Allerta apparsa su una chat del sito del commissariato
Sul posto sono giunte squadre di artificieri per procedere a verifiche sulla presenza di ordigni ma anche a perquisizioni di borse e zaini di adulti e studenti presenti. Secondo BFM TV, l’allerta è scattata per una minaccia apparsa sulla chat del sito del locale commissariato, dove è possibile per i cittadini consultare le procedure da seguire e i casi in cui rivolgersi ai vari servizi di polizia e gendarmeria. Un centinaio di persone, fra studenti e personale, sono stati evacuati, ha riferito la radio locale France Bleu Nord.
Sandro Tonali ha deciso di raccontare tutto quello che sa sul calcioscommesse, senza più bugie. L’ex centrocampista del Milan, ora al Newcastle, sarebbe distrutto dall’inchiesta del tribunale di Torino che lo vede tra i protagonisti e avrebbe deciso di collaborare, sia con la procura della Repubblica sia con quella federale sul fronte sportivo. Proprio il fatto di voler parlare anche con la Figc lascerebbe intuire che il calciatore possa aver scommesso anche sul calcio, con la Federazione che per agire attende di avere prove certe dall’analisi del telefono del calciatore. Il mediano azzurro avrebbe sviluppato una profonda ludopatia, contro la quale avrebbe deciso di rivolgersi a uno specialista.
Tonali rischia una lunga squalifica: fino a 5 anni
Il centrocampista azzurro è nella lista dei giocatori che avrebbero utilizzato delle piattaforme illegali di scommesse puntando diverse migliaia di euro sui risultati di eventi sportivi. I rischi per Tonali sono limitati da un punto di vista prettamente giuridico, con il tribunale di Torino che potrebbe infliggere un’ammenda di poco conto, mentre aumentano sul lato della giustizia sportiva. L’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, infatti, prevede che i giocatori non possano puntare su competizioni sportive organizzate dalla Figc, Fifa e Uefa: al venir meno di questa legge è prevista la squalifica di 3 anni, che salgono a 5 se il calciatore ha scommesso su una partita della propria squadra. La squalifica può tuttavia essere ridotta se vi è una solida collaborazione con la procura. Proprio quest’aspetto potrebbe aver spinto Tonali a voler parlare, seguendo dunque la via che dovrebbe essere seguita anche da Nicolò Fagioli, giocatore della Juventus coinvolto nell’inchiesta.
Ipotesi di patteggiamento, come per Fagioli
Una lunga squalifica, per la carriera breve di un calciatore, potrebbe rappresentare la fine. Ecco dunque spiegato perché Nicolò Fagioli potrebbe patteggiare con la Procura federale, arrivando ad un accordo prima del deferimento la pena. Seguendo questa strada è previsto un taglio del 50 per cento della pena, da 3 anni a 18 mesi, più un’altra riduzione per essere stato il primo a fornire informazioni. Lo stop definitivo potrebbe essere dunque di 10 mesi. Lo stesso percorso, così come riferito dalla Gazzetta dello Sport, potrebbe interessare anche Sandro Tonali, ma andrà prima accertato che il giocatore non abbia scommesso su partite del Milan, sua ex squadra. A questo aspetto va aggiunto che la Federcalcio sembrerebbe essere intenzionata a dare un segnale forte all’opinione pubblica e ai tifosi appassionati di calcio, evitando cioè di far passare il messaggio di sottovalutare quanto sta avvenendo nel calcio italiano.
La Figc sentirà Tonali, ma aspetta le carte della procura di Torino
Nel momento in cui Sandro Tonali deciderà di autodenunciarsi alla Figc, dovrà farlo di fronte al procuratore federale GiuseppeChinè che, così come per Fagioli, attende le carte elaborate dalla Procura di Torino con l’esito dell’analisi degli smartphone e dei tablet dei calciatori. Le versioni dei giocatori, dunque, dovranno combaciare con il materiale della Procura. L’intero iter, basandosi su quanto già avvenuto nel caso di Fagioli, potrebbe durare alcuni mesi.
La Federcalcio vuole lanciare un messaggio contro la ludopatia
Il pugno duro della Federcalcio si vede anche nell’intenzione di trasformare i giocatori coinvolti nel fenomeno del calcioscommesse in testimonial – in negativo – degli effetti drammatici che può avere il gioco d’azzardo sulla vita delle persone. Secondo LaGazzetta dello Sport, se Tonali dovesse cercare il patteggiamento, gli potrebbe essere chiesto di andare nelle comunità che ospitano i ludopatici e raccontare la sua storia. Stesso iter potrebbe essere seguito con i giovani calciatori, cui il centrocampista azzurro dovrebbe raccontare i pericoli relativi al gioco d’azzardo. Il giocatore, nel frattempo, viene descritto come emotivamente provato e chi gli sta più vicino si sarebbe reso conto che dietro le scommesse ci sarebbe una patologia più che un vizio. Lo stesso ex Milan si sarebbe impegnato a curarsi dalla ludopatia e avrebbe preso contatti con uno psichiatra di fama internazionale per confrontarsi sul suo problema.
Si chiamava Andrea Vettorato il 31enne morto in un incidente stradale avvenuto a Grezzana, in provincia di Verona, nella serata di domenica 15 ottobre 2023.
Incidente stradale a Grezzana
La vittima del sinistro, un grande appassionato di mezzi su due ruote, era originario di Ca’ degli Oppi, dove era nato e cresciuto, ma da ormai qualche anno viveva a Oppeano. Intorno alle 23.00, Vettorato si è messo in sella alla sua moto dirigendosi verso il tratto della provinciale 6 a Grezzana, quando all’improvviso ha perso il controllo del mezzo ed è uscito di strada schiantandosi contro il guardrail. Non sono ancora note con precisione le cause che hanno provocato l’incidente. Del tutto inutili, per il resto, i disperativi tentativi di rianimazione da parte del personale del Suem 118, giunto sul posto con un’ambulanza e un’automedica. Per il giovane non c’è stato nulla da fare, troppo gravi le ferite riportate nel violento schianto. Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche i carabinieri, che si sono occupati di effettuare tutti i rilievi del caso.
Cordoglio in paese
La comunità di Ca’ degli oppi si è stretta intorno alla famiglia del giovane. «Era vivace ed appassionato di motori fin da bambino. La frazione di Ca’ degli Oppi è sgomenta ed incredula dell’accaduto», l’ha ricordato l’assessore Luca Faustini, a cui ha fatto eco anche il sindaco Pietro Luigi Giaretta che ha aggiunto: «Un’altra vita spezzata troppo presto. Quando un giovane viene strappato alla vita per una fatalità, per una disattenzione o per una imprudenza, non è solo la sua famiglia e i suoi amici a patirne, ma è tutta la comunità che soffre. In questo caso tutta la comunità di Oppeano piange Andrea. Mi stringo alla famiglia e mi faccio partecipe del loro dolore».
Taylor Swift si conferma regina dello spettacolo. Il suo film-concerto Eras Tour, uscito in sala il 13 ottobre, ha dominato il box office mondiale, prendendosi lo scettro sia negli Usa sia in Italia. Oltreoceano ha infatti incassato 96 milioni di dollari, un record assoluto per un progetto musicale al cinema. Battuto il precedente primato di Justin Bieber, che nel 2011 con il suo Never Say Never si fermò a 73 milioni. Nel mondo il docufilm della popstar di West Reading ha raggiunto i 128 milioni di dollari, mentre in Italia ha totalizzato 746 mila euro. Un risultato non indifferente, come testimoniano i dati Cinetel, se si considera che la distribuzione è avvenuta in appena 170 sale e il biglietto è costato circa 20 euro. Nel Belpaese, Eras Tour ha sfiorato le 40 mila presenze, fermando il numero di spettatori paganti a 38 mila 209.
Taylor Swift dall’Italia agli Usa, i record battuti dal suo Eras Tour
In Italia, il film-concerto Eras Tour tornerà in sala per altri tre weekend. Gli Swifties, esercito dei fan della popstar, potranno andare al cinema dal 19 al 22 ottobre, dal 26 al 29 ottobre e dal 2 al 5 novembre. Quasi certo dunque il record di incassi per un docufilm musicale, attualmente in mano ai BTS con 800 mila euro grazie a Yet to Come in Cinemas di febbraio 2023. Il progetto di Taylor Swift ha dominato il box office nel Regno Unito, ma anche in Germania, Australia e Messico. È però negli States che ha fatto registrare numeri finora ottenuti soltanto dai film di Hollywood. Si tratta infatti il miglior esordio di tutti i tempi nel mese di ottobre, di poco avanti a Joker con Joaquin Phoenix.
Entrando nel dettaglio dei biglietti venduti dall’Eras Tour di Taylor Swift, l’Hollywood Reporter ha mostrato un’ampia prevalenza femminile in sala. Le donne hanno rappresentato l’82 per cento del pubblico pagante, il 63 per cento del quale con un’età compresa fra 18 e 34 anni. Il 17 per cento degli spettatori aveva meno di 20 anni, mentre il 32 per cento fra 25 e 34 anni. «Siamo grati a Taylor Swift per averci permesso di dare a tutto il mondo quest’opportunità», hanno spiegato i vertici di AMC, maggiore catena cinematografica americana. «La sua performance ha fatto cantare e ballare chiunque». Prima dell’uscita di Eras Tour, nessun film-concerto aveva raggiunto i 90 milioni di dollari. Il record apparteneva a Never Say Never di Justin Bieber con 73 milioni, uno in più di This is It, docu postumo di Michael Jackson che si fermò a 72,1.
