Biden convince Tel Aviv a rinviare l’invasione di Gaza

Gli Usa hanno convinto Israele a posticipare l’invasione della Striscia. Lo hanno reso noto i media americani e la notizia è stata confermata dall’esercito israeliano. Secondo il presidente Usa Joe Biden prima del cessate il fuoco gli ostaggi in mano a Hamas dovranno essere liberati. «Non crediamo che questo sia il momento per un cessate il fuoco. Israele ha il diritto di difendersi. Hanno ancora del lavoro da fare per attaccare la leadership di Hamas», ha ribadito alla Cnn il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Dal canto suo il governo israeliano ha ringraziato l’Egitto e la Croce Rossa per il loro ruolo nel garantire il rilascio di Yocheved Lifshitz e Nurit Cooper, le due anziane liberate da Hamas. Intanto, il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato in Israele. Intanto sale a più di 5 mila il numero delle vittime a Gaza.

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Oltre 400 obiettivi di Hamas colpiti a Gaza

Biden: «Non è il momento per il cessate il fuoco a Gaza»
Bombardamenti su Gaza (Getty Images)

Nelle ultime 24 ore sono stati oltre 400 gli obiettivi di Hamas colpiti nella Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare israeliano spiegando che sono stati eliminati decine di uomini di Hamas in procinto di lanciare razzi e compiere attacchi contro Israele. Hamas ha dichiarato che almeno 140 persone sono state uccise la mattina del 24 ottobre durante l’ennesima notte di attacchi aerei sulla Striscia. Il gruppo palestinese ha denunciato anche «centinaia di feriti» e «decine di case distrutte».

Macron è arrivato in Israele

Emmanuel Macron è arrivato in Israele per ribadire il sostegno della Francia. Macron, informa l’Eliseo, invocherà in particolare una «tregua umanitaria» per consentire l’accesso degli aiuti a Gaza, sotto blocco totale, e l’uscita dal territorio degli ostaggi presi da Hamas durante l’attacco. Il presidente francese vedrà a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e i leader dell’opposizione Benny Gantz e Yair Lapid.

Gaza, sei dipendenti dell’agenzia Onu per i rifugiati uccisi in 24 ore

Sei dipendenti dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) sono stati uccisi a Gaza nell’arco di 24 ore, ha annunciato lunedì 23 ottobre l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). Diventano così 35 i membri dell’UNRWA uccisi dall’inizio della guerra. «Non abbiamo parole», ha dichiarato l’agenzia sul social network X. «Rendiamo omaggio ai nostri 35 colleghi che sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre. Piangiamo e ricordiamo. Non sono solo numeri. Sono nostri amici e colleghi. Molti erano insegnanti nelle nostre scuole. L’UNRWA piange questa enorme perdita», ha aggiunto l’UNRWA. L’OCHA ha evidenziato le difficoltà incontrate dalle agenzie umanitarie nel fornire aiuti alla popolazione di Gaza a causa delle ostilità in corso, delle restrizioni alla circolazione e della carenza di elettricità, carburante, acqua, medicinali e altri beni essenziali. Da sabato gli aiuti internazionali hanno cominciato ad arrivare attraverso l’Egitto nel piccolo territorio dove si affollano 2,4 milioni di palestinesi. Una cinquantina di camion sono entrati in tre giorni nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, unica uscita dal territorio non controllato da Israele.

Telefonata tra ministro Esteri Cina e omologo palestinese

In una telefonata avuta lunedì 22 ottobre con l’omologo palestinese Riyad al-Maliki, il ministro degli Esteri Wang Yi ha ribadito «la vicinanza della Cina al popolo palestinese e ha chiesto la convocazione di una conferenza di pace». Wang ha chiesto «un cessate il fuoco immediato: la Striscia di Gaza ha bisogno di sforzi di pace, non di calcoli geopolitici».

Biden convince Tel Aviv a rinviare l'invasione di Gaza
Vittime a Gaza (Getty Images).

Obama avverte Israele: «L’operazione a Gaza può ritorcersi contro»

Barack Obama intanto ha messo in guardia Israele: l’operazione di terra a Gaza potrebbe ritorcersi contro se i civili palestinesi non sono tutelati. Un’azione potrebbe «peggiorare la crescente crisi umanitaria» nella Striscia: «Il mondo sta guardando gli eventi e ogni strategia militare israeliana che ignori il costo umano di ritorcerà contro», afferma l’ex presidente su Medium. «La decisione di tagliare il cibo, l’acqua e l’elettricità alla popolazione civile bloccata minaccia non solo di peggiorare la crisi umanitaria, ma potrebbe indurire l’atteggiamento dei palestinesi per generazioni, erodere il sostegno globale a Israele, fare il gioco dei nemici di Israele e mettere a rischio gli sforzi di lungo termine per raggiungere la pace e la stabilità nella regione», spiega Obama osservando quindi che «è importante per tutti coloro che sostengono Israele in questo momento di bisogno incoraggiare una strategia che metta fuori combattimento Hamas minimizzando allo stesso tempo le vittime civili».

 

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