Daily Archives: 16 Ottobre 2023

Gas, petrolio e conflitto in Israele: di cosa discuteranno Xi Jinping e Putin a Pechino

Dopo la prima uscita pubblica – in Kirghizistan – da quando sulla sua testa pende un mandato di cattura internazionale, Vladimir Putin visita la Cina (che non è membro della Corte penale internazionale) in occasione del terzo forum internazionale dedicato alla Nuova Via della Seta, in programma a Pechino il 17 e 18 ottobre. A settembre lo zar aveva dichiarato di aver accettato l’invito di Xi Jinping per celebrare il decimo anniversario del progetto lanciato nel 2013. I due però non si limiteranno a brindare: l’incontro servirà per rinsaldare l’alleanza politica e soprattutto economica tra Russia e Cina, in un momento complicato per lo scacchiere internazionale. A partire dal conflitto in Israele che fa gioco a entrambi: sta infatti distogliendo l’attenzione di Washington sia dall’Ucraina sia dall’area del Pacifico.

Incontro tra Xi Jinping e Vladimir Putin a Pechino. Dall'energia all'Ucraina, fino alla crisi in Medio Oriente, i temi sul tavolo.
Vladimir Putin e Xi Jinping al Cremlino (Getty Images).

Putin vorrebbe stringere per il gasdotto Forza della Siberia 2

Due giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, Cina e Russia avevano annunciato una reciproca «collaborazione senza limiti». Dalla fine di febbraio del 2022, però, Pechino si è limitata ad acquistare gas e petrolio a prezzi scontati, rinunciando ad avviare nuovi investimenti energetici in Russia. Putin è invece piuttosto ansioso di apporre la firma sul contratto per la costruzione del Sila Sibiri 2 (“Forza della Siberia 2”), mega-gasdotto che attraverso la Mongolia porterebbe in Cina 50 milioni di tonnellate di gas l’anno: al momento le stime parlano di 38 miliardi di metri cubi da raggiungere entro il 2025, ma allo zar non bastano. A Pechino sono presenti anche i vertici di Gazprom, che sperano di ottenere dalla Cina le tecnologie necessarie per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nell’area di Sakhalin-3, operazioni al momento stoppate dalle sanzioni Usa-Ue.

Incontro tra Xi Jinping e Vladimir Putin a Pechino. Dall'energia all'Ucraina, fino alla crisi in Medio Oriente, i temi sul tavolo.
Un incontro tra Xi e Putin sulla stampa cinese (Getty Images).

Non solo energia: sul tavolo anche la guerra in Ucraina

«Penso che la Cina non abbia interesse a firmare nuovi contratti, almeno in pubblico», ha dichiarato alla Reuters Alexander Gabuev, direttore del think tank Carnegie Russia Eurasia Center. La collaborazione tra i due Paesi, a ogni modo, non si “limita” al gas. E nemmeno al greggio, di cui la Cina è il secondo maggiore importatore dopo l’India. Secondo un rapporto Usa, Pechino ha «probabilmente» fornito a Mosca tecnologie chiave, tra cui droni e parti di aerei da combattimento, utilizzati in Ucraina. Il tema è tabù per la Repubblica Popolare, che con Xi nei panni dell’equilibrista tra Mosca e Kyiv non ha condannato l’invasione, è stato al Cremlino e ha proposto un piano di pace, particolarmente apprezzato da Putin, pronto a colloqui per approfondire i legami «a beneficio dei due popoli amici, nell’interesse di garantire sicurezza e stabilità nel continente eurasiatico e in tutto il mondo».

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La collaborazione sul nucleare e il giro d’affari che cresce

A proposito di armi, secondo un dossier del 2022 del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, negli ultimi decenni la tecnologia aeronautica, missilistica e persino sottomarina russa è stata ampiamente condivisa con la Cina, che vede nell’alleato una potenziale fonte di tecnologia per la modernizzazione delle armi convenzionali e nucleari dell’Esercito Popolare di Liberazione, obiettivo che il Partito comunista si è dato per il 2035. D’altra parte, Cina e Russia stanno già collaborando strettamente alla realizzazione di impianti nucleari civili, alcuni dei quali potrebbero essere utilizzati per produrre plutonio di tipo militare, come i reattori autofertilizzanti di Xiapu. In generale, il giro d’affari tra i due Paesi è aumentato del 30 per cento nella prima metà di del 2023 e entro fine anno raggiungerà i 200 miliardi di dollari. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia di Mosca Maxim Reshetnikov, durante una visita a Pechino. La Russia è ora il secondo partner commerciale cinese al di fuori dell’Asia, dietro solo agli Stati Uniti. «Putin è il mio miglior amico», disse nel 2019 Xi dopo aver ammirato i panda allo zoo di Mosca (e firmato un pacchetto di accordi commerciali). E il presidente russo, certamente, non ha perso la voglia di coltivare tale amicizia in un contesto geopolitico ulteriormente complicato dalla guerra tra Israele e Hamas.

Incontro tra Xi Jinping e Vladimir Putin a Pechino. Dall'energia all'Ucraina, fino alla crisi in Medio Oriente, i temi sul tavolo.
L’ultimo incontro tra Xi e Putin a Mosca (Getty Images).

Il conflitto in Medio Oriente tutto sommato fa comodo a entrambi

Per quanto riguarda la guerra in corso in Medio Oriente, Pechino ha tessuto relazioni commerciali e diplomatiche sia con Tel Aviv sia con i Territori palestinesi, mantenendosi sempre equidistante dalle fazioni in campo. Ma domenica 15 ottobre si è apertamente schierata, sostenendo «i Paesi islamici nel rafforzare l’unità e il coordinamento sulla questione palestinese» al fine di parlare «con una sola voce». La Repubblica Popolare concorda con la Federazione Russa nel ritenere che alla base del conflitto ci sia la mancanza di giustizia per la Palestina. E i rispettivi ministri degli Esteri hanno auspicato un rapido cessate il fuoco. Tuttavia, il conflitto appena iniziato sta distogliendo l’attenzione di Washington da Ucraina e Pacifico.

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Canone Rai, quanto costa e come si paga? Nel 2024 sarà tagliato di 20 euro

Nel corso della conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri sulla manovra 2024, il governo ha annunciato un taglio del canone Rai, che nel 2024 diminuirà di 20 euro totali. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha fatto riferimento a una diminuzione da 20 a 15 euro al mese, cosa che consentirà di far scendere il costo complessivo annuale da 90 a 70 euro.

Canone Rai: quanto costa e come si paga

Ad oggi il pagamento del canone avviene tramite l’addebito sulle bollette emesse dalle imprese elettriche in un totale di dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno. Nel caso in cui nessun componente della famiglia anagrafica, tenuta al versamento del canone, fosse effettivamente titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale, il canone dovrà essere versato tramite il modello F24 entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento. Tale modello dovrà essere utilizzato per il pagamento del canone anche dai cittadini per i quali la fornitura di energia elettrica avviene nell’ambito delle reti non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale. C’è inoltre la possibilità di pagare il canone con addebito sulla pensione: in questo caso occorre trasmettere una richiesta esplicita al proprio ente pensionistico entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento.

A Gaza obitori al collasso: i medici usano i furgoni dei gelati per i cadaveri

A Gaza gli obitori degli ospedali sono al collasso. La guerra tra Hamas e Israele sta causando molte vittime e, per far fronte all’alto numero di cadaveri, i medici e i volontari sono costretti a utilizzare le celle frigorifero dei furgoncini dei gelati. Decine i video e le foto sui social di chi ha immortalato i momenti in cui i dottori hanno depositato i corpi all’interno dei mezzi, avvolti in lenzuoli bianchi. Il conto dei morti continua a salire: superati i 2.500.

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Un medico: «Siamo al collasso»

In uno dei video pubblicato da Al Jazeera e rilanciati sui social, un medico di fronte a uno dei furgoncini ha raccontato: «Gli obitori degli ospedali sono piccoli e non possono ospitare tutti i cadaveri di questi giorni. Per questo siamo costretti a utilizzare i freezer dei furgoncini dei gelati o del cibo delle aziende della zona per poter conservare i cadaveri. Siamo completamente al collasso». Il ministro della Sanità, intanto, ha parlato del bilancio delle vittime definendolo «ancora provvisorio». Dal ministero hanno spiegato che ci sono «numerosi morti e feriti sotto le macerie e non ci sono modi per recuperarli».

A Gaza obitori al collasso i medici usano i furgoni dei gelati per i cadaveri
I corpi nei sacchi all’interno di una cella frigorifera (Getty Images).

L’Onu: «Mancano sacchi per i morti a Gaza»

Il problema non riguarda, però, soltanto gli obitori. Secondo l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, la situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania è sempre più grave. «Non ci sono abbastanza sacchi per i morti a Gaza», hanno spiegato alcuni portavoce. E per il quinto giorno consecutivo «Gaza è rimasta senza elettricità, portando sull’orlo del collasso i servizi vitali, compresi quelli sanitari, idrici e igienici, e aggravando l’insicurezza alimentare». La questione è ancora più grave se si considera che la popolazione a Gaza ha anche «un accesso fortemente limitato all’acqua potabile».

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A Gaza obitori al collasso i medici usano i furgoni dei gelati per i cadaveri
Decine di cadaveri trasportati su un camion (Getty Images).

Cosa c’è dietro l’interesse improbabile della piccola Fininc dei Dogliani per Autostrade

Succede che nelle pur asfittiche vicende del capitalismo italiano (dove «ci sono più capitalisti che capitali», commentava sconsolato Enrico Cuccia) il nano vada all’attacco del gigante. Tanto per stare alla cronaca recente, dove si parla molto di Tim, l’ex monopolista dei telefoni così come l’abbiamo ereditato oggi è figlio dell’Opa che la piccola Olivetti lanciò sull’allora Telecom Italia. Di quell’impresa è rimasto il ricordo, e soprattutto gli enormi debiti contratti dagli scalatori per comprarla. Il paragone è venuto subito alla mente quando Bloomberg ha diffuso la notizia che una società di Cuneo, la Fininc appartenente alla famiglia Dogliani, aveva messo nel mirino niente meno che Aspi-Autostrade per l’Italia. La società di costruzioni, ventesima nel ranking tra le imprese del settore, sembra dunque avere ambizioni smisurate rispetto al suo fatturato visto che, tutto d’un tratto, si è affacciata sul mercato accarezzando l’ipotesi di offerta d’acquisto della principale concessionaria autostradale italiana, passata dopo le tragiche vicende del ponte Morandi dai Benetton a Cassa depositi e prestiti, assieme ad alcuni importanti fondi di investimento come l’americano Blackstone.

Cosa c'è dietro l'interesse improbabile della piccola Fininc dei Dogliani per Autostrade
Matterino Dogliani, presidente e fondatore di Fininc (Imagoeconomica).

Dietro la famiglia Dogliani c’è la società di costruzioni spagnola Sacyr

Subito le voci si sono diffuse pari passo con gli interrogativi: ma come può la famiglia Dogliani solo ipotizzare una operazione così sproporzionata rispetto alle sue dimensioni? La prima risposta è politica: siccome Matteo Salvini si è dimostrato aperto alla ipotesi, i cuneesi devono aver pensato di avere dalla loro la sponda del governo, di cui il leader della Lega è vicepresidente nonché ministro per le Infrastrutture. Ma è bastato grattare un po’ per scoprire che dietro la famiglia Dogliani si celerebbero la società di costruzioni spagnola Sacyr insieme con alcuni fondi esteri. L’italianità è dunque assicurata solo dal nome di chi ci mette la faccia, ma dietro muovono imprese e realtà finanziarie straniere. Ma può un governo come quello di centrodestra di Giorgia Meloni, che ha fatto dell’italianità delle reti infrastrutturali una bandiera, rimangiarsi un dogma della sua politica industriale?

Cosa c'è dietro l'interesse improbabile della piccola Fininc dei Dogliani per Autostrade
Claudio Dogliani, amministratore delegato di Fininc (Imagoeconomica).

Le manutenzioni del 2022 sono state ridotte drasticamente

Ammesso e non concesso, sono i numeri a dire che quella di Fininc si configura come una ipotesi della irrealtà. Numeri di Aspi, visto che occorreranno più dei 9 miliardi pagati da Cdp ai Benetton, senza contare che l’acquirente se ne carica altrettanti di debiti. Ma anche i numeri del gruppo di Dogliani, assurto alle cronache dell’economia quando, nel marzo 2022, si è aggiudicato la concessione sulla Napoli-Salerno in consorzio proprio con gli spagnoli di Sacyr. I ben informati sanno che – in attesa dei complessi giudizi del Consiglio di Stato sull’aggiudicazione che potrebbero portare all’annullamento della gara – le manutenzioni del 2022 sono state ridotte drasticamente, come emerge dai bilanci. Su cui pesano anche gli oltre 400 milioni di euro pagati per il subentro al vecchio concessionario.

La società vuole confondere le sue perdite nel mare di una più grande?

Con sentenza sempre del Consiglio di Stato emessa il 6 ottobre 2023, Fininc ha vinto invece il ricorso contro i Gavio sulla A21 Torino-Piacenza, la A5 e la bretella Ivrea-Santhià. Ma prima che avvenga il subentro dei nuovi concessionari ci vorranno lunghi tempi tecnici, tali da pregiudicare i flussi di denaro necessari a supportare i debiti. Oltre a questo si aggiunge la situazione tutt’altro che florida della Pedemontana Veneta, realizzata dal gruppo Dogliani in project financing, per cui la giunta regionale dopo aver messo a suo tempo 300 milioni per sbloccare l’opera dovrà versarne altri 54 per il triennio 2023-25. È quindi pensabile che con questi numeri la famiglia di Cuneo possa puntare ad Aspi? I maligni sostengono che si sia di fronte all’ennesimo caso di una società che vuole confondere le proprie perdite nel mare di una più grande. Sarà così o veramente i Dogliani, forti dell’appoggio di Salvini (che se può fare uno sgambetto a Giorgia Meloni, anche in vista delle Europee 2024, certo non si tira indietro) e dei loro partner esteri meditano il grande colpo?

Aeroporto di Bari-Palese, sfiorato l’incidente tra due velivoli

Incidente sfiorato all’aeroporto di Bari-Palese, dove, mentre un aereo stava per atterrare, l’altro era invece pronto in pista per il decollo. È successo nella tarda mattinata di lunedì 16 ottobre, intorno alle 11.35, quando un airbus A319 di Volotea, partito da Firenze, come riportato da Repubblica, ha dovuto interrompere le operazioni di avvicinamento, riprendendo quota mentre sorvolava il centro di Bitonto.

L’incursione di pista

La pista, al momento del tentativo di atterraggio dell’airbus A319 di Volotea, era occupata da un Boeing 737 di Ryanair, in partenza per Alicante. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe trattato di una cosiddetta incursione di pista. Come riportato dal quotidiano, in base alle immagini di Flighradar, il volo VOE72ZF di Volotea era a circa 800 metri di quota quando ha sorvolato la pista, mentre il secondo aereo si preparava al decollo. Spetterà ora alle autorità chiarire la dinamica dell’accaduto.

 

PresaDiretta, stasera su Rai 3 la situazione dei bambini nella guerra in Ucraina

Stasera 16 ottobre 2023 andrà in onda sul canale Rai 3 alle ore 21.20 il programma PresaDiretta, come sempre condotto da Riccardo Iacona. Questa volta il programma avrà come argomento principale La guerra dei bambini, un’analisi esclusiva sui bambini coinvolti nel conflitto in Ucraina. La trasmissione sarà disponibile anche in streaming e on demand sulla piattaforma Rai Play.

Stasera andrà in onda la trasmissione PresaDiretta, ecco le anticipazioni della puntata del 16 ottobre 2023.
Il conduttore Riccardo Iacona (X).

PresaDiretta, le anticipazioni della puntata di stasera 16 ottobre 2023 su Rai 3

La guerra devasta il paese da ormai un anno e mezzo e la popolazione soffre sotto gli attacchi e i bombardamenti dell’esercito russo. Inoltre, in tante occasioni i piccoli non solo devono vivere in una situazione di costante ansia e terrore, ma rischiano di essere allontanati dalle loro famiglie ed essere deportati in Russia. È proprio su questo fenomeno che si soffermerà il team di PresaDiretta, ovvero la deportazione di piccoli e adolescenti ucraini in Russia. Una realtà che può causare un dolore incredibile, non solo fisico ma anche psicologico, e uno dei tanti effetti della guerra che sta interessando il paese.

La Russia, oltre a far leva su questo fenomeno, distruggendo famiglie che sono già a pezzi in Ucraina, punta anche su un altro aspetto: la massiccia propaganda rivolta soprattutto alle nuove generazioni. L’obiettivo del governo russo sembra essere chiaro: spingere i giovani di oggi a diventare soldati perfetti un domani, seguendo un unico ideale, quello imposto dai poteri superiori. Ciò sta avvenendo anche con la tecnica della riscrittura patriottica della storia russa, con il governo che sta gradualmente modificando la storia della nazione modificandola sotto una lente ideologica. La figura centrale della macchina propagandistica è ancora una volta quella del presidente Vladimir Putin, che sostiene con forza questi mezzi e tende a spingere per creare una visione nazionalistica unica e instillare un orgoglio patriottico nei cittadini.

Dal conflitto in Ucraina, il team di PresaDiretta cambierà poi scenario mostrando le similitudini con ciò che sta accadendo tra Israele e Palestina. Il caos delle bombe e gli orrori della guerra hanno un effetto devastante sui bambini che si trovano all’interno della striscia di Gaza, e ancora una volta i più piccoli sono le vittime indifese di un conflitto che non sembra volersi fermare. Questa guerra senza esclusione di colpi va avanti da anni, viola costantemente i diritti dei bambini e crea in loro delle profonde ferite psicologiche: come si può fermare una situazione così grave? Il team di PresaDiretta proverà a dare risposte a domande che nessuno dovrebbe mai porsi.

PresaDiretta, gli autori e gli ospiti della puntata di stasera 16 ottobre 2023 su Rai 3

Il conduttore Riccardo Iacona intervisterà nel corso di questa puntata Mykola Kuleba, fondatore di Save Ucraine, che parlerà della condizione di centinaia di bambini deportati e costretti a vivere nel terrore a causa della guerra. Nel corso della trasmissione si avrà anche un dialogo esclusivo con Maria Lvova-Belova, la commissaria russa per i diritti dei bambini, su cui pende un mandato di arresto dall’Aja per deportazione illegale di migliaia di minori. I reportage e i servizi mandati in onda sono a cura di Chiara Avesani, Antonella Bottini, Marcello Brecciaroli, Daniela Cipolloni, Francesca Nava, Eleonora Tundo, Pablo Castellani, Matteo Delbò, Alessandro Marcelli e Massimiliano Torchia.

Fringe benefit: cosa sono, come funzionano e le novità nella Manovra 2024

I fringe benefit, noti anche come benefici accessori o vantaggi extra-salariali, sono quei vantaggi offerti da un datore di lavoro ai dipendenti oltre al loro stipendio base o salario. Si tratta di compensi in forma non monetaria, che consistono nella messa a disposizione di beni e/o servizi con un forte impulso incentivante e fidelizzante, che possono assumere varie forme e su cui la manovra 2024 interviene con alcune novità, ecco quali.

Fringe benefit: cosa sono e come funzionano

L’importante agevolazione fiscale viene offerta alle famiglie italiane, da parte del datore di lavoro, per migliorare il loro potere d’acquisto. I fringe benefit sono esclusi dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore se globalmente inferiori, nel periodo d’imposta, a 258,23 euro. Il decreto Lavoro (dl n. 48/2023, convertito in legge n. 85/2023) prevede che, per il solo anno 2023, il limite di esenzione generale venga innalzato a 3.000 euro annui per i beni ceduti. Entro tale limite rientrano anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. Tutti i dipendenti aziendali con figli fiscalmente a carico possono essere potenzialmente beneficiari della misura. Per farne richiesta sarà necessario rivolgersi al proprio datore di lavoro dichiarando il diritto a ricevere il beneficio indicando il codice fiscale dei figli fiscalmente a carico. 

Fringe benefit, le novità in manovra 2024: 2 mila euro per chi ha figli e 1.000 per gli altri 

Il ministro dell’Economia e Finanza Giancarlo Giorgetti ha annunciato che, tra le novità della manovra 2024, alcune riguarderanno proprio questi vantaggi: «Sui fringe benefit l’anno scorso siamo interventi in maniera significativa, quest’anno lo rendiamo strutturale con modifiche per il 2024. Portiamo il tetto a 2 mila euro per i lavoratori con figli e a 1.000 euro per tutti gli altri».

Milano-Cortina, Sala: «La pista da bob a St Moritz andrebbe bene»

«Credo che, con rispetto di Cortina e del mio collega sindaco, sia una decisione giusta trovare un’altra alternativa alla pista di bob. Se fosse Saint Moritz a noi andrebbe molto bene perché farebbe risparmiare». Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala dopo che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, aveva annunciato che l’impianto per le Olimpiadi invernali del 2026 non sarà costruito in Italia ma che si opterà per l’estero. «Obiettivamente non è contemporaneo spendere così tanti soldi per un’opera che poi non viene utilizzata», ha aggiunto Sala, «e credo che si possa avere un Villaggio olimpico unico a Livigno».

L’ipotesi Cina

Nelle scorse settimane, tra ritardi nella realizzazione degli impianti e polemiche, si era palesata la possibilità che le gare di bob, skeleton e slittino di Milano-Cortina 2026 potessero essere disputate in Cina, a Pechino, non potendo l’Italia contare su piste adeguate. Anche quella di Torino 2006, infatti, è inutilizzabile.

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò, predidente del Coni (Getty Images).

Confindustria Veneto: «Non se lo merita l’Italia»

Contrario alla decisione di Malagò e del Coni è il presidente di Confindustria veneto, Enrico Carraro, che ha parlato della sconfitta di un intero Paese: «Non ci meritiamo di essere visti come quelli che non sono in grado di raggiungere l’obiettivo nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia. Non è un problema solo di Giochi Olimpici ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale. Vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica e il Veneto poteva farcela, come sottolineato a più riprese anche dal presidente Luca Zaia». Contrariato anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo che ha sottolineato come la Regione Piemonte avesse proposto di utilizzare gli impianti di Torino e della città metropolitana. «Mi dispiace che il governo abbia scartato questa opzione preferendo investire all’estero somme dei contribuenti italiani, invece che usarle per riqualificare i nostri impianti italiani», ha detto il primo cittadino. «Oltretutto con questa decisione sfuma un’occasione unica di ripensare anche al futuro della pista di Cesana, impianto che Torino e il Piemonte avevano messo a disposizione dei Giochi».

La Japan Airlines riprogramma un volo extra per il peso elevato dei passeggeri

Il pericolo era che il peso dei passeggeri, una delegazione di lottatori di sumo, potesse influire sulla capacità di carburante necessaria. È successo in Giappone, dove la compagnia di bandiera Japan Airlines ha dovuto riprogrammare un volo extra. Come riportato dal quotidiano Yomiuri Shimbun, per i lottatori sono stati utilizzati due Boeing 737-800, uno in partenza dall’aeroporto Haneda di Tokyo e l’altro dall’aeroporto Itami di Osaka. A un giorno dal decollo, il personale ha ricevuto infatti la lista dei passeggeri, venendo a conoscenza della presenza dei lottatori.

