È effetto Fedez sulle donazioni di sangue dopo il recente ricovero del rapper, a Milano, per le emorragie causate da alcune ulcere. Lo ha dichiarato l’Avis Lombardia parlando di centinaia di persone che si sono messe in fila a donare sangue, come ha riportato lunedì 9 ottobre 2023 il Corriere della Sera. Un centinaio di persone si è infatti presentato a Milano fuori dalla sede dell’Avis. «Praticamente 10 volte tanto una normale domenica», ha spiegato il presidente lombardo OscarBianchi sull’afflusso registrato l’8 ottobre. E che si tratti di effetto Fedez (dopo l’appello all’uscita dell’ospedale Fatebenefratelli rilanciato dall’influencer anche sui social) lo dimostrerebbe, ha affermato ancora Bianchi, «l’età media delle persone giunte a donare, rientriamo tra i 18 e i 35 anni». Un gesto che ha colpito Fedez stesso, che su Instagram ha ringraziato: «Sono molto felice, si è generato un effetto a catena che non mi aspettavo, grazie a tutti». Bianchi ha poi aggiunto: «Non ho numeri precisi ma posso dire che ci sono stati aumenti nei numeri in tutta la Lombardia e anche in altre parti d’Italia».
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricordando il 41° anniversario dell’attentato alla Sinagoga di Roma – che il 9 ottobre 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, causò 40 feriti e una vittima, un bambini di appena due anni – ha parlato anche del conflitto esploso in Israele: «Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai». Meloni ha poi continuato: «Il 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma è stata colpita da un terribile attacco terroristico. Quaranta i feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni. Una giornata buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata».
Meloni: «Nessuno ha pagato per le bombe, verità storica e processuale per quei fatti»
La presidente del Consiglio ha poi sottolineato che «nessuno ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, devastato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un’intera comunità». E poi ha concluso: «Oggi rinnoviamo l’impegno per non dimenticare ciò che è successo e per continuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale».
Almeno 15 palestinesi sono stati finora uccisi negli scontri con i militari israeliani in tutta la Cisgiordania da quando è iniziato l’attacco di Hamas a Israele da Gaza. Lo afferma il ministero della Salute palestinese, citato da alcuni media su X, fra cui Anadolu e Al Arabiya, secondi cui fra i morti ci sarebbero anche due bambini. Il ministero della Sanità a Gaza fa sapere, invece, che nella Striscia «436 palestinesi, tra cui 91 bambini e 61 donne, sono morti e 2.271 sono rimasti feriti, tra cui 244 bambini e 151 donne, a seguito dell’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza per il terzo giorno».
Solo un grande spavento per Paulo Dybala dopo che nella partita della Roma contro il Cagliari l’argentino era stato costretto a uscire per via di un brutto colpo ricevuto sul ginocchio sinistro. Da subito sembrava che l’infortunio potesse essere qualcosa di molto serio, ma le analisi condotte nella notte dal calciatore hanno escluso il peggio. I menischi e soprattutto il legamento crociato di Dybala sono a posto, mentre il legamento collaterale del ginocchio sarebbe lievemente stirato. Si accorciano dunque i tempi di recupero del numero 21 giallorosso.
Così come riferito da alcuni amici sudamericani di Dybala, il giocatore nel corso della notte tra domenica 8 ottobre e lunedì 9 si sarebbe sottoposto in gran segreto a una risonanza magnetica a Villa Stuart a Roma e l’esito avrebbe escluso il peggio. Solo un lieve stiramento al collaterale del ginocchio sinistro che, per quanto doloroso, potrebbe permettere all’argentino di tornare in campo molto presto.
Quando può tornare Dybala
I tifosi della Roma guardano dunque al calendario degli impegni e sperano che Dybala possa tornare a guidare l’attacco giallorosso già dopo la sosta delle nazionali, con l’obiettivo che sarebbe quello vederlo in campo contro l’Inter a San Siro il 29 ottobre. Il giocatore comincerà al più presto una fisioterapia specifica, anche se non sarebbe da escludere che possa preferire attendere più tempo per tornare in campo ed evitare pericolose ricadute.
Tra gli ospiti del salotto di Verissimo di domenica 8 ottobre 2023 c’è stata anche Michelle Hunziker, che ha avuto l’occasione di tornare a parlare di un argomento già ampiamente trattato in passato, ovvero il suo sogno di ragazzina di incontrare quello che, se in un primo momento era il suo idolo, in un secondo sarebbe diventato suo marito. Si sta ovviamente parlando di Eros Ramazzotti.
