Ha fatto discutere la decisione di un parroco bergamasco che, durante la messa di domenica scorsa alla frazione Ossanesga, a Valbrembo (Bergamo), ha fatto distribuire la comunione a una bambina, chierichetta, scatenando le proteste di molti: alla Curia di Bergamo infatti sono arrivate diverse mail di lamentela.
Il video sui social
Nel filmato che sta girando sui social, si vede il momento esatto della celebrazione con il parroco, don Eros Accorigi, che distribuisce l’Eucarestia e, alla sua destra, la bambina che fa altrettanto. Il sacerdote ha così spiegato: «Ero rimasto senza ministro straordinario della comunione. Ho pensato di chiedere alla bimba che mi stava servendo messa come chierichetta. Che mi pare la più pura di cuore in mezzo a tanti peccatori. Sembra quasi che abbia ucciso una persona, non mi pare che sia stata vilipesa l’Eucarestia, non mi pare proprio». Il vicario generale don Davide Pelucchi e l’ufficio liturgico hanno esortato il parroco a non ripetere più questo comportamento.
Elly Schlein, Fedez, Gino Paoli e OrnellaVanoni. Questi solo alcuni dei grandi ospiti della puntata di Che tempo che fa di FabioFazio di domenica 29 ottobre 2023, con le scelte che hanno permesso al programma, nella sua nuova edizione sul NOVE, di collezionare oltre il 10 per cento di share. Confermata, dunque, la buona resa del format anche lontano dalla Rai. In vetta alla classifica dei programmi più visti troviamo la fiction di Rai 1, Cuori, che si attesta al 16,6 per cento di share con 2.908.000 spettatori netti, seguito da Che tempo che fa al 10,7 per cento e, in terza posizione, dal game show di Gerry Scotti Caduta Libera – I Migliori, su Canale 5, fermo al 9,8 per cento di share con 1.395.000 spettatori netti.
Gli ascolti tv del 29 ottobre 2023
L’avvento di Fabio Fazio sul NOVE ha sbilanciato molto la resa dei programmi tv sulle reti generaliste. Che tempo che fa ha registrato, nello specifico, una media del 10,7 per cento. La presentazione della trasmissione ha raccolto 1.508.000 spettatori (7,71 per cento), il programma 2.135.000 telespettatori (10,68 per cento) e il Tavolo, in seconda serata, 1.290.000 spettatori (10,30 per cento).
Fedez a Che tempo che fa (Imagoeconomica).
Le altre reti generaliste
Per quanto riguarda le altri reti, Report su Rai 3 ha collezionato 1.165.000 spettatori netti e il 5,9 per cento di share, mentre su Rai 2 il docureality Il Collegio si è fermato al 3,4 per cento con 655.000 spettatori netti. Passando a Mediaset, il talk show di Paolo Del Debbio su Rete 4, Dritto e Rovescio, si è attestato al 5,2 per cento di share con 712.000 spettatori netti, mentre il film su Italia 1, Harry Potter e la pietra filosofale, ha collezionato 1.084.000 spettatori con il 6,5 per cento. Su La7, il programma di approfondimento giornalistico In Onda, con Luca Telese e Marianna Aprile, ha segnato un 1,9 per cento di share, 325.000 spettatori, mentre su Tv8 la diretta Formula 1 – GP Messico è stata seguita da 1.575.000 spettatori netti pari all’8,2 per cento di share.
«Mio padre è Satana. Mi ha dato il dono dell’immortalità. Quando mi disse se ero con lui, io risposi di si. Gli chiesi perché morirò, il perché è logico, mi devo sacrificare per lui. È colui che mi ha creato». Sono le parole scritte su un biglietto da un ventenne di Pistoia, prima di togliersi la vita nel Capodanno del 2018 e costate al padre un’imputazione coatta per istigazione al suicidio. All’epoca dei fatti, il 50enne si trovava in carcere: gli inquirenti credono siano state esercitate pressioni per incoraggiare il giovane a farla finita proprio durante un colloquio all’interno dell’istituto penitenziario.
Il luogo del suicidio
Ad alimentare le ipotesi di istigazione al suicidio, è il luogo scelto per il suicidio dal ventenne, la soffitta di casa, la stessa in cui il padre avrebbe praticato i propri riti. Altro elemento, la data che il ragazzo scelse per morire, il primo gennaio 2018, giorno dedicato, nel calendario satanico, al demone Ose.
«Lo convinse di essere Satana»
Inizialmente la procura, nonostante le forze dell’ordine e il Pm incaricato del caso concordassero sulla prima ricostruzione dei fatti, aveva chiesto l’archiviazione, non ritenendo di avere prove sufficienti per avanzare in tribunale l’accusa di istigazione al suicidio. Il Gip ha avuto invece un’opinione contraria, rigettando la richiesta e richiedendo il rinvio a giudizio, per un reato che prevede la reclusione da cinque a dodici anni. Nell’ordinanza, come riportato da La Stampa, si legge: «Lo convinse di essere Satana e di doversi sacrificare in suo nome».
Tragedia ad Amburgo, in Germania, dove nella mattinata di lunedì 30 ottobre 2023 si è verificato un incidente sul lavoro dove hanno perso la vita almeno cinque persone.
Crolla impalcatura ad Amburgo: almeno cinque operai morti
L’incidente ha coinvolto diversi operai caduti da un edificio in costruzione a causa del crollo improvviso di un’impalcatura. Ci sarebbero, per il momento, almeno cinque morti confermati, ma non è da escludere che il bilancio delle vittime possa ulteriormente salire con il passare delle ore. Stando alle prime informazioni rilasciate all’agenzia tedesca Dpa dai pompieri della seconda più grande città della Germania, il dramma si è consumato nel distretto di Hafencity, un’ex area portuale situata sulle sponde del fiume Elbe che negli ultimi tempi è stata oggetto di una profonda ristrutturazione, con diversi nuovi palazzi, zone residenziali, hotel e negozi attualmente in fase di costruzione. Il cantiere interessato è quello legato al progetto Überseequartier. Sul posto sono stati dispiegati nel frattempo almeno 60 pompieri.
Nella serata di domenica 29 ottobre 2023 centinaia di persone hanno fatto irruzione nell’aeroporto di Majachkalà, la capitale della regione del Daghestan, in Russia, con l’intenzione di cercare i passeggeri israeliani in arrivo su un volo da Tel Aviv.
Secondo quanto riportato dai media russi, i manifestanti si sono precipitati sul campo di atterraggio per circondare l’aereo di linea russo Red Wings arrivato da Israele. Sempre secondo i media, alcuni cantavano slogan antisemiti mentre altri hanno cercato di esaminare i passaporti dei passeggeri in arrivo nel tentativo di identificare gli israeliani. Alcuni video circolati sui social media mostrano dei manifestanti con la bandiera palestinese avvicinarsi all’aereo fermo sulla pista di atterraggio gridando “Allah Akbar”, mentre un operatore aeroportuale dice loro che ormai tutti i passeggeri sono stati fatti sbarcare e che quindi l’aereo è vuoto. Varie agenzie di stampa hanno riportato che più di 20 persone sono rimaste ferite, ma l’ambasciatore israeliano in Russia Alexander Ben Zvi e il quotidiano The times of Israel hanno smentito la notizia. Diversi invece gli arresti. «Più di 150 partecipanti attivi ai disordini sono stati identificati, e 60 di loro sono stati arrestati», ha riferito l’ufficio stampa del ministero degli Interni russo in un comunicato.
The hunt for Jews at the airport in Dagestan continues, to the soundtrack of “Allahu Akbar” screams. They even look into the plane’s engines, maybe someone is hiding there. Pogroms, a proud Russian tradition, now carried out by Muslim mobs running free with zero police presence pic.twitter.com/XaH3z9OvtH
Netanyahu: «Le forze russe tutelino sicurezza di ebrei e israeliani»
In una dichiarazione rilasciata domenica sera, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele «si aspetta che le forze dell’ordine russe tutelino la sicurezza di tutti i cittadini israeliani e degli ebrei ovunque si trovino, e agiscano con risolutezza contro i rivoltosi e contro l’incitamento selvaggio diretto contro di essi». L’ufficio di Netanyahu ha aggiunto che l’ambasciatore israeliano in Russia sta lavorando per mantenere al sicuro israeliani ed ebrei. Pur esprimendo sostegno ai palestinesi di Gaza, il governo regionale del Daghestan, a maggioranza musulmana, ha fatto appello ai cittadini affinché mantengano la calma e non prendano parte a tali proteste. Anche gli Stati Uniti hanno condannato quanto accaduto. «Condanniamo fermamente le proteste antisemite in Daghestan», ha scritto in una nota Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.
È morta, a soli 22 anni, Shani Louk, la ragazza con doppio passaporto, tedesco e israeliano, che era stata presa in ostaggio da Hamas il 7 ottobre. La giovane stava partecipando all’ormai tristemente noto rave party nel kibbutz di Re’em. Ad annunciare la scomparsa della ragazza è stata la mamma, Ricarda, con la notizia che è stata ribadita su Instagram anche dalla sorella Adi.
La mamma: «Mia figlia non è più in vita»
«Purtroppo ieri abbiamo ricevuto la notizia che mia figlia non è più in vita». Queste le parole della mamma di Shani Louk concesse ad Rtl, mentre la sorella della 22enne, Adi, ha scritto su Instagram di «dover annunciare con grande tristezza la morte di mia sorella». Così la famiglia, anche se manca ancora l’ufficialità da parte delle autorità competenti.
Il messaggio su Instagram della sorella di Shani Louk (Instagram).
Il video della giovane ripresa seminuda e con le gambe spezzate
Dopo la scomparsa del 7 ottobre, Shani Louk era stata riconosciuta da amici e parenti in un video diffuso su X che mostrava la giovane trasportata inerme su una jeep dopo il raid di Hamas al rave party. La ragazza, seminuda, aveva le gambe spezzate e un uomo le sputava sulla testa, con la folla intorno che gridava con armi e braccia alzate «Allahu Akbar», cioè «Dio è grande». Malgrado queste immagini brutali, la famiglia di Shani Louk aveva affermato nel corso delle scorse settimane che la ragazza era ancora viva, anche se con una grave ferita alla testa. Poi la tragica notizia.
Shani Louk, morta a 22 anni per mano di Hamas (Facebook).
Il doppio passaporto, la conversione della madre e l’amore per i viaggi
Come detto, la 22enne aveva un doppio passaporto, tedesco ed israeliano. La madre, infatti, è nata a Ravensburg, città che ha lasciato circa 30 anni fa per trasferirsi in Israele, dove vive a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza. Il papà di Shani Louk, invece, è israeliano e di religione ebraica, stesso credo sposato anche dalla mamma con conversione dal cattolicesimo. Shani era una ragazza che amava la musica e i viaggi, con il suo profilo Instagram ricco di fotografie scattate in giro per il mondo, dall’Italia alla Croazia, passando per la Svizzera e la Repubblica Ceca. La ragazza aveva tre fratelli, tutti impegnati in questi giorni a chiederne la liberazione. Un tentativo nobile, che purtroppo non ha sortito gli effetti sperati.
Maltempo ancora protagonista del meteo nella settimana che si apre lunedi 30 ottobre, ma non dappertutto e non tutti i giorni. Se il 30 sono previsti forti colpi di vento e locali nubifragi, il 31, Festa di Halloween, avremo ancora precipitazioni sparse al Centro Nord e sulla Calabria alternate però a pause più asciutte.
Ognissanti sole quasi ovunque, il 2 novembre arriva un ciclone che porta maltempo
Secondo Antonio Sanò, fondatore del sito iLMeteo.it, mercoledì 1 novembre, Festa di Ognissanti, avremo una prevalenza di sole su buona parte delle regioni, ma non sui settori tirrenici centro-meridionali, dove potranno verificarsi piogge anche di moderata intensità. Successivamente è prevista ancora una fase di forte maltempo che interesserà nuovamente le regioni settentrionali. Dal 2 novembre un profondo ciclone potrebbe raggiungere l’Italia, dando il via a un peggioramento con il ritorno di piogge battenti e pure il rischio alluvionale dapprima al Centro-Nord e poi in rapida estensione nel resto d’Italia.
Le previsioni meteo nel dettaglio
Lunedì 30. Al Nord: maltempo. Al Centro: maltempo sulle tirreniche. Al Sud: in prevalenza soleggiato con massime calde per il periodo.
Martedì 31. Al Nord: temporali sparsi, più probabili sui settori orientali. Al Centro: maltempo sulla Toscana. Al Sud: veloci rovesci su Basilicata e Calabria.
Mercoledì 1 Novembre. Al Nord: molte nubi e piogge a carattere sparso. Al Centro: piogge su Umbria, Toscana e Lazio. Al Sud: peggiora rapidamente su Campania, Basilicata, Calabria.
Liliane Murekatete, la moglie dell’onorevole Aboubakar Soumahoro, è stata arrestata. I reati ipotizzati dalla procura di Latina, nella seconda inchiesta sulle cooperative per l’accoglienza dei migranti gestite dalla donna e dai suoi familiari, sono di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto riciclaggio.
Liliane Murekatete, moglie del deputato Soumahoro e Marie Therese Mukamitsindo, suocera (Imaogeconomica).
Obbligo di dimora per il cognato di Soumahoro
Disposti i domiciliari per Liliane Murekatete, nell’abitazione che divide con il deputato a Casal Palocco. Stessa misura anche per la suocera dell’onorevole, Marie Therese Mukamitsindo, mentre per il cognato Michel Rukundo previsto l’obbligo di dimora in provincia di Alessandria. Sono stati inoltre sequestrati beni per un valore di circa due milioni di euro.
«Il disgusto e la vergogna». Sono le parole che accompagnano il volto insanguinato di Fabio Grosso, allenatore del Lione, sulla prima pagina dell’Equipe. L’ex allenatore del Frosinone e difensore azzurro campione del mondo, nella serata del 29 ottobre è stato colpito molto vicino a un occhio da una bottiglia piena di birra scagliata dai supporter del Marsiglia che, prima del match di Ligue 1, hanno assaltato il pullman degli ospiti con sassi e altri oggetti. Ferito anche il vice Raffaele Longo. Per l’ex terzino di Palermo e Juventus 15 punti di sutura e tanta paura, nonostante si sia ripreso immediatamente. Dopo l’annullamento della gara, in un Velodrome quasi vuoto, è persino sceso in campo per andare sotto il settore dei suoi tifosi. Sulle prime pagine di molti giornali sportivi francesi ed europei, il volto tumefatto di Grosso è il simbolo di un problema ultrà ancora diffuso in Francia, come testimoniano i troppi casi di violenza negli stadi.
«I tifosi della Ligue 1 sembrano non avere limiti», ha scritto l’Equipe nel raccontare gli episodi al Velodrome. «Per colpa della stupidità di pochi». Le Figaro Sport ha invece messo in risalto la fotografia del pullman del Lione, concentrandosi sul messaggio del sindaco di Marsiglia, che su X ha mostrato solidarietà alla squadra di Grosso. «Un gesto inaccettabile», ha postato il primo cittadino Benoit Payan. «Lo sport e il calcio non sono questo». Gli ha fatto eco la ministra dello Sport Amélie Oudéa-Castéra che a Rmc ha parlato di «immagini disgustose e avvilenti» e ha condannato questi «episodi di odio e idiozia allucinanti che sono la negazione stessa dello sport». La polizia ha arrestato sette persone, mentre i vertici della Ligue 1 dovranno ora provvedere a riprogrammare il match valido per la decima giornata del campionato francese.
Il petardo in Montpellier-Clermont e il precedente di Marsiglia-Lione
L’episodio che ha coinvolto Fabio Grosso prima di Marsiglia-Lione è solo l’ultimo di una lunga serie di atti violenti da parte degli ultras in Francia. Il caso più recente risale al 9 ottobre durante Montpellier-Clermont. Nei minuti di recupero della partita, nonostante il risultato di vantaggio per 4-2, i tifosi dei padroni di casa hanno lanciato un petardo a poca distanza dal portiere avversario Mory Diaw. Tramortito dall’esplosione, è stato portato via in barella e il match è stato definitivamente sospeso. Nelle fasi concitate che hanno seguito, il difensore del Clermont Neto Borges ha reagito mostrando il dito medio ai supporter avversari, venendo poi espulso dall’arbitro.
2/8 8.10.23 Montpellier – Clermont Foot. W ko?cówce spotkania, przy stanie 4:2 dla Montpellier jaka? t?ga g?owa wpad?a na pomys? rzucenia petard? w bramkarza Clermont. Nadal czekamy na dalsz? decyzje co dalej zrobi? z tym meczem.pic.twitter.com/WAYmNtS9r1
Follia anche nel 2021 durante Nizza-Marsiglia, il derby della Costa Azzurra, dopo una clamorosa invasione di campo degli ultrà. A scatenare la scintilla era stato il calciatore ospite Dimitri Payet che, bersagliato per tutto il match, era stato colpito al 75’ da una bottiglietta vicino alla bandierina del corner, poi rispedita dal giocatore nella curva dei padroni di casa. Un gesto che aveva dato vita a una caccia all’uomo sul terreno di gioco, poi sedata dalle forze dell’ordine. Le tifoserie di Marsiglia-Lione erano già state protagoniste di un altro caso di violenza prima del match. Nel 2015 gli ultras di casa esposero un pupazzo di Mathieu Valbuena impiccato e accompagnato da cori offensivi, accusandolo di tradimento per aver cambiato maglia.
Fabio Grosso, un debutto difficile in Ligue 1 con il Lione
Oltre all’episodio del 29 ottobre, Grosso ha vissuto un debutto difficile in Ligue 1. Il Lione infatti occupa l’ultimo posto in classifica con appena tre punti in nove gare, ed è ancora a secco di vittorie. Subentrato a Laurent Blanc, l’ex allenatore del Frosinone è candidato all’esonero per via di un rapporto molto complicato con lo spogliatoio. Il 26 ottobre Jerome Rohen di Rmc Sport, riportando le parole di un calciatore, aveva spiegato che «nessun giocatore può più vedere Grosso e molti esperti della squadra lo ritengono uno dei peggiori mai avuti». Immediata la reazione del tecnico che si sarebbe chiuso con i suoi ragazzi alla ricerca della talpa per evitare nuove fughe di notizie in futuro. Chissà che l’episodio del ferimento non riesca in qualche modo a ricompattare l’ambiente.
Fabio Grosso alla presentazione con il Lione (Getty Images).
Emmauel Macron ha dichiarato che il suo governo presenterà presto un disegno di legge al Consiglio di Stato, il più alto tribunale amministrativo francese, con l’obiettivo di rendere costituzionale il diritto all’aborto entro la fine dell’anno. L’interruzione volontaria di gravidanza è stata legalizzata in Francia nel 1975 e da allora sono state emanate diverse leggi volte a migliorare le condizioni per l’aborto, come la garanzia di anonimato per le donne e l’abbassamento dei costi della procedura. L’obiettivo è salvaguardare questo diritto da eventuali iniziative politiche che potrebbero metterlo in discussione, come è successo in altri Paesi europei e negli Stati Uniti. «Nel 2024 il diritto delle donne di scegliere l’aborto diventerà irreversibile», ha scritto Macron sui social.
Fondé sur le travail des parlementaires et des associations, le projet de loi constitutionnelle sera envoyé au Conseil d'État cette semaine et présenté en Conseil des ministres d’ici la fin de l'année.
En 2024, la liberté des femmes de recourir à l'IVG sera irréversible. https://t.co/4uSoIJu310
Secondo i dati del governo, nel 2022 in Francia sono stati effettuati 234 mila aborti
L’annuncio fa seguito a una promessa fatta da Macron l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, quando il capo dell’Eliseo aveva twittato, in risposta allo stravolgimento del diritto federale all’aborto negli Stati Uniti: «Un messaggio universale di solidarietà a tutte le donne che oggi vedono questo diritto violato: la Francia iscriverà nella sua Costituzione la libertà di ricorrere all’aborto». Macron, citando l’avvocatessa e attivista femminista tunisino-francese Gisèle Halimi, aveva poi evidenziato che «i diritti delle donne sono sempre una conquista precaria». Secondo i dati del governo, nel 2022 in Francia sono stati effettuati 234 mila aborti.
Emmanuel Macron (Getty Images).
Per la modifica costituzionale serve il sì di almeno i tre quinti di entrambe le camere riunite
Un disegno di legge costituzionale in materia era stato approvato stragrande maggioranza dall’Assemblea Nazionale a novembre del 2022. Poi a febbraio ha passato aveva passato anche l’esame del Senato, ma con una modifica: «libertà della donna» al posto di «diritto». A quel punto, visto che in Francia le proposte di riforma costituzionale promosse dal governo non hanno bisogno di passare necessariamente da un referendum come quelle parlamentari, la deputata Mathilde Panot aveva invitato il governo Macron a presentare un proprio progetto di legge, cosa che l’esecutivo ha poi fatto. La modifica costituzionale richiederà l’approvazione di almeno i tre quinti di entrambe le camere del parlamento riunite. Anticipando l’approvazione della legge di revisione costituzionale, la ministra per la Parità di genere Bérangère Couillard ha scritto su X: «Questa è una vittoria per tutte le donne e un simbolo forte inviato ad altri Paesi del mondo dove i nostri diritti stanno perdendo terreno». Nessuno Stato ha finora incluso il diritto ad abortire nella sua Costituzione.
Il principio di “Una sola Cina” è «universalmente riconosciuto e rispettato» e la riunificazione di Taiwan è un processo irreversibile, con «i militari cinesi che non permetteranno mai la sua indipendenza». Così il generale Zhang Youxia, numero due della Commissione militare centrale cinese, il massimo organo delle forze armate guidate dal presidente Xi Jinping, in apertura dei lavori dello Xiangshan Forum a Pechino.
A ottobre la Cina ha inviato 380 aerei e 137 navi da guerra a Taiwan
Pechino sta progressivamente aumentando la pressione militare e politica su Taiwan. Il ministero della Difesa di Taiwan ha fatto sapere che la Cina ha inviato verso l’isola più di 380 aerei militari e oltre 137 navi da guerra nel solo mese di ottobre. Nel suo discorso al forum sulla sicurezza, il generale Zhang ha spiegato che Taiwan «è al centro degli interessifondamentali della Cina. Non importa chi tenta di separarla dalla Cina in qualsiasi forma, l’esercito cinese non sarà mai d’accordo e non mostrerà mai clemenza», ha assicurato, aggiungendo che oggi, «guardando il mondo, i problemi legati ai punti caldi emergono uno dopo l’altro», a causa di alcuni Paesi che «per paura che il mondo possa stabilizzarsi, creano deliberatamente disordini, interferiscono nelle questioni regionali, negli affari interni di altri Paesi e istigano rivoluzioni colorate». Secondo la critica di Zhang Youxia, questi Paesi sono colpevoli di creare «conflitti geopolitici artificiali» per poi «predicare l’imparzialità mentre in realtà favoriscono una parte, rendendo le situazioni regionali complesse e intrattabili, e assicurandosi che siano loro a trarre vantaggio dal caos».
Zhang Youxia, vice chairman of China's CMC, on #Taiwan question at #XiangshanForum: #Taiwan is at the core of China's core interests. No matter who attempts to separate Taiwan from China in any form, the Chinese military will never agree & will never show leniency. pic.twitter.com/yyOrnCWlfW
Zhang annuncia che la Cina svilupperà legami militari con gli Stati Uniti
Un approccio diverso da quello della Cina, secondo il generale, che attraverso il progetto di sicurezza globale di Xi Jinping «mostra al mondo la giusta direzione per la sicurezza comune e la pace duratura». Ed è in questa ottica che la Cina «svilupperà legami militari con gli Stati Uniti sulla base del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti», ha annunciato Zhang. Sembra infatti che Cina e Stati Uniti stiano riavviando il dialogo tra i loro eserciti, nonostante le continue controversie sulle rivendicazioni di Pechino su Taiwan e sul Mar Cinese Meridionale. Gli Stati Uniti hanno inviato Cynthia Carras, direttrice principale per Cina, Taiwan e Mongolia, a rappresentare il Dipartimento della Difesa americano al Forum Xiangshan. L’incontro internazionale, ospitato dal ministero della Difesa cinese, mira a discutere la cooperazione in materia di sicurezza, in un momento di conflitto sia in Ucraina che in Medioriente con la guerra fra Israele e Hamas. La questione di Taiwan, però, difficilmente sarà argomento di discussione. Nei giorni precedenti, inoltre, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si era recato a Washington dove aveva incontrato Joe Biden, alla presenza del segretario di Stato Usa Antony Blinken e del consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un incontro alla Casa Bianca il 26 ottobre 2023. (Getty Images).
Un grave incidente è avvenuto domenica 29 ottobre 2023 a Pesaro, dove un uomo ha perso la vita dopo essersi schiantato contro un albero mentre si trovava a bordo del suo mezzo a due ruote.
Incidente a Pesaro, moto contro albero: un morto
Lo schianto mortale si è consumato intorno alle ore 13 lungo la Strada dei Colli. La vittima è il 43enne Giuseppe Marcheggiani, un imprenditore edile padre di due figlie e residente in via Hermada, in zona Parco della Pace. In base alle prime ricostruzioni, sembra che Marcheggiani si stesse dirigendo verso la frazione di Novilara, sempre a Pesaro, a bordo di una una moto Ducati 1200 multistrada di proprietà della sorella. Poco prima di arrivare a destinazione (la casa di un amico dove avrebbe trascorso il pranzo) l’uomo ha perso il controllo del mezzo effettuando una curva a sinistra, schiantandosi contro una pianta. Dopo lo scontro, è precipitato in un dirupo alto tre o quattro metri.
Inutile l’intervento dei soccorsi
A lanciare l’allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio che hanno assistito alla scena. Sul posto sono quindi rapidamente arrivati i soccorsi, con l’ambulanza del 118 e i vigili del fuoco. Una volta arrivati i pompieri, tuttavia, il medico giunto sul luogo del dramma aveva già confermato il decesso. Il cadavere di Marcheggiani è stato trasportato al più vicino obitorio, a disposizione della magistratura.
In diretta tv a Da noi…a ruota libera su Rai1, Franco Nero, ospite di Francesca Fialdini, si è lasciato andare alla commozione, scoppiando a piangere, quando a sorpresa è intervenuta la grande attrice inglese Vanessa Redgrave, suo grande amore. «Franco, penso ogni giorno a te. Sono quasi alla fine, tu meriti di vivere ancora per molto», sono state le sue parole.
Una storia d’amore da romanzo
L’attore ha poi riperrcorso la sua carriera e la sua vita, dal successo di Django in Italia all’esperienza con i maestri come Buñuel e Fassbinder. Oltre duecento film e tante serie tv, ma al centro della vita di Franco Nero c’è sempre stata la storia d’amore da romanzo con l’attrice britannica Vanessa Redgrave. I due si conobbero nel 1967 sul set del film Camelot e fu amore a prima vista. Poco dopo la nascita del figlio, Carlo Gabriel, arrivò la fine della relazione a cui si susseguirono matrimoni e nuovi amori.
Il ritorno di fiamma
A 40 anni di distanza, il ritorno di fiamma nel 2006, tenuto inizialmente segreto e poi rivelato al grande pubblico tre anni più tardi. Da allora i due sono inseparabili come confermato dal videomessaggio durante la trasmissione: «Non ci vediamo spesso, avrei voluto vederti molto più sovente, ma ho i polmoni che non funzionano bene, come sai. Abbiamo sempre provato a fare del nostro meglio e ci sono stati momenti favolosi, davvero fantastici. Io sono quasi alla fine, ho 86 anni, molti più di te! Tu devi vivere molto ancora. Ti raccomando caro mio… carissimo mio! Ti voglio tanto tanto bene».
Secondo le autorità indiane, uno scontro tra due treni ha provocato almeno 13 morti e 50 feriti la sera di domenica 29 ottobre 2023 nel Sud-Est del paese. Il deragliamento è avvenuto tra le città di Alamanda e Kantakapalle, nello stato dell’Andhra Pradesh, dopo che un treno che trasportava passeggeri non ha rispettato un segnale.
Secondo le ricostruzioni a causare lo scontro un «errore umano»
Nagalakshmi, funzionario del governo locale, ha spiegato che: «13 passeggeri sono morti e altri 50 sono rimasti feriti. Le operazioni di salvataggio sono in corso». Secondo le prime conclusioni dell’indagine preliminare, la collisione sarebbe stata causata da un «errore umano», come affermato in una nota dal ministero indiano dei Trasporti ferroviari.
Gli ospiti del programma pomeridiano di Rai 1 La volta buona, condotto da Caterina Balivo, di lunedì 30 ottobre 2023 sono Alessia Marcuzzi e Guenda Goria. Spazio anche al commento a Ballando con le Stelle insieme ad Antonio Caprarica, Rosanna Banfi, Rossella Erra, Simone Di Pasquale, Fabio Canino e Dario Cassini. Come al solito poi, appuntamento con i giochi per il pubblico da casa e le emozionanti storie della gente comune.
Alessia Marcuzzi: biografia e carriera
Showgirl, conduttrice televisiva e imprenditrice, ha esordito su Telemontecarlo con lo show Attenti al dettaglio nel 1991, partecipando poi al programma sportivo Qui si gioca, tra il 1991 e il 1992, come valletta. Tra il 1992 e il 1993 ha affiancato Umberto Smaila nel varietà Novantrè e l’anno seguente è approdata in Rai accanto a Gigi Sabani ne Il grande gioco dell’oca. Nel 1995 è sbarcata a Mediaset, conducendo il people show Colpo di fulmine, fino al 1997. Assieme ad Amadeus nel 1996 ha condotto il Festivalbar mentre tra il 1998 e il 2000 ha condotto, insieme a Ellen Hidding e la Gialappa’s Band, Mai dire gol. Un altro programma importante per la carriera della conduttrice è stato Le Iene, diventato nel 2001 Le Iene Show. Tra i numerosi programmi tv condotti da Marcuzzi ci sono anche Scherzi a parte (2005), Grande Fratello (2006-2015) e L’Isola dei famosi (2015-2021). Dal 2022 è al timone della trasmissione di Rai 2 Boomerissima. Alessia Marcuzzi ha un figlio, Tommaso, nato nell’aprile 2001 dalla relazione con Simone Inzaghi, e una figlia, Mia, nata nel 2011 dalla relazione con Francesco Facchinetti. Nel 2014 si è sposata con il produttore televisivo Paolo Calabresi Marconi a Londra, ma nel 2022 ha annunciato la separazione.
Alessia Marcuzzi e Guenda Goria.
Chi è Guenda Goria
Musicista, attrice e showgirl, Guenda è figlia della conduttrice televisiva Maria Teresa Ruta e del giornalista sportivo Amedeo Goria. Fin da piccola è stata un’appassionata di musica, tant’è che si è laureata al Conservatorio Verdi di Milano e tutt’ora fa la pianista. Oltre a questa passione, però, ha seguito anche le orme della madre, mostrando sempre interesse anche per la recitazione e per lo sport. Ha studiato recitazione presso l’Actor’s Academy ed è apparsa nel film di Matteo Garrone del 2015 Il racconto dei racconti – Tale of Tales. Nello stesso anno ha recitato anche nella fiction Il paradiso delle signore, ma nella sua carriera ha partecipato anche a dei reality come L’isola dei famosi (2010) e il Grande Fratelo Vip (2020). Recentemente ha sostituito, come concorrente, la mamma nel programma di Rai 1 Tale e quale Show (2023). Attualmente è legata a Mirko Gancitano, un videomaker, che proprio durante la puntata de La volta buona del 18 ottobre 2023, le ha chiesto di sposarlo.
È stata dichiarata morta Etleva Bodi, la donna di 31 anni strangolata dal marito Bodi Selami a Savona, nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 ottobre. Madre di quattro figli, era stata ricoverata in condizioni critiche nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Paolo di Savona. I medici hanno dichiarato la morte cerebrale. L’uomo, arrestato, ora dovrà rispondere di omicidio.
È stato il marito a chiamare il 118, quando lei non respirava più
Secondo una prima ricostruzione, nella serata di venerdì la coppia – albanese ma residente da tempo in Italia – aveva avuto una discussione. La donna si era chiusa in camera da letto, da dove aveva fatto poi una chiamata al telefono. Il marito, sentendola parlare, aveva aperto la porta e poi le ha messo le mani intorno al collo, strangolandola. È stato lui stresso a chiamare i soccorsi, quando però ormai la moglie non respirava più.
Il femminicidio si è consumato con i quattro figli in casa
Le condizioni della donna fin da subito erano apparse disperate ai soccorritori del 118, che entrati in casa con i carabinieri, avevano trovato la 31enne senza battito. Il femminicidio si è consumato mentre i quattro figli, tra 5 e 11 anni di età, dormivano nelle altre stanze della casa. I bambini sono stati affidati a uno zio. Bodi, operaio edile senza precedenti penali, è stato arrestato e si trova in carcere a Marassi (Genova), accusato di omicidio aggravato da futili motivi e dal fatto che il gesto sia stato compiuto nei confronti della coniuge. Non risultano denunce di maltrattamenti da parte della moglie, né segnalazioni di altro tipo di un rapporto violento.
Diane Fleri è nata a Quimper (Francia) il 13 luglio 1983 ed è un’attrice francese con cittadinanza italiana. Nella sua carriera ha doppiato l’attrice Lea Seydoux nel film di Woody Allen Midnight in Paris (2011).
Diane Fleri: biografia e carriera
Nata in Bretagna da Marino Fleri, diplomatico romano di origine maltese, e madre francese di origine vietnamita, nel 1983 si è trasferita a Gerusalemme dopo che il padre è stato nominato console generale d’Italia. La famiglia ha vissuto lì per otto anni, fino allo scoppio della guerra del Golfo. Nel 1991 il padre è stato nominato ambasciatore italiano a Malta, dove lei ha vissuto fino al 1993. All’età di nove anni, si è poi stabilita a Roma. La sua carriera nella recitazione è iniziata quasi per caso accompagnando a un provino un amico – il film in questione era Come te nessuno mai di Gabriele Muccino – ed è stata presa lei. Nel frattempo ha studiato all’università Scienze politiche e relazioni internazionali ed è andata a vivere per un anno a Parigi, studiando recitazione e lavorando in teatro.
Diane Fleri al Festival del Cinema di Roma nel 2018 (Getty Images).
È ritornata sul grande schermo nel 2007 con il film Mio fratello è figlio unico, di Daniele Luchetti, diventando popolare l’anno seguente grazie al film di Luca Lucini Solo un padre, dove ha recitato accanto a Luca Argentero. Nel 2008 è stata co-protagonista, con il ruolo di Melanie Desmoulins, nella serie televisiva I liceali, insieme a Giorgio Tirabassi e Claudia Pandolfi. Luca Guadagnino l’ha voluta nel cast del suo film Io sono l’amore nel 2009. L’attrice ha recitato anche in film come Anche se è amore non si vede, regia di Ficarra e Picone (2011), Posti in piedi in paradiso, regia di Carlo Verdone(2012) e il più recente Romantiche, regia di Pilar Fogliati (2023).
Diane Fleri: la vita privata
L’attrice è madre di due figli, Tiago e Zoe, avuti dal parrucchiere per il cinema Sharim Sabatini. Con lui è stato un vero e proprio colpo di fulmine, anche se all’epoca del primo incontro lei era già fidanzata. Solo successivamente i due si sono reincontrati e hanno deciso di iniziare una relazione che dura tutt’ora.
L’arresto è scattato nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre, all’uscita dal suo albergo a Trieste, quando lo skipper Milos Radonjic è stato avvicinato da alcuni agenti della questura che lo hanno identificato, sulla base di un mandato di cattura internazionale emesso il 15 settembre dal Distretto Est di New York. Come riportato dal Corriere della Sera, la segnalazione alle autorità italiane, secondo la quale Radonjic sarebbe arrivato a Trieste a bordo del suo maxi yacht da regata, è arrivata dagli Stati Uniti.
L’assenza alla Barcolana
Per l’Hsi, l’Homeland Security Investigations e le altre agenzie federali che hanno indagato su di lui, il 33enne montenegrino non è solo un forte velista ma anche «the Pirate of the Unknown», il Pirata dell’ignoto, come riportato dal quotidiano, considerato uno dei capi della Tco, un’organizzazione criminale transnazionale. A causa dell’arresto, è risultato assente all’ultima edizione della Barcolana: al timone di Maxi Jena, un racer di 24 metri, c’era infatti il fratello.
Le accuse
Lo skipper dovrà ora rispondere delle accuse per traffico di droga e riciclaggio. Secondo quanto riportato, l’inchiesta è il risultato di anni di indagini, basate anche su intercettazioni e la decrittazione dei messaggi che il gruppo si mandava attraverso applicazioni come Sky-Ecc, Signal, iMessage e Facetime. Radonjic ha respinto le accuse, affermando che non era lui la persona che stavano cercando e che si trattava sicuramente di un caso di omonimia. La Corte di appello di Trieste ha convalidato l’arresto.
Settimana decisiva per la vicenda Tim, su cui il governo ha messo temerariamente la faccia fin dal giorno uno del suo insediamento, affermando senza se e senza ma che la Rete doveva tornare nelle mani dello Stato. Non importa se poi, via via che passava il tempo e seguendo gli umorali saliscendi di una maggioranza litigiosa, i se e i ma si sono moltiplicati. Così, prima che la sua faccia rischiasse di perderla, tutto è finito sui tavoli del Mef e di Palazzo Chigi, nello specifico quello del capo di gabinetto Gaetano Caputi, se non altro per disboscare la confusa platea di protagonisti che volevano dire la loro. Risultato? A un anno dall’insediamento dell’esecutivo la partita non è ancora chiusa.
Gaetano Caputi (Imagoeconomica).
Il via libera a Kkr e il possibile veto di Vivendi
Si chiuderà ora, dopo il suo via libera all’offerta del fondo Kkr? Visto il pregresso, meglio non azzardare previsioni. Ci sono ancora troppi nodi irrisolti, a partire dal ruolo dei francesi di Vivendi, soci di riferimento della società, sin dall’inizio contrari alla vendita della Rete la cui valutazione considerano deprezzata al punto tale da mettere in seria difficoltà la sopravvivenza di quello che resterebbe, in primis la parte dei servizi. Coinvolti all’ultimo momento dal governo, convinto comunque che lo scorporo di Tim si possa fare senza il loro coinvolgimento, Bolloré e soci hanno montalianamente fatto sapere ciò che non sono e ciò che non vogliono. Poi si sono messi alla finestra, non prima però di aver minacciato fuoco e fiamme se l’operazione dovesse passare senza l’avallo di un’assemblea straordinaria. La sola certezza dunque è che ci sarà molta più materia per gli avvocati e consulenti di quella che c’è stata finora, cosa che nel groviglio dei veti contrapposti suggerisce l’emergere di un sicuro vincitore: le loro parcelle.
Vincent Bolloré (Imagoeconomica).
La proposta di Merlyn e la chiamata in causa di Cdp
Notizia del fine settimana, sul filo di lana è arrivata la proposta del fondo Merlyn, che ribalta le carte in tavola: nessuna vendita della Rete, ma piuttosto dei servizi e dalla ricca controllata in Brasile. E uno schema che fa di Cassa depositi e prestiti, altro azionista importante dell’ex monopolista dei telefoni, perno dell’operazione. Figurarsi l’agitazione in via Goito per la chiamata in causa, dopo che per tutta la vicenda il suo atteggiamento era stato quello dell’alunno che si nasconde sotto il banco per non farsi interrogare. Sta di fatto che di fronte all’inatteso sasso lanciato nello stagno, il governo con raro tempismo ha fatto sapere che non se ne parla proprio, e che l’unica strada percorribile resta quella del fondo americano d’intesa con il Mef. La prontezza con cui Palazzo Chigi si è mosso a molti ha fatto specie, ma è facilmente spiegabile: la paura che la proposta di Merlyn seduca quanti al suo interno, a cominciare dal vicepresidente Matteo Salvini, hanno sempre strepitato contro lo spezzatino telefonico. E, ancora, quella che l’iniziativa del fondo vada a fare comunella con lo scontento di Vivendi, ampliando così la massa critica degli oppositori e il loro potere di interdizione in un’aventuale assemblea.
Il logo Tim (Ansa).
Tim, la fine di una vicenda di cui non si vede ancora la fine
Conclusione, che detta così suona come un paradosso: siamo alla fine di una vicenda di cui non si vede ancora la fine. Tirarla in lungo sarebbe esiziale, per il governo ma soprattutto per l’azienda che dopo mesi di caotica confusione intorno ai suoi destini vorrebbe certezze. Ma uscirne, parafrasando le parole del ministro Giorgetti, sembra uno spericolato quasi irrisolvibile esercizio di complessità.
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 è stata registrata alle 6 e 25 del mattino di lunedì 30 ottobre in Emilia, tra le province di Reggio e di Modena. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a nove chilometri di profondità ed epicentro tra il comune reggiano di Castellarano e quello modenese di Sassuolo. Non si hanno segnalazioni di danni a persone o cose.