Giorgia Meloni ha scelto un centro congressi piccolo, a Roma, per l’assemblea di Fratelli d’Italia: è situato in via Alibert, una strada stretta che porta a via Margutta da via del Babuino, e dove le auto blu come l’Alfa che trasporta il presidente del Consiglio fanno fatica a transitare. Alla destra c’è la Galleria Russo, dove numerosi simpatizzanti del partito meloniano vanno a comprare quadri e sculture: infatti le vetrine le hanno viste tutti i partecipanti all’incontro.
Donzelli? Come Buzzanca da giovane
Infinite le battute che si sentivano sulla strada: il clima è festaiolo, si vede a occhio nudo fa bene all’autostima. E anche all’auto blu. C’è chi racconta storielle con protagonista Giovanni Donzelli, uno addirittura si porta dietro una foto di un giovane Lando Buzzanca, l’attore che era preferito da donna Assunta Almirante, e afferma che «ma vedi che era uguale a Donzelli? Due gocce d’acqua». In effetti, guardando quell’immagine in bianco e nero, la somiglianza è notevole.
Per Fratelli d’Italia serve lo stato di famiglia
La voglia di scherzare non manca, tra coloro che si dirigono all’assemblea di Fratelli d’Italia. Un invitato dice al vicino: «Hai portato lo stato di famiglia? Qui è fondamentale, se non ce l’hai corri al municipio. No dai, basta un’autocertificazione». Ogni riferimento alla famiglia Meloni era puramente casuale: comunque, anche tra i “fratellini” l’argomento è oggetto di conversazione. Poi dopo, appena entrati nel centro congressi, tutti diventano improvvisamente seri.
La Maggioni? Sempre embedded
In via Alibert si sente parlare molto della Rai: tra i nomi più discussi c’è quello di Monica Maggioni, l’ex presidente di viale Mazzini che dalla domenica 10 settembre occupa militarmente lo spazio di Lucia Annunziata. «Hai visto Monica, fa sempre l’embedded, e infatti ha intervistato il ministro della Difesa Guido Crosetto». Ricordando poi i trascorsi della Maggioni al seguito delle truppe, a cominciare da quelle statunitensi.
Francobolli per Urso
Ormai è una mania: il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso presenta senza sosta nuovi francobolli. A Via Veneto è la volta di un bollo dedicato alla scomparsa regina Elisabetta II: forse è un caso, ma lo presenta nello stesso giorno della polemica con Ryanair, dove alla guida c’è il manager irlandese Michael Kevin O’Leary.
Anas, sapore di sale
Quelli dell’Anas sono previdenti: il 12 settembre scade il bando della struttura territoriale Veneto e Friuli-Venezia Giulia per accaparrarsi il sale. Si tratta della procedura aperta per «l’affidamento dei servizi invernali sgombero neve e spargimento materiale antighiaccio». Il prezzo? La bellezza di 840 mila euro, per la durata di un biennio. Il freddo costa…
Matteo Messina Denaro potrebbe non tornare più in cella a causa dell’aggravamento delle proprie condizioni di salute. A rivelarlo è il Corriere della Sera, che svela anche la scelta dei medici di sospendere le cure per il tumore al colon, giunto ormai al quarto stadio. L’ex latitante, rimasto al 41 bis fino all’8 agosto prima del trasferimento in ospedale, adesso è sottoposto soltanto alla terapia del dolore e all’alimentazione parenterale.
Messina Denaro è stato anche in coma
Il boss di Castelvetrano si è aggravato l’11 settembre scorso. Ma i medici hanno anche riferito che nei giorni precedenti, a causa dei farmaci, sarebbe stato anche in coma. Messina Denaro si è poi ripreso quando sono state rimodulate le dosi delle medicine per la terapia del dolore. La notizia della sospensione delle cure arriva poche ore dopo quella relativa alla scelta di Lorenza Alagna, figlia dell’ex latitante, di prendere il cognome del padre. Dopo il primo incontro, che risale all’aprile 2023, il boss si è rifiutato di incontrarla per non mostrarsi provato dalla malattia.
Nicola Di Matteo: «Deve vivere e soffrire ancora di più»
La notizia del peggioramento delle condizioni di Messina Denaro è stata commentata anche da Nicola di Matteo. Il fratello del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido nel 1996 su ordine dell’ex latitante (che ha sempre negato), ha dichiarato: «Dicono che le sue condizioni stanno precipitando sempre di più? Vedremo. Aspettiamo di capirlo nei prossimi giorni. Sicuramente da parte della mia famiglia c’è ancora molta rabbia. Noi cosa gli auguriamo? Che possa vivere un altro po’ e soffrire ancora di più e riflettere, ma tanto lui non riflette, sappiamo che queste persone non riflettono. Lo dico perché per noi il dolore non si è mai placato, per lui il dolore finisce con la morte ma per noi resta e resterà un dolore a vita».
Sono trascorsi diversi giorni da quando Cosimo Corrado, il 21enne salernitano noto sul web con lo pseudonimo Kazuosan, è scomparso da New York. La famiglia ha pubblicato una richiesta di aiuto sui social, lasciando un riferimento telefonico a disposizione di chiunque avesse notizie del giovane di cui non si hanno notizie da sabato 9 settembre.
Il messaggio dei familiari
«Lui è Cosimo, ed è di Salerno. È uno youtuber ed è conosciuto con il nome di Kazuosan. Da qualche giorno è atterrato a New York, ma da due giorni non abbiamo più notizie. Sabato sera era a Manhattan intorno alle 6,30 pm. Ha perso il telefono. Se per caso lo riconoscete contattare la polizia», si legge nel messaggio pubblicato in lingua italiana e inglese, unitamente a una foto del ragazzo.
Il padre e il fratello sono partiti per New York
Cosimo Corrado, youtuber da oltre 1,1 milioni di iscritti sulla piattaforma social dei video, sarebbe stato visto a Manhattan sabato pomeriggio. Ma da quel momento sembra scomparso nel nulla. Intanto, il papà del 21enne e il fratello sono partiti alla volta di New York per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda.
Il 2023 ha segnato la definitiva ripartenza dell’industria turistica italiana sia sul fronte del leisure sia sul fronte incoming internazionale. Ma, in attesa dei dati del mese di settembre con 9 milioni di italiani in viaggio, ancora non sono stati superati i numeri del 2019. A renderlo noto è stato l’Osservatorio BIT che ha segnalato anche l’aumento degli stranieri in Italia (+3,6 per cento), tra i quali spiccano quelli statunitensi (17,3 per cento).
Oltre 50 milioni i turisti registrati nelle strutture ricettive
Gli Usa hanno rappresentato, infatti, il motore della ripresa del turismo mondiale con un incremento del 13 per cento nei viaggi in uscita dagli Stati Uniti, verso i paesi esteri come Italia e Grecia. In valori assoluti, i turisti registrati nelle strutture ricettive sono stati circa 50,5 milioni, per un totale di circa 207 milioni di pernottamenti. I dati dell’Osservatorio BIT (fonti Assoturismo-Confesercenti, Confturismo, Banca d’Italia, ENIT, ForwardKeys, Italian Hotel Monitor, Ministero del Turismo) sono stati illustrati martedì 12 settembre in occasione della presentazione della prossima edizione della Borsa Internazionale del Turismo che si terrà a Milano dal 4 al 6 febbraio 2024.
È aumentata la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia e quella degli italiani all’estero
A maggio 2023 il saldo della bilancia dei pagamenti turistici dell’Italia è risultato in surplus di 2,3 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto allo stesso mese del 2022 (2,0 miliardi). Sia la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia (4,7 miliardi) sia quella dei viaggiatori italiani all’estero (2,4 miliardi) hanno registrato un incremento, rispettivamente del 20 e del 25 per cento, rispetto al mese corrispondente dello scorso anno. Per il mese di agosto l’Italia (43,3 per cento) ha confermato la sua posizione davanti alla Spagna (42,8 per cento) e alla Francia (30,6 per cento) per tasso di prenotazione delle strutture ricettive presenti sulle piattaforme online. La preferenza è stata per le città d’arte. Ad agosto sono stati 702.500 i passeggeri arrivati negli aeroporti italiani, il +1,1 per cento rispetto ad agosto 2022. Nell’ultimo quinquennio, infine, la spesa media per un viaggio in Italia si è aggirata intorno ai 1.760 euro. Gli statunitensi sono i turisti che spendono di più, il 32,3 per cento degli americani ha speso tra i 2 mila e i 5 mila euro per l’ultimo soggiorno effettuato in Italia, mentre gli spagnoli e i francesi quelli che spendono di meno.
Un importante talent show della tivù polacca è finito nel mirino della critica per aver permesso ai suoi concorrenti di salire sul palco in blackface. Si tratta di un escamotage del trucco che permette di scurire il volto per impersonare un individuo dalla pelle nera, che rimanda a una pratica del teatro ottocentesco di stampo razzista. Immediata la polemica soprattutto sui social, con centinaia di utenti che hanno espresso la propria indignazione con insulti e commenti negativi. Nessuna risposta dalla produzione, che già nel 2021 era finita sotto accusa per un caso simile. «Siamo molto sorpresi di questa reazione», scrissero allora in un comunicato ufficiale. «L’intenzione è quella di permettere a chiunque nel modo più preciso possibile per ricreare la performance dell’artista originale».
Poland's most popular TV channel just casually airing a blackface Kendrick Lamar pic.twitter.com/LJChnYPKWu
Blackface nel talent show: cos’è successo sulla televisione polacca
Il programma in questione è Twoja Twarz Brzmi Znajomo, che ricorda da vicino il nostro Tale e Quale Show. Nel corso delle varie puntate, i concorrenti devono infatti imitare, nel modo più verosimile possibile, le star della musica polacca o internazionale, calandosi nei loro panni per un’esibizione dal vivo. Per l’occasione, sabato 9 settembre il cantante locale Kuba Szmajkowski ha vinto l’episodio interpretando Humble del rapper Kendrick Lamar con tanto di treccine e barba finta. Ha anche usato la N word, termine dispregiativo non censurato durante la sua esibizione. Discorso simile anche per l’attrice Pola Gonciarz, che ha invece vestito i panni di Beyoncé per cantare la sua hit If I Were a Boy.
Il caso più recente ricorda molto da vicino quanto accadde, sempre per lo stesso programma, due anni prima con l’attore Tomasz Ciachorowski che cantò Stronger del rapper Ye, alias Kanye West, facendo ricorso al blackface. Nonostante le critiche da parte degli utenti, la produzione si difese parlando solo di una tecnica per permettere a chiunque di interpretare il proprio artista preferito. In aggiunta, presentò anche altri casi precedenti di concorrenti bianchi che portarono in scena brani di Stevie Wonder, Missy Elliott, Tina Turner e molti altri. In parallelo, il concorrente donò tutto il ricavato dalla vincita, pari a 10 mila zloty (poco più di 2 mila euro).
Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno invertito il trend negativo delle ultime settimane, secondo la nuova rilevazione Swg per Tg La7. Dopo essere sceso al 28,2 per cento a inizio settembre, il partito della premier torna a riacquistare consensi e risale al 28,5 per cento. Un dato che risale, ma lontano da quanto certificato dai sondaggi a metà estate, con FdI intorno al 29,4 per cento a fine luglio, o dal picco superiore al 30 per cento di inizio anno.
Per Fratelli d’Italia è comunque un sollievo, se si pensa che l’aumento dello 0,3 per cento in una settimana si unisce al calo del primo partito d’opposizione dello 0,4. Si tratta del Pd di Elly Schlein, scivolato in sette giorni dal 20,1 al 19,7 per cento. I dem devono difendersi dall’avanza del Movimento 5 stelle. Il partito di Giuseppe Conte strappa mezzo punto e passa dal 16,9 al 17,4 per cento. Dietro, esultano anche la Lega di Matteo Salvini e Azione di Carlo Calenda. Entrambi i gruppi hanno guadagnato: nel primo caso si tratta dello 0,2 per cento, con un salto dal 9,4 al 9,6; nel secondo dello 0,3, e si è passati dal 3,5 al 3,8. Soltanto +Europa, tra gli altri partiti, è cresciuto, ma soltanto dello 0,1 per cento.
Stabili Forza Italia e Avs, male Renzi
Restano stabili, invece, sia Forza Italia al 6,4 sia Verdi e Sinistra italiana al 3,3. Male, invece, Italia Viva. Il partito guidato da Matteo Renzi ha perso altri due decimi e si è fermato al 2,6 per cento, superato da +Europa, ora al 2,7. Perdono punti Per l’Italia con Paragone (1,9 per cento), Unione Popolare (1,7) e le altre liste, passate dal 2,7 al 2,4.
L’episodio, che risale al 12 luglio scorso, è avvenuto lungo una strada delle campagne di Andria, dove un ragazzo di 11 anni è caduto dal trattore guidato dal padre 43enne. L’uomo, che ha immediatamente portato il figlio al pronto soccorso – dove è stato ricoverato presso la struttura ospedaliera in progonosi riservata – ha dichiarato che era stato travolto da un’auto pirata, fuggita senza prestare soccorso. Immediate le indagini da parte della squadra mobile per cercare di identificare il presunto investitore. Dopo la raccolta dei primi elementi, i militari si sono accorti di alcune discordanze rispetto al racconto riportato dall’uomo. A quel punto, il 43enne ha fornito una diversa ricostruzione della vicenda, completamente diversa dalla precedente.
La verità emersa dai filmati delle telecamere
Anche in questo caso però gli agenti non sono rimasti del tutto convinti e hanno deciso di approfondire i fatti, servendosi delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, presenti nella zona in cui è accaduto l’incidente. Attraverso i filmati, hanno scoperto che l’11enne, seduto sul paraurti di un trattore agricolo guidato dal padre a velocità sostenuta, era finito rovinosamente sull’asfalto dopo essere stato sbalzato dal mezzo. Oltre alla dinamica, era differente anche il luogo dell’incidente verificatosi in una zona della città diversa rispetto a quelle indicate dal padre del bambino nelle due versioni fornite agli inquirenti. L’uomo è ora indagato per lesioni personali stradali ai danni del proprio figlio minorenne e per simulazione di reato.
Il ciclista del team Jumbo-Visma, Nathan Van Hooydonck, è in pericolo di vita dopo un incidente d’auto nel centro di Kalmthout, in Belgio. Il corridore ventisettenne potrebbe aver perso il controllo della propria vettura a causa di un malore improvviso. Nello scontro sono state coinvolte anche altre cinque vetture: feriti lievemente un automobilista e un bambino. Critiche, invece, le condizioni dell’atleta, trasportato d’urgenza in ospedale. Con lui al momento dell’incidente c’era la moglie Alicia, incinta di otto mesi. Sia la donna sia il bambino stanno bene.
La ricostruzione: il malore prima dell’incidente
Secondo le autorità, Van Hooydonck era a bordo della propria auto, fermo al semaforo. A causa di un improvviso malore non ancora specificato, però, ha premuto il piede sull’acceleratore e perso il controllo del mezzo, attraversando l’incrocio e scontrandosi con altre vetture. Il ciclista è stato poi rianimato sul posto e trasporto d’urgenza in ospedale.
La testimone: «Penso sia stato un attacco epilettico»
Gazzetta.it riporta le dichiarazioni di Vicky, una testimone: «Sono subito andata alla Range Rover nera. Ho visto che lì dentro c’era una donna incinta e ho subito cercato di rassicurarla. Per soccorrere la donna sono subito arrivati due assistenti sociali della polizia. Poi sono tornata alla macchina per vedere come stava l’uomo. Penso che abbia avuto un attacco epilettico o qualcosa del genere. Abbiamo subito iniziato a rianimarlo e quando sono arrivati i soccorsi sono andato a vedere se potevo fare qualcosa ad altre persone».
La Jumbo-Visma: «Non confermiamo le voci sulle condizioni critiche»
Il team del ciclista belga, la Jumbo-Visma, ha diffuso una breve nota sui propri canali ufficiali. Si legge: «Possiamo confermare che oggi il nostro corridore Nathan van Hooydonck si è sentito male mentre guidava la sua macchina, ed è stato coinvolto in un incidente stradale. Successivamente è stato trasportato in ospedale, dove riceve buone cure mediche. Non possiamo confermare le voci secondo cui le sue condizioni sarebbero critiche. È sottoposto ad ulteriori accertamenti medici. Grazie a tutti per i vostri messaggi a Nathan e al team».
We can confirm that earlier today our rider Nathan van Hooydonck became unwell while driving his car, leading to his involvement in a traffic accident. He was subsequently transported to the hospital, where he is receiving good medical care. We cannot confirm rumours that his…
Un operaio di 48 anni è morto a Lamezia Terme dopo essere precipitato, per cause in corso di accertamento, dal tetto di un capannone dell’area industriale ex Sir. Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 118: gli operatori e il medico si sono adoperati in tutti i modi per tentare di rianimare il quarantottenne.
Il secondo incidente mortale in una settimana
Nonostante l’arrivo dell’elisoccorso, per Antonio Mastroianni non c’è stato nulla da fare. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Il triste episodio avvenuto martedì 12 settembre è il secondo incidente mortale sul lavoro che, in meno di una settimana, si è verificato in provincia di Lamezia Terme: venerdì 8 settembre, un operaio 24enne era stato travolto e ucciso sulla statale 280.
Reduce dalla nomina di Latin Recording Academy Person of the Year per l’anno 2023, Laura Pausini è tornata con un album di inediti dopo un tour mondiale, un biopic, un Golden Globe e una nomination agli Oscar. Il nuovo progetto discografico, Anime Parallele, ha seguito i festeggiamenti per i suoi 30 anni di carriera, celebrati con una maratona live di 24 ore da record con tre speciali performance a New York, Madrid e Milano. L’album (Almas Paralelas nella versione spagnola) uscirà in tutto il mondo il 27 ottobre e sarà disponibile sulle piattaforme digitali, in formato CD e vinile ed in pre-order da lunedì 11 settembre su https://laurapausini.lnk.to/animeparallele anche in una speciale edizione deluxe.
L’uscita dell’album è stata anche l’occasione per annunciare l’avvio del tour mondiale, il Laura Pausini World Tour 2023/2024 che, dopo le speciali anteprime di Piazza San Marco e Plaza de España di luglio 2023, prenderà il via in Italia a dicembre e porterà successivamente l’artista a esibirsi nelle arene più prestigiose d’Europa, America Latina e Stati Uniti. «Il giorno in cui ho ascoltato tutto l’album per intero per la prima volta la mia mente è andata da zero a mille in un attimo, soprattutto durante la prima traccia che aprirà questo nuovo cammino. È tutto pronto, io sono pronta, non vedo l’ora di portarvi con me in questo nuovo mondo! Aspetto solo voi!», ha commentato l’artista sui suoi canali social. E ha svelato anche il significato e la vera natura del progetto: celebrare l’individuo raccontandolo attraverso esperienze diverse tra loro. Un vero e proprio concept album, quindi, che racchiude storie di diverse persone compresa l’artista stessa, il cui sogno è quello di vivere in un mondo che condivide i luoghi, ma non per forza le idee, e nel quale vigono comunque rispetto e amore.
Il Tribunale di Napoli ha ordinato oggi martedì 12 settembre l’immediata reintegrazione del Maestro Stèphane Lissner nell’incarico di sovrintendente del Teatro San Carlo. Il decreto del governo che prevedeva la cessazione immediata del rapporto di lavoro per i sovrintendenti con più di 70 anni e che, come noto, serviva per liberare il posto di sovrintendente del Teatro per Carlo Fuortesottenendo le sue dimissioni da amministratore delegato della Rai, non è applicabile al Maestro Lissner. Lissner è stato assistito dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi. A questo punto che faranno il governo e il ministro Sangiuliano regista dell’operazione per portare Fuortes a Napoli?
Morgan alla conferenza stampa di X Factor 2023: «Chiedo scusa per gli insulti omofobi»
«Fr**io di merda!». È stato con queste parole che l’artista aveva apostrofato uno spettatore del suo concerto durante il Festival della Bellezza, “reo” di aver chiesto esplicitamente al cantante di eseguire dei pezzi di Franco Battiato a cui l’evento siciliano era dedicato. La scenata è stata ripresa in video e postata sui social, dove è diventata virale nel giro di pochissime ore.
"Coglioni", "bifolchi", "stupidi", fino a un sonoro "frocio di merda". Così #Morgan a Selinunte, rivolgendosi al pubblico pagante che doveva assistere alla sua lezione d'arte sul maestro Battiato.
Alla luce del polverone scatenato, Morgan si era così immediatamente scusato con chi potesse avere offeso con quell’uscita così gratuita, specificando di non essere omofobo. Dichiarazioni, quelle del cantante, che sono poi state ribadite anche in conferenza: «Le parole sono molto importanti, possono ferire molto, sono armi pesanti. È stato un momento difficile. Ho voluto dare concretezza al mio gesto perché una parola non sia presa alla leggera. È stato un bellissimo concerto per chi lo ha vissuto, chi non lo ha vissuto ha vissuto solo la bruttezza di quella estrapolazione. Se vogliamo, possiamo continuare a parlarne, ma dopo X-Factor, adesso diamo spazio alla musica».
«Metà del cachet del cantante è già stato devoluto»
Alla luce della gravità delle parole di Morgan, Sky (nella figura di Antonella D’errico) si è poi sentita obbligata in questa stessa occasione a prendere le distanze dalle parole dell’artista, precisando: «Abbiamo valutato le scuse e accettato l’iniziativa di devolvere parte del cachet a un’associazione che rappresenta valori di inclusione che per Sky sono molto importanti».
L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, è tornato ad attaccare il governo italiano invitandolo a ritirare le misure contro il caro voli. E lo ha fatto con parole dure, rispedite al mittente dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, tornato sull’argomento a distanza di un mese. A metà agosto, infatti, ha dichiarato che nel mese di settembre avrebbe incontrato le compagnie aree. Adesso ha risposto a O’Leary, che ha parlato di «decreto stupido»: «L’Italia è un paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno».
L’attacco di O’Leary: «Misure ridurranno i voli»
O’Leary è tornato a parlare della riforma fortemente voluta dal governo italiano contro il caro voli durante la presentazione delle tariffe invernali di Ryanair. Ha dichiarato: «Il decreto prezzi è basato su dati spazzatura. È un decreto stupido e idiota, che ridurrà i voli aumentando le tariffe. Abbiamo già ridotto i voli del 10 per cento in Sardegna e lo faremo quest’inverno per la Sicilia. Le nuove rotte di quest’inverno da Orio e Malpensa saranno solo internazionali e non domestiche».
La risposta di Urso: «Nessun ricatto»
Dura la risposta del ministro Urso: «L’Italia è un paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno. È difficile parlare e argomentare se uno non ha conoscenze giuridiche e legali: siamo disponibili ad assisterlo su questo». Poi, parlando di Ryanair, l’ha definita «una compagnia che è stata sanzionata 11 volte dall’autorità che regola la concorrenza e il mercato per aver violato in questo paese per 11 volte le regole del mercato e calpestati i diritti dei consumatori». E ha concluso: «Vada in tribunale, è stata già condannata più volte».
Benassi: «Ita aumenterà i voli»
E se Ryanair ha deciso di diminuire i voli, la scelta contraria arriva da Ita Airways. Ad annunciarla è stato il direttore generale Andrea Benassi: «Manterremo o addirittura aumenteremo il numero dei voli per la Sicilia, in particolare per Catania e Palermo, da Fiumicino e da Linate, e per la Sardegna». E parlando del decreto ha spiegato che «noi abbiamo garantito la massima disponibilità a capire quali sono le metodologie migliori per garantire l’applicazione puntuale». Poi un attacco diretto: «Non ci tiriamo indietro nel minacciare la riduzione di operativo o di voli come qualcun altro ha minacciato o implementato. Garantiremo tutto l’operativo necessario».
Il 14 settembre uscirà nei negozi e su tutti gli store musicali Sarò Franco, Canzoni inedite di Califano. Come si intuisce dal titolo, si tratterà di un album discografico a più voci in cui diversi interpreti e musicisti italiani e internazionali eseguiranno 12 brani scritti dallo stesso Califfo. La data di uscita non è casuale, ma ricadrà nel giorno in cui l’artista, scomparso nel 2013, avrebbe compiuto 85 anni. Già disponibili online le prime due canzoni, Trastevere con la voce dei Tiromancino, e Ti meriti un amore cantata da Grazia Di Michele. Nel disco ci saranno anche Patty Pravo, Amedeo Minghi e il chitarrista britannico Phil Palmer assieme alla figlia Numa per la traccia Tra la Terra e il Sole. Il progetto non rappresenterà un unicum, dato che nel corso della primavera 2024 uscirà anche il secondo volume, con ulteriori canzoni inedite.
Califano, le canzoni rimaste nel cassetto dell’amico Frank Del Giudice
Tutte le canzoni della tracklist risalgono al periodo milanese della carriera di Franco Califano, gli anni in cui instaurò la sua lunga collaborazione con il compositore Frank Del Giudice, che le custodiva gelosamente nel suo cassetto da allora. In parte pensati per la propria discografia, in parte per essere ceduti alla voce dei grandi interpreti della musica italiana, i brani erano infatti ancora incompiuti e non avevano mai raggiunto una sala di incisione. Fino a ora, quando lo stesso Del Giudice ha deciso di consegnarli al produttore Alberto Zeppieri, specializzato in lavori musicali con più interpreti. Per portare alla luce il prodotto, quest’ultimo ha deciso di nominare quattro direttori artistici, da lui coordinati: Grazia Di Michele, Morgan, Franco Simone e Federico Zampaglione, voce dei Tiromancino. Ciascuno di loro ha ottenuto tre brani, potendo scegliere poi se lavorarci di persona o coinvolgere altri artisti.
La tracklist e le collaborazioni dell’album in uscita il 14 settembre
1.Trastevere – Tiromancino
2.La mia eredità – Amedeo Minghi
3.La cama (Io so amare così) – Franco Simone
4.Ti meriti un amore – Grazia Di Michele
5.Noi di settembre – Giovanni Nuti
6.Tra la Terra e il Sole – Numa Palmer e Phil Palmer
7.Heart of Wind (Solo una donna) – Alberto Fortis
8.Amor ch’a nullo amato amar perdona – Petra Magoni
9.Ieri era il 23 – Ivan Segreto feat. Giovanna Famulari
All’interno del palazzo di Giustizia di Milano, a partire da martedì 12 settembre, ci sarà uno spazio dedicato a chi si trova in tribunale e ha l’esigenza di allattare o cambiare il proprio bambino. Si tratta dell’iniziativa promossa dal comitato pari opportunità dell’ordine degli Avvocati di Milano, assieme alla corte di Appello di Milano e al comitato pari opportunità del Consiglio giudiziario per «venire incontro alle esigenze delle mamme e dei papà che si trovino all’interno del tribunale con bambini piccoli».
«Un luogo accogliente in cui accudire i figli»
La “Stanza delle bambine e dei bambini” è stata collocata di fronte alla biblioteca Ambrosoli del palazzo di Giustizia. «Saper andare incontro ai bambini credo sia un segno di civiltà, prima ancora che di umanità», ha spiegato presidente dell’ordine degli Avvocati, Antonino La Lumia. «Il tribunale è un luogo complesso ed emotivamente molto impegnativo. Abbiamo pensato che fosse giusto dare un po’ di ristoro e pensare a un luogo accogliente in cui poter accudire i propri figli».
All’interno una poltrona e un fasciatoio
«Siamo particolarmente orgogliosi», ha commentato Patrizia Pancanti, presidente del Comitato pari opportunità dell’ordine degli Avvocati di Milano. «Con questa iniziativa il nostro tribunale diventerà un luogo più ospitale. Le pari opportunità sono anche questo: trasformare spazi tradizionalmente neutri in luoghi accoglienti. All’interno della stanza» – ha aggiunto – «è presente una poltrona per l’allattamento e un fasciatoio».
La Guardia di finanza sta eseguendo misure cautelari personali e reali, emesse dal gip di Lecce, su richiesta della locale procura, nei confronti di 10 persone indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere, reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e l’amministrazione della giustizia, accesso abusivo a sistema informatico e di reati edilizi ed ambientali. Tra questi figurano anche due carabinieri. Sono state inoltre notificate ulteriori 41 informazioni di garanzia nei confronti di persone indagate, tra cui vi sono anche un carabiniere, un poliziotto e un finanziere in congedo.
Due carabinieri avrebbero rivelato a imprenditori informazioni segrete
Le indagini, svolte dai finanzieri della compagnia di Gallipoli, hanno portato alla luce due distinte e parallele tipologie di illeciti. Nel primo caso risultano coinvolti due imprenditori, con rilevanti interessi economici nella zona di Gallipoli, che si sarebbero serviti di tecnici e pubblici funzionari comunali che favorivano l’approvazione di progetti di espansione nel settore dell’edilizia e del turismo. In quest’ambito sarebbero coinvolti due carabinieri che, in cambio di utilità, avrebbero rivelato agli imprenditori informazioni coperte da segreto d’ufficio apprese anche attraverso l’accesso abusivo ai sistemi informatici.
Un funzionario della Regione avrebbe favorito l’assegnazione di immobili a conoscenti a prezzi di favore
Il secondo filone d’indagine riguarderebbe invece alcuni casi di malagestione della cosa pubblica inerenti la dismissione dei beni – ex Ersap (Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Puglia) – da parte di un funzionario della Regione Puglia, ora in pensione, che era in servizio presso il settore riforma fondiaria. Il quale, insieme con altri collaboratori, tramite procedure illegittime, avrebbe favorito l’assegnazione di importanti immobili di proprietà Regionale a persone a lui vicine a prezzi di favore. I finanzieri stanno anche sequestrando denaro ritenuto provento della corruzione, beni mobili, immobili ed attività economiche, del valore stimato di oltre 30 milioni di euro.
Joshua Kalman, nato nel 1951 in Israele da una famiglia di medici facoltosi, è il marito della giornalista italiana Cesara Buonamici, noto volto del Tg5 e opinionista dell’edizione 2023 del Grande Fratello. La loro storia d’amore è iniziata nel 1998, ma soltanto nel 2022 i due hanno deciso di sposarsi. La cerimonia ha avuto luogo a Fiesole, in Toscana, città natale di lei. A officiare la loro unione il sindaco della città, Anna Ravoni, amica storica di entrambi. La coppia non ha figli e vive a Roma da diversi anni, benché non manchi di visitare la terra natia di Cesara.
Chi è Joshua Kalman, affermato medico israeliano
Dopo aver intrapreso gli studi di medicina, ha deciso di trasferirsi in Italia dove ha conosciuto Buonamici, all’età di 47 anni. Particolarmente apprezzato nel paese d’origine per la professione svolta, Kalman ha praticato per circa un decennio in Italia, tra gli Anni 80 e 90. Ha esteso i suoi interessi e le sue passioni, però, anche ad altri ambiti, lavorando come traduttore su alcune note opere. Tra queste, si cita Il gelataio Tirelli, Giusto tra le nazioni, di Tamar Meir. Si tratta di un’opera che affronta in modo delicato la tragedia vissuta dagli ebrei durante l’Olocausto.
L’intima cerimonia dopo 24 anni
La coppia si è sposata il 14 maggio 2022 con una cerimonia molto intima, i cui festeggiamenti sono proseguiti a Roma presso la Terrazza Borromini. Tra gli invitati, una cerchia molto ristretta, spiccano i nomi di Cesare Prandelli, Emanuele Filiberto e ClementeMimun. Prima del sì, la giornalista aveva dichiarato a Verissimo di Silvia Toffanin di non aver mai preso in seria considerazione l’idea del matrimonio. Temeva, ha affermato, di poter metter fine all’incantesimo della loro relazione. Con queste parole ha descritto il rapporto con quello che adesso è suo marito: «Joshua mi porta ancora il caffè ogni mattina. Siamo allegri, a volte un po’ arrabbiati. Mi ha reso una donna migliore. Mi ha aperto un mondo, per la vita che ha fatto e anche per la sua religione. Mi ha arricchito molto».
Ci fosse ancora Enrico Cuccia, o il suo fedele scudiero Vincenzo Maranghi, a calpestare i corridoi del piano nobile di via Filodrammatici ora Piazzetta titolata al fondatore, la partita si sarebbe risolta in un attimo. O forse non si sarebbe nemmeno giocata perché, si sa, dentro le mura di quel palazzo valeva la regola per cui i numeri si pesano, non si contano. E soprattutto, almeno nel caso della autorevole maison, sono i controllati a comandare sui controllori. È vero, quella Mediobanca da tempo non c’è quasi più, eppure lo spirito che per decenni l’ha pervasa è duro a morire: indipendenza dei manager corroborata da ottimi risultati, autonomia dalla politica. Nonché appunto dagli azionisti, fossero le tre banche pubbliche di una volta (Roma, Comit e Unicredit) o i nuovi barbari alle porte – citazione in omaggio alla visita di Henry Kravis, una delle mitiche due K di Kkr, a Milano – che al momento vestono i panni più rassicuranti di Francesco Milleri, erede designato da Leonardo Del Vecchio al comando di Luxottica.
L’idea osé di Milleri: indicare il nuovo presidente
Ora succede che, in vista della scadenza ottobrina del cda della più blasonata banca d’affari italiana, il nuovo re Mida di Agordo si sia messo in testa non di comandare, che sarebbe pretesa velleitaria con la Bce che fucile puntato ne controlla le mosse, ma di contare di più. Ha il 20 per cento, e vorrebbe non solo che il nuovo consiglio ne tenesse conto, richiesta più che legittima, ma che come segno tangibile gli riconoscesse il diritto di indicare il presidente. Un’idea talmente osé per l’aurea tradizione dell’istituto che solo a evocarla i numi dell’Olimpo mediobanchesco scagliano fulmini e saette. Anche perché colui che da quasi 20 anni è seduto su quella poltrona passa come il custode del suo spirito primigenio, il depositario delle tavole della legge ricevute in punto di morte da Maranghi, che a sua volta le aveva avute da Cuccia e se possibile le aveva interpretate ancora più rigidamente di quanto avesse fatto il fondatore. Il colui si chiama Renato Pagliaro: ha messo piede per la prima volta in Mediobanca nel 1981 (Piero Angela esordiva con Quark, Alfredino rimaneva vittima del pozzo e Indiana Jones debuttava al cinema) e da allora non è più uscito. E non dovrebbe uscirci nemmeno col prossimo rinnovo del cda, perché al momento non c’è un candidato alternativo che lo possa insidiare.
Da Grilli a Pignatti, da Valeri a Grieco, i candidati scartati
Pagliaro, per chiarire, oltre che il garante di un’ortodossia se pur mitigata dall’usura del tempo, non è un presidente di rappresentanza. È uno che conosce a menadito la delicata macchina della governance dell’istituto, che cavalca le onde perigliose di statuti, comitati, clausole, patti e contro patti almeno quanto gli piace fare su strada con la sua Harley-Davidson. Si capisce bene perché Alberto Nagel, l’amministratore delegato altro prodotto del vivaio interno, non vi voglia rinunciare a cuore leggero. Anche se, fedele a uno dei comandamenti della casa, l’interesse dell’istituzione mai può essere sacrificato a quello del singolo. E infatti, da quando è cominciato il balletto sui futuri equilibri, Pagliaro invita Nagel ad avere in tasca un piano B che preveda la loro separazione. Ma il secondo non ci sente, aiutato anche dal fatto che i nomi proposti da Milleri sono stati respinti al mittente come “unfit”. Certo che se butti nella mischia uno dei tuoi storici consulenti, l’ex ministro Vittorio Grilli, ora banchiere di vaglia con JPMorgan e idolo di tutti i mariti italiani per una sentenza sul suo divorzio che ha fatto cassazione, il no è automatico. Altri papabili sono durati meno dello spazio di un mattino: Vittorio Pignatti, già in consiglio ed ex protagonista della Lehman Brothers italiana nei suoi anni ruggenti; Flavio Valeri, che fu capo di Deutsche Bank in Italia e dava del tu a Merkel; infine Patrizia Grieco, che sarebbe stata la prima volta di una donna alla presidenza in una banca dove, nonostante la divisione di genere ottemperi alle buone pratiche, il comando è maschio al punto che ci si ricorda della moglie del fondatore, al cui fianco mai compariva, solo per la bizzarria del nome: Idea Nuova Socialista. Per mettere d’accordo tutti ci vorrebbe, spiegano gli esegeti, una figura a cui non si può dire di no, tipo Mario Draghi se l’ex premier non avesse deciso di giocarsi un’altra partita altrove. Ma tirarlo fuori è come trovare un ago nel pagliaio. Anzi, nel Pagliaro, che quindi a due settimane dal deposito delle liste resta di gran lunga il favorito.
Le richieste di Milleri sembrano pensate per scatenare la bagarre
Però la tigna di Milleri, che forse inizialmente è stato sottovalutato, ha sorpreso un po’ tutti. Si pensava che, morto Del Vecchio, il manager umbro tenesse la pratica in letargo e si limitasse a godere dei pingui dividendi che gli arrivano da Milano. In fondo l’aveva ereditata per un’impuntatura del re degli occhiali, che voleva mettere le mani sullo Ieo, l’Istituto oncologico (altra creatura di Cuccia gelosamente affidata alle cure di Pagliaro), ed è stato respinto senza complimenti. Si pensava che avesse beghe in casa sua tali da dissuaderlo a fare battaglie fuori, visto che almeno quattro eredi Del Vecchio: Clemente, Luca, la moglie Nicoletta Zampillo e il di lei primo figlio Rocco Basilico non hanno ancora digerito il lascito monstre di 360 milioni di euro lasciatigli dal padre-marito. E soprattutto che il Milleri ci abbia aggiunto a carico anche 51 milioni di tasse. Invece, e nel distretto della finanza meneghina si sussurra anche perché spinto dal sempre pugnace Sergio Erede, lo storico avvocato del gruppo, il manager ha alzato il tiro con richieste (presidente, radicale rinnovamento e non maquillage del cda) che sembravano pensate apposta per farsi dire di no. E dunque scatenare la bagarre. Come andrà a finire lo si scoprirà presto. Per ora grandi brividi non ne corrono, se non sapere cosa sceglierà Agordo: lista lunga o lista corta, sempre di minoranza ovviamente se no chi li sente a Francoforte.
Il silenzio del convitato di pietra Caltagirone
Dimenticavamo. Nella vicenda c’è anche un altro protagonista, un convitato di pietra che per ora resta silente, senza però rinunciare a muoversi sottotraccia. In fondo lui, Francesco Gaetano Caltagirone, ha sempre sostenuto che la partita che gli interessava si giocava a Trieste e non a Milano, per quanto Generali e Mediobanca abbiano un rapporto di colleganza simile a quello della conchiglia col paguro bernardo. In fondo controlla pur sempre il 10 per cento dell’istituto, quindi impensabile possa restare indifferente. Ma siccome è dotato, oltre che di tanti soldi, di raffinata sagacia, si guarda bene dall’infilarsi in una tenzone il cui esito rischia di evocare gli spettri della battaglia persa a Trieste. Del resto gioca sui tempi lunghi, convinto che l’allora vittoria di Piazzetta Cuccia in Generali sia di Pirro e che inevitabilmente, basta saper attendere, gli assetti di quella che una volta si chiamava la galassia del Nord siano destinati a cambiare. Viene in mente di quando Maranghi, ogni volta che Mediobanca era sotto schiaffo (vuoi per la politica, vuoi per l’intraprendenza di qualche capitalista di ventura poi finito male), riversava su Cuccia le sue paure. Che il grande vecchio bonariamente irrideva. «Caro Vincenzo, è caduto l’impero romano vuole che non cada Mediobanca?». Sì, cadrà certamente anche Mediobanca, almeno questa che per certi versi, almeno nei suoi uomini, mantiene un filo con la stagione che fu. Ma non adesso, si dia tempo al tempo. Intanto i barbari alle porte devono restare ancora accampati ad aspettare.
Rischio processo per Carlos Malatto, cittadino italiano e tenente colonnello dell‘esercito argentino, accusato di omicidio per la morte di otto persone nell’ambito del Piano Condor, l’azione delle giunte militari del Sudamerica contro gli oppositori politici messa in atto alla fine degli Anni 70. Il pm Gianfederica Dito ha chiuso le indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Malatto vive attualmente in Sicilia.
La Procura di Verbania ha richiesto il processo per sei persone fisiche per la strage della funivia del Mottarone avvenuta il 23 maggio del 2021.
Chi sono gli indagati per la strage del Mottarone
Oltre alle due rispettive società, tra i soggetti (fisici e giuridici) coinvolti ci sono anche il titolare della Ferrovie del Mottarone Luigi Nerini, l’ex direttore d’esercizio e l’ex capo servizio dell’impianto Enrico Perocchio e Gabriele Tadini e, per quanto riguarda il gruppo Leitner incaricato della manutenzione, Anton Seeber, presidente del cda, Martin Leitner, consigliere delegato, e infine Peter Rabanser, responsabile del Customer Service. La procura contesta ai soggetti sopraindicati accuse gravi tra cui l’attentato alla sicurezza dei trasporti, la rimozione o l’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, l’omicidio plurimo colposo, il disastro colposo e lesioni colpose gravissime. Solo per quanto riguarda Tadini e Perocchio, inoltre, è inclusa l’accusa di aver dichiarato il falso. La parola ora passerà al gup.
Morirono in tutto 14 persone
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte negli ultimi due anni, dietro al disastro ci sarebbero i risparmi fatti dalle due società coinvolte sui costi del personale, sulla manutenzione e sulla sicurezza. La cabina precipitata era infatti caduta dopo la rottura di una fune traente, poiché i freni di emergenza erano stati disinseriti con degli speciali «forchettoni». Furono in tutto 14 le vittime dell’incidente: Amit Biran, Tal Peleg, Tom Biran, Itshak Cohen, Barbara Cohen Konisky, Mohammadreza Shahaisavandi, Serena Cosentino, Silvia Malnati, Alessandro Merlo, Vittorio Zorloni, Elisabetta Persanini, Angelo Vito Gasparro e Roberta Pistolato. A morire a causa dello schianto della cabina è stato anche un bimbo di sei anni, Mattia Zorloni, deceduto all’ospedale Santa Margherita di Torino poche ore dopo il suo arrivo. L’unico sopravvissuto è stato un suo coetaneo, il piccolo Eitan.