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Russia, la scarcerazione di Surovikin è stata confermata dal Nyt
Il generale Sergei Surovikin, che sarebbe stato imprigionato dopo la tentata marcia su Mosca di Yevgeny Prigozhin, è stato rilasciato. Lo riporta il New York Times, citando due funzionari Usa e una fonte vicina al ministero della Difesa russo. Nonostante sia tornato in libertà, non è però ancora chiaro se sia sottoposto a restrizioni e limitazioni negli spostamenti. Da Mosca assicurano che il generale ha mantenuto il grado e, tecnicamente, è ancora attivo nelle forze armate senza però alcuna prospettiva di carriera. Secondo le fonti Surovikin sarebbe stato rilasciato pochi giorni dopo la morte del leader della Wagner e di nove suoi fedelissimi nello schianto aereo del 23 agosto scorso.
La foto di Surovikin pubblicata sui social dopo la domanda sulle indagini a Shoigu
La liberazione di Surovikin è stata resa nota la sera del 4 settembre dalla giornalista Ksenia Sobchak che sul suo canale Telegram ha pubblicato una foto del generale con la didascalia: «È vivo, sano e a casa con la famiglia, a Mosca». Lo scatto è apparso online pochi minuti dopo che al ministro della Difesa Sergei Shoigu, al margine dei colloqui russo turchi a Sochi, era stata posta una domanda sulle eventuali indagini a carico di Surovikin. Domanda alla quale Shoigu non ha risposto.

Le accuse a carico del generale e i presunti legami con la Wagner
Surovikin, già comandante in capo delle forze aerospaziali della Federazione Russa, a ottobre 2022 era stato nominato capo del gruppo congiunto delle forze russe in Ucraina fino a gennaio 2023. Le notizie sulla sua detenzione erano circolate all’indomani della rivolta della Wagner durante la quale Surovikin aveva rivolto un appello ai mercenari chiedendo loro di «fermarsi» e «risolvere i problemi pacificamente». Per i servizi segreti statunitensi, Surovikin sarebbe stato a conoscenza dei preparativi della marcia. Secondo quanto riportato dalla Cnn invece sarebbe stato addirittura un membro vip della compagnia. Ufficialmente, le informazioni sulla detenzione del generale non sono state mai confermate, ma da allora non è più apparso nello spazio pubblico.