Dettori ‘assunto’ da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani

Luigi Di Maio si è sistemato: da rappresentante speciale dell’Ue nel Golfo persico oltre allo status di diplomatico e l’immunità, percepisce uno stipendio da 12 mila euro al mese. Ma non a tutti gli scissionisti del M5s è andata così liscia. Chi lo aveva seguito nell’avventura, naufragata alle urne, di Impegno civico sta infatti cercando una ricollocazione nei Palazzi o un lavoro. L’ultimo della lista è Pietro Dettori, già deus ex machina del Movimento e Rousseau, vicinissimo a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio. Come scrive Repubblica dopo aver seguito Di Maio alla Farnesina e nel nuovo raggruppamento, si è dato alle consulenze e adesso è stato inquadrato come «prestatore di servizi» nello staff dell’eurodeputata forzista Lara Comi, quattro anni fa finita ai domiciliari per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Ue e coinvolta in altre grane giudiziarie, tra cui il Qatargate, inchiesta in cui è stata trascinata da Antonio Panzeri.

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Pietro Dettori con Gianroberto Casaleggio nel 2014 (Imagoeconomica).

Battelli è entrato in +Europa presieduta da Federico Pizzarotti

Dettori, sposato con l’ex M5s dimaiana Iolanda Di Stasio, non è però l’unico ad aver voltato pagina. Partiamo da Sergio Battelli, due legislature in curriculum. Dopo la batosta elettorale si era ritirato a vita privata per «disintossicarsi» ponendosi due obiettivi: «La reunion della band di gioventù, in stile Blues Brothers» e «aprire un chiringuito sulla spiaggia». Dopo qualche mese però il richiamo della politica ha avuto la meglio e si è così iscritto a +Europa. «Un partito piccolo, ma con le idee molto molto chiare, lontano dai compromessi, lontano dalle ambiguità, vero, radicale, davvero progressista e innovativo», aveva spiegato. «Ho deciso di dare una mano, di entrare in punta di piedi con rispetto e abnegazione, sapete il motivo? Perché più Europa è figo, parla ai giovani per i giovani, guarda al futuro per migliorarlo, con rispetto per il passato». Ironia della sorte: nel partito di Riccardo Magi, Battelli si è trovato come presidente Federico Pizzarotti, l’ex sindaco di Parma tra primi grillini a sbattere la porta a Grillo, Casaleggio e a tutto il Direttorio.

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Sergio Battelli (Imagoeconomica).

Laura Castelli folgorata da ‘Scateno’ De Luca

Che dire poi di Laura Castelli, ex sottosegretaria all’Economia folgorata da Sud chiama Nord di ‘Scateno’ De Luca di cui è portavoce, perché «Cateno ha mostrato di sapere amministrare più città, ha le idee chiare, in tutto quello che fa ci mette il cuore». Con lei un’altra ex dimaiana, Caterina Licatini che dell’ex sindaco di Messina ha cantato le lodi: «Hai riacceso in me la passione per la bella Politica. La Politica è fatta di gioie e dolori, ma sempre al fianco dei Cittadini e per il bene comune». Maiuscole incluse. Gianfranco Di Sarno invece aveva scaricato Di Maio poco prima delle elezioni passando con Fratelli d’Italia. La speranza di essere rieletto nelle file meloniane però è sfumata. Poca fortuna anche per Federica Dieni che aveva abbracciato la causa di Italia viva.

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Laura Castelli (Imagoeconomica).

Spadafora non esclude il ritorno

Tra i big dimaiani che si sono eclissati come dimenticare il braccio destro di Di Maio, Vincenzo Spadafora. Dopo aver smentito categoricamente il presunto avvicinamento al Pd, lo scorso aprile a Omnibus aveva dichiarato non essersi pentito della scissione, non risparmiando stilettate al M5s «oggi legato solo al reddito con nessuna prospettiva politica». E nel futuro? Spadafora, alla Califano, non esclude il ritorno. Per il momento lavora con organizzazioni come Terre des Hommes ma progetta di costruire una casa politica per quei giovani che non si riconoscono in questo centrosinistra.

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Vincenzo Spadafora (Imagoeconomica).

Valenti alla relazioni istituzionali di Federtennis e Di Stefano advisor di Axiom Space

Hanno lasciato la politica invece Simone Valente e Manlio Di Stefano. Il primo, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio alle dipendenze dell’allora ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, ora è nelle relazioni istituzionali di Federtennis. Il secondo, grillino ultra ortodosso anti Nato che nel 2016, come scriveva sul Sacro Blog, aveva «avuto il piacere di rappresentare il M5s al congresso di Russia Unita, il partito di Putin», non solo si è convertito alla causa dimaiana ma, come rivelato dal Foglio, è diventato senior advisor della Axiom Space, società aerospaziale statunitense. Secondo quanto risulta a La Verità, l’accordo «ha la durata di un anno (1 novembre 2022-31 ottobre 2023), è, con ogni probabilità, rinnovabile e da gennaio a marzo ha fatto incassare a Di Stefano, spalmati in cinque bonifici (ordinati dalla Axiom space operating, con sede a Wilmington, Delaware) circa 85 mila euro». Se fossero, come probabile, i primi mesi di stipendio significherebbe che Di Stefano incassa 17 mila euro al mese, più di quanto prendesse da sottosegretario agli Esteri (del Conte i, Conte II e del governo Draghi).

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Manlio Di Stefano (Imagoeconomica).

Mattia Fantinati, altro ex sottosegretario ma per la pubblica amministrazione, è presidente dell’associazione Internet governance forum in Italia, emanazione di una struttura consultiva voluta dalle Nazioni Unite. Infine l’ex deputato romano Stefano Vignaroli è passato alle pratiche spirituali, con la sua compagna russa Pramika esperta in materia. Del resto per comprendere in pieno l’esperienza di Impegno civico, può sempre tornare utile.

 

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