L’Area C di Milano ha aumentato il ticket, con il prezzo che è passato da 5 a 7,5 euro. L’accesso per i veicoli di servizio è invece salito da 3 a 4,50 euro. Si tratta delle novità introdotte dall’amministrazione di Giuseppe Sala nel quadrilatero della moda del capoluogo lombardo, compreso tra via Manzoni, via Senato, corso Venezia e il Duomo. I ticket cartacei ancora in circolazione saranno attivabili solo online entro il 29 ottobre 2024, senza alcun sovrapprezzo. Per i residenti, a partire dal 51esimo ingresso, il ticket è previsto che arrivi a costare 3 euro.
Censi, assessore alla mobilità di Milano: «Coerenti con i nostri impegni»
Il provvedimento notificato il 1 ottobre 2023 e diventato effettivo dal 30 dello stesso mese è stato spiegato nella sua logica dall’assessore alla Mobilità del Comune di Milano Arianna Censi, che ha dichiarato: «Questi provvedimenti sono coerenti con quello che ci siamo impegnati a fare con i milanesi. Il miglioramento dell’aria che respiriamo e della qualità della vita nella nostra città passa anche da una diminuzione della presenza di macchine in strada e dal potenziamento del trasporto pubblico che stiamo portando avanti, soprattutto con il completamento della M4». Poi Censi ha concluso: «A questo si aggiunge la promessa che abbiamo fatto per rendere più sicure le nostre strade, in particolare per i ciclisti e i pedoni, individuando in breve tempo una modalità per inserire l’obbligatorietà di sensore per l’angolo cieco, in mancanza di una normativa nazionale».
Giallo a Parma, dove nella mattinata di lunedì 30 ottobre 2023 è stato rinvenuto il cadavere di una donna di 56 anni all’interno del laghetto del Parco Ducale.
Donna trovata morta al Parco Ducale di Parma
Il macabro ritrovamento è avvenuto poco prima delle ore 10.00. Sembra che la segnalazione alle autorità sia arrivata da parte di una ragazza che avrebbe chiamato per prima i soccorsi, resasi conto del corpo senza vita della donna che galleggiava nel laghetto sotto la pioggia battente. L’unica informazione confermata dalle autorità al lavoro sul caso è l’età e il sesso della vittima, mentre per il resto sono ancora in corso tutti gli accertamenti del caso per cercare di risalire alla sua identità e capire cosa le possa essere accaduto. Almeno per il momento, come riporta anche Parma Today, non si può escludere alcuna pista investigativa. Sul posto sono giunti i carabinieri, la polizia, i vigili del fuoco, e gli operatori del 118, oltre alla polizia scientifica che si sta occupando di portare a termine i rilievi.
Rosario Fiorello condurrà mai, tutto da solo, il Festival di Sanremo? Sono in tanti a porsi questo quesito ma il comico e speaker radiofonico ha in merito delle idee piuttosto chiare, e la risposta a questa domanda per il momento è un secco no.
Fiorello non vuole condurre Sanremo: «Non è il mio mestiere»
Fiorello ha già in passato fatto da spalla comica allo storico amico Amadeus, conduttore e direttore artistico della kermesse negli ultimi quattro anni. Tuttavia, non sembra che la conduzione in solitaria del Festival sia nei suoi programmi. In occasione della puntata del format Instagram Aspettando Viva Rai 2 di lunedì 30 ottobre, Fiorello ha dichiarato: «Non condurrò mai Saremo, non è il mio mestiere. Non dico che è un’offesa quando me lo chiedete, ma quasi». E, a quanto pare, non avrebbe nemmeno intenzione di tornare ai suoi storici one-man show del sabato o del lunedì sera, come il vecchio Stasera pago io: «Non se ne parla, per me Viva Rai 2 è più varietà di altri programmi serali che si vedono oggi in tv».
Tutto sulla nuova edizione di Viva Rai 2
Se vederlo al timone della kermesse canora ligure sembra essere fuori questione, è per il resto certo che il pubblico televisivo e radiofonico potrà presto godersi la sua verve comica in occasione della seconda, attesissima stagione di Viva Rai 2 in partenza il 6 novembre. Causa lamentele dei residenti, lo show si è dovuto spostare dalla centralissima Via Asiago al Foro italico, dove verrà posizionato il glass. «Non siamo stati sfrattati da via Asiago. ce ce ne siamo andati. Sapevamo che potevamo disturbare, avevamo adottato delle contromisure, ma il pubblico in strada non puoi contenerlo. Quando abbiamo ospitato la Pausini i fan si sono presentati in strada alle tre del mattino. Però mi sono arrabbiato quando qualcuno ha detto che lasciavamo la strada sporca. Ecco quello è stato un insulto e una bugia», ha precisato Fiorello, che ha poi sottolineato come la nuova edizione «sarà più complicata, perché c’è un’altra guerra in corso e perché le persone al mattino vorranno conoscere che cosa sta succedendo nel mondo». Ma, ha concluso: «In 45 minuti faremo comunque il nostro e cercheremo di strappare qualche sorriso. Sulle cose serie non mettiamo bocca, non ci schieriamo perché potremmo essere strumentalizzati, qualsiasi cosa diciamo».
Lisa Kudrow è tra le prime ex colleghe del compianto Matthew Perry ad aver pubblicamente manifestato vicinanza all’attore defunto il 28 ottobre offrendosi anche di adottare il suo cagnolino, Alfred. Alle spalle l’attrice ha una carriera molto lunga che va ben al di là di Friends, anche se è innegabile che gran parte del pubblico la ricordi soprattutto per il ruolo della stralunata Phoebe Buffay.
Chi è Lisa Kudrow: la carriera dell’attrice
Nata il 30 luglio del 1963 a Los Angeles, Lisa Kudrow in un primo momento ha seguito le orme del padre, laureandosi in Biologia, ma ha iniziato ben presto ad appassionarsi al teatro entrando a far parte del gruppo teatrale dei The Groundlings. Dopo aver recitato in qualche film minore, ottenne il primo ruolo importante nel film Innamorati Pazzi, un ingaggio che le avrebbe aperto poi la strada al successo di Friends. Per 10 anni, dal 1994 al 2004, l’attrice ha prestato il volto a uno dei personaggi più simpatici in assoluto del serial, la massaggiatrice Phoebe, sempre con la testa fra le nuvole. Ad ogni modo, negli stessi anni, Lisa ha avuto l’occasione di entrare a far parte del cast di molte altre pellicole al cinema, tra le quali spiccano film come Terapia e pallottole e Un boss sotto stress. Terminata l’esperienza di Friends, il pubblico l’ha poi vista recitare in P.S. I love you, Cattivi vicini o ancora in La ragazza del treno, ma anche in serie tv come Scandal o ancora The Good Place. Kudrow è stata ovviamente anche inserita nel cast della reunion di Friends trasmessa da HBO Max nel 2021 e in occasione della quale, insieme ai suoi storici amici, ha avuto l’occasione di ricordare i tempi andati di uno degli show comici di maggior successo di sempre.
La vita privata
Il 27 marzo del 1995 Lisa Kudrow ha sposato Michel Stern, pubblicitario francese, con cui vive ancora oggi a Beverly Hills. I due hanno un figlio, Julian, nato il 7 maggio del 1998.
Dopo la sospensione di 90 giorni, Luis Rubiales resterà fermo per tre anni. La Commissione disciplinare della Fifa, infatti, ha deciso di inibire l’ex presidente della Federcalcio spagnola da ogni attività calcistica a livello nazionale e internazionale. Rubiales, protagonista dello scandalo scoppiato al termine della finale del Mondiale femminile, quando ha baciato la calciatrice Jenni Hermoso, avrà dieci giorni per richiedere le motivazioni della sentenza e presentare ricorso alla Commissione d’appello della Fifa. E lo ha anche già annunciato: «Farò ricorso, la decisione della Fifa è senza fondamento».
La decisione è stata presa lunedì 30 ottobre, a distanza di diversi mesi dal bacio con cui si è aperto il caso. In una nota la Fifa ha ribadito «l’impegno assoluto a rispettare e proteggere l’integrità di tutte le persone e a garantire il rispetto delle regole fondamentale di una condotta dignitosa». Rubiales è stato accusato di aver violato l’articolo 13 del codice disciplinare della federazione internazionale, che ha sede a Losanna.
Rubiales: «Decisione senza fondamento»
L’ex presidente della federcalcio spagnola ha già annunciato che presenterà «ricorso contro la decisione della Fifa sino all’ultima istanza affinché venga fatta giustizia e trionfi la verità». Rubiales ha definito la squalifica comminata oggi dalla Fifa «senza alcun fondamento». Poi ha aggiunto: «Malgrado i molteplici sforzi di alcuni politici, dei media e delle istituzioni, sta diventando sempre più evidente la sproporzione e l’ingiustizia commessa. Ma per le persone e la stragrande maggioranza è tutto chiaro».
Il bacio a Hermoso la notte del 20 agosto
La vicenda risale al 20 agosto 2023. Al termine del match vinto dalla Spagna contro l’Inghilterra, con cui le atlete iberiche hanno conquistato il Mondiale femminile, è arrivato il bacio di Rubiales a Hermoso. Poche ore più tardi, la stessa calciatrice ha chiesto sanzioni per l’allora presidente della federazione spagnola. Lui, però, ha resistito e non si è dimesso, spiegando: «Ho ricevuto molte pressioni. Magari lunedì troveranno la formula per cacciarmi. Intendo difendermi e lottare sino alla fine. E spero che si compia la legge e siccome non c’è niente non mi aspetto niente di male». Dopo è arrivata la sospensione e ora la squalifica per tre anni.
L’assalto antisemita andato in scena all’aeroporto di Macha?kala, dove una folla inferocita è andata alla ricerca di passeggeri israeliani in arrivo su un volo da Tel Aviv, rischia di essere solo l’inizio di una caccia all’ebreo che potrebbe pericolosamente allargarsi anche a livello globale. Per adesso, preoccupa soprattutto cosa sta succedendo nelle repubbliche della Federazione russa a maggioranza musulmana come il Daghestan. A certe latitudini il dubbio non si è posto: nel conflitto in Medio Oriente si sostiene la Palestina e nel caso anche Hamas. Pazienza se l’organizzazione terroristica islamista ha ancora in mano dei connazionali. Gli ebrei, anche con passaporto russo, non sono i benvenuti. Ma da Roma alla Francia, l’ondata di odio non sta risparmiando neanche il resto d’Europa.
A mob in Dagestan tried to find and lynch Jews at the airport. Here is what they did find: six Muslim kids from Dagestan who came back from life-saving cancer treatment in Israel. They want to take life. We want to give life pic.twitter.com/Dnb6CJ8ajA
In Europa gli attacchi agli ebrei aumentati del 1200 per cento, dice l’Eja
Per inquadrare le dimensioni del fenomeno, secondo l’associazione ebraica europea Eja (European Jewish Association) dal 7 ottobre, giorno dell’assalto di Hamas che ha riacceso questa fase del conflitto mediorientale, gli attacchi antisemiti e gli abusi contro gli ebrei sono aumentati del 1200 per cento in Europa, con 519 incidenti solo in Francia, dove non a caso vive la comunità ebraica più grande del continente. Tra gli episodi conteggiati ci sono la distruzione delle bandiere israeliane, il vandalismo di monumenti e siti ebraici, graffiti e persino minacce di morte. Il rabbino Menachem Margolin, presidente dell’Eja, ha detto che «i due milioni di ebrei che vivono in Europa non dormono più la notte perché si sentono minacciati», spiegando che un aumento simile di questi incidenti non si vedeva da decenni: «Prima di dormire i cittadini ebrei bloccano le loro porte, installano le telecamere e cambiano le finestre con vetri antiproiettile. Non si sentono più al sicuro. Abbiamo bisogno di aiuto».
LaComunità ebraica di Roma: «Crescente clima di intolleranza»
Sulla stessa linea il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, che all’Ansa ha detto: «Fanno impressione le immagini dell’assalto all’aeroporto del Daghestan e la caccia agli ebrei negli aerei, negli hotel e sui bus. Ci ricordano un capitolo terribile della storia che sembrava superato. La comunità ebraica di Roma è ragionevolmente preoccupata. Registriamo un crescente clima di intolleranza, con accenti e slogan antisemiti che dopo tanti anni abbiamo purtroppo sentito nuovamente in questi giorni anche in alcune piazze italiane. C’è antisemitismo, si nega il diritto di esistenza a Israele». Anche l’ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar aveva espresso tutta la sua angoscia al Tg1, rispondendo proprio a una domanda sull’allarme sicurezza in Italia: «Ultimamente alcune persone delle comunità ebraiche italiane dicono di sentirsi più insicure, vedono crescere una certa ostilità, in certi casi esitano a mandare i figli a scuola. Questo dovrebbe essere inaccettabile, non solo per noi, ma anche per il governo italiano».
Il controllo dei passaporti e gli echi preoccupanti di pogrom
Per adesso, la situazione più calda sembra essere quella in Russia. Secondo i resoconti, inizialmente gli assalitori si erano radunati fuori dall’aeroporto per controllare i passaporti delle persone che uscivano, in cerca di cittadini israeliani. Poi la caccia all’ebreo di Macha?kala, con echi sinistri di pogrom, ha visto gli assalitori abbattere barriere e sfondare le porte i vetro del terminal, al grido di «Allah Akbar», fino a circondare l’aereo della Red Wings direttamente sulla pista d’atterraggio. Uno di loro è anche salito su un’ala del velivolo e ha cercato di entrare nell’abitacolo. Nella folla un cartello con la scritta: «Gli assassini di bambini non sono benvenuti in Daghestan», che evidentemente non teneva conto di quanto accaduto nei kibbutz vicini alla Striscia di Gaza il 7 ottobre. «Siamo qui per gli ebrei, siamo venuti a ucciderli», si è sentito urlare nel caos. I filmati mostrano addirittura persone intente a controllare nei motori spenti dell’aereo, per scovare passeggeri nascosti. Chiedendo, persino ai tecnici in pista, dove si stessero «nascondendo gli ebrei». Sono state circa 150 le persone che hanno invaso la pista, gridando slogan antisemiti, di cui 60 fermate da forze speciali e della polizia, mentre le autorità lanciavano un appello a cessare gli «atti illegali». Nove gli agenti feriti negli scontri, due dei quali ricoverati in ospedale. Una ventina invece i contusi tra i manifestanti. L’agenzia aeronautica russa Rosaviatsiya ha annunciato che l’aeroporto, che spesso funge da scalo tra Tel Aviv e altre destinazioni russe, Mosca in particolare, rimarrà chiuso fino al 6 novembre.
Astonishing new footage via @ru_rbc of the moment that crowds stormed the runway at Makhachkala airport earlier this evening pic.twitter.com/ZlZNLL1a8B
Il governatore: «Tutti i daghestani si immedesimano nella sofferenza della Palestina»
«Tutti i daghestani si immedesimano nella sofferenza delle vittime delle azioni di persone e politici ingiusti e pregano per la pace in Palestina. Ma quello che è successo nel nostro aeroporto è oltraggioso e dovrebbe ricevere un’adeguata valutazione da parte delle forze dell’ordine», ha detto Sergei Melikov, governatore della repubblica del Caucaso settentrionale, dove l’islam è praticato da quasi il 90 per cento della popolazione, a maggioranza sunnita. «Non c’è coraggio nell’aspettare persone disarmate che non hanno fatto nulla di vietato, non c’è onore nell’insultare gli stranieri, mettere le mani nelle loro tasche e cercare di controllare i loro passaporti, non ci sono buone intenzioni nell’attaccare donne con bambini che stanno ricevendo cure all’estero», ha aggiunto. Secondo quanto riporta Russia Today, l’attacco potrebbe essere stato fomentato da messaggi apparsi sul canale Telegram Utro Dagestan, noto per diffondere notizie miste a teorie cospirative, che invitavano la popolazione locale a seguire gli israeliani in arrivo, a fotografare i loro veicoli e persino ad annotare gli indirizzi degli alloggi.
Non solo Daghestan: episodi di antisemitismo si stanno verificando il tutto il Caucaso
Il ministero dell’Interno del Daghestan ha aperto un fascicolo penale per organizzazione di disordini di massa, ma quanto visto a Macha?kala non è un caso isolato. A Khasavyurt, sempre nel Daghestan, alcuni manifestanti hanno assediato e lanciato pietre contro l’Hotel Flamingo dopo che si era sparsa la notizia che un gruppo di israeliani vi alloggiasse. Secondo i resoconti dei media russi, alcune decine di persone sono entrate nell’albergo chiedendo di controllare i passaporti degli ospiti, alla ricerca delle «stanze per rifugiati ebrei». Chi ha sparso la voce? Anche in questo caso un canale Telegram, secondo cui «una persona esteriormente simile a un cittadino israeliano» era stata vista entrare in hotel. Episodi analoghi si sono verificati fuori dell’hotel Kyiv.
I residenti di Khasavyurt (Daghestan) controllano gli hotel dove presumibilmente si sarebbero stabiliti immigrati provenienti da Israele
Secondo l'agenzia “Emergency Caucasus”, negli hotel Flamingo e Kiev i residenti locali “hanno effettuato un'ispezione” per la presenza di… pic.twitter.com/QGJ6MPgKe5
Copione simile a ?erkessk, capitale della Repubblica di Kara?aj-Circassia, dove circa 200 manifestanti hanno chiesto al governo di «non permettere ai profughi israeliani» di entrare nella regione e di «sfrattare gli ebrei» che ci vivono, riportano i media locali. A seguito di scontri con la polizia, 34 persone sono state fermate. A Nalchik, capitale della Repubblica Autonoma di Cabardino-Balcaria, ignoti hanno appiccato il fuoco a un centro culturale ebraico in costruzione ed è apparsa la scritta: «Morte ai giudei». Non solo: tornando al Daghestan, le autorità religiose locali hanno suggerito che potrebbe essere necessario evacuare circa 800 famiglie dalla zona di Derbent, dove vive il gruppo etnico degli ebrei della montagna. «La situazione è molto difficile. La gente della comunità ha paura, chiama e non so cosa consigliare. La Russia non è la nostra salvezza, anche qui ci sono stati dei pogrom», ha detto al notiziario Podyom il rabbino Ovadya Isakov.
Zelensky: «L’antisemitismo russo e l’odio contro le altre nazioni hanno radici profonde»
In risposta a quanto successo a Macha?kala, Benjamin Netanyahu ha detto di aspettarsi «che le forze dell’ordine russe tutelino la sicurezza di tutti i cittadini israeliani e degli ebrei ovunque si trovino», e che agiscano «con risolutezza contro i rivoltosi e l’incitamento selvaggio diretto contro di essi». Sulla questione si è espresso anche il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, sottolineando che non è stato un incidente isolato: «L’antisemitismo russo e l’odio contro le altre nazioni sono sistemici e hanno radici profonde. L’odio porta all’aggressione e al terrore. Dobbiamo lavorare insieme per opporci al terrore». Dal Caucaso al resto d’Europa, il rischio di escalation antisemita preoccupa sempre di più le comunità ebraiche.
Meta ha ufficializzato il piano di abbonamento per Facebook e Instagram. Chi deciderà di sottoscrivere la versione a pagamento potrà eliminare la pubblicità dal feed, che invece continuerà ad apparire per tutti gli account che decideranno di continuare con il pacchetto free. In arrivo a novembre, avrà il costo di 9,99 euro per il web e di 12,99 per le app mobile sui sistemi operativi iOS e Android. «Crediamo in una rete Internet gratuita supportata dagli annunci e continueremo a offrire l’accesso free ai nostri prodotti e servizi indipendentemente dalle disponibilità economiche», ha dichiarato Meta con un comunicato ufficiale. «Per ottemperare alle normative dell’Unione europea in continua evoluzione, stiamo introducendo la possibilità di sottoscrivere un abbonamento in Ue e Svizzera».
Facebook e Instagram a pagamento in Europa: i dettagli
Come ha sottolineato Meta, con il nuovo piano di abbonamento la società intende confermare ancora una volta il suo impegno per il rispetto dei dati sensibili. «Intendiamo mantenere le informazioni delle persone private e sicure, ai sensi delle nostre normative e del regolamento Ue sulla protezione dei dati». La società di Mark Zuckerberg ha poi aggiunto che, per la realizzazione degli annunci pubblicitari, non sfrutterà nulla di quanto presente negli account di ogni user. Ciascuno però vedrà comparire spot mirati al suo particolare utilizzo della Rete internet grazie probabilmente a una serie di interazioni con altre piattaforme e cookies. Meta ha poi confermato che, fino all’1 marzo 2024, l’abbonamento sarà valido per tutti gli account legati al Centro gestione dell’utente. A seguire, per ogni profilo aggiuntivo si applicherà un sovrapprezzo di sei euro al mese per il web e di otto euro per le versioni mobile.
Il lancio dei servizi a pagamento per Facebook e Instagram in Europa non è casuale. Come hanno spiegato anche gli analisti di The Verge, l’annuncio è legato in buona parte al verdetto della Corte di giustizia dell’Ue, che a dicembre 2022 aveva vietato a Meta di usare i dati personali degli utenti a meno di esplicito consenso sull’applicazione. Quest’ultima infatti, proprio attraverso le informazioni degli iscritti, era stata in grado di mostrare e targetizzare gli spot da far apparire sulla bacheca tra un post e l’altro. «Rispettiamo lo spirito e lo scopo di queste normative europee», ha concluso Meta. «Siamo pienamente impegnati a rispettarle». L’azienda di Menlo Park ha poi aggiunto che, per coloro che non vorranno sottoscrivere l’abbonamento, l’esperienza non subirà alcuna ripercussione e che gli strumenti di preferenza per gli annunci rimarranno disponibili.
Non solo Meta, gli altri piani di abbonamento sui social
La società proprietaria di Facebook e Instagram, oltre che di WhastApp, non è nuova ai piani a pagamento sulle sue piattaforme. Già da tempo è disponibile infatti Meta Verified, opzione che consente di certificare il proprio profilo e permette pertanto una maggiore protezione dei propri dati, soprattutto dei creator. Nelle ultime settimane inoltre diversi altri social media hanno presentato i propri servizi di abbonamento. È il caso di Elon Musk con X, che ha pensato a una sottoscrizione da un dollaro l’anno per combattere i Bot e la disinformazione. Attiva anche ByteDance che, per la sua TikTok, sarebbe pensando a una versione priva di pubblicità dal costo di 4,99 dollari al mese.
Alcune baracche in cui vive una numerosa comunità di migranti a Borgo Mezzanone, nel Foggiano, sono state distrutte da un incendio. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco secondo i quali al momento non ci sono feriti. Non sono ancora state accertate le cause del rogo. L’incendio è stato domato e si procede con le operazioni di bonifica.
La zona ospita 1.500 braccianti africani
Borgo Mezzanone è noto per essere luogo di insediamento abusivo di una comunità abbastanza nutrita di migranti di origine africana che operano nel Foggiano come braccianti agricoli. Vista l’entità dell’incendio, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del presidio 115 presente nella borgata e le squadre del distaccamento di Lucera e del comando provinciale di Foggia, con l’ausilio di una autobotte.
Anche nei processi per omicidio commesso nei confronti di una persona familiare o convivente, il giudice deve avere la possibilità di valutare caso per caso se diminuire la pena in presenza della circostanza attenuantedellaprovocazione e delle attenuanti generiche. Lo ha stabilito la Consulta con la sentenza n. 197, con la quale è stato dichiarato incostituzionale l’ultimo comma dell’art 577 del Codice penale, introdotto dal Codice rosso. La norma vietava eccezionalmente al giudice di dichiarare prevalenti le due attenuanti rispetto all’aggravante dei rapporti familiari tra autore e vittima dell’omicidio.
I casi di Alex e di Agostina Barbieri
La questione era stata sollevata da due ordinanze della Corte d’assise d’appello di Torino e da un’ordinanza della Corte d’assise di Cagliari. La Corte d’assise d’appello di Torino sta procedendo nei confronti di Alex, che a 18 anni nel 2020 a Collegno (Torino) tolse la vita al padre per proteggere la madre nel corso dell’ennesimo litigio. La Corte torinese non ritiene, a differenza di quanto stabilito dai giudici in primo grado, che l’imputato abbia agito in legittima difesa, ma gli riconosce varie attenuanti, tra cui la provocazione e le attenuanti generiche. In un diverso procedimento, la stessa Corte d’assise d’appello deve giudicare della responsabilità penale di una donna, Agostina Barbieri, che nel 2021, a Borghetto Borbera, in provincia di Alessandria, strangolò il marito, Luciano Giacobone, dopo essere stata ancora una volta malmenata. Anche in questo caso, la Corte esclude la legittima difesa, ma ritiene che all’imputata debbano essere riconosciute, tra l’altro, la provocazione e le attenuanti generiche. La corte cagliaritana, infine, sta procedendo nei confronti di un uomo, 67enne al momento del fatto, accusato di avere ucciso la moglie 60enne in un momento di esasperazione provocato dai continui comportamenti aggressivi della vittima, alcolista e affetta da patologie psichiatriche.
Tragedia nella mattinata di lunedì 30 ottobre, nella zona industriale di Padova. Silvano Cenci, un uomo di 69 anni proveniente da Camisano Vicentino, ha perso la vita in seguito a un incidente con un mezzo pesante.
Incidente a Padova: 69enne investito e ucciso da un camion
Il dramma si è consumato poco dopo le 6.00 del mattino in via Messico. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla polizia locale, che è stata la prima ad arrivare sul luogo del sinistro, l’uomo stava guidando un autoarticolato, quando si è fermato a lato della strada per aiutare un camionista che era sceso dal suo mezzo in panne. Proprio mentre scendeva dal suo camion, un terzo veicolo pesante stava sopraggiungendo nello stesso momento e l’ha travolto in pieno. Il personale del Suem 118 è intervenuto immediatamente, ma purtroppo per il 69enne non c’è stato nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate nell’investimento. La strada in cui si è verificata la tragedia è stata temporaneamente chiusa al traffico per permettere alle autorità di effettuare tutti i controlli del caso. Importanti le ripercussioni sul traffico nella zona della tragedia, dove a causa dell’accaduto si sono formate lunghe code.
La scelta di Zerocalcare di rinunciare alla partecipazione al Lucca Comics & Games, dopo il patrocinio dato all’evento dall’ambasciata di Israele, è stata presa anche da un’altra fumettista italiana. Si tratta dell’artista Fumettibrutti, pseudonimo della 31enne catanese Josephine Yole Signorelli, che ha annunciato sui social la sua decisione. Anche lei non parteciperà alla famosa fiera del fumetto, che si terrà dall’1 al 5 novembre. E il motivo è anche stavolta il patrocinio dell’ambasciata israeliana.
Fumettibrutti sui social: «Non ci dormirei la notte»
Sul profilo ufficiale di Fumettibrutti, che conta 167 mila follower su Instagram, la fumettista spiega: «Mi dispiace scrivervi che non sarò presente durante i giorni di fiera a Lucca, e il motivo è proprio il patrocinio dell’ambasciata di Israele. Dopo averlo scoperto mi sono presa del tempo prima di decidere cosa fare, e credo che se nella vita si fanno dei compromessi (io stessa ne ho fatti tanti) su questo non riuscirei a dormirci la notte. Perdonatemi in anticipo se non potrò leggere tutti i messaggi, ma devo tutelarmi dal leggere possibili commenti che dicono che in quanto transgender e persona queer Lgbtqia+ non dovrei parlare di Gaza o della causa palestinese. Non dovrei dare alcuna spiegazione al riguardo, ma voglio comunque scrivere una parola di cui parlava sempre anche Michela Murgia, “intersezionalità”».
Signorelli: «Il femminismo ciò che mi rende libera ogni giorno»
E ha continuato: «Significa preoccuparsi per tutte le lotte contro l’oppressione, dei corpi e dei popoli, non solo di quelle che ci fanno comodo. Il femminismo è la chiave di lettura del mondo che mi rende libera ogni giorno, e non si tratta di un dovere per me, è l’essenza stessa della vita. Quindi stelle, mi scuso perché non riusciremo in quest’occasione a tenerci per mano e ad abbracciarci, ma sono sicura che lo faremo sempre e per sempre anche in altri luoghi».
La Festa del cinema di Roma irrompe al botteghino e Paola Cortellesi con C’è ancora domani, che oltre che protagonista con Valerio Mastandrea la vede debuttare dietro la macchina da presa, si piazza al primo posto dei film più visti nel weekend del 28 e 29 ottobre 2023, secondo le rilevazioni Cinetel, con un incasso di 1.644.784 euro. Il film, che è stato scelto per aprire la manifestazione e ha avuto tre premi, è un racconto delicato e intimo, girato in bianco e nero, sulla condizione e il riscatto della donna nella Roma del dopoguerra. Al secondo posto si piazzaSaw X, decimo capitolo della saga horror ventennale che incassa 1.130.214 in cinque giorni di programmazione. Terzo gradino del podio al kolossal di Martin Scorsese, con protagonisti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, Killers of the flower moon, con 1 milione 40 mila euro (3.267.099 in 15 giorni). Il film, ambientato nell’America della corsa all’oro nero negli Anni 20 del 1900, si ispira a un caso di cronaca nera.
Me contro te fuori dal podio
I dominatori della settimana scorsa, i Me contro Te con Vacanze in Transilvania, finiscono quarti con 860 mila euro e un totale in due settimane di 3.194.741. Quinto posto per il debutto di Anatomia di una caduta, thriller ambientato nel gelo delle Alpi francesi Palma d’oro a Cannes e passato per la Festa del Cinema di Roma, con 217 mila euro. Segue un altro debutto, il thriller Retribution, con 164 mila euro e un cast che vede protagonisti Liam Neeson e Matthew Modine. Scivola al settimo postoL’ultima volta che siamo stati bambini, esordio alla regia di Claudio Bisio che ha guadagnato 164 mila euro (1 milione 237 mila euro in tre settimane), seguito da Assassinio a Veneziache porta a casa 161 mila euro, portando il totale in sette settimane a 8 milioni 374 mila euro. Chiudono la top ten, in calo, Dogman, con 133 mila euro (1 milione 154 mila in tre settimane) e l’horror L’Esorcista – Il credente che ha ottenuto altri 112 mila euro portando il totale della sesta pellicola a 2 milioni 943 mila di euro in quattro settimane. Nel weekend l’incasso è stato di 6.339.832 euro con un calo del 10 per cento rispetto al fine settimana precedente, ma con +35.43 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando il botteghino registrò 4.703.813 euro.
La procura di Latina, nel corso della seconda inchiesta sulle cooperative per l’accoglienza dei migranti Karibu e ConsorzioAid gestite dalla moglie e dalla suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, ha disposto l’arresto per le donne per le accuse di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto riciclaggio. Le due donne resteranno, al momento, ai domiciliari, mentre per il cognato Michel Rukundo è stato previsto l’obbligo di dimora in provincia di Alessandria. Nel corso delle operazioni giudiziarie è stato anche previsto il sequestro di beni per un valore di circa due milioni di euro. Continua, dunque, la vicenda che imbarazza il parlamentare da sempre al fianco dei diritti dei migranti che, proprio sul tema, dimostrerebbe di avere il nemico in casa. L’ex sindacalista, tuttavia, fin qui è stato sempre ritenuto estraneo ai fatti. Ma chi è Liliane Murekatete e quanto è coinvolta in tutta questa vicenda?
Liliane Murekatete, la Lady Gucci con il «diritto alla moda»
Della vita di Liliane Murekatete si conosce davvero molto poco. Il suo nome è diventato pubblico con l’insorgere dell’indagine che vede protagonista lei e la sua famiglia. Da subito, guardando i suoi profili social, era apparso a diversi commentatori che la donna avesse una grande attenzione per il look e gli abiti firmati, tanto da guadagnarsi per i denigratori il titolo di Lady Gucci. Il marito Aboubakar Soumahoro, nel corso di un’intervista sul tema rilasciata a Piazza Pulita, aveva parlato di «diritto alla moda» che veniva esercitato dalla moglie come espressione di libertà. Di Liliane Murekatete è noto che è nata in Ruanda 45 anni fa e che la sua famiglia d’origine è sempre stata benestante. Nel 1996 si è trasferita in Italia, con i suoi cari, per sfuggire alla guerra civile scoppiata nel suo Paese e ha iniziato la sua carriera professionale.
La nipote del premier ruandese
Di nipoti di leader africani la storia politica italiana è piena. Un capitolo di questo racconto, sempre al limite tra il serio e il faceto, interessa anche la signora Soumahoro. Poco dopo il suo arrivo in Italia, nel 2000, ha infatti iniziato a lavorare nello staff della presidenza del Consiglio e ha collaborato fino al 2011 con diversi premier, da Berlusconi (secondo, terzo e quarto governo) a Prodi. Secondo quanto riferito da Alberto Michelini, ex deputato e sottosegretario di Forza Italia, al Corriere della Sera, Liliane Murekatete si sarebbe presentata alla sua forza politica dicendo di essere la «nipote del premier ruandese» e che, anche nelle missioni della task force del governo Berlusconi per l’Africa in Ruanda, avrebbe introdotto il premier locale dicendo «è mio zio». Sul tema non c’è mai stata un’altra versione che potesse confermare o smentire le parole di Michelini che, va detto, in ogni occasione pubblica non ha mai mancato di omaggiare le capacità della Murekatete. «Ha lavorato con noi tre anni e poi non l’ho più vista. Vestiva con tailleur sobri. Era capace. Poi dipende come usi la tua intelligenza. Ed evidentemente c’è stata un’evoluzione. Sono sconcertato», aveva detto l’ex deputato forzista commentando la vicenda scandalo delle cooperative per i migranti che ha investito la donna.
La moda, lo stile e le cooperative
Dopo l’esperienza a Palazzo Chigi, conclusa come detto nel 2011, per Liliane Murekatete si è aperta la carriera nella moda, nell’organizzazione di eventi e nelle cooperative sociali. Ha collaborato con la Venere The Weeding Planer, società che organizza eventi e, nel 2018, ha pubblicato, come stilista, la collezione di pareo K Mare 2018. Da qui in poi si conosce poco, se non quello che si apprende dalla magistratura in merito alla gestione delle cooperative e dal profilo LinkedIn della donna. In base a quest’ultima fonte, la donna ha lavorato nella cooperativa sociale Karibu a partire dal gennaio 2017 e ne è stata anche presidente. Secondo le parole del marito, all’insorgere della vicenda giudiziaria, Liliane Murekatete aveva già terminato il suo rapporto di lavoro con la Karibu ed era disoccupata.
Nel Parmense un ponte sul Taro, a Ozzanello nel comune di Terenzo, è parzialmente crollato a causa della piena del fiume e un uomo risulta disperso. Non è la sola zona attenzionata dalla sera di domenica 29 ottobre, quando è stata diramata l’allerta rossa. A spiegarlo è Andrea Massari, presidente della Provincia e sindaco di Fidenza, dopo l’incontro in prefettura nella serata di domenica. Sono state chiuse le scuole in 19 comuni della provincia di Parma. In particolare, i servizi educativi sono sospesi ad Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo val di Taro, Compiano, Corniglio, Fornovo, Langhirano, Lesignano Bagni, Monchio delle Corti, Palanzano, Solignano, Terenzo, Tizzano, Tornolo, Varano melegari e Varsi. Confermata fino al 31 ottobre l’allerta rossa.
Criticità nella Val Baganza dove si registrano vasti allagamenti
L’area più colpita dalle precipitazioni è la Val Baganza, dove si registrano vasti allagamenti nei comuni di Calestano e Berceto con diverse frazioni rimaste isolate per le strade allagate, ma anche per alcuni smottamenti. Allerta anche nel comune di Corniglio con diverse frane che si sono riattivate. Difficile la situazione anche in Val Taro, dove si stanno verificando le condizioni del ponte di Ozzanello nel comune di Terenzo, danneggiato dall’ondata d’acqua. Attenzione alta poi, nel Piacentino e nel Parmense, su tre corsi d’acqua: Aveto, Nure e Parma-Baganza. Le intense precipitazioni attese faranno raggiungere o superare livelli idrometrici su soglia 3. Negli altri corsi d’acqua del settore occidentale emiliano i livelli sono attesi su soglia 2. Possibili frane, ruscellamenti e rapide piene.
Tutto pronto per la consegna del 67esimo Pallone d’Oro. A Parigi, nel Theatre du Chatelet, il 30 ottobre alle ore 20.30 inizierà la cerimonia per il più prestigioso premio individuale nel calcio mondiale. Favorito della vigilia l’argentino Lionel Messi che, dopo aver vinto il Mondiale con l’Argentina, punta al suo ottavo trionfo personale. Alcuni rumors dicono che potrebbe ricevere anche il Super Pallone d’Oro, assegnato al migliore degli ultimi 30 anni e finora vinto solo da Alfredo di Stefano nel 1989. Unico avversario della Pulce sembra essere Erling Braut Haaland, talento norvegese del Manchester City forte del Treble e del record di reti in Premier League. Nei 30 finalisti c’è anche l’interista Nicolò Barella, il solo italiano nell’elenco accanto ad altri tre calciatori della Serie A: Kvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen del Napoli e Lautaro Martinez dell’Inter. La cerimonia sarà in diretta su Canale 20 e su Sky Sport.
Pallone d’Oro 2023, tutti i 30 finalisti di France Football
Oltre agli “italiani” e ai favoriti Messi e Haaland, la lista dei 30 candidati al Pallone d’Oro comprende grandi talenti del calcio mondiale. A iniziare da Kylian Mbappé, fenomeno della Francia e protagonista in Qatar di un torneo eccezionale. Presenti anche due vecchie conoscenze della Serie A: si tratta di Kim Min-jae, l’ex centrale del Napoli passato al Bayern Monaco, e di André Onana, volato al Manchester United dopo una stagione brillante all’Inter. Tanti calciatori militano invece nel Manchester City di Pep Guardiola, vincitore della Premier League, dell’FA Cup e della Champions League. In lista infatti Kevin De Bruyne, Bernardo Silva, Ruben Dias, Julian Alvarez e Rodri. Senza dimenticare l’ex Citizen Ilkay Gundogan e il nuovo acquisto Josko Gvardiol.
Tra i migliori talenti di France Football anche Jude Bellingham, favorito per la vittoria del Kopa destinato al miglior Under 21. Candidati al Pallone d’Oro anche Mohamed Salah, Jamal Musiala, Bukayo Saka, Randal Kolo Muani ed Emiliano Martinez, portiere dell’Argentina campione del mondo. Presenti anche Martin Odegaard, Vinicius Junior, Antoine Griezmann, Robert Levandowski, Luka Modric e Harry Kane. Spazio per due ex stelle del calcio europeo volate in Arabia Saudita. Tra i 30 finalisti Karim Benzema, vincitore nella precedente edizione, e Yassine Boounou, ex portiere marocchino del Siviglia in forze all’Al-Hilal. Grandi assenti Cristiano Ronaldo, out per la prima volta dopo 20 anni, e Neymar Jr.
Da Jude Bellingham ad Aitana Bonmatí, gli altri favoriti della cerimonia
Accanto al Pallone d’Oro, France Football assegnerà anche altri importanti riconoscimenti individuali. A Parigi infatti sarà premiata la miglior calciatrice della stagione 2022-23, decisione su cui, come in campo maschile, peserà molto il campionato del mondo. Favorita alla vigilia è Aitana Bonmatí, classe 1998 del Barcellona e miglior giocatrice del Mondiale in Nuova Zelanda e Australia vinto con la Spagna. Stella del calcio femminile iberico, ha vinto con le Blaugrana quattro campionati e altrettante coppe nazionali, cui si aggiungono anche due Champions League. Quanto al premio Kopa, destinato al miglior giovane Under 21, è quasi certo che il talento inglese del Real Madrid Jude Bellingham succederà allo spagnolo Gavi. Appena ventenne, sta dominando in Liga come testimonia la doppietta nel Clasico del 28 ottobre. Per il premio Yashin, fra i portieri è lotta a due tra Emiliano Martinez, campione del mondo in Qatar con l’Argentina, e il brasiliano Ederson del City.
«È terrorismo psicologico». Così il portavoce delle Forze di Difesa israeliane Daniel Hagari ha liquidato la proposta di Hamas di scambiare gli ostaggi in mano al gruppo con tutti i detenuti palestinesi nelle carceri di Tel Aviv. Incontrando le famiglie dei rapiti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sabato 29 ottobre ha assicurato che «eserciterà ed esaurirà ogni possibilità per riportare i familiari a casa», senza però specificare alcun piano – militare o diplomatico – per il loro rilascio. Un po’ poco per le famiglie scese in piazza per i propri cari e ottenere chiarimenti dal governo ma anche per l’intero popolo israeliano che continua a ritenere Netanyahu il principale responsabile della crisi.
Nelle carceri israeliani si trovano oltre 10 mila detenuti palestinesi
Hamas sostiene di avere in mano dai 200 ai 250 ostaggi, ma per lo Stato ebraico sono 230. Dall’altra parte Israele conta nelle proprie carceri migliaia di palestinesi. Secondo una stima Onu dello scorso luglio, erano 5.200, di cui 150 bambini e 1.100 senza una vera e propria accusa. Nelle ultime settimane, con i raid e gli arresti di massa in Cisgiordania e Gerusalemme Est, il numero secondo la Commissione per i prigionieri palestinesi dell’Anp è salito a oltre 10 mila. Questi dati, fa sapere via Telegram la commissione «includono coloro che sono stati arrestati nelle loro case, nei posti di blocco militari, e coloro che sono stati costretti a consegnarsi con la minaccia di arresto per i propri familiari». Dal 7 ottobre, secondo le Nazioni Unite, circa 4 mila lavoratori di Gaza sono bloccati in Israele, una parte è stata arrestate mentre alcuni hanno trovato rifugio nella West Bank.
Chi sono i palestinesi arrestati nelle ultime settimane e dove si trovano?
Tra i nuovi arrestati ci sono leader e membri di Hamas e della Jihad islamica palestinese. Ma, come denunciato dalla commissione il 26 ottobre scorso, anche parlamentari, giornalisti e insegnanti. L’avvocato Sahar Francis, direttore dell’Ong palestinese Addameer, ad Al-Jazeera ha spiegato che la maggior parte dei prigionieri di Gaza si trovano nella base militare di Sde Teyman, nel deserto del Negev, vicino alla città di Beersheba. Altri nella prigione di Ofer, vicino a Ramallah e nel campo militare di Anatot, non distante da Gerusalemme Est.
Cosa si sa delle loro condizioni di detenzione?
Sempre la Commissione per i prigionieri palestinesi ha denunciato la morte di due detenuti arrestati negli ultimi blitz: Omar Daraghmeh, 58 anni, detenuto nel carcere di Megiddo, e Arafat Hamdan, 25 anni, detenuto nel carcere di Ofer. Per i prigionieri palestinesi è difficile incontrare avvocati e familiari. Come denunciato dalla Commissione, per molte ore al giorno nelle celle non c’è elettricità, spesso si confisca il cibo e si riducono i pasti, senza contare le violenze fisiche e la privazione delle cure mediche o il divieto di trasferimento in ospedale per feriti e malati. Come ricordato da Haaretz, il Parlamento israeliano ha approvato il 17 ottobre un disegno di legge che riduce temporaneamente lo spazio minimo assegnato a ciascun prigioniero, precedentemente fissato in 3,5 metri quadrati. Questo ha consentito alle carceri israeliane di aumentare la propria capacità massima. Secondo l’Anp ora in una cella possono essere rinchiuse oltre 10 persone. Inoltre viene denunciata la confisca di vestiti, coperte, scarpe e l’impossibilità di gettare i rifiuti.
Quale legislazione si applica ai detenuti?
Dal 2002, la legge israeliana sui “combattenti illegali” consente la detenzione amministrativa per un periodo rinnovabile per sei mesi in assenza di processo. È considerato “combattente illegale” chi «ha partecipato direttamente o indirettamente ad atti ostili contro lo Stato di Israele, o è membro di una forza che compie atti ostili contro lo Stato di Israele». La maggior parte dei palestinesi di Gaza è arrestata proprio con questa accusa. Come ricorda Addameer, la legge autorizza l’arresto di una persona per un massimo di otto giorni prima che venga presentata in tribunale. Un rapporto delle Nazioni Unite di giugno denunciava le detenzioni arbitrarie praticate da Israele ricordando che dal 1967 Tel Aviv ha arrestato più di 800 mila palestinesi, compresi bambini. «I palestinesi sono spesso considerati colpevoli senza prove, arrestati senza mandato, detenuti senza accusa né processo e brutalizzati nelle carceri israeliane», si legge nel rapporto.
Amina Kalelkyzy è una giovane di 18 anni di Lequile, località in provincia di Lecce, rinchiusa da tre mesi nel carcere di Astana in Kazakistan con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Rischia fino a 15 anni di carcere. Si tratterebbe, però, secondo quanto riferito da lei stessa e dalla sua famiglia, di un’accusa infondata e senza prove.
La giovane era in Kazakistan insieme alla madre in visita a dei parenti
La giovane è nata in Kazakistan, come la madre Assemugl Sapenova, ma entrambe hanno la cittadinanza italiana. Come ha ricostruito Il Quotidiano di Puglia, Amina si era recata a luglio in Kazakistan con sua madre per fare visita ad alcuni parenti. Il 2 luglio è stata fermata per un controllo tossicologico risultato negativo, dopo il quale è stata quindi rilasciata. Ma il 4 luglio è stata fermata nuovamente e portata da due agenti di polizia in un appartamento dove sarebbe stata segregata e maltrattata per 16 giorni. Da allora si trova in arresto nel carcere di Astana. Gli agenti avrebbero chiesto ai genitori un riscatto di 60 mila euro per il rilascio.
La madre: «Ha tentato due volte il suicidio, soffre perché nessuno le crede»
«Sono all’esterno del carcere, qui è sera, spero di riuscire a entrare domattina», ha raccontato la madre di Amina ai microfoni dell’Ansa. «Amina l’ho vista l’ultima volta venerdì. Ha tentato per due volte il suicidio, la seconda volta quando le hanno negato i domiciliari. Sta male perché nessuno le crede. È stanca, ha perso nove chili. Siamo tutti molto depressi». Amina avrebbe subito anche un tentativo di stupro in carcere. «Non la lascio sola con questi lupi», ha aggiunto Sapenova, ricordando che la prima volta che Amina fu arrestata gli agenti le dissero di non rivolgersi all’ambasciata italiana «perché avrebbero fatto del male a mia figlia».
Aperta un’indagine per torture
«Chiedo aiuto all’Italia e in particolare al ministro Tajani, vi prego aiutatemi, voglio tornare a casa», ha scritto Amina su un biglietto consegnato all’Ansa dalla madre. Sergio Milo, padre adottivo della giovane, insieme alla moglie ha lanciato un appello al governo italiano affinché intervenga in questa triste vicenda. Il ministro Antonio Tajani ha dato disposizioni all’ambasciata ad Astana di garantire la massima assistenza alla connazionale, che riceve visite regolari da parte del personale consolare italiano in Kazakhstan. Alcuni poliziotti sarebbero indagati per torture nell’inchiesta che la Procuraspeciale di Astana, in Kazakistan, ha aperto per fare luce sugli abusi che la diciottenne ha denunciato di aver subito. Lo ha comunicato all’Ansa il legale di Amina, Alibek Sekerov.
Ha avuto inizio alle 8-15 di lunedì 30 ottobre 2023 una nuova protesta degli attivisti di Ultima Generazione, che si sono seduti in strada bloccando viale Berti Pichat e via Stalingrado a pochi passi da porta Mascarella a Bologna. Molti automobilisti si sono arrabbiati, tanti hanno suonato i clacson e qualcuno è sceso dalla macchina per provare a spostare di peso i manifestanti prima che arrivasse la polizia a sgomberarli. Il tutto è durato circa mezz’ora.
Gli attivisti chiedono 20 miliardi di euro per «riparare i danni causati da disastri naturali»
La campagna al centro della protesta si chiama Fondo Riparazione e chiede ai governi «uno stanziamento di 20 miliardi di euro, che vada a riparare i danni, sempre maggiori, causati da disastri naturali come le alluvioni», provocati dal cambiamento climatico. Durante la manifestazione alcuni attivisti si sono legati, a due a due, con delle catene. Oltre ai tanti cittadini infastiditi dal blocco, secondo Ultima Generazione c’è stato anche un giovane estraneo alla loro campagna che avrebbe deciso di aggiungersi alla protesta di sua spontanea volontà. Il blocco è stato momentaneamente interrotto per far passare un’auto con le sirene accese che effettuava trasporto organi, per poi terminare intorno alle 8.45 quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto e hanno sgomberato la carreggiata, consentendo la normale ripresa della circolazione. Una quindicina i partecipanti alla manifestazione che, dopo avere fatto resistenza passiva, sono stati portati in questura per essere identificati. La loro posizione, e le eventuali denunce che potrebbero scattare, sono al vaglio della polizia.
Il cadavere di uomo di 42 anni è stato ritrovato nella notte del 30 ottobre 2023 in un sottopasso che conduce al parcheggio abbandonato dello Stadio Maradona di Napoli, non molto lontano dal settore ospiti occupato, la stessa sera, dai tifosi del Milan. Sul caso indagano gli inquirenti, anche se sembrerebbe trattarsi di un drammatico incidente: l’uomo avrebbe cercato di entrare allo stadio senza biglietto per assistere alla partita e, a causa di un movimento incauto nello scavalcare la recinzione, sarebbe precipitato nel vuoto.
Il cadavere ritrovato dopo una segnalazione dei tifosi
Il corpo senza vita dell’uomo è stato scoperto, dopo una segnalazione alle forze dell’ordine da parte di alcuni tifosi, intorno alle 2.20 di notte. Il punto esatto del suo ritrovamento viene fatto corrispondere con la zona dei camminamenti sotterranei, non molto lontano dal varco per il settore ospiti dello stadio che ieri erano i tifosi della Curva Sud del Milan. Sul lavoro degli investigatori, al momento, c’è la massima riservatezza per evitare che possano diffondersi delle informazioni non vere inerenti le tifoserie.
La causa della morte di Matthew Perry, star della sitcom Friends, non è ancora stata chiarita. Come ha riportato la rivista People, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo dell’attore ha richiesto ulteriori approfondimenti. Il portavoce delle autorità di Los Angeles ha infatti riferito che si attendono risultati dagli esami tossicologici, necessari per accertare la presenza di sostanza stupefacenti. Tmz, tuttavia, citando alcune fonti anonime ha sottolineato che in casa gli agenti non hanno trovato droghe illegali, nonostante l’interprete avesse più volte rivelato anche la sua dipendenza dall’alcool. La Cnn ha aggiunto che il completamento di tali rapporti potrebbe richiedere anche alcune settimane. «In attesa, verrà rilasciato un certificato differito, come avviene nei casi in cui la causa del decesso non può essere determinata al momento dell’autopsia».
Matthew Perry, l’omaggio dei fan della sitcom Friends
Nonostante una domenica piovosa, il 29 ottobre i fan di Friends si sono radunati di fronte al numero 90 di Bedford Street, a New York. Sebbene la sitcom sia stata girata a Los Angeles, il palazzo della Grande Mela ha fornito gli esterni per gli appartamenti dove si svolgono le vicende di Monica, Rachel e Chandler, il personaggio di Matthew Perry. Come ha riportato Variety, persone di ogni età hanno sfidato il maltempo per consegnare un mazzo di fiori oppure un breve messaggio per rendere omaggio all’interprete. «Friends mi ha confortato da quando ne ho memoria», ha raccontato una ragazza di 29 anni. «Adesso non riesco a immaginare di guardarlo senza provare una forte tristezza».
Non sono mancati neanche fan coetanei della star, che sono cresciuti assieme alle sue performance. «Ho 58 anni, quattro in meno di Perry», ha detto in lacrime un fan. «È davvero difficile perdere una persona che ha la tua stessa età, pensi di invecchiare con lui. Aveva così tanto da vivere». In tanti hanno poi ricordato come Friendsli abbia aiutati a inserirsi nel mondo del lavoro e a familiarizzare con le difficoltà della vita adulta, fra lavoro, amore e amicizie. «Mi ha insegnato a non prendere tutto troppo sul serio», ha dichiarato a Variety una giovane fan. «Mi ha fatto capire di dover trovare il bello anche nelle cose brutte. Avrei voluto davvero che sconfiggesse i suoi demoni». In un’autobiografia, Matthew Perry aveva rivelato di aver subito oltre 10 interventi al fegato e di essere stato in coma per due settimane per colpa delle sue dipendenze.
Il sospetto di Lisa Kudrow, Phoebe di Friends: «Forse è morto per i farmaci»
Mentre i fan consegnano ai social il loro dolore, il cast di Friends non ha ancora parlato. Tra le centinaia di condoglianze che sono apparse in Rete non figurano infatti quelle di Jennifer Aniston, Courtney Cox, Matt Le Blanc e David Schwimmer. Gli amici di Matthew Perry sarebbero ancora sotto choc, tanto da non aver avuto la forza di parlare. L’unica ad aver rotto il silenzio è Lisa Kudrow, che in tutte le 10 stagioni della sitcom ha prestato il volto all’eccentrica Phoebe Buffay, tramite le dichiarazioni di una persona a lei vicina. «Forse è morto per via dei farmaci», ha detto al Daily Mail una fonte rimasta anonima. «Anche se nessuno vuole credere che si tratti di questo, potrebbe aver ingerito qualcosa che non si è sciolto nell’acqua». Il quotidiano britannico ha proseguito dicendo anche che l’attrice «sta pensando di adottare il cane di Perry, che era con lui da tre anni».
«Siamo devastati, è un giorno straziante», si legge sull’account social di Friends. «L’impatto del suo genio comico si è sentito in tutto il mondo e la sua eredità continuerà a vivere». Su X ha parlato invece Paget Brewster, che nella quarta stagione di Friends interpretò Kathy, fidanzata di Chandler. «È stato adorabile con me», ha scritto l’attrice. «Non riposerà in pace, però. È già impegnato a far ridere tutti lassù». Online anche gli omaggi di Maggie Wheeler, che vestì i panni di un’altra amante del personaggio di Perry, e del regista di 15 episodi Jimmy Burrows: «Nessuno poteva recitare meglio».
I’m so very sad to hear about @MatthewPerry. He was lovely to me on Friends and every time I saw him in the decades after. Please read his book. It was his legacy to help. He won’t rest in peace though.. He’s already too busy making everyone laugh up there.