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Ponte sullo Stretto, scontro tra don Ciotti e Salvini
Botta e risposta tra don Luigi Ciotti e Matteo Salvini. Il tema è il Ponte sullo Stretto e tutto è nato dalle affermazioni del presidente di Libera, associazione che combatte da decenni contro i soprusi della mafia. Ciotti ha parlato di «politica smemorata» e ha associato la costruzione dell’infrastruttura alla criminalità organizzata. Il riferimento principale è arrivato durante la presentazione di un libro nella Locride, quando ha affermato che il ponte «Non unirà solo due coste, ma certamente due cosche». La replica di Salvini non si è fatta attendere: «Vergogna».
Salvini: «Mi fa schifo che si associno Sicilia e Calabria alle cosche»
Il ministro delle Infrastrutture ha contrattaccato e ha definito la frase «una vergogna, una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri». Salvini ha aggiunto: «Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’italiano “mafia, pizza e mandolino” fa schifo, ma è all’estero. Se però c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come “mafia, pizza e mandolino”, se espatria fa un favore a tutti». E il leader della Lega ha poi attaccato frontalmente don Ciotti: «Quello che ha detto un signore in tonaca è la cosa più grave e volgare che abbia mai sentito».
Don Ciotti contro il governo: «Depotenziano pilastri dell’antimafia»
L’associazione Libera accusa Salvini di aver estrapolato frasi da un contesto molto più elaborato. Don Ciotti ha comunque attaccato l’esecutivo: «Vedo che in questo momento c’è in atto, con le dichiarazioni e anche con alcuni fatti, il depotenziamento di quei pilastri che sono stati creati nell’arco degli anni per avere maggiore forza al contrasto ai giochi criminali. Penso al reato di abuso dato d’ufficio che viene impoverito, eliminato. Alle intercettazioni che ne vengono penalizzate, anche se alcune piccole modifiche erano necessarie. Al concorso esterno in associazione mafiosa che viene messo in discussione e c’è la volontà di eliminarlo. Al codice degli appalti che invece di stringere per controllare questa marea di denaro che sta arrivando, si favorisce su tutti i subappalti».