Il brasiliano Neymar dovrebbe partire lunedì 7 agosto 2023 per l’Arabia Saudita e sottoporsi il giorno seguente alle visite mediche con l’Al Hilal. Lo riportano i media francesi, secondo i quali è stato raggiunto un accordo totale tra il Paris Saint Germain e il club della Saudi Pro League, anche se mancherebbero alcuni piccoli dettagli da definire. L’importo del trasferimento, si spiega, sarà molto vicino ai 90 milioni di euro. L’attaccante brasiliano firmerebbe per due anni con il club saudita, con l’opzione per il terzo. Il suo stipendio dovrebbe essere intorno ai 100 milioni di euro l’anno.
Barbie, la bambola in carne e ossa interpretata da Margot Robbie nel film live action di Greta Gerwig, resta in vetta agli incassi del weekend, raccogliendo oltre un milione e 200 mila euro e sfiorando nel complesso i 27 milioni e mezzo. Al secondo posto si conferma Shark 2 – L’abisso con 734 mila euro nel fine settimana, per un box office totale di 3,8 milioni. Invariato anche il terzo gradino del podio conMission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1 che deve accontentarsi di 187 mila euro nel weekend (quasi 5 milioni il bottino complessivo).
La classifica dei 10 film più visti nel weekend 5-6 agosto 2023
Quarta piazza per il film di animazione Disney/Pixar, Elemental, che porta a casa poco più di 127 mila euro, toccando quota 6,3 milioni. Debutta in quinta posizione l’horror Demeter – Il risveglio di Dracula, con poco più di 110 mila euro, seguito da Indiana Jones e il quadrante del destinoche guadagna altri 110 mila euro e raggiunge nel complesso i 6,1 milioni. In settima posizione Il mio vicino Totoro, grande classico di Hayao Miyazaki tornato al cinema dal 10 al 16 agosto con la rassegna Lucky Red Un mondo di sogni animati, con 105 mila euro. Risale all’ottavo posto L’ultima notte di Amore, il thriller di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino che ha messo a segno altri 5 mila euro, per un bottino complessivo di 3,4 milioni. Chiudono la top ten Ruby Gillman – La ragazza con i tentacoli(24 mila euro) e Le otto montagne (20 mila euro, per un totale di 5,9 milioni), in risalita di ben sette posizioni. Nel complesso il box office sconta un calo del 55 per cento, legato con ogni probabilità alle ferie d’agosto: 3 milioni e 81 mila euro rispetto ai 6,8 milioni del weekend precedente.
Solo il 37 per cento degli italiani è salito almeno una volta su un’auto elettrica, anche se il 68 per cento si ritiene abbastanza o molto informato sulle sue caratteristiche. L’auto ibrida è ritenuta, rispetto all’auto elettrica, la vettura più adeguata alle esigenze del futuro (47 per cento contro il 20 per cento).
Solo l’1 per cento degli intervistati possiede un’auto elettrica
Sono questi i principali risultati di un sondaggio condotto dall’Osservatorio mensile Findomestic in collaborazione con l’istituto Eumetra. Tra il campione che ha dichiarato di essere salito o aver viaggiato almeno una volta su un’auto elettrica, solamente il 5 per cento ritiene che il motore elettrico sia meno performante rispetto ad uno termico, il 23 per cento sostiene addirittura che sia più efficiente. Nella platea di intervistati, solamente l’1 per cento ha dichiarato di possedere un’auto elettrica. Il responsabile dell’Osservatorio Claudio Bardazzi ha commentato: «A frenare le vendite sono in massima parte problemi percepiti nell’ambito della ricarica: scarsa disponibilità di punti di ricarica veloci in zone urbane come pure in autostrade o superstrade, costo della corrente elettrica e modalità di ricarica troppo complicate. A cui si aggiunge, per il 52 per cento del campione intervistato, prezzi di acquisto troppo elevati e una percezione di autonomia della batteria troppo limitata (51 per cento)».
Quattro persone sono state arrestate per l’attacco di domenica 13 agosto al santuario sciita di Shahcheragh, a Shiraz, capoluogo della provincia sud-occidentale di Fars. Lo ha reso noto il capo del dipartimento provinciale di giustizia Kazem Mousavi.
Mousavi: «Le indagini continuano»
«Il principale assalitore terrorista, che è entrato dal cancello del santuario e ha aperto il fuoco sui pellegrini, è stato arrestato subito dopo l’attacco. Le indagini continuano», ha detto Mousavi, citato dall’Irna, aggiungendo che una persona è stata uccisa e altre otto sono rimaste ferite, di cui una versa in gravi condizioni. Un attacco simile si verificò nel santuario di Shahcheragh il 26 ottobre 2022, uccidendo 13 persone.
Un incendio è divampato intorno alle 5.30 di lunedì 14 agosto 2023 in una struttura protetta per anziani e disabili psichici di Parma. Il bilancio del rogo alla Casa di Arianna, gestita dalla cooperativa Avitas, è di un morto e 11 persone intossicate.
