Monthly Archives: Luglio 2023

Melania Trump preserva la sua privacy e aiuta il figlio nella scelta del college

Melania Trump rinnova e conferma il sostegno al marito e crede che, il prossimo anno, potrebbe tornare alla Casa Bianca. Secondo l’ex first lady, la sua famiglia è stata attaccata ingiustamente dai media ed è inoltre particolarmente scettica della causa avanzata dalla scrittrice E. Jean Carroll. Nonostante questo Melania Trump ha scelto di mantenere la sua privacy: risulta infatti quasi sparita dalla scena pubblica, dopo l’uscita dalla Casa Bianca, e non ha partecipato agli eventi elettorali di Donald Trump.

Melania Trump e la scelta del college per il figlio

Melania è al momento impegnata nel suo ruolo di mamma: sta infatti aiutando il figlio Barron a trovare il college più adatto a lui. Come riportato dal New York Times, il circolo di frequentazioni di Melania, si è ristretto dalla fine della presidenza: oltre ai suoi genitori, a Barron e qualche volta Trump, l’ex First lady conta solo su alcuni vecchi amici. Per il resto ha scelto di mantenere la sua riservatezza, preferendo Mar-a-Lago a Bedminster e trascorrendo le sue giornate alla spa.

Ance e Autostrade per l’Italia siglano un protocollo d’intesa per potenziare la rete

È stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra Ance e Amplia Infrastructures, società di costruzioni del gruppo Autostrade per l’Italia, teso a rafforzare le sinergie nell’ambito dell’intera filiera per la messa a terra del piano di Aspi per il potenziamento e l’ammodernamento della rete autostradale in gestione. Il Gruppo ha infatti delineato con chiarezza la roadmap da seguire per sviluppare un’infrastruttura moderna, digitale e sostenibile, preparandosi a una sfida realizzativa senza pari nella sua storia che comporterà volumi di investimenti rilevanti da qui ai prossimi anni.

Obiettivo del protocollo è aprire cantieri e rigenerare le infrastrutture nazionali

In questo contesto, la quasi totalità dei progetti relativi alle grandi opere risulta già sviluppata e con iter autorizzativi in corso o completati. L’obiettivo di Aspi, spiega il comunicato, è proseguire nell’apertura del maggior numero di cantieri entro il 2023 e nei primi mesi del 2024 per consentire anche una rapida rigenerazione delle infrastrutture nazionali e contribuire nel modo più efficace possibile al rilancio economico del Paese. Al fine di assicurare il completamento delle opere nei tempi previsti, seguendo gli standard di qualità come presupposto ineludibile della messa a terra del piano, Aspi ha messo a punto con Ance un delivery model differenziato, con un forte coinvolgimento di tutta la filiera delle costruzioni. Il protocollo prevede il ricorso «a forme consortili e all’utilizzo del subappalto, condividendo con Ance le migliori pratiche contrattuali disponibili e nel rispetto delle norme vigenti in materia di in house providing». Al contempo Ance assicura il suo contributo alla realizzazione del piano, che «dovrà vedere il coinvolgimento delle imprese di piccola, media e grande dimensione favorendone la crescita, il consolidamento e lo sviluppo». Con questo protocollo viene inoltre costituito un gruppo di lavoro paritetico, composto da tre rappresentanti per ciascuna delle Parti, allo scopo di monitorare l’implementazione dell’accordo e proporre modifiche o integrazioni allo stesso.

«Accordo frutto di un intenso e proficuo confronto»

La presidente di Ance Federica Brancaccio ha così dichiarato in merito all’iniziativa: «L’accordo siglato oggi con Aspi è frutto di un intenso e proficuo confronto che mira a garantire un modello virtuoso nei rapporti tra imprese ispirato alla collaborazione e ad alti standard di qualità, tutelando tutti gli attori della lunga filiera delle costruzioni e gli interessi della collettività». Le ha fatto eco l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi: «Con Ance condividiamo l’obiettivo di realizzare rapidamente gli interventi sulla rete. Questo accordo fa sì che il piano di Aspi diventi sempre più un progetto partecipato con tutta la filiera e a beneficio delle economie dei territori toccate dalle nostre opere».

A Milano più di 600 interventi dei vigili del fuoco dopo il nubifragio

Sono oltre 600 gli interventi di soccorso a ora, mentre un centinaio sono “in coda”, da parte dei vigili del fuoco di Milano in città e provincia dopo la bufera che si è scatenata la notte tra lunedì e martedì sul capoluogo lombardo. Lo ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Milano, Nicola Micele, che ha fatto il punto sulla situazione. Tra gli scenari più impegnativi, ha citato il comandante, il Castello Sforzesco reso nuovamente accessibile alla cittadinanza e l’utilizzo di una gru per mettere in sicurezza una chiesa in via Torino, in centro. In precedenza, con il prefetto Laura Lega, a capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, si è tenuto un minuto di silenzio per commemorare le vittime del Corpo nella strage di via Palestro di 30 anni fa.

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Sala: «Liberare strade e percorsi del trasporto pubblico»

Il sindaco Beppe Sala ha deciso di convocare per martedì 1 agosto un incontro con tutte le forze che lavorano a Milano dopo il nubifragio della notte del 25 luglio. Il primo cittadino ha spiegato: «Più che contare i danni, in questi giorni preferisco che tutte le forze in campo, vigili del fuoco, polizia, esercito, Atm, Amsa, continuino a lavorare». E ancora: «Martedì li convocherò perché voglio avere sul tavolo un piano che ci porterà a una situazione spero normalizzata entro fine agosto. Chiedo ai cittadini di comprendere che non si può in un attimo ripristinare la situazione». L’obiettivo è «la liberazione delle strade e dei percorsi del trasporto pubblico. Nel medio periodo la riapertura dei parchi che sono ancora chiusi».

Gli interventi di soccorso dopo il nubifragio a Milano sono stati più di 600
Il sindaco di Milano Beppe Sala (Imagoeconomica).

Processo Grillo jr, si andrà avanti col nuovo giudice

Il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di applicare al tribunale di Tempio Pausania il magistrato Nicola Bonante, trasferito poche settimane fa a Bari. Si tratta dello stesso giudice che faceva parte del collegio giudicante impegnato nel processo sulla presunta violenza sessuale di gruppo di cui sono accusati Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe, e tre suoi amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

Il magistrato Nicola Bonante, applicato al tribunale di Tempio Pausania, è sostituito nel processo Grillo jr dal giudice Alessandro Cossu.
Tribunale (Getty images).

Caso Grillo jr: Bonante sostituito da un nuovo giudice

Dopo settimane di indiscrezioni sul futuro delle prossime udienze fissate in autunno, nelle quali verranno sentite anche le due ragazze presunte vittime delle violenze che sarebbero avvenute nel luglio del 2019 a Porto Cervo, arriva un altro colpo di scena che però non cambierà la dinamica del processo. Bonante, infatti, è stato sì applicato a Tempio Pausania, sua vecchia sede, ma per completare il dibattimento di tutti i fascicoli penali per i quali è ancora giudice, non più dunque nel processo Grillo jr dove è stato sostituito dal giudice Alessandro Cossu nell’udienza scorsa del 10 luglio. La richiesta di applicazione del giudice al tribunale di Tempio nonostante il suo trasferimento a Bari era arrivata dai vertici del foro gallurese come richiesta di aiuto vista la mole di udienze che i giudici si trovano a dover affrontare.

Sergio Rubini: età, moglie e film dell’attore

Sergio Rubini, nato a Grumo Appula (Puglia) il 21 dicembre 1959, è un attore, regista e sceneggiatore. Nel 1991, come miglior regista esordiente con il film La stazione, ha ricevuto un David di Donatello, un Nastro d’Argento, un Globo d’Oro e un Ciak d’Oro.

Sergio Rubini: biografia e carriera

Dopo alcune esperienze in radio, Sergio è approdato sul grande schermo con Figlio mio, infinitamente caro… di Valentino Orsini (1985), seguito dal film Desiderando Giulia di Andrea Barzini e Il caso Moro di Giuseppe Ferrara. Nel 1987 ha ottenuto un ruolo da protagonista nel film Il grande Blek, opera prima di Giuseppe Piccioni, e tre anni dopo ha fatto il suo esordio alla regia con il film La stazione. Altri film che Rubini ha diretto sono La bionda (1993), Prestazione straordinaria (1994), Il viaggio della sposa (1997), Tutto l’amore che c’è (2000), L’anima gemella (2002), L’amore ritorna (2004), La terra (2006), Colpo d’occhio (2008), L’uomo nero (2009), Mi rifaccio vivo (2013), Dobbiamo parlare (2015) e I fratelli De Filippo (2021).

Sergio Rubini, tra la carriera e la vita privata
Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi al Festival del Cinema di Roma nel 2022 (Getty Images).

Ha comunque continuato a fare anche l’attore interpretando numerosi ruoli in film come Al lupo al lupo di Carlo Verdone (1993), Una pura formalità di Giuseppe Tornatore (1994), L’albero delle pere diretto da Francesca Archibugi (1998), Manuale d’amore di Giovanni Veronesi (2005),  Qualunquemente, per la regia di Giulio Manfredonia (2011), Sei mai stata sulla Luna?, regia di Paolo Genovese (2015), Aspromonte – La terra degli ultimi, regia di Mimmo Calopresti (2019) e il recente Educazione fisica, regia di Stefano Cipani (2022). In televisione ha invece partecipato a Cinema che follia!, regia di Antonello Falqui (1988), Sacco e Vanzetti, regia di Fabrizio Costa (2005), La strada di casa di Riccardo Donna (2017-2019) e Più forti del destino di Alexis Sweet (2022).

Sergio Rubini: la vita privata

Dal 1991 al 1993 è stato sposato con la collega Margherita Buy, che aveva conosciuto all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma. Dal 1999 vive e lavora con la compagna Carla Cavalluzzi, che è una sceneggiatrice.

Incendi, l’arcivescovo di Palermo: «Colpa dei politici, decenni di omissioni»

La Sicilia brucia, da giorni. Palermo è tra le zone più colpite, con le fiamme che stanno distruggendo case e aziende in diverse aree della città e della relativa provincia. Uno scenario che ha costretto la giunta regionale a dichiarare lo stato di emergenza e obbligato centinaia di persone ad abbandonare le loro abitazioni per motivi di sicurezza. Durissimo, da questo punto di vista, il commento dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, che si è voluto rivolgere ai suoi fedeli con un pesante j’accuse nei confronti della politica.

«Non è un’emergenza ma il risultato di decisioni e omissioni»

Un messaggio chiaro, preciso e duro quello dell’autorità religiosa locale, che con il suo recente messaggio alla comunità ha voluto scagliarsi contro chi dovrebbe occuparsi del bene comune. «Mentre la città bruciava, ho ascoltato i vostri gemiti, visto il vostro pianto e condiviso il vostro smarrimento. Davanti a tutto questo ogni parola pare inutile. Il volto della città e dell’intera Sicilia è sfigurato», ha commentato Lorefice, che ha poi aggiunto: «Tutti noi sappiamo però che non si tratta di un’emergenza. Quello che è accaduto in questi giorni è l’esito ultimo di decenni di decisioni, di scelte, di gesti, di omissioni. La responsabilità di questo disastro ricade certo su chi ha avuto in mano la cosa pubblica, sulla politica, sulle nostre crepe educative, come anche sul modo di annunciare il Vangelo delle nostre comunità cristiane. Ricade su di noi, su di noi in quanto popolo».

«La speranza non è finita»

Nel suo discorso, il religioso ha voluto cercare di spiegare come si è arrivati ad una situazione simile, precisando che non è stato «fatto abbastanza per cambiare la nostra Casa comune, la Terra, per mettere fine alla logica dello sfruttamento e del profitto e combattere le mafie, per difendere l’ambiente, il territorio, i nostri beni culturali, per creare opportunità di lavoro e servizi sociali. Siamo stati pigri, indolenti, individualisti, fatalisti, distratti da gretti interessi di parte». Nonostante i pesanti ammonimenti rivolti alle autorità, ma anche allo stesso (scarso) senso di responsabilità della comunità locale, monsignor Lorefice si è anche sentito in dovere di lanciare un messaggio colmo di ottimismo, dichiarando: «Voglio dirvi però, in nome del Vangelo, che la speranza non è finita. Che ci sono attorno a noi e dentro di noi energie di riscatto e di novità. Miei cari e amati Palermitani, miei cari figli e figlie della Chiesa di S. Mamiliano, S. Rosalia, S. Benedetto il Moro e del Beato Pino Puglisi, alziamoci in piedi! Riprendiamo il filo della nostra storia, il flusso fecondo della nostra fede sostenuto dalla preghiera. Io sono e sarò accanto a voi, per compiere quest’esodo, per uscire dalla morsa della schiavitù e dell’ingiustizia, per cantare insieme il canto della liberazione e della consolazione».

Che tempo che fa, il caso dei profili social oscurati

«Come avete visto i profili social di Che tempo che fa non sono attivi, anzi alcuni sono stati impropriamente oscurati, addirittura. Siamo in attesa che ci vengano restituiti. Quello che è accaduto non ha alcuna ragione, non dà alcun vantaggio peraltro a chi l’ha fatto. Nel caso non dovessimo rientrarne in possesso ne apriremo naturalmente di nuovi e ve ne daremo notizia quanto prima». Lo ha detto Fabio Fazio in un video pubblicato su Twitter, commentando la scomparsa delle pagine social della sua trasmissione, prossima a traslocare sul Nove. «Fa piacere che improvvisamente tengano a Che tempo che fa, un po’ tardivamente ma per certi versi ha un che di positivo», ha chiosato poi con amara ironia il conduttore, approdato a Discovery dopo il divorzio dalla Rai.

I social di Che tempo che fa varrebbero almeno un milione di euro

Che tempo che fa vanta – o meglio vantava – due milioni di follower su Facebook, 560 mila su Twitter e quasi 600 mila su Instagram. Dei tre profili social della trasmissione, solo quest’ultima è ancora accessibile (ma con logo Rai invece di quello del talk show), mentre gli altri due sono stati oscurati. Questo è avvenuto, secondo quanto riportato da Tv Blog, a seguito di una trattativa non andata in porto tra la Rai (che ne è proprietaria) e L’Officina, ovvero la società che produce la trasmissione. Considerati il massiccio numero di follower e le tantissime interazioni, le pagine di Che tempo che fa avrebbero un valore di almeno un milione di euro.

Distanze inconciliabili tra Rai e l’Officina: così la trattativa è naufragata

La Rai, secondo fonti di Viale Mazzini, non ha chiesto una cifra così alta, ma stando alle indiscrezioni L’Officina ha offerto una cifra tra 20 e 30 mila euro per «prendere in gestione» i tre account social: una somma ben distante dal valore reale e per questo la trattativa, dopo qualche rilancio, è naufragata. Distanze inconciliabili, insomma. La trasmissione di Fazio, che ripartirà sul Nove domenica 15 ottobre, sui social dovrà – se non cambia qualcosa – ricominciare così da zero.

Che tempo che fa, il caso dei profili social oscurati. Lo sfogo di Fazio e la trattativa naufragata Rai-L'Officina.
Fabio Fazio e Luciana Littizzetto (Imagoeconomica).

Reperti archeologici trafugati: sequestri in tre regioni

Migliaia di reperti archeologici frutto di scavi clandestini in siti storici del Casertano, come l’Antica Cales, sono stati rinvenuti e sequestrati dai carabinieri del Nucleo tutela Patrimonio Culturale di Napoli, sotto il coordinamento della procura di Santa Maria Capua Vetere (quarta sezione), nel corso di 22 perquisizioni effettuate presso persone residenti in Campania, Puglia e Basilicata.

I reperti avrebbero generato un giro d’affari milionario

Numerose le persone indagate. In totale i reperti sequestrati, risalenti a un periodo compreso tra l’VIII secolo a.C.e il II d.C., avrebbero generato un giro di affari nel mercato illegale di circa 3 milioni di euro.

Angela Finocchiaro: età, marito, figli e film dell’attrice

Angela Finocchiaro, nata a Milano il 20 novembre 1955, è un’attrice e comica. Diivisa tra teatro, cinema e televisione, ha vinto due volte il David di Donatello per migliore attrice non protagonista in La bestia nel cuore di Cristina Comencini (2005) e Mio fratello è figlio unico di Daniele Lucchetti (2007).

Angela Finocchiaro: biografia e carriera

Angela ha iniziato la sua carriera teatrale negli Anni 70 nella compagnia Quelli di Grock, che si esibiva con spettacoli sperimentali e comici. Nel 1979 ha partecipato al film che l’ha resa nota, Ratataplan di Maurizio Nichetti. Durante gli Anni 80 ha continuato a lavorare a teatro, sia come attrice che come sceneggiatrice di spettacoli, debuttando anche nel cabaret. Tra il 1988 e il 1989 è stata una delle protagoniste della trasmissione La tv delle ragazze condotta su Rai 3 da Serena Dandini, prendendo parte anche a Zanzibar nel 1988. Dagli Anni 90 in poi ha lavorato in diverse fiction come Dio vede e provvede (1996-1998). Non ha comunque abbandonato il cinema tornando a recitare in Volere volare di Nichetti (1991), Arriva la bufera di Luchetti (1993) e Non ti muovere di e con Sergio Castellitto (2004).

Angela Finocchiaro, tra carriera e vita privata
Stefano Cipani, Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Angela Finocchiaro e Claudio Santamaria al Festival del Cinema di Roma nel 2022 (Getty Images).

Dal 2004 ha preso parte al programma di Canale 5 Zelig ed è stata tra le protagoniste di Mammamia!, serie su Rai 2 di brevi comiche mute. Ha continuato a recitare in film come Un giorno perfetto, regia di Ferzan Özpetek (2008), Il cosmo sul comò, regia di Marcello Cesena (2008), Io, loro e Lara, regia di Carlo Verdone (2010), La banda dei Babbi Natale, regia di Paolo Genovese (2010), Benvenuti al Nord, regia di Luca Miniero (2012), Indovina chi viene a Natale?, regia di Fausto Brizzi (2013), Sono tornato, regia di Luca Miniero (2018) e Educazione fisica, regia di Stefano Cipani (2022).

Angela Finocchiaro: la vita privata

L’attrice è sposata da diversi anni con Danilo, sul quale però non si hanno molte informazioni. La coppia ha avuto due figli, Nicolà e Nina.

BonelliErede, Pedersoli-Gattai e le ricadute sul dossier Mediobanca

Conseguenze delle rutilanti fusioni/acquisizioni che stanno animando il dorato mondo degli studi legali. Quella dell’anno, forse del decennio, forse qualcosa di più, è il matrimonio tra Pedersoli e Gattai, due big del settore, che ha scatenato una sorta di effetto domino con professionisti che si muovono da uno studio all’altro in un via vai degno di una campagna acquisti calcistica. Con qualche effetto forse imprevisto sul portafoglio clienti.

In arrivo a Pedersoli e Gattai Montagna e Cacchi Pessani che in BonelliErede rappresentavano la Delfin nel dossier Mediobanca

Nell’ampio disegno di riorganizzazione della storica firma, da BonelliErede per esempio approderanno a Pedersoli Gattai due suoi stimati soci, Carlo Montagna e Stefano Cacchi Pessani, ovvero coloro che tra i dossier avevano anche quello di Mediobanca, dove rappresentavano gli interessi della Delfin, la holding dei Del Vecchio che è primo azionista dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Il fatto assume una certa rilevanza proprio perché, in vista dell’assemblea della blasonata banca d’affari prevista per ottobre, e con all’ordine del giorno il rinnovo del cda, proprio in queste settimane fervono le discussioni sulla posizione che Delfin assumerà in merito. Continuità rispetto al passato, cioè appoggio alla lista del cda corretta dall’ingresso di qualche suo rappresentante, o contrapposizione agli attuali vertici con la presentazione di una seconda lista? Una domanda sorge spontanea: sarà sempre EredeBonelli a occuparsi della questione, oppure prevarrà la transumanza e seguirà i fuori usciti da Pedersoli Gattai?

Gli storici legami dello studio Pedersoli con Banca Intesa e i rapporti non idilliaci tra Ca’ de Sass e Piazzetta Cuccia

Tra l’altro, e non è un dettaglio, lo studio Pedersoli è storicamente legato a Banca Intesa fin dai tempi di Giovanni Bazoli. E tra Ca’ de Sass e Mediobanca si sa che non è mai stato idillio. Insomma, se pensiamo che anche altri studi sono in fermento e il gran valzer delle fusioni con tanto di arrivi e partenze non è certo finito, facile pensare che in autunno ne vedremo delle belle.

Milano, il cinema di Fondazione Prada è stato intitolato a Godard

A un anno dalla morte di Jean-Luc Godard, avvenuta il 13 settembre 2022, la Fondazione Prada di Milano ha deciso di intitolare al regista franco-svizzero il proprio cinema.

Il legame di Jean-Luc Godard con Fondazione Prada

Godard ha avuto un rapporto privilegiato con la Fondazione, tanto che per il suo spazio ha concepito e realizzato le sue due uniche installazioni permanenti aperte al pubblico: Le Studio d’Orphée e Accent-soeur. E il cinema della Fondazione gli sta dedicando da febbraio 2023 una retrospettiva che terminerà a dicembre. «Il cinema», ha osservato Miuccia Prada, «è un laboratorio di nuove idee e uno spazio di formazione culturale, per questo abbiamo deciso di dedicare la nostra sala a Jean-Luc Godard. La forza sperimentale e visionaria della sua ricerca è uno stimolo continuo a rinnovare l’impegno della Fondazione nella diffusione dei linguaggi cinematografici e visivi e nell’esplorazione di forme di narrazione emergenti, attivando un luogo di conoscenza del mondo e della vita delle persone».

Il cinema di Fondazione Prada è stato ufficialmente intitolato a Jean-Luc Godard, il regista francese scomparso nel 2022.
Jean-Luc Godard (Getty).

La programmazione del cinema riprenderà a settembre: gli incontri in cartellone

Dal primo settembre riprenderà la programmazione cinematografica che mischia opere del passato e del presente. Werner Herzog e Rebecca Zlotowski saranno due dei protagonisti degli incontri aperti al pubblico che inaugureranno la nuova stagione del Cinema Godard, curata da Paolo Moretti, dove sarà proiettata una selezione dei loro lavori, parti dei quali mai usciti in Italia. Il 16 settembre la regista e sceneggiatrice francese Rebecca Zlotowski sarà al centro di una conversazione sull’insieme della sua opera, dal film d’esordio Belle épine (2010), che ha rivelato Lea Seydoux, al più recente I figli degli altri (Les enfants des autres, 2022). Il giorno dopo Herzog sarà il protagonista di un incontro con il pubblico. In questa occasione presenterà il suo ultimo film The Fire Within: a Requiem for Katia and Maurice Krafft (2022), dedicato ai vulcanologi e cineasti francesi che morirono investiti da una colata lavica in Giappone, e l’anteprima italiana di Theater of Thought (2022), che esplora il mistero del cervello umano tra scoperte neuroscientifiche e tecnologiche e le loro implicazioni etiche e filosofiche.

Michele Alhaique: età, fidanzata e film dell’attore

Michele Alhaique, nato a Roma il 31 dicembre 1979, è un attore e regista di origini libanesi. Per il suo film Senza nessuna pietà ha ricevuto il Premio per la migliore opera prima alla XII Edizione Magna Graecia Film Festival.

Michele Alhaique: biografia e carriera

Dal 2000 al 2003 ha frequentato la Scuola nazionale di cinema del Centro sperimentale di cinematografia, lavorando ad alcuni corti, e nel frattempo ha partecipato a qualche opera teatrale ed è comparso in alcuni spot pubblicitari. Ha raggiunto un discreto successo con progetti come Grandi domani e Camera Café, trasmesse su Italia 1. Nel 2005 è entrato nel cast de La buona battaglia – Don Pietro Pappagallo di Gianfranco Albano mentre dal 2006 ha interpretato Marco nella serie Medicina generale prodotta dalla Rai. È inoltre apparso nella fiction Giovanni Paolo II del 2005. Il debutto al cinema è avvenuto con il film Le rose del deserto di Mario Monicelli nel 2006, seguito dal film L’uomo che ama diretto da Maria Sole Tognazzi.

Michele Alhaique, tra carriera e vita privata
Michele Alhaique, Carlotta Antonelli, Arianna Becheroni, Lucia Mascino e altri ospiti al Festival delle serie tv di Cannes nel 2022 (Getty Images).

Nel 2010 ha interpretato il ruolo di Claudio nella terza stagione della serie televisiva Boris. L’anno seguente è stato tra i protagonisti di Che bella giornata di Gennaro Nunziante e nella miniserie televisiva Eroi per caso di Alberto Sironi. Nel 2012 ha recitato anche nella miniserie K2 – La montagna degli italiani di Robert Dornhelm e l’anno seguente nel film Benvenuto Presidente! di Riccardo Milani. La sua opera prima come regista è stato il film Senza nessuna pietà, presentato alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e uscito nelle sale l’11 settembre 2014. Di recente è passato dietro la macchina da presa girando alcune serie tv come Non uccidere (2018), Romulus (2020-2022) e Bang Bang Baby (2022).

Michele Alhaique: la vita privata

Per quanto riguarda la sua vita privata, l’attore è attualmente fidanzato con la collega Carlotta Antonelli. In precedenza ha avuto una relazione con Benedetta Porcaroli. La nuova compagna è nata a Roma il 25 luglio del 1995 e tra le serie tv famose a cui ha partecipato c’è Suburra.

Sampdoria, perquisizioni in sede: ipotesi plusvalenze fittizie con la Juventus

Perquisizione della Guardia di Finanza nella sede della Sampdoria, nell’ambito dell’operazione Hermes: ipotizzano i reati di false comunicazioni sociali, emissioni di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, in relazione a compravendite di calciatori con la Juventus tra il 2019 e il 2020.

La nota della procura: gli affari sotto la lente di ingrandimento

Dall’esame degli atti trasmessi dalla procura di Torino, quella di Genova ritiene che «allo stato siano emerse ipotesi di plusvalenze fittizie e correlate ipotesi di false fatturazioni in relazione alla cessione dalla Juventus alla Sampdoria di Emil Audero ed alla cessione dalla Sampdoria alla Juventus dei calciatori Daouda Peeters e Erasmo Mulé, avvenute nel 2019», così come «in relazione alla cessione dalla Juventus alla Sampdoria di Nicolò Francofonte, Matteo Stoppa e Erik Gerbi ed alla cessione dalla Sampdoria alla Juventus di Giacomo Vrioni, avvenute nel 2020».

Sampdoria, perquisizioni in sede: ipotesi plusvalenze fittizie con la Juventus nelle compravendite di calciatori nel 2019 e 2020.
Emil Audero (Getty Images).

La procura di Genova, come riferisce in una nota il procuratore Nicola Piacente, ipotizza che «i bilanci di esercizio del 2019 e del 2020 della U.C. Sampdoria S.p.A. abbiano riportato l’esposizione di una minor perdita e di un maggior valore dell’attivo patrimoniale rispetto a quello reale e che la sopravvalutazione dei calciatori Audero, Stoppa, Francofonte e Gerbi abbia determinato per U.C. Sampdoria S.p.A. l’utilizzo di fatture sovradimensionate e, conseguentemente, l’indebita detrazione di Iva nonché l’annotazione di costi superiori a quelli effettivi». Analogamente la procura di Genova ipotizza che «la cessione dei giocatori Peeters, Mulè e Vrioni da parte della U.C. Sampdoria S.p.A. sia avvenuta mediante l’emissione di fatture riportanti valori superiori a quelli reali».

Sampdoria, perquisizioni in sede: ipotesi plusvalenze fittizie con la Juventus nelle compravendite di calciatori nel 2019 e 2020.
Massimo Ferrero (Getty Images).

Indagati gli ex vertici del club, compreso Massimo Ferrero

«Si procede altresì per il reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, in relazione a finanziamenti assistiti da garanzia pubblica ottenuti da U.C. Sampdoria S.p.A. negli anni 2020 e 2021, nella cornice emergenziale connessa alla pandemia da Covid-19», sottolinea la nota della procura. I finanzieri hanno chiesto atti e documenti nelle sedi di Banca Sistema e Macquarie Bank a Milano e presso le sedi di Sace, Mediocredito Centrale e dell’Istituto per il Credito Sportivo a Roma. Nell’ambito dell’inchiesta della guardia di finanza per falso in bilancio, truffa allo Stato e malversazione risultano indagati l’ex presidente Massimo Ferrero e gli ex vertici della Sampdoria.

Non solo Barbie, Mattel avvia 15 nuovi film basati sui suoi giocattoli

Prosegue senza sosta il successo globale di Barbie, il primo film sulla bambola Mattel con protagonista la star di Hollywood Margot Robbie. A una settimana dalla sua uscita ha già totalizzato 472 milioni di dollari al botteghino mondiale, 12 dei quali soltanto in Italia. Non sorprende dunque che già si parli di un possibile sequel. «Non avrei mai immaginato di vedere il mondo tinto di rosa», ha spiegato al New York Times la regista del film Greta Gerwig. «Non so se ci sarà un nuovo capitolo, al momento sono a corto di idee». È però certo che Barbie non sarà l’unico lungometraggio basato sui giocattoli Mattel. «Siamo di fronte alla vetrina del nostro potenziale», ha precisato alla Bbc Ynon Kriez, amministratore delegato della società. «Vogliamo creare un nostro universo seguendo quanto fatto da Marvel».

In programma infatti ben 45 nuovi film, un terzo dei quali già confermato e in pre produzione. Spiccano gli adattamenti delle macchinine Hot Wheels o di Polly Pocket, senza dimenticare le carte Uno. A fronte di un impegno totale nel cinema, Mattel deve però considerare anche un netto calo di interesse per i suoi giocattoli. Come ha riportato la Bbc, le vendite dell’azienda sono scese del 12 per cento nel trimestre aprile-giugno 2023 in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. Difficile stabilire l’impatto del film sul mercato, per cui bisognerà attendere la fine della programmazione. Intanto Mattel ha lanciato però ben 165 nuove partnership con linee di abbigliamento, colonne sonore e gadget.

LEGGI ANCHE: In Russia è Barbiemania, anche se il film non è uscito in sala: le immagini

Da Barney a Hot Weels, i film annunciati da Mattel dopo Barbie

Fra i progetti più attesi c’è l’adattamento di Barney, il dinosauro viola protagonista di tante avventure fra musica, danza e giochi. «Sarà un racconto per adulti, ma non per forza vietato ai minori», ha spiegato al New Yorker il produttore Kevin McKeon. «Parlerà delle difficoltà di avere 30 anni». Già in produzione un film sul gioco di carte Uno, che vedrà la partecipazione del rapper Li Yachty in qualità di protagonista. Le anticipazioni infatti parlano di una narrazione che si svolgerà principalmente nella scena hip hop di Atlanta. Vin Diesel sarà invece produttore e attore protagonista di Rock ‘Em Sock ‘Em Robots, gioco che simula un incontro di boxe fra androidi. Pronta una bozza di sceneggiatura anche per Hot Wheels, che dovrebbe sbarcare in sala nel 2025.

Il successo di Barbie porterà al cinema nuovi giocattoli Mattel, i cui ricavi però calano. Da Polly Pocket a Uno, i film già annunciati.
Le Hot Wheels arriveranno presto al cinema (Getty Images).

E ancora, è in corso la realizzazione di un film live action di Master of the Universe, già adattato nel 1987 ne I dominatori dell’universo con Dolph Lundgren. Lily Collins, figlia della rockstar ed ex frontman dei Genesis Phil, interpreterà invece Polly Pocket, altra celebre linea di bambole Mattel. «La sceneggiatura è pronta», ha anticipato a Variety Robbie Brenner, produttore del film. «È un sogno che si avvera», ha invece detto euforica Lily Collins. La regia sarà affidata a Lena Dunham, nota per aver diretto la serie Girls fra il 2012 e il 2017. E ancora, Marc Forster (World War Z) dovrebbe dirigere il progetto sul trenino Thomas. Jimmy Warde, sceneggiatore di Cocainorso, sta adattando invece Magic 8 Ball, giocattolo usato per predire futuro e fortuna. Stando alle anticipazioni, sarà il primo horror basato sui giocattoli Mattel.

Il successo di Barbie porterà al cinema nuovi giocattoli Mattel, i cui ricavi però calano. Da Polly Pocket a Uno, i film già annunciati.
Un giocattolo della linea Polly Pocket in negozio (Getty Images).

Maltempo a Milano, Sala: «Spero che la situazione si normalizzi entro fine agosto»

Martedì 1 agosto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, convocherà un incontro con tutte le forze che stanno lavorando dopo il nubifragio che ha colpito la città nella notte del 25 luglio con l’obiettivo di riportare la normalità entro la fine del mese. «Più che contare i danni, in questi giorni preferisco che tutte le forze in campo, vigili del fuoco, polizia, esercito, Atm, Amsa, continuino a lavorare», ha spiegato il primo cittadino.

Sala: «Nell’immediato gli interventi saranno concentrati per la liberazione delle strade e dei percorsi del trasporto pubblico»

«Martedì li convocherò perché voglio avere sul tavolo un piano che ci porterà a una situazione spero normalizzata entro fine agosto. Chiedo ai cittadini di comprendere che non si può in un attimo ripristinare la situazione». «In questo momento», ha spiegato Sala a margine delle celebrazioni per i 30 anni della strage di via Palestro, «più che fare bilanci dei danni stiamo cercando di intervenire su due piani. Nell’immediato la liberazione delle strade e dei percorsi del trasporto pubblico. Nel medio periodo la riapertura dei parchi che sono ancora chiusi». In questi giorni e anche durante il weekend, ha concluso Sala, «saranno tutti al lavoro».

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Uomo di 90 anni parte da Trieste e percorre a piedi 2.500 chilometri

Ben 2.500 chilometri a piedi in 90 tappe per festeggiare i 90 anni di età. È partito questa mattina da Piazza Unità di Trieste Alessandro Bellier, ex sportivo agonistico, che il 24 ottobre, giorno del suo compleanno, arriverà ad Ancona.

Uomo festeggia 90 anni percorrendo a piedi 2.500 chilometri

«Ho già fatto sette sfide per un totale di 30 mila chilometri a piedi. Volevo smettere, però mi hanno convinto a fare questo nuovo viaggio, dicendomi che i 90 anni sono importanti. Dato che fisicamente sto benissimo, ho deciso di partire», racconta. «Dopo aver percorso la dorsale appenninica, l’Italia da costa a costa, mi è venuto in mente che ci sono tanti bei castelli e ho deciso di andare a visitarli in 90 tappe per i miei 90 anni». Per la partenza il podista ha scelto «la città più bella, che è Trieste», con i castelli di Miramare e Duino. L’atleta 90enne ha «impiegato molto a programmare il viaggio», perché ha voluto «toccare comuni piccoli ai quali dare anche visibilità grazie alla mia impresa». Belliere non teme nemmeno l’afa e il solleone «perché», dice, «affronterò le prime tappe che forse coincideranno con i giorni caldi quando sono ancora fresco».

La battuta del podista: «Il segreto per restare in forma? Cambio morosa spesso»

«Il segreto per restare così in forma? È fare una vita bella. Sono alpino, paracadutista, subacqueo, ho fatto tanto sport, sono anche stato in Nazionale, e mi alleno bene. La cosa principale, però, è essere felici. Iio sono vedovo da 34 anni e cambio morosa spesso», scherza. Prima di mettersi in cammino, Belliere ha incontrato davanti al Comune il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. «Vorrei arrivare io, che di anni ne ho 70, a 90 anni come Belliere», ha detto il primo cittadino. Per poi aggiungere: «Io amo queste sfide delle persone che non mollano mai. Io sono abituato a non mollare mai, infatti sono 23 anni che faccio il sindaco e da oltre 20 a Trieste. Questa è l’Italia che ci piace, l’Italia che osa». «I giovani», prosegue Dipiazza, «tendono a non osare, invece bisogna sempre osare nella vita».

Ponte sullo Stretto, Salvini contro Don Ciotti: «Ignorante in tonaca, espatri»

Continua lo scontro tra Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e il vicepremier ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Don Ciotti durante la presentazione di un libro nella Locride non era stato tiepido nei confronti del Ponte sullo Stretto, anzi. «Non unirà solo due coste, ma certamente due cosche», aveva tuonato. Furiosa la reazione del leader leghista Matteo Salvini, il quale ha rilanciato: «Una vergogna, una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche». E ancora: «Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’italiano “mafia, pizza e mandolino” fa schifo, ma è all’estero. Se però c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come “mafia, pizza e mandolino”, se espatria fa un favore a tutti»

Le reazioni, Bonelli (EV): «Solidarietà a Don Ciotti»

Tante le reazioni della politica in difesa del fondatore di Libera. Tra i primi a intervenire dalle aule della Camera dei deputati è stato Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: «Ieri ha attaccato un prete, invitandolo a lasciare l’Italia perché ha criticato la realizzazione del ponte. La invito a non usare più questo linguaggio, Don Luigi Ciotti contrasta la mafia ed è la mafia che lo vorrebbe o in un altro mondo o all’estero». Fa eco anche l’europarlamentare dem Pietro Bartolo, medico e già responsabile sanitario a Lampedusa: «Salvini ha sconfitto la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta? Peccato i siciliani, i calabresi e gli italiani onesti non se ne sono accorti! I siciliani e gli italiani onesti conoscono invece, e molto bene, il “signore con la tonaca” Don Luigi Ciotti perché da sempre la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta le contrasta apertamente e con progetti concreti. Signor Ministro “ingegnere”, stavolta ha davvero esagerato!».

 

Agnese Claisse: età, biografia e carriera dell’attrice

Agnese Claisse, nata a Roma il 2 settembre 1988, è un’attrice e cantante francese naturalizzata italiana. La madre è una delle attrici più famose del cinema italiano e francese, Laura Morante, e anche il padre è un attore francese noto, George Claisse. Agnese è poi la sorellastra dell’attrice Eugenia Costantini.

Agnese Claisse: biografia e carriera

Il debutto cinematografico di Claisse è avvenuto quand’era piccola interpretando Martina in Ferie d’agosto di Paolo Virzì (1996). Per diversi anni non ha più frequentato l’ambiente cinematografico finché non è apparsa nel film di Carlo Verdone Io, loro e Lara (2010) insieme ad Angela Finocchiaro. Nello stesso anno ha recitato come protagonista nel film Una canzone per te, regia di Herbert Simone Paragnani.

Agnese Claisse, tra la carriera e la vita privata
Laura Morante al Festival del Cinema di Roma nel 2022 (Getty Images).

Agnese ha recitato anche in due cortometraggi, ovvero Solo un gioco per la regia di Elisa Amoruso e Viola, diretto da T. J. Andrade. Nel 2015 ha partecipato a quattro episodi della serie 1992 di Giuseppe Gagliardi e nel 2017 ad altri tre episodi della serie 1993, sempre di Gagliardi. Nel 2016 ha recitato nel film Amore Synthétique di Marcia Romano, seguito dal film Blue Kids di Andrea Tagliaferri nel 2017. Di recente, nel 2022, è stata nel cast di My Soul Summer, regia di Fabio Mollo e di War – La guerra desiderata, regia di Gianni Zanasi.

Agnese Claisse: la vita privata

Essendo una persona molto riservata, non è noto se Agnese sia single, fidanzata o sposata. Di lei si sa che ha una cicatrice in viso perché quando aveva sei anni è stata vittima di un incidente e dopo poco è anche stata morsa da un cane nello stesso punto.

Golpe in Niger, rimosso il presidente Bazoum

Colpo di Stato in Niger. Lo ha annunciato un gruppo di soldati apparso sulla televisione nazionale del Paese dell’Africa occidentale, precisando di aver agito per conto del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria. Il presidente Mohamed Bazoum è stato rimosso dal suo incarico, ha spiegato il colonnello Amadou Abdramane, a seguito del «continuo degrado della situazione di sicurezza e della cattiva gestione economica e sociale».

Annunciata la sospensione di tutte le istituzioni

I golpisti hanno annunciato la sospensione di tutte le istituzioni, la chiusura delle frontiere e l’imposizione del coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina. Il colpo di Stato è iniziato con un ammutinamento dell’esercito, scaturito dall’intenzione di Bazoum di destituire il comandante della Guardia Presidenziale, il generale Omar Tchiani. I militari hanno circondato il palazzo presidenziale nella capitale Niamey, bloccando l’ufficio e la residenza di Bazoum, alleato chiave dell’Occidente nella lotta contro l’estremismo islamico in Africa occidentale. Uditi degli spari, ma non ci sarebbero state vittime.

Golpe in Niger, rimosso il presidente Bazoum. Lo ha annunciato un gruppo di soldati apparso sulla televisione nazionale.
Sostenitori di Bazoum a Niamey (Getty Images).

Sono circa 170 gli italiani che vivono in Niger

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che i circa 170 italiani che vivono in Niger «sono stati tutti contattati dall’Unità di crisi della Farnesina» e «che tutti sono stati invitati a rimanere nelle loro abitazioni». Poi ha aggiunto: «Vedremo come evolve la situazione. Il Niger è un paese strategico per la stabilità dell’area del Sahel, e seguiamo con la presidente del Consiglio minuto per minuto l’evolversi della situazione». Nel Paese si trova anche un nostro contingente militare, «ma non nel luogo degli scontri», ha detto Tajani.

Golpe in Niger, rimosso il presidente Bazoum. Lo ha annunciato un gruppo di soldati apparso sulla televisione nazionale.
Manifestanti in fuga dopo gli spari (Getty Images).

Blinken: «Aiuti Usa solo con il mantenimento della democrazia»

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha chiesto il rilascio immediato Bazoum, ha subordinato la prosecuzione degli aiuti statunitensi al Niger al «mantenimento della democrazia» nel Paese africano. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, fa sapere il suo portavoce, «segue da vicino la situazione e condanna con la massima fermezza qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza e di minare il governo democratico, la pace e la stabilità in Niger».

Truffa con il superbonus a Napoli: sequestro da 25 milioni

Reinvestivano in polizze assicurative, titoli e fondi comuni di investimento i proventi illeciti ottenuti dal Consorzio Sgai, già finito al centro di altre inchieste analoghe, attraverso la truffa sul superbonus. Beni mobili e immobili, quote sociali e il complesso aziendale di una società immobiliare, per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro, sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli e del Gruppo di Cassino della Guardia di finanza a sette persone, tutte del capoluogo partenopeo, indagate dai magistrati della terza sezione («criminalità economica») della Procura di Napoli.

Tra i reati contestati l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e l’autoriciclaggio

Ai sette destinatari del decreto di sequestro emesso dal gip di Napoli vengono contestati i reati di emissione e utilizzo, in dichiarazione, di fatture per operazioni inesistenti, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio. Nell’ambito delle indagini sul consorzio Sgai sono stati già eseguiti due provvedimenti di sequestro preventivo, entrambi confermati dal Tribunale del Riesame di Napoli, riguardanti i crediti di imposta inesistenti illecitamente ceduti dal Consorzio e il profitto dell’attività fraudolenta. Gli approfondimenti dei finanzieri hanno consentito di ricostruire i flussi finanziari in uscita dal Consorzio veicolati a favore di società/ditte che avrebbero emesso fatture per operazioni oggettivamente inesistenti nei confronti dello stesso Consorzio per simulare la realizzazione dei lavori e riciclare il denaro frutto delle truffe perpetrate attraverso il cosiddetto superbonus.

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