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Golpe in Niger, rimosso il presidente Bazoum
Colpo di Stato in Niger. Lo ha annunciato un gruppo di soldati apparso sulla televisione nazionale del Paese dell’Africa occidentale, precisando di aver agito per conto del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria. Il presidente Mohamed Bazoum è stato rimosso dal suo incarico, ha spiegato il colonnello Amadou Abdramane, a seguito del «continuo degrado della situazione di sicurezza e della cattiva gestione economica e sociale».
Military coup in #Niger bad news for #France. France was able to use Uranium from their former colony to run their Nuclear Power plants.
Pro-French government was removed.
France is rapidly losing its position in #Africa pic.twitter.com/Nnoo1TJ2mP— Arthur Morgan (@ArthurM40330824) July 27, 2023
Annunciata la sospensione di tutte le istituzioni
I golpisti hanno annunciato la sospensione di tutte le istituzioni, la chiusura delle frontiere e l’imposizione del coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina. Il colpo di Stato è iniziato con un ammutinamento dell’esercito, scaturito dall’intenzione di Bazoum di destituire il comandante della Guardia Presidenziale, il generale Omar Tchiani. I militari hanno circondato il palazzo presidenziale nella capitale Niamey, bloccando l’ufficio e la residenza di Bazoum, alleato chiave dell’Occidente nella lotta contro l’estremismo islamico in Africa occidentale. Uditi degli spari, ma non ci sarebbero state vittime.
Sono circa 170 gli italiani che vivono in Niger
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che i circa 170 italiani che vivono in Niger «sono stati tutti contattati dall’Unità di crisi della Farnesina» e «che tutti sono stati invitati a rimanere nelle loro abitazioni». Poi ha aggiunto: «Vedremo come evolve la situazione. Il Niger è un paese strategico per la stabilità dell’area del Sahel, e seguiamo con la presidente del Consiglio minuto per minuto l’evolversi della situazione». Nel Paese si trova anche un nostro contingente militare, «ma non nel luogo degli scontri», ha detto Tajani.
Blinken: «Aiuti Usa solo con il mantenimento della democrazia»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha chiesto il rilascio immediato Bazoum, ha subordinato la prosecuzione degli aiuti statunitensi al Niger al «mantenimento della democrazia» nel Paese africano. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, fa sapere il suo portavoce, «segue da vicino la situazione e condanna con la massima fermezza qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza e di minare il governo democratico, la pace e la stabilità in Niger».