Michelle Hunziker a Verissimo: «Avevo tutti i poster di Eros»
La conduttrice era in studio per parlare dei suoi futuri progetti tv e della sua nuova vita da nonna del piccolo Cesare, nato dalla relazione della primogenita Aurora Ramazzotti e Goffredo Cerza. Ecco dunque il gancio per riportare alla memoria gli anni della sua giovinezza, quando sognava di incontrare il suo futuro compagno senza essere consapevole di ciò che sarebbe accaduto. «Da piccola avevo una cameretta che dava su un prato enorme con le mucche, poi arrivava l’odore dei maiali da una fattoria vicina. Sognavo il futuro, volevo fare qualcosa di importante, essere amata da tante persone. Non avrei mai pensato, però, di fare questa professione. Non ho mai sognato di fare la cantante, ma ero una fan pazzesca di Michael Jackson e Madonna. Ecco, al massimo il mio sogno era incontrare Madonna o Eros Ramazzotti, avevo tutti i suoi poster. Ti rendi conto?», ha dichiarato Hunziker a Silvia Toffanin Che, stupita, ha aggiunto: «Il sogno ha superato la realtà!». Il suo discorso si è poi sviluppato in una riflessione sulle speranze che tutti covano nel proprio cuore, con Hunziker che ha commentato: «So che è difficile credere che i sogni possano diventare realtà, ma se ce l’ha fatta una ragazzina che viveva in un paese di 300 anime… quante possibilità c’erano che io oggi fossi qui con te? E invece bisogna sognare in grande, niente è impossibile, se uno brucia per una cosa, ce la fa. Bisogna crederci tanto».
Michelle Hunziker e Eros Ramazzotti (Getty).
La conduttrice sarà giudice a Io Canto generation: «Voglio essere onesta e severa»
Nel corso della medesima intervista, Michelle Hunziker ha anche avuto l’occasione di parlare della sua nuova esperienza a Io canto generation, il talent condotto da Gerry Scotti in arrivo su Canale 5. L’ex modella, che avrà il ruolo di giudice insieme a Orietta Berti, Al Bano e Claudio Amendola, ha commentato: «È la prima volta che faccio il giudice in Italia, me lo ha chiesto Gerry e non potevo dire di no. È molto bello, sono curiosa di vedere quello che succederà in trasmissione. Voglio essere un giudice onesto e severo come una mamma, con una grande sincerità. Dai 10 anni in poi hanno gli strumenti per capire la verità delle cose. Ma sarà sempre all’insegna della leggerezza».
In Spagna e in Italia si sta assistendo a un preoccupante aumento delle violenze sessuali commesse da minorenni. La Spagna, in particolare, è alle prese con il più alto numero di minorenni condannati per reati sessuali mai registrato, e con un aumento delle violenze sessuali in un anno del 14 per cento nei giovani tra i 14 e i 17 anni. In Italia invece, secondo un rapporto della Direzione centrale della Polizia, il numero di questi reati è aumentato del 15,7 per cento. Se in Italia a destare la preoccupazioni dell’opinione pubblica è stato il caso della violenza di gruppo avvenuta in luglio a Palermo, in Spagna a richiamare l’attenzione dei cittadini sono stati i quattro stupri avvenuti la scorsa primavera all’interno del centro commerciale di Badalona. Il caso è emerso quando la madre di una ragazza di 11 anni ha denunciato che la figlia era stata violentata da sei ragazzi minorenni nei bagni del centro commerciale. Di questi aggressori, tre avevano meno di 14 anni e quindi non sono stati ritenuti penalmente responsabili, mentre un altro non è stato mai identificato. Il giudice ha condannato quindi due dei colpevoli, uno al carcere minorile e l’altro ha ottenuto la sospensione condizionale della pena.
Una manifestante durante le proteste contro la violenza di genere tenutesi a Madrid nell’agosto del 2023 (Getty Images).
Tra le cause c’è la mancanza di educazione sessuale
Il caso di Badalona è solo un esempio dei molti crimini sessuali minorili che giungono ai tribunali in Spagna e Italia, generando una crescente preoccupazione, in particolare per quanto riguarda gli stupri di gruppo. Il giudice minorile José Ramón Bernácer ha spiegato ad Euronews che «ci sono sempre più ragazzi nei centri di detenzione minorile condannati per crimini sessuali e che il numero delle condanne per questo tipo di reati è in aumento». Bernácer sostiene e che una delle cause di questo incremento sia la mancanza di educazione sessuale, che spinge i giovani a ricercare autonomamente informazioni, con il rischio di affidarsi anche alla pornografia mainstream, che basa una buona parte dei propri contenuti su delle performance violente nei confronti delle donne.
La maggiore consapevolezza delle vittime ha portato a un aumento delle denunce e delle condanne
Un’altra ragione dell’aumento delle condanne per reati sessuali è la maggiore consapevolezza delle vittime su questi temi. Lo ha detto ad EuronewsMaría Rosario Gomis, una psicologa specializzata in violenza di genere, la quale sostiene che le donne siano oggi maggiormente in grado di riconoscere e denunciare le violenze rispetto al passato. Anche il senso e il rischio di impunità, tuttavia, sono tra gli ostacoli principali da superare nell’affrontare la violenza di genere. Se da un lato alcuni giovani non comprendono completamente le conseguenze delle molestie, dall’altro ci sono opinioni contrastanti rispetto all’efficacia delle leggi che riguardano i minori. La prevenzione attraverso una corretta educazione sessuale, secondo molti, resta la via maestra per invertire la tendenza. Un argomento che, se pensiamo al contesto scolastico, trova spesso ostacoli ideologici da parte dei partiti più conservatori.
Due minorenni di origine tunisina sono stati arrestati a Bologna dalla Polizia con l’accusa di violenza sessuale e tentata rapina. I due sono accusati di avere aggredito, nella notte di sabato 7 ottobre 2023, una ragazza poco più che 20enne che stava rientrando a casa in zona Murri. Dopo averla avvicinata e dopo un tentativo di strapparle di mano la borsa, l’avrebbero buttata a terra e molestata. Il passaggio di alcune auto ha costretto i due giovani di 15 anni a desistere e ad allontanarsi. Gli agenti, sulla base delle descrizioni fatte dalla vittima, li hanno rintracciati qualche minuto più tardi poco lontano e li hanno portati al centro di prima accoglienza del carcere di via del Pratello, in attesa dell’udienza di convalida prevista per il 9 ottobre 2023. A inizio ottobre, sempre a Bologna, altri due minori erano stati arrestati per una aggressione a sfondo sessuale avvenuta in zona universitaria.
Il caldo anomalo non molla la presa sul nostro Paese ed è destinato a durare ancora piuttosto a lungo. Nonostante sia già ottobre inoltrato, in diverse città italiane si sono registrate temperature decisamente fuori dalla media stagionale, con un record toccato in modo particolare a Milano.
A Brera toccati 30,3 gradi alle 15.30
Non era mai successo prima che a ottobre, nel capoluogo meneghino, la colonnina di mercurio arrivasse a livelli simili. Domenica 8 ottobre sono stati raggiunti in zona San Siro i 30,9 gradi, una temperatura decisamente estiva che ha permesso ancora a molti di girare in pantaloncini e maniche corte. A confermare il picco raggiunto a Milano è stato l’esperto Lorenzo Tedici de IlMeteo.it, che ha dichiarato: «Il precedente record nel centro storico, convalidato dall’Osservatorio Milano Brera che registra le temperature in città dal 1763, risaliva al 24 ottobre 2018 ed era di 28,1 gradi. A Brera domenica si sono toccati 30,3 gradi alle 15.30». Parlando poi del più ampio territorio milanese, Tedici ha sottolineato che «il record finora toccato era quello registrato all’aeroporto di Linate il 3 ottobre 1997, con 30,4 gradi». La colpa è da attribuire a un anticiclone africano che da giorni imperversa alle nostre latitudini e che, secondo gli esperti, già in passato si era manifestato in autunno, nonostante quest’anno i suoi effetti siano stati accentuati dal riscaldamento globale. Si tratta di temperature che non hanno alcun paragone con le normali medie stagionali che di norma si attestano intorno ai 18 gradi, ben 13 in meno di quelli che la città sta affrontando in questi giorni.
Temperature in diminuzione dal weekend del 14-15 ottobre
Già a partire da martedì 10 ottobre, secondo gli esperti, il caldo si dovrebbe attenuare leggermente e nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì ci sarà un nuovo calo, pur con temperature di gran lunga al di sopra della media. Per arrivare a 22-23 gradi bisognerà attendere il weekend del 14-15 ottobre.
Leggenda narra che Truffaut, reso edotto del titolo col quale sarebbe uscito in Italia il suo film La peau douce, sogghignò: «Ah, La calda amante, che titolo di merda, però che gran culo: ci sarà la fila al cinema perché lo penseranno un film porno». Amo Truffaut, sono truffaldina. La peau douce è da sempre il mio nom de plum. Certuni mi chiamano Dolce Pelle. Ma è Pelle Morbida. Falso amico. Ennesimo tradimento perpetrato. Tradire è fare, c’è di meglio: il mare. La paranza inganna, siamo fritti. Fermiamoci all’apparenza, scendiamo lì, nessuna ansia da pre-stazione. Amo la doppiezza quando è singolare. Prezioso è chi sa sentire i doppi sensi. Ecco il palindromo: “E noi sul laido oro se tu, tesoro, odi allusione”. Ti ho amato da vivere, non da morire. Tradurre è tradire. Tradire è tradurre: pseudonimia portami via.
È un disastro, una débâcle inimmaginabile per un esercito e per una intelligence considerati tra i più preparati al mondo. L’operazione Diluvio di al-Aqsa lanciata a sorpresa da Hamas contro Israele, secondo una buona parte di stampa locale – compreso il quotidiano progressista Haaretz – ha un responsabile: Benjamin Netanyahu. Il primo ministro, non certo un politico di primo pelo, ha infatti volutamente ignorato le conseguenze sia della deriva di estrema destra del suo governo sia di un programma che si è posto come priorità l’annessione e l’esproprio dei Territori, ignorando apertamente l’esistenza e i diritti del popolo palestinese.
Benjamin Netanyahu (Getty Images).
L’indebolimento dei vertici dell’esercito e dei Servizi considerati oppositori
Una tendenza confermata dalla presenza nell’esecutivo di due figure di spicco dell’estrema destra come Bezalel Smotrich, leader del Partito Sionista Religioso e ministro delle Finanze, e soprattutto di Itamar Ben-Gvir, leader di Otzma Yehudit, super ministro della sicurezza. Per dare l’idea: Ben-Gvir venne respinto dal servizio militare per le sue posizioni oltranziste e in gioventù fece parte del gruppo Kach, classificato come terrorista da Israele, Usa e Unione europea. Incriminato più di 50 volte anche per incitamento all’odio, è poi diventato avvocato per difendere gli estremisti ebrei. C’è poi il capitolo giustizia. Per molti israeliani, un primo ministro incriminato per corruzione difficilmente è in grado di occuparsi degli affari di Stato, poiché gli interessi nazionali sono necessariamente subordinati ai tentativi di evitare condanne e carcere. Questa del resto è la ragione di fondo che ha portato alla creazione di una coalizione di estrema destra e al “colpo di Stato” giudiziario voluto da Netanyahu, che secondo i critici mina la stessa tenuta democratica del Paese. La politica interna ha così preso il sopravvento sulle questioni di sicurezza. A questo va inoltre aggiunto l’indebolimento degli alti ufficiali dell’esercito e dei servizi segreti, percepiti come oppositori politici.
Itamar Ben-Gvir (Getty Images).
La sottovalutazione dei vertici dell’esercito e dell’intelligence e la teoria del complotto
Questo non significa certo che esercito, intelligence militare e servizio di sicurezza (Shin Beit) non abbiamo responsabilità. Anzi, hanno drammaticamente sottovalutato la minaccia. E inevitabilmente molte teste rotoleranno. Il governo dal canto suo cercherà di uscirne pulito. Intanto però la macchina del fango è già partita. Per scagionare la Difesa, o meglio alimentare il dubbio del tradimento. Hanno già cominciato a girare in Rete e nei talk show le bufale secondo cui qualcuno, forse ufficiali della sinistra progressista, potrebbe addirittura aver aperto le porte ai terroristi di Hamas. Fake news destinate a circolare pure tra i banchi della Knesset. Una strategia che, secondo i critici, è orchestrata dai supporter di Netanyahu nel tentativo di inquinare le acque. Del resto il primo ministro non sta facendo nulla per evitare che la teoria del complotto si diffonda. Probabilmente la sua timida condanna arriverà tardi, quando i veleni avranno già fatto presa sull’opinione pubblica.
Bombardamento israeliano su Gaza (Getty Images).
Il fronte da Gaza potrebbe allargarsi all’intera regione
Netanyahu resta comunque il primo responsabile della crisi. Se in passato Bibi agiva con maggior cautela per evitare attacchi e vittime, dopo la sua ultima vittoria elettorale, spinto dall’imprescindibile alleato di estrema destra, ha adottato il pugno duro in Cisgiordania, arrivando a ipotizzare una seconda Nakba e una sorta di pulizia etnica in alcune parti del West Bank, incluse le colline di Hebron e la valle del Giordano. Questo ha implicato un’enorme espansione degli insediamenti e il rafforzamento della presenza ebraica sul Monte del Tempio, vicino alla Moschea di Al-Aqsa. Conseguentemente le forze di difesa dell’Idf hanno dispiegato, a partire da marzo, maggiori forze in Cisgiordania, dove da mesi si avvertivano segnali di una possibile nuova ondata di violenze, lasciando più sguarnito il confine con la Striscia. Ora l’Idf sta concentrando le forze a Sud, ma altri fronti potrebbero aprirsi: dalla Cisgiordania a Gerusalemme Est, fino al Nord con Hezbollah. La miccia appiccata a Gaza insomma potrebbe destabilizzare l’intera regione con un osservato speciale: l’Iran.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nei luoghi del disastro del Vajont, sul versante veneto e su quello friulano, dove il 9 ottobre 1963 ci fu la tragedia che causò la morte di 2 mila persone. Gli abitanti di Longarone e della valle del Piave ebbero solo quattro minuti per tentare di mettersi in salvo prima che l’onda generata dalla frana del Toc nell’invaso del Vajont superasse la diga, radendo al suolo il paese. Erto, Casso e Castelavazzo sono diventati paesi fantasma, con case e finestre sbarrate. Longarone è stata rifatta a forza di cemento armato. I sopravvissuti sono ormai poche decine.
Filippin: «Fu come la fine del mondo»
Italo Filippin, 79 anni, già sindaco di Erto e Casso (Pordenone), da molti anni diventato il più apprezzato informatore della memoria per le quasi 100 mila persone che ogni anno visitano la Diga del Vajont, ha commentato: «Per noi fu come la fine del mondo. E un evento del genere non si può descrivere, solo chi c’era può capire. Solo all’alba capimmo cosa era accaduto». Il bilancio ufficiale fu di 1.910 persone morte, tra cui 487 di età inferiore ai 15 anni.
Meloni: «La tragedia doveva essere evitata»
Anche la premier Giorgia Meloni è intervenuta per commemorare il 60esimo anniversario dell’evento. Questo il suo messaggio condiviso sui social network: «Oggi ricordiamo il tragico disastro del Vajont, una ferita profonda nella nostra storia. Quasi 2 mila vittime, interi paesi spazzati via, una tragedia che poteva e doveva essere evitata. A distanza di 60 anni, il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi. Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata». E ancora: «In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura».
Oggi ricordiamo il tragico disastro del Vajont, una ferita profonda nella nostra storia. Quasi 2 mila vittime, interi paesi spazzati via, una tragedia che poteva e doveva essere evitata.
A distanza di 60 anni, il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi. Non dobbiamo…
L’horror domina il box office italiano con due film sul podio dei maggiori incassi nel weekend dal 5 all’8 ottobre 2023. In testa si è piazzato L’esorcista – Il credente, sesto progetto della saga inaugurata nel 1973 dal cult di William Friedkin, di cui rappresenta il primo sequel diretto. Distribuito da Universal in 387 sale, ha totalizzato poco più di 1,1 milioni di euro per quasi 150 mila presenze, con una media di 3800 euro per ogni cinema. Prodotto da Blumhouse, l’horror di David Gordon Green – già dietro la macchina da presa degli ultimi tre film di Halloween – vede il ritorno di Ellen Burstyn nei panni di Chris MacNeil, mamma della piccola Regan posseduta ne L’esorcista. In produzione anche due altri film, in arrivo non prima del 2025.
Box Office Italia, Assassinio a Venezia regge l’impatto degli horror
Secondo gradino del podio per Assassinio a Veneziadi e con Kenneth Branagh nei panni del detective Poirot. A un mese dalla sua uscita in sala, il terzo capitolo della saga che adatta i romanzi di Agatha Christie ha infatti incassato altri 574.924 euro sfondando il muro dei 7 milioni in totale. Battuto così il predecessore Assassinio sul Nilo che nel febbraio 2022 si era fermato a 5,6 milioni. Ancora lontano invece il primo film, Assassinio sull’Orient Express, che contando su un cast stellare totalizzò oltre 14 milioni di euro. Horror ancora protagonista del box office in Italia con Talk to Me, opera prima degli sceneggiatori nonché youtuber Danny e Michael Philippou. Il film, nel cui cast recita Miranda Otto (Eowyn ne Il Signore degli Anelli), ha incassato nel Belpaese altri 444.437 euro raggiungendo il totale di 1 milione 405 mila nel suo secondo weekend di programmazione.
Kenneth Branagh, regista e protagonista di Assassinio a Venezia (Getty Images).
Importante da segnalare, tra le nuove uscite, il risultato di Volevo un figlio maschiodi Neri Parenti. Il nuovo film con protagonista Enrico Brignano ha infatti incassato al box office italiano 381.889 euro per circa 55 mila spettatori paganti. In Top 10 anche Nata per te, film che racconta la storia vera di Luca Trapanese, il primo single omosessuale ad aver adottato una bambina affetta da sindrome di Down. Il progetto di Fabio Mollo con Teresa Saponangelo e Pierluigi Galante ha incassato 250 mila euro. Male invece The Creator, il capitolo post-apocalittico sull’intelligenza artificiale con John David Washington. A quasi due settimane dall’uscita ha incassato appena 938.073 euro, confermando i dati mondiali sotto le aspettative. Matteo Garrone con il suo Io capitano invece ha quasi raggiunto i 3 milioni di euro, fermandosi a 2,9 milioni.
Una ragazzina di 12 anni è stata investita nella mattina di lunedì 9 ottobre 2023 mentre attraversava sulle strisce pedonali. È accaduto a Concesio, in provincia di Brescia. La giovane è stata trasportata in ospedale in gravi condizioni. Sarebbe sempre rimasta cosciente ma le sue condizioni sono ritenute critiche. L’impatto con la vettura, guidata da un uomo che si è fermato a prestare soccorso, è stato definito »molto violento».
Due pedoni sono stati investiti, nella mattinata di lunedì 9 ottobre 2023, a Milano. Le loro condizioni, secondo le prime informazioni della polizia locale, non dovrebbero essere gravi. L’episodio è accaduto in viale Tibaldi pochi minuti prima delle 9.00 quando, all’altezza del Municipio 5 e del comando dei vigili, i due, mentre attraversavano la corsia preferenziale centrale del viale, sono stati travolti da una moto che poi è rovinata a terra. A rimanere coinvolti sono stati una donna di 49 anni e un uomo di 35, che sono stati trasportati in codice giallo, non in pericolo di vita, in ospedale. Secondo le prime informazioni si tratterebbe di uno dei due pedoni e del motociclista, mentre il secondo pedone avrebbe rifiutato il trasporto. Per permettere i soccorsi, la circolazione delle linee di filobus 90 e 91 è stata sospesa per un breve periodo.
Valeria Fabrizi, nata a Verona il 20 ottobre 1936, è un’attrice e cantante italiana. Amica d’infanzia dell’attore Walter Chiari, ha esordito nel mondo della recitazione e dello spettacolo comparendo in alcuni fotoromanzi. Ha debuttato al cinema nel 1955 con il film Ragazze d’oggi, regia di Luigi Zampa, e tra la metà degli Anni 50 fino alla metà degli Anni 70 ha recitato in circa 50 film.
Valeria Fabrizi: biografia e film dell’attrice
Tra questi vi sono Le sorprese dell’amore, regia di Luigi Comencini (1959), Non perdiamo la testa, regia di Mario Mattoli (1959), Il medico delle donne, regia di Marino Girolami (1962) e Amore mio spogliati… che poi ti spiego!, regia di Fabio Pittorru e Renzo Ragazzi (1975). Tra gli Anni 50 e 70 è stata impegnata in varie riviste teatrali, mettendo a frutto anche il suo talento canoro, tra cui Carlo non farlo e L’adorabile Giulio, del duo Garinei e Giovannini. Ha iniziato a lavorare in televisione accanto al marito Tata Giacobetti e al Quartetto Cetra nel 1964, in Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde e Storia di Rossella O’Hara. Nel 1969 ha affiancato Corrado nel quiz tv A che gioco giochiamo?, per poi partecipare a serie tv poliziesche come Un certo Harry Brent di Leonardo Cortese (1970) e Qui squadra mobile, diretto da Anton Giulio Majano (1973).
Valeria Fabrizi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2008 (Getty Images).
Negli anni ha continuato ad alternare il lavoro sul grande con quello sul piccolo schermo. Al cinema l’attrice ha recitato in film come Notte prima degli esami, regia di Fausto Brizzi (2006), Il seme della discordia, regia di Pappi Corsicato (2008), Non c’è campo, regia di Federico Moccia (2017), Se mi vuoi bene, regia di Fausto Brizzi (2019) e Da grandi, regia di Fausto Brizzi (2023). In televisione ha preso parte a serie tv e fiction come Sei forte, maestro, regia di Ugo Fabrizio Giordani e Alberto Manni (2000-2001), Un posto al sole, regia di Bruno Nappi (2007-2008), Che Dio ci aiuti, regia di Francesco Vicario (2011-in corso) e Il paradiso delle signore, regia di Monica Vullo (2015-2017).
Valeria Fabrizi: marito e figli
Il 2 aprile 1964 l’attrice si è sposata con il cantante e musicista Giovanni Tata Giacobetti, uno dei componenti del Quartetto Cetra. Dal matrimonio è nata una figlia, Giorgia. Il matrimonio è durato fino al 1988, quando Giacobetti è morto per un infarto miocardico acuto e Fabrizi non si è più risposata.
La Guardia di Finanza di Varese ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca, per un valore di 177 mila euro, nei confronti di una dipendente di una società di servizi postali (le parti civili sono Poste Vita Spa e Poste Assicura Spa) e raccolta risparmio, condannata dal Tribunale di Busto Arsizio per essersi indebitamente appropriata di risparmi accumulati nel tempo da molteplici pensionati del Saronnese. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Saronno con il coordinamento della Procura di Busto Arsizio, hanno permesso di ricostruire le illecite operazioni di prelevamento di denaro da diversi libretti di risparmio. In particolare gli inquirenti hanno evidenziato come la condannata abbia agito con funzioni di “Specialista Commerciale Finanziaria” risultando dunque incaricata di pubblico servizio avendo per ragione del suo servizio la disponibilità materiale dei libretti di risparmio/conti corrente intestati ai clienti del proprio ufficio.
È un dibattito che scorre sotterraneo come un fiume carsico sotto la crosta delle grandi notizie. Ma il corso d’acqua si sta ingrossando e il buzz impazza soprattutto via X: è normale che un’agenzia di comunicazione che controlla circa 140 tra vip e pseudo-vip della letteratura, del giornalismo, dell’economia, delle scienze e della comunicazione sia gestita da un puzzle societario che rimanda a holding e fiduciarie apparentemente senza volto? Chi c’è dietro la Elastica Eventi, la società bolognese che fa da speaker bureau, agenzia letteraria, promotore di iniziative ed eventi, curando le media relations, promuovendo contenuti, prodotti letterari o podcast? Della serie: facciamo pubblicità su tutto, ma i nostri soci reali non si devono sapere. Sia chiaro: nessuno li obbliga a farlo, ma il problema è che al professor Riccardo Puglisi, docente di Scienza delle finanze all’Università di Pavia ed esperto di economia dei media, è saltata la mosca al naso e sul suo profilo X sta martellando da qualche tempo con la richiesta di trasparenza circa «un soggetto così rilevante nella definizione degli ospiti dei talk show italiani».
La homepage di Elastica Eventi.
Un caso nato dalla questione della (non) laurea di Fabbri
La polemica in realtà è esplosa attorno alla figura di Dario Fabbri, studioso di geopolitica e direttore della rivista Domino, diventato volto ultra noto grazie a La7 da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Puglisi ha messo in dubbio i titoli accademici dell’esperto molto amato da Enrico Mentana. E alla fine Fabbri ha ammesso di non aver preso la laurea in Scienze politiche per cui stava studiando alla Luiss. Fabbri è uno dei vip gestiti da Elastica, ma scorrendo il lungo portfolio di personaggi, che la società definisce “Bestiario”, si nota innanzitutto la varia estrazione dei nomi, oltre al fatto che molti di loro sono spessissimo ospiti dei talk show di La7.
Dario Fabbri (Imagoeconomica).
Marchetti, Capua, Saviano e volti anche Rai: il portafoglio clienti
Tra gli altri basta citare Federico Marchetti, l’imprenditore patron di Yoox che è intervenuto da Lilli Gruber a Otto e Mezzo. E che dire della scienziata Ilaria Capua o dell’onnipresente Roberto Saviano? Per non parlare di Gad Lerner, dello scrittore Stefano Massini, che il grande pubblico ha conosciuto come presenza fissa nel programma di Corrado FormigliPiazzapulita, oppure di Marco Dambrosio, alias Makkox, colonna portante dello show di ZoroPropaganda Live. O ancora il volto ormai storico del day time di La7, Tiziana Panella, e la giornalista del tigì di Mentana Gaia Tortora. L’agenzia gestiva pure l’immagine dello scomparso Andrea Purgatori, ma c’è da dire che i tanti nomi della scuderia di Elastica rimandano anche a mondi differenti dalla tivù di Urbano Cairo. C’è la grande carta stampata, non manca la Rai (da Marco Frittella a Duilio Giammaria, fino a Riccardo Iacona) e c’è un’ampia rappresentanza dei volti noti di SkyTg24.
Personaggi della Elastica Eventi.
Come socie di minoranza quattro figure professionali interne
Si capisce allora come l’interesse spasmodico di Puglisi per la (mancata) laurea di Fabbri in realtà fosse poco più che un pretesto per indagare un’altra questione. Perché i soci reali di Elastica Srl sono schermati? La società con un tweet ha comunicato che il fiduciante è Luca Lazzaris, titolare all’80 per cento delle quote, ma Lettera43 ha provato ad andare più a fondo e ne è venuto fuori un piccolo gioco di scatole cinesi. L’agenzia, infatti, esiste dal 2014, ha sede a Bologna, in Viale XII Giugno, e ha come socie di minoranza quattro delle sue figure professionali interne: su complessivi 50 mila euro di capitale, il 15 per cento fa capo a Francesca Parisini che è la referente comunicazione e pubbliche relazioni, mentre il 3 per cento è in mano a Carmela (Carmen) Manti, che si occupa del coordinamento dei progetti. Giulia Mocenigo e Sonia Bignozzi hanno un simbolico 1 per cento per una, ossia 500 euro a testa, e coordinano in tandem proprio la business unit del “Bestiario” oltre alle produzioni teatrali.
Lo schema delle socie di minoranza.
Fatturato da 5,3 milioni nel 2022, ma un utile di appena 333 euro
Il restante 80 per cento delle azioni risulta in mano alla Sofir – Società fiduciaria di revisione Srl, domiciliata anch’essa a Bologna, in Piazza dei Martiri 1943-1945. Prima di venire agli altri tasselli della catena di comando, va detto che salta all’occhio come Elastica dichiari un ragguardevole fatturato da 5,3 milioni di euro nel 2022, ma un utile di appena 333 euro. La controllante Sofir, a sua volta, esiste dal 1971, ha 26 mila euro di capitale sociale, 527 mila euro di ricavi e poco più di 5 mila euro di utile. Fa capo al gruppo Secam Holding e Service e il 100 per cento delle quote è in mano alla Secam Srl, che ha sede nella medesima Piazza dei Martiri, a Bologna, ed esiste dal 1977.
Luca Lazzaris, che la società ha indicato come fiduciante.
Un gioco di specchi nel quale si perde l’identità dei veri azionisti
Secam Srl e Secam Holding sono la stessa cosa: un capitale di appena 10.400 euro che appartiene per intero alla Class Fiduciaria Srl. In questo caso ci spostiamo a Modena, in via Carlo Cattaneo, ma la cosa più interessante è che a sua volta la Class (110 mila euro di ricavi e 42 mila di utili nel 2021) è nata soltanto nel 2011, ha 17 mila euro di capitale e vede il 100 per cento delle azioni possedute nuovamente dalla Secam Holding. In sostanza, il percorso lungo la catena di comando si interrompe e diventa un giro in tondo: si tratta di imprese dello stesso gruppo che si controllano a vicenda, in un gioco di specchi nel quale si perde l’identità dei veri azionisti.
Volti gestiti dalla Elastica Eventi.
Chi sono le eminenze grigie che condizionano la tivù italiana?
Ecco che allora sorge la domanda finale, su cui il professor Puglisi continua a battere: chi è o chi sono le eminenze grigie, ammesso ci siano, che influenzano più o meno pesantemente, a seconda dei casi, palinsesti e approfondimenti di informazione della tivù italiana? Al di là delle discussioni su una certa quota di “amichettismo” imperante e sul ruolo di alcuni circoletti più o meno alla luce del sole, si sa che la selezione degli ospiti nei talk non avviene quasi mai per mero interesse giornalistico o per la loro capacità di arricchire il dibattito attorno a un dato tema. Conta piuttosto la disponibilità degli ospiti stessi a indossare con efficacia una “maschera” in un determinato gioco delle parti. E ancor di più contano le società di promozione che hanno alle spalle, le agenzie di relazioni pubbliche e con i media che riescono a imporli nei programmi o alle redazioni tivù in nome di un forte potere contrattuale. Ci siamo già occupati, nel campo dello spettacolo e dell’infotainment, della società di Beppe Caschetto e dei suoi forti legami con La7, ma contano anche le realtà di Lucio Presta e della Ballandi, che fu fondata dal celebre Bibi. O ancora la milanese Vis Verbi. Puglisi, «da cittadino e da studioso», si chiede «quanta influenza abbiano e quanto vi sia di poco competitivo tra queste agenzie di comunicazione nel proporre gli ospiti. Quanto, nella gestione di questi personaggi pubblici e nella gestione dei silenzi dei media tradizionali intorno a questi personaggi, abbiano un ruolo le agenzie di comunicazione». E parlando di Elastica un altro cronista, Guido Gentili, commenta su X a rimorchio: «In effetti, è immaginabile che almeno i giornalisti (alcuni dei quali “d’inchiesta”) che si sono affidati all’agenzia, sappiano chi ci sia dietro la fiduciaria. O no?». Domandare è lecito, rispondere è cortesia.
La Uefa ha deciso di rinviare tutte le partite in programma in Israele fino al 17 ottobre «alla luce dell’attuale situazione di insicurezza» nel Paese. Salta così il match di qualificazione per Euro 2024 contro la Svizzera, in programma il 12 ottobre al Bloomfield Stadium di Tel Aviv. La Nazionale elvetica, come hanno confermato i media nazionali, non era partita da Zurigo, sede del ritiro e degli allenamenti. La formazione di Murat Yakin tornerà in campo il 15 ottobre a San Gallo contro la Bielorussia. Al momento non è stata stabilita una nuova data ufficiale per la partita, valida per la settima giornata del Gruppo I, che potrebbe tenersi a marzo 2024 durante il periodo destinato ai playoff. In forte dubbio anche il match di Israele in Kosovo di domenica 15 ottobre, anche se la Uefa non ha ancora preso una decisione ufficiale.
Non solo Euro 2024, in Israele la Uefa ferma anche Under 21 e Under 17
Oltre ai match di qualificazione per Euro 2024, in Israele sono sospesi anche tutti gli incontri di campionato e delle competizioni nazionali. Fermi anche i match di Under 21, con il rinvio ufficiale delle partite contro Estonia e Germania in programma rispettivamente per giovedì 12 e martedì 17 ottobre all’HaMoshava di Petah Tiqwa, non lontano da Tel Aviv. I padroni di casa hanno giocato ancora un solo match nel Gruppo D, perso contro la Bulgaria per 1-0. Stop anche al mini torneo di Under 17 previsto in Israele dall’11 al 17 ottobre. Saltate dunque le sfide dei giovani talenti del Paese a Belgio, Galles e Gibilterra. «La Uefa continuerà a monitorare da vicino la situazione», si legge nel comunicato ufficiale. «Rimarrà in contatto con tutte le squadre coinvolte prima di prendere decisioni su nuove date e potenziali modifiche al programma».
Alessandro Basciano e Sophie Codegoni si sono ufficialmente lasciati. A confermare la notizia è stata l’ex volto di Uomini e Donne, che domenica 8 ottobre 2023 ha condiviso via Instagram Stories un messaggio ai follower con il quale ha voluto fare chiarezza nel merito della questione.
«Non pensavo che Alessandro potesse arrivare a tanto»
L’influencer non è voluta entrare nel merito della questione ma, stando alle sue parole, sembra che i motivi dietro alla rottura siano da riferirsi a un grave comportamento tenuto da Basciano nei suoi confronti. «Con profonda tristezza nel mio cuore sono qui per dirvi che la relazione tra me e Alessandro è finita. Sono successe molte cose gravi, di cui alcune scoperte solo di recente, che mi hanno portata a prendere questa decisione. Non avrei mai pensato purtroppo che la persona al mio fianco, nonché padre di mia figlia, potesse arrivare a tanto. Non è una scelta presa cuor leggero, ma a seguito di vicissitudini che mi hanno fatto davvero male e a cui non posso passare sopra, per rispetto di me stessa e della nostra bambina», ha scritto Sophie Codegoni. Che ha poi aggiunto: «Continuerò a lavorare attraverso i social cercando sempre di portare positività e il mio sorriso come sempre ho fatto e come è giusto che sia. Al momento devo prendere un attimo di tempo per me stessa per metabolizzare tutto. Non vi nego che davvero sono a pezzi. Vi ringrazio sempre per il supporto che mi date e vi chiedo un po’ di tempo per superare questi eventi che al momento mi hanno stravolta. Pensavo di avere accanto una persona diversa, ma mi sbagliavo».
La replica del padre e del manager di Alessandro Basciano
Erano in realtà ormai diverse settimane che si parlava di una crisi conclamata all’interno della coppia. Rispetto agli ultimi eventi, a ogni modo, il padre di Basciano, Beppe, ha chiesto su X ai fan della coppia (i #Basciagoni) «cortese silenzio, perché le polemiche di chi ha ragione o torto non servono». Il suo manager Benij Costantino, nel frattempo, si è espresso via social in questi termini: «Abbiate rispetto per un momento così delicato, il tempo è galantuomo sempre!».
Un altro episodio di violenza ai danni di un poliziotto penitenziario nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere. Un detenuto italo-cubano, ex pugile, già protagonista di analoghi episodi in altro istituto di pena, ha sequestrato l’agente minacciandolo con un’arma rudimentale. Il poliziotto, con l’aiuto dei colleghi, è riuscito a liberarsi e uscire dalla sezione in cui era stato rinchiuso.
«Nel carcere mancano 80 agenti dalla pianta organica»
A rendere noto l’accaduto è stata l’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria (Uspp). «Basta violenze ai danni dei poliziotti», hanno commentato il segretario regionale Ciro Auricchio e il presidente Giuseppe Moretti. «Bisogna subito attivare la procedura di trasferimento fuori regione, come previsto da una recente circolare, e avviare l’iter per il regime ex art. 14 bis o.p. per chi si è reso autore di più condotte violente in ambito penitenziario». Per i due sindacalisti, inoltre, occorre «la previsione normativa della sospensione dei benefici di legge previsti dall’ordinamento penitenziario per i detenuti che si rendono protagonisti di questi episodi di inaudita gravità». «Più volte, inoltre, abbiamo denunciato che nel carcere di Santa Maria Capua Vetere mancano 80 agenti dalla pianta organica», hanno ricordato Auricchio e Moretti, «e i pochi colleghi rimasti devono fronteggiare quotidianamente le forti criticità dell’istituto. Al collega, vittima della vile azione, giunga la solidarietà di tutto il sindacato».