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Meloni contro Bonaccini: «Sull’alluvione cerca visibilità»
A quasi tre mesi dall’alluvione che colpì l’Emilia-Romagna continua il botta e risposta tra l’amministrazione regionale e il governo. Dopo giorni di accuse alla premier da parte di Stefano Bonaccini, numero uno della regione colpita dall’alluvione, Giorgia Meloni ha risposto per mezzo di una lunga lettera. La premier nel suo documento ha scritto: «Non ho avuto modo di leggere da parte sua alcuna parola di sostegno» all’azione del governo sull’alluvione, «anzi. Ho letto che Lei, nella Sua veste di presidente di Regione nonché di sub commissario alla ricostruzione, ha ripetutamente affermato che sul territorio non sarebbe arrivato sino ad oggi neanche un euro. Non bisogna cedere alla fretta ed alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità, alimentando polemiche inutili».
La rottura dopo la nomina del commissario Figliuolo
Sembrano molto lontani, insomma, i momenti immediatamente successivi all’alluvione con le visite di Meloni in Romagna. I primi sopralluoghi avvennero addirittura insieme alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Erano i giorni della reciproca esibizione, da parte di Bonaccini e Meloni, di un fair play istituzionale e di un concorde spirito di collaborazione, incrinato però non appena il governo decise di nominare (anche in quel caso fu denunciato un ritardo nella nomina) come commissario il generale Francesco Paolo Figliuolo, anziché il presidente della Regione, sconfessando, nei fatti il metodo seguito per la ricostruzione del terremoto in Emilia del 2012.
Bonaccini: «La fretta è dei cittadini, misure del governo non funzionano»
«La fretta che Meloni mi imputa», ha replicato Bonaccini, «in realtà è quella dei nostri concittadini. Che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perché molto sarebbe già stato fatto. Purtroppo non è così, la premier può senz’altro chiedere direttamente a famiglie e imprese», rinnovandole l’invito a un confronto allo stesso tavolo per fare il punto sulle risorse e individuare soluzioni. Lo scontro è però anche sulle cifre: il governo, dice Meloni nella sua lunga lettera, ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi che l’esecutivo ribadisce è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i privati che hanno subito danni. Per questo motivo non sarebbe corretta – secondo Meloni – l’informazione secondo la quale non si sarebbe visto un euro.
Lo scontro sulle cifre e su come ricevere gli indennizzi
Una lettura che però, secondo Bonaccini, non corrisponde alla realtà. «A oggi», è la sua replica, «gli unici contributi arrivati ai cittadini sono quelli decisi da Regione e Protezione civile nazionale, mentre famiglie e imprese attendono gli indennizzi. I due Decreti adottati dal governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese». Questione, quest’ultima, che secondo Bonaccini rischia di abbattersi con effetti pesanti su una delle aree più produttive del Paese: «La stragrande maggioranza delle imprese non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile»