Daily Archives: 9 Ottobre 2023

PresaDiretta, stasera su Rai 3 il futuro delle auto elettriche

Stasera 9 ottobre 2023 andrà in onda sul canale Rai 3 il programma PresaDiretta alle ore 21.20. Il conduttore televisivo come sempre sarà Riccardo Iacona e questa volta la trasmissione si concentrerà sul tema delle auto elettriche: quale sarà il loro futuro e cosa dice il mercato in questo momento? La puntata sarà disponibile in streaming e on demand anche sulla piattaforma Rai Play.

PresaDiretta, la puntata di stasera del programma di Riccardo Iacona si soffermerà sul mercato delle auto elettriche.
Il presentatore Riccardo Iacona (X).

PresaDiretta, le anticipazioni della puntata di stasera 9 ottobre 2023 su Rai 3

La puntata di questa sera di PresaDiretta si intitola La scossa elettrica. Il team del programma esplorerà le difficoltà che l’industria automobilistica italiana sta affrontando in relazione alla transizione verso l’elettrico. Inoltre, si analizzeranno anche le scelte che il governo ha fatto nel corso degli anni per favorire questo cambiamento. Questo perché in Europa i dati dimostrano che per la prima volta le vendite delle auto elettriche hanno superato quelle del diesel. Nonostante questo cambiamento, l’Italia rimane ultima in Europa per il mercato delle auto con alimentazione elettrica. Secondo i dati ricavati da un sondaggio, il team di PresaDiretta ha scoperto che dietro i pochi acquisti di auto elettriche effettuate nell’ultimo anno ci sono fattori come l’elevato prezzo di queste vetture, l’autonomia limitata e la scarsità di stazioni di ricarica sul territorio. A ciò si aggiunge il fatto che la quota di auto elettriche in Italia è minima rispetto ad altri paesi del Vecchio Continente.

Gli scarsi risultati presenti non sembrano dover migliorare nel futuro. Stellantis, gruppo che detiene il marchio Fiat, ha deciso di spostare la produzione di auto elettriche altrove, dove la manodopera costa meno, come a Tychy in Polonia, lasciando gli operai italiani in cassa integrazione. La situazione sembra essere paradossale, anche perché il mercato è in continua espansione, specialmente in Germania dove il governo ha deciso di spendere soldi pubblici per attrarre nuove case automobilistiche per produrre i loro modelli elettrici in terra teutonica. PresaDiretta si soffermerà anche sulla produzione delle batterie al litio che è aumentata in tutto il mondo nell’ultimo periodo. Questi componenti stanno diventando molto piccoli ed estremamente efficienti e molto probabilmente l’autonomia delle auto aumenterà a dismisura nel giro di pochi anni. Non mancano poi le innovazioni del settore come le batterie al sodio di sale, quelle senza litio, e con motori a manutenzione zero.

PresaDiretta, gli autori della puntata di stasera 9 ottobre 2023 su Rai 3

Nel corso della puntata di questa sera di PresaDiretta il presentatore Riccardo Iacona intervisterà Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, e riceverà le sue interpretazioni per quanto riguarda il futuro del settore automobilistico elettrico in Italia. I servizi e le inchieste presentati in trasmissione sono a firma di vari autori come Marianna De Marzi, Alessandro Macina, Roberto Pallotta, Fabrizio Lazzaretti e Massimiliano Torchia.

La crisi climatica costa 15 milioni di euro ogni ora in tutto il mondo

Ogni ora, a livello mondiale la crisi climatica causa danni per 16 milioni di dollari (circa 15 milioni di euro). È quanto afferma un nuovo studio della Victoria University di Wellington, in Nuova Zelanda, disponibile sulla rivista Nature Communications. A livello annuale, fra il 2000 e il 2019 i Paesi di tutti i continenti hanno speso circa 140 miliardi di dollari (circa 132 miliardi di euro), anche se solo nel 2022 i costi sono raddoppiati toccando la cifra di 280 miliardi di dollari (270 miliardi di euro). L’analisi ha tenuto conto dei danni causati da ondate di calore e siccità, ma anche eventi meteorologici estremi come tempeste, inondazioni e piogge torrenziali. Mancano però alcuni dati a lungo termine, dalla resa dei raccolti all’innalzamento del livello del mare.

LEGGI ANCHE: Africa, la crisi climatica forza le migrazioni degli elefanti

La crisi climatica ha colpito oltre 1 miliardo di persone in 20 anni

Come ha riportato il Guardian, si tratta della prima ricerca in grado di calcolare i costi attribuibili alla crisi climatica direttamente provocata dall’uomo. Adottando un approccio diverso, ha infatti calcolato come il surriscaldamento globale stia impattando giornalmente sugli eventi meteorologici estremi. Per poter dare vita alla loro ricerca, gli esperti hanno analizzato i disastri registrati nell’International Disaster Database in cui hanno perso la vita almeno 10 persone o ne sono state coinvolte almeno un centinaio. Si è potuto così stabilire che, nell’arco di 20 anni dall’inizio del nuovo millennio, la crisi climatica abbia impattato sulla vita di circa 1,2 miliardi di persone. Due terzi dei costi totali sono frutto dell’azione dell’uragano Harvey, che colpì gli Stati Uniti nel 2017, e del ciclone Nargis che si abbatté sul Myanmar nel 2008.

Tempeste e inondazioni, ma anche siccità e ondate di calore causano sempre più danni. Solo nel 2022 spesi quasi 270 miliardi, con ripercussioni su oltre 1 miliardo di persone. Gli anni più nefasti sono stati 2003, 2008 e 2010.
Gli effetti dell’uragano Harvey negli States (Getty Images).

«La cifra principale cui fare attenzione sono i 140 miliardi di dollari spesi annualmente», ha sottolineato il professore Ilan Noy, che ha condotto lo studio con la collega Rebecca Newman. «È di per sé un gran dato, ma non del tutto corrispondente alla realtà». L’esperto ha infatti sottolineato che, sebbene via sia una grande abbondanza di dati e fonti per Europa e Nord America, lo stesso non avviene per altri continenti meno sviluppati come Africa e zone dell’Asia. «Non abbiamo idea di quante persone abbiano perso la loro vita nell’area sub-sahariana». Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, dagli Anni 70 il numero di vittime sarebbe sette volte più grande di quello ottenuto da segnalazioni ufficiali. La stima però è destinata a crescere nel prossimo futuro, in quanto i fenomeni estremi diventeranno sempre più frequenti.

Dal caldo nel 2003 agli uragani del 2017, gli anni più nefasti

Lo studio dell’Università di Wellington ha inoltre evidenziato gli anni in cui la crisi climatica si è fatta sentire con maggiore intensità. Nefasto il 2003, quando un’ingente ondata di calore investì l’Europa. La canicola si protrasse per tutta l’estate, raggiungendo il picco in agosto quando in Portogallo e Spagna si sfiorarono i 50 gradi di temperatura. Temperature vicine ai 40 gradi anche in Italia, Svizzera e Regno Unito. Fra gli anni più difficili anche il 2008, quando il ciclone Nargis colpì il Myanmar tra fine aprile e inizio maggio, provocando la morte di quasi 140 mila persone. Sotto i riflettori anche la siccità del 2010, che si abbatté soprattutto sulla Russia e in Africa, causando enormi danni in Somalia. L’analisi neozelandese ha messo l’accento anche sugli uragani Katrina e Harvey che colpirono gli States nel 2005 e nel 2017.

Studenti inneggiano ad Hamas, Valditara annuncia ispezioni nelle scuole: «Vanno perseguiti»

Un collettivo di studenti, la Kurva Manzoni Antifa, ha pubblicato una story su Instagram con foto di palestinesi esultanti dopo l’attacco a Israele e una frase a sostegno di Hamas. Il gruppo sostiene solitamente la squadra di calcetto del Liceo Manzoni di Milano. Nella story, come raccontato da Repubblica, hanno scritto una sola frase: «Quant’è bello quando brucia Tel Aviv». A rispondere è stato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha chiesto l’immediato intervento della procura di Milano e espresso la propria solidarietà.

LEGGI ANCHE: Le responsabilità di Netanyahu nella guerra tra Israele e Hamas

Valditara: «Vanno perseguiti per legge»

Il ministro Valditara ha dichiarato: «Se è vero che alcuni collettivi scolastici hanno inneggiato ad Hamas alla morte dei ragazzi israeliani, vanno perseguiti dalla legge. Farò partire immediatamente nostre ispezioni nelle scuole coinvolte, chiedendo alla Procura di promuovere un’azione penale per odio razziale. L’azione di Hamas è infame, queste persone devono essere perseguite dalla Procura della Repubblica e spero finiscano in prigione. Sono di mentalità nazista, personaggi che devono essere isolati e condannati senza se e senza ma».

Studenti inneggiano ad Hamas, Valditara annuncia ispezioni nelle scuole «Vanno perseguiti»
Valditara visita una classe in una scuola elementare (Twitter)

Il ministro su X: «Chi ha esultato sarà denunciato»

Poi, con una serie di tweet, Valditara è tornato sull’argomento anche su X. Il ministro ha scritto: « In queste ore drammatiche voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che richiama i metodi nazisti. Partendo dalla scuola è necessario elaborare una strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere la cultura del rispetto. Questo odio feroce, disumano, richiama le esperienze dei peggiori totalitarismi che hanno insanguinato e continuano a insanguinare il mondo intero. Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di esaltazione della infame azione di Hamas».

E ancora: «Vogliamo verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati, i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica. Chi ha gioito per azioni che hanno portato a sgozzare bambini e ragazzi, donne e uomini innocenti, solo perché ebrei, deve essere perseguito dalle leggi penali».

Consiglio Ue adotta la legge per decarbonizzare l’aviazione

Il Consiglio Ue ha adottato la nuova legge per decarbonizzare il settore dell’aviazione, RefuelEu Aviation. Il regolamento «garantirà certezza giuridica agli operatori aerei e ai fornitori di carburante in Europa».

«Un passo fondamentale»

Avviando la produzione su larga scala di carburanti sostenibili per l’aviazione, presto il settore dell’aviazione dell’Ue diventerà molto più verde. «Questo è un passo fondamentale nel nostro impegno più ampio per raggiungere i nostri obiettivi climatici a livello europeo e globale», ha sottolineato Raquel Sánchez Jiménez, ministra ad interim spagnola dei Trasporti, della mobilità e dell’agenda urbana (la Spagna è alla presidenza di turno dell’Ue). L’obiettivo principale dell’iniziativa per l’aviazione RefuelEu, come parte fondamentale del pacchetto Fit for 55 Ue, è aumentare sia la domanda che l’offerta di carburanti sostenibili per l’aviazione, che hanno emissioni di CO2 inferiori rispetto al cherosene da combustibile fossile, garantendo al tempo stesso condizioni di parità in tutto il mercato del trasporto aereo dell’Ue.

Previsto l’obbligo di una quota minima di carburanti sostenibili e sintetici negli aerei

La nuova legislazione mira a inserire il trasporto aereo sulla traiettoria degli obiettivi climatici dell’Ue per il 2030 e il 2050 e affronta la situazione attuale che ostacola lo sviluppo dei combustibili sostenibili. Si prevede l’obbligo per i fornitori di carburante per l’aviazione di garantire che tutto il carburante messo a disposizione degli operatori aerei negli aeroporti dell’Ue contenga una quota minima di carburanti sostenibili per l’aviazione (“saf”) a partire dal 2025 e, a partire dal 2030, una quota minima di carburanti sintetici, con entrambe le quote in aumento progressivamente fino al 2050. Si parla del 2 per cento di saf entro il 2025, il 6 per cento nel 2030 e il 70 per cento nel 2050. Dal 2030, anche l’1,2 per cento dei carburanti dovrà essere sintetico, per arrivare al 35 per cento nel 2050. Gli operatori aerei dovranno garantire che la quantità annua di carburante trasportato in un dato aeroporto dell’Ue sia almeno il 90 per cento del carburante annuo richiesto.

Israele ordina l’assedio totale di Gaza

Israele ha dichiarato lo stato di guerra. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha confermato su X di aver ordinato l’assedio completo di Gaza. «Niente elettricità, niente cibo, niente gas, tutto è chiuso», ha dichiarato. «Stiamo combattendo gli animali e agiamo di conseguenza».

Tel Aviv non esclude infiltrazioni anche dal Libano

Al confine con la Striscia continuano gli scontri con Hamas e Tel Aviv non esclude nuove infiltrazioni, anche dal Libano. Mentre i tank israeliani si dirigono verso Gaza, l’Idf ha richiamato 300 mila riservisti, il reclutamento più imponente e veloce della storia di Israele.

LEGGI ANCHE: L’aeroporto di Amburgo chiuso per un’ora a causa della minaccia di un attentato su un volo proveniente da Teheran

Il bilancio aggiornato è di oltre 700 morti israeliani e 560 palestinesi

Il bilancio aggiornato dei morti israeliani è di oltre 700, 2.500 i feriti, tra cui molti in condizioni gravissime. Risultano ancora 750 dispersi. Tra le vittime dell’attacco di Hamas ci sarebbero almeno nove cittadini statunitensi e una decina di britannici. Un centinaio di civili, tra cui anche americani e tedeschi, sono ancora in ostaggio. Quattro di loro sarebbero morti nei raid aerei sulla Striscia. Mentre la Jihad islamica afferma di avere in mano almeno 30 israeliani. Sul fronte palestinese le vittime sarebbero 560, i feriti oltre 2.700. Secondo il ministero degli Affari Esteri palestinese, i bombardamenti israeliani hanno colpito anche due campi profughi di Gaza, il campo Al-Shati e quello di Jabalia: ci sarebbero diversi morti e feriti.

Guerra Israele-Hamas, le responsabilità di Netanyahu
Benjamin Netanyahu (Getty Images).

LEGGI ANCHE: Il Qatar sta mediando per uno scambio di prigioniere tra Israele e Hamas

Netanyahu sta negoziando con l’opposizione per formare un governo di unità nazionale

La coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu sta negoziando con il partito di opposizione Unità Nazionale per formare un governo di emergenza per tutta la durata della guerra. La minoranza ha però posto come condizione l’esclusione dall’esecutivo dei membri dell’estrema destra, il superministro per la Sicurezza Itamar Ben-Gvir, a capo di Otzma Yehudit   il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, leader del Partito Sionista Religioso.

LEGGI ANCHE: Le responsabilità di Netanyahu nella guerra tra Israele e Hamas

L’Ue sospende gli aiuti al popolo palestinese

L’Ue ha sospeso gli aiuti destinati al popolo palestinese in attesa del riesame dei programmi di assistenza già messi in campo per un totale di 691 milioni. «La portata del terrore e della brutalità contro Israele e il suo popolo è un punto di svolta. Le cose non possono andare come andavano di solito», ha sottolineato il commissario Ue per l’Allargamento Oliver Varhelyi.  Lo stesso aveva fatto l’Austria che congelerà aiuti per 19 milioni di euro.

 

 

 

 

Caro bollette, l’Italia potrebbe usare 1,3 miliardi di fondi Ue

L’Italia e la Commissione europea stanno discutendo una proposta di riprogrammazione dei fondi regionali Ue per un importo stimato in circa 1,3 miliardi per aiutare le famiglie a far fronte al caro energia. Ad annunciarlo è Ansa dopo averlo appreso da fonti di Bruxelles. Nell’ambito del programma Safe, che prevede la riprogrammazione di 4 miliardi dei fondi di coesione per misure contro il caro bollette a favore delle Pmi e delle famiglie, «restano circa 3,3 miliardi», ha detto la Commissaria Ue alle politiche regionali e urbane Elisa Ferreira parlando in conferenza stampa all’avvio della settimana europea delle regioni.

Caro bollette, l'Italia potrebbe usare 1,3 miliardi di fondi Ue
Una protesta contro il caro bollette (Imagoeconomica).

Urso: «Dal conflitto in Israele possibili aumenti»

Una notizia che arriva nelle stesse ore in cui Adolfo Urso ha annunciato come il conflitto tra in Israele potrebbe influire sul costo dell’energia. A Mattina 24 su Rainews 24 il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha infatti dichiarato: «Siamo tutti convinti che Israele abbia il diritto a tutelare la propria libertà e credo bisogna essere vigili sotto ogni aspetto. La guerra incombe e rischia di coinvolgere altri fronti, e incombe attorno a noi in Europa, come ci ricorda la guerra in Ucraina. Bisogna essere vigili, uniti e coesi in Europa per fronteggiare questa situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, mi riferisco per esempio a quella dell’energia come accaduto per la guerra della Russia in Ucraina, per l’approvvigionamento di gas e petrolio».

LEGGI ANCHEBollette, arrivano gli aumenti per luce e gas: +12 e +9 per cento

Come sta l’immunologo Le Foche dopo l’aggressione

«Essere un medico, di per sé, equivale a perdonare». È con queste parole rilasciate al Messaggero che l’immunologo Francesco Le Foche si è dichiarato disposto a passare oltre nei confronti del suo aggressore, Renato Mauro Morandi, che giovedì 5 ottobre lo aveva brutalmente colpito nel suo studio romano obbligandolo al ricovero nell’ospedale Umberto I. Per il professore si era temuto il peggio, ma il pronto intervento medico lo ha scongiurato. L’aggressore è stato invece arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Il racconto dell’aggressione: nulla a che vedere coi no vax

L’immunologo Le Foche è entrato anche nei dettagli dell’aggressione, sottolineando che l’intera vicenda non ha niente a che fare con il suo sostegno alla campagna vaccinale contro il Covid. Renato Mauro Morandi, dunque, non avrebbe aggredito il medico perché fermo sostenitore delle teorie no vax, ma perché «è un soggetto clinicamente psicolabile che aveva anche dei precedenti specifici». L’uomo, più nel dettaglio, sarebbe stato in cura da Le Foche per una spondilodiscite, un’infezione delle colonne vertebrali che interessa il disco e le vertebre adiacenti. «L’ho curato, è andata bene» dice Le Foche, «Lui aveva fatto un prelievo e i neutrofili erano alti. Aveva assunto del cortisone. Si è preoccupato ed è andato in escandescenza».

Il rifiuto di curare il cane e l’esplosione di rabbia

L’aggressore viene descritto dall’immunologo come clinicamente psicolabile, gli sarebbe stato infatti diagnosticato un disturbo bipolare per il quale, secondo il racconto della madre, era seguito da tempo. A influire su l’aggressione sarebbe stato anche uno stato di nervosismo pregresso del paziente nei confronti del suo medico che si sarebbe rifiutato di curare il suo cane. «Mi ha chiamato per il cane malato», ha raccontato Le Foche. «Gli ho risposto che non ero un veterinario. Lei ha salvato me, può salvare anche il cane, mi ha risposto. Mi ha anche mandato delle foto su Whatsapp».

Il perdono del medico: «La violenza è inutile»

Ora che il peggio sembra essere passato, l’immunologo Le Foche si è detto disposto a perdonare il suo aggressore perché «un medico deve necessariamente perdonare tutti». «Mi impegno al massimo a curare le persone e i miei pazienti lo sanno bene», ha aggiunto sottolineando anche che «la cosa più importante è la cultura medica. Dobbiamo fare in modo che ci sia una sensibilizzazione rivolta a tutta la popolazione. I medici svolgono una professione per la salute delle persone. Il paziente deve sapere questo: io e gli altri ci impegniamo al massimo per lui. Sempre. Per cui la violenza è inutile».

Les Miserables, il tour mondiale arriva per la prima volta in Italia 

Arriverà per la prima volta in Italia Les Misérables – the Arena Musical Spectacular, il musical ispirato al romanzo di Victor Hugo da cui è stato ricavato il film che è valso un Oscar ad Anne Hathaway. Rappresentato in 439 città di 53 Paesi, Les Misèrables sarà al Politeama Rossetti di Trieste, dal 7 all’11 novembre, e al Tam Teatro degli Arcimboldi di Milano, dal 14 al 24 novembre. Le due tappe italiane della tournée mondiale che si concluderà nel 2025 ospiteranno sul palcoscenico la versione in forma di concerto che prende origine da Les Misérables Staged Concert andato in scena per 200 repliche nel West End di Londra, e che vanta un cast che fra attori, musicisti e tecnici arriva a 110 elementi.

Longoni: «Un orgoglio ospitare il musical a Milano»

«ll grande spettacolo nella sua edizione più straordinaria ed originale!», ha sintetizzato il direttore artistico del Tam Gianmario Longoni. Che ha aggiunto: «Siamo orgogliosi di annunciare, per la prima volta in Italia, il mitico spettacolo Les Misérables. Manifesto e simbolo del teatro musicale, è per noi e per la nostra città un’altra tappa nel percorso di internazionalizzazione e di eccellenza qualitativa che contraddistinguono Milano, il suo meraviglioso pubblico e il nostro straordinario teatro». Il presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Francesco Granbassi, ha invece voluto rivendicare per Trieste il ruolo di capitale italiana del musical: «Trieste continua così a confrontarsi con città di dimensioni infinitamente più grandi. Per tutto questo devo ringraziare lo staff del Rossetti». 

Il produttore dello spettacolo: «Performance leggendaria»

«Questo tanto atteso tour mondiale sarà un’opportunità unica per molti celebri artisti di interpretare i loro ruoli preferiti per brevi periodi in diverse parti del mondo e i fan avranno la possibilità di vedere le loro stelle preferite (e le mie!) nel loro musical preferito», ha sottolineato il produttore Cameron Mackintosh. «L’entusiasmo per le performance di reunion del cast di Miz è leggendario e regala sempre un tutto esaurito, quindi non vedo l’ora che questo evento unico sia la dimostrazione definitiva di Do You Hear The People Sing!», ha assicurato il produttore.

Caso Apostolico, possibile azione disciplinare per il carabiniere che filmò la manifestazione del 2018

La procura di Catania ha aperto un secondo fascicolo legato al caso della giudice Iolanda Apostolico che pone il focus sull’origine del video, diffuso dal segretario della Lega Matteo Salvini, nel quale si vede la magistrata in una manifestazione contro l’allora ministro dell’Interno, nel 2018. A registrare e conservare quel video è stato un carabiniere che lavora come luogotenente a Catania, contro il quale potrebbe essere avviata un’azione disciplinare.

La storia del video: di chat in chat è arrivato alla Lega

Il carabiniere ha confessato di essere stato lui a registrare e conservare quel video del 2018, aggiungendo poi di averlo girato in alcune chat di amici e colleghi. Dopo questo passaggio il filmato sarebbe arrivato ai vertici della Lega, con successiva pubblicazione sui social di Matteo Salvini. Secondo quanto riferito da Repubblica, a far arrivare il filmato al ministro delle Infrastrutture potrebbe essere stato l’onorevole Anastasio Carrà, parlamentare leghista ed ex carabiniere di Catania. Quest’ultimo ha già escluso una sua complicità nella vicenda, ma il suo ruolo dovrà inevitabilmente essere valutato dalla procura di Catania.

Caso Apostolico, possibile azione disciplinare per il carabiniere che filmò la manifestazione del 2018
Anastasio Carrà (Imagoeconomica).

L’azione disciplinare per il carabiniere

L’arma dei carabinieri, in attesa della decisione della procura, potrebbe procedere infliggendo delle sanzioni disciplinari a carico del carabiniere che ha diffuso il video. Entrando più nello specifico, diverse circolari interne al corpo di polizia emanate dopo il caso Cerciello Rega, vietano la diffusione di materiale prodotto mentre si era in servizio. Il carabiniere coinvolto ha dichiarato di aver girato quel video con un telefonino e non con la videocamera di ordinanza, e di averlo fatto «senza alcuna finalità». Da questa interpretazione deriverebbe che il video incriminato non sarebbe «mai stato allegato ad atti interni o a informative all’autorità giudiziaria».

Le altre indagini: l’esposto di Bonelli

La vicenda della giudice di Catania ha attirato molte attenzioni, sia da parte della magistratura che della politica. L’indagine di Catania, infatti, procede in maniera parallela rispetto a quella della procura di Roma nata da un esposto presentato dal deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, per la diffusione di un atto riservato.

Guardiola: «La Juve non mi ha cercato. Allegri e De Zerbi? Vogliono vincere con le loro idee»

Risultatisti contro giochisti, corto muso oppure calcio spettacolo e ricerca del possesso palla. Da che parte state? Lo scontro che accende i social di solito prende le sembianze dei due allenatori italiani più discussi del momento: Massimiliano Allegri e Roberto De Zerbi. Chiacchierati per motivi opposti: gli “zero titoli” e il gioco scadente della Juventus allegriana, i risultati sorprendenti del Brighton che vince e soprattutto fa divertire. A intervenire sulla diatriba è stato addirittura Pep Guardiola, tecnico del Manchester City e vincitore dell’ultima Champions. Anche se di parte – in quanto appartenente alla fazione giochista – ha provato a fare il democristiano: «Pensate che Allegri non voglia vincere?», ha detto il catalano nel corso di un intervento all’evento Dialoghi sul talento svoltosi al Palazzetto dello sport di Cuneo. «Stesso discorso vale anche per De Zerbi, entrambi vogliono vincere. Allegri è convinto di poter vincere con le sue idee, idem De Zerbi. De Zerbi non cerca l’estetica, vuole vincere. E crede di poterlo fare giocando secondo quello che è il suo credo. Stesso discorso per Allegri, anche lui vuole vincere. Tutti gli allenatori vogliono vincere, nessuno pensa solo al bello e dice che non gli interessa vincere. Non ho mai visto un allenatore che non vuole vincere o un giocatore che non vuole giocare bene. Sono modi di interpretare il calcio».

I rapporti con la Juventus: «Non mi ha mai cercato»

Il tecnico del Manchester City ha anche smentito tutte le voci di mercato che lo hanno accostato, in passato o in ottica futura, alla Juventus. «No, non mi ha mai cercato», ha detto rimarcando però il suo amore per l’Italia, Paese che ha conosciuto alla fine della sua carriera da calciatore tra Brescia e Roma. «L’Italia però mi piace molto e ci vengo molto spesso in vacanza. E poi si mangia davvero bene».

Aeroporto di Amburgo chiuso per minaccia di attentato a un volo proveniente dall’Iran

A causa di una minaccia di attentato a un aereo proveniente da Teheran, capitale dell’Iran, le operazioni di volo all’aeroporto di Amburgo sono state completamente sospese. Lo ha reso noto l’agenzia tedesca Dpa citando una portavoce dello scalo e precisando che, dalle 12:40 di lunedì 9 ottobre 2023, «non ci sono stati né decolli né atterraggi». Un portavoce della Polizia federale ha dichiarato che in mattinata la stessa Bundespolizei ha ricevuto una e-mail con la minaccia di un attentato contro il volo Teheran-Amburgo, e la Dpa riporta che questo avvertimento è stato preso molto sul serio. L’aereo, che era atterrato ad Amburgo alle 12:20, si trova ora in un’area speciale. I 198 passeggeri e i 16 membri dell’equipaggio nel frattempo hanno lasciato il mezzo e sono stati sottoposti a controlli di sicurezza in un’area separata. Il velivolo e i bagagli sono stati perquisiti.

Gli Angelucci puntano a Monrif, Mollicone fa discutere in Rai e le altre pillole della giornata

La voglia matta di giornali degli Angelucci sembra non avere limiti. Dopo aver comprato Il Giornale, e avviato da poco l’operazione di riorganizzazione che in prospettiva lo porterà a convivere con Libero nella nuova sede milanese di via dell’Aprica, la famiglia romana sta puntando decisamente su Monrif, la holding quotata che fa capo alla famiglia Riffeser e che controlla, tra gli altri, Resto del Carlino, Nazione e il Giorno. Le trattative, raccontano i beninformati, sono in corso, anche se Andrea Riffeser, in passato più volte dato per venditore (ci aveva fatto più di un pensiero anche Urbano Cairo), alla fine i giornali se li è sempre tenuti. Una curiosità: se le ambizioni della famiglia Angelucci trovassero realizzazione, si troverebbe a controllare ben tre quotidiani milanesi. Ma non saranno troppi perché non finiscano in simile concentrato a pestarsi i piedi?

Gli Angelucci puntano a Monrif, Mollicone fa discutere in Rai e le altre pillole della giornata
Andrea Riffeser Monti (Imagoeconomica).

Pnrr amerikano

Il Pnrr interessa anche agli Usa. E infatti nel pomeriggio del 9 ottobre se ne parlerà nel Centro Studi Americani, nella sede romana di Palazzo Caetani, con la scusa di presentare il libro Scritti costituzionali sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di Davide De Lungo e Francesco Saverio Marini. Chi ci sarà in sala? Aprirà i lavori il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, quindi interverranno il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Federico Freni, la senatrice Mariastella Gelmini, il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, il presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone e, udite udite, l’amministratore delegato Poligrafico e Zecca dello Stato Francesco Soro. A moderare, il vicedirettore del Tg2 Maria Antonietta Spadorcia.

Antichità Mollicone

Si chiama Mizar, è una rubrica culturale che va in onda in orari impossibili su Rai2, ed è “gestita” dal direttore del Tg2 Antonio Preziosi. Anche se la mano che dirige i servizi sembra quella dell’ex direttore, ora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: l’arte è protagonista assoluta, con l’efficientissimo Tommaso Ricci che si occupa praticamente di tutto. Che poi Ricci è maritato con Monica Buttiglione, figlia di Rocco che è stato ministro per i Beni e le attività culturali. Insomma, parliamo di uno che fa parte più del dicastero di via del Collegio Romano che della Rai. Fatto sta che nel lungo servizio su “Arte e antiquariato a Roma”, la fiera allestita a Palazzo Brancaccio, dappertutto appariva Federico Mollicone, parlamentare di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura alla Camera. Però Ricci non lo ha mai nominato e questa cosa sta facendo discutere molti, a Saxa Rubra…

Gli Angelucci puntano a Monrif, Mollicone fa discutere in Rai e le altre pillole della giornata
Federico Mollicone (Imagoeconomica).

Marino e il gladiatore Togna

Davvero curiosa, la serie di incontri intitolata “Gladiatori nell’Arena. Tra Colosseo e Ludus Magnus”, in programma fino a dicembre nella Capitale nella Curia Iulia e Museo del Foro Romano. Si tratta di un ciclo di otto incontri e conferenze che intendono fare il punto con esperti del settore sui temi evidenziati nell’omonima esposizione, partendo proprio dalle novità sugli studi del Ludus Magnus, approfondendo gli aspetti giuridici della gladiatura, le immagini e le fonti antiche fino ad arrivare a un focus sulle donne gladiatrici e sulla percezione moderna del gladiatore nel mondo del cinema, del fumetto e dell’intrattenimento tout court. E chi ci sarà nel terzo appuntamento, in programma martedì 10 ottobre, presso il Museo del Foro Romano? Claudio Togna, notaio e componente del consiglio d’amministrazione del Parco archeologico del Colosseo, che parlerà su “Gli aspetti giuridici della gladiatura”. Togna è il notaio collegato alla fine della giunta del sindaco di Roma Ignazio Marino: autenticò le firme dei consiglieri dimissionari del Partito democratico, facendo terminare l’esperienza romana del medico genovese di origine siciliana. Un vero gladiatore degno del Colosseo, Togna.

Gli Angelucci puntano a Monrif, Mollicone fa discutere in Rai e le altre pillole della giornata
Il notaio Claudio Togna (Imagoeconomica).

Patuelli per La Malfa

Giornata partenopea quella di lunedì9 ottobre per il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Nel pomeriggio il banchiere parteciperà al convegno intitolato “L’Europa e lo sviluppo del Mezzogiorno. Banche, imprese e istituzioni”, organizzato dalla Fondazione Ugo La Malfa con l’Abi e l’Unione Industriali Napoli. Dove ci sarà, ovviamente, Giorgio La Malfa, oltre al vicesegretario generale Ocse Fabrizia Lapecorella e al capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea Antonio Parenti. E il padrone di casa, il presidente dell’Unione Industriali Napoli Costanzo Jannotti Pecci, del quale si parla di una “voglia matta” di partecipare alle prossime elezioni europee, nelle liste di Fratelli d’Italia.

Milano, due ragazzi di 11 e 12 anni investiti sul monopattino mentre vanno a scuola

Nuovo incidente sulle strade di Milano nella mattinata di lunedì 9 ottobre 2023. Protagonisti della vicenda due ragazzini di 11 e 12 anni, travolti da un’auto mentre si stavano dirigendo a scuola a bordo di un monopattino elettrico.

Sono stati trasportati al San Carlo e non sono in gravi condizioni

I fatti sono avvenuti in piazzale Axum, all’angolo con via Capecelatro (zona San Siro), poco prima delle 8 del mattino. In base alle prime ricostruzioni sembra che al momento del sinistro i due si trovassero insieme a bordo di un monopattino, travolto all’improvviso da un Opel Corsa. Immediato l’intervento sul posto della Polizia locale, che ha effettuato tutti i rilievi del caso, oltre ai sanitari del 118 che si sono precipitati in zona con due ambulanze e un’automedica per soccorrere i ragazzi. Secondo quanto riferito dall’Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) entrambi i giovani sono stati trasportati al Pronto soccorso del vicino ospedale San Carlo, dove si trovano fortunatamente non in gravi condizioni.

Altri due pedoni investiti nelle stesse ore

Sempre nella mattinata di lunedì un altro sinistro simile è avvenuto in viale Tibaldi. A rimanere coinvolti sono stati due pedoni che, poco prima delle 9, stavano attraversando la strada quando sono stati travolti da una moto che poi è caduta a sua volta a terra. A finire in ospedale in questo caso sono stati una donna di 49 anni e un uomo di 35 (il motociclista). Sembra invece che il secondo pedone abbia rifiutato il trasporto.

Autostrade per l’Italia, l’operazione di brillamento del viadotto Torraccia sulla A1

Si è svolta alle 6.45 di domenica 8 ottobre 2023 la demolizione, attraverso l’uso di esplosivi, dell’impalcato del viadotto Torraccia Sud situato al km 271+681 dell’originaria carreggiata Sud del tratto di A1 Milano-Napoli, tra Barberino e Calenzano. La spettacolare e complessa operazione avvia la fase centrale del piano di ammodernamento del viadotto quale intervento propedeutico al più ampio programma di riqualifica dell’intero tracciato, finalizzato da Autostrade per l’Italia sotto la supervisione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha già visto il completamento della nuova carreggiata Sud con la realizzazione della galleria Santa Lucia, la più lunga a tre corsie mai realizzata di Europa. Per la direzione Nord è prevista la riqualifica delle due corsie attualmente in uso e la riconfigurazione dell’ex carreggiata Sud verso Nord, per un assetto finale di quattro corsie verso Bologna e tre corsie in direzione Firenze.

La demolizione è avvenuta in cinque esplosioni consecutive

Il viadotto Fosso Torraccia, aperto al traffico alla fine del 1960, dispone di due carreggiate su impalcati separati, ciascuno di cinque campate. La lunghezza totale dell’opera è di circa 165 metri in carreggiata Sud, dismessa dopo l’entrata in esercizio del nuovo tracciato, e di 153 metri in carreggiata Nord. Le operazioni di brillamento, coordinate da Amplia (società del Gruppo Aspi e prima azienda di costruzioni per attività a livello nazionale), sono state precedute da fasi di demolizione meccanica di piccole parti dell’opera, finalizzate anche al posizionamento del materiale esplosivo in punti strategici individuati con l’obiettivo di garantire la demolizione in massima sicurezza dell’impalcato ma anche la salvaguardia delle sottostrutture. Alla base dei piloni, in particolare, sono state posizionate delle cuffie di protezione al fine di attutire le vibrazioni generate dalla detonazione. La demolizione, dopo tre spari di preavviso che hanno segnato il countdown, è avvenuta in cinque esplosioni consecutive, una per ogni pila, attivate a 15 millisecondi di distanza l’una dall’altra.

A seguito dell’evento è stato eseguito un monitoraggio dei dati sismici e un’ispezione visiva finalizzata alla verifica della completa detonazione delle cariche. Le operazioni si sono sviluppate in modo tale da non generare alcun tipo di ripercussione ambientale, grazie a un accurato monitoraggio dell’emissione di onde sismiche, sonore, delle emissioni in atmosfera e della fauna selvatica. Il materiale demolito è infine stato stoccato per poter essere reimpiegato in altre attività di cantiere, nel segno di un approccio sostenibile.

Il piano di rigenerazione della carreggiata Nord

L’ammodernamento del Viadotto Torraccia rientra in un piano di rigenerazione della carreggiata Nord che comprende investimenti di riqualifica del tratto per oltre 120 milioni di euro e 135 milioni destinati all’ammodernamento, con tempi di esecuzione complessivamente stimati in 40 mesi. Tra gli interventi più significativi si prevedono la rigenerazione strutturale di tre viadotti (Goccioloni I, Goccioloni II e Torraccia) e l’ammodernamento delle calotte di tutte le gallerie presenti lungo la tratta oggetto di riqualifica (sei gallerie e 12 fornici). Il nuovo tracciato, oltre a garantire una maggiore sicurezza e una drastica riduzione dei tempi di percorrenza, viene realizzato in linea con i più recenti standard normativi, assicurando un incremento della vita utile dell’opera e una riduzione sostanziale degli impatti sulla viabilità che potrebbero essere generati da cantierizzazioni future.

L’ad di Autostrade Tomasi: «Rigenerazione delle infrastrutture non più rimandabile»

Queste le dichiarazioni di Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia: «Simili interventi mostrano in tutta la loro evidenza la complessità del piano di ammodernamento messo in campo sulla rete autostradale di nostra gestione, che va di pari passo con le opere di potenziamento. Un simile intervento non sarebbe infatti stato possibile se non avessimo avuto a disposizione il nuovo tracciato della A1. Questo ci fa capire quanto sia importante proseguire con convinzione il piano avviato per far fronte alle nuove esigenze della mobilità. La rigenerazione delle infrastrutture rappresenta un tema non più rimandabile a livello di sistema-Paese, un argomento che deve restare al centro del dibattito e guidare le future scelte strategiche nazionali».

Il tafazziano silenzio di Mef e Vivendi su Tim e l’immobilismo della Consob

Vicenda Tim, ovvero un caso da manuale di come non si devono gestire le cose sapendo bene i doveri di trasparenza nei confronti del mercato quando una società è quotata. I fatti. Giovedì 5 ottobre al ministero dell’Economia avviene l’atteso incontro tra rappresentanti del governo (nella fattispecie il ministro Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gaetano Caputi) e i vertici di Vivendi, il gruppo francese che con il suo 23 per cento è l’azionista di riferimento dell’ex monopolista dei telefoni, per cui erano presenti l’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine e il presidente del Supervisory Board Yannick Bolloré (nonché figlio di Vincent). Incontro atteso da mesi, visto che i francesi sono fortemente contrari allo scorporo della rete su cui invece l’esecutivo, in primis Giorgia Meloni che come piace dire a lei ci ha messo la faccia, si è impegnato.

Il tafazziano silenzio di Mef e Vivendi su Tim e l'immobilismo della Consob
Arnaud de Puyfontaine (a sinistra) e Yannick Bolloré di Vivendi (Getty).

Il titolo Tim è arrivato a perdere fino all’8 per cento del suo valore

Ma, incredibilmente, da quell’incontro trapela solo la volontà di non far trapelare nulla. Incredibile perché era fin troppo ovvio che il silenzio avrebbe dato fuoco alle polveri della speculazione. Venendo interpretato, visto il disaccordo tra le parti, come un ulteriore ostacolo all’operazione. Cose che si è puntualmente verificata all’indomani, quando il titolo Tim è arrivato a perdere fino all’8 per cento del suo valore, poco meno di mezzo miliardo di euro su quasi 6 di capitalizzazione. La Consob, ossia il guardiano della Borsa, non ha battuto colpo. Era giovedì sera, fa ancora molto caldo, e probabilmente la dirigenza avrà pensato che si poteva fare un ultimo weekend lungo al mare, quindi meglio evitare scocciature. Non importa se il silenzio della authority che sotto la guida di Paolo Savona ha conosciuto uno dei punti più bassi della sua storia, avrebbe reso ancora più forte il disorientamento del mercato.

L’incontro spacciato come una sorta di riunione carbonara

In altri casi, di portata ben meno significativa rispetto alla vita della più importante azienda di telecomunicazioni del Paese, Consob aveva invece preteso che il mercato venisse anche a grandi linee informato. Perché non c’è cosa peggiore di quando la trasparenza resta in balia delle aspettative. Ma errore ancora più grande lo hanno commesso i protagonisti della storia, cioè il Mef e Vivendi, che in barba alla suddetta trasparenza hanno spacciato l’incontro di giovedì come una sorta di riunione carbonara. Bastavano poche righe, anche di prammatica, quelle che di solito recitano che il confronto è stato costruttivo e che ci si riserva ulteriori approfondimenti.

Il tafazziano silenzio di Mef e Vivendi su Tim e l'immobilismo della Consob
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica).

Il Mef ha dovuto smentire ricostruzioni fantasiose

In mancanza di questo, ci ha pensato sabato un quotidiano a dare la sua interpretazione: il ministero dell’Economia, sentite le ragioni dei francesi che chiedevano un cambio di management e strategia, si sarebbe preso una pausa di riflessione congelando, questo era il sottotesto, l’accordo con il fondo Kkr che lo vede compartecipe all’acquisto della rete. Cosa non vera, e che infatti il Mef stizzito, se pur informalmente, ha provveduto a smentire. Ma, visto che tutto nasce dalla totale mancanza di informazioni al mercato, chi è causa del suo danno prima di prendersela con le interpretazioni creative dei giornali (che pure non ci vanno per il sottile) pianga se stesso.

Renzi annuncia il congresso di Italia Viva

«Domenica 15 si potrà votare per il congresso di Italia Viva», è con queste parole che Matteo Renzi annuncia agli iscritti della sua enews le prossime tappe del partito. Un appuntamento del quale l’ex presidente del Consiglio si è detto «orgoglioso e fiero».

Il congresso di Italia Viva

«La nostra è una comunità che continua a crescere, che aumenta il numero di parlamentari, amministratori e iscritti, che produce contenuti e dibattito», scrive Renzi che poi aggiunge: «Siamo orgogliosi di aver compiuto un grandissimo lavoro per garantire un appuntamento di democrazia interna: ovviamente il fatto che ci sia un congresso per eleggere le presidenze nazionali, regionali e provinciali provocherà tensioni e litigi come ogni dibattito interno suscita».

I conflitti interni al partito

Matteo Renzi, dunque, continua cerca di dare una scossa a Iv in vista delle prossime Europee. Un confronto interno alla forza politica che, per ammissione delle stesso Renzi, provocherà scontri di vedute, così come vinti e sconfitti: «Chi vince il congresso rappresenterà il partito, chi perde darà una mano», scrive il leader di Iv, «la democrazia interna fa paura solo a chi non ha voti e non avendo voti scappa dal confronto».

Il voto online

«Auguro a tutti di saper gestire le differenze e fisiologiche polemiche ripartendo insieme da lunedì prossimo laddove ci saranno le divisioni», aggiunge Renzi che ricorda agli iscritti anche le modalità di partecipazione al voto: «Chi vuole votare online potrà farlo solo attraverso la pre registrazione, accedendo alla propria area personale sul sito italiaviva.it. Altrimenti potrà votare solo recandosi ai seggi. Chi vuole votare online si registri adesso e comunque non oltre giovedì 12 ottobre».

Camilla Läckberg accusata di utilizzare un ghostwriter

Camilla Läckberg non è forse la sola autrice dei suoi best seller. Secondo il quotidiano svedese Kvartal, la scrittrice e regina del noir tanto da essere acclamata come erede scandinava di Agatha Christie si sarebbe servita di un ghostwriter per realizzare alcuni dei suoi romanzi di successo. La scoperta sarebbe arrivata grazie a un software di analisi dei dati che sfrutta l’intelligenza artificiale, già utile in passato per scoprire l’identità di J.K. Rowling dietro lo pseudonimo di Robert Gabraith ne Il seggio vacante. Il programma infatti avrebbe riscontrato anomalie e incongruenze nello stile di Läckberg in otto sue opere, tra cui La gabbia dorata e Ali d’argento. Immediata la replica con un post su Instagram: «Più volte mi hanno accusata di non avere uno stile perfetto e non meritare così tanti lettori», ha scritto l’autrice. «Non c’è niente di vero».

Camilla Läckberg utilizza un ghostwriter? I dati del software IA

Come ha riportato anche il Guardian, lo strumento di analisi dei dati utilizza l’intelligenza artificiale sul testo per confrontare la frequenza delle parole più comuni. In seguito le elabora per compilare un diagramma in grado di identificare un preciso stile di scrittura. La ricerca ha coinvolto gli otto romanzi di Camilla Läckberg più venduti in Svezia, tra cui Lo scalpellino e Il guardiano del faro, prodotti dall’editore e autore di gialli Pascal Engman. «Il resoconto dei dati supporta fortemente la presenza di un ghostwriter», ha scritto Lapo Lappin, giornalista di Kvartal e promotore dello studio. Lo strumento ha infatti trovato una coerenza di stile per i gialli ambientati a Fjällbacka, incentrati sui detective Erica Falck e Patrik Hedström. Una serie più recente di thriller, tuttavia, ha presentato uno stile del tutto differente. Per Donne che non perdonano il software suggerisce persino Engman come unico autore.

La scrittrice svedese Camilla Läckberg si servirebbe di un ghostwriter per alcuni romanzi. La scoperta tramite un software che sfrutta l'IA.
Camilla Läckberg con suo figlio sul red carpet (Getty Images).

«Molte volte ho ringraziato pubblicamente Pascal (Engman, ndr.) per avermi aiutata a scrivere in un modo nuovo per me», ha scritto sui social Läckberg. «Non è assolutamente un segreto. Utilizzo un linguaggio quotidiano, non ho mai voluto vincere il Premio Nobel per la Letteratura». Lo stesso editore, con un’intervista a Kvartal ha confutato categoricamente ogni accusa. «Il mio compito è collaborare con uno scrittore in vari modi», ha sottolineato alla rivista svedese. «Non vuol dire che abbia scritto io i romanzi». Secondo il Guardian però tali affermazioni non negano definitivamente le accuse, lasciando aperti diversi argomenti di discussione. «Engman ha lavorato solo come editore, nulla di più», aveva però detto nel 2021 la stessa autrice di fronte ad altre insinuazioni su un potenziale ghostwriter.

Batosta per Scholz alle regionali in Germania, vola l’ultradestra

Nell’ultimo test elettorale prima delle Europee, la coalizione semaforo del cancelliere Olaf Scholz esce con le ossa rotte dal voto in due popolose regioni tedesche del sud-ovest, Baviera e Assia, dove l’ultradestra dell’AfD incassa invece nuovi successi diventando il secondo partito nel Land di Francoforte sul Meno.

Batosta per Scholz alle regionali in Germania, vola l'ultradestra
Markus Soeder, premier della Baviera e leader della Csu, parla ai sostenitori dopo i primi risultati delle elezioni statali bavaresi dell’8 ottobre a Monaco (Getty Images).

La destra bavarese della Csu confermata prima forza, risultato «molto deludente» dell’Spd

In Assia i cristiano-democratici della Cdu, all’opposizione del governo di Berlino, festeggiano un trionfo grazie al balzo di quasi otto punti che li conferma alla guida della loro roccaforte con il 34,9 per cento. Mentre, pur con il peggior risultato dal 1950, la loro ala destra bavarese della Csu si conferma prima forza in Baviera: con il 36,5 per cento – e una flessione di 0,7 punti – potrebbe continuare a governare con la formazione di destra dei ‘Liberi elettori’, che avrebbero raccolto il 14,2 per cento. Questo almeno è il quadro che la sera dell’8 ottobre veniva disegnato da proiezioni diffuse dalla tv pubblica Zdf per le due regioni dove vive più di un quinto della popolazione tedesca: a metà della legislatura nazionale, sono stati chiamati al voto circa 9,4 milioni di elettori in Baviera e 4,3 in Assia. La ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser, capolista dell’Spd in Assia e che sembra aver scontato la propria politica ondivaga sulla questione dei migranti, ha definito «molto deludente» il risultato del partito socialdemocratico, che ha raccolto solo il 15,4 per cento, in calo di oltre quattro punti. In Baviera invece, dove non è stata mai forte, l’Spd sarebbe solo quinta con l’8,5 per cento delle preferenze e una flessione di 1,2 punti.

L’Afd fa il balzo con +5,5 punti in Baviera mentre i Verdi e l’Fdp crollano

Anche i Verdi della ministra degli Esteri Annalena Baerboeck, paladina delle ong nel Mediterraneo, avrebbero perso 2,1 punti in Baviera, scendendo al 15,5 per cento, e 4,4 in Assia fermandosi al 15,4 per cento, dove però in teoria potrebbero continuare a governare con la Cdu del presidente regionale Boris Rhein. Brinda invece l’estrema destra dell’Alternative für Deutschland, già accreditata come la seconda forza elettorale con oltre il 20 per cento dei consensi a livello nazionale e la più forte nella maggior parte della ex Ddr: l’Afd è cresciuta di ben 5,5 punti (al 15,7 per cento) in Baviera e di 3,6 (16,7 per cento) in Assia, dove si piazza al secondo posto. Nessuno per ora si dice intenzionato ad allearsi con gli estremisti, ma la loro campagna anti-migranti sembra aver raccolto molti consensi e dettato la linea politica. Crolla infine l’alleato liberale di Scholz: l’Fdp rischia di non superare la soglia di sbarramento del 5 per cento in Assia ed è stimato ben sotto (al 3 per cento) in Baviera. I dati confermano quindi i sondaggi della vigilia e le analisi che vedevano Scholz soffrire, a più o meno giusta ragione, il rallentamento dell’economia, l’alta inflazione, l’aumento dei costi dell’energia, la questione immigrazione e dispute interne su molti dossier ora che si è allentato il collante dell’invasione russa dell’Ucraina.

Il Premio Nobel per l’Economia 2023 a Claudia Goldin

È Claudia Goldin la vincitrice del Premio Nobel per l’Economia 2023. Ad annunciarlo, nella mattinata di lunedì 9 ottobre 2023, è stata l’Accademia svedese, che ha scelto l’esperta statunitense «per averci aiutato a comprendere meglio il contributo delle donne al mondo del lavoro».

Goldin è attualmente docente di Economia presso l’Università di Harvard ed è stata la prima donna ad assumere questo incarico di ruolo nel prestigioso ateneo americano. È inoltre co-diretttrice di un importante gruppo di studio sul gender gap presso il National Bureau of Economic Research (Nber) ed è stata dal 1989 al 2017 la direttrice del programma Development of the American Economy della Nber.

Il Qatar media una scambio di prigioniere tra Hamas ed Israele

Il Qatar starebbe mediando un urgente scambio di prigioniere tra Hamas e Israele dopo che la situazione nella Striscia di Gaza e nei Territori è notevolmente peggiorata. Lo riferisce l’agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo cui Doha sarebbe al lavoro per garantire il rilascio delle donne israeliane catturate da Hamas in cambio di quelle palestinesi trattenute nelle carceri israeliane.

La posizione di Hamas e Israele

«Con il sostegno degli Stati Uniti, il Qatar sta cercando di raggiungere l’accordo urgente che porterebbe al rilascio delle donne israeliane catturate da Hamas in cambio di donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane», riferisce Xinhua che sottolinea anche che Hamas si sarebbe mostrata disponibile all’operazione, ma ad una condizione: che siano liberate tutte le 36 detenute palestinesi. Sul fronte israeliano invece, non c’è al momento alcuna conferma della mediazione.

Powered by WordPress and MasterTemplate