Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Jorit, murale a Mariupol e accuse al «regime di Kyiv»
Street artist partenopeo famoso in tutto il mondo per i suoi murales giganti, Jorit ha realizzato un’altra opera: il volto di una ragazzina su una palazzina di Mariupol, città del Donbass occupata dai russi. E, nel presentare il suo ultimo lavoro, ha apertamente puntato il dito contro Kyiv: «Diffidate da quelli che vorrebbero farci la morale, hanno le mani sporche di sangue. Qui non c’è nessuno da liberare. È tutto l’esatto opposto di quello che ci raccontano in tv».
«Ora ho le prove: sul Donbass ci stanno mentendo»
«La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da otto anni per liberarsi da un regime; quello di Kyiv che di democratico oramai non aveva più niente. Questo è soltanto uno sporco gioco fatto per interessi economici. Ci dicono che mandano missili spendendo miliardi di euro perché sono buoni e altruisti, ma i bambini del Donbass sono stati sotto le bombe per otto anni e in quel caso nessuno ha mosso un dito. Per queste persone alcuni bambini sono più uguali degli altri», ha scritto Jorit, al secolo Ciro Cerullo. «Ci hanno mentito sul Vietnam, ci hanno mentito sull’Afghanistan, ci hanno mentito sull’Iraq, sui Balcani, sulla Libia e sulla Siria. E ora ho le prove: ci stanno mentendo anche sul Donbass», ha aggiunto l’artista su Instagram.
Di Battista sta dalla sua parte: «Grazie per il tuo coraggio»
Nel presentare la sua opera, Jorit ha citato poi alcune dichiarazioni di politici ucraini: «Cosa fare con questi otto milioni di Russi che sono rimasti in territorio ucraino? Bisogna tirargli una bomba atomica», attribuita a Yulia Tymoshenko, prima ministra dell’ Ucraina nel 2005 e nuovamente dal 2007 al 2010. E poi «I nostri figli andranno negli asili e nelle scuole, i loro vivranno nelle cantine», che sarebbe stata pronunciata da Petro Porošenko, presidente dal 2014 al 2019. Tantissime le critiche, ma anche qualche plauso per Jotir, tra cui quello di Alessandro Di Battista, il quale gli ha scritto: «Grazie per il tuo coraggio».
Putin lo aveva elogiato per il ritratto di Dostoevskij
Jorit, che da inizio luglio si trova in Russia, non è nuovo a polemiche del genere: durante i primi mesi del conflitto, era stato accusato di essere filorusso a causa di un murale raffigurante Fedor Dostoevskij realizzato sulla facciata del Liceo Righi di Fuorigrotta, a Napoli. A poche settimane dall’invasione, l’Università Bicocca di Milano, sull’onda emotiva delle sanzioni alla Russia, aveva cancellato un corso sull’autore di Delitto e castigo e Jorit si mise all’opera contro ogni censura, a sostegno della cultura come valore universale da difendere: in un discorso, Vladimir Putin era arrivato a elogiare l’opera dell’artista napoletano: «Dà ancora speranza, che attraverso la simpatia reciproca delle persone, attraverso una cultura che collega e unisce tutti noi, la verità sicuramente si farà strada».