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Le ambizioni di Arianna Meloni, l’intoccabile nonostante i fallimenti
Sempre più sotto i riflettori e spesso regista della sorella premier. Arianna Meloni, per anni nota solo come la «sorella di Giorgia», ha un ruolo centrale, indossando i panni della suggeritrice della presidente del Consiglio. Addirittura si parla del possibile derby in casa, nel vero senso della parola, per una candidatura alle Europee di Arianna e non del marito, Francesco Lollobrigida a cui sotto sotto non dispiace evitarsi la fatica: resterebbe comodamente al ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, senza dover andare in giro a cercare preferenze. Nessuno vuole infilare il dito tra moglie e marito, ma la competizione sotto lo stesso tetto resta una vicenda singolare. E ci sono calcoli politici a suffragare l’opzione “Arianna europea”. «La candidatura della sorella darebbe un vantaggio non da poco», spiegano fonti di Fratelli d’Italia, perché «eviterebbe a Giorgia la candidatura diretta e consentirebbe agli elettori di scrivere il cognome Meloni». Sulla soluzione, però, nessuno si sbottona e infatti viene puntualizzato negli ambienti del partito: «Questa è solo una voce che circola, deciderà Giorgia». Insieme ad Arianna, ça va sans dire.
Arianna, agguerrita sostenitrice della linea ostile ai giornalisti
Anche sulla comunicazione, Arianna Meloni è l’unica a potersi permettere il lusso di mettere bocca nella strategia, orchestrata solo duo formato da Patrizia Scurti e Giovanna Ianniello, gelosissime del loro potere, in grado di relegare ai margini Mario Sechi, che ha già annunciato il suo The end, con tanto di colonna sonora dei Doors, dall’esperienza di portavoce a Palazzo Chigi. La coppia di pretoriane della premier, però, nulla può se parla lei, la sorella d’Italia, Arianna. Si racconta che sia una delle più agguerrite sostenitrici della linea ostile ai giornalisti, evitando le conferenze stampa. Una posizione, peraltro, allineata a quella di Scurti e Ianniello.
Ha spinto per la nomina di Vaia al ministero della Salute
Il legame di sangue rende Arianna Meloni una delle persone più influenti sulla presidente del Consiglio. E non da oggi. La scalata di Lollobrigida nel partito viene attribuita in quota Arianna. Così come, di recente, ha spinto per la nomina di Francesco Vaia a direttore generale prevenzione del ministero della Salute. La conoscenza si è consolidata quando l’allora direttore generale dell’Istituto Spallanzani di Roma ha curato dal Covid persone molto care alla famiglia Meloni, diventando prima un consulente ombra della leader di Fdi e poi ottenendo il prestigioso incarico al fianco del ministro Orazio Schillaci.
I suggerimenti flop: Di Foggia e Michetti
Uno dei sussurri più pesanti fatti alla sorella riporta al nome di Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegata di Terna, che negli ultimi giorni è finita al centro delle polemiche per la gestione molto personalizzata della società. A inizio agosto ha rimosso d’imperio, e senza preavviso, il direttore finanziario Agostino Scornajenchi e il direttore corporate affairs Giuseppe Del Villano, rei di essere troppo legati al precedente management. Ma soprattutto, dopo aver dato il benservito ai dirigenti non ha indicato i sostituti necessari a non lasciare sguarnito, nell’immediato, l’organigramma di Terna. Un modus operandi che ha sollevato dubbi, politici e al livello dirigenziale, sulla bontà della nomina caldeggiata appunto da Arianna Meloni.
Già in passato, peraltro, non aveva brillato per la qualità dei suggerimenti. Dietro alla candidatura di Enrico Michetti a sindaco di Roma c’era proprio la sponsorizzazione della sorella di Giorgia, che all’epoca era comunque solo leader del suo partito, Fratelli d’Italia. Tra i tanti nomi vagliati, Meloni tirò fuori quello del tribuno radiofonico romano su idea della sorella. L’esito è noto a tutti: il centrodestra era stra-favorito, ma al Campidoglio è andato Roberto Gualtieri, schierato dal centrosinistra senza grosse ambizioni. Almeno fino a quando non ha constatato la debolezza dell’avversario. Scivoloni che però ad Arianna Meloni vengono perdonati.
La vignetta del Fatto e la querela contro Natangelo
Certo, ultimamente le attenzioni sono arrivate quasi sempre per le vignette del Fatto Quotidiano, che hanno unito ancora di più la famiglia e serrato i ranghi del partito. La sorella della presidente del Consiglio ha querelato Mario Natangelo, autore del disegno che la ritraeva nello stesso letto con un migrante, in riferimento alle affermazioni sulla sostituzione etnica di Lollobrigida. Subito dopo la pubblicazione la premiare intervenne duramente a tutela della sua famiglia. Qualche giorno dopo il quotidiano diretto da Marco Travaglio è tornato alla carica con un’altra vignetta sulla Meloni’s sister. Ormai lontana dal ruolo di “ombra”.