Il botteghino in Italia, da L’esorcista al film di Claudio Bisio
Alle spalle di Taylor Swift si è piazzato l’horror L’esorcista – Il Credentecon altri 659 mila euro, salendo così a un totale di 2,2 milioni. Sul gradino più basso del podio Dogman, nuovo lungometraggio di Luc Besson già applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia. Al suo debutto, il film ha incassato 466 mila euro con una media di circa 1200 per sala. Fra le nuove uscite, è entrato in Top 10 anche L’ultima volta che siamo stati bambini, esordio alla regia di Claudio Bisio, con 448 mila euro. Resistono ancora Assassinio a Venezia e Io capitano di Matteo Garrone, che rispettivamente hanno raggiunto il totale di 7,7 e 3,3 milioni di euro.
Top 10 #Cinetel#BoxOfficeItalia 12/10 – 15/10: 1 TAYLOR SWIFT (€746532) 2 L'ESORCISTA (659165) 3 DOGMAN (462271) 4 L'ULTIMA VOLTA… (448704) 5 ASSASSINIO… (414001) 6 TALK TO ME (288315) 7 PAW PATROL (256382) 8 VOLEVO… (227433) 9 IO CAPITANO (217024) 10 ASTEROID… (170945) pic.twitter.com/fovkpJAmvj
Ad annunciare la notizia è stato lo stesso disegnatore satirico Steve Bell: dopo oltre 40 anni, il Guardian lo ha licenziato per una vignetta contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «Mi hanno cacciato», ha detto il noto disegnatore, anche se il quotidiano, in un comunicato, ha parlato di mancato rinnovo del contratto, senza fare riferimento alla vignetta incriminata.
Just to explain. I filed this cartoon around 11am, possibly my earliest ever. Four hours later, on a train to Liverpool I received an ominous phone call from the desk with the strangely cryptic message "pound of flesh"… pic.twitter.com/kSfmfzlmhy
Nella vignetta in questione, non pubblicata dal Guardian ma diffusa sui social, si vede il premier israeliano che indossa guantoni da pugile, con uno dei quali impugna un bisturi puntato sul proprio ventre scoperto, su cui ha tracciato un taglio con i contorni della striscia di Gaza. «Residenti di Gaza, uscite subito di qui!», si legge nella didascalia. Il disegno fa riferimento al fatto che Netanyahu, secondo numerosi critici (molti dei quali proprio israeliani) avrebbe di fatto nutrito Hamas e sarebbe dunque responsabile dell’attacco del 7 ottobre. La direzione del giornale aveva respinto la vignetta come inaccettabile.
La replica del disegnatore
Bell, che su X ha affermato che «è diventato quasi impossibile disegnare qualcosa sul Guardianche riguardi Israele senza venire accusati di antisemitismo», ha spiegato che l’immagine è un’allusione a una vignetta del disegnatore americano David Levine degli Anni 60, in cui il presidente americano Lyndon Johnson appariva con una cicatrice a forma del Vietnam sulla schiena. Ecco perché la vignetta inviata al quotidiano britannico riportava la scritta «omaggio a David Levine».
Dopo quasi due decenni come chief executive officer di Giorgio Armani Giappone, Izumi Sasano è stato nominato chief executive officer di Giorgio Armani Corporation, a partire dall’1 dicembre 2023. Lo ha reso noto il gruppo Armani in una nota.
Izumi Sasano chief executive officer di Armani Corporation
Nella sua nuova posizione, Izumi Sasano continuerà a riportare a Giuseppe Marsocci, vice direttore generale e chief commercial officer del Gruppo Armani, e sarà responsabile per Stati Uniti, Canada, Messico e Brasile. A lui riporteranno i dirigenti della Giorgio Armani Corporation e i direttori generali di Messico e Brasile, mentre Kazumasa Tsuchihashi assumerà il ruolo di amministratore delegato della Giorgio Armani Japan. Giorgio Armani ha commentato: «Il Gruppo Armani è costruito su rapporti duraturi: la fedeltà e la competenza sono importanti per me. Così com’è importante premiare il lavoro e le qualità umane, e far crescere dall’interno. Izumi Sasano ha dato eccellente prova di sé in Giappone e nella zona Pacifica. Sono sicuro che potrà fare lo stesso in questo nuovo e più ampio ruolo, portando il contributo di un’altra cultura. Questo genere di scambio è fondamentale per il Gruppo Armani, per continuare a crescere e a progredire. Su questi valori ho fondato la mia filosofia».
L’Ecuador che ha appena eletto il più giovane presidente della sua storia, il 35enne Daniel Noboa Azín. La nuova first lady è Lavinia Valbonesi, 25enne nutrizionista, modella e influencer di origini italiane, elemento chiave della campagna digitale di Noboa, che in più occasioni ha fatto tendenza tra gli utenti dei social più seguiti dai giovani, come TikTok e Instagram.
La first lady influencer: da TikTok alla popolarità tra i cittadini
Valbonesi godeva già di una certa popolarità tra gli ecuadoriani grazie agli oltre 338 mila follower su Instagram e più di 209 mila su Tiktok. Sui suoi social si definisce «mamma di quasi due figli e specialista in nutrizione». Come scrive Metro, Valbonesi è una «nutrition influencer», dispensa cioè consigli per un’alimentazione sana. È inoltre proprietaria di un ristorante e di un negozio di alimenti naturali. Come dimostra il suo feed di Instagram, la neo first lady sembra inoltre essere appassionata di politica e ha accompagnato il marito durante tutta la campagna elettorale, rendendosi protagonista di varie conversazioni sui social, nonché in dibattiti pubblici e persino interviste. Un impegno al fianco di Noboa che sembra aver aiutato il neo presidente a vincere le elezioni.
La votación de Lavinia Valbonesi con más expectativa que la de la propia Luisa .. Nunca antes visto que la figura de la primera dama cause tanto revuelo.. haga lo que haga, suba lo que suba, la adoran..
Valbonesi, il cui padre è italiano, è nata nella cittadina di Chone, nell’Ecuador occidentale, ed è cresciuta nelle Isole Galapagos. Ha incontrato Noboa quando aveva 21 anni e lo ha sposato nell’agosto 2021. L’anno dopo, nel 2022, sono diventati genitori del loro primo figlio Álvaro. I due si sono conosciuti perché Noboa cercava una nutrizionista, e fu allora che iniziò la loro relazione.
Si chiama Davide Renne il nuovo direttore creativo del brand Moschino arrivato in sostituzione di JeremyScott. Con una lunga esperienza in Gucci, è tra i più stimati esperti del settore fashion.
Chi è Davide Renne, il nuovo direttore creativo di Gucci
Formatosi tra il 1996 e il 1999 presso l’ent-art Polimoda e l‘Università degli Studi di Firenze come operatore di costume e moda, Renne ha alle spalle un’esperienza di tre anni e mezzo come senior designer per Alessandro dell’Acqua, di un anno circa come direttore creativo per Ruffo e, soprattutto, un percorso di quasi 20 anni per un brand del calibro di Gucci, per il quale ha lavorato come head designer contribuendo alla crescita del marchio. Il suo arrivo in azienda segue a ruota l’addio di Jeremy Scott avvenuto a marzo del 2023 ed è stato annunciato da Aeffe poco dopo la presentazione dell’ultima collezione Primavera/Estate Moschin0 2024 alla fashion week milanese. Per quanto ci sia chi storce il naso per l’ennesima scelta di un designer uomo e non di una donna, sono in tanti ad attendersi grosse soddisfazioni da questa new entry, che nella nota biografica che ha accompagnato l’annuncio ha dichiarato: «La moda, come la vita, ci dà modo di scoprire noi stessi. Non mi piace la moda che detta risposte».
Scegliere Renne per Moschino significa soprattutto andare alla ricerca di un ritorno alle origini e alle sperimentazioni creative del compianto fondatore Franco Moschino. Il nuovo direttore creativo, a proposito, ha dichiarato, come riporta Elle: «Franco Moschino aveva soprannominato il suo studio “la sala giochi”. Questa definizione mi ha colpito: ciò che la moda – soprattutto quella italiana, e Moschino in primis – può realizzare con la sua influenza dovrebbe essere sempre fatto con un senso di gioco, di gioia. Un senso di scoperta e sperimentazione. Tutta la mia vita mi ha portato a intraprendere un viaggio di esplorazione».
Quattordici membri del personale dell’agenzia umanitaria dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) sono stati uccisi negli attacchi israeliani su Gaza. A riportare la notizia è stato il capo dell’agenzia, PhilippeLazzarini, durante una conferenza stampa tenuta la sera di domenica 15 ottobre. Commentando la situazione nella Strisciadi Gaza, Lazzarini ha detto che il mondo ha «perso la sua umanità», aggiungendo di aver organizzato la conferenza stampa per «lanciare l’allarme» poiché i suoi colleghi a Gaza non possono più fornire assistenza umanitaria nell’enclave.
«Hamas e gli elementi estremi di Hamas non rappresentano tutto il popolo palestinese». E ancora: «Un’occupazione israeliana di Gaza sarebbe un grosso errore». Sono le parole con cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiarito la posizione della sua amministrazione sul conflitto tra Israele e Palestina nel corso di un’intervista con il giornalista Scott Pelley durante il programma 60min sulla Cbs. Biden ha poi ribadito che Hamas deve essere completamente eliminato, ma che deve esserci anche una strada verso uno Stato palestinese. Ipotesi che, a detto dello stesso presidente Usa, difficilmente sarà seguita da Israele in questo momento. «Credo che lo Stato ebraico capisca che una parte significativa del popolo palestinese non condivide le opinioni di Hamas e Hezbollah», ha poi aggiunto l’inquilino della Casa Bianca.
