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L’elezione di Galliani a Monza dimostra la compattezza dei figli di Berlusconi
Adriano Galliani, come ampiamente previsto, ce l’ha fatta. In una tornata dove i votanti sono stati uno sparuto drappello di sopravvissuti a una razza in via di estinzione, ha battuto ma non umiliato il rivale Marco Cappato, che può trovare motivi di soddisfazione pensando che, per via delle sue idee eretiche, molti di quelli che sulla carta stavano con lui gli hanno girato le spalle. Il quasi ottuagenario manager (ne farà 80 tondi nel 2024, ma è uguale a quando ne aveva 50) ha avuto con la politica un rapporto scostante: eletto senatore nel 2018 per volere di Silvio Berlusconi, non si è ripresentato alle elezioni del 2022, segno di disaffezione o semplicemente della decisione di volersi dedicare alla sua ultima creatura calcistica, il Monza, rilevata e portata agli onori della massima serie con la decisiva complicità del suo partner in crime, che prima gli aveva affidato per tanti anni le cure del Milan.
Galliani ha telefonato subito a Marina e Marta Fascina
Ma Galliani è tornato sui suoi passi, nulla potendo di fronte alle insistenze degli eredi cui spettava decidere le sorti di quel seggio occupato fino alla dipartita dal loro capostipite. E infatti, appena eletto, e an cora prima di ringraziare i suoi elettori, ha telefonato a Marina B. e Marta Fascina, con la quale in questi mesi di lutto perenne è stato discretamente in contatto, mentre i notabili di Forza Italia strologavano invano sulle intenzioni politiche della finta vedova.
Quella di un uomo devoto al Cav è presenza utile in Forza Italia
Insomma, il copione delle suppletive a Monza è stato rispettato in pieno: doveva essere un affare di famiglia, e così è stato. Galliani è uomo di assoluta fiducia, la sua devozione al Cav è sempre stata servilmente sincera e non di convenienza. Ed è una presenza utile, tanto più in questo momento dove una leadership debole ha moltiplicato i mal di pancia dentro al partito, e dopo che, per l’affaire Giambruno squadernato da Mediaset, Giorgia Meloni è lì col fucile puntato.
Compattezza familiare portata a esempio da Milleri
Monza insomma è stata un’altra prova di compattezza dei figli, che spiazza gli alleati prima che gli avversari. Per loro, dopo la morte di Berlusconi, Forza Italia non aveva nessuna chance di sopravvivenza. E l’unico dilemma era vedere chi tra Fratelli d’Italia e Lega si sarebbe maggiormente avvantaggiato delle sue spoglie. Invece Marina e Pier Silvio, con l’accordo implicito dei figli di secondo letto, dall’infausta sortita sugli extraprofitti delle banche in su, hanno fatto sentire la loro voce, tra fideiussioni (quelle che di fatto li rendono proprietari di Forza Italia) e televisioni, l’eterna arma che fa da deterrente quando gli alleati alzano la cresta. Una compattezza familiare che è stata citata a esempio anche dal capo di Luxottica Francesco Milleri in una recente intervista sul Sole 24 Ore piena di suggestioni e messaggi. Per lui che si trova a doversi districare con le divisioni tra gli eredi di Leonardo Del Vecchio, e tra chi ne contesta soldi e poteri, il modo in cui la dinasty di Arcore ha risolto la successione è un esempio da imitare.