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Salario minimo, al Cnel passa il documento che affossa la proposta dei 9 euro l’ora
L’assemblea del Cnel ha approvato a maggioranza il documento finale sul lavoro povero e salario minimo, che di fatto archivia la proposta avanzata dalle opposizioni di discutere sulla soglia di nove euro l’ora. Come prevedibile, hanno votato contro Cgil, Uil e Usb. In particolare, sui 62 componenti presenti 39 hanno votato a favore e 15 contro, otto consiglieri non hanno partecipato al voto. Nel documento si valorizza “la via tradizionale” della contrattazione collettiva. Non è passata così la proposta presentata dai cinque esperti, tra quelli nominati dal presidente della Repubblica, sulla sperimentazione della tariffa retributiva minima da affiancare alla contrattazione salariale. Il documento ora sarà inviato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Brunetta: «Testo sostenuto dalla stragrande maggioranza»
Soddisfatto, e non poteva essere altrimenti, il presidente del Cnel Renato Brunetta. «È l’esito di uno straordinario percorso che in 60 giorni è arrivato a produrre un testo importante approvato a larga maggioranza», ha commentato. «In passato il sindacato era unitario», ha aggiunto. «Ora solo la Cisl è rimasta sulla stessa idea, con il no a una legge sul salario minimo. Non più Cgil e Uil. Se il sindacato si è diviso, legittimamente, anche il Cnel ha dovuto tenere conto di questo».
Elly Schlein: «Il tentativo di Meloni di usare il Cnel per affossare la proposta è fallito»
Dura la reazione della segretaria dem Elly Schlein: «Il tentativo della presidente Meloni di usare il Cnel per affossare la proposta di salario minimo delle opposizioni è miseramente fallito. L’esito delle votazioni sul documento finale sancisce una divisione così forte all’interno del Cnel da far si che le conclusioni offerte al governo ne risultino fortemente indebolite». E quindi ha rilanciato: «Aspettiamo al varco governo e maggioranza. Non ci stancheremo di incalzarli se decideranno di fuggire, ancora una volta, rimandando il disegno di legge in commissione». «La destra usa il Cnel per dire No al salario minimo», ha ribadito in una nota il capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera Arturo Scotto. «Non hanno il coraggio di farlo alla luce del sole e si rifugiano dietro organismi di rilevanza costituzionale che andrebbero preservati da strumentalizzazioni politiche. Questo accade nel giorno in cui il Cnel si spacca, fatto senza precedenti nella storia. La proposta di rinvio del salario minimo in Commissione è una fuga vigliacca dal Paese reale e dalla crisi del potere d’acquisto di milioni di persone. Per noi rinviare ancora è semplicemente irricevibile».
Conte: «Meloni sul salario minimo la faccia non l’ha messa»
Sulla stessa linea il leader del M5s Giuseppe Conte: «La presidente Meloni ama ripetere che ci mette la faccia, ma lo fa quando si tratta di fare qualche passerella mediatica. Sul salario minimo la faccia non ce l’ha messa perché ha rimandato la palla al Cnel di Brunetta e oggi si compie il delitto perfetto», ha detto all’Adnkronos. «Con Schlein continueremo la battaglia in Parlamento».