Daily Archives: 13 Ottobre 2023

La Cassazione accoglie il ricorso di Amanda Knox: il processo per calunnia è da rifare

Il ricorso presentato da Amanda Knox contro la condanna a tre anni di reclusione per calunnia a Patrick Lumumba, nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio di Meredith Kercher, è stato accolto dalla Cassazione. Gli stessi giudici hanno disposto così un nuovo processo, a Firenze. Tutto è nato dalla decisione presa dai legali della statunitense di impugnare la condanna, arrivata contemporaneamente all’assoluzione per l’omicidio Kercher. Gli avvocati avevano presentato ricorso in base a una pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Carlo Pacelli: «Di fatto un quarto grado di giudizio»

L’avvocato Carlo Pacelli, che ha difeso Patrick Lumumba, riconosciuto estraneo al delitto e prosciolto, ha commentato la decisione. Per lui la Cassazione, revocando la condanna, ha istituito «a tutti gli effetti un quarto grado di giudizio». Il legale ha dichiarato all’Ansa: «Quanto stabilito ora dalla Cassazione pone un problema di certezza del diritto e di sovranità della nostra giurisprudenza. Si pone una questione di rapporti tra la decisione della Corte europea e la giurisdizione italiana». Nel nuovo processo, Amanda Knox non rischierà un aggravamento della condanna a tre anni di reclusione già scontati: «Non è infatti prevista una reformatio in peius, cioè più afflittiva per chi ha fatto appello».

Carlo III, arrivano le nuove monete pensate per i bambini

La zecca britannica ha presentato le nuove monete con l’effigie di Re Carlo III. In circolazione entro fine 2023, celebrano l’amore per la natura dell’erede di Elisabetta II, con raffigurazioni sul rovescio di piante e animali a rischio estinzione in Gran Bretagna. I disegni semplici e stilizzati si rivolgono però soprattutto ai bambini, con l’intento di aiutarli nell’imparare a contare e conoscere il valore del denaro. «Piaceranno ai più piccoli», ha spiegato alla Bbc Rebecca Morgan, direttrice della Royal Mint. «Sono tutti ottimi spunti di conversazione». Sul diritto invece compare il profilo sinistro del sovrano, l’opposto rispetto a quello della regina Elisabetta II nel pieno rispetto della tradizione. Sempre in linea con i suoi predecessori sul trono, ma diversamente da sua madre, Carlo III non indossa la corona nemmeno nelle raffigurazioni sulle banconote.

La zecca reale britannica ha presentato le nuove monete con l'effigie di Carlo III. Sul rovescio piante e animali per aiutare i bambini.
Il profilo sinistro di Carlo III sulla moneta da due sterline (Getty Images).

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Fiori, piante e animali: il significato dei disegni sulle monete di Carlo III

«Coniare nuovo monete è una celebrazione tradizionale con l’arrivo di un nuovo sovrano sul trono», ha proseguito Morgan. «Sappiamo che l’uso del denaro contante è in calo, ma ancora molti lo useranno». La Bbc ha potuto visionare in anteprima l’intera collezione di monete, da quelle da un penny fino a quelle da due sterline. La più piccola presenta sul rovescio un moscardino, roditore la cui popolazione si è dimezzata dal 2007. Lo scoiattolo rosso invece campeggia sulla moneta da due pence, mentre una foglia di quercia si staglia in quella da cinque centesimi. Simbolo della biodiversità nelle aree boschive del Regno Unito, ha un forte legame con la Royal Family. Il gallo cedrone invece si trova sul rovescio della moneta da 10 pence, per ricordare alla popolazione come sia sempre più a rischio estinzione in Scozia.

La zecca reale britannica ha presentato le nuove monete con l'effigie di Carlo III. Sul rovescio piante e animali per aiutare i bambini.
L’intera serie di monete di Carlo III (Getty Images).

Nella sua serie di monete, Carlo III ha scelto la pulcinella di mare e il salmone atlantico, minacciato anche dall’inquinamento dei fiumi, per gli esemplari da 20 e 50 pence. Due api campeggiano sulla sterlina, i fiori nazionali invece raggruppano tutto il Regno Unito sulla moneta da 2 pound. Si possono vedere infatti una rosa per l’Inghilterra, un narciso per il Galles, un cardo per la Scozia e un trifoglio per l’Irlanda del Nord. «È un caso senza precedenti», ha spiegato Kevin Clancy del Royal Mint Museum. «Mai un re aveva scelto il mondo naturale per le sue monete». Non mancano poi i riferimenti storici. In piccolo è possibile trovare tre C maiuscole intrecciate, emblema per Carlo III. Sul bordo è invece incisa la scritta “In servitio omnium” (dal latino, al servizio di tutti), scelta personalmente dal sovrano e tratta da un suo discorso inaugurale del 2022.

Enrico Bartolini, chi è lo chef (presunto) fidanzato di Roberta Morise

Enrico Bartolini è lo chef italiano con più stelle Michelin. Avendone guadagnate 12, è il secondo chef del mondo a pari merito con Martín Berasategui e Pierre Gagnaire. Molto famoso a livello internazionale, è nato a Pescia (Pistoia) il 24 novembre 1979 e si è fatto conoscere al pubblico televisivo come giudice nell’edizione 2022 di Celebrity Chef di Alessandro Borghese. La sua carriera stellata è iniziata qualche anno dopo aver conseguito il diploma all’Istituto professionale Alberghiero di Montecatini Terme quando decise di trasferirsi a Parigi e poi a Londra, dove ha lavorato nelle cucine degli chef Paolo Petrini e Mark Page. Rientrato in Italia, nel 2005 ha preso in gestione il ristorante Le Robinie, nell’Oltrepò Pavese, grazie al quale ha guadagnato la sua prima stella Michelin.

Il suo ristorante milanese ha ricevuto le tre stelle Michelin, prima di lui solo Gualtiero Marchesi

Il ristorante Enrico Bartolini di Milano, che lo chef ha aperto nel 2016 al terzo piano del MUDEC, il Museo delle Culture, ha ricevuto tre stelle Michelin. Prima di lui solo Gualtiero Marchesi era riuscito a raggiungere, sempre a Milano, un così prestigioso riconoscimento. Nel 2017  dopo l’apertura di due ristoranti a Bergamo e due nel resort L’Andana di Castiglione della Pescaia, lo chef ha inaugurato Spiga, il primo ristorante a Hong Kong al quale è seguito Fiamma. Enrico Bartolini si è confermato così uno dei più importanti cuochi a livello internazionale.

La presunta relazione con Roberta Morise

Per quanto riguarda la sua vita privata, il 44enne è stato paparazzato con Roberta Morise dal settimanale Chi per le strade di Roma. L’ex miss Italia e conduttrice televisiva, 37 anni, sembra aver ritrovato l’amore con lui dopo la fine di due storie importanti, la prima con Carlo Conti e l’altra con Giulio Fratini. Enrico Bartolini è separato e ha tre figli, Tommaso, 14 anni, Giovanni, nove e Vittoria, sei.

Morto Rudolph Isley, fondatore e cantante degli Isley Brothers

Rudolph Isley, cantante e fondatore degli Isley Brothers, è morto mercoledì 11 ottobre all’età di 84 anni nella sua casa di Chicago. La notizia è stata confermata dal fratello Ernie. L’artista è stato co-autore di numerosi brani di successo del gruppo, a partire dalla metà degli anni 50. Suoi i testi di canzoni come This Old Heart of Mine (Is Weak for You), Footsteps in the Dark e That Lady. Tra i succesi della band anche I’ve Got to Get Myself Together, It’s a Disco Night (Rock Don’t Stop), Harvest For The World.

La nascita degli Isley Brothers

Il gruppo degli Isley Brothers venne fondato da Rudolph nel 1954 a Cincinnati, nello stato dell’Ohio, insieme ai fratelli Ronald, O’Kelly e Vernon scomparso nel 1955. Con il trasferimento a New York, arrivò l’ispirazione per la loro canzone più famosa Shout, datata 1959. Qualche anno dopo, la band si ampliò con l’ingresso dei fratelli minori Ernie alla chitarra e Marvin al basso, e di Chris Jasper, un cognato, alle tastiere. Dopo la morte di O’Kelly per infarto nel 1986, Rudolph Isley decise di diventare un pastore cristiano protestante, continuando a cantare principalmente in chiesa, e lasciando la guida della band al fratello Ronald.

I successi musicali

Nei primi anni 60 conquistarono il pubblico con Twist and Shout. Si trattava di una cover, originariamente registrata dai Top Notes, ma riarrangiata dal gruppo. I Beatles amarono la nuova versione al punto da utilizzarla nei loro spettacoli dal vivo e registrarla come traccia di chiusura del loro album di debutto. Nel 1964, l’incontro tra gli Isley Brothers e un giovane Jimi Hendrix che restò nella formazione prima di intraprendere la carriera da solista. Ancora un successo nel 1969 con It’s Your Thing e poi la scelta ampiamente premiata di dedicarsi alle cover di inni rock come Love The One You’re With di Stephen Stills e Lay Lady Lay di Bob Dylan, scelta che valse loro diversi album d’oro e di platino.

Scommesse, il quarto nome di Corona è Zalewski della Roma

Nicola Zalewski potrebbe essere il quarto calciatore coinvolto nel caso scommesse. Dopo Fagioli, Tonali e Zaniolo, l’inchiesta potrebbe allargarsi ancora dopo che Fabrizio Corona ha diffuso, sul suo sito Dillinger News, il nome promesso a inizio giornata. L’esterno mancino milita nella Roma guidata da Josè Mourinho. Dopo aver concluso positivamente la passata stagione ed essere entrato nel giro della nazionale polacca, il classe 2002 ha iniziato al di sotto delle aspettative il campionato in corso. Tanto da aver mancato la convocazione con la Polonia nella sosta d’ottobre ed essere stato relegato in Under 21.

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Scommesse, il quarto nome di Corona è Zalewski della Roma
Nicola Zalewski (Getty Images).

I legali di Zalewski pronti alla querela

Non ci sono ancora conferme ufficiali sul suo coinvolgimento. Secondo quanto rivela Repubblica, la Roma sarebbe pronta a pubblicare un comunicato stampa in difesa del calciatore. E lo stesso Zalewski sta pensando a come difendersi dalla notizia: i suoi legali sarebbero pronti a sporgere querela contro Fabrizio Corona.

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Mappato il cervello umano con quasi 200 miliardi di cellule

Il nostro cervello comprende 200 miliardi di cellule appartenenti a 3 mila tipologie differenti. Fra queste, circa 86 miliardi sono neuroni. È quanto scoperto dalla Brain Initiative, progetto di 10 anni messo a punto dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, che si sono avvalsi della collaborazione di più centri di ricerca mondiali. Ne è nato un atlante, capace di mappare l’intera materia grigia degli umani e dei primati più vicini alla nostra specie, permettendo di comprenderne evoluzione e cambiamenti. Uno sforzo senza precedenti che spera di aiutare la conoscenza delle malattie neurodegenerative e migliorare le terapie per contrastarle. «È un momento cruciale per il nostro campo di ricerca», ha spiegato il dottore Ed Lein dell’Allen Istitute di Seattle. «Grazie alla moderne tecnologie andremo sempre più a fondo».

Nel cervello umano ci sono 200 miliardi di cellule, di cui 86 miliardi di neuroni. Così conosceremo le malattie e le terapie per affrontarle.
Una ricostruzione del cervello umano (Imagoeconomica).

I dettagli della mappatura del cervello umano e le sue cellule

Lo studio è frutto di 21 ricerche parallele, disponibili sulle riviste scientifiche Science, Science Advances e Science Translational Medicine. Lanciata come prosecuzione del progetto Genoma, capace di arrivare al primo sequenziamento dell’intero materiale genetico umano e di alcuni primati, la Brain Initiative ha dato vita a una vera e propria guida per comprendere il più complesso organo del nostro corpo. «Finora le mappe del cervello si basavano prevalentemente sulla morfologia e l’istologia delle cellule, caratteristiche visibili al microscopio», ha spiegato Paolo Vezzoni del Consiglio Nazionale delle Ricerche. «Usando la genetica, si è riusciti ad andare oltre». Gli studi hanno poi permesso di identificare somiglianze e differenze nell’organizzazione delle cellule che, pur condividendo lo stesso Dna, ne esprimono soltanto una parte.

Oltre al primo atlante del cervello umano, gli scienziati hanno dato vita al primo confronto fra le proprietà cellulari e molecolari nella nostra specie e quelle dei primati come scimpanzé e macaco. Gli esami hanno suggerito chiare somiglianze nelle proporzioni e nell’organizzazione spaziale con lievi cambiamenti dovuti all’evoluzione. Ne sarebbe derivata una maggiore «plasticità cerebrale» e una «capacità di adattarsi, di apprendere e cambiare» nell’uomo rispetto alle specie geneticamente più vicine. Gli esperti hanno inoltre scoperto un legame fra le cellule di un adulto e quelle di un soggetto ancora in sviluppo. È probabile che quindi alcune proprietà abbiano origine già nelle prime fasi della vita, conservandosi nel tempo. «Siamo davvero all’inizio di una nuova era per la neuroscienza», ha detto Joseph Ecker al Genetic Engeneering and Biotecnology News. «Capiremo sviluppo del cervello e malattie che lo colpiscono».

Lo studio servirà per progettare nuove terapie contro le malattie

«È un punto di partenza su cui si innesteranno studi futuri», ha proseguito il dottor Vezzoni. «È probabile che occorreranno decenni o secoli per approcciare alcune questioni, tra cui lo sviluppo della coscienza, su cui sappiamo poco o nulla». Gli scienziati sperano infatti di poter comprendere sempre più a fondo tutte le malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer, per progettare terapie migliori e più efficaci. Lo studio di Brain Initiative ha scoperto per esempio maggiori dettagli sull’infiammazione cerebrale nelle prime fasi della vita, rischio clinico accertato per disturbi neurologici ancora non compreso. Concentrandosi sull’area del cervelletto, vulnerabile alle perturbazioni postnatali, le analisi hanno rivelato che il danno è associato a cambiamenti in due particolari sottotipi di neuroni inibitori. «Faremo chiarezza su tutto», ha concluso John Ngai, direttore del progetto. «Le opportunità sono semplicemente mozzafiato».

Scommesse, Gravina: «Abbiamo risposto con serietà e coerenza»

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha commentato la vicenda che ha scosso il calcio italiano, con Nicolò Fagioli, Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali al centro del caso calcioscommesse. Il numero uno del calcio italiano al Festival dello sport di Trento ha dichiarato: «È evidente che la vicenda non è stata preventivata, non era assolutamente preventivabile. Io credo che questa situazione abbiamo risposto con grande serietà e coerenza, grande rispetto per le situazioni e per i ragazzi e in particolar modo per la maglia azzurra. Stiamo parlando di una delle piaghe sociali che interessa diversi giovani e concittadini ed è molto diffusa a livello internazionale. La ludopatia non è un problema del calcio ma corrode dall’interno senza guardare in faccia a nessuno».

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Spalletti: «Molta amarezza»

Dal ritiro della Nazionale, è intervenuto anche il ct Luciano Spalletti: «È stata una notte difficile, c’era molta amarezza per quello che è successo, tutta la squadra era vicina a loro e lo faremo anche quando caleranno i riflettori. È giusto cercare di aiutarli a difendersi, poi c’è la giustizia farà il suo corso. Ma se sono state fatte delle cose irregolari è giusto pagare. Dobbiamo parlare del rischio di cadere in queste tentazioni, spiegare a questi giovani che ci sono queste insidie».

Parlando di calcio giocato, a poche ore dalla gara contro Malta, Spalletti ha poi dichiarato: «Zaniolo è un giocatore straordinario e pulito da alcuni vizietti di campo e ora parlo di campo». I due calciatori, Tonali e Zaniolo, sono stati interrogati a Coverciano dalla polizia giudiziaria, prima di lasciare il ritiro.

Scommesse, Gravina «Abbiamo risposto con serietà e coerenza»
Luciano Spalletti durante un allenamento con la Nazionale (Getty Images).

Donnarumma: «Dispiaciuti e vicini a Sandro e Nico»

Anche il capitano della Nazionale, Gigi Donnarumma, ha parlato dei compagni: «Ci dispiace tantissimo perché sono due ragazzi forti, noi tutti siamo vicini e lo saremo sempre a Sandro e a Nico. Io non ho avuto modo di parlare direttamente con loro prima della loro partenza, ma sono molto dispiaciuto e, ripeto, vicino a entrambi». Il portiere del Psg guarda poi all’impegno contro Malta: «Quanto è successo non ci tocca, siamo professionisti e dobbiamo dare tutto in campo. Abbiamo lavorato benissimo in settimana, il ct si ha stimolato e noi siamo pronti, per domani con Malta e per l’Inghilterra, a dare il massimo. Da parte mia provo una grande emozione a tornare a Bari, dove ho debuttato in nazionale. Non vedo l’ora di giocarci. Ci sarà un grande pubblico a sostenerci».

David di Donatello, nasce la nuova categoria Miglior Casting

L’Accademia del Cinema Italiano ha istituito il Premio David Miglior Casting, nuova categoria che intende riconoscere l’importanza della professione di casting director. Lo ha annunciato Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in accordo con il Consiglio direttivo composto da Francesco Giambrone, Francesco Rutelli, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini e Francesco Ranieri Martinotti. Il riconoscimento sarà assegnato al Miglior casting a partire dalla 70ª edizione del David, nel 2025, un traguardo significativo per il premio. Nella nuova categoria concorreranno tutti i film italiani distribuiti nelle sale cinematografiche dal 1º gennaio al 31 dicembre 2024. Con il riconoscimento al Miglior Casting salgono a 22 le categorie del Premio riservate ai lungometraggi italiani.

«Il lavoro di casting contribuisce in maniera importante alla costruzione del film»

«In un’industria in piena evoluzione ed effervescenza il lavoro di casting contribuisce in maniera importante alla costruzione del film e alla creazione di un nuovo immaginario supportando il regista, i produttori e gli stessi attori nella creazione dei personaggi», ha affermato Piera Detassis. Secondo la direttrice artistica, la figura del casting director «suggerisce collaborazioni inaspettate e contribuisce alla scoperta di nuovi interpreti. In considerazione di questo peculiare contributo, il Consiglio direttivo dell’Accademia ha stabilito di riconoscere la figura professionale del casting director al pari degli altri capireparto già premiati con il David di Donatello, proseguendo nel percorso di innovazione per promuovere sempre più, e meglio, il cinema italiano».

Ludopatia: cos’è, quali sono i sintomi e come combatterla

Il calcioscomesse che ha travolto alcuni importanti calciatori della Nazionale – con l’autodenuncia di Nicolò Fagioli e gli avvisi di garanzia a Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo – ha riaperto il dibattito sui rischi della ludopatia e sulle problematiche legate al gioco d’azzardo.

Cos’è la ludopatia

Quando si parla di ludopatia, bisogna innanzitutto chiarire che si tratta di una patologia. Dunque, di un disturbo psicologico. Un giocatore e un ludopatico sono differenti nella modalità in cui portano avanti l’interesse per la scommessa. Il ludopatico gioca d’azzardo in maniera abitudinaria, manifestando la necessità di scommettere sempre di più. Anche a distanza di pochi minuti dalla precedente giocata.

Quali sono i sintomi della ludopatia e come ci si accorge di averla

Diversi i sintomi che possono ricondurre alla ludopatia. Tra questi ansia e preoccupazioni. Il giocatore patologico pensa continuamente al gioco e alle sue esperienze passate, presenti o frutto di sogni. Poi c’è l’assuefazione, tipica delle dipendenze: servono puntate sempre più alte e frequenti per continuare a provare le stesse emozioni. E ancora, l’astinenza. Inquietudine e irritabulità sono elementi che caratterizzano il ludopatico quando prova a ridurre o interrompere l’attività. C’è poi il senso di rivincita, la voglia di “riscatto” dopo una sconfitta, che porta a giocare finché non si vince. Il ludopatico sviluppa una inclinazione verso le azioni illegali: è cioè portato a infrangere la legge pur di trovare il denaro per scommettere o recuperare una perdita. Questi disturbo ha gravi conseguenze sulle relazioni personali.

Come combattere la ludopatia

Esistono diversi modi di curare questa patologia, differenti a seconda del grado di gravità. Per i casi meno gravi si può utilizzare una terapia cognitivo comportamentale. L’obiettivo è arrivare a comprendere quali siano i meccanismi che stanno alla base del disturbo da gioco. Una volta superata questa fase, si può intervenire per individuare le strategie migliori per gestire il disturbo nella vita di tutti i giorni. In caso di dipendenza grave, non sono escluse terapie farmacologiche. Specialmente nei casi in cui il paziente abbia sviluppato anche forme di depressione, stati d’ansia o altre malattie di tipo psichiatrico. In ultimo, si può procedere con terapie di gruppo.

Firenze, accoltellato mentre è ai giardinetti col figlio: arrestato l’aggressore

Tragedia sfiorata a Firenze, dove un uomo è stato accoltellato da un individuo che ha provato a sfilargli il telefono cellulare. I fatti sono avvenuti nella serata di mercoledì 11 ottobre 2023 presso i giardini pubblici vicini a via delle Medaglie d’Oro, in zona Rifredi.

Accoltellato ai giardinetti di Firenze mentre era con il figlio

In base alle prime ricostruzioni, il 24enne protagonista dell’aggressione avrebbe avvicinato la sua vittima con il prestesto di chiedergli una sigaretta. All’uomo, che si stava occupando del figlioletto, è stato quindi chiesto di consegnare lo smartphone e, alla risposta negativa di quest’ultimo, il suo aggressore (di origine egiziana) ha estratto un coltello a serramanico con il quale ha colpito il giovane padre a una coscia. Rapido l’intervento dei carabinieri che, una volta arrivati sul posto, hanno subito rintracciato nel medesimo parco l’autore della tentata rapina, trovandogli addosso il coltello che ha utilizzato per colpire il malcapitato. Il giovane egiziano è quindi stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Sollicciano. L’aggredito, nel frattempo, è stato trasportato presso il vicino ospedale di Careggi dove il personale si è premurato di medicarlo per la ferita riportata.

Portofino, rinviata la cerimonia per la strada intitolata a Berlusconi

Stop all’intitolazione di una via a Silvio Berlusconi, a Portofino. La cerimonia della nuova strada è stata infatti rinviata a data da destinarsi. Era atteso, tra gli altri, anche il figlio Piersilvio Berlusconi, che ha casa nel borgo. Originariamente l’intitolazione era in programma per il 14 ottobre ma l’ufficio stampa del Comune in provincia di Genova ha fatto sapere che è stata annullata. Non si conoscono al momento le motivazioni.

Rinvio pochi giorni dopo l’inchiesta sulle borse false

Dalla Prefettura era già arrivato l’ok all’intitolazione della via che da Castello Brown scende alla spiaggia dell’Olivetta, prima dimora portofinese del Cavaliere. Nei giorni scorsi la celebre piazzetta era stata scossa dalla notizia di una inchiesta sulle false borse firmate vendute nel negozio di proprietà del sindaco Viacava. Lo stesso primo cittadino aveva detto che la vicenda si poteva configurare come un «attacco politico» per la sua decisione di volere intitolare una strada a Silvio Berlusconi.

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Michelle Hunziker ha un nuovo fidanzato? L’indiscrezione diventa virale sui social

Michelle Hunziker torna nuovamente al centro dei gossip, questa volta per una (presunta) nuova storia d’amore di cui si sta parlando molto sui social network.

Michelle Hunziker ha un nuovo fidanzato?

Almeno per il momento a riguardo non ci sono certezze di sorta ma soltanto voci, anche perché proprio pochi giorni prima la conduttrice elvetica aveva confermato all’amica Silvia Toffanin (nella cornice di Verissimo) che nel suo cuore non c’è nessun uomo. C’è però chi si è convinto che la verità sia diversa da quello che è stato raccontato dalla diretta interessata. La regina dei gossip di Instagram Deianira Marzano ha riportato sul suo profilo l’indiscrezione secondo cui nel cuore di Hunziker ci sarebbe effettivamente qualcuno, un uomo che (se la sua esistenza fosse confermata) prenderebbe così il testimone del suo storico ex compagno Tomaso Trussardi. Marzano, a proposito, ha raccontato come Michelle Hunziker sarebbe in realtà legata a un’altra persona da circa un anno, anche se la relazione avrebbe spiccato il volo solo nell’estate 2023. La stessa ha anche riportato l’anteprima di una talpa a lei vicina che le avrebbe rivelato: «Ormai lo sanno tutti, Michelle Hunziker ha un nuovo compagno». Queste le uniche informazioni per ora divulgate, insieme a uno «splendido anello che lei porta al dito».

Le voci sulla relazione con Giovanni Angiolini

Tutto tace dal lato Michelle Hunziker, che vuole evidentemente tutelare la sua privacy dopo la chiacchierata frequentazione con il chirurgo ex concorrente del Grande Fratello Giovanni Angiolini, con cui è stata paparazzata in più di qualche occasione e di cui però non si è più parlato. Si era detto, a proposito, che la presentatrice avesse iniziato a vedere Angiolini prima che la sua relazione con l’ex Trussardi si fosse conclusa: pettegolezzi, questi ultimi, che sono valsi critiche anche piuttosto feroci alla diretta interessata.

Moni Ovadia critica Israele: Fdi chiede le dimissioni dalla direzione del Teatro comunale di Ferrara

È polemica per le recenti dichiarazioni di Moni Ovadia riguardo alla crisi in Medio Oriente. Secondo il direttore del Teatro comunale di Ferrara, infatti, l’attacco di Hamas islamica è frutto dell’«arroganza di Israele». Frasi, quelle di Ovadia, che hanno spinto Fdi a chiedere le sue immediate dimissioni dall’incarico.  Alberto Balboni, senatore meloniano ha dichiarato di «vergognarsi» ad avere Moni Ovadia «al vertice dell’istituzione culturale più prestigiosa della città come il nostro Teatro» e ha poi aggiunto: «Le sue parole sono un insulto alle vittime provocate dai terroristi di Hamas contro inermi cittadini israeliani e anche di altre nazionalità che vivevano pacificamente nelle loro case. È Hamas ad essere il principale nemico del popolo palestinese, non Israele». Intervistato dal Resto del Carlino, il diretto interessato non ha voluto retrocedere nemmeno di un passo e senza negare l’efferatezza dell’attacco di Hamas ha precisato: «Non nego il diritto di Israele a difendersi. Ma ciò non toglie che le scelte politiche fatte dai governi israeliani in questi anni siano state scellerate, ai danni del popolo palestinese».

Critiche a Ovadia anche anche dall’associazione Ferrara Oltre

Moni Ovadia è stato attaccato anche dalle associazioni culturali locali. L’associazione Ferrara Oltre, per esempio, come riporta Il Resto del Carlino, si è espressa interrogandosi su quale sia il confine entro cui è possibile esprimere determinate opinioni, in certi contesti, quando si è al vertice di una istituzione culturale. Ovadia ha ribadito che «è chiaro che i governanti israeliani non vogliono uno Stato palestinese, vogliono che i palestinesi vivano così, non ribellandosi e non fiatando neanche quando gli portano via l’acqua o la luce. Ora aspettiamo che al centinaio di morti israeliani si risponderà uccidendo un migliaio di palestinesi, rinforzando sia Netanyahu che Hamas».

Il ministro Abodi sul calcioscommesse: «Lavoriamo per elaborare una carta dei doveri»

«Lavorerò per l’elaborazione di una carta dei doveri, i contratti e i codici etici non bastano». Lo ha assicurato il ministro dello Sport Andrea Abodi, a margine dell’evento Tennis&Friends al Foro Italico, per commentare il caso calcioscommesse che sta colpendo la Serie A.

Abodi vuole un’ulteriore stretta su chi sbaglia

Il ministro dello Sport si è detto pronto a confrontarsi con gli «altri colleghi e il mondo dello sport, per l’elaborazione di una carta dei doveri, nella quale doping, scommesse illecite e visioni di trasmissioni su piattaforme pirata siano esplicitate in un atto che ogni tesserato, soprattutto di sport professionistici, dovrà sottoscrivere, perché evidentemente quello che recitano i contratti e i codici etici non bastano». Poi ha aggiunto:  «Ci vuole un’ulteriore presa di coscienza e assunzione di responsabilità, individuale e di sistema».

Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo
Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo in Nazionale (Getty images).

Giusto mandare via dal ritiro della Nazionale Tonali e Zaniolo

Già nella giornata del 12 ottobre, Abodi era intervenuto sul caso calcioscommesse dichiarando di aver ritenuto giusto l’allontanamento dal ritiro di Coverciano dei calciatori coinvolti nell’indagine. Si tratta di Tonali e Zaniolo, che per il ministro sarebbero stati in questo modo tutelati. «Su Fagioli era già emerso qualcosa» ha detto Abodi, «sugli altri abbiamo appreso in questa giornata, fermo il fatto che ci dobbiamo adeguare alle attività investigative che verranno svolte. Da queste situazioni bisogna saper cogliere l’opportunità, quel che emerge si affronta con tempestività e la giusta cautela. Questo fenomeno della ludopatia non lo abbiamo saputo interpretare in profondità. Non c’è solo il rispetto per il lavoro che è stato fatto, ma anche la necessità di comprendere la dimensione del fenomeno». E ancora: «Non bisogna voltarsi dall’altra parte. Sapremo affrontarlo insieme anche con qualche scelta dolorosa».

Il presidente della comunità ebraica di Milano accusa il M5s di antisemitismo

Durante la manifestazione in sostegno a Israele che si è tenuta in piazza Castello a Milano giovedì 12 ottobre, il presidente della Comunità ebraica del capoluogo lombardo Walker Meghnagi ha lanciato una grave accusa di antisemitismo al Movimento 5 stelle. «Si sa che stasera manca un partito. Non li vogliamo perché sono antisemiti. Non li vogliamo», ha detto Meghnagi dal palco.

Walker Meghnagi a Giuseppe Conte: «Deve studiare, leggere qualche libro»

A margine della manifestazione organizzata dalla Comunità ebraica di Milano con il supporto de Il Foglio, alla quale erano presenti circa 500 persone tra cui vari esponenti politici di diversi partiti, Meghnagi ha ribadito ai cronisti di riferirsi al Movimento 5 stelle: «Lo confermo, non ho paura. Basta andare a leggere quello che scrivono. Non li vogliamo». Il presidente ha poi tirato in causa direttamente il presidente Giuseppe Conte: «Deve studiare, leggere qualche libro. Se vuole posso regalargliene io qualcuno di importante, o fare delle lezioni a lui e ai suoi deputati anche gratis».

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Durissima la reazione del M5s: «Costituisce un gravissimo oltraggio, un vergognoso attacco rivolto a una intera comunità politica», fanno sapere fonti di partito riportate da SkyTg24, «in un momento così delicato per il popolo israeliano e l’intera comunità ebraica italiana e internazionale, certe improvvide dichiarazioni testimoniano una profonda irresponsabilità, ancor più grave se a creare questa confusione è chi ricopre ruoli istituzionali. Peraltro, sono uscite che contrastano con le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da parte del presidente Conte e di vari esponenti del Movimento 5 stelle che hanno sempre condannato il crudele attacco terroristico di Hamas senza se e senza ma. Contrasta, inoltre, con la visita di solidarietà che il presidente Conte, insieme a una delegazione del Movimento 5 stelle, hanno fatto alla Sinagoga di Roma incontrando la presidente Noemi Di Segni delle Comunità israelitiche italiane e il presidente Victor Fadlun della Comunità israelitica romana».

La risposta delle monarchie del Golfo alla guerra Israele-Hamas e la tenuta degli Accordi di Abramo

La grave escalation di violenze tra Hamas e Israele, iniziata il 7 ottobre, ha generato reazioni differenti da parte dei Paesi arabi del Golfo Persico. Queste nazioni sono state tra le più vicine alla causa palestinese negli ultimi decenni, ma in alcuni casi, di recente, l’approccio di alcune di loro al conflitto è diventato sfumato, anche se raramente equidistante tra le parti. Le divisioni su come rispondere alla crisi potrebbero però questa volta avere risvolti inediti.

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C’è chi dà tutta la responsabilità all’«occupazione» israeliana

Se Kuwait, Oman e Qatar hanno adottato un tono più infuocato, ribadendo il loro sostegno alla creazione per i palestinesi di «uno Stato indipendente secondo i confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale» e addossando le responsabilità degli ultimi avvenimenti all’«occupazione» israeliana, Emirati Arabi Uniti e Bahrein – che intrattengono da qualche anno relazioni con Israele grazie ai cosiddetti Accordi di Abramo – sono stati invece moderati nelle loro dichiarazioni. Abu Dhabi e Manama hanno criticato l’attacco di Hamas, definendolo una «grave escalation», e focalizzando poi la loro attenzione sulla protezione dei civili e sulla questione degli ostaggi. Per quanto riguarda Kuwait, Oman e Qatar, l’attuale critica a Israele riflette il loro rifiuto della normalizzazione in assenza di una soluzione alla questione palestinese. Dalla loro posizione, Emirati Arabi Uniti e Bahrein probabilmente continueranno a cercare di prendere le distanze dalla violenza nella Striscia Gaza anche se, d’altra parte, il governo israeliano nonostante gli Accordi di Abramo non ha cambiato il suo approccio nei confronti dei palestinesi.

La risposta delle monarchie del Golfo alla guerra Israele-Hamas e la tenuta degli Accordi di Abramo
La firma nel 2020 degli Accordi di Abramo: da sinistra il ministro degli Esteri del Bahrain Abdullatif bin Rashid Al Zayani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex presidente americano Donald Trump e il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Zayed bin Sultan Al Nahyan (Getty).

Un caso a parte l’Arabia Saudita, che stava lavorando a una normalizzazione dei rapporti con Tel Aviv con il benestare degli Stati Uniti. Riad non ha condannato apertamente l’attacco di Hamas e ha continuato a sottolineare il suo sostegno ai palestinesi e alla costruzione di uno Stato palestinese, rimarcando di aver più volte ammonito Israele delle possibili conseguenze che le sue politiche avrebbero potuto avere, ma ha chiesto la fine delle violenze da entrambe le parti.

Difficile cooperazione regionale, ma tutti vogliono giocare un ruolo diplomatico

«In questo momento vediamo un quadro in cui le monarchie del Golfo sono polifoniche e mostrano posizioni diverse pur essendo tutte disponibili a giocare un ruolo sul piano diplomatico», spiega a Lettera43 Eleonora Ardemagni, analista esperta della regione e Senior Associate Research Fellow dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. «Eventuali fratture», continua Ardemagni, «le potremo eventualmente vedere se questo conflitto durerà a lungo e se ci sarà l’intervento di altri attori regionali».

La risposta delle monarchie del Golfo alla guerra Israele-Hamas e la tenuta degli Accordi di Abramo
Proteste in Iran contro Trump, Bin Salman e Netanyahu: Teheran da sempre tifa contro la normalizzazione dei rapporti tra sauditi e israeliani (Getty).

«Doha è un importante finanziatore degli aiuti umanitari per Gaza»

Come si muoveranno allora questi Paesi di fronte alla crisi? «Ci sarà una sottile diplomazia che già si è messa in moto in queste ore», dice Ardemagni, «ma non penso vedremo sforzi collettivi da parte del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) proprio perché le monarchie al loro interno hanno posizioni leggermente diverse». Una dichiarazione rilasciata dal Gcc riflette per ora il tono adottato da Kuwait, Oman e Qatar. L’organizzazione regionale ritiene «le forze di occupazione israeliane responsabili» della violenza, affermando che questo è il risultato di «continui e flagranti attacchi israeliani» contro i palestinesi. Il Qatar, però, secondo l’analista dell’Ispi, è tra le monarchie del Golfo quella che potrebbe giocare un ruolo più incisivo dal punto di vista diplomatico, «visti i suoi canali di dialogo solidi con Hamas e visto che Doha è un importante finanziatore degli aiuti umanitari per Gaza».

Gli Accordi di Abramo non finiscono qui: perché lo schema può resistere

Tornando all’Arabia Saudita, secondo molti esperti internazionali, l’attacco di Hamas e la risposta di Israele rallentano il processo di avvicinamento che era in atto. Per Ardemagni, tuttavia, «è ancora presto per considerare in crisi gli Accordi di Abramo già firmati come quelli tra Emirati Arabi, Bahrein e Israele, e per dare per tramontata definitivamente la normalizzazione tra sauditi e israeliani». Continua l’analista: «La reazione molto dura del governo israeliano e l’assedio a Gaza metterà sotto pressione i governi delle monarchie del Golfo proprio perché accentuerà la rabbia nelle popolazioni arabe ma penso che lo schema degli Accordi sia un disegno di riallineamento regionale che va al di là di questa seppur fortissima crisi». In particolare, prevede Ardemagni, l’accordo tra Emirati Arabi e Israele, siglato nel 2020, continuerà forte di «una vivace cooperazione economica e culturale», anche se vivrà «un momento davvero critico con questa guerra che non sappiamo ancora che dimensioni avrà e se avrà dei confini delimitati a Israele e ai territori palestinesi».

Anna Mazzamauro: età, biografia e carriera dell’attrice e cabarettista

Anna Mazzamauro, nata a Roma l’1 dicembre 1938, è un’attrice e cabarettista. È nota soprattutto per il suo ruolo nella serie di film sul ragioniere Fantozzi, quello della signorina Silvani, l’impiegata vamp. Per questo personaggio ha ottenuto una candidatura ai Nastri d’argento come miglior attrice non protagonista nel 1976 per Fantozzi di Luciano Salce e nel 1994 per Fantozzi in paradiso di Neri Parenti.

Anna Mazzamauro: biografia e carriera

Verso la fine degli Anni 60 è diventata impresaria teatrale e ha aperto un piccolo teatro in centro a Roma. Nel frattempo, nel 1967, ha debuttato al cinema con Pronto… c’è una certa Giuliana per te di Massimo Franciosa. Dopo un incendio nel suo teatro, è rimasta disoccupata e nel 1968 ha iniziato a recitare per la televisione in Non cantare, spara di Daniele D’Anza insieme al Quartetto Cetra e a Mina. Nei primi Anni 70 si è esibita come cabarettista in diversi teatri, insieme a Lino Banfi e Oreste Lionello. Il successo è arrivato quando è stata scelta per affiancare Paolo Villaggio nei film sulla serie del ragionier Fantozzi. L’attrice ha infatti mantenuto il ruolo della signorina Silvani per quasi tutta la serie, dal 1975 al 1999.

Anna Mazzamauro, tra carriera e vita privata
Paolo Vilaggio e Anna Mazzamauro al Festival del Cinema di Roma nel 2015 (Getty Images).

Quelli della serie di Fantozzi non sono però gli unici film in cui Mazzamauro ha recitato. Ci sono anche, tra gli altri, Frankenstein all’italiana, regia di Armando Crispino (1975), Tutti possono arricchire tranne i poveri, regia di Mauro Severino (1976), Tre tigri contro tre tigri, regia di Steno, Poveri ma ricchi, regia di Fausto Brizzi (2016) e Poveri ma ricchissimi, regia di Fausto Brizzi (2017). Nel corso della sua carriera ha lavorato molto anche in televisione conducendo Scuola serale per aspiranti italiani su Rai 2 ed è anche stata chiamata da Corrado a far parte del programma Gran Canal con Tullio Solenghi e Patrizia Pellegrino (1981). Su Mediaset ha partecipato a Grand Hotel su Canale 5 nel 1985 per la regia di Giancarlo Nicotra e a Beato tra le donne con Enrico Papi per la regia di Beppe Recchia.

Anna Mazzamauro: la vita privata

L’attrice è stata sposata con Bartolomeo Scavia da cui, nel 1970, ha avuto la figlia Guendalina. In seguito, per 20 anni, è stata legata all’attore Nello Riviè.

Strage di Mestre, l’autopsia esclude un malore dell’autista del bus

Secondo i primi risultati dell’autopsia eseguita su Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato da un cavalcavia a Mestre, i medici legali Guido Viel e Roberto Rondolini escluderebbero evidenze di un malore. L’esame non avrebbe individuato nemmeno problemi al cuore. Lo scrive il Corriere del Veneto. Si tratta comunque di risultati parziali, perché l’esame eseguito dai due medici dell’istituto di Padova dovranno proseguire con ulteriori accertamenti.

Perizie affidate al tecnico Placido Migliorino, già consulente sul crollo del Ponte Morandi

Mentre è entrata nel vivo l’inchiesta sulla strage con i primi tre indagati che sono finiti nel registro della procura di Venezia, i pm Laura Cameli, Federica Bison e Luigi Carli hanno affidato l’incarico per le  perizie sulle barriera di sicurezza del cavalcavia ad un super-esperto: l’ispettore del Mit Placido Migliorino, il tecnico al quale si sono affidati anche i magistrati di Genova per l’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi.  L’esperto inizierà la sua perizia il 25 ottobre e avrà tempo fino a febbraio del 2024 per depositare la sua relazione.

Mattarella a Palermo per inaugurare il nuovo molo trapezoidale al porto

Venerdì 13 ottobre è in programma a Palermo l’inaugurazione del nuovo molo trapezoidale al porto, una zona presto pronta a trasformarsi da luogo squalificato a porta di ingresso per il turismo crocieristico. Tra i presenti anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Presente anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini

L’opera è tra le più importanti per quanto riguarda la riqualificazione del porto. Si tratta infatti di un complesso intervento di rigenerazione urbana inserito nel piano industriale da 1 miliardo di euro varato nel 2018. All’interno della struttura (un vero e proprio nuovo quartiere della città di 45 mila metri quadrati, aperto 24 ore su 24) sono presenti tre ristoranti, una quindicina di negozi, tanto verde e anche una grande piazza che è già stata prenotata per lo svolgimento di diversi eventi in programma a breve. Insieme a Mattarella anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale Pasqualino Monti, che ha dichiarato: «Il nostro obiettivo era quello di rompere quella conflittualità che ho trovato, che era nelle carte, con i ricorsi al Tar al piano regolatore da parte del Comune e che era anche visiva. Si capiva che c’era una barriera, il porto rappresentava un enclave. Abbiamo cercato di creare uno spazio fruibile nuovo, e non un luogo chiuso. Abbiamo demolito quel muro che divideva nell’immaginario la città dal suo porto».

Il capo dello Stato parteciperà anche al convegno Giustizia al Servizio del Paese

Oltre all’inaugurazione del porto, il Presidente della Repubblica sarà nella medesima giornata anche tra i partecipanti del convegno Giustizia al Servizio del Paese, promosso dalla Corte dei conti a Palazzo Sclafani. Tra le autorità accolte dal presidente della Regione Renato Schifani in questa cornice ci saranno anche Guido Carlino, presidente della Corte dei conti, Silvana Sciarra, presidente della Corte costituzionale, Giovanni Pitruzzella, avvocato presso la Corte di giustizia dell’Unione Europea, Alfredo Mantovano, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e infine il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Per il centenario di Disney va all’asta anche la tuta di Beyoncé

Per unirsi ai festeggiamenti del centesimo anniversario di Disney, dal 12 al 30 ottobre il colosso dell’animazione invita i suoi fan di tutto il mondo a partecipare all’asta Create 100, per provare ad aggiudicarsi un oggetto speciale Disney. L’asta mondiale include pezzi unici, opere d’arte ed esperienze donate da alcuni dei più importanti visionari e talenti di nuova generazione del mondo della moda, della musica, dell’arte.

L’asta è attiva in 18 paesi nel mondo e i ricavi saranno devoluti a Disney Make-A-Wish

Gli oggetti e le esperienze inclusi nell’asta sono ispirati dalla personale connessione di ciascun creatore con le storie e i personaggi Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e 20th Century Studios. L’asta è attiva in 18 paesi del mondo e i ricavi saranno devoluti al partner di beneficenza Disney Make-A-Wish. L’elenco di opere all’asta include, tra le altre, la tuta indossata da Beyoncé nel visual album Black Is King; un ritratto di Kate Moss ispirato a Trilli di David Downton, dono di Charlotte Tilbury; felpa Disney Mickey Mouse (pezzo d’archivio) di Marc Jacobs; una scultura in cartapesta Hariko di Yoda a grandezza naturale di Nigo; The Pink PP Hulk, versione di Hulk nel colore rosa acceso invece di verde, che Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della maison Valentino, ha creato con Pantone; The Boy and the Bird, scultura in cristallo indossabile di Schiaparelli by Daniel Roseberry; giacca college Disney x TH by Tommy Hilfiger. Registi e produttori del mondo Disney, tra cui Kevin Feige (Marvel Studios), Jennifer Lee (Walt Disney Animation Studios), Jon Landau (Lightstorm Entertainment) e Pete Docter (Pixar Animation Studios), hanno donato speciali oggetti ed esperienze dei film, delle storie e dei loro studios di riferimento. Per supportare l’iniziativa Create 100, Disney ha donato a Make-A-Wish 1 milione di dollari per sostenere la realizzazione di desideri capaci di migliorare la vita di bambine e bambini affetti da gravi patologie.

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