Daily Archives: 5 Ottobre 2023

Shakespeare, trovato nel Regno Unito il palco su cui si esibiva

Scoperto il palcoscenico su cui si esibì William Shakespeare, l’unico ancora esistente. Durante le operazioni di ristrutturazione del St. George’s Guildhall, il più antico teatro britannico situato a King’s Lynn nel Norfolk, sono ritornate alla luce alcune assi in legno del XV secolo. Stando agli archivi storici, il Bardo vi presentò le sue opere nel 1592 e nel 1593, come testimoniato anche da alcuni resoconti finanziari. «Sappiamo che in quegli anni Shakespeare venne qui», ha detto alla Bbc Tim FirzHigham, direttore creativo del Guildhall. «È stato un caso, ma abbiamo trovato qualcosa di incredibile». Gli studiosi hanno elogiato una scoperta molto significativa, anche se occorreranno ulteriori analisi prima di poter stabilire con certezze il legame fra il vecchio palcoscenico e una delle figure più importanti nella drammaturgia mondiale.

Il palcoscenico di Shakespeare si trova sotto l’auditorium del teatro

I lavori di ristrutturazione al St. George’s Guildhall risalgono al mese di settembre e hanno avuto luogo per monitorare la situazione dell’auditorium. «Volevamo solo aprire una sezione per controllare l’eventuale presenza di un pavimento antecedente posto sotto la superficie», ha spiegato Jonathan Clark, esperto di antichi edifici. «È davvero insolito che le assi siano state bloccate insieme e poi fissate a massicce travi». Il vecchio palcoscenico risalirebbe a oltre un secolo prima del potenziale arrivo di Shakespeare, in quanto la sua costruzione è databile fra il 1417 e il 1430, anni in cui fu edificata l’intera struttura. Ciascun’asse ha una larghezza di circa 30 centimetri, mentre l’intero pavimento dovrebbe essere grande quanto un campo da tennis. «Sappiamo che erano qui nel 1592-1593, e pensiamo che Shakespeare vi abbia camminato».

Durante la ristrutturazione del St. George' Guildhall, è stato scoperto il palco originale su cui William Shakespeare si esibì nel 1592
Il palcoscenico original del St. George’s Guildhall (Lynn Museum, X).

La scoperta, già di per sé sensazionale in quanto è l’unico pavimento in legno del XV secolo sopravvissuto nel tempo, ha un altro aspetto unico. Qualora venisse confermata la presenza di William Shakespeare, sarebbe il solo palcoscenico rimasto su cui abbia mai presentato le sue opere. «Le prove che abbiamo devono ancora trovare una conferma, ma sono molto attendibili», ha spiegato la dottoressa Tiffany Stern, professoressa di teatro all’Università di Birmingham. «È molto probabile che sia venuto qui per Enrico VI e Tito Andronico». È certo che in quegli anni si esibì nel teatro la compagnia del Conte degli uomini di Pembroke, di cui il Bardo quasi certamente fece parte.

Ulteriori prove grazie a una recensione negativa dell’epoca

I resoconti finanziari e gli archivi storici del teatro di King’s Lynn non sono le uniche fonti a supportare la tesi che William Shakespeare possa essersi esibito nel Norfolk. Non lontano dalla struttura, nella strada parallela, nacque Robert Armin, noto per aver recitato in drammi come Re Lear e La dodicesima notte. In aggiunta, ulteriori conferme arriverebbero grazie a una rara recensione negativa del 1592. Robert Geene infatti descrisse il Bardo come un «corvo emergente» durante le sue esibizioni. «Non solo Shakespeare lo ha calpestato», ha concluso FirzHigham. «Lo faranno anche tutti gli altri per centinaia di anni a venire una volta che avremo completato la ristrutturazione».