La somma dei pesi e la decisione

Dopo aver effettuato la somma dei pesi, aggiungendo almeno 50 chili in più della media di 70 chilogrammi a persona calcolata per ogni passeggero, la cifra ottenuta sarebbe stata talmente elevata da non permettere di poter rifornire il mezzo della quantità di carburante necessaria. Di qui la decisione di spostare 27 lottatori su un altro volo. «È estremamente insolito per noi operare voli speciali a causa delle restrizioni di peso in questo genere di aerei», ha dichiarato un portavoce della Jal alla stampa locale giapponese. La delegazione era diretta a un evento di sumo sull’isola di Amami Oshima, nell’estremo Sud del Giappone.

Moni Ovadia si dimette dall’Abbado di Ferrara dopo le polemiche per le frasi su Israele

Dopo le polemiche scatenate dalle sue dichiarazioni sullo stato di Israele, Moni Ovadia ha annunciato le sue dimissioni dal teatro comunale Abbado di Ferrara. L’intellettuale rinuncia dunque al suo incarico di direttore dell’istituzione emiliana sull’onda delle lamentele da parte dei rappresentanti dell’associazione Ferrara Oltre, supportati nella loro linea dura dal senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni.

Moni Ovadia rassegna le sue dimissioni dal teatro comunale di Ferrara

Proprio a quest’ultimo Ovadia ha dedicato parole al vetriolo al Resto del Carlino, subito prima di lasciare l’incarico: «È la terza volta che, per via delle mie opinioni, Balboni chiede le mie dimissioni. Evidentemente, il senatore ha individuato una persona vicina alle sue sensibilità da inserire al mio posto al teatro. Ma è evidente che questa censura rappresenta una coercizione del pensiero sul modello di un regime». Ovadia ha poi proseguito aggiungendo: «Si è determinata una situazione che non mi permette più di svolgere il mio lavoro alla direzione del teatro in autonomia. Per cui, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni entro la fine di questa settimana».

Le dichiarazioni su Israele: «L’attacco di Hamas conseguenza di una politica cieca»

Sulla scia del sanguinoso attacco perpetrato da Hamas ai danni di Israele il 7 ottobre, Ovadia si era così espresso: «Questa è la conseguenza di una politica di totale cecità, di occupazione e colonizzazione. La Striscia di Gaza non è un territorio libero, è una gabbia: è vero che dentro non ci sono gli israeliani, ma loro controllano comunque i confini marittimi e aerei, l’accesso delle merci, l’energia, l’acqua. Non a caso l’Onu aveva già dichiarato Gaza zona non abitabile. La situazione è vessatoria, dirò di più: è infernale. Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esista, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano».

Un salario minimo a Milano? Il sindaco Sala promette che ci lavorerà

A Milano il movimento Adesso! ha proposto di lavorare su un salario minimo cittadino che sia più alto di quello nazionale, e ha chiamato in causa il sindaco Giuseppe Sala perché lavori su questo.

Sala: «Se si trova una forma di collaborazione perché no»

«Penso che si debba lavorare su questo tema, non so se la via è quella del salario minimo o altro ma c’è una questione che accomuna tante grandi città», ha osservato il sindaco commentando la proposta a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Statale di Milano. «Bisogna lavorare anche sapendo cosa possiamo fare perché è chiaro che noi come Comune non abbiamo risorse in più da mettere, ma se si trova una forma di collaborazione perché no. Comunque chiamerò le parti a riflettere, questo lo farò senz’altro. Non so se il tema sarà quello del salario minimo o quello dei salari che hanno perso potere d’acquisto, comunque lo farò». La battaglia sul salario minimo a livello nazionale «è giusta», secondo Sala che però ha aggiunto: «Credo che riguardi altre realtà dove i salari sono molto bassi. Per noi è un po’ diverso il tema ma non possiamo sfuggire al lavorare sulla questione dei salari reali in Italia e quindi a Milano».

 

Terremoto ai Campi Flegrei, nuova scossa di magnitudo 3.6

Alle ore 12.36 di lunedì 16 ottobre 2023 si è verificata una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 nella zona dei campi Flegrei. Il sisma è stato localizzato a una profondità di 2 km dalla sala operativa della Ingv. È stato distintamente avvertito dalla popolazione, anche a Napoli, e in tanti lo hanno segnalato sui social. Non si registrano al momento danni a cose o persone.

Assalto Cgil, chiesti più di 10 anni per Fiore e Castellino

La procura di Roma ha chiesto la condanna per le sette persone imputate nel processo principale legato all’assalto della sede della Cgil avvenuto il 9 ottobre del 2021 a margine di una manifestazione per protestare contro le misure anti Covid stabilite dal Governo.

Chiesti 10 anni per Roberto Fiore e Giuliano Castellino

In particolare è stata sollecitata una pena a 10 anni e mezzo per Roberto Fiore, storico leader di Forza Nuova, e per Giuliano Castellino, esponente romano del movimento di estrema destra. «Quel giorno la città venne messa a ferro e fuoco», ha detto il pm Gianfederica Dito. Nei confronti degli imputati, a seconda delle posizioni, la procura capitolina contesta i reati di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza pluriaggravata. Per le altre posizioni il rappresentate dell’accusa ha sollecitato una condanna a 10 anni e mezzo per Luigi Aronica, figura legata ai movimenti di estrema destra, e a nove anni e sei mesi per Pamela Testa. Nove anni chiesti per Luca Castellini, Salvatore Lubrano e Lorenzo Franceschi.

Il pm: «Eventi drammatici e cruenti»

Nel corso della requisitoria, il pm ha ricostruito quanto avvenuto quel giorno. «Emerge dai video, che hanno cristallizzato i fatti, che siamo in presenza di eventi drammatici e cruenti con il tragico epilogo della devastazione della sede del sindacato. Quel giorno la parte centrale di Roma è stata in mano a sconsiderati. Un giorno funesto per la città e un attacco a un simbolo dei lavoratori e della democrazia», ha affermato.

X multata in Australia per scarso contrasto alla pedopornografia

L’eSafety Commissioner, organismo di vigilanza australiano che si occupa di sicurezza online, ha multato X per insufficiente contrasto alla pedopornografia online. La piattaforma di Elon Musk dovrà pagare 610 mila dollari australiani (circa 360 mila euro) nell’arco di 28 giorni a partire dal 16 ottobre, altrimenti la eSafety si riserverà «la facoltà di intraprendere altre azioni». Stando a quanto riporta il nuovo rapporto dell’autorità nazionale, X avrebbe mostrato carenze «nel rilevare, rimuovere e prevenire contenuti che alimentano lo sfruttamento dei minori, l’estorsione sessuale e la trasmissione di abusi in live streaming». Richiami formali anche per Google, Twitch, YouTube, Discord e TikTok, la più trasparente di tutte.

L'eSafety Commissioner australiano ha multato X di 360 mila euro per insufficiente contrasto allo sfruttamento sessuale sui minori.
Elon Musk, proprietario di X, nel settembre 2023 (Getty Images).

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Dal tempo di risposta alle azioni online, perché X è stata multata

Come si legge nel report ufficiale di eSafety, X non ha risposto ad alcune domande in merito alla gestione dei contenuti pedopornografici sulla piattaforma. Fra queste figurano il tempo di azione a seguito delle segnalazioni degli utenti, le misure adottate per individuare lo sfruttamento sessuale sui minori durante i live streaming e gli strumenti a disposizione per prevenire la comparsa sul web. La società di Elon Musk non ha fornito nemmeno informazioni dettagliate sul personale che si occupa di sicurezza e privacy online, alimentando i dubbi sui licenziamenti del patron dopo la sua acquisizione dell’ottobre 2022. «Non possiamo sperare di combattere questo problema senza una trasparenza significativa delle aziende tecnologiche», ha scritto in una nota ufficiale Julie Inman Grant, commissaria di eSafety. «Ci sono lacune davvero enormi».

Nel suo rapporto, la dottoressa Grant ha spiegato che le piattaforme social non fanno abbastanza contro i «crimini gravi commessi da adulti predatori nei confronti di bambini innocenti». Ha poi ricordato un post di Elon Musk del novembre 2022, in cui aveva dichiarato che il contrasto alla pedopornografia sarebbe stata la «priorità numero 1» della piattaforma. «Non possono essere solo chiacchiere vuote», ha proseguito Grant. «Abbiamo bisogno di vedere risultati tangibili accanto alle parole». Dall’arrivo del patron di Tesla e SpaceX, l’ex Twitter ha infatti diminuito il suo rilevamento proattivo del 15 per cento per tre mesi consecutivi prima di far registrare una lieve risalita. Oltre a X, eSafety ha richiamato all’attenzione anche Google, rea di non utilizzare la propria tecnologia in modo sufficiente. Eccezion fatta per il suo servizio di ricerca, il browser di Alphabet non contrasta adeguatamente gli abusi sui minori sulle app Gmail, Meet e Chat.

Da TikTok a Twitch, la situazione delle altre piattaforme

Sebbene l’attenzione di eSafety si sia concentrata su Google e X, sotto i riflettori ci sono anche piattaforme come Discord – app di messaggistica diffusa negli Usa – ma anche TikTok e Twitch. Il rapporto sul contrasto alla pedopornografia ha registrato dati preoccupanti in termini di tempi di risposta e soprattutto numero di segnalazioni. TikTok afferma di intervenire entro cinque minuti dalle comunicazioni di allarme, Twitch entro otto. Discord necessita di 13 ore, mentre Google e X non hanno fornito indicazioni. Non va meglio se si considerano le lingue analizzate per controllare i contenuti. Google ne copre 71, due in meno del social di ByteDance. Discord invece ne segue appena 29, Twitch soltanto 24 e X addirittura 12.

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Raz Degan racconta la preoccupazione per la sua famiglia in Israele

«Sono giorni da incubo, dall’Olocausto non c’erano giorni così duri. Si sono accaniti su famiglie, bambini, anziani di 90 anni… Non è guerra, è terrorismo». Sono le parole di Raz Degan, attore e modello israeliano, che durante la puntata di Verissimo del 15 ottobre  ha risposto alle domande della conduttrice Silvia Toffanin sull’attacco di Hamas a Israele. «Io ho sempre creduto nella pace, a prescindere dalla religione delle persone. Ho lavorato con l’Onu, con l’Unhcr. Fa male vedere che la pistola e la spada sono più forti della parola: non è umano. Hanno trovato bambini senza testa, di cosa parliamo».

La preoccupazione per la famiglia

«Mio padre e mio fratello sono lì. Mio padre ha 80 anni, il nostro kibbutz è stato evacuato ma lui non lascia la casa. Io sono nato lì, il nostro kibbutz si trova a Nord, al confine tra Israele e Libano. Non vuole andare via, quella è casa sua. Dove va? Quella è la sua vita. Ogni giorno mi chiamano amici e mi raccontano atrocità inimagginabili. Non è umano quello che è successo, ho anche paura a raccontarle. È al di là della politica, della guerra, dei diritti: è al di là di ogni cosa» ha affermato Degan aggiungendo: «La moglie di mio fratello è venuta a mancare, era al rave. Non è tornata a casa. È passata già una settimana. Nella tradizione ebraica quando muore qualcuno si sta a casa, i genitori non sanno dov’è. Non sanno dove sia, se sia viva o morta. I cadaveri sono così tanti e non si riescono a distinguere i volti, tanti sono stati bruciati».

L’infanzia tra le bombe

«Quando ero piccolo, al Nord si combatteva. Io ho passato molti periodi della mia infanzia nel bunker con altri bambini. Vedevo i miei genitori la sera, mio padre passava la giornata al fronte. La guerra del Kippur, nel 1973, è stata tragica ma era una guerra tra eserciti e soldati. Negli Anni 80 ricordo le bombe, ricordo il fischio prima dell’esplosione che distruggeva tutto in casa. Qui si tratta di terrorismo, di violenza sulle donne, rapimenti di anziani sopravvissuti all’Olocausto». E ancora: «Io ho fatto il servizio militare come tutti in Israele. Quando ho finito, ho capito che la mia strada era un’altra. Volevo uscire dal mio kibbutz, che era piccolo. Volevo uscire da Israele, che aveva all’epoca solo 2 milioni di abitanti. Mi sentivo cittadino del mondo, non pensavo di arrivare in Italia e di rimanere qui».

Virginia Sanjust condannata per il tentato furto da un’auto a Roma

È stata condannata a due mesi e venti giorni di carcere, al termine di un processo per direttissima, Virginia Sanjust di Teulada, 46 anni ed ex annunciatrice della Rai. La donna è stata accusata di tentato furto dopo essere stata bloccata dai carabinieri mentre era intenta a rubare da una auto in via Flaminia a Roma. Nei giorni precedenti era stata assolta in appello a Roma per tentata estorsione. Secondo l’accusa, nel marzo 2020 avrebbe chiesto una decina di euro alla nonna, l’attrice Antonella Lualdi, deceduta ad agosto 2023, e al rifiuto dell’anziana le avrebbe distrutto l’appartamento rompendo oggetti e suppellettili.

Il calcioscommesse e la differenza cruciale tra siti illegali e gioco pubblico

In pochi lo stanno sottolineando e forse pure notando – l’argomento certo è da addetti ai lavori – ma lo scandalo scommesse che ha travolto il calcio italiano durante la pausa per le nazionali di ottobre ci dice molto sul modo di ragionare e di procedere del nostro Paese. O meglio, sarebbe più opportuno dire, di non funzionare affatto, considerato che spesso e volentieri il tafazzismo di cui si rende protagonista riesce a toccare vette davvero notevoli. Basti pensare, appunto, a cosa sta accadendo nel mondo del pallone dopo l’esplosione del caso che ha visto (per ora) coinvolti i nomi dei giocatori Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, più Nicola Zalewski non ancora indagato ma tirato in mezzo dalle sparate di Fabrizio Corona. L’ennesimo esempio di cos’è successo troppo spesso nel dibattito pubblico italiano in tutti questi anni.

I concessionari pubblici autorizzati avrebbero riconosciuto i calciatori

Una vicenda – va evidenziato con chiarezza – che ci ricorda ancora una volta quanto possano essere pervasive in Italia, in tutte le loro forme, l’illegalità e la criminalità organizzata. D’altro canto, è su siti fuorilegge, non autorizzati dallo Stato italiano attraverso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che i calciatori accusati erano soliti fare le loro puntate. Non certo attraverso i concessionari pubblici autorizzati, presso i quali non avrebbero mai potuto giocare, perché i rigidi sistemi di controllo previsti dalla normativa non gli avrebbero certo consentito di farlo in anonimato. Sarebbero stati riconosciuti subito grazie alle verifiche incrociate e approfondite che gli operatori sono tenuti a svolgere, e bloccati ancor prima di poter cominciare.

Il calcioscommesse e la differenza cruciale tra siti illegali e gioco pubblico
Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali in un vecchio Milan-Roma (Getty).

Una battaglia per la legalità che dovrebbe essere condivisa da tutti

Ricostruzione sintetica, ma sufficiente per fissare un assioma difficile da contestare: che per contrastare il mondo di mezzo e anche quello di sotto è necessario vi sia sempre maggiore legalità, con una battaglia che deve essere netta, senza mezzi termini e tentennamenti e, soprattutto, condivisa a tutti i livelli. Una considerazione di buon senso, verrebbe da dire, che in questo specifico caso dovrebbe portarci a legittimare e valorizzare il ruolo di tutti quei soggetti chiamati per legge dallo Stato a esercitare la funzione di concessionari del gioco pubblico, con l’obiettivo che questa attività possa essere svolta in piena sicurezza e responsabilità.

Benaltrismo di chi critica tout court il mondo del gioco pubblico

Concetto lineare, semplice, quasi elementare, eppure tanto difficile da affermare in un Paese sempre capace di guardare il dito e mai la luna, bloccato dall’ideologia e dalla tendenza cronica a perdersi in ragionamenti che definire ombelicali è un eufemismo. Non è un caso che anche stavolta abbiano iniziato a levarsi nel dibattito pubblico – tra il benaltrismo di un pezzo fortunatamente minoritario della politica e le solite tirate di opinion leader più o meno presunti – voci sporadiche, ma non per questo meno percepibili e fastidiose, di critica tout court al mondo del gioco pubblico. Come se le colpe fossero da attribuire a chi è in campo ogni giorno per garantire la legalità e non a un sistema confuso e insufficientemente unito nel combattere l’illegalità, che, per inciso, nel settore vale 24 miliardi di euro l’anno, tutti appannaggio della criminalità organizzata.

Il calcioscommesse e la differenza cruciale tra siti illegali e gioco pubblico
I giocatori di Serie A si appoggiavano a siti illegali per scommettere (Getty).

Chiacchiere che finiscono con l’indebolire il fronte di chi si batte contro l’illegalità guidato dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, che anche nella vicenda del calcio scommesse sono entrate subito in azione per far rispettare la legge. Ecco, per voltare definitivamente pagina e superare questa ennesima brutta vicenda del calcio italiano, bisognerebbe ripartire da qui: dalla difesa comune, senza distinzioni, della legalità. Provando a ricominciare dai fondamentali.

Circuiti clandestini dove si usano esclusivamente i contanti

Ma quali sono, nello specifico, le dimensioni e le cause del gioco illegale in Italia? Parliamo di trasmissione di dati utilizzati da soggetti non in possesso delle concessioni statali, di siti illegali privi di autorizzazioni e di circuiti clandestini di scommesse esclusivamente in contanti. Siamo di fronte soltanto alla punta dell’iceberg di un fenomeno in continua espansione. In Italia diversi studi di settore riportano infatti che la raccolta di gioco collegata alle attività illegali sia pari, come già accennato prima, a un valore prossimo a 24 miliardi di euro l’anno, di cui le attività di raccolta del gioco online illegali sono stimate in circa 18,5 miliardi di euro e le attività di raccolta del gioco illegale sul canale retail sarebbero circa 5,5 miliardi.

Siti di bookmaker illegali gestiti da società straniere

Tra le modalità di raccolta di scommesse illegali sono risultate estremamente diffuse le condotte illecite che consistono nell’operare attraverso la Rete fisica su piattaforme di bookmaker illegali gestite da società straniere, i cui server sono collocati in Paesi a fiscalità agevolata. Si tratta in particolare di piattaforme che presentano in genere un’estensione “.com“, ma comunque diversa da quella “.it“, ad appannaggio dell’offerta legale.

Le tre ragioni per cui i giocatori scommettono illegalmente

Le motivazioni che possono spingere i giocatori italiani a scommettere illegalmente sono di tre tipi, secondo gli esperti: un vantaggio di prezzo, ossia quote più alte; minori vincoli (alla registrazione, ai limiti delle puntate, alle attività di gioco o ai palinsesti consentiti e alle vincite) e anche minori controlli (giocatori bannati per comportamenti irregolari sul circuito legale possono infatti trovare accoglienza su quello illegale).

Il calcioscommesse e la differenza cruciale tra siti illegali e gioco pubblico
Il gioco illegale in Italia sottrae 24 miliardi di euro l’anno allo Stato (Getty).

Questi sistemi paralleli di gioco non solo drenano risorse ingenti all’Erario dello Stato, ma alimentano un perverso circuito economico/finanziario che inquina sempre più la società, senza garantire tutele per il giocatore ingolosito, probabilmente, da quote più vantaggiose. Se questo è il quadro dentro cui l’attuale caso scommesse deve essere contestualizzato, è evidente come quelli coinvolti non siano tanto calciatori ludopatici che vogliono soddisfare una dipendenza dal gioco, quanto giocatori di servizi di gioco illegale volto al mantenimento di un opportuno e “vitale” anonimato. Comprendere la reale entità del fenomeno del gioco illegale contestato ai calciatori in questione consente di capire le dimensioni, le cause e le modalità del problema e, conseguentemente, di agire a supporto dell’argine di questo fenomeno: il circuito legale delle scommesse.

Corigliano Rossano, operai sul tetto della scuola per la mancata riassunzione

Sono saliti sul tetto della scuola media Levi – Roncalli di Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, due operai addetti al Verde pubblico che rilanciano così la loro protesta lamentando la mancata riassunzione da parte della società che si è aggiudicata la gara d’appalto del settore. Alle prime luci dell’alba di lunedì 16 ottobre 2023, i due sono saliti sul tetto dell’edificio scolastico mentre i colleghi hanno manifestato nel cortile dell’istituto.

La ditta che si è aggiudicata l’appalto ha assunto nuovo personale

In tutto sono 12 gli ex addetti al Verde pubblico del Comune di Corigliano Rossano ai quali già negli scorsi anni sarebbe stata garantita l’assunzione da parte della ditta aggiudicataria. «La gara d’appalto c’è stata e la ditta che se l’è aggiudicata non ha assolutamente assunto noi operai, che lavoravamo nel Verde pubblico da oltre 10 anni, bensì altre 20 persone nuove. Siamo stanchi delle false promesse perché abbiamo le famiglie da mantenere. Noi chiediamo di continuare a svolgere l’attività che già avevamo», ha detto un operaio. La protesta continuerà, hanno sottolineato i manifestanti, fino a quando non si otterrà la certezza di tornare a lavorare.

Camion sfonda guardrail e finisce nella corsia opposta

Nella mattinata di lunedì 16 ottobre, sulla Strada Statale 7 Bis vicino ad Acerra, un camion ha sfondato la barriera di sicurezza ed è finito sulla carreggiata opposta. Proprio in quel momento, passava una vettura che non è stata in grado di evitare la collisione, andando a sbattere contro il container del camion. L’impatto con la barriera ha causato distacco del guardrail, che non è stato sufficiente a rallentare il tir. A causa della posizione trasversale del camion la circolazione stradale è stata gravemente compromessa in entrambe le direzioni sulla statale che collega Nola a Villa Literno. Le cause dell’incidente al momento non sono chiare e non è possibile stabilire con certezza se il camion abbia colpito la barriera di sicurezza a causa di una manovra rischiosa, a causa del manto stradale scivoloso o di un malore del conducente.

Colosseo, dal 18 ottobre via al biglietto nominativo

Niente più bagarinaggio davanti al Parco Archeologico del Colosseo. A partire dal 18 ottobre 2023, verrà introdotto il biglietto nominativo per tutte le tipologie di titoli di ingresso, sarà aperta una nuova biglietteria oltre a quella già esistente e raddoppiato il numero dei biglietti venduti in loco. Tra queste, la novità più importante è quella del biglietto nominativo acquistabile su www.colosseo.it, tramite call center e nelle biglietterie fisiche. L’introduzione era stata annunciata il 20 settembre dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e dopo poche settimane la modifica è diventata operativa.

Sangiuliano: «Fondamentale per limitare il bagarinaggio»

Il ministro Sangiuliano ha spiegato che si tratta di «una misura centrale per liberare uno dei simboli del nostro patrimonio storico-culturale dal fenomeno del bagarinaggio». Tra le novità anche la rimodulazione delle quote destinate ai canali di vendita. Il 25 per cento del totale dei biglietti sarà destinato alla piattaforma B2B per i tour operator e il 55 per cento del totale sarà destinato alla piattaforma B2C ovvero per i visitatori singoli.

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