Quattro pazienti in gravi condizioni
A perdere la vita è stata una donna di 62 anni ospite della struttura, mentre sono rimasti intossicati gli altri dieci pazienti presenti nella casa protetta oltre a un operatore sanitario, tutti trasportati all’ospedale Maggiore di Parma. Secondo quanto riportato da Parma Today, quattro sono in gravi condizioni, altri quattro in condizioni di media gravità mentre altri tre hanno riportato ferite lievi. Sul luogo dell’incendio stanno ancora operando i mezzi del 118 e i vigili del fuoco (giunti con sei squadre da Parma, Sant’Ilario e Langhirano), che hanno iniziato i primi accertamenti per risalire alla causa. Presenti anche la Polizia scientifica e gli operatori dell’Ausl di Parma.
Le fiamme probabilmente partite da una camera al piano terra
Intanto la Polizia ha avviato le indagini per cercare di ricostruire le cause dell’incendio, che si sarebbe sviluppato al piano terra per poi invadere i piani superiori. Secondo le prime informazioni, le fiamme sarebbero partire da una camera, non è ancora chiaro se per un cortocircuito o per il malfunzionamento di qualche apparecchiatura.
Le forze di difesa di Kyiv hanno respinto nella notte tra domenica e lunedì tre attacchi russi su Odessa abbattendo 15 droni e 8 missili Calibre. Lo hanno riferito le stesse forze di difesa del sud su Telegram, nella chat delle comunicazioni si legge: «Tutti gli attacchi sono stati respinti dalle forze di difesa aerea».
La città di Odessa colpita da alcuni frammenti di missili russi.
I residui dei missili esplosi hanno danneggiato un supermercato e un ostello, si contano tre feriti. I vigili del fuoco sono ancora al lavoro per spegnere gli incendi scoppiati nei due edifici colpiti. Inoltre numerose finestre sono andate in frantumi a causa dell’onda d’urto. Danneggiate anche alcune auto parcheggiate nelle vicinanze.
Yermak: «I russi sono terroristi pazzi»
Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak, è intervenuto attraverso il suo canale Telegram in merito agli attacchi delle forze russe sulla città portuale tra le più importanti d’Europa. Yermak ha utilizzato poche parole per raccontare i fatti: «Odessa. Colpi su obiettivi civili, un negozio. I commenti non sono necessari. I russi sono terroristi pazzi». Odessa, il più grande porto e base navale dell’Ucraina, è stata ripetutamente attaccata con missili e droni da quando Mosca a luglio si è ritirata da un accordo sostenuto dalle Nazioni Unite che consentiva di spedire in sicurezza il granodai porti dell’Ucraina. Anche la vicina città portuale di Mykolaiv è stata presa di mira, con allarmi aerei che hanno suonato per tutta la notte.
Gli italiani che festeggeranno in casa il Ferragosto2023 spenderanno per il pranzo tradizionale in media il 10,7 per cento in più rispetto al 2022. Chi invece opterà per il ristorante, dovrà mettere in conto rincari di circa il 5,3 per cento.
Si spenderà in media 22 euro in più rispetto al 2022
I dati arrivano da Assoutenti che, sulla base delle rilevazioni Istat, ha calcolato l’impatto dei rincari alimentari sul classico pranzo di Ferragosto in casa o al ristorante. Considerato un pranzo da otto persone realizzato in casa, la spesa, a parità di consumi, sale di circa 22 euro rispetto allo scorso anno. Su una platea potenziale di 15 milioni di famiglie, l’aggravio complessivo risulterebbe pari a 330 milioni di euro. Questo perché si registrano in Italia fortissimi incrementi dei prezzi in tutto il comparto alimentare, a partire dai prodotti tipici estivi.
Dall’olio ai formaggi, tutti gli aumenti
Per lo zucchero l’aumento annuo è del 47 per cento, per l’olio +30 per cento, per le patate, +27 per cento, per il riso +26 per cento, per i pomodori +25 per cento. Sono più costose anche bevande gassate (+18,8 per cento), bibite analcoliche (+16,9 per cento), birra (+12,9 per cento) e acqua minerale (+10,7 per cento). I listini della carne crescono solo del 6,2 per cento, ma per il pesce surgelato si spende in media l’11,6 per cento in più rispetto allo scorso anno, +18,6 per cento per il latte conservato, +12,5 per cento gli yogurt, +18,1 per cento i formaggi fusi. I piatti pronti aumentano del 10,1 per cento, salse e condimenti del 10,5 per cento, prodotti di pasticceria confezionati del 14,3 per cento. Non andrà meglio a chi sceglierà il ristorante per il pranzo di Ferragosto: le tariffe nel comparto della ristorazione registrano punte del +14,5 per cento a Viterbo, del +12,1 per cento a Brindisi e del +11,2 per cento a Benevento.
Paolo Bessegato, nato a Montebelluna (Veneto) il 30 marzo 1951, è un attore e doppiatore. Attualmente insegna Dizione poetica alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano.
Paolo Bessegato: biografia e carriera
Bessegato ha iniziato a fare teatro a 16 anni, recitando nel gruppo Interazione di Milano. Durante gli anni dell’università ha frequentato e si è diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Strehler. Dopo aver collaborato, tra gli altri, con Dario Fo, ha realizzato spettacoli con testi dei poeti Andrea Zanzotto, Antonio Porta, Giancarlo Majorino. Negli Anni 80 ha proseguito con la recitazione a teatro; memorabili sono le sue interpretazioni in Tartufo di Molière, prodotto dal Ctb Teatro Stabile di Brescia, ne La bottega del caffè di Goldoni-Fassbinder e neLa morte civiledi Paolo Giacometti.
Paolo Bessegato (Facebook).
Oltre al teatro, dove continua ha recitare, ha preso parte a numerosi film come A casa nostra, regia di Francesca Comencini (2006), Boris – Il film, regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo (2011), Il giorno in più, regia di Massimo Venier (2011), Mai Stati Uniti, regia di Carlo Vanzina (2013), Viva la libertà, regia di Roberto Andò (2013), The Startup, regia di Alessandro D’Alatri (2017) e Metti la nonna in freezer, regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi (2018). In televisione ha interpretato numerosi ruoli in serie, miniserie e film come La squadra, regia di Stefano Sollima (2003), R.I.S. 5 – Delitti imperfetti, regia di Fabio Tagliavia (2009), Atelier Fontana – Le sorelle della moda, regia di Riccardo Milani (2011), C’era una volta Studio Uno, regia di Riccardo Donna (2017), Rocco Schiavone 3, regia di Simone Spada (2019) e Un professore, regia di Alessandro D’Alatri (2021).
Paolo Bessegato: la vita privata
Essendo una persona abbastanza riservata, non è noto se attualmente sia fidanzato, sposato o single. Si sa però che dal 2005 al 2015 ha avuto una relazione con l’attrice Lunetta Savino.
A quasi tre mesi dall’alluvione che colpì l’Emilia-Romagna continua il botta e risposta tra l’amministrazione regionale e il governo. Dopo giorni di accuse alla premier da parte di Stefano Bonaccini, numero uno della regione colpita dall’alluvione, Giorgia Meloni ha risposto per mezzo di una lunga lettera. La premier nel suo documento ha scritto: «Non ho avuto modo di leggere da parte sua alcuna parola di sostegno» all’azione del governo sull’alluvione, «anzi. Ho letto che Lei, nella Sua veste di presidente di Regione nonché di sub commissario alla ricostruzione, ha ripetutamente affermato che sul territorio non sarebbe arrivato sino ad oggi neanche un euro. Non bisogna cedere alla fretta ed alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità, alimentando polemiche inutili».
La rottura dopo la nomina del commissario Figliuolo
Sembrano molto lontani, insomma, i momenti immediatamente successivi all’alluvione con le visite di Meloni in Romagna. I primi sopralluoghi avvennero addirittura insieme alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Erano i giorni della reciproca esibizione, da parte di Bonaccini e Meloni, di un fair play istituzionale e di un concorde spirito di collaborazione, incrinato però non appena il governo decise di nominare (anche in quel caso fu denunciato un ritardo nella nomina) come commissario il generale Francesco Paolo Figliuolo, anziché il presidente della Regione, sconfessando, nei fatti il metodo seguito per la ricostruzione del terremoto in Emilia del 2012.
Operatori della Protezione civile mentre aiutano i cittadini emiliano-romagnoli
Bonaccini: «La fretta è dei cittadini, misure del governo non funzionano»
«La fretta che Meloni mi imputa», ha replicato Bonaccini, «in realtà è quella dei nostri concittadini. Che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perché molto sarebbe già stato fatto. Purtroppo non è così, la premier può senz’altro chiedere direttamente a famiglie e imprese», rinnovandole l’invito a un confronto allo stesso tavolo per fare il punto sulle risorse e individuare soluzioni. Lo scontro è però anche sulle cifre: il governo, dice Meloni nella sua lunga lettera, ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi che l’esecutivo ribadisce è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i privati che hanno subito danni. Per questo motivo non sarebbe corretta – secondo Meloni – l’informazione secondo la quale non si sarebbe visto un euro.
Lo scontro sulle cifre e su come ricevere gli indennizzi
Una lettura che però, secondo Bonaccini, non corrisponde alla realtà. «A oggi», è la sua replica, «gli unici contributi arrivati ai cittadini sono quelli decisi da Regione e Protezione civile nazionale, mentre famiglie e imprese attendono gli indennizzi. I due Decreti adottati dal governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese». Questione, quest’ultima, che secondo Bonaccini rischia di abbattersi con effetti pesanti su una delle aree più produttive del Paese: «La stragrande maggioranza delle imprese non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile»
Andrea Pittorino, nato a Roma il 5 settembre 2002, è un attore italiano. Ha recitato sia in televisione che al cinema per film e fiction di successo.
Andrea Pittorino: biografia e carriera
Pittorino ha debuttato sul piccolo schermo nel 2006, a soli quattro anni, interpretando il ruolo del piccolo Ambrogio, uno dei nipoti di Massimo Boldi nella fiction di Canale 4 Un ciclone in famiglia. Nel 2008 è poi entrato nel cast della miniserie tv Mogli a pezzi, regia di Alessandro Benvenuti e Vincenzo Terracciano. In seguito ha recitato nel film tv So che ritornerai, diretto da Eros Puglielli (2009), nelle vesti del figlio di Manuela Arcuri, nella fiction Le segretarie del sesto, dove ha interpretato Carletto, il figlio di Claudia Gerini e in Don Matteo. Dopo la partecipazione a Ballando con le Stelline, format figlio di Ballando con le Stelle, è tornato a recitare nella miniserie tv Dov’è mia figlia?, regia di Monica Vullo (2011). L’anno seguente ha anche preso parte aIl tredicesimo apostolo, regia di Alexis Sweet.
Giulia Salerno, Asia Argento, Andrea Pittorino e altri attori al Festival di Cannes del 2014 (Getty Images).
Dopo la fiction Le tre rose di Eva 3, di Raffaele Mertes nel 2015, nel 2019 ha interpretato Davide Basile nella serie tv L’Aquila – Grandi speranze. Nel 2020 invece è entrato a far parte del film di Gabriele Muccino Gli anni più belli. Ha recitato sul grande schermo anche in Mai Stati Uniti, regia di Carlo Vanzina (2013), Incompresa, regia di Asia Argento (2014), Amori elementari di Sergio Basso (2014) e La vita possibile, regia di Ivano De Matteo (2016).
Andrea Pittorino: la vita privata
Essendo l’attore una persona molto riservata, non si sa se attualmente sia fidanzato o single. Anche dai suoi profili social, dove preferisce postare scatti riguardanti la sua carriera professionale, non è possibile intuire alcun dettaglio della vita privata.
Lettura ottica tramite codice a sbarre. È omicidio-suicidio. In carcere prima ammazzi la speranza e poi t’ammazzi tu. Volevo vedere mio figlio, volevo farvelo capire, così son morta di fame, fame di mio mio figlio. Nella sceneggiatura c’è scritto sempre “interno giorno” o “interno notte”. L’esterno siamo noi, siamo noi colpevoli non ufficiali di disinteresse verso i colpevoli ufficiali. Quest’anno il numero dei suicidi in carcere è impressionante; sono morti che ci appartengono, sono morti di tutti. Le carceri son sovraffollate di solitudini. Mi chiesero di scrivere un palindromo sul viaggio tumultuoso che è la vita, e io questo scrissi: “Amar è la gogna, fango, galera ma…”.
Jannik Sinner ha scritto ancora una volta una pagina di storia del tennis azzurro. L’altoatesino ha vinto nella notte italiana a Toronto il primo Masters 1000 della sua carriera, raggiungendo anche la sesta posizione del ranking mondiale Atp. La sua vittoria contro l’australiano Alex De Minaur, giunta dopo un percorso netto in cui ha perso solamente un set nei quarti contro Gael Monfils, si inserisce di diritto fra le grandi imprese dei nostri fenomeni della racchetta. Prima di lui, soltanto Fabio Fognini era riuscito a vincere un Masters 1000 quando nel 2019, a Montecarlo, si impose sul campo Ranieri III dopo aver battuto in semifinale Rafael Nadal.
Non solo Sinner e Fognini, le altre imprese del tennis azzurro
Volandri e Seppi contro Federer, battere il Re vale quanto un torneo
Non avranno mai vinto un torneo Atp Masters 1000, ma Filippo Volandri e Andreas Seppi possono vantare di aver sconfitto almeno una volta Roger Federer. Il primo si prese lo scalpo del fenomeno svizzero a Roma nel 2007, giocando un match perfetto al terzo turno degli Internazionali d’Italia. Con un netto 6-2, 6-4 il livornese si impose in poco più di un’ora di gioco, vincendo per la prima volta contro un numero 1 della classifica mondiale. Andreas Seppi si tolse la soddisfazione di battere Federer dopo 11 sconfitte consecutive nientemeno che in uno Slam. Agli US Open 2015, si impose per tre set a uno sbarrando allo svizzero la strada verso gli ottavi che raggiungeva da 12 stagioni di fila.
Filippo Volandri sul campo centrale di Roma dopo la vittoria contro Federer (Getty Images).
Berrettini e Cecchinato, finale e semifinale Slam fra Londra e Parigi
Fra le pagine più dolci della recente storia del tennis azzurro c’è la favola di Marco Cecchinato al Roland Garros 2018. Il palermitano infatti raggiunse le semifinali dello Slam parigino battendo ai quarti il serbo Novak Djokovic, allora numero 22 della classifica e reduce da diversi infortuni. Con i parziali di 6-3, 7-6, 1-6, 7-6, divenne l’ottavo italiano a centrare la semifinale in un torneo Slam, dove perse contro Dominic Thiem. Prima di Parigi, Cecchinato non aveva mai vinto nemmeno una partita a livello Major. Indimenticabile poi il cammino di Matteo Berrettini sull’erba di Wimbledon nel 2021 quando, vincendo contro Hubert Hurcacz si qualificò per la finale del torneo. Primo italiano a raggiungere l’ultimo atto ai Championships, si arrese soltanto a Novak Djokovic, sette volte vincitore a Londra.
Matteo Berrettini accanto a Novak Djokovic dopo la finale a Wimbledon (Getty Images).
Francesca Schiavone regina del Roland Garros 2010
Fra le imprese del tennis azzurro c’è anche la vittoria di Francesca Schiavone al Roland Garros 2010. La tennista milanese, partita come numero 17 del tabellone, rischiò grosso al primo turno contro Regina Kulikova, dove era sotto di un break nel terzo set. Fece però poi un cammino perfetto eliminando, fra le altre, anche Caroline Wozniacki ed Elena Dementieva. Con un netto 6-4, 7-6 in finale si sbarazzò anche di Samantha Stosur, diventando la prima donna italiana a vincere un torneo dello Slam nonché la terza in assoluto dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta che vinsero a Parigi nel 1959, 1960 e 1976.
Francesca Schiavone stringe il trofeo del Roland Garros (Getty Images).
Pennetta-Vinci, agli US Open 2015 il tennis parla italiano
Il 12 settembre 2015 resterà per sempre una data miliare nella storia del tennis femminile azzurro. A New York, sul centrale degli US Open, Flavia Pennetta e Roberta Vinci si affrontarono per la finale dello Slam americano, la prima a tinte tricolori della storia. Vinse la brindisina in due set, il primo dei quali conquistato al tiebreak, ma fu comunque una grande festa davanti all’allora premier Matteo Renzi. In semifinale, Pennetta aveva eliminato Simona Halep con un perentorio 6-3, 6-1, mentre Vinci aveva stoppato la corsa di Serena Williams, che sognava il Grande Slam dopo aver vinto Australian Open, Roland Garros e Wimbledon nella stessa stagione. A fine match, durante la premiazione, Pennetta annunciò il ritiro dal tennis.
Flavia Pennetta e Roberta Vinci nella finale italiane degli US Open (Getty Images).
In un primo momento era stato annunciato che Cristina Scuccia, la celebre ex Suor Cristina di The Voice of Italy, avrebbe preso parte alla prossima edizione del format di Carlo ContiTale e quale show. Il suo futuro in Rai, però, sarà in realtà molto diverso. La cantante ha infatti scelto di tirarsi fuori, lasciando spazio ad un’altra collega.
Cristina Scuccia si tira indietro da Tale e quale show 2023
Scuccia avrebbe dovuto debuttare nella trasmissione il 22 settembre in prima serata su Rai Uno, ma così non sarà. I motivi? Inizialmente si è parlato molto di un mancato accordo economico per la sua partecipazione alla competizione, mentre in un secondo momento su DiPiù è apparsa un’altra indiscrezione: sembra infatti che l’ex suora avesse avanzato delle pretese precise alla produzione affinché la sua partecipazione diventasse realtà. Sul magazine, a proposito, si legge che l’artista avrebbe chiesto «di non imitare personaggi trasgressivi e di non volere cantare un certo tipo di canzoni. Una richiesta che non è affatto piaciuta a chi si occupa di Tale e Quale Show, anche per non favorirla in qualche modo rispetto ad altri concorrenti». Quanto detto fino a questo punto, va ricordato, fa riferimento a puri e semplici rumor. L’unica certezza per ora è che Scuccia non parteciperà alla trasmissione condotta da Carlo Conti in partenza in autunno.
Jo Squillo al suo posto?
In men che non si dica, la produzione del programma è riuscita a trovare una soluzione a questo forfait dell’ultimo momento. Dovrebbe essere Jo Squillo a sostituire la collega Cristina Scuccia, a sua volta cantante e da anni conduttrice di TV Moda. Insieme a lei, sullo stesso palco a imitare fattezze e timbri di altri personaggi musicali, il pubblico troverà anche Pamela Prati, Jasmine Rotolo, Maria Teresa Ruta, Ilaria Mongiovì, Ginevra Lamborghini, Lorenzo Licitra, Scialpi, Gaudiano e Alex Belli.
Giovanni Vernia, nato a Genova il 23 agosto 1973, è un comico, attore, conduttore radiofonico e regista. È diventato famoso per l’interpretazione del personaggio comico Jonny Groove nato sul palcoscenico di Zelig.
Giovanni Vernia: biografia e carriera
Prima di dedicarsi alla comicità e alla recitazione, Vernia ha lavorato in una multinazionale di consulenza e poi per una società di marketing, entrambe americane. Senza abbandonare il lavoro, si è poi iscritto alla Scuola Teatrale di Improvvisazione Comica e nel 2007 ha iniziato a costruire il personaggio Jonny Groove, una parodia del mondo della vita notturna e delle discoteche, che l’ha fatto fa approdare ai laboratori Zelig On The Road di Verona e Rimini. L’anno seguente è poi entrato a far parte del cast della trasmissione Zelig Off e in seguito Zelig. Nell’ottobre 2008 è uscito il suo singolo dance ESSIAMONOI, mentre a marzo 2009 è stata pubblicato anche l’album ESSIAMONOI Compilation. L’anno seguente è tornato sul palcoscenico di Zelig, debuttando anche a teatro con lo spettacolo Essiamonoi.
Giovanni Vernia e i figli (Facebook).
Nel giugno 2011 sono iniziate le riprese del suo primo film, intitolato Ti stimo fratello, diretto da lui stesso, mentre due anni dopo è tornato a Zelig con l’imitazione/parodia di Fabrizio Corona. Anche nel 2014 è salito sul palco della trasmissione, proponendo in ogni puntata un’imitazione inedita, dai monologhi alle parodie di Mika (insieme a Gianni Morandi) e Jovanotti, passando anche alla conduzione. Nel 2013 ha anche recitato nel film Mai Stati Uniti di Carlo Vanzina mentre nel 2015 si è dedicato al web lanciando le parodie di Fedez e di Pif. Tre anni dopo ha partecipato all’ottava edizione del programma Tale e quale show, arrivando quarto.
Giovanni Vernia: la vita privata
Il comico è sposato con Marika Sacco, che non fa parte del mondo dello spettacolo e lavora da anni nella comunicazione di Poste Italiane. La coppia si è conosciuta quando anche Vernia lavorava nel mondo della comunicazione e ha due figli, Matilda e Giulio Louis.
Ana Caterina Morariu, nata a Cluj-Napoca il 20 novembre 1980, è un’attrice romena naturalizzata italiana. È figlia della ballerina romena Marineta Rodica Rotaru e parla quattro lingue: rumeno, italiano, francese e inglese.
Ana Caterina Morariu: biografia e carriera
Dopo il diploma scientifico, nel 2002 si è diplomata anche al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Nello stesso anno ha debuttato a teatro, lavorando poi in diverse produzioni televisive e cinematografiche. Il suo esordio al cinema è stato con un film americano, Ocean’s Twelve, regia di Steven Soderbergh (2004). Lo stesso anno per la tv italiana ha recitato in La fuga degli innocenti, regia di Leone Pompucci, La omicidi, regia di Riccardo Milani e Le cinque giornate di Milano, regia di Carlo Lizzani. Nel 2006 è stata tra i protagonisti del film Il mio miglior nemico di Carlo Verdone, grazie al quale ha ottenuto una candidatura ai David di Donatello come migliore attrice protagonista. Due anni dopo è tornata sul grande schermo con il film Il sangue dei vinti di Michele Soavi.
Ana Caterina Morariu nel 2010 (Getty Images).
Numerose le fiction televisive alle quali Morariu ha preso parte, tra cui Le stagioni del cuore di Antonello Grimaldi (2004), De Gasperi, l’uomo della speranza di Liliana Cavani (2005), Guerra e pace di Robert Dornhelm e Brendan Donnison (2007), Il commissario De Luca di Antonio Frazzi (2008), Il mistero del lago di Marco Serafini (2009) e Sarò sempre tuo padre di Lodovico Gasparini (2011). Nel 2013 ha avuto un ruolo da co-protagonista in Squadra antimafia – Palermo oggi, lasciando la serie due anni più tardi. Nel 2015 ha poi recitato nella pellicola Si accettano miracoli di Alessandro Siani, ed è stata nel cast della serie tv Tutto può succedere.
Ana Caterina Morariu: la vita privata
Proprio sul set di Tutto può succedere, Ana Caterina ha conosciuto l’attuale compagno, il regista Alessandro Angelini. A coronare la loro storia d’amore è stata la nascita della figlia Maria Francesca nel novembre del 2017.
Sempre più sotto i riflettori e spesso regista della sorella premier. Arianna Meloni, per anni nota solo come la «sorella di Giorgia», ha un ruolo centrale, indossando i panni della suggeritrice della presidente del Consiglio. Addirittura si parla del possibile derby in casa, nel vero senso della parola, per una candidatura alle Europee di Arianna e non del marito, Francesco Lollobrigida a cui sotto sotto non dispiace evitarsi la fatica: resterebbe comodamente al ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, senza dover andare in giro a cercare preferenze. Nessuno vuole infilare il dito tra moglie e marito, ma la competizione sotto lo stesso tetto resta una vicenda singolare. E ci sono calcoli politici a suffragare l’opzione “Arianna europea”. «La candidatura della sorella darebbe un vantaggio non da poco», spiegano fonti di Fratelli d’Italia, perché «eviterebbe a Giorgia la candidatura diretta e consentirebbe agli elettori di scrivere il cognome Meloni». Sulla soluzione, però, nessuno si sbottona e infatti viene puntualizzato negli ambienti del partito: «Questa è solo una voce che circola, deciderà Giorgia». Insieme ad Arianna, ça va sans dire.
Arianna Meloni col marito Francesco Lollobrigida (Imagoeconomica).
Arianna, agguerrita sostenitrice della linea ostile ai giornalisti
Anche sulla comunicazione, Arianna Meloni è l’unica a potersi permettere il lusso di mettere bocca nella strategia, orchestrata solo duo formato da Patrizia Scurti e Giovanna Ianniello, gelosissime del loro potere, in grado di relegare ai margini Mario Sechi, che ha già annunciato il suo The end, con tanto di colonna sonora dei Doors, dall’esperienza di portavoce a Palazzo Chigi. La coppia di pretoriane della premier, però, nulla può se parla lei, la sorella d’Italia, Arianna. Si racconta che sia una delle più agguerrite sostenitrici della linea ostile ai giornalisti, evitando le conferenze stampa. Una posizione, peraltro, allineata a quella di Scurti e Ianniello.
Arianna Meloni con Francesco Rocca e Fabio Rampelli (Imagoeconomica).
Ha spinto per la nomina di Vaia al ministero della Salute
Il legame di sangue rende Arianna Meloni una delle persone più influenti sulla presidente del Consiglio. E non da oggi. La scalata di Lollobrigida nel partito viene attribuita in quota Arianna. Così come, di recente, ha spinto per la nomina di Francesco Vaia a direttore generale prevenzione del ministero della Salute. La conoscenza si è consolidata quando l’allora direttore generale dell’Istituto Spallanzani di Roma ha curato dal Covid persone molto care alla famiglia Meloni, diventando prima un consulente ombra della leader di Fdi e poi ottenendo il prestigioso incarico al fianco del ministro Orazio Schillaci.
I suggerimenti flop: Di Foggia e Michetti
Uno dei sussurri più pesanti fatti alla sorella riporta al nome di Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegata di Terna, che negli ultimi giorni è finita al centro delle polemiche per la gestione molto personalizzata della società. A inizio agosto ha rimosso d’imperio, e senza preavviso, il direttore finanziario Agostino Scornajenchi e il direttore corporate affairsGiuseppe Del Villano, rei di essere troppo legati al precedente management. Ma soprattutto, dopo aver dato il benservito ai dirigenti non ha indicato i sostituti necessari a non lasciare sguarnito, nell’immediato, l’organigramma di Terna. Un modus operandi che ha sollevato dubbi, politici e al livello dirigenziale, sulla bontà della nomina caldeggiata appunto da Arianna Meloni.
Arianna e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).
Già in passato, peraltro, non aveva brillato per la qualità dei suggerimenti. Dietro alla candidatura di Enrico Michetti a sindaco di Roma c’era proprio la sponsorizzazione della sorella di Giorgia, che all’epoca era comunque solo leader del suo partito, Fratelli d’Italia. Tra i tanti nomi vagliati, Meloni tirò fuori quello del tribuno radiofonico romano su idea della sorella. L’esito è noto a tutti: il centrodestra era stra-favorito, ma al Campidoglio è andato Roberto Gualtieri, schierato dal centrosinistra senza grosse ambizioni. Almeno fino a quando non ha constatato la debolezza dell’avversario. Scivoloni che però ad Arianna Meloni vengono perdonati.
La vignetta del Fatto e la querela contro Natangelo
Certo, ultimamente le attenzioni sono arrivate quasi sempre per le vignette del Fatto Quotidiano, che hanno unito ancora di più la famiglia e serrato i ranghi del partito. La sorella della presidente del Consiglio ha querelato Mario Natangelo, autore del disegno che la ritraeva nello stesso letto con un migrante, in riferimento alle affermazioni sulla sostituzione etnica di Lollobrigida. Subito dopo la pubblicazione la premiare intervenne duramente a tutela della sua famiglia. Qualche giorno dopo il quotidiano diretto da Marco Travaglio è tornato alla carica con un’altra vignetta sulla Meloni’s sister. Ormai lontana dal ruolo di “ombra”.
Alle elezioni primarie in Argentina di domenica 13 agosto la coalizione di JavierMilei, la Libertà Avanza (Lla), rimane quella più votata con il 30 per cento delle preferenze ottenute. Il centrodestra di Juntospor el Cambio (JxC), con la somma dei voti dei suoi due candidati – la vincitrice della primaria e futura candidata alla presidenza, Patricia Bullrich e lo sconfitto Horacio Rodriguez Larreta – figura al secondo posto. La coalizione di governo peronista di Union por la Patria (Up) rimane relegata al terzo posto. Nel suo programma di governo Milei promette, tra l’altro, di falciare gli impieghi nella pubblica amministrazione, la «dollarizzazione» della valuta, la privatizzazione dei servizi pubblici (incluse sanità e istruzione) e l’eliminazione della Banca centrale.
Milei (Ansa)
Milei: «Basta alla casta parassitaria, ladra e inutile di questo Paese»
Una vittoria che metterà fine «alla casta parassitaria, ladra e inutile di questo Paese»: Milei ha commentato così il suo trionfo a sorpresa alle primarie presidenziali di domenica 13 agosto. Sulla scia di questo successo, quello che alcuni hanno definito come il Jair Bolsonaro argentino, ritiene adesso di poter ingrossare ulteriormente le fila dei suoi sostenitori: «Siamo in condizioni di vincere al primo turno. Un terzo degli argentini ha deciso per il cambio» ha affermato nel suo primo discorso tenuto dopo la pubblicazione dei dati ufficiali. E ha aggiunto: «Siamo di fronte alla fine del modello della casta, quel modello la cui massima espressione è l’aberrazione chiamata giustizia sociale che solo produce deficit fiscale. Oggi abbiamo dato il primo passo per la rinascita dell’Argentina».
Jannik Sinner ha vinto il National Bank Open sul cemento di Toronto, sesto torneo Atp Masters 1000 stagionale (con un montepremi di 6.660.975 dollari) battendo in finale l’australiano Alex De Minaur per 6-4 6-1 in un’ora e 20 minuti di gioco. Per Sinner è il primo successo della carriera in un 1000, e il secondo di un italiano dopo quello di Fabio Fognini nel 2019 a Montecarlo.
Diventa il numero sei al mondo
Un 2023 di crescita costante per l’allievo di Simone Vagnozzi, con due finali 1000, la semifinale a Wimbledon e adesso questo trionfo. Con il successo di Toronto, Sinner, che mercoledì compirà 22 anni, ha battuto per la quinta volta in carriera De Minaur. Così l’altoatesino sale al numero sei del ranking mondiale, eguagliando la classifica in cui si posizionava Matteo Berrettini, che ci era arrivato nel 2021, l’anno della finale di Wimbledon. La Race per le Finals, invece, che indica il rendimento della stagione, lo vede al quarto posto subito dietro i tre campioni Slam, Djokovic, Alcaraz e Medvedev.
Jannik Sinner (Getty Images)
Sinner: «Abbiamo lavorato duro e questi risultati ci fanno sentire più forti»
Dopo il successo nel National Bank Open di Toronto sono state queste le parole di Sinner: «Per me questo successo vuol dire tantissimo. È un grande risultato che condivido con tutte le persone che mi sono vicine ogni giorno, con il mio team. Non tutti sono qui, ma spero che chi non è qui mi stia guardando. Abbiamo lavorato duro e questi risultati ci fanno stare bene e ci fanno sentire più forti, facendoci anche venire voglia di lavorare ancora di più». E aggiunge: «Mi è piaciuto come ho gestito questa situazione, affrontando con la giusta attitudine ogni avversario. Non nego di aver sentito la pressione, ma penso di averla gestita bene cercando di giocare punto a punto e trattando tutti con il giusto rispetto sul campo».
Un ragazzo di 13 anni del North Dakota è sopravvissuto a una caduta di circa 30 metri da una sporgenza sul bordo nord del Grand Canyon durante un viaggio di famiglia. Le squadre di emergenza hanno impiegato due ore per salvare Wyatt Kauffman dopo che è scivolato su una scarpata ed è precipitato per quasi 30 metri sul sentiero Bright Angel Point.
Nove vertebre rotte
Wyatt è stato trasportato in aereo in un ospedale di Las Vegas per il trattamento di nove vertebre rotte, la rottura della milza, un polmone collassato, una commozione cerebrale, una mano rotta e un dito slogato. Il ragazzo, alla tv di Phoenix Kpnx, ha raccontato: «Ero sulla sporgenza e mi stavo spostando in modo che altre persone potessero scattare una foto. Mi sono accovacciato e mi sono aggrappato ad una roccia, con una sola mano. Non era una buona presa. È stato come spingermi indietro. Ho perso la presa e ho iniziato a cadere».
L’aeroporto di Catania è attualmente chiuso a causa dell’attività eruttiva dell’Etna. Lo comunica la società che gestisce lo scalo sul proprio sito. Resteranno chiusi fino alle 13 di lunedì 14 agosto «i settori di spazio aereo C1 e B3», con tutti gli arrivi e le partenze cancellate.
Presentarsi in aeroporto solo dopo aver consultato la propria compagnia aerea
«Si pregano i gentili passeggeri di presentarsi in aeroporto solo dopo aver consultato la propria compagnia aerea — si legge in una nota —. Per informazioni sui voli dirottati o cancellati si prega di rivolgersi alle compagnie aeree o verificare la situazione in tempo reale sul sito dell’Aeroporto www.aeroporto.catania.it e sui profili Facebook e Twitter dell’aeroporto».