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Codice a sbarre, gli omicidi-suicidi e il nostro disinteresse
Lettura ottica tramite codice a sbarre. È omicidio-suicidio. In carcere prima ammazzi la speranza e poi t’ammazzi tu. Volevo vedere mio figlio, volevo farvelo capire, così son morta di fame, fame di mio mio figlio. Nella sceneggiatura c’è scritto sempre “interno giorno” o “interno notte”. L’esterno siamo noi, siamo noi colpevoli non ufficiali di disinteresse verso i colpevoli ufficiali. Quest’anno il numero dei suicidi in carcere è impressionante; sono morti che ci appartengono, sono morti di tutti. Le carceri son sovraffollate di solitudini. Mi chiesero di scrivere un palindromo sul viaggio tumultuoso che è la vita, e io questo scrissi: “Amar è la gogna, fango, galera ma…”.
