnanelli, l’addio al calcio giocato nel 2022 dopo 520 presenze nel Sassuolo

Non lo dicono analisti, giornalisti o chissà quali osservatori. Lo sottolineano proprio i giocatori, tipo Federico Chiesa ai microfoni di Dazn dopo la partita: «Dobbiamo giocare così, non chiuderci sempre dietro, questo è il calcio moderno. Oggi lo abbiamo dimostrato. Mi trovo bene, non siamo fermi, ci muoviamo, è quello che ci chiede il mister anche da quando è arrivato Magnanelli. Proviamo molte cose. Mi trovo bene». Quello dell’attaccante (che contro l’Udinese ha sbloccato il risultato) non suona proprio come un attestato di stima nei confronti del mister, ma tant’è: se la vedranno loro. Allegri cercava un collaboratore in estate e l’ha trovato non nel gabbione a Livorno, bensì a Sassuolo: ecco dunque Magnanelli, ex capitano e bandiera neroverde da 520 presenze, che nel 2022 dopo aver appeso le scarpe al chiodo era diventato collaboratore tecnico di Alessio Dionisi.

Chi è Magnanelli, l'artefice del nuovo gioco della Juventus che Allegri ha voluto nel suo staff come collaboratore tecnico.
Francesco Magnanelli con la maglia del Sassuolo (Getty Images).

Allegri-Magnanelli: le loro strade si erano incrociate in neroverde nel 2007/08

Nelle 17 stagioni spese al Sassuolo, Magnanelli – di mestiere centrocampista – è stato allenato da Stefano Pioli, ha giocato in Europa con Eusebio Di Francesco e ha visto esplodere come tecnico Roberto De Zerbi. Ma è stato anche un giocatore di Allegri: successe nel 2007/08, annata conclusasi con la promozione del club emiliano in Serie B. Da lì il tecnico livornese spiccò il volo verso Cagliari in Serie A, proseguendo poi la carriera ad altissimi livelli tra Milan e soprattutto Juventus.

Magnanelli sarebbe arrivato nella massima divisione nel 2013, da capitano del Sasôl. Tra i due in quella lontana stagione si era creato qualcosa. Oppure Allegri semplicemente ha voluto pescare nel Sassuolo dei “giochisti” (che gli dovrebbero essere invisi). Chissà. Fatto sta che le loro strade sono tornate a incrociarsi a distanza di tre lustri: se, come ha detto John Elkann, Cristiano Giuntoli è il «vero colpo di mercato di quest’estate», fin dalla tournée americana è apparso chiaro come Magnanelli stesse portando una impostazione nuova nello sviluppo del gioco bianconero.

Chi è Magnanelli, l'artefice del nuovo gioco della Juventus che Allegri ha voluto nel suo staff come collaboratore tecnico.
Massimiliano Allegri in panchina a Udine (Getty Images).

Nello staff di Allegri si occupa della manovra offensiva: la sua mano si vede già

“Mister Pressing”, lo ha definito Tuttosport in una prima pagina di inizio agosto. Lo stesso quotidiano sportivo, com’è noto molto vicino alla Juventus, ha sottolineato a più riprese l’intensità delle sedute di allenamento negli Stati Uniti, insieme alla richiesta di attenzione nella gestione del pallone da parte di Allegri. Manuel Locatelli, centrocampista come lo sono stati un tempo Allegri e Magnanelli, ha evidenziato la prima parte di preparazione è stata fondata sulla questi aspetti. Si respira aria nuova insomma. Da parte sua, Allegri aveva fatto capire di voler proporre qualcosa di diverso, dopo una tribolata e surreale passata stagione condizionata dalle note vicende extra-campo, oltre che da una sequenza impressionante di infortuni. L’esclusione della Juventus dalle coppe europee permetterà al tecnico toscano di allenare la squadra cinque giorni a settimana. E questo per sua stessa ammissione dovrebbe facilitarlo, così come la presenza di Magnanelli che, nell’ambito della riorganizzazione del suo staff, si occupa della manovra offensiva. Una vita per il calcio quella dell’ex capitano del Sassuolo, che si è dato subito da fare per intraprendere una nuova carriera da mister, ottenendo la licenza Uefa che gli permette di lavorare come allenatore in seconda in Serie A e B. Tutto vero, ma un dubbio rimane: Allegri – pagato 7 milioni netti l’anno – aveva bisogno di Magnanelli per capire che si può continuare ad attaccare anche dopo essere passati in vantaggio? Misteri del calcio.

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