CeoforLife awards, premiate le eccellenze della sostenibilità

Amplificare e premiare i progetti di sostenibilità portati avanti dalle aziende più importanti del panorama italiano. Quattro giornate di confronto tra amministratori delegati invitati a raccontare le proprie iniziative dedicate alla sostenibilità e la loro nuova filosofia di gestione aziendale. Si riassumono così i CeoforLife Awards 2023, evento giunto alla terza edizione che ha preso il via giovedì 5 ottobre 2023 con la premiazione di 23 ceo. Tema centrale della prima giornata di premiazione è l’environment, mentre nelle giornate dell’11, 18 e 25 ottobre i riconoscimenti riguarderanno rispettivamente il social impact, l’health & wellbeing e l’innovation.

I ceo premiati 

I premi ai ceo sono stati consegnati dai ragazzi della cooperativa agricola di San Patrignano, partner dell’iniziativa. Queste le aziende premiate nel corso della prima giornata degli awards di CeoforLife: Simona Alberini (Abb Italia), Stefano Carone (Il Prisma), Marcello Cattani (Sanofi), Sara Digiesi (Best Western Hotel, Hotel Group Italia), Robert Lang (Winerberger), Sandro De Poli (presidente Avio Aero), Roberto Righi (Prometeon), Mario Cincotta (EthosEnergy), Carla Masperi (Sap Italia), Roberto Limentani (Iss Facility Services Italy), Gianluca Testa (Avis Budget Group), Walter Ruffinoni (Ntt Data Italia), Frank Meyer (E.On), Pasqualino Monti (Enav), Marco Pesaresi (Ferrarelle), Francesca Portincasa (Acquedotto Pugliese), Michelangelo Suigo (Inwit), Vos Geert (Daikin), Christophe Rabatel (Carrefour Italy), Claudio Colacchi (Communisis), Roberto Busso (Gabetti) Miriam Eceolaza (Pernod Ricard) e Klaus Schädle (Gls), L’Oréal Italia.

La Slovacchia ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina

A seguito della vittoria elettorale dell’ex primo ministro filorusso Robert Fico, la presidente slovacca Zuzana Caputova, ha rifiutato il piano del governo ad interim del suo Paese di inviare ulteriori aiuti militari all’Ucraina. Il Ministero della Difesa di Bratislava aveva preparato un nuovo pacchetto di aiuti per Kyiv, che il capo di Stato avrebbe potuto firmare mentre era ancora in carica ?udovít Ódor, a capo del gabinetto tecnico uscente. Ma così non è stato: i partiti che si oppongono a tale sostegno sono in trattative per formare un esecutivo dopo le elezioni che hanno visto la vittoria di Fico, ha spiegato ?aputová, sottolineando di essersi attenuta alla volontà degli elettori.

La Slovacchia ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina. Lo ha deciso la presidente Caputova dopo la vittoria elettorale del filorusso Fico.
Robert Fico e Zuzana Caputova (Getty Images).

Caputova ha affidato a Fico l’incarico di formare un governo di coalizione

Lunedì 2 ottobre Caputova ha affidato a Fico l’incarico di provare a formare un governo di coalizione. L’ex primo ministro populista, che in campagna elettorale ha promesso lo stop all’invio di armi a Kyiv ribadendo a più riprese di essere contrario all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, alle elezioni con il suo Smer ha ottenuto il 22,9 per cento, garantendosi 42 seggi in Parlamento su un totale di 150.

La Slovacchia ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina. Lo ha deciso la presidente Caputova dopo la vittoria elettorale del filorusso Fico.
Zuzana Caputova (Getty Images).

«L’approvazione di un pacchetto di aiuti militari creerebbe un rischioso precedente»

L’ufficio presidenziale ha affermato che Caputova, convinta sostenitrice dell’Ucraina (ha visitato Kyiv due volte dall’inizio dell’invasione russa), non ha cambiato la sua opinione sulla necessità dell’assistenza militare al Paese attaccato dalla Russia. Tuttavia «l’approvazione di un pacchetto di aiuti militari da parte dell’attuale governo uscente creerebbe un rischioso precedente per il cambio di potere dopo eventuali future elezioni». La presidente, tuttavia, resta pronta a sostenere l’assistenza militare proposta da qualsiasi governo dotato di pieni poteri. La Slovacchia è stata uno dei principali sostenitori dell’Ucraina, a cui ha donato grosse quantità di armi e veicoli militari, inclusi 13 caccia da combattimento MiG-29 di fabbricazione sovietica.

La Stampa cambia direttore: al posto di Giannini il vice Malaguti

Cambio ai vertici della Stampa. Dal 5 ottobre Massimo Giannini non è più direttore del quotidiano torinese. Al suo posto arriva il vice Andrea Malaguti, al giornale da una decina d’anni. Giannini tornerà come firma ed editorialista a Repubblica, intensificando le sue apparizioni televisive. Alla base della decisione del gruppo Gedi, un ripensamento della linea editoriale che dovrà essere meno global e più attenta al locale.

Germania, leader del partito di estrema destra in terapia intensiva: le ipotesi

Il leader del partito di estrema destra tedesco Afd, Tino Chrupalla, è «in terapia intensiva» ma «è in grado di parlare»: lo riferisce il sito del primo canale pubblico Ard citando il suo ufficio. A confermarlo anche il reporter dall’emittente di sole notizie N-tv da Ingolstadt citando ambienti di partito che hanno riferito di «un violento attacco» avvenuto nella serata di mercoledì 4 ottobre in cui sarebbe rimasto coinvolto il politico.

Il malore prima del comizio

Chrupalla ha avvertito i primi sintomi, nausea, crampi e vertigini, poco prima di un comizio a Ingolstadt. Immediate le cure mediche, durante le quali è stata riscontrata una piccola lesione cutanea che, secondo gli investigatori, potrebbe essere compatibile con una puntura. Secondo il quotidiano Der Spiegel, sul posto è stata trovata una puntina da bacheca, ma non è emerso alcun collegamento con il malore di Chrupalla. Il materiale è stato sequestrato e sarà oggetto di ulteriori indagini. Fonti del partito hanno collegato il malore con una «puntura», il sospetto è infatti che possa essere stato «colpito con una siringa» anche se la polizia di Ingolstadt non ha trovato alcuna prova.

I primi elementi diffusi dalla polizia

In riferimento al «violento attacco» riferito da alcuni esponenti del partito, nel comunicato della polizia si legge che «Per chiarire le circostanze dettagliate di questo incidente, il dipartimento investigativo criminale di Ingolstadt ha condotto ulteriori indagini». Nessuna evidente violazione sarebbe stata infatti riscontrata, come si apprende dalla dichiarazione. Un portavoce ha riferito che la polizia sta indagando sul possibile coinvolgimento di terzi nell’incidente ma che non ci sono prove di un attacco.

Mestre, la procura ha disposto «una perizia tecnica sul guardrail»

La procura di Venezia disporrà una perizia tecnica sul guardrail per far luce sulle condizioni della barriera nel tratto del tragico incidente che ha coinvolgo un bus a Mestre. Il mezzo è precipitato nel tardo pomeriggio del 3 ottobre, causando 21 morti e 15 feriti, di cui 5 gravi. Ad annunciarlo è stato il procuratore Bruno Cherchi, che parlando dell’inchiesta ha dichiarato: «Stiamo accertando la situazione del guardrail, disporremo una consulenza tecnica e stiamo individuando i soggetti a cui affidare questo incarico».

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Il guardrail è stato sequestrato

Cherchi ha proseguito: «Il guardrail lo abbiamo sequestrato, faremo tutte le attività possibili. Dovremo valutare chi nominare. Dovranno essere tecnici comprovati trattandosi di una cosa così delicata». Poi il procuratore ha specificato che «valuteremo con calma chi sentire» e «quale documentazione chiedere». Le carte non sono state ancora acquisite. Cherchi poi ha commentato anche il varco da un metro e mezzo presente lungo le barriere, senza sbilanciarsi: «Sono valutazioni tecniche che necessitano di qualcuno che capisca la materia». Il fascicolo d’inchiesta attualmente è contro ignoti.

Mestre, la procura ha disposto «una perizia tecnica sul guardrail»
Il pullman precipitato a Mestre (Getty images).

Il procuratore: «Sentiremo i feriti»

L’inchiesta si concentrerà anche sul racconto dei presenti. Cherchi ha spiegato che si tratterà, però, di una fase delicata: «Stiamo sentendo i feriti man mano che è possibile sentirli, non solo in senso fisico ma anche psicologico. Molti di questi feriti hanno perso i parenti stretti, sono in condizioni molto delicate. Stiamo cercando di avere un atteggiamento equilibrato tra le esigenze dell’indagine e la situazione di ciascuno in questa situazione molto drammatica. Parliamo di soggetti che tornavano a casa dopo una giornata in giro, molti erano stanchi, qualcuno dormiva o non si è accorto di niente, c’è una varietà di reazioni».

Varese, fatture false e prestanome nullatententi: frode da 10 milioni

Una frode fiscale da 10 milioni di euro, attraverso l’utilizzo di prestanome nullatenenenti e l’emissione di fatture false è stata scoperta nel Varesotto dalla Guardia di finanza. I militari del comando provinciale di Varese hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore di 3 milioni emesso dalla procura di Varese. Le indagini, svolte dalla compagnia di Luino (Varese), sono partite dal monitoraggio dei flussi finanziari e dall’approfondimento di diverse segnalazioni per operazioni sospette, relative ad anomale operazioni finanziarie da parte di una società che opera nel territorio luinese ritenuta la capogruppo.

Segnalate alla procura 19 persone

Per vari reati legati all’emissione di fatture false, 19 persone sono state segnalate alla procura e altre due sono state indagate per favoreggiamento. Dalle indagini è emersa l’esistenza di un unico centro dominante d’interessi, rappresentato dalla capogruppo e dal suo amministratore di fatto, dominus della frode, che aveva utilizzato in dichiarazione fatture per operazioni inesistenti, emesse da 15 società operanti sull’intero territorio nazionale, riuscendo così a nascondere al fisco una base imponibile pari a oltre 10 milioni. L’attività economica svolta dal gruppo, legata alla distribuzione di volantini e altro materiale pubblicitario, era imperniata su numerose imprese individuali e società di capitali, tutte riconducibili a persone di origine pakistana, nullatenenti e alcuni percettori di prestazioni sociali agevolate. Le imprese a loro fittiziamente intestate, prive di struttura operativa idonea a svolgere le prestazioni lavorative fatturate alla capogruppo, hanno omesso gli obblighi di natura contabile, dichiarativa e di versamento delle imposte.

Incidente ad Alba Adriatica: Leonardo morto a 26 anni dopo il turno di lavoro

Drammatico incidente ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo, dove un ragazzo di soli 26 anni, Leonardo Ricci, ha perso la vita mentre si trovava a bordo della sua moto.

26enne morto in un incidente in moto ad Alba Adriatica

I fatti risalgono alla notte tra mercoledì 4 e giovedì 5 ottobre 2023. Intorno alle ore 2.30 del mattino il 26enne in sella alla sua motocicletta ha centrato in pieno un palo, perdendo la vita praticamente sul colpo. La dinamica precisa del sinistro è al vaglio dei carabinieri, intervenuti rapidamente sul posto, ma in base alle prime ricostruzioni sembra che il ragazzo abbia perso all’improvviso il controllo del mezzo su due ruote sul quale stava viaggiando, sbandando così sul ciglio della strada. A nulla, sfortunatamente, sono serviti i soccorsi. Gli operatori del Suem accorsi sul luogo del dramma non hanno potuto fare altro che accertare la morte del soggetto dopo aver provato disperatamente a rianimarlo per ben 40 minuti. Per il momento non è dato sapere con precisione cosa possa essere accaduto. Si pensa in ogni caso che il giovane sia stato vittima di un colpo di stanchezza, ma non è da escludere l’ipotesi dell’eccesso di velocità.

Migranti, Salvini all’attacco della giudice Apostolico: «Manifestava con l’estrema sinistra»

Matteo Salvini ha attaccato la giudice di Catania Iolanda Apostolico, salita agli onori della cronaca per il provvedimento che ha rimesso in libertà alcuni rifugiati ritenendo illegittimo il decreto del governo. Il vicepremier ha postato un video su Facebook e ha scritto: «25 agosto 2018, Catania, io ero Vicepremier e Ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla “assassini” e “animali” in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…». Il volto di cui parla Salvini è quello della giudice, che appare vestita di blu e assiste alla scena in silenzio. Accanto a lei c’è il marito, che partecipa soltanto all’ultimo coro degli attivisti che urlano e chiedono «libertà». Anche Giorgia Meloni ha criticato la sentenza a inizio ottobre.

Fontana: «Salvini vuole confondere i piani»

Immediati i commenti dei consiglieri del Csm. Roberto Fontana, uno dei componenti, l’ha difesa: «L’iniziativa del ministro Salvini vuole confondere i piani. La giurisdizione si esprime attraverso i provvedimenti, che possono essere criticati e impugnati sulla base di ragioni tecnico-giuridiche. Spostare l’attenzione sulla vita del magistrato e le sue eventuali attività esterne è un tentativo di delegittimare l’attività giurisdizionale». Intanto l’Associazione nazionale magistrati spiega che «valuterà insieme alla diretta interessata se e come intervenire».

Attacchi dalla Lega: «Sconcertante»

Diverso il parere di consiglieri e deputati di centrodestra. Il deputato catanese Anastasio Carrà, in quota Lega, ha chiesto alla giudice di smentire. Igor Iezzi, vice capogruppo, ha dichiarato: «Sconcertante, credo che sia il caso di “rivedere” tutte le decisioni prese da questo magistrato». E così Simonetta Matone, deputata del Carroccio: «Inaccettabile un giudice a una manifestazione contro la polizia». Depositata da alcuni senatori un’interrogazione al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Biden dà l’ok alla costruzione di 32 chilometri di barriera al confine col Messico

L’amministrazione Biden ha dato il via libera alla costruzione di 32 chilometri di barriera di confine nel sud del Texas, per la precisione nella contea di Starr, dove le autorità hanno registrato un elevato numero di attraversamenti illegali da parte di migranti provenienti dal Messico. Nel 2020, Joe Biden aveva promesso che, se fosse stato eletto presidente degli Stati Uniti, non avrebbe eretto nemmeno un altro metro di muro.

Biden, ok alla costruzione di 32 chilometri di barriera al confine col Messico. La US Customs and Border Protection: fondi stanziati da Trump.
Joe Biden (Getty Images).

La costruzione avverrà con fondi stanziati nel 2019 dall’amministrazione Trump

La costruzione di una barriera al confine con il Messico è un cavallo di battaglia di Donald Trump, che negli anni alla Casa Bianca ne fece erigere circa 80 chilometri, rinforzandone inoltre tratti già esistenti per 640 chilometri. Eppure alla fine anche “Sleepy Joe” ha ceduto. E questo nonostante, per sua stessa ammissione non la ritenesse (ai tempi dell’insediamento) una soluzione adeguata per far fronte all’immigrazione clandestina. Tramite un comunicato la US Customs and Border Protection ha “difeso” la scelta dell’amministrazione Biden, spiegando che saranno utilizzando i fondi già stanziati – nel 2019, con Trump presidente – per una barriera di confine, appunto, nella valle del Rio Grande.

Biden, ok alla costruzione di 32 chilometri di barriera al confine col Messico. La US Customs and Border Protection: fondi stanziati da Trump.
Agenti della U.S. Border Patrol (Getty Images).

La decisione non piace ai democratici e nemmeno agli ambientalisti

Nei primi otto mesi del 2023, secondo i dati (o meglio le stime) del governo, ci sono stati più di 245 mila attraversamenti nella sola area della valle del Rio Grande. E settembre ha visto in tal senso persino un incremento rispetto ai mesi precedenti. Il numero crescente di attraversamenti illegali delle frontiere è ormai un grattacapo per Biden, soprattutto in vista delle presidenziali del 2024. Buona parte dell’elettorato democratico, infatti, non vede di buon occhio la costruzione di ulteriori barriere al confine. Che invece, secondo il segretario della Sicurezza Interna Alejandro Mayorkas sarebbe una «necessità immediata». Contro l’erezione di nuove barriere si sono già schierati gli ambientalisti, sostenendo che tali strutture danneggeranno gli habitat di piante e animali in via di estinzione.

Usb: «Il 10 ottobre sciopero dei taxi, no al dl asset»

È stato proclamato per il 10 ottobre uno sciopero di 24 ore dei taxi, la causa scatenante «è il decreto asset, un provvedimento omnibus predisposto non a caso nel periodo estivo, con tempi di approvazione contingentati, 60 giorni». Lo ha affermato il sindacato Usb Taxi, ricordando la protesta indetta per martedì prossimo insieme ad altre sigle. «Inopportuno è la definizione più elegante per questo decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli enti locali e il governo si rimpalleranno le responsabilità dell’incremento delle licenze senza nessun dato concreto», ha aggiunto il sindacato.

L’Usb Taxi: «Le elezioni europee invogliano il governo a darci in pasto all’opinione pubblica»

L’Usb Taxi ha aggiunto che alla base del fermo c’è anche l’avvicinarsi delle elezioni europee che «invogliano il governo Meloni a darci in pasto all’opinione pubblica». Il sindacato ha poi puntato il dito contro le multinazionali che «attraverso campagne di disinformazione stanno chiedono a gran voce altri tassisti da spremere, grazie anche ai collaborazionisti interni». Tra le altre motivazioni dello stop rientrano, infine, «i decreti attuativi della legge n.12/2019 non ancora predisposti, nonostante siano trascorsi oltre quattro anni e mezzo» e «lo scarica barile tra governo ed enti locali per nascondere le carenze del trasporto pubblico di linea e i conseguenti tagli che vengono scaricati addosso al servizio pubblico taxi», ha dichiarato il sindacato.

Cannabis light, il Tar riammette la vendita di prodotti a base Cbd: sospeso il decreto del governo

I prodotti a uso orale a base di Cbd possono essere venduti e non devono essere equiparati a sostanze stupefacenti. A deciderlo è il Tar del Lazio, che ha bloccato il decreto del governo Meloni in vigore dal 22 settembre 2023. Nel testo del provvedimento approvato ad agosto, le «composizioni per uso orale a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis» erano state inserite tra quelle impossibili da vendere. Il divieto ha fatto scattare sequestri in tutta Italia nei punti vendita. Essendo dichiarate tra i medicinali sezione B, secondo il decreto erano acquistabili soltanto in farmacia e con ricetta medica. Il Tar ha sospeso il provvedimento fino al 24 ottobre.

I prodotti tornano in vendita

Adesso i prodotti potranno tornare in vendita senza sequestri in nessuno store. Esulta l’Ici, l’associazione Imprenditori canapa Italia, che con l’assistenza dello studio Prestige-Legal & Advisory aveva avanzato la richiesta di sospensione urgente del decreto, accettata dal Tar del Lazio. Alla base della decisione ci sono i mancati pareri scientifici, come quello del Consiglio Superiore di Sanità, al decreto approvato diversi mesi. Ora bisognerà decidere se i prodotti sono equiparabili a sostanze stupefacenti, prima di capire se la sospensione sarà definitiva o se il decreto tornerà in vigore.

