Dele Alli, la verità sulla crisi: «Molestato a sei anni, a otto spacciavo droga»

Fra il 2015 e il 2019, in Premier League non si parlava altro che di Dele Alli. Centrocampista del Tottenham con il vizio del gol – ne segnò 67 in oltre 250 presenze con gli Spurs – a meno di 20 anni aveva stupito il mondo del calcio. Poi il declino prima sotto la guida di José Mourinho, con cui ebbe un difficile rapporto, fino ai trasferimenti all’Everton e in prestito al Besiktas, in Turchia. A 27 anni il calciatore ha deciso di raccontare a tutti la sua infanzia travagliata, concedendo un’intervista all’ex Manchester United Gary Neville per il podcast The Overlap. «Ho subito abusi a sei anni, a sette fumavo e a otto spacciavo droga». Il tutto prima di essere adottato dagli Hickford, che lo hanno cresciuto fino a permettergli di sfondare nello sport professionistico. Dopo aver fatto uso di alcol e sonniferi per «intorpidire i sentimenti», ha deciso di farsi curare in una clinica. «Spero che uscire allo scoperto e parlarne possa aiutare le persone».

Dele Alli parla al podcast di Gary Neville: «Usavo sonniferi e alcol, ma in clinica mi sono ripreso la mia vita. Mourinho? Pensai al ritiro».
Un momento dell’intervista di Dele Alli da Gary Neville (Twitter).

L’infanzia di Dele Alli fra molestie e spaccio di droga fino all’adozione

Classe 1996, nativo di Milton Keynes nel Buckinghamshire inglese, Dele Alli è cresciuto nei primi anni della sua infanzia con la madre alcolizzata. «A sei anni una sua amica mi ha molestato», ha raccontato a Neville. «Poi mi hanno mandato in Africa per imparare la disciplina, ma subito sono stato rimandato indietro». Di nuovo in Inghilterra, Dele Alli ha detto di aver iniziato a fumare e, molto presto, si è avvicinato alla droga, spacciando con la sua bicicletta. «Una persona anziana mi disse che non avrebbero mai fermato un bambino», ha spiegato il calciatore. «Nascondevo gli stupefacenti sotto al pallone». Un’attività che lo ha portato a inimicarsi diverse persone, tanto che a 11 anni un uomo lo appese da un ponte. Soltanto l’anno successivo è arrivata l’adozione da parte della famiglia Hickford. «Sono fantastici, non avrei potuto mai chiedere persone migliori».

Dele Alli è rimasto sempre con loro, che lo hanno aiutato a esordire nel calcio professionistico a 16 anni con la squadra della sua città, l’Mk Dons. Vero enfant prodige del calcio britannico, tanto da essere considerato fra i giovani più promettenti della nazione, nel 2015 sbarcò al Tottenham firmando un quinquennale. Sotto la guida di Mauricio Pochettino la vera consacrazione. In un anno convinse tutti, tanto da ottenere nel 2016 il titolo di miglior giovane della Premier League ed entrare nella Top 11 della stagione. La sua carriera seguì una parabola ascendente fino al 2019, quando con gli Spurs si spinse fino alla finale di Champions League, poi persa contro il Liverpool per 2-0. Con l’addio di Pochettino e l’arrivo di José Mourinho però, la svolta, in negativo. «Smise di farmi giocare», ha ricordato Dele Alli con un nodo alla gola. «Pensai di ritirarmi anche se avevo solo 24 anni».

Dele Alli parla al podcast di Gary Neville: «Usavo sonniferi e alcol, ma in clinica mi sono ripreso la mia vita. Mourinho? Pensai al ritiro».
Dele Alli ai tempi del Tottenham con José Mourinho (Getty Images).

L’Everton, il Besiktas e la definitiva decisione di entrare in clinica

Ai margini della rosa, Dele Alli interruppe il suo rapporto con il Tottenham il primo febbraio 2022, chiudendo sette anni di cui cinque da protagonista. Per il rilancio scelse l’Everton, ma anche con i Toffees di Goodison Park andò male. Dopo 13 apparizioni venne mandato in prestito in Turchia al Besiktas, senza riuscire però mai a imporsi. Al rientro, il crollo. «Mentalmente stavo male», ha spiegato al podcast di Neville. «Usavo alcol e sonniferi per intorpidire i miei sentimenti, quindi ho deciso di entrare in clinica». Dopo sei settimane di riabilitazione, a fine giugno ha lasciato la struttura, ritrovando la serenità. «Ringrazio l’Everton per avermi supportato al 100 per cento», ha concluso, augurandosi un nuovo inizio. Ha infatti ancora un contratto che lo lega ai Toffees per la stagione 2023-24, che spera possa riportarlo nel giro della nazionale inglese.

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