Biden: «Saremo in Israele e Ucraina per la sicurezza degli Stati Uniti»
Nel corso della stessa intervista sulla Cbs, Biden è tornato a parlare del conflitto tra Russia e Ucraina. Il presidente americano ha affermato che gli Stati Uniti sono «la nazione più potente della storia: non nel mondo, ma nella storia del mondo» e che possono «occuparsi» contemporaneamente delle guerre in Medio Oriente e in Est Europa senza mettere a rischio la propria difesa. Il presidente Usa ha poi spiegato che aiutare Israele e l’Ucraina è importante per la sicurezza degli Stati Uniti. «In Ucraina uno dei miei obiettivi è impedire a VladimirPutin, che ha commesso lui stesso crimini di guerra, di occupare un Paese indipendente che confina con gli alleati della Nato e con la Russia. Immaginate cosa succederebbe ora se riuscisse ad avere successo: avete mai conosciuto una grande guerra in Europa nella quale non siamo stati risucchiati?», ha chiesto il presidente degli States. E sul suo sostegno a Israele, Biden ha spiegato: «Gli ebrei sono stati soggetti ad abusi, pregiudizi e tentativi di annientarli per più di mille anni. Per me è una questione di decenza, rispetto, onore. È semplicemente sbagliato, sbagliato, sbagliato. Viola ogni principio religioso che ho e ogni singolo principio che mio padre mi ha insegnato».
Mancava solo l’ufficialità, che adesso è arrivata: a Cortina D’Ampezzonon verrà costruita una nuova pista da bob e per le gare appunto di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali del 2026 si dovrà cercare una soluzione all’estero. Lo ha comunicato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai, spiegando di aver avuto comunicazione dal Governo che non c’era più l’intenzione di andare avanti con il progetto per la nuova pista. Sulla comunicazione c’è stata la condivisione da parte del Cio.
Si fa sempre più largo l’ipotesi-Pechino, che ha ospitato l’edizione 2022
E adesso? Il costo dell’impianto sarebbe stato di 80 milioni e le aste sono andate deserte. A poco più di 800 giorni dall’inaugurazione dei Giochi invernali di Milano-Cortina, l’Italia è senza una pista da bob. E così rimarrà, vista l’impossibilità di ripristinare quella di Torino, usata nel 2006. Dopo aver scartato Sankt Moritz, in Svizzera, e Innsbruck, in Austria, si sta facendo largo un’ipotesi clamorosa: la Cina, per la precisione Pechino, dove nel 2022 si è svolta l’ultima edizione delle Olimpiadi invernali.
Arriva la nuova Irpef a tre aliquote. Per il 2024 gli scaglioni si riducono da quattro a tre, accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23 per cento. Lo prevede la bozza in entrata al cdm del decreto legislativo di riforma dell’Irpef. Le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono così determinate: fino a 28 mila euro 23 per cento; oltre 28 mila euro e fino a 50 mila euro 35 per cento; oltre 50 mila euro 43 per cento. Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. Lo stesso decreto attuativo prevede un taglio lineare alle detrazioni da 260 euro per chi ha un reddito complessivo superiore a 50 mila euro. A essere interessati dalla riduzione gli sconti del 19 per cento, le erogazioni liberali a favore delle Onlus, dei partiti e del Terzo settore oltre alle detrazioni sui premi per l’assicurazione sulle calamità.
Un’inchiesta condotta da mesi, quella della procura di Roma e della guardia di Finanza, su una maxi truffa all’erario all’università Link Campus, che ha portato a due arresti e a un sequestro da 24 milioni di euro. Durante le indagini sono state prese in considerazione le posizioni di 29 persone e 20 società. I reati contestati sono indebita compensazione e dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti.
Accusato l’ex prorettore e una collaboratrice
Secondo quanto diffuso da Repubblica, Carlo Maria Medaglia, già prorettore alla ricerca e docente di una istituzione universitaria privata, e una sua collaboratrice sono accusati di aver garantito l’avvio di falsi progetti di ricerca e sviluppo a oltre 20 società consentendo loro l’illecito utilizzo di crediti d’imposta. Il quotidiano fa riferimento a un sistema di pacchetti di risparmio fiscale con fatturazioni false poi utilizzate in dichiarazione per abbattere i debiti erarariali e beneficiare degli stessi crediti d’imposta in realtà non maturati.
È finalmente disponibile in streaming su Disney+Once Upon A Studio, il cortometraggio che celebra i 100 anni di vita della casa cinematografica fondata nel 1923 da Walt Disney e suo fratello Roy. Nel video, che mostra ben 543 personaggi leggendari di 85 film di animazione, compaiono villain e protagonisti di tante fiabe tra cui classici come Biancaneve, Il re leone e Fantasia, accanto a storie più recenti come Oceania e Frozen. Solo il 20 per cento è realizzato al computer, mentre il resto è frutto di un lavoro tradizionale che richiama i celebri disegni che hanno fatto emozionare grandi e piccini per decenni. «Volevamo scatenare nel pubblico una reazione viscerale», ha spiegato a Variety il produttore Bradford Simonsen. «Abbiamo coordinato in segreto gli artisti originali per restare quanto più fedeli possibile». La versione inglese offre una grande sorpresa: Robin Williams è per l’ultima volta il Genio di Aladdin.
Disney, come è stato riportato in vita Robin Williams nel cortometraggio
Voce originale del Genio della lampada nel cult di animazione del 1992, come hanno ricordato i produttori Robin Williams ha lasciato «un segno indelebile nella memoria dei fan» anche dopo la sua morte nel 2014. «Significa così tanto per i bambini, volevamo davvero coinvolgerlo», ha proseguito Simonsen. A differenza di quanto avviene sempre più spesso nel cinema contemporaneo, però, Disney non ha fatto alcun ricorso all’intelligenza artificiale, preferendo invece affidarsi a registrazioni inedite dello stesso artista. «Dan Abraham, co-regista del cortometraggio, ha trovato dei file scartati dal film, estrapolandone piccoli frammenti», ha dichiarato Simonsen. «È stato meraviglioso».
L’animazione del Genio è opera di Eric Goldberg, che lavorò al film Aladdin nel 1992. Non è tuttavia l’unico disegnatore originale ad aver ripreso in mano la matita a decenni di distanza dall’ultima volta. Come lui, per i 100 anni della Disney sono tornati James Baxter di La Bella e la Bestia, Nik Ranieri de Il Re Leone e persino Ruben Aquino, autore di Ursula per La Sirenetta del 1989. «Non l’abbiamo sentito per 30 anni e, pur ormai in pensione, ha subito accettato di collaborare», ha spiegato Abraham. Oltre a Robin Williams, hanno fatto ritorno Jodi Benson, doppiatrice di Ariel in inglese, ma anche Jeremy Iron per Scar e il duo Idina Menzel e Kristen Bell per Anna ed Elsa di Frozen. «In tanti hanno accettato senza nemmeno sapere di cosa stessimo parlando», ha concluso il produttore Trent Correy. «Tutti ricordano quello che i personaggi rappresentano ancora oggi».
Domenica 15 ottobre 2023 Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e Filippa Lagerback hanno dato il via a una nuova stagione di Che tempo che fa. Com’è noto, tutto il team di lavoro si è trasferito sul Nove dopo la fine della lunghissima fortuna in Rai. Proprio alla luce del cambio di rete, erano in tanti ad attendere con impazienza i risultati di share della puntata inaugurale dello show, che non hanno di certo deluso le aspettative.
Che tempo che fa, boom di ascolti per la prima puntata sul Nove
Non c’è che dire: Fabio Fazio e i vertici di Warner Bros Discovery possono stappare lo champagne. La prima puntata di Che tempo che fa trasmessa sul Nove ha registrato uno share del 10,5 per cento, con un pubblico di 2,1 milioni di telespettatori (la cifra sale a 2,6 milioni e al 13 per cento per quanto riguarda il simulcast). Si tratta di un boom notevole, che di fatto ha quintuplicato la media della rete: in questo modo, come anche confermato dai social del programma, Che tempo che fa si è trasformato nel programma più visto di sempre su Warner Bros Discovery Italia.
La trasmissione ha registrato inoltre l’8,2 per cento di share durante il tavolo, il 5,7 per cento con l’anteprima di Nino Frassica e l’8,8 per cento con l’Anteprima.
Stracciati Il Collegio e Report
Il traguardo raggiunto da Fazio e dalla produzione dello show dimostra l’affetto del pubblico nei confronti di un programma ben rodato, con contenuti validi e personaggi interessanti (nel suo esordio su Discovery il conduttore ha avuto tra le altre cose l’onore di avere ancora una volta con sé la senatrice Liliana Segre). Di fronte alla concorrenza di una trasmissione come Che tempo che fa, programmi come Il Collegio e Report si sono dovuti accontentare, rispettivamente, di un 4,8 e un 7,63 per cento di share. Ad aver fatto meglio solo Caduta Libera – I Migliori su Canale 5 (11,52 per cento) e la fictionCuori 2(16,80 per cento) su Rai 1.
Un ventenne di Verrès (Aosta), A.D., è stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio su ordinanza di custodia cautelare del gip di Aosta. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori il ventenne, poco prima delle 19 dello scorso 10 settembre, insieme ad altri giovani verreziesi aveva aggredito con un mazza chiodata e un coltello un trentaduenne di Aosta, A.B., e un’altra persona residente nel capoluogo regionale. I due aostani proprio quel giorno erano andati a Verrès per chiedere spiegazioni, dopo che la sera prima il fratello di A.B. era stato colpito al volto con una bottiglia durante la “festa dei coscritti” di Montjovet. Intercettati nei pressi della rotonda di viale Primo Maggio, i due aostani – ricostruiscono i carabinieri – non sono riusciti ad iniziare il discorso dato che sono stati aggrediti e A.B. è stato ferito.
Proseguono le indagini nei confronti di altri appartenenti al gruppo
Il regista Dariush Mehrjui, considerato tra i fondatori della new wave iraniana degli Anni 70, è stato ucciso a coltellate assieme alla moglie, la scrittrice Vahideh Mohammadifar, nella villa di famiglia a ovest di Teheran. La coppia è stata trovata senza vita dalla figlia che da diverso tempo stava provando invano a contattare i genitori. Sui social media circola voce che siano stati decapitati, ma non ci sono conferme ufficiali. Prima dell’omicidio, Mohammadifar, aveva scritto che lei e il marito erano stati minacciati con un coltello da un individuo straniero, presumibilmente afghano.
L’amore per il cinema italiano e la fama con Gaav
Nato nel 1939 in una famiglia di classe media, Mehrjui si era appassionato cinema fin da piccolo. In particolare, come raccontato da lui stesso, il film che ha avuto il maggiore impatto su di lui da bambino è stato Ladri di biciclette di Vittorio De Sica. Tra i suoi registi preferiti anche Michelangelo Antonioni: all’età di 12 anni, Mehrjui costruì un proiettore da 35 mm, noleggiò pellicole a due bobine e iniziò a vendere biglietti ai suoi amici di quartiere. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1959 per studiare cinema all’Università della California, divenne allievo di Jean Renoir. Tornato in patria, debuttò al cinema con il poco fortunato Almaas 33, parodia dei film della serie di James Bond. Diventò invece noto al grande pubblico grazie a Gaav (1969), incentrato sull’attaccamento quasi mitico dell’abitante di un villaggio rurale a una mucca: il film viene considerato il capostipite nuova ondata culturale del cinema iraniano degli Anni 70. Quattro anno dopo girò Dayereh-ye Mina, tra i suoi lavori più acclamati.
Nella lunga carriera ha diretto più di 20 lungometraggi
Gaav pare fosse molto apprezzato dall’ayatollah Khomeini, mentre lo scià Re?? Pahlav? non lo aveva gradito. Pur essendo stato tra i rivoluzionari – come la maggior parte degli intellettuali dell’epoca – Mehrjui non trovò però un ambiente post-rivoluzionario favorevole alle sue aspirazioni cinematografiche. E così decise di emigrare in Francia, dove rimase fino al 1985. Negli anni successivi e a più riprese, esplorò l’universo femminile, tra queste: La Signora – Banu; Sara e To stay Alive – Bemani. Questa ultima opera fu presentata nel 2002 a Cannes nella sezione A certain reguard. Nel 1983 portò a Venezia il semi documentario sulla vita del poeta Rimbaud. Nella lunga carriera ha direttoooltre 20 lungometraggi, alcuni vietati dalla Repubblica islamica come Santouri, che racconta la vita di un tossicodipendente, e Laminar, ultima fatica cinematografica, uscita infine con alcune parti censurate.
Anche oggi, 16 ottobre 2023, è prevista su Rai 1 dalle 14.00 alle 16.00 una nuova puntata di La volta buona, trasmissione condotta da Caterina Balivo. Tante le interviste che vedono susseguirsi ospiti che dovranno raccontare la loro volta buona, ma non mancheranno anche giochi, attualità e racconti di persone comuni. Oggi in studio saranno presenti Edoardo Vianello con la moglie Frida e Jo Squillo.
Chi è Jo Squillo: marito e figlia della conduttrice
Nota cantautrice e conduttrice televisiva, Jo Squillo è diventata famosa negli Anni 80 e 90. Nel 1991 è arrivato il successo con il brano Siamo donne, presentato al Festival di Sanremo. In seguito si è dedicata alla televisione prima conducendo Il grande gioco dell’oca, il Festival di Castrocaro e Sanremo famosi e poi dedicandosi alla moda, fondando nel 2002 il canale Tv Moda diventato nel 2007, Class Tv Moda. Nel 2005 ha fatto parte del cast del reality La fattoria e nel corso degli anni ha continuato a comporre canzoni nuove, unendo questa passione alle lotte femministe. Nel 2019 ha partecipato anche a L’isola dei famosie nel 2021 al Grande Fratello Vip. È sposata con Gianni Muciaccia, direttore artistico e produttore discografico, e ha una “figlia elettiva”, Michelle Masullo.
Chi è Edoardo Vianello
Famoso cantautore, produttore discografico e attore italiano, è diventato famoso negli Anni 60 componendo diversi brani musicali. Nel 1961 ha partecipato per la prima volta a Sanremo con Che freddo!, brano che gli ha consentito di farsi conoscere al grande pubblico. Nello stesso anno ha ottenuto il suo primo grande successo con Il capello, presentata in televisione nel corso di uno spettacolo con Don Lurio e le Gemelle Kessler, entrata in classifica e diventata uno dei dischi più venduti dell’anno. Tra le altre sue canzoni famose si citano Pinne fucile e occhiali e Guarda come dondolo, inseriti nella colonna sonora del film Il sorpasso di Dino Risi. Ma anche I Watussi, Abbronzatissima e Hully gully in dieci. È sposato con Elfrida Ismolli dal 2006, ma è stato unito anche alla cantante Wilma Goich (1967-1981).
Un uomo di 71 anni dell’Illinois, negli Stati Uniti, è stato arrestato con le accuse di omicidio, tentato omicidio e crimini d’odio dopo che sabato 14 ottobre ha accoltellato a morte un bambino di sei anni e ferito gravemente la madre di 32 anni. Le due vittime sono americane di origini palestinesi, e la polizia sostiene che l’attentatore le abbia aggredite a causa della loro fede islamica e in risposta al conflitto tra Israele e Hamas. In manette è finito Joseph Czuba, proprietario dell’alloggio dove abitavano il bambino e la donna. Il Chicago Sun-Times riporta che Wadea Al-Fayoume, questa l’identità del bambino, ha subito 26 coltellate ed è deceduto in ospedale. La madre, che ne ha subite circa la metà, sarebbe stata ferita nel tentativo di difendere il figlio, e seppur grave non sarebbe in pericolo di vita.
In a hate crime, a 71-year-old man from the the state of Illinois fatally stabs a young boy from Palestinian origins and seriously wounds his mother. pic.twitter.com/r9DBLEh9HE
Il presidente del Council on American-Islamic Relations: «Palestinesi considerati animali umani»
Negli ultimi giorni, la polizia delle città americane e le autorità federali sono state in massima allerta per le violenze guidate da sentimenti antisemiti o islamofobici. Funzionari dell’Fbi, insieme a gruppi ebrei e musulmani, hanno segnalato un aumento della retorica basata sull’odio e sulla minaccia. Intervistato dai media americani, Ahmed Rehab, presidente del Council on American-Islamic Relations, ha detto: «Ci troviamo di fronte all’omicidio di un bambino palestinese ad opera di qualcuno che si è radicalizzato a causa del clima in cui stiamo vivendo, che considera i palestinesi come animali umani». Il riferimento è al modo in cui il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha definito gli abitanti di Gaza, annunciando il blocco totale di luce, acqua e cibo nella Striscia: «Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza», ha detto citato dai media.
Joe Biden: «Questo orribile atto di odio non ha posto in America»
In merito all’aggressione di sabato, il presidente Joe Biden è intervenuto con una nota della Casa Bianca: «Jill e io siamo rimasti scioccati e disgustati nell’apprendere del brutale omicidio di un bambino di sei anni e il tentato omicidio della madre del bambino nella loro casa nell’Illinois. La famiglia musulmana palestinese del bambino è venuta in America alla ricerca di ciò che tutti noi cerchiamo: un rifugio in cui vivere, imparare e pregare in pace. Questo orribile atto di odio non ha posto in America e va contro i nostri valori fondamentali». Biden ha poi invitato gli americani a unirsi e «respingere l’islamofobia e ogni forma di bigottismo e odio». Il direttore dell’Fbi Chris Wray ha dichiarato domenica in una telefonata con i giornalisti dell’Associated Press che anche l’agenzia governativa si sta muovendo rapidamente per mitigare le minacce.
Il 16 ottobre del 1943, esattamente 80 anni fa, si svolse a Roma uno degli eventi più drammatici legati alla Seconda Guerra mondiale nella Capitale. È infatti proprio in questa data che si ricorda il rastrellamento del ghetto ebraico, con la deportazione di oltre 1.000 persone.
Il rastrellamento del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943
Le truppe naziste iniziarono a pattugliare diverse zone della città (non solo il Ghetto, ma anche il Salario, Trastevere, Testaccio e Monteverde) alla ricerca di persone di origine ebrea da condurre ai campi di concentramento. Gli individui costretti ad abbandonare per sempre le loro case, diretti verso una morte praticamente certa, furono inizialmente 1.259, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 bambini. Il giorno del rastrellamento non venne scelto in maniera casuale: fu selezionato un sabato (la giornata sacra di riposo per gli ebrei, nonché festa del Sukkot) perché in quel modo i tedeschi ebbero la certezza di trovare le loro vittime in casa. I prigionieri pronti a essere spediti nei campi di sterminio vennero raccolti a Palazzo Salviati, dove i tedeschi distribuirono loro dei bigliettini scritti in italiano con le istruzioni per la deportazione. Non tutti furono obbligati a partire: in 227 infatti vennero rilasciati perché provenienti da famiglie miste. Gli altri 1.000 vennero caricati due giorni dopo su un treno alla Stazione Tiburtina su 18 carri bestiame. La maggior parte finì ad Auschwitz-Birkenau.
Solo 16 i sopravvissuti
Del migliaio di persone partite, soltanto 16 riuscirono a sopravvivere, di cui 15 uomini e una sola donna. Nessun bambino sopravvisse al rastrellamento, che viene ricordato nella città di Roma attraverso una lapide commemorativa al Tempio Maggiore. In occasione dell’80esimo anniversario, a proposito, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Roma per deporre di una corona d’alloro lungo il muro della sinagoga. Insieme al capo dello Stato anche il sindaco Roberto Gualtieri, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente della comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, e infine il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.