Desiante: «Ci hanno bloccati per settimane in un limbo»

Il presidente dell’associazione Ici, Raffaele Desiante, ha commentato su Repubblica: «Si tratta del miglior risultato che potevamo ottenere. Ora aspettiamo la conferma della Camera di consiglio il 24 ottobre. In queste settimane abbiamo subito diversi sequestri e le conseguenze di una situazione assurda, perché era vietata la detenzione ma anche lo smaltimento. Quindi eravamo bloccati un un limbo legislativo. Per prodotti che in realtà sono privi di efficacia drogante». Già dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello scorso 21 agosto, Federcanapa aveva sottolineato che «il Cbd non ha effetto stupefacente, come aveva concluso già pochi mesi prima del decreto una Commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e come aveva ribadito una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020».

Caro-mutui al Sud: a Catanzaro 200 euro in più di Bologna

La città dove i mutui per comprare casa costano di più, fra i principali capoluoghi di regione italiani, è Catanzaro. Per un finanziamento da 150 mila euro della durata di 25 anni si paga una rata mensile di 1.000 euro, ben 200 euro in più rispetto agli 800 euro che si pagano a Bologna. Il tasso d’interesse medio praticato dalle banche in Calabria è pari al 6,23 per cento, a un passo dal 6,25 per cento del Molise che detiene il record in Italia – mentre in Emilia-Romagna gli interessi applicati ai prestiti immobiliari sono del 4,03 per cento, i più bassi in Italia. È quanto ha rilevato la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) secondo cui, oltre al Molise, il tasso medio sui nuovi mutui rilevato a giugno 2023 sulla base delle statistiche della Banca d’Italia è superiore al 6 per cento anche in altre tre regioni, vale a dire Calabria (6,23 per cento), Sicilia (6,14 per cento) e Campania (6,02 per cento).

Chi è Marat Khusnullin, gran cerimoniere di Putin per le Presidenziali 2024

Tutte le strade portano al Cremlino. Lo sa bene Vladimir Putin che sta letteralmente costruendo la sua vittoria alle Presidenziali del 2024. Non c’è infatti miglior spot di efficienza e forza che annunciare, progettare e inaugurare infrastrutture, siano esse strade o ponti, in giro per la Federazione. Per questo lo zar ha scelto come uomo chiave della campagna elettorale il vice primo ministro per l’Edilizia Marat Khusnullin.

Khusnullin, il gran cerimoniere di Putin

Che il tagliar nastri paghi è risaputo, anche in Russia. L’8 settembre scorso, per esempio, Putin è volato ad Arzamas, nell’oblast di Nizhny Novgorod, per inaugurare un nuovo tratto dell’autostrada M-12 che entro la fine del 2023 collegherà Mosca a Kazan. Al suo fianco l’immancabile Khusnullin che ha ovviamente ricordato come senza il presidente quella strada non sarebbe nemmeno esistita. In realtà l’inaugurazione era una iniziativa elettorale. Pochi giorni dopo, infatti, a Nizhny Novgorod è stato eletto governatore il rappresentante di Russia Unita, il partito di Putin, Gleb Nikitin. La cerimonia di Arzamas è stata solo una prova generale in vista della campagna presidenziale che sta prendendo forma. E di cui Khusnullin, come confermato da fonti vicine all’Amministrazione presidenziale a Meduza, è figura chiave. Secondo i piani del Cremlino, sarà una sorta di gran cerimoniere, organizzatore di eventi con l’obiettivo di esaltare i risultati ottenuti dalla Russia di Putin. Non a caso fu lui ad accompagnare il presidente a Mariupol dopo l’annessione decantandogli i successi della ricostruzione.

Chi è Marat Khusnullin, gran cerimoniere di Putin per le Presidenziali 2024
Marat Khusnullin e Putin a Mariupol (Getty Images).

La nomina a vicesindaco di Mosca e la rete tatara nella Capitale

Khusnullin non arriva dal nulla. Già impresario edile, cominciò a farsi notare negli Anni 2000, quando era ministro delle Costruzioni nell’oblast del Tatarstan. Un periodo in cui Putin si faceva spesso vedere a Kazan, capitale regionale, che si preparava a celebrare i suoi primi mille anni (1005-2005) con la costruzione della moschea Kul-Sharif e del ponte del Millennio – e le Universiadi che si sarebbero tenute nel 2013. Fu proprio Khusnullin a organizzare le visite ai cantieri, le fondamenta della sua ascesa. Nel 2010 fu nominato vicesindaco di Mosca per l’edilizia promuovendo, tra le altre cose, la ricostruzione dello stadio Luzhniki per la Coppa del Mondo Fifa del 2018. Si occupò anche dell’ampliamento della metropolitana di Mosca (dal 2012 al 2019 furono aperte 47 nuove stazioni). Khusnullin da vicesindaco ha saputo creare una vera e propria rete. Secondo un’inchiesta di Novaya Gazeta, dopo la sua nomina, ben 46 persone provenienti dal Tatarstan sono entrate in posizioni dirigenziali nel settore edile della Capitale. Al contempo, dal 2011 al 2018 aziende del Tatarstan o legate a imprenditori della regione hanno ottenuto contratti governativi per un totale di quasi mezzo trilione di rubli, circa 10 miliardi di dollari.

Il salto a livello federale come vice primo ministro per l’Edilizia

Abile comunicatore, ha sempre posto l’accento sui successi di squadra definendosi solo un fidato esecutore delle volontà dei superiori. Ieri il sindaco di Mosca, oggi Putin. Come sottolinea Meduza, è un fanatico della subordinazione e del culto della personalità. «Marat Shakirzyanovich è un esperto visir dell’oriente», raccontano fonti di Russia Unita. «Sa sempre cosa dire allo Scià di turno, come interessarlo, come ringraziarlo. Uno stile di comunicazione particolarmente gradito al presidente russo». E la strategia ha funzionato. Nel 2020 infatti il salto a livello federale con la nomina a vice primo ministro dell’Edilizia della Federazione Russa. «L’edilizia è movimento, energia», dichiarò in occasione della promozione. «Puoi immediatamente vedere i risultati di ciò che hai fatto. Adoro perfino l’odore della vernice, del cemento, della polvere».

Chi è Marat Khusnullin, gran cerimoniere di Putin per le Presidenziali 2024
Vladimir Putin e Marat Khusnullin al Tataro di Mariupol (Getty Images).

L’invasione dell’Ucraina e l’impegno nella ricostruzione dei territori annessi

Dopo l’invasione dell’Ucraina, non si è tirato indietro come molti altri, anzi. Nonostante la grandeur edilizia fosse passata in secondo piano, Marat Shakirzyanovich non si è perso d’animo ‘tuffandosi’ nei territori occupati, diventando alfiere della ricostruzione, tema particolarmente caro al presidente, e dispensatore di appalti e contratti, il che significa gestire un tesoretto stimato in almeno un trilione e mezzo di rubli (circa 15 milioni di dollari). Khusnullin ha naturalmente preso l’incarico seriamente, cercando di battere tutti i record. Ha annunciato per esempio il completamento anticipato della riparazione del ponte di Crimea distrutto da un camion bomba nell’ottobre 2022. Adesso, con la campagna per le Presidenziali, l’aria è cambiata. La guerra continua, ma non è più al centro della propaganda. Ora Putin deve dimostrare – soprattutto ai nemici dell’Occidente – che l’economia regge, nonostante le sanzioni. Da qui la partecipazione del presidente, fino a pochi mesi fa barricato al Cremlino, a eventi, cerimonie, incontri. In ricordo dei bei vecchi tempi. Quanto a Khusnullin accetterà ogni incarico che gli sarà affidato. La regola è non chiedere, consapevole che gli sarà dato.

Blