Il maltempo è in arrivo. Fino al weekend due perturbazioni raggiungeranno l’Italia e la prima, la più forte, è già in atto in queste ore. Da martedì 24 ottobre fino al fine settimana, dunque, l’Italia verrà raggiunta da due perturbazioni, con venti di Libeccio con raffiche fino a 70-80 km/h. Ci saranno mareggiate sulle coste esposte e il Mar Ligure sarà agitato, mossi o molto mossi gli altri bacini. È la previsione di Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, il quale sottolinea che si è attivata in queste ore la depressione d’Islanda, ovvero un vortice semi-permanente che staziona nei pressi dell’omonima isola e che è la fucina di gran parte delle perturbazioni atlantiche.
Venerdì al Centro-Nord il tempo tornerà a migliorare
Il fronte perturbato che sta interessando il Nord in queste ore, spiega Sanò, diventerà più intenso dalla tarda mattinata e nel pomeriggio. Le precipitazioni si sposteranno gradualmente da ovest verso est, risultando forti, localmente temporalesche e sotto forma di nubifragio su Liguria, Alpi, Prealpi, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Il fronte instabile nel corso del pomeriggio/sera andrà a colpire anche le regioni tirreniche, quindi la Toscana, il Lazio e inoltre Sardegna e Umbria. La perturbazione sarà sospinta da intensi venti di Libeccio su Mar Ligure, Tirreno e attorno alla Sardegna e Scirocco sul medio alto Adriatico. Per questo motivo sono attesi sia mareggiate sulle coste esposte sia l’aumento del moto ondoso che diventerà agitato sul golfo ligure. La perturbazione si muoverà verso oriente nella giornata di mercoledì e allora le precipitazioni continueranno a bagnare, ma in forma più irregolare, Toscana, Umbria e Lazio, raggiungeranno diffusamente la Campania e il resto del Sud mentre al Nord le ultime piogge interesseranno il Friuli Venezia Giulia e le Dolomiti. Nel corso di giovedì 26 ottobre, dal pomeriggio, la seconda perturbazione raggiungerà Alpi e Prealpi per poi scendere fin verso la Pianura Padana. Anche questo fronte instabile sarà sospinto da forti venti di Libeccio che si intensificheranno nella giornata di venerdì quando al Centro-Nord il tempo tornerà decisamente a migliorare, mentre al Sud pioverà in Campania e sul cosentino.
Intervistato dal Guardian, il commissario tedesco per l’antisemitismo Felix Klein ha condannato il recente aumento della violenza antiebraica nel Paese, che rischia di riportare la Germania ai suoi «giorni più orribili». Al tempo stesso ha detto di essere però preoccupato per l’erosione del «diritto fondamentale» di manifestare, in questo caso a sostegno del popolo palestinese. Le osservazioni di Klein si inseriscono in un dibattito in corso in tutta Europa, e in particolare in Germania e Francia – dove vivono le più grandi comunità ebraiche e musulmane dell’Ue – mentre le autorità si stanno adoperando per contenere le tensioni innescate dalla guerra tra Israele e Hamas.
Klein: «L’antisemitismo ci riporta ai momenti più orribili che abbiamo vissuto»
«La gente è scioccata nel sentire notizie di case in cui vivono ebrei contrassegnate con una stella di David», ha detto Klein, consapevole di come in tal senso la Germania rappresenti un caso particolare. «Ovviamente, questo ci ricorda qualcosa e ci riporta ai momenti più orribili che abbiamo vissuto». Dopo che le prime manifestazioni pro Palestina sono sfociate in disordini, la Repubblica Federale Tedesca le ha vietate, affermando che esiste un alto rischio di incitamento all’odio e una minaccia per la sicurezza pubblica. «C’è una chiara linea rossa: nessuna tolleranza per le agitazioni antisemite o anti-israeliane e nessuna tolleranza per la violenza», ha dichiarato la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser. Nel fine settimana, la polizia di Berlino ha vietato una manifestazione, mentre a Düsseldorf e ad Hannover si sono svolti comunque cortei, senza problema. Sempre nella capitale tedesca, le autorità hanno vietato di indossare la kefiah nelle scuole, affermando che potrebbero rappresentare una «minaccia alla pace scolastica».
Il cancelliere Scholz ha promesso tolleranza zero nei confronti dell’antisemitismo
«Ovviamente manifestare è un diritto fondamentale», ha detto Klein, dicendosi preoccupato per la limitazione delle libertà dei cittadini, almeno quelli intenzionati a esprimere sostegno alla Palestina in modo pacifico. Il freno posto dalle autorità alle proteste si è tra l’altro rivelato controproducente: a Berlino le facciate degli edifici dove vivono famiglie ebree sono state imbrattate con la stelle di David e c’è stato anche il lancio di due molotov contro una sinagoga. Il cancelliere Olaf Scholz, ha promesso tolleranza zero nei confronti dell’antisemitismo: «La nostra responsabilità per l’Olocausto rendono ci impone in ogni momento di difendere l’esistenza e la sicurezza di Israele».
Le teorie del complotto antisemite sono state abbracciate dai partiti di estrema destra
La Germania era già alle prese con un aumento di quasi il 29 per cento dei crimini antisemiti, registrato nel 2021. La stragrande maggioranza di questi 3.027 reati (2.552) sono stati attribuiti a estremisti di estrema destra. Klein ha detto di non essere sorpreso dall’aumento: «La storia dimostra che in ogni crisi esplode l’antisemitismo». È successo, ha ricordato, anche in occasione della pandemia di Covid-19: «Era chiaro che sarebbe stato necessario un capro espiatorio. E la forma più “tradizionale” in Europa o addirittura nel mondo è rappresentata dalle teorie del complotto antisemite». Queste false spiegazioni, ha aggiunto, sono state rafforzate dai social media e poi abbracciate da partiti di estrema destra oggi in forte ascesa, come Alternative für Deutschland. Gli eventi delle ultime settimane, tuttavia, hanno suscitando tra musulmani e arabi preoccupazioni per la crescente islamofobia. «La convizione generale che tutti i musulmani siano antisemiti non aiuta affatto. È un peccato che sia un gruppo molto piccolo di sostenitori di Hamas e di persone che odiano Israele a causare tutti questi problemi. È ingiusto che tutti i musulmani di Germania ne patiscano le conseguenze».
Adriano Galliani, come ampiamente previsto, ce l’ha fatta. In una tornata dove i votanti sono stati uno sparuto drappello di sopravvissuti a una razza in via di estinzione, ha battuto ma non umiliato il rivale Marco Cappato, che può trovare motivi di soddisfazione pensando che, per via delle sue idee eretiche, molti di quelli che sulla carta stavano con lui gli hanno girato le spalle. Il quasi ottuagenario manager (ne farà 80 tondi nel 2024, ma è uguale a quando ne aveva 50) ha avuto con la politica un rapporto scostante: eletto senatore nel 2018 per volere di Silvio Berlusconi, non si è ripresentato alle elezioni del 2022, segno di disaffezione o semplicemente della decisione di volersi dedicare alla sua ultima creatura calcistica, il Monza, rilevata e portata agli onori della massima serie con la decisiva complicità del suo partner in crime, che prima gli aveva affidato per tanti anni le cure del Milan.
Galliani ha telefonato subito a Marina e Marta Fascina
Ma Galliani è tornato sui suoi passi, nulla potendo di fronte alle insistenze degli eredi cui spettava decidere le sorti di quel seggio occupato fino alla dipartita dal loro capostipite. E infatti, appena eletto, e an cora prima di ringraziare i suoi elettori, ha telefonato a Marina B. e Marta Fascina, con la quale in questi mesi di lutto perenne è stato discretamente in contatto, mentre i notabili di Forza Italia strologavano invano sulle intenzioni politiche della finta vedova.
Quella di un uomo devoto al Cav è presenza utile in Forza Italia
Insomma, il copione delle suppletive a Monza è stato rispettato in pieno: doveva essere un affare di famiglia, e così è stato. Galliani è uomo di assoluta fiducia, la sua devozione al Cav è sempre stata servilmente sincera e non di convenienza. Ed è una presenza utile, tanto più in questo momento dove una leadership debole ha moltiplicato i mal di pancia dentro al partito, e dopo che, per l’affaire Giambruno squadernato da Mediaset, Giorgia Meloni è lì col fucile puntato.
Compattezza familiare portata a esempio da Milleri
Monza insomma è stata un’altra prova di compattezza dei figli, che spiazza gli alleati prima che gli avversari. Per loro, dopo la morte di Berlusconi, Forza Italia non aveva nessuna chance di sopravvivenza. E l’unico dilemma era vedere chi tra Fratelli d’Italia e Lega si sarebbe maggiormente avvantaggiato delle sue spoglie. Invece Marina e Pier Silvio, con l’accordo implicito dei figli di secondo letto, dall’infausta sortita sugli extraprofitti delle banche in su, hanno fatto sentire la loro voce, tra fideiussioni (quelle che di fatto li rendono proprietari di Forza Italia) e televisioni, l’eterna arma che fa da deterrente quando gli alleati alzano la cresta. Una compattezza familiare che è stata citata a esempio anche dal capo di LuxotticaFrancesco Milleri in una recente intervista sul Sole 24 Ore piena di suggestioni e messaggi. Per lui che si trova a doversi districare con le divisioni tra gli eredi di Leonardo Del Vecchio, e tra chi ne contesta soldi e poteri, il modo in cui la dinasty di Arcore ha risolto la successione è un esempio da imitare.
Permane l’instabilità sui mercati petroliferi, con il Brent che torna a scendere a 90 dollari e le quotazioni dei prodotti raffinati di nuovo in ribasso. Lo si legge su Staffetta online. Nuovo giro di ribassi anche sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi. Poco mosse invece le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Ribasso di 1,5 cent/litro su benzina e gasolio per Q8, mentre per Tamoil registriamo un taglio di un centesimo sulla benzina.
Benzina servito a 2,035 euro/litro
Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di lunedì 22 ottobre su circa 18 mila impianti: benzina self service a 1,896 euro/litro (invariato, compagnie 1,898, pompe bianche 1,892), gasolio self service a 1,886 euro/litro (invariato, compagnie 1,888, pompe bianche 1,881). Benzina servito a 2,035 euro/litro (-1 millesimo, compagnie 2,075, pompe bianche 1,954), gasolio servito a 2,024 euro/litro (-1, compagnie 2,065, pompe bianche 1,942). Gpl servito a 0,721 euro/litro (invariato, compagnie 0,729, pompe bianche 0,711), metano servito a 1,437 euro/kg (+1, compagnie 1,444, pompe bianche 1,431); GnI 1,289 euro/kg (invariato, compagnie 1,282 euro/kg, pompe bianche 1,296 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,981 euro/litro (servito 2,242), gasolio self service 1,973 euro/litro (servito 2,239), Gpl 0,853 euro/litro, metano 1,523 euro/kg, Gnl 1,297 euro/kg.
Il mondo di Hollywood si muove ancora una volta in sostegno di Israele. Centinaia di attori, cantanti, registi e produttori del cinema hanno infatti scritto una nuova lettera aperta, la seconda dopo quella per mostrare il proprio supporto a Tel Aviv, stavolta indirizzata al presidente americano Joe Biden. «Siamo rincuorati dal rilascio dei due ostaggi americani e di altrettanti israeliani», hanno sottolineato le star. «Il sollievo però è mitigato dalla schiacciante preoccupazione per altre 220 persone innocenti, tra cui 30 bambini, ancora in mano ai terroristi dal feroce massacro del 7 ottobre». Confidando in un impegno collettivo, Hollywood ha chiesto al mondo di «non darsi tregua finché ogni ostaggio, qualunque sia la sua cittadinanza, sia in salvo». Tra i firmatari spiccano Gal Gadot, nata a pochi chilometri da Tel Aviv, e Amy Schumer, attiva su Instagram dai primi giorni del conflitto.
Hollywood elogia Biden: «Grazie per l’incrollabile convinzione morale»
Il documento integrale, disponibile sul sito apposito No Hostage Left Behind (Nessun ostaggio sarà lasciato indietro), ha ricordato gli attacchi compiuti dai militari di Hamas il 7 ottobre. «Sono stati massacrati oltre 1400 israeliani», hanno scritto le star di Hollywood. «Le donne sono state violentate, le famiglie sono state bruciate vive e i bambini decapitati». Confermando il pieno sostegno a Tel Aviv, le celebrità hanno poi spiegato di voler combattere esclusivamente per la libertà, affinché «israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, liberi dalla violenza brutale di Hamas». Nel corso della lettera aperta, elogiato anche l’impegno del presidente Biden e la sua «incrollabile convinzione morale, leadership e sostegno agli ebrei».
Già in precedenza, come ha ricordato Deadline, diversi dirigenti delle più importanti case cinematografiche di Hollywood avevano espresso il proprio sostegno in favore di Israele. Fra questi figurano il cofondatore di Dreamworks Jeffrey Katzenberg, il Ceo di Mattel Ynon Kreiz e Brian Robbins di Paramount: «Siamo solidali nella lotta globale contro il terrorismo». Bob Iger e Dana Walden della Disney hanno invece contattato i loro dipendenti, così come David Zaslav della Warner Bros. Discovery per progettare un’iniziativa. A livello aziendale, Disney, Comcast e Skydance, solo per citarne alcune, hanno donato milioni di euro a Magen David Adom, il servizio nazionale di primo soccorso in Israele. Ha condannato gli attacchi anche il sindacato Sag-Aftra degli attori, che sta guidando lo sciopero negli Usa, ma non la Writers Guild degli sceneggiatori, sollevando alcune polemiche.
Da Gal Gadot a Bella Thorne, i principali firmatari della lettera aperta
Tra le centinaia di firmatari figurano diversi nomi di spicco del cinema e della musica mondiale. Oltre alle già citate Gal Gadot e Amy Schumer sono presenti infatti Noah Schnapp di Stranger Things, Chris Rock, Constance Wu, Jack Black, Jeff Goldblum e Jessica Biel. Presenti anche Bella Thorne, Ben Stiller, Bradley Cooper, Ewan McGregor, Gwyneth Paltrow, Josh Brolin e Justin Timberlake. Figurano anche Laura Dern, Mila Kunis, Olivia Wilde, Sacha Baron Cohen, Zoe Saldana e Sharon Stone. Senza dimenticare decine di cantanti, tra cui Madonna, Katy Perry assieme a Orlando Bloom, David Gilmour, Lana Del Rey e l’israeliana Noa Kirel, che ha rappresentato il suo Paese all’Eurovision 2023. Non mancano infine i registi come Zack Snyder, Eli Roth, Shawn Levy (Deadpool 3) e Neil Druckmann (The Last of Us).
Due uomini residenti nella regione di Parigi e «probabilmente legati all’autore dell’attentato» del 16 ottobre a Bruxelles, sono stati incriminati da un giudice della capitale. Lo ha reso noto all’agenzia di stampa Afp la Procura nazionale antiterrorismo (Pnat). I due, che erano stati presentati lunedì 23 ottobre 2023 al giudice istruttore, sono stati incriminati per associazioneterroristica e complicità nell’omicidio dei due tifosi di calcio svedesi e posti in custodia cautelare. Le indagini «proseguono per chiarire i loro legami» con il responsabile dell’attacco, il 45enne tunisino radicalizzato Abdesalem Lassoued.
Oggi 24 ottobre 2023 va in onda su Rai 1 la seconda puntata settimanale del programma La volta buona, condotto da Caterina Balivo. Per l’occasione saranno presenti in studio come ospiti la regista e sceneggiatrice Michela Andreozzi e l’attrice Milena Vukotic. Non mancherà l’appuntamento anche con i giochi per il pubblico da casa, così come l’ascolto delle storie della gente comune e anche lo spazio per l’attualità.
Chi è Michela Andreozzi
Attrice, comica, sceneggiatrice e regista, Andreozzi ha esordito in televisione nel 1996 con la collega Francesca Zanni con il duo comico Gretel & Gretel in trasmissioni come Zelig e Quelli che il calcio e… L’attrice aveva già cominciato a lavorare con Gianni Boncompagni nella redazione di Domenica In e Non è la Rai e nel 2000 ha condotto il programma Bigodini su Italia 1. Dopo aver lasciato il duo con la collega Zanni, ha iniziato a lavorare da sola partecipando al programma Colorado. Dopo aver recitato in serie tv e fiction come Distretto di Polizia(2009-2012), I Cesaroni 5 (2012) e Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana (2018-2019), ha diretto alcuni film come Nove lune e mezza (2017) e nel 2021 ha co-diretto con Bindu De Stoppani la serie Netflix Guida astrologica per cuori infranti. Nel 2013 si è fidanzata con il collega Massimiliano Vado, con cui il 21 maggio del 2015 si è unita civilmente. La coppia non ha figli.
Chi è Milena Vukotic
Attrice nota per aver ricoperto il ruolo della moglie di Fantozzi, Pina, nei film della serie, ha debuttato al cinema nel film Sicario di Damiano Damiani (1960). Negli Anni 60 ha recitato in film come Il giovedì (1963) di Dino Risi, Giulietta degli spiriti, di Federico Fellini (1965), i primi due capitoli (1975 e 1982, entrambi di Mario Monicelli) della trilogia di Amici miei, L’arcidiavolo (1966) e La terrazza (1980) di Ettore Scola, solo per citarne alcuni. Recentemente Vukotic ha preso parte a produzioni come Saturno contro, regia di Ferzan Özpetek (2007), Un giorno perfetto, regia di Ferzan Özpetek (2008), La sedia della felicità, regia di Carlo Mazzacurati (2014), Natale da chef, regia di Neri Parenti (2017) e Dante, regia di Pupi Avati (2022). L’attrice nel 2003 ha sposato Alfredo Baldi, autore e critico cinematografico.
Milena Vukotic, nome d’arte di Gemma Fausta Milena Vukotic, è nata a Roma il 23 aprile 1935 ed è un’attrice. È nota per aver interpretato il ruolo di Pina, la moglie di Fantozzi, nei film della serie. Nella sua carriera ha vinto un Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista per Fantozzi in paradiso di Neri Parenti (1994).
Milena Vukotic: biografia e carriera
Figlia di un commediografo e diplomatico montenegrino e di una pianista famosa, Marta Nervi, fin da piccola ha studiato danza classica e recitazione, facendo parte anche del corpo di ballo del Grand Ballet du Marquis de Cuevas. Nel 1960 ha debuttato al cinema nel film Sicario di Damiano Damiani. Negli Anni 60 ha recitato in film importanti come Il giovedì (1963) di Dino Risi, Giulietta degli spiriti di Federico Fellini (1965), i primi due capitoli (1975 e 1982, entrambi di Mario Monicelli) della trilogia di Amici miei, L’arcidiavolo (1966) e La terrazza (1980) di Ettore Scola, La bisbetica domata(1967) di Franco Zeffirelli e Quell’oscuro oggetto del desiderio (1976) di Luis Buñuel, dove ha fatto numerosi ruoli da caratterista. Come attrice, a teatro ha lavorato con Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Paolo Poli e Jean Cocteau.
Per il grande pubblico rimarrà sempre Pina Fantozzi, ma dopo la fine delle riprese (dicembre 1998) per il film Fantozzi 2000 – La clonazione, decimo e ultimo capitolo della saga, si è allontanata dal popolare personaggio diventando uno dei personaggi chiave della serie tv Un medico in famiglia, in cui ha interpretato fino al 2016 il ruolo di Enrica, al fianco di Lino Banfi e di Giulio Scarpati. Importanti sono anche alcuni ruoli in film come Saturno contro, regia di Ferzan Özpetek (2007), Un giorno perfetto, regia di Ferzan Özpetek (2008), La sedia della felicità, regia di Carlo Mazzacurati (2014), La voce di Fantozzi, regia di Mario Sesti (2017) e Dante, regia di Pupi Avati (2022). Nel 2019 è stata tra i concorrenti di Ballando con le stelle, condotto da Milly Carlucci, in coppia con Simone Di Pasquale.
Milena Vukotic: la vita privata
Dal 2003 è sposata con Alfredo Baldi, autore e critico cinematografico che dal 1968 al 2007 è stato direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, luogo dove i due si sono conosciuti negli Anni 80. La coppia non ha figli.
Sono immagini apocalittiche quelle che arrivano dalla Lousiana. Nella notte (orario italiano) tra lunedì 23 ottobre e martedì 24, 158 veicoli sono stati coinvolti nello stesso incidente. Gli scontri hanno portato alla morte di sette persone. I fatti sono avvenuti sulla Interstate55, vicino a New Orleans, nel tratto di strada che passa sopra il lago Pontchartrain. Al momento dell’intervento dei soccorritori, sul posto c’erano diverse auto ammassate tra loro, fiamme tra le lamiere, suv finiti sopra il tettuccio delle macchine. I presenti hanno provato ad aiutarsi a vicenda agevolando la fuga dai mezzi. Sarebbero 25 i feriti secondo quanto riportato dall’ultimo aggiornamento.
Multiple crashes on Interstate 55, both north and southbound, have prompted closures in both directions in Louisiana, according to state police.
Tra le cause anche la scarsa visibilità causata dagli incendi
Difficile che sia identificata una sola causa che ha portato agli scontri. Secondo quanto testimoniato dalla Associated Press, una fitta nebbia unita al fumo provocato da una serie di incendi scoppiata nelle paludi del Sud della Louisiana avrebbe creato una densa coltre che ha reso impossibile la visione nitida della strada. A rendere più grave il bilancio è stato l’incendio di un tir che si è velocemente propagato ai veicoli vicini rimasti bloccati. L’autostrada e le arterie vicine sono state chiuse al traffico, mentre ci sono volute ore per liberare l’area.
La procura di Brescia ha aperto un’indagine a carico dell’ex azzurro di scherma, Andrea Cassarà, per «produzione di materiale pedopornografico». I carabinieri, domenica 22 ottobre, gli hanno sequestrato il telefono che ora dovrà essere analizzato a seguito di una denuncia esposta 48 ore prima da una ragazza di 15 anni. Lo riporta Il Giornale di Brescia.
Indagini su un presunto video girato negli spogliatoi di una palestra
La minorenne avrebbe raccontato agli inquirenti di aver notato un telefonino che la riprendeva mentre faceva la doccia negli spogliatoi del centro sportivo San Filippo, a Brescia. La ragazza non avrebbe individuato chi teneva in mano il cellulare, ma i militari che hanno acquisito i video delle telecamere di sicurezza esterni alla palestra hanno identificato Andrea Cassarà nella zona e nell’orario compatibili con quelli indicati dalla giovane. Inoltre, il Corriere specifica che nello smartphone dell’azzurro i carabinieri avrebbero trovato un video, che ora dovrà essere esaminato per stabilire se è quello che è stato girato nella palestra. L’ex campione olimpico, 39 anni, nel 2009 era stato denunciato e poi prosciolto in Cassazione per atti osceni nei confronti di una donna. Secondo il racconto della vittima, nel 2007, a Cremona, Cassarà a bordo della sua auto avrebbe avvicinato la donna, in bici, con la scusa di chiederle un’informazione, per poi mostrargli le parti intime e allontanarsi.
Non è ancora un’ondata, sicuramente è un fiume carsico che potrebbe erodere, in parte, le postazioni politiche prestabilite tra centro e centrodestra: il rafforzamento di Forza Italia nelle sue diramazioni territoriali con nuovi entrati e cavalli di ritorno è il tentativo con cui Antonio Tajani vuole ricostruire il partito per renderlo meno romano-centrico dopo la morte di Silvio Berlusconi.
Forza Italia e l’ambizione di essere l’unica a formare la classe dirigente
Negli ambienti azzurri la strategia che si sta puntando è duplice. In primo luogo, coordinare l’atterraggio nel sistema Forza Italia di neo entranti provenienti da altri partiti o realtà civiche. In secondo luogo, mostrarsi a cavallo tra l’ala moderata, liberale e popolare e quella della destra italiana più dura, puntando a essere l’unica formazione capace di formare la classe dirigente. E anche fonti della Lega lombarda sentite da Lettera43 indicano che «la ragion d’essere di Forza Italia in futuro sarà mostrare ai partner di coalizione ciò che la formazione può essere», al contrario dei suoi alleati: un catalizzatore di forze esterne che né la Lega di Matteo Salvini né Fratelli d’Italia, partito percepito come eccessivamente appiattito su Giorgia Meloni, sanno valorizzare.
L’esempio del cavallo di ritorno Letizia Moratti, con un occhio a Cl
La cronaca delle ultime settimane ha mostrato l’attestazione di queste due dinamiche con il ritorno di Letizia Moratti in Forza Italia. L’ex sindaca di Milano ed ex assessore regionale al Welfare e alla Sanità rappresenta il punto di contatto tra le due strategie forziste, essendo tanto una politica d’esperienza quanto una figura dirigenziale legata a un sistema complesso di realtà economiche, associative e dal grande rilievo in termini di consenso, a partire da Comunione e liberazione. Ma in generale è la Lombardia il principale “polmone” di attrattività per gli azzurri.
Gli emblematici ingressi di Macaluso e Zambelli in Lombardia
Alessandro Sorte, già assessore regionale ai Trasporti, deputato e coordinatore regionale degli azzurri, ha di recente ottenuto un altro ingresso dall’alto valore politico e simbolico: a Rozzano è entrato il 38enne Marco Macaluso, già segretario cittadino del Partito democratico e in passato presidente del locale Consiglio comunale. Un “colpo” che segnala la volontà di spingere su un partito a trazione moderata che attrae figure esterne al campo. Ma non disdegna di guardare anche al mondo degli alleati di governo pro tempore. Nel centrodestra bresciano, per esempio, si fa un gran parlare dell’uscita dalla Lega di Stefania Zambelli, eurodeputata e di recente prima delle non elette nelle liste locali del Carroccio alle Regionali. Lasciata Identità e democrazia, Zambelli si è iscritta al gruppo a Strasburgo del Partito popolare europeo. Un passaggio chiaro verso una futura adesione a Forza Italia e, notano i leghisti, un messaggio a Salvini che negli anni dell’ascesa sottraeva personale politico ai forzisti e ora si trova di fronte al rischio controesodo.
Resistere alle scalate esterne, a partire da quella di Renzi
Non è solo la Lombardia a fibrillare in casa Forza Italia. Il mantra tra gli azzurri è chiaro: diventare «il partito dell’inclusione». Un modo per resistere a ogni scalata esterna, sia degli alleati di oggi sia dei potenziali cacciatori di voti nel grande centro diviso, a partire ovviamente da Matteo Renzi. Nella consapevolezza che a decidere il futuro del partito sarà in larga parte un solo dato: quello delle Europee 2024. Se si dimostrerà una capacità di tenuta elettorale, Forza Italia consoliderà la sua ragion d’essere e il suo potere contrattuale. E potrà declinare a livello nazionale la sua ramificazione territoriale sempre più attiva. Tajani sta delegando molta responsabilità alle periferie, una novità sicuramente strutturale per un partito a lungo rimasto espressione di un solo uomo, nella buona e nella cattiva sorte.
Il lavoro di Tosi in Veneto e l’approdo di Zilio nel partito
Dalle nicchie elettorali territoriali potranno emergere future opportunità di scalata in Forza Italia. E così le sezioni locali del partito si mobilitano. In Veneto è attivissimo Flavio Tosi, che ha anzitempo inaugurato un paio d’anni fa la tendenza all’ingresso di ex leghisti in Forza Italia. L’ex sindaco di Verona ha di recente presentato con grande enfasi l’approdo tra i forzisti di Fernando Zilio, padovano, ex presidente di Unioncamere e Confcommercio sul territorio, che non aveva mai avuto tessere in tasca di nessun partito.
In Sicilia un ufficio apposito per valutare le candidature
In Abruzzo il coordinatore regionale Nazario Pagano ha portato nel partito il consigliere regionale Antonietta La Porta e il consigliere comunale di Avezzano ed ex candidato sindaco per il centrodestra Tiziano Genovesi, entrambi eletti in quota Carroccio. E in Sicilia il coordinatore regionale Marcello Caruso ha creato nel partito locale un ufficio appositamente responsabile per la gestione delle nuove adesioni, guidato dall’ex sindaco di Noto Corrado Bonfanti, per valutare attentamente ogni candidatura e la sua conformità alla visione di Forza Italia.
L’obiettivo (che pareva impossibile) è sopravvivere a Berlusconi
Questa strategia può funzionare? Difficile a dirsi in partenza. Gli addetti ai lavori segnalano però che per Forza Italia e la sua struttura non c’è altra alternativa al cercare di battere territori inesplorati nell’era Berlusconi: l’obiettivo è smarcarsi da una dipendenza economica dalla famiglia, dagli sguardi interessati dei centristi che speravano nella rottamazione del partito e dal sovranismo conservatore, mai digerito dal Cavaliere. In termini di consensi, è l’unica garanzia per radicarsi e durare, considerato anche che stiamo parlando di un movimento plasmato su immagine e somiglianza del grande capo, ora defunto, e di conseguenza mai diventato veramente partito. Sopravvivere a Berlusconi sarebbe un risultato che pochissimi davano per possibile dopo il 12 giugno 2023: oggi invece è l’obiettivo di Forza Italia da qui alle Europee. Mandando un messaggio a partner di oggi e domani sulla presenza di una nicchia azzurra in campo italiano ed europeo: questa sarà l’unica priorità, almeno fino al voto di giugno 2024.
Gli Usa hanno convinto Israele a posticipare l’invasione della Striscia. Lo hanno reso noto i media americani e la notizia è stata confermata dall’esercito israeliano. Secondo il presidente Usa Joe Biden prima del cessate il fuoco gli ostaggi in mano a Hamas dovranno essere liberati. «Non crediamo che questo sia il momento per un cessate il fuoco. Israele ha il diritto di difendersi. Hanno ancora del lavoro da fare per attaccare la leadership di Hamas», ha ribadito alla Cnn il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Dal canto suo il governo israeliano ha ringraziato l’Egitto e la Croce Rossa per il loro ruolo nel garantire il rilascio di Yocheved Lifshitz e Nurit Cooper, le due anziane liberate da Hamas. Intanto, il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato in Israele. Intanto sale a più di 5 mila il numero delle vittime a Gaza.
Nelle ultime 24 ore sono stati oltre 400 gli obiettivi di Hamas colpiti nella Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare israeliano spiegando che sono stati eliminati decine di uomini di Hamas in procinto di lanciare razzi e compiere attacchi contro Israele. Hamas ha dichiarato che almeno 140 persone sono state uccise la mattina del 24 ottobre durante l’ennesima notte di attacchi aerei sulla Striscia. Il gruppo palestinese ha denunciato anche «centinaia di feriti» e «decine di case distrutte».
Macron è arrivato in Israele
Emmanuel Macron è arrivato in Israele per ribadire il sostegno della Francia. Macron, informa l’Eliseo, invocherà in particolare una «tregua umanitaria» per consentire l’accesso degli aiuti a Gaza, sotto blocco totale, e l’uscita dal territorio degli ostaggi presi da Hamas durante l’attacco. Il presidente francese vedrà a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e i leader dell’opposizione Benny Gantz e Yair Lapid.
Gaza, sei dipendenti dell’agenzia Onu per i rifugiati uccisi in 24 ore
Sei dipendenti dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) sono stati uccisi a Gaza nell’arco di 24 ore, ha annunciato lunedì 23 ottobre l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). Diventano così 35 i membri dell’UNRWA uccisi dall’inizio della guerra. «Non abbiamo parole», ha dichiarato l’agenzia sul social network X. «Rendiamo omaggio ai nostri 35 colleghi che sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre. Piangiamo e ricordiamo. Non sono solo numeri. Sono nostri amici e colleghi. Molti erano insegnanti nelle nostre scuole. L’UNRWA piange questa enorme perdita», ha aggiunto l’UNRWA. L’OCHA ha evidenziato le difficoltà incontrate dalle agenzie umanitarie nel fornire aiuti alla popolazione di Gaza a causa delle ostilità in corso, delle restrizioni alla circolazione e della carenza di elettricità, carburante, acqua, medicinali e altri beni essenziali. Da sabato gli aiuti internazionali hanno cominciato ad arrivare attraverso l’Egitto nel piccolo territorio dove si affollano 2,4 milioni di palestinesi. Una cinquantina di camion sono entrati in tre giorni nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, unica uscita dal territorio non controllato da Israele.
We are lost for words.
We pay tribute to our 35 colleagues who have been killed in#Gaza since 7 October.
We grieve and we remember.
These are not just numbers. These are our friends and colleagues.
Telefonata tra ministro Esteri Cina e omologo palestinese
In una telefonata avuta lunedì 22 ottobre con l’omologo palestinese Riyad al-Maliki, il ministro degli Esteri Wang Yi ha ribadito «la vicinanza della Cina al popolo palestinese e ha chiesto la convocazione di una conferenza di pace». Wang ha chiesto «un cessate il fuoco immediato: la Striscia di Gaza ha bisogno di sforzi di pace, non di calcoli geopolitici».
Obama avverte Israele: «L’operazione a Gaza può ritorcersi contro»
Barack Obama intanto ha messo in guardia Israele: l’operazione di terra a Gaza potrebbe ritorcersi contro se i civili palestinesi non sono tutelati. Un’azione potrebbe «peggiorare la crescente crisi umanitaria» nella Striscia: «Il mondo sta guardando gli eventi e ogni strategia militare israeliana che ignori il costo umano di ritorcerà contro», afferma l’ex presidente su Medium. «La decisione di tagliare il cibo, l’acqua e l’elettricità alla popolazione civile bloccata minaccia non solo di peggiorare la crisi umanitaria, ma potrebbe indurire l’atteggiamento dei palestinesi per generazioni, erodere il sostegno globale a Israele, fare il gioco dei nemici di Israele e mettere a rischio gli sforzi di lungo termine per raggiungere la pace e la stabilità nella regione», spiega Obama osservando quindi che «è importante per tutti coloro che sostengono Israele in questo momento di bisogno incoraggiare una strategia che metta fuori combattimento Hamas minimizzando allo stesso tempo le vittime civili».
Dopo l’inizio di settimana a due velocità, con Milano e Parigi in crescita e Londra e Madrid in calo ieri, 23 ottobre 2023, c’è attesa per l’apertura delle Borse europee. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi riparte da 196,4 punti, con il rendimento italiano al 4,83% e quello tedesco al 2,86%.
Gli omicidi di Elisa Claps ed Heather Barnett, tra i casi di cronaca nera più discussi, saranno analizzati dalla nuova serie televisiva Per Elisa – Il caso Claps, basata sul libro Blood on the altar scritto da Tobias Jones. La fiction è composta da tre episodi di 100 minuti ciascuno ed è prodotta da Fastfilm Srl e Cosmopolitan Pictures Limited in collaborazione con Rai Fiction. La regia è di Marco Pontecorvo e la messa in onda della prima puntata è prevista per martedì 24 ottobre alle 21.25 su Rai 1.
Per Elisa – Il caso Claps, la trama della serie in onda stasera 24 ottobre 2023 su Rai 1
La prima vicenda si svolge a Potenza. In una soleggiata mattina di settembre del 1993, Elisa lasciò la sua casa per recarsi in chiesa e da quel momento se ne persero le tracce. Fino a quando, 17 anni dopo, il suo corpo venne ritrovato nel sottotetto della stessa chiesa dove l’ultima volta era stata vista viva. A diversi anni di distanza, nel novembre del 2002, nella città di Bournemouth (Inghilterra), Heather Barnett, madre single di due adolescenti, venne ritrovata gravemente ferita e coperta di sangue nella sua abitazione. Le indagini portarono presto a sospettare di Danilo Restivo, vicino di casa della donna. Lo stesso uomo con cui, proprio il giorno della sua scomparsa, Elisa aveva avuto un appuntamento presso la chiesa nella quale fu rinvenuto il suo corpo. Tuttavia, solo dopo anni di indagini gli investigatori riuscirono a collegare i due omicidi e a far incriminare l’assassino. Una parte cruciale si deve alla famiglia Claps e, specialmente, a Gildo, il fratello maggiore di Elisa.
Per Elisa – Il caso Claps, in particolare, narra la costante lotta della famiglia della giovane per scoprire la verità sulla sparizione della figlia e far condannare il colpevole. Ma soprattutto per comprendere perché la verità sia rimasta nascosta così a lungo. «Una storia durata 17 anni in cui la famiglia ha dovuto subire quasi due decenni di false piste e vicoli ciechi, di richieste di riscatto e di falsi avvistamenti, di opache complicità e cospirazioni, dell’alternarsi della solidarietà della gente con tentativi di screditare e emarginare la famiglia, di depistaggi e bugie deliberate, di silenzi e di voci, di dolorosi colpi di scena e rivelazioni, prima che fosse finalmente resa giustizia ad Elisa», ha dichiarato Pontecorvo.
Per Elisa – Il caso Claps, il cast della serie in onda stasera 24 ottobre 2023 su Rai 1
Questi i personaggi protagonisti della fiction con i relativi attori che li interpreteranno: