«X, l’ex Twitter, che non è più soggetto al codice, è la piattaforma con il maggior numero di post con informazione scorretta o disinformazione». E «gli attori della disinformazione hanno significativamente più follower rispetto a quanto tendano ad avere le loro controparti di non disinformazione». Lo ha detto la vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova.
L’anticipazione del rapporto sulle piattaforme online
Jourova ha anticipato i contenuti del rapporto sulle principali piattaforme online in merito agli impegni sul codice di condotta contro la disinformazione. «Non sono stata felice quando Twitter ha abbandonato il codice di condotta», ha anche segnalato Jourova.
La procura della Repubblica di Pordenone ha messo sotto indagine 22 persone dopo che, il 18 settembre, si era verificata una maxi rissa all’interno della comunità Sikh di Pasian di Prata.
Scattate le perquisizioni personali e domiciliari
Nel corso di quest’ultima settimana, i carabinieri del comando provinciale di Pordenone hanno effettuato una serie di perquisizioni personali e domiciliari, a seguito delle quali hanno notificato i provvedimenti della magistratura alle 22 persone indagate per il reato di rissa aggravata. A coordinare le indagini è il procuratore di Pordenone facente funzioni, Maria Grazia Zaina.
Due gruppi di indiani si sono presi a coltellate
La maxi rissa che ha portato la procura a mettere sotto indagine 22 persone si è verificata il 18 settembre 2023 in via Saba a Villanova di Prata, in provincia di Pordenone. A essere coinvolte sarebbero state circa 50 persone appartenenti a due distinti gruppi indiani che, per motivi ancora da accertare, avrebbero animato una rissa finita con coltellate e diversi feriti.
L’episodio, verificatosi nella contea di San Bernardino, è avvenuto durante una rissa al di fuori di una partita di football nella scuola superiore di Victorville. Nel filmato, ripreso da un passante, si vede prima la ragazza sedicenne discutere con il vice sceriffo e, poco dopo, l’aggressione da parte di uno degli agenti presenti che la atterra con una mossa di wrestling. Attualmente, l’incidente è oggetto di un’inchiesta e il nome del vice sceriffo coinvolto non è stato reso di dominio pubblico.
Disturbing footage reveals a California deputy body-slamming a teenage girl at Victor Valley High School, leaving her nearly unconscious.
The girl is hospitalized, and it's unclear if the deputy faces repercussions. A 16-year-old boy was arrested for allegedly punching a deputy. pic.twitter.com/3jxVESdHB1
La madre della ragazza ha affermato che l’aggressione ha causato alla giovane lesioni alla testa e alla spina dorsale della giovane. L’incidente ha suscitato una manifestazione di protesta presso il sottocomando dello sceriffo della contea di San Bernardino. Inoltre, un altro ragazzo, sempre di sedici anni, è stato detenuto dopo aver presumibilmente aggredito uno degli agenti durante la rissa. Le autorità riferiscono che il ragazzo è stato rinchiuso in un istituto per minorenni. Il sovrintendente del distretto scolastico ha annunciato che è in corso una collaborazione con le autorità per fornire adegutato supporto alla famiglia della giovane ferita.
Il presidente tunisino Kais Saied «ha deciso di incaricare il ministero degli Esteri, dell’Immigrazione e dei tunisini all’estero, di informare la parte europea della decisione di rinviare la prevista visita di una delegazione della Commissione Europea nel nostro Paese a una data successiva da concordarsi tra le due parti». È quanto si legge in un comunicato della presidenza tunisina pubblicato su Facebook. Già il 14 settembre il ministero degli Esteri aveva negato l’accesso in Tunisia a una delegazione della Commissione esteri del Parlamento europeo, che prevedeva di effettuare una visita di due giorni nel Paese, concordata da tempo.
Nel comunicato non vengono precisati i motivi del rinvio
Nel comunicato non vengono precisate le ragioni della richiesta di rinvio. Tuttavia i media tunisini riportano che Saied ha comunicato la decisione durante una riunione del Consiglio di sicurezza, nel corso del quale ha ribadito di «non voler cedere la neanche la minima parte di sovranità nazionale», sottolineando che Tunisi dovrà fare affidamento sulle proprie risorse per finanziare il bilancio dello Stato. La decisione giunge a pochi giorni dall’annuncio della Commissione Europea dello stanziamento di 127 milioni di euro, a sostegno dell’attuazione del memorandum d’intesa Ue-Tunisia firmato a luglio.
Giorgia Meloni e Kais Saied (Imagoeconomica).
L’Ue ha appena sbloccato 127 milioni di euro destinati alla Tunisia
La Commissione ha spiegato che «questo primo pacchetto si basa sulla stretta cooperazione con Tunisi per quanto riguarda la repressione delle reti di trafficanti illegali». Nello specifico, l’Unione europea ha stanziato 60 milioni di euro in aiuti sostegno al bilancio per la Tunisia e un pacchetto di assistenza operativa sulla migrazione per circa 67 milioni di euro, che saranno sborsati a breve.
La crescita record dell’energia solare e dei veicoli elettrici mantiene gli obiettivi climatici mondiali a portata di mano: lo afferma l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), sottolineando che la transizione energetica non richiede lo sviluppo di nuovi combustibili fossili a lungo termine. «Il percorso verso 1,5 gradi si è ristretto negli ultimi due anni, ma le tecnologie per l’energia pulita lo stanno mantenendo aperto», ha dichiarato il capo dell’Aie, Fatih Birol, invitando le nazioni a impegnarsi di più per allineare le politiche al limite più ambizioso e sicuro del riscaldamento globale previsto dall’Accordo di Parigi.
Aie: «Anticipare gli obiettivi al 2045»
Quasi tutti i Paesi dovrebbero accelerare il passo per raggiungere il traguardo della neutralità carbonica, le cosiddette “emissioni zero”: lo afferma l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie), invitando i «Paesi ricchi» ad anticipare i loro obiettivi al 2045 e la Cina al 2050. Questa accelerazione, che comporterebbe un anticipo di 5 anni sugli obiettivi di neutralità carbonica fissati nella maggior parte dei Paesi sviluppati – tra cui Usa, Ue, Regno Unito e Giappone – e di 10 anni in Cina, è necessaria per contenere il riscaldamento globale a +1,5 gradi rispetto all’era preindustriale, ha dichiarato l’Aie.
Una depressione tropicale si sta abbattendo al largo della costa di Da Nang, nel centro del Vietnam, causando forti piogge da 170 a 280 millimetri, e venti tra i 40 e i 60 chilometri orari, come riportato da Vietnam Express. Nelle città, molte strade si sono allagate con oltre 70 centimetri di acqua. Secondo il Centro nazionale vietnamita per le previsioni idro-meteorologiche, fino a mercoledì 27 settembre 2023 sono attese precipitazioni fino a 350 millimetri. Le autorità hanno invitato le imbarcazioni a tornare a riva già nella serata di domenica 24 settembre 2023, mentre le numerose spiagge della zona note ai turisti come Hoi An hanno vietato le attività in spiaggia a partire dalle 7.00 di lunedì 25 settembre 2023.
La Polizia di Stato di Bologna ha arrestato a Cesena un ragazzo di 24 anni con l’accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale. Il giovane, italiano di origine tunisina, si stava preparando per unirsi alla jihad fra Siria e Iraq dopo aver intrapreso un percorso di radicalizzazione che lo ha portato a sposare le ideologie dell’estremismo islamico. Di professione elettricista, sarebbe stato ossessionato dall’ascolto dei sermoni dedicati al martirio che circolano online e su social come Telegram e Instagram.
Era in contatto con esperti religiosi dell’Isis
Il provvedimento di fermo è stato emesso dal procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dal pm Antonio Gustapane e compendia le evidenze indiziarie emergenti dall’attività delle Digos di Bologna e di Forlì/Cesena e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Secondo quanto riferito dalla questura, il 24enne aveva già preso dei contatti con un “facilitatore” che lo avrebbe aiutato nel viaggio e con il reclutamento oltre che con esperti religiosi dell’Isis che hanno rinforzato la sua determinazione operativa. Si era inoltre impegnato per intensificare l’addestramento fisico in modo da raggiungere un livello di preparazione adeguato. «Sempre per questo fine aveva ripreso l’attività professionale di elettricista funzionale al reperimento della somma necessaria ad affrontare il viaggio», ha riportato la Polizia bolognese.
Il nuovo spot dei supermercati Esselunga sta facendo parecchio discutere. La protagonista è una bambina con i genitori separati che, mentre fa la spesa con la mamma, chiede di poter comprare un pesca che, successivamente, regala al papà dicendogli che quel pensiero è da parte della mamma. Il claim della pubblicità è “Non c’è una spesa che non sia importante”, ma come sempre avviene quando si toccano temi delicati come quello della famiglia, qualcuno ha storto il naso.
Le accuse: strumentalizzate le emozioni di una bambina?
Lo spot di Esselunga divide, con un parte dei commentatori che accusa la catena di supermercati di aver strumentalizzato le emozioni di una bambina che soffre perché i suoi genitori sono separati e un’altra fazione che, invece, sembra aver apprezzato lo sforzo di provare a raccontare una storia diversa da quella delle solite famiglie felici che fanno la spesa insieme.
La critica tra le righe alle famiglie non tradizionali
Le fazioni in precedenza indicate possono essere ben raccontate da due dei commenti più popolari su X riferiti allo spot Esselunga. Decisamente favorevole al taglio scelto dalla catena dei supermercati è un utente che scrive: «Chi si indigna forse non è mai stata una bambina di 5 anni che soffre per la separazione dei genitori e pensa come fare, ingenuamente, per farli riappacificare. È di una dolcezza incredibile. Non è contro nessuno. La prospettiva è quella di una bambina. Tutto qua». Di contro, invece, c’è chi attribuisce alla scelta di Esselunga un chiaro intento di critica verso le famiglie non tradizionali: «Esselunga», scrive un altro utente su X, «ma tra i vostri pubblicitari avete Adinolfi, Pillon o quali altri psicologi e terapeuti familiari?».
Truffe all’Unione europea per intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti: è la maxi operazione “Transumanza”, condotta da nord a sud, dalla Guardia di finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di L’Aquila. Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni.
Si sospetta anche la mano della mafia foggiana
Sono 75 i coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Si sospetta anche la mano della mafia foggiana, e delle organizzazioni criminali del Gargano. Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro, sequestrati a 24 imprese agricole e 38 soggetti.
Negli ultimi giorni della presidenza di Donald Trump, l’allora capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows bruciò talmente tanti documenti nel suo caminetto da esasperare la moglie, che si lamentò con la sua assistente Cassidy Hutchinson di quanto fosse diventato costoso lavare a secco per mandare via la puzza di fumo dai vestiti. Lo scrive appunto Hutchinson nel suo atteso memoir Enough: assistente senior di Meadows, è stata testimone chiave davanti alla commissione della Camera sui fatti del 6 gennaio 2021, quando i sostenitori di Trump attaccarono Capitol Hill, incitati dal tycoon nel tentativo di rimanere al potere.
Cassidy Hutchinson (Getty Images).
Hutchinson ha testimoniato per 20 ore davanti alla commissione sul 6 gennaio 2021
Originaria del New Jersey, Hutchinson si è laureata in scienze politiche nel 2019 alla Christopher Newport University. Prima di terminare gli studi era stata stagista nello staff del deputato repubblicano Steve Scalise e poi per il senatore del Texas Ted Cruz. Nel 2020 era stata poi personalmente scelta dal capo di gabinetto Meadows come prima assistente. Sono state ben 20 le sue ore di testimonianza davanti alla commissione parlamentare, sostenute dagli appunti che costantemente prendeva su tutto ciò che accadeva dentro e fuori la Casa Bianca.
Donald Trump e, sulla destra, Mark Meadows (Getty Images).
Secondo Trump, al contrario, è stata la commissione a bruciare tutte le prove
In un passaggio del libro pubblicato dal Guardian, la stessa Hutchinson ha rivelato di essere stata palpeggiata da Rudy Giuliani, all’epoca avvocato di Trump, sempre il 6 gennaio 2021. L’ex sindaco di New York ha smentito che ciò sia mai accaduto. L’abitudine di Meadows di bruciare documenti era invece cosa nota. Già a maggio del 2022 il New York Times e Politico riferirono che Hutchinson aveva descritto nella sua testimonianza i ripetuti falò da parte dell’ex capo dello staff della Casa Bianca. Politico, in particolare, aveva scritto di aver trovato conferme in tal senso da Scott Perry, un deputato repubblicano della Pennsylvania coinvolto nei tentativi di ribaltare la sconfitta subita da Trump contro Joe Biden. In effetti, le trascrizioni delle testimonianze diffuse poi dalla commissione della Camera hanno mostrato che Hutchinson ha affermato di aver visto Meadows bruciare documenti una dozzina di volte, tra dicembre 2020 e gennaio 2021. Ironia della sorte, intervistato dalla Nbc Trump ha detto che «la commissione ha bruciato tutte le prove» del suo mancato coinvolgimento nei fatti del 6 gennaio.
È di almeno 20 morti e quasi 300 feriti il bilancio dell’esplosione di un deposito di carburante avvenuta la sera del 25 settembre a circa sei km da Stepanakert, capitale regionale del Nagorno Karabakh. Le cause sono ancora sconosciute. Al momento dello scoppio, davanti all’impianto, erano presenti decine di persone in attesa di ritirare il carburante che era stato loro promesso. L’esplosione è avvenuta poche ore dopo la fine del secondo round di colloqui tra funzionari azeri e rappresentanti separatisti nella città di Khojaly, a nord della capitale del Nagorno-Karabakh. Le autorità di Baku hanno dichiarato che l’incontro si è svolto «in un’atmosfera costruttiva» e che la discussione si è concentrata sugli aiuti umanitari alla regione e sui servizi medici.
In 13.550 hanno già lasciato il Nagorno Karabakh per raggiungere l’Armenia
Nonostante l’Azerbaigian si sia impegnato a rispettare i diritti degli armeni e a ripristinare le forniture di carburante e viveri dopo un blocco durato 10 mesi, molti abitanti della regione separatista hanno lasciato le loro case per dirigersi in Armenia. Secondo le ultime stime del governo di Erevan, oltre 13.550 residenti hanno già lasciato il Nagorno Karabakh assistiti dai peacekeeper russi. Il governo – assicurano le autorità – fornirà un alloggio a tutti coloro che non hanno un posto dove vivere.
L’ambasciatore russo negli Stati Uniti: «Washington si astenga dall’alimentare sentimenti anti-russi in Armenia»
Intanto in Armenia sono arrivati i funzionari Usa inviati dall’amministrazione Biden: Samantha Power, direttrice dell’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (Usaid), e il vicesegretario ad interim del Dipartimento di Stato per l’Europa e gli affari eurasiatici Yuri Kim. L’obiettivo della missione, si legge in una nota dell’Usaid, è «affermare il sostegno degli Stati Uniti alla sovranità, all’indipendenza, all’integrità territoriale e alla democrazia dell’Armenia e per aiutare ad affrontare le esigenze umanitarie derivanti dalla recente violenza nel Nagorno-Karabakh». Mosca dal canto suo ha messo in guardia Washington. «Gli Usa evitino di rafforzare i sentimenti anti-russi in Armenia», ha dichiarato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. «Esortiamo Washington a astenersi dall’esternare parole e azioni pericolose che portano a un artificiale aumento dei sentimenti anti-russi in Armenia che destabilizzano deliberatamente il Territorio eurasiatico», ha scritto ancora Antonov sul canale Telegram dell’ambasciata. I rappresentanti dell’amministrazione statunitense avevano affermato che la Russia non sarebbe un partner affidabile per la sicurezza dell’Armenia, dichiarazioni giudicate «scandalose» dal diplomatico.
Gli sbagli che fai (etichetta Virgin/Universal) è la canzone inedita scritta appositamente per la sigla della docu-serie Il Supervissuto, che uscirà sulle piattaforme digitali e in radio, in contemporanea con il rilascio della serie Netflix, il 27 settembre 2023. L’occasione dunque ha fatto la canzone, in perfetta sintonia con il viaggio intro e retrospettivo che Vasco Rossi ha vissuto durante le riprese dei cinque episodi. Per la prima volta il rocker di Zocca si è raccontato in prima persona: ha parlato di sé, della sua «straordinaria vita spericolata e supervissuta», apertamente e liberamente davanti alla telecamera di Pepsy Romanoff che nella serie ha voluto dare molto spazio alla musica ed alle sue canzoni immortali che hanno seguito passo per passo la sua vita. «Un selfie lungo cinque ore». Così ha definito Vasco la sua versione dei fatti. Un racconto onesto e sincero, tra pubblico e privato, la sua carriera artistica e il suo percorso di vita, dall’inizio a oggi. Vasco Rossi ha ripensato con affetto a quel ragazzo pieno di sogni che voleva una vita a modo suo, agli errori commessi: «Sono diventato quello che sono grazie anche agli sbagli che ho fatto!».
Gli sbagli che fai vuole essere un viaggio alla ricerca di sè stessi
L’incipit della canzone recita: «Ho passato una sera con me… un viaggio all’interno di sè stessi alla ricerca di un “sè” che non esiste, ma è solo un illusione… Tutto cambia tutto si trasforma, anche noi siamo un processo sempre in divenire, come tutto nell’universo».Una canzone sulla condizione umana alla continua ricerca di un «centro di gravità permanente» che non può esistere e di un senso che non sempre c’è. La frase clou arriva verso la fine della canzone: «Prendimi la mano e raccontami che niente è impossibile». E, come ha spiegato ancora Vasco: «Tutti gli artisti fanno questo. Ti prendono la mano e ti portano in un mondo altro facendoti credere che niente è impossibile».
Arriva in Italia, in anteprima esclusiva su TimVision, l’attesa serie evento HBO Max Original Love & Death creata da David E. Kelley con Elizabeth Olsen. La trama è ispirata alla storia vera di Candy e Pat Montgomery, Betty e Allan Gore – due coppie di devoti fedeli che si godono la vita di provincia in Texas – fino a quando una relazione extraconiugale non porta qualcuno ad usare un’ascia.
Il cast della serie
Il cast della serie, in sette episodi, vede accanto a Elizabeth Olsen, nei panni di Candy Montgomery, anche Jesse Plemons (Allan Gore), candidato per questo ruolo agli Emmy Awards 2024, Lily Rabe (Betty Gore), Patrick Fugit (Pat Montgomery), Keir Gilchrist (Ron Adams), Elizabeth Marvel (Jackie Ponder), Tom Pelphrey (Don Crowder), Krysten Ritter (Sherry Cleckler).
Le tre puntate finali saranno visibili dal 4 ottobre
Love & Death è scritta e prodotta da David E. Kelley (Big Little Lies, The Undoing) con Lesli Linka Glatter (Mad Men) alla regia. I produttori esecutivi sono Glatter, Nicole Kidman e Per Saari attraverso Blossom Films, Scott Brown e Megan Creydt attraverso Texas Monthly, Matthew Tinker, Michael Klick e Helen Verno. Le prime quattro puntate saranno disponibili dal 27 settembre, le tre finali il 4 ottobre.
David McCallum, volto del dottor Ducky Mullard nella serie NCIS Unità Anticrimine, è morto all’età di 90 anni. Ad annunciarlo il figlio Peter con una nota affiata alla rivista People. «Era il padre più gentile, più forte, più paziente e più amorevole del mondo», si legge nel comunicato. «Ha sempre messo la famiglia al primo posto, anche davanti a se stesso». Nel suo ricordo, ha poi sottolineato anche come il padre amasse incontrare tutti i suoi nipoti, coltivando un legame unico con tutti loro. «Era un vero uomo rinascimentale, affascinato dalla scienza e dalla cultura», ha concluso Peter McCallum. «Trasformava le sua passioni in conoscenza». Oltre al ruolo celebre della serie poliziesca di Cbs, ha partecipato alla serie Anni 60 Organizzazione Uncle, dove ha interpretato l’enigmatico agente segreto americano di origine russa Ilya Kuryakin. Famose anche le sue partecipazioni ne La grande fugae Sapphire & Steel.
David McCallum, le origini in Scozia e la carriera nella televisione
Originario di Glasgow, dove nacque il 19 settembre 1933, David McCallum era figlio di due musicisti, dato che sua madre era violoncellista e suo padre direttore d’orchestra. Lui stesso ne ha seguito le orme con una breve carriera musicale accanto a quella nella recitazione. Fu infatti coautore, assieme al produttore David Axelrod, del brano strumentale The Edge, noto soprattutto per essere nell’intro di The Next Episode dei rapper Dr. Dre e Snoop Dogg. Dopo il trasferimento in Inghilterra con i genitori, iniziò a suonare il piano e interpretare ruoli a teatro. «Ho fatto il Piccolo Principe nel Re Giovanni di Shakespeare», ha raccontato in una vecchia intervista riportata dall’Hollywood Reporter. «Ricevetti una standing ovation a otto anni e così trovai il posto in cui volevo stare».
David McCallum e Pauley Perrette alla premiere di NCIS (Getty Images).
Oltre alle serie Organizzazione UNCLE e NCIS, David McCallum ha lavorato anche nel film La grande fuga di John Sturges con Steve McQueen. Interpretò l’ufficiale della marina Eric Ashley-Pitt, noto come Dispearsal per il suo grande contributo all’evasione di alcuni prigionieri da un campo di concentramento nazista in Polonia. Numerosi anche i ruoli minori in altre produzioni televisive. È apparso infatti, per esempio, in due episodi de La signora in giallocon Angela Lansbury, ma anche in A-Team, Matlock, Law & Ordere persino Sex and the City. Ha anche lavorato come doppiatore per la serie animata Ben 10 – Forza aliena. È però alla nota NCIS Unità Anticrimine che ha legato la sua carriera, lavorandoci per oltre 20 anni. «Ha conquistato il pubblico interpretando il saggio, eccentrico e talvolta enigmatico Ducky Mullard», hanno detto i produttori Steven D. Binder e David North. «Uno studioso, un gentiluomo e un professionista».
Letizia Moratti è tornata a casa, nel centrodestra. O meglio a sinistra del destra-centro. L’ex vicepresidente di Regione Lombardia, che aveva già sfidato Attilio Fontana alle scorse elezioni correndo con Azione-Italia Viva, intervistata il 21 settembre da il Giornale, ha spiegato di essere al lavoro su un nuovo progetto politico, «un soggetto al centro che rafforzi la cultura moderata e riformista», ha spiegato. «C’è una vasta area orfana di rappresentanza, un’area che guarda con interesse al centrodestra». Uno storytelling tipico di chi “centrista” si dichiara da tempo senza mai essere riuscito a superare, a livello nazionale, la doppia cifra. Il centro ampio – nelle intenzioni un centro di gravità permanente – finirà per essere un “centrino” tra molti? Secondo Moratti «non è un problema di sigle ma di contenuti», salvo poi lasciare intendere molto sulle prime e poco sui secondi. Il progetto si chiamerà Italia Migliore, come la lista civica Lombardia Migliore con cui corse alle Regionali e che si sta ramificando nel Nord, da Genova a Torino fino a Como.
Letizia Moratti (Imagoeconomica).
Una galassia che va dai Moderati di Portas a Renzi fino a Base Popolare e Fioroni
Da quanto si apprende dal mondo del fu Terzo Polo lombardo, lo schema di Moratti dovrebbe inserirsi nella spaccatura tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Per consolidare quel Centro che il leader di Italia viva vuole lanciare in occasione delle Europee. Per ora del programma dell’indefinito partito di Moratti si conoscono solo le basi: battaglia contro il rialzo dei tassi della Banca centrale europea e lotta al carovita. Si sa invece quale potrebbe essere il debutto: le Regionali in Piemonte. L’idea è costruire un percorso comune con i Moderati di Giacomo Portas. I due, Moratti e Portas, lo hanno annunciato il 23 settembre a Torino, nella sede della lista “civica” che, dopo anni di apparentamento col Pd, si sta avvicinando al centrodestra. «Abbiamo incontrato Letizia Moratti che sta lavorando alla costruzione di un progetto politico di area moderata che guarda anche a Renzi, al popolare Fioroni e a Cateno De Luca con il suo movimento Sud chiama Nord», ha confermato Portas a La Stampa. «Noi come Moderati abbiamo una storia politica di 20 anni e siamo interessati a giocare questa partita». La rottura definitiva con il partito di Elly Schlein insomma è nell’aria. Vicina all’iniziativa di Moratti c’è anche una galassia di centristi conservatori e liberali. A luglio al Senato è nata, ad esempio, Base Popolare, movimento culturale che riunisce figure storicamente di peso del centrodestra come Mario Mauro e Gaetano Quagliariello, ex ministri del governo Letta. Mauro è titolare di un piccolo partito, Popolari per l’Italia, che cerca spazio nel nuovo centro. Da non sottovalutare il fatto che da grande elettore di Moratti in Lombardia, sia tra i promotori di “POP – Popolari in Rete” a cui fa riferimento proprio Fioroni.
Giacomo Portas (Imagoeconomica).
La partita europea con Renzi e Cateno De Luca
Le Regionali in Piemonte potrebbero dunque essere il banco di prova per il nuovo schema di Moratti: convergenza tra partitini, sigle e associazioni; fusione a caldo con movimenti come i Moderati; ruolo di cavalleria ausiliaria al centrodestra con una civica a sostegno della corsa alla riconferma di Alberto Cirio. Oltre al tentativo di ricompattare i voti di Comunione e Liberazione a cui figure come Maurizio Lupi di Noi Moderati, quarta stampella del governo Meloni, fanno riferimento. Tanto che La Stampa dà come candidato di peso nella lista Cirio Silvio Magliano, capogruppo in Consiglio regionale dei Moderati di Portas, che con Lupi condivide il passato movimentista ciellino. Tutto questo mentre Moratti mira a giocare con Renzi e Cateno De Luca la partita delle Europee. Qui la fusione potrebbe però essere in salita, vista la complessità di articolare storie politiche tanto diverse. Ma un dato è chiaro: la caccia al centro anche per Donna Letizia è cominciata.
In Guatemala si contano almeno 6 morti – due bambini e quattro adulti – a causa della piena che ha gonfiato il fiume Naranjo che attraversa la capitale, Città del Gauatemala, spazzando via le baracche costruite sulle sue rive. Tredici persone, tra cui otto bambini, sono ancora disperse. Centinaia di vigili del fuoco, polizia, soldati e volontari hanno preso parte ai soccorsi.
Per la violenza nei confronti delle cuginette, di 10 e 12 anni, nel Parco Verde di Caivano i carabinieri di Napoli, nella notte tra lunedì 25 e martedì 26 settembre, hanno eseguito nove misure cautelari a carico di sette minorenni e due maggiorenni. Sono accusati dei presunti stupri, consumati per diversi giorni tra un centro sportivo caduto in disuso, il Delphinia, e altri luoghi della famigerata 167. La zona è stata nel mirino di diverse operazioni di polizia dopo la scoperta della vicenda. La vicenda, scoperta il 25 agosto scorso, è stata portata alla luce dalla denuncia dei familiari di una delle due bambine, quando il fratello maggiore venne a conoscenza dei fatti attraverso un messaggio ricevuto sul cellulare.
I dettagli illustrati in una conferenza stampa ad Aversa
Le misure cautelari sono state firmate dal gip del Tribunale dei minorenni di Napoli su richiesta della locale Procura e da quello del Tribunale di Napoli Nord (con sede ad Aversa), competente per territorio, su richiesta della Procura della Repubblica. Gli elementi che inchiodano i componenti del branco e scaturiti dalle indagini di queste settimane, alla base delle misure cautelari emesse, saranno illustrati dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa in programma martedì 26 settembre. Un giorno prima, lunedì 25, a Palazzo Chigi è stato ricevuto il commissario straordinario per il risanamento e la riqualificazione del territorio Fabio Ciciliano per un punto sulle attività messe in campo.
Stasera 26 settembre 2023 andrà in onda su Canale 5 il film Fast & Furious 9alle ore 21.20. Il regista è Justin Lin mentre la sceneggiatura è stata scritta da Daniel Casey. Nel cast ci sono Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Cena, Tyrese Gibson e Charlize Theron.
Vin Diesel interpreta il protagonista Dom Toretto (X).
Fast & Furious 9, trama e cast del film stasera 26 settembre 2023 su Canale 5
La trama si incentra sulle nuove vicende che coinvolgono Dominic Toretto (Vin Diesel) ormai lontano dai pericoli e dalle corse clandestine, ma dedito a una vita familiare in compagnia del suo amore Letty (Michelle Rodriguez) e del figlio Brian. Tuttavia, le cose si complicano quando ritorna sulla scena il fratello segreto di Dom, Jakob (John Cena). Nessuno sapeva questo aspetto del passato di Toretto ma l’uomo sa che il fratello potrebbe rappresentare la minaccia se circondato dagli alleati sbagliati: Jakob infatti è un ottimo pilota ed è anche uno scaltro assassino.
La situazione peggiora ulteriormente quando si scopre che Jakob in realtà è alleato con Cipher (Charlize Theron), un hacker che ha un conto in sospeso con Toretto. Dom dovrà quindi riunire la sua squadra e difendersi dagli attacchi dei suoi nemici. Allo stesso tempo, dovrà cercare di evitare che il fratello riesca a impossessarsi del Progetto Aries, un programma di armi che potrebbe rappresentare una seria minaccia per l’umanità.
Fast & Furious 9, 5 curiosità sul film stasera 26 settembre 2023 su Canale 5
Fast & Furious 9, Tyrese Gibson e la condizione per far parte del progetto
Tyrese Gibson aveva annunciato alla produzione che non avrebbe partecipato al progetto se avesse dovuto collaborare con Dwayne Johnson. A quanto pare, tra i due non scorre buon sangue e Gibson era pronto a lasciare il film prima delle riprese. Tuttavia, Johnson non venne confermato come parte del cast e Gibson accettò definitivamente il suo ruolo.
Fast & Furious 9, solo tre attori rimasti del cast originale
Il nono capitolo del franchise è stato realizzato esattamente 20 anni dopo l’uscita del primo al cinema. Tuttavia, del cast originale di quel film rimangono solo tre attori: Vin Diesel, Michelle Rodriguez e Jordana Brewster.
Vin Diesel in una scena del film (X).
Fast & Furious 9, un cameo emozionante alla fine del film
Alla fine del film c’è un cameo emozionante che potrebbe essere uno spoiler per chi non ha mai visto la pellicola. Toretto, insieme alla sua famiglia e ai suoi amici, si sta rilassando con una bella grigliata in giardino. L’inquadratura seguente si sofferma improvvisamente su un’auto che arriva nel cortile e Toretto è pronto per accogliere il nuovo ospite: l’auto inquadrata è una Nissan Skyline, la stessa che appartiene al personaggio di Brian O’Conner, interpretato dal compianto Paul Walker.
Fast & Furious 9, il disastro di Red Digital Cinema
Red Digital Cinema aveva pagato una grossa somma per inserire nel film il suo nuovo smartphone, chiamato Hydrogen One. Tuttavia, a causa degli scarsi introiti, la compagnia fu costretta a ritirare dal mercato lo smartphone prima che la pellicola debuttasse al cinema. Visto che Fast & Furious 9 fu rimandato al 2021 a causa del Covid-19, il film ha esordito nelle sale circa 1 anno dopo che il dispositivo venisse ritirato dal mercato.
Fast & Furious 9, grandi incassi per il film
Questa pellicola ha incassato davvero molto al botteghino. È stata realizzata con un budget di circa 230 milioni di dollari e ha ottenuto in totale circa 726 milioni di dollari in tutto il mondo.