Monthly Archives: Luglio 2023

Simone Riccioni: età, moglie e film dell’attore

Simone Riccioni, nato a Hoima (Uganda) il 5 settembre 1988, è un attore, scrittore, sceneggiatore e produttore. È nato in Africa perché i genitori lavoravano per un’organizzazione non governativa. Nella sua carriera ha recitato in diverse fiction e spot pubblicitari.

Simone Riccioni: biografia e carriera

Riccioni è arrivato in Italia quanto aveva sette anni e ha iniziato a recitare nei teatri parrocchiali. Dal 2009 ha cominciato ad apparire in diverse pubblicità come quelle di Omino Bianco, Enel, Diesel, Gillette, Fiat e Borotalco. Ha esordito al cinema nel 2011 con il film Pipì Room di Jerry Calà, proseguendo con pellicole come Com’è bello far l’amore, regia di Fausto Brizzi (2012), e Universitari – Molto più che amici, regia di Federico Moccia (2014). Nel 2014 ha pubblicato il suo primo romanzo, Eccomi, mentre due anni dopo ha fondato assieme all’imprenditrice Anna Laura Pesallaccia la società Linfa Crowd, con la quale ha iniziato a produrre film. La prima pellicola realizzata è stata Come saltano i pesci, regia di Alessandro Valori, con cui ha vinto il premio come attore rivelazione al Gold Elephant Festival di Catania.

Simone Riccioni, tra la carriera e la vita privata
Simone Riccioni e la moglie Marianna Fazzino (Facebook).

Nel 2017 è stato nel cast del film internazionale Voice of the Wolf – La Voce del Lupo come co-protagonista insieme a Christopher Lambert e Maria Grazia Cucinotta. L’anno seguente ha recitato in Che Dio ci aiuti 5. Nel 2019 è stato produttore e protagonista maschile de La Mia Seconda Volta insieme a Luca Ward, Aurora Ruffino, Daniela Poggi, Isabel Russinova e con la regia di Alberto Gelpi. Ha inoltre recitato e prodotto L’Anima Salva assieme a Paolo Calabresi, Claudia Potenza, Arianna Becheroni e Gisella Burinato (2022).

Simone Riccioni: la vita privata

Nel 2022 si è sposato con Marianna Fazzino, insegnante originaria di Grosseto. I due si sono conosciuti perché lei ha iniziato a frequentare la scuola di recitazione fondata da lui nel 2020. A farli incontrare sarebbe stata una delle insegnanti dell’accademia, Paula Boschi.

Judi Dench aggiorna sulla sua malattia: «Non riesco a vedere nulla sul set»

Judi Dench, 88enne attrice premio Oscar, sta perdendo la vista. L’interprete britannica ha nuovamente parlato della maculopatia, malattia degenerativa che colpisce l’occhio al centro della retina, responsabile della visione distinta centrale. «Non riesco a vedere più nulla sul set», ha spiegato Dench al Sunday Mirror. «Soprattutto non riesco a leggere». Sebbene non porti alla cecità totale, la malattia può compromettere diverse attività quotidiane tanto da rendere complesso conviverci. «Bisogna semplicemente abituarsi alla cosa», ha proseguito l’attrice, che ha poi parlato dei problemi maggiori sul set di un film. «È complicato se ho una parte lunga, anche perché mi sono sempre affidata alla memoria fotografica».

Judi Dench ha sempre più fatica a recitare per la maculopatia, malattia della vista. «Devo abituarmi, anche se è complicato».
Judi Dench assieme a Re Carlo III il 18 luglio 2023 (Getty Images),

A febbraio, parlando al The Graham Norton Show, Judi Dench aveva anche spiegato come intende muoversi sui prossimi set cinematografici. «Ho bisogno di un macchinario che non solo mi insegni le battute, ma mi dica anche dove sono sulla pagina», aveva precisato l’attrice. «Una volta avrei potuto recitare anche l’intera Dodicesima notte di Shakespeare senza problemi». Nel 2019 ha dovuto anche rinunciare alla patente di guida, evento che come ha dichiarato più volte ha segnato una profonda crisi emotiva. Nonostante le difficoltà, tuttavia, Dench non sembra intenzionata ad abbandonare la recitazione. «Cercherò di lavorare il più possibile», ha concluso l’interprete. Fra le migliori della sua generazione a Hollywood, ha ottenuto ben otto nomination agli Oscar, vincendo nel 1999 per Shakespeare in Love. L’ultima candidatura risale al 2022 per Belfast, film di Kenneth Branagh in cui ha recitato accanto a Jamie Dornan (50 Sfumature di grigio) e lo stesso regista.

Judi Dench, le performance più celebri dell’attrice britannica

Oltre ai già citati Shakespeare in Love, che le valse anche il Golden Globe, e Belfast, Judi Dench ha recitato in decine di pellicole famose. Indimenticabile la sua performance ne La mia regina, dove ha vestito i panni della regina d’Inghilterra Vittoria, in Chocolat o in Diario di uno scandalo. Dama dell’ordine dell’Impero britannico dal 1987, fra le massime onorificenze del Regno Unito, ha legato la sua carriera anche alla saga di 007. Ha vestito infatti per 20 anni i panni di M, il capo dei servizi segreti inglesi, da Goldeneye (1995) fino a Spectre (2015), quarto film con protagonista Daniel Craig nei panni di James Bond.

L’ultimo Apache stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 31 luglio 2023 andrà in onda sul canale Rai Movie alle ore 21.10 il film L’ultimo Apache. Si tratta di una pellicola del 1954 diretta da Robert Aldrich e scritta da James R. Webb. All’interno del cast ci sono Burt Lancaster, Jean Peters, Charles Bronson e John Dehner.

L'ultimo apache è un film che andrà in onda questa sera sul canale Mediaset Rete 4, ecco trama, cast e curiosità.
Burt Lancaster in una scena del film (Twitter).

L’ultimo Apache, trama e cast del film in onda stasera 31 luglio 2023 su Rai Movie

La trama della pellicola racconta la storia di Massai (Burt Lancaster), un guerriero nativo americano che vuole continuare a combattere contro le forze militari degli Stati Uniti. Infatti, Massai non condivide la decisione del suo capo Geronimo (Monte Blue) di arrendersi e perdere la guerra contro gli statunitensi: lui vuole continuare a far valere il suo onore e difendere la sua terra. Tuttavia, anche se riesce a dare battaglia, gli statunitensi sconfiggono lui e i suoi uomini. Dopo aver perso la battaglia, Massai viene trasferito in una terra lontana per essere esiliato ma il guerriero indiano mostra la sua solita resilienza e riesce a liberarsi durante il trasferimento fuggendo sui monti.

Lì però trova la situazione totalmente cambiata, ormai gli indiani si sono arresi agli invasori e sono sotto il dominio dei bianchi. Sui monti, Massai si riunisce anche con la sua fidanzata Nalinle (Jean Peters), ma dopo poco viene arrestato nuovamente. Dopo essersi convinto che la sua fidanzata l’abbia tradito e denunciato, Massai la rapisce e scappa nuovamente. Questa volta però si riappacificherà con la sua fidanzata e insieme metterà su famiglia, dicendo addio alla guerra e al suo spirito combattivo.

L’ultimo Apache, 5 curiosità sul film 

L’ultimo Apache, il film tratto da un romanzo

La pellicola L’ultimo Apache non ha un soggetto originale ma è tratta da un romanzo. Nel dettaglio, il film prende ispirazione dal libro Broncho Apache di Paul I. Wellman.

L’ultimo Apache, le pressioni della casa di produzione sul regista

La casa di produzione United Airlines fece pressioni sul regista Robert Aldrich verso la fine delle riprese. Questo perché Aldrich voleva dare al film un finale cupo e triste, ma la produzione voleva invece un finale ottimistico. Alla fine, il regista si convinse e la pellicola ha un finale non drammatico.

L’ultimo Apache, la vera storia di Massai

In realtà è esistito davvero un nativo americano chiamato Massai. Si trattava di un guerriero assetato di sangue che era un killer e un rapinatore. Massai riuscì a fuggire dalla sua prigionia in Florida e scappò nella sua terra natia. Non si sa cosa abbia fatto poi, ma quel che è certo era che non somigliava affatto all’attore scelto dalla produzione per interpretarlo, Burt Lancaster, alto 1,80 centimetri e con gli occhi azzurri.

L’ultimo Apache, la seconda volta per Burt Lancaster

Non è la prima volta che Burt Lancaster interpreta un nativo americano. Infatti, l’attore aveva interpretato anche lo sportivo Jim Thorpe nel film Pelle di rame, un campione di football americano e baseball nato in territorio indiano.

L'ultimo apache è un film che andrà in onda questa sera sul canale Mediaset Rete 4, ecco trama, cast e curiosità.
L’attore Burt Lancaster (Getty Images).

L’ultimo Apache, lo scontro tra due attori sul set

Il regista Robert Aldrich ha raccontato che sul set del film ci furono diverse animosità tra l’attrice Jean Peters e il protagonista Burt Lancaster.

Nico stasera su Rete 4: trama, cast e curiosità

Stasera 31 luglio 2023 andrà in onda sul canale Rete 4 il film intitolato Nico, alle ore 21.25. Si tratta di una pellicola d’azione diretta da Andrew Davis, regista che ha collaborato anche alla sceneggiatura collaborando con Steven Pressfield e Ronald Shusett. All’interno del cast ci sono attori come Steven Seagal, Pam Grier, Henry Silva e Ron Dean.

Nico è il film che andrà in onda questa sera su Rete 4, ecco trama, cast e tutte le curiosità sulla pellicola.
Steven Seagal in una delle scene del film (Twitter).

Nico, trama e cast del film in onda stasera 31 luglio 2023 su Rete 4

La trama di Nico racconta la storia del siciliano Nico Toscani (Steven Seagal), un esperto di arti marziali che viene reclutato dalla CIA per prendere parte a una missione speciale tra Cambogia e Vietnam. Tuttavia, nel 1973, dopo aver assistito a numerose torture e agli orrori delle forze speciali, Nico è deciso ad abbandonare quella vita e lasciarsi alle spalle quel mondo. Decide quindi di tornare negli Stati Uniti e vivere a Chicago, città che ama e dov’è cresciuto. Sono passati 15 anni da quella missione e Nico è un uomo totalmente cambiato: è sposato, ha un figlio e lavora come poliziotto incorruttibile nella divisione narcotici della Polizia di Chicago.

Insieme ai suoi colleghi, Nico combatte la criminalità a Chicago e in particolare lo spaccio di stupefacenti. A causa di un evento che coinvolgerà la sua cugina, tuttavia, si ritroverà di nuovo faccia a faccia con la CIA, ma questa volta anche con alcuni membri dell’FBI. In particolare, indagando su un grosso carico di stupefacenti, Toscani scoprirà che dietro le quinte un malvagio personaggio sta cercando di conquistare il sottobosco criminale di Chicago: il dottor Kurt Zagon (Henry Silva).

Nico, 5 curiosità sul film 

Nico, la pellicola che ha lanciato la carriera di Steven Seagal

Questo film è stato il primo a essere interpretato da Steven Seagal come attore protagonista. La pellicola venne apprezzata all’epoca del suo debutto e lanciò la fortunata carriera del maestro di arti marziali e aikido. Inoltre, lo stesso Seagal ha affermato che il personaggio di Nico Toscani è uno dei suoi preferiti.

Nico è il film che andrà in onda questa sera su Rete 4, ecco trama, cast e tutte le curiosità sulla pellicola.
L’attore Steven Seagal oggi (Getty Images).

Nico, le immagini che si vedono nei titoli di testa appartengono al protagonista del film

Nei titoli di testa delle pellicola appaiono delle foto che ritraggono il piccolo protagonista Nico Toscani. In realtà si tratta delle vere foto dell’attore Steven Seagal quando era un bambino, una chicca che in molti non conoscevano quando il film debuttò al cinema.

Nico, un buon incasso al botteghino

Questa pellicola ha ottenuto un buon incasso al botteghino pari a 18,7 milioni di dollari, superando il budget speso di 7,5 milioni di dollari.

Nico, l’incidente sul set mentre si girava il finale

Mentre il regista stava girando lo scontro finale tra il personaggio di Steven Seagal e l’antagonista interpretato da Henry Silva, quest’ultimo ruppe involontariamente il naso a Seagal. Le riprese furono fermate ma il maestro di arti marziali si presentò sul set il giorno dopo pronto per recitare.

Nico, il provino particolare per un attore del cast

Durante i provini per scegliere i membri del cast, il regista Andrew Davis credeva che l’attore Daniel Faraldo fosse troppo minuto per interpretare uno degli antagonisti del film e dunque intimidire il personaggio di Steven Seagal. Tuttavia, durante il provino, Faraldo non si perse d’animo e per convincere il regista decise di rompere una sedia sulla schiena di Seagal. Grazie a ciò, ottenne subito il ruolo.

Barbie si conferma reginetta degli incassi al cinema

La rivoluzione rosa di Barbie continua a macinare incassi e rimane in vetta al box office per la seconda settimana consecutiva. Seppure in calo rispetto allo scorso weekend, la bambola in carne e ossa guadagna quasi 5 milioni e mezzo (portandosi a oltre 18 milioni), tenendo a debita distanza tutti gli altri in un quartetto di testa che non segna variazioni. Al secondo posto, infatti, con poco più di mezzo milione, c’è Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte uno, che in tre settimane ha superato i 4 milioni.

Stabili Indiana Jones ed Elemental al terzo e quarto posto

Al terzo posto stabile Indiana Jones e il quadrante del destino con 240 mila euro (5,7 milioni in cinque settimane), mentre sul quarto gradino del podio c’è ancora Elemental con 218.109 (e 5,7 milioni in sei settimane). Seguono due nuove uscite, la commedia Papà Scatenato con protagonista Robert De Niro (110 mila euro) e Il castello nel cielo, il film di animazione del 1986 di Hayao Miyazaki (94 mila euro). Una novità anche in ottava posizione con Hai mai avuto paura?, un fantasy horror di Ambra Principato (62 mila euro). Rispetto a una settimana fa il botteghino ha segnato -27 per cento, passando dai 9 milioni 973 mila euro di incasso ai 7 milioni 288 mila di questo weekend.

Salario minimo, ddl Nordio, Pnrr, Mes e manovra: l’autunno di fuoco di Meloni

Tutto, o meglio molto, è rimandato a settembre. Mes, salario minimo, giustizia, riforme, Pnrr. Per non parlare dell’appuntamento con la manovra. Per governo e maggioranza rischia di trasformarsi in un mese da bollino rosso, come quei giorni in cui evitare di mettersi in macchina per il troppo traffico.

Salario minimo, la fuga in avanti di Forza Italia e la proposta che il Pd difficilmente potrà rifiutare

Il primo capitolo che si riaprirà è stato l’ultimo che si è chiuso. Dopo il rinvio approvato dalla Camera la scorsa settima, il 29 settembre il Parlamento tornerà a occuparsi di salario minimo. Nei giorni scorsi si è assistito alla fuga in avanti di Forza Italia che presentato una proposta autonoma, ma l’intenzione della maggioranza è arrivare a un testo unitario da contrapporre a quello delle opposizioni (unite, tranne Iv). Una delle ipotesi è che Lega e Fratelli d’Italia aggiungano le firme alla proposta azzurra che riprende a sua volta il progetto del dem Andrea Orlando quando era ministro del Lavoro: l’applicazione alle attività lavorative non coperte da un contratto collettivo nazionale del salario previsto dal Ccln leader per il settore di riferimento oppure, dove non vi sia uno specifico settore di riferimento, l’applicazione del salario equivalente alla media dei principali contratti collettivi applicati in settori lavorativi affini. Difficile per il Pd fare le barricate su una linea che aveva fatto propria. Ma i giochi sono aperti. Si vedrà.

Salario minimo, ddl Nordio, Pnrr, Mes e manovra: l'autunno di fuoco di Meloni
Antonio Tajani (Imagoeconomica).

Dopo la pausa estiva entrerà nel vivo il ddl Nordio e da novembre si scalda il dossier Mes

Un capitolo ancora più delicato è quello relativo al Mes. Per questo però bisognerà aspettare almeno novembre. Come sul salario minimo, anche sul Fondo salva-Stati la maggioranza ha votato nelle scorse settimane una sospensiva che ha stoppato l’esame della ratifica del provvedimento presentata dall’opposizione. Un dossier di non poco conto visto che l’Italia è rimasta l’unica in Ue a non aver dato via libera. Con la fine dell’anno, si arriverà poi al termine ultimo per la ratifica pena il ritorno al vecchio Mes del 2012. Senza contare che l’avvicinarsi delle elezioni europee di giugno 2024 aumenterà la conflittualità tra i partiti. L’intenzione del governo è quella di inserire la ratifica in uno scenario ampio con il completamento dell’unione bancaria e il ritorno del Patto di stabilità. Ma anche qui la partita è aperta. Entrerà nel vivo dopo la pausa estiva anche l’esame del ddl Nordio sulla giustizia. Provvedimento arrivato al Senato dopo un lungo periodo di gestazione (il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è preso ben due settimane per la controfirma). Saranno i senatori, con in prima fila Giulia Bongiorno della Lega, a provare a sciogliere i nodi, primo fra tutti quello sull’abuso di ufficio che già tante fibrillazioni ha creato in maggioranza.

Salario minimo, ddl Nordio, Pnrr, Mes e manovra: l'autunno di fuoco di Meloni
Il Guardasigilli Carlo Nordio (Imagoeconomica).

Entro il 27 settembre il governo dovrà inviare alle Camere la Nadef

Non va poi dimenticata la manovra finanziaria che entrerà nel vivo in autunno. Intanto, il governo dovrà inviare alle Camere entro il 27 settembre la Nota di aggiornamento al Def, la Nadef, che aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del Def in relazione alla maggiore disponibilità di dati e informazioni sull’andamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica. Tre settimane dopo, entro il 20 ottobre, Palazzo Chigi dovrà presentare alle Camere il disegno di legge di bilancio. Anche se formalmente sarà la seconda manovra del governo Meloni, si tratta del primo vero banco di prova per la politica economica del centrodestra. Il poco tempo a disposizione lo scorso anno – vista l’entrata in carica a fine ottobre – e le risorse quasi totalmente assorbite dal caro bollette avevano portato a una finanziaria caotica e con pochi capitoli. Quest’anno la storia dovrà essere diversa.

Riforme istituzionali? Manca una road map 

Ricordate quando lo scorso maggio Giorgia Meloni dedicò un’intera giornata di consultazioni con le opposizioni alle riforme istituzionali? Da quel momento poco o nulla si è mosso. Una proposta dell’esecutivo era attesa per giugno ma non si è vista. Nei giorni scorsi il Senato, su spinta della maggioranza, ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo ad approvare il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata «in tempi rapidi» mettendolo in relazione alle riforme costituzionali. In sostanza, il testo impegna Palazzo Madama «ad approvare il disegno di legge A.S.615 in materia di autonomia differenziata in tempi rapidi, tenendo conto delle indicazioni e delle proposte di modifica condivise nel corso dell’esame in commissione, nell’ambito delle riforme costituzionali, previste nell’accordo di programma di governo votato dagli italiani, incluso quella volta a realizzare la massima forma di democrazia attraverso l’espressione diretta della volontà popolare». Ma una road map non c’è e i tempi rimangono un’incognita. Come conferma il pronostico di Marcello Pera, ex presidente del Senato tornato in Aula tra le fila di FdI. «Ma quale riforme? Non credo proprio che si faranno ora. Aspetta e spera», ha detto recentemente al Foglio. «Non se ne riparlerà a settembre perché poi si entrerà nella sessione di bilancio e quindi se ne riparlerà nel 2024, ma prima ci saranno le Europee. Dunque…».

Salario minimo, ddl Nordio, Pnrr, Mes e manovra: l'autunno di fuoco di Meloni
Roberto Calderoli (Imagoeconomica).

Pnrr, le proposte di modifica dovranno essere presentate entro il 31 agosto

Un ultimo cenno lo merita il Pnrr. Il governo ha messo a punto una proposta di modifica del Piano. Si chiede di cambiare 144 misure su 349 e definanziarne nove per 15,9 miliardi che saranno sostenute con altre fonti di finanziamento con scadenze più flessibili, come ha assicurato il ministro Raffaele Fitto. La risposta della Commissione Ue è attesa tra tre-sei mesi, anche perché le proposte di modifica devono essere presentate formalmente entro il 31 agosto.

 

 

 

Tofana di Rozes, guida alpina morta precipitando da una parete: aveva 62 anni

Una guida alpina altoatesina, Diego Zanesco, è morta precipitando da una parete della Tofana di Rozes, a Cortina, che stava scalando in solitaria e in free, cioè senza corde. L’incidente è avvenuto domenica 30 luglio 2023 sullo spigolo Dimai.

Il corpo senza vita è stato ritrovato tra il Piccolo Anfiteatro e la Traversata.

Il corpo è stato recuperato nella mattinata di lunedì 31 luglio dal soccorso alpino dopo l’allarme lanciato nella serata precedente dai familiari. La moglie, preoccupata perché non aveva ricevuto sue notizie, aveva infatti contattato un amico che a sua volta aveva fatto partire la segnalazione al Soccorso Alpino. Si sapeva che lo scalatore, 62 anni e residente a Villarbassa (Bolzano), era diretto sulla Tofana di Rozes.
Inizialmente è stato ritrovato il suo furgone parcheggiato al Rifugio Dibona, con il cellulare rimasto all’interno. Poi un elicottero del Suem di Pieve di Cadore, mentre si preparavano una squadra del Soccorso di Cortina e una della Guardia di finanza, ha effettuato una ricognizione sul primo e terzo spigolo della Tofana di Rozes, senza esito. L’eliambulanza ha quindi tentato lungo la Via Eötvös – Dimai e qui ha individuato il corpo. Essendo ormai buio, l’elicottero è tornato in volo nella mattinata seguente con un tecnico del Soccorso alpino di Cortina e uno della Guardia di finanza. La salma si trovava in un punto del percorso alpinistico tra il Piccolo Anfiteatro e la Traversata. È stata quindi recuperata, con il verricello, e trasportata a valle.

 

Ministero dello Sport e Cnel firmano un accordo su lavoro, sport di base e giovani

È stato siglato tra il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e il presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro Renato Brunetta un accordo interistituzionale grazie al quale il Cnel garantirà consulenza e supporto tecnico, nonché attività di analisi ed elaborazioni di proposte finalizzate anche a promuovere iniziative legislative, su alcuni temi fondamentali dell’agenda di governo e dell’azione politico-istituzionale del ministero per lo Sport e i Giovani.

I dettagli e i contenuti dell’intesa

In particolare, verrà assicurata priorità al monitoraggio della riforma del lavoro sportivo mediante la partecipazione e la fornitura di supporto tecnico-scientifico che il Cnel assicurerà all’Osservatorio dedicato allo studio e alla valutazione degli impatti della Riforma che sarà istituito a breve. Per quanto riguarda le politiche giovanili, la collaborazione è finalizzata a studiare e analizzare i contesti generazionali di riferimento, con l’obiettivo di elaborare ipotesi tecnico-legislative che favoriscano l’offerta di opportunità in ambito formativo, di qualificazione professionale e di raccordo con il mondo del lavoro.

Brunetta: «Sarà una delle riforme di maggior rilievo in ambito giuslavoristico»

«L’accordo con il Cnel», ha dichiarato il ministro Abodi, «ci consentirà di mettere a patrimonio tutta la capacità di questa prestigiosa istituzione di studiare, analizzare e proporre, mettendo a disposizione elaborazioni quali-quantitative che renderanno più efficaci gli strumenti che siamo chiamati a configurare e offrire per contestualizzare, sostanziare e rendere sempre più puntuali ed efficaci le politiche di governo dedicate a sport e giovani». «Si tratta di accompagnare e sostenere, attraverso le competenze e le esperienze che il Cnel ha maturato sul campo quale casa dei corpi intermedi e della rappresentanza del mondo del lavoro, una delle riforme di maggior rilievo in ambito giuslavoristico», ha sottolineato il professor Brunetta, «che costituisce la premessa per assicurare adeguate tutele a un numero significativo di operatori del settore».

Bankitalia, dalle banche attese di calo della domanda dei mutui

Le banche si attendono un ulteriore calo della domanda di mutui. È quanto emerge dall’indagine condotta, a marzo scorso, dalla Banca d’Italia presso 244 istituti di credito secondo cui invece «si osserverebbe una lieve ripresa in quella di credito al consumo». «Dal lato dell’offerta le condizioni applicate ai prestiti alle famiglie diventerebbero ancora più selettive in tutte le aree del paese», sottolinea il rapporto.

Salita la durata media dei nuovi mutui negli ultimi anni

L’analisi di Via Nazionale evidenzia come il calo sia iniziato nel corso del secondo semestre 2022 «riflettendo sia l’aumento del costo della provvista» a causa del rialzo dei tassi della Bce «sia il maggior rischio percepito». A moderare il peso del rialzo dei tassi è stato «il potenziamento attuato nel biennio 2021-22 dell’operatività del Fondo di garanzia per la prima casa, di cui ha beneficiato soprattutto la clientela più giovane». È salita inoltre la durata media dei nuovi mutui negli ultimi anni, «superando ampiamente i 24 anni. Quest’ultimo andamento può in parte riflettere l’esigenza di contenere l’importo delle rate di rimborso, in un contesto caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse e dalla ripresa delle quotazioni degli immobili residenziali» e il maggior ricorso dei giovani a mutui con scadenze lunghe.

Italia Viva, i big a cena con Santanchè al Twiga

Niente Papeete per Matteo Salvini, passato da Milano Marittima ma non dal celebre stabilimento balneare diventato tabù. Sì invece al Twiga per i big di Italia Viva, che in Versilia sono stati ospiti di Daniela Santanchè. Come scrive il Corriere della Sera, durante il fine settimana Maria Elena Boschi, il deputato Francesco Bonifazi, il consigliere regionale del Lazio Luciano Nobili e l’ex parlamentare di Forza Italia Andrea Ruggieri, oggi direttore responsabile de Il Riformista, quotidiano guidato da Matteo Renzi, si sono ritrovati a cena con la ministra Santanchè nel locale di Marina di Pietrasanta, di cui la Pitonessa non è più formalmente comproprietaria (assieme a Flavio Briatore) dopo aver ceduto le quote al compagno Dimitri Kunz.

Italia Viva, i big Boschi, Bonifazi e Nobili a cena con Santanchè al Twiga. A fare da collante Ruggeri, direttore del Riformista di Renzi.
Daniela Santanchè (Imagoeconomica).

Presente anche Canio Mazzaro, ex marito della Pitonessa

A fare da «collante» per la serata di «sushi e bollicine» è stato, spiega il Corriere, Ruggeri. È grazie al direttore responsabile de Il Riformista, molto amico della ministra del Turismo, che venerdì sera sarebbero stati uniti il tavolo a cui erano seduti Boschi e Bonifazi, organizzato dall’avvocato tributarista Roberto Simoni, con quello a cui erano già sistemati Santanchè con alcuni amici e imprenditori, tra cui l’ex marito Canio Mazzaro, anche lui finito nel mirino dei pm con l’accusa di bancarotta fraudolenta.

Italia Viva, i big Boschi, Bonifazi e Nobili a cena con Santanchè al Twiga. A fare da collante Ruggeri, direttore del Riformista di Renzi.
Andrea Ruggieri (Imagoeconomica).

Grande assente della serata Flavio Briatore

In tutto alla tavolata, «allestita per consentire agli ospiti di godersi in prima fila a fine cena lo spettacolo di Alessandro Ristori, noto performer musicale della Versilia», hanno preso parte una ventina di persona. Presente al Twiga anche Kunz, seppur al lavoro tra i tavoli: il compagno di Santanchè, anche lui indagato nel caso Visibilia, alla fine del 2022 ha acquistato per circa un milione e mezzo di euro la partecipazione dell’11 per cento di cui la compagna-ministra era titolare nella società proprietaria del locale. Grande assente invece Briatore.

Twitter, l’insegna con il logo X è troppo luminosa: le proteste degli abitanti di Market Street

Ancora inconvenienti per Elon Musk e il rebranding di Twitter. Dopo lo stop ai lavori di rimozione della vecchia insegna sul quartier generale di San Francisco, giungono nuove lamentele da parte dei residenti nella zona. Gli abitanti di Market Street non hanno infatti gradito la potente insegna con il logo X sul tetto del palazzo, a loro avviso troppo luminosa tanto da costituire un pericolo per la circolazione e un disturbo continuo durante le ore notturne. Numerosi i commenti online, soprattutto sullo stesso Twitter, dove gli utenti hanno parlato di uno «spettacolo da circo» che non ha tenuto conto delle esigenze dei cittadini. Il Dipartimento di ispezione edile della città, come ha riportato il Guardian, ha aperto un’indagine in quanto l’insegna potrebbe violare le norme locali. Domenica 30 luglio il logo è rimasto spento, anche se non è certo ci sia un collegamento con le proteste.

Gli abitanti di San Francisco contro l'insegna luminosa della X di Twitter. Dal tetto del quartier generale disturba il sonno dei cittadini.
I lavori di installazione della nuova insegna (Getty Images).

LEGGI ANCHE: Twitter cambia logo, l’ironia degli utenti sulla piattaforma

Twitter, l’ira dei residenti per l’insegna luminosa sul quartier generale

Comparsa dopo l’annuncio del nuovo logo di Twitter, l’insegna luminosa di un’imponente lettera X sul tetto del quartier generale ha subito accolto pareri negativi e critiche dai cittadini. A lamentarsi sono soprattutto i dirimpettai su Market Street, che si ritrovano la luce costantemente proiettata in camera da letto. «Nulla da immaginare», ha postato Christopher Baele dal suo profilo privato assieme a un video dell’insegna dalla sua abitazione. «Questa è la mia vita ora». Gli ha fatto eco un altro utente della piattaforma di Elon Musk, che ha spiegato come sia diventato quasi impossibile dormire da quando l’insegna campeggia sul palazzo. «Pensavo fossero un fulmine o le sirene della polizia», ha raccontato alla Cbs Patricia Wallinga, ricordandone l’accensione. «È anche un pericolo per la circolazione stradale». L’avvocato George Wolf ha invece spiegato come la nuova insegna rientri nel modus operandi di Elon Musk: «Rompe le cose e poi le sistema».

Intanto Twitter ha definitivamente cambiato logo e simbolo anche sugli store online. Lo storico uccellino blu ha infatti abbandonato dal 31 luglio anche le pagine per il download dei device iOS e Android. La X nera troneggia anche all’apertura della piattaforma e accanto agli account di Elon Musk e della nuova Ceo Linda Yaccarino. Per un breve periodo, inoltre, il pulsante “Twitta” è diventato “Pubblica”, preannunciando nuovi e ulteriori cambiamenti in vista. Fra questi anche l’interfaccia solo con livrea scura per tutti, secondo Musk più adatta alla navigazione online.

Svezia e Danimarca vogliono vietare i roghi del Corano

La Danimarca, così come la Svezia, sta valutando la possibilità di vietare le proteste che prevedono il rogo del Corano o altri testi religiosi: il ministero degli Esteri danese ha affermato che, sebbene proteggere la libertà di espressione sia fondamentale, tali proteste avvantaggiano gli estremisti e rappresentano una minaccia per la sicurezza. In più, rischiano di creare grossi grattacapi a livello diplomatico. Questi episodi hanno infatti causato forti proteste in tutto il mondo islamico: dall’Iraq alla Turchia, fino all’Arabia Saudita, al Marocco e all’Iran.

La preoccupazione di Copenaghen e Stoccolma 

Copenaghen sta cercando mezzi legali per intervenire in alcune circostanze, ad esempio in caso di proteste davanti alle ambasciate, sulla falsariga di quanto sta accadendo in Svezia: entrambi i Paesi scandinavi sono stati messi sotto pressione nelle ultime settimane, dopo che le autorità hanno dato il permesso per una serie di controverse proteste in cui il libro sacro dell’Islam è stato dato alle fiamme, alimentando le tensioni diplomatiche con diverse nazioni a maggioranza musulmana. Qualsiasi provvedimento, ha spiegato il ministero degli Esteri danese, sarà varato «nel quadro della libertà di espressione costituzionalmente protetta e in un modo che non cambi il fatto che la libertà di espressione in Danimarca ha una portata molto ampia».

Svezia e Danimarca vogliono vietare i roghi del Corano. Stoccolma e Copenaghen sono d’accordo, ma serve una legge ad hoc.
Proteste a Baghdad contro la Svezia (Getty Images).

Le proteste di questo tipo si stanno moltiplicando 

Le proteste di questo genere si stanno moltiplicando in Danimarca, dove sempre più persone stanno mostrando insofferenza nei confronti dell’immigrazione incontrollata, in particolare dai Paesi musulmani. Il rischio, spiega il ministero, è che la Danimarca «venga vista come una nazione che facilita l’insulto e la denigrazione delle culture, religioni e tradizioni di altri Paesi». Da parte sua, il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha affermato di essere in stretto contatto con la controparte danese Mette Frederiksen: «Abbiamo già iniziato ad analizzare gli aspetti legali per prendere in considerazione misure in grado di rafforzare la nostra sicurezza nazionale e la sicurezza degli svedesi, in Svezia e nel mondo». Le Costituzioni dei due Paesi tutelano a tal punto la libertà di espressione che, per fermare i roghi del testo sacro islamico, sarà necessaria una legge ad hoc.

Svezia e Danimarca vogliono vietare i roghi del Corano. Stoccolma e Copenaghen sono d’accordo, ma serve una legge ad hoc.
Salwan Momika (Getty Images).

I roghi del Corano e le proteste nei Paesi islamici

Tutto è iniziato a gennaio, quando l’estremista di destra Rasmus Paludan ha dato fuoco al Corano davanti all’ambasciata turca a Stoccolma. A giugno Salwan Momika un rifugiato cristiano iracheno residente in Svezia ha bruciato una copia del Corano fuori dalla principale moschea di Stoccolma. Quando all’uomo è stato poi concesso di darne alle fiamme un altro, l’ambasciata svedese di Baghdad è stata preso d’assalto dai manifestanti. In risposta, la scorsa settimana due attivisti danesi di estrema destra hanno calpestato un Corano e gli hanno dato fuoco insieme a una bandiera irachena davanti all’ambasciata del Paese mediorientale a Copenaghen.

Lorenza Indovina: età, marito e film dell’attrice

Lorenza Indovina, nata a Palermo il 5 ottobre 1966, è un’attrice italiana. Nella sua carriera ha vinto un premio come miglior attrice al Sulmona International Film Festival per il film Un amore di Gianluca Maria Tavarelli (1999) e ha ricevuto due candidature ai David di Donatello per miglior attrice non protagonista nel film La tregua (1997) e per miglior attrice protagonista per il film Un amore (1999).

Lorenza Indovina: biografia e carriera

Nel 1991 si è diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma e l’anno seguente ha esordito al cinema con Il trittico di Antonello di Francesco Crescimone. Nel 1993 ha debuttato sul piccolo schermo con Il cielo non cade mai, una miniserie diretta da Gianni Ricci. Tra i film più famosi in cui ha recitato vi sono La scorta, regia di Ricky Tognazzi (1993), La fame e la sete di Antonio Albanese (1999), che ha anche recitato accanto a lei, Almost Blue, regia di Alex Infascelli (2000), Nessun messaggio in segreteria, regia di Luca Miniero e Paolo Genovese (2005), Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari (2008), Qualunquemente, regia di Giulio Manfredonia (2011), Forever Young di Fausto Brizzi (2016) e Cetto c’è, senzadubbiamente, regia di Giulio Manfredonia (2019).

Lorenza Indovina: età, marito e film dell'attrice
Lorenza Indovina (Getty Images).

Ha recitato anche in diverse serie, miniserie e film tv tra cui La piovra 7 – Indagine sulla morte del commissario Cattani, regia di Luigi Perelli (1995), Padre Pio, regia di Carlo Carlei (2000), R.I.S. 2 – Delitti imperfetti, regia di Alexis Sweet (2006), Tutti insieme all’improvviso di Francesco Pavolini (2016), È arrivata la felicità, per la regia di Riccardo Milani e Francesco Vicario (2018), Rocco Schiavone (2018-in corso) e Tutto chiede salvezza di Francesco Bruni (2022) distribuita su Netflix.

Lorenza Indovina: la vita privata

Nel 2005 ha sposato il noto scrittore Niccolò Ammaniti. Pur essendo molto famosi entrambi, riescono a mantenere una vita di coppia molto riservata. I due non hanno figli.

Mosca: «Drone di Kyiv contro una stazione di polizia in Russia»

Alexander Bogomaz, governatore della regione russa di Bryansk, ha scritto su Telegram che lunedì 31 luglio «le forze ucraine hanno attaccato il distretto di Troubtchevski durante la notte. Un drone ha colpito la stazione di polizia di questo distretto. Non ci sono state vittime». La notizia è arrivata pochi minuti prima che cominciasse il raid aereo su Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il bilancio del bombardamento che ha colpito la regione di Dnipropetrovsk, è di un morto e 10 feriti. Anche in questo caso le comunicazioni sono avvenute per mezzo dei canali Telegram utilizzati dal ministro degli Interni ucraino, Ihory Klymenko. La città, ha precisato il ministro, è stata colpita da due missili. Uno si è abbattuto su un istituto scolastico di quattro piani. Il secondo ha distrutto due piani di un edificio residenziale scatenando un incendio. È possibile che ci siano persone sotto le macerie.

Il ministero della Difesa ucraino: «Liberati 2 chilometri quadrati in direzione di Bakhmut»

Le forze ucraine intanto hanno annunciato di aver liberato la settimana scorsa 2 chilometri quadrati di territorio in direzione Bakhmut, mentre i russi stanno spostando contingenti a est: lo ha detto al canale United News la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, come riporta Rbc-Ucraina. «Per quanto riguarda la direzione Bakhmut, abbiamo guadagnato terreno per tutta la settimana con vari gradi di successo. Tutto questo sta accadendo sotto il pesante fuoco nemico e lo sminamento», ha affermato Malyar sottolineando che dall’inizio della controffensiva Kyiv ha liberato 37 chilometri quadrati di territorio nella direzione di Bakhmut, di cui due la settimana scorsa. «La Russia, intanto, sta spostando un gran numero di truppe e a est. Tuttavia, i soldati ucraini avanzano sul fianco meridionale intorno a Bakhmut» ha concluso la vice ministra della Difesa ucraina.

Portogallo, tappeto di banconote contro la visita di Papa Francesco

Papa Francesco si prepara per il suo viaggio in Portogallo, in programma dal 2 al 6 agosto. A Lisbona, infatti, il pontefice parteciperà alla Giornata mondiale della gioventù, dove sono attesi da tutto il mondo centinaia di migliaia di pellegrini. Nonostante l’entusiasmo generale, c’è anche chi va controcorrente. Lo street artist Bordalo II, all’anagrafe Artur Bordalo, non ha gradito l’ingente spesa del governo per ospitare Sua Santità in un periodo in cui inflazione e l’aumento dei costi mettono in ginocchio milioni di cittadini. Per questo ha steso nella zona che ospiterà la messa del papa nel Parque Tejo un tappeto formato dalla gigantografia di banconote da 500 euro che ha chiamato Walk of Shame.

Papa Francesco in Portogallo, la spesa totale supera i 160 milioni di euro

Secondo lo street artist Bordalo II, la visita di Papa Francesco in Portogallo non è altro che una «grande campagna marketing della Chiesa cattolica in Europa», che il popolo locale non può supportare. Come ha ricordato in un post su Instagram, «sempre più cittadini lottano per mantenere la propria casa, il proprio lavoro e la dignità». L’inflazione galoppante e un costante aumento dei prezzi costringono molte famiglie a tagliare le spese anche per i generi alimentari e i beni di prima necessità. Eppure, stando alle stime ufficiali riportate anche dalla Cnn, l’evento sarebbe costato 161 milioni di euro, 30 dei quali a carico del governo. Al resto della quota avrebbero invece contribuito il consiglio comunale di Lisbona e della vicina Loures e la stessa Chiesa cattolica. Il solo altare da cui Papa Francesco celebrerà i riti liturgici ha previsto un costo di circa 2,9 milioni di euro.

L’artista di strada Bordalo II ha criticato la spesa del governo per ospitare Papa Francesco in Portogallo dal 2 al 6 agosto.
L’opera di Walk of Shame dell’artista Bordalo (Facebook).

Sulla questione è intervenuto anche Carlos Moedas, sindaco di Lisbona. «L’artista ha usato la sua voce per esprimere personali preoccupazioni», ha spiegato ai media locali. «Tali proteste sono legittime e normali quando si presentano eventi simili». Bordalo II ha ricordato, in un’intervista al settimanale Expresso, anche le sue precedenti esternazioni contro gli abusi sessuali nella Chiesa. «Penso che sia perverso, dopo aver appreso le notizie sulle violenze contro i bambini, che lo Stato sponsorizzi questa festa cattolica», ha concluso l’artista. «È spaventoso. Dove abbiamo gli occhi?». Nell’ottobre 2022, Bordalo aveva anche piazzato nelle chiese numerose croci fatte di peluche.

Francesco Mandelli: età, compagna, figli e film dell’attore

Francesco Mandelli, nato a Erba (Lombardia) il 3 aprile 1979, è un attore, regista, conduttore televisivo e radiofonico e musicista. Ha debuttato nel 1998 su MTV Italia insieme al collega Andrea Pezzi ed è conosciuto al pubblico con il soprannome Nongio, il nongiovane.

Francesco Mandelli: biografia e carriera

Come attore ha esordito al cinema nel 1999 con il film Tutti gli uomini del deficiente, regia di Paolo Costella, seguito da altre pellicole come Ora o mai più di Lucio Pellegrini (2003), Manuale d’amore di Giovanni Veronesi (2005), Natale a Miami (2005) e Natale a New York di Neri Parenti (2006). Insieme al suo collega Fabrizio Biggio, è stato autore e coprotagonista della serie I soliti idioti andata in onda per quattro stagioni su MTV, dalla quale sono stati tratti anche due film campioni di incassi nel 2011 e 2012 I soliti idioti – Il film e I 2 soliti idioti, entrambi di Enrico Lando. Dal 2010 al 2012 ha partecipato alla serie tv Squadra antimafia – Palermo oggi.

Francesco Mandelli, tra la carriera e la vita privata
Francesco Mandelli, Giovanna Mandelli e Luisa Bertoldo a un evento a Milano nel 2023 (Getty Images).

Dopo il 2012 ha recitato, tra gli altri, in Pazze di me, regia di Fausto Brizzi (2013), La solita commedia – Inferno, diretto da lui, Fabrizio Biggio e Martino Ferro (2015), Natale col boss, regia di Volfango De Biasi (2015), I babysitter, di Giovanni Bognetti (2016), Bene ma non benissimo (2018) e Notti in bianco, baci a colazione (2021), diretti da lui. Dalla stagione 2017-2018 è diventato inviato fisso della trasmissione Quelli che il calcio su Rai 2. Nel 2021 ha presentato Honolulu al fianco di Fatima Trotta, un programma comico che ha sostituito Colorado su Italia 1.

Francesco Mandelli: la vita privata

Per quanto riguarda la sua vita privata, è legato sentimentalmente a Luisa Bertoldo, nata in provincia di Vicenza nel 1980. Lavora nel mondo del design e della moda e ha conosciuto l’attore a una festa. Dal loro legame nel 2015 è nata la figlia Giovanna.

Marcello, come here

La radio, ancor più della tivù, è una scelta di testa, mica di pelle. Scegli la voce, mica la misera carne. Insegui parole, immagini parole che sono immagini. Ma chi li ospiterà nelle orecchie, nella poltrona preferita dell’ospite preferito, ‘sti fanatici ‘gnoranti? «Oh, stiamo parlando di sostituire gli amichetti tuoi con Marcello, mica fuffa». Lo dice anche il palindromo: “Aò, Foa”. Alzati che si sta alzando la canzone sovranista. Fossati di mediocrità circondano manieri d’ignoranza. Per me la radio parlata è una sorella. E aridaje col palindromo: “Oi, dar ad amica baci ma da radio”. L’unico cui è dato di poter sfiorare Amarcord è Woody Allen. «Io mi chiedo se le generazioni future ci sentiranno mai nominare. È improbabile: dopo un certo tempo, tutto passa. Non importa quanto siamo grandi e importanti nelle loro vite». Fellini, Amarcord che è Fellini, Woody lo ha sfiorato con Radio Days. Ma torniamo ai nostri debosciati days: si son presi pure la radio. La televisione? Già mangiata e, ahimè, già digerita. Con esiti da vacanza nella Foresta Nera. Indovina indovinello: si circonda di cretinetti ma non è Franca Valeri.

Niccolò Senni: età, biografia e carriera dell’attore

Niccolò Senni, nato a Roma il 6 settembre 1983, è un attore italiano. Ha debuttato al cinema con il film L’albero delle pere (1998) di Francesca Archibugi, con il quale ha vinto il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia nello stesso anno.

Niccolò Senni: biografia e carriera

Subito dopo l’esordio sul grande schermo, nel 1999 è tornato al cinema con il film Il dolce rumore della vita, regia di Giuseppe Bertolucci. Due anni dopo, di nuovo con la Archibugi, ha recitato nel film Domani. Il debutto televisivo è stato invece nel 2004 con la serie Don Gnocchi – L’angelo dei bambini. Tra i film più famosi in cui ha recitato vi sono Come tu mi vuoi, regia di Volfango De Biasi (2007), Tutta la vita davanti, regia di Paolo Virzì (2008), Io, loro e Lara, regia di Carlo Verdone (2009), Fuga di cervelli, regia di Paolo Ruffini (2013), Belli di papà di Guido Chiesa (2015), 10 giorni senza mamma, regia di Alessandro Genovesi (2019), Notti in bianco e baci a colazione, regia di Francesco Mandelli (2021) e l’ultimo I cassamortari di Claudio Amendola (2022).

Niccolà Senni, tra carriera e vita privata
Niccolà Senni e la fidanzata Paola Michelini (Facebook).

Ha inoltre recitato per produzioni cinematografiche internazionali come Le avventure acquatiche di Steve Zissou, regia di Wes Anderson (2004), Mission Impossible III, regia di J. J. Abrams (2006), E lucean le stelle, regia di John Irvin (2007), Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, regia di Laurent Tirard (2012) e Zoolander 2, regia di Ben Stiller (2016). Quanto infine alle miniserie e fiction tv a cui ha preso parte, si citano Preferisco il Paradiso (2010), Braccialetti rossi (2014-2016), Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana (2019) e Senza confini, regia di Simon West (2022).

Niccolò Senni: la vita privata

Da qualche anno ha una relazione con l’attrice Paola Michelini, sorella dell’ attrice Giulia Michelini.

Conte attacca Meloni: «Sul Reddito di cittadinanza è guerra ideologica sulla pelle dei poveri»

Si comincerà da Napoli. Poi si attenderanno gli aggiornamenti rispetto a quello che accadrà nel corso della giornata di oggi, lunedì 31 luglio, in tutta Italia. La mobilitazione è partita. Nonostante gli otto mesi di preavviso, l’interruzione del reddito di cittadinanza ha colpito i percettori acuendo lo scontro politico tra maggioranza ed opposizione. Su La Repubblica il presidente del M5s Giuseppe Conte ha criticato la decisione del governo guidato da Giorgia Meloni. 

Conte: «È una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani»

«Giorgia Meloni si sta rivelando una fredda burocrate a Palazzo Chigi, indifferente al carovita che impoverisce il ceto medio e alla disperazione delle persone più fragili. Cancella con spregiudicatezza sensibilità che appartenevano un tempo anche alla destra social», ha attaccato il leader pentastellato. E poi ha aggiunto: «È una guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli, un disastro sociale, una vendetta contro il Movimento che però pagano gli italiani. Temo che ci sarà un autunno caldo. Per questo invito il governo a convocare subito un Consiglio dei ministri straordinario per differire i termini e gestire queste scelte sciagurate».

Il sindaco di Baro Decaro: «Erano anni che non vedevo la gente davanti al Comune»

Anche il presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro ha commentato le mobilitazioni che stanno lentamente interessando tutto il Paese. Sul Corriere della Sera il primo cittadino dem ha commentato: «Erano anni che non vedevo la gente sotto gli uffici del Comune. Crediamo che l’Inps abbia fatto degli errori. Nella forma e nella sostanza della comunicazione». E poi aggiunge: «Non è giusto trattare così le persone, cui da un giorno all’altro viene detto che non avranno più niente su cui contare. Sono famiglie, anche con bambini. Molti non potranno nemmeno prendere il contributo per la casa, destinato a chi è in affitto o ha morosità incolpevoli. I fondi per il 2024 non ci sono, il reddito finisce, ma queste persone non spariscono, vivono nelle nostre città. E busseranno ai Comuni». La preoccupazione delle istituzioni locali è quella di non essere in grado di sopportare il carico che da oggi si riverserà sui servizi sociali, sezioni dei Welfare comunali già in sofferenza.

Wagner, sospeso «a tempo indeterminato» il reclutamento di nuovi soldati

Il gruppo Wagner ha sospeso «a tempo indeterminato» il reclutamento di nuovi membri in quanto possiede «riserve di personale sufficientemente ampie». Lo ha detto il fondatore Yevgeny Prigozhin con un messaggio audio pubblicato sul canale Telegram Grey Zone, vicino alla milizia paramilitare: «Al momento non è stato ancora definito l’orario di apertura dei centri di reclutamento».

Wagner, sospeso «a tempo indeterminato» il reclutamento di nuovi soldati. Lo ha detto Prigozhin su Telegram.
Yevgeny Prigozhin.

Dopo l’ammutinamento, la Wagner aveva annunciato la sospensione del reclutamento per un mese

All’inizio di luglio, Wagner ha annunciato una sospensione del reclutamento per un mese a seguito del fallito ammutinamento e allo scadere del termine fissato dall’esercito russo per la firma dei contratti da parte delle unità volontarie. I commenti di Prigozhin pubblicati da Grey Zone avevano fatto pensare che il gruppo militare privato avrebbe probabilmente esteso la sospensione del reclutamento. E così sarà. Il fondatore della Wagner, nel messaggio diffuso su Telegram, ha poi aggiunto che la sua brigata comunque non ha carenze e che quindi, nell’immediato, non ha necessità di procedere a nuovi reclutamenti.

Wagner, sospeso «a tempo indeterminato» il reclutamento di nuovi soldati. Lo ha detto Prigozhin su Telegram.
Un soldato della Wagner a Rostov su Don (Getty Images).

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La milizia mercenaria è operativa in Bielorussia e continua le sue attività in Africa

Dopo il fallito colpo di Stato, il ministero della Difesa russo aveva reso noto di aver confiscato migliaia di pezzi di equipaggiamento militare alla Wagner, inclusi carri armati, veicoli blindati e altro materiale pesante. Minsk ha successivamente confermato che i combattenti si erano spostato in  Bielorussia per fornire supporto all’addestramento dell’esercito locale. All’inizio di luglio, un altro canale Telegram affiliato a Wagner ha citato un comandante del gruppo, il quale ha affermato che circa 15 mila mercenari erano andati in vacanza e che altri 10 mila erano schierati in Bielorussia, dove per ammissione dello stesso Prigozhin i suoi soldati sono operativi. Il “cuoco di Putin” ha poi detto che la Wagner «continua le sue attività» in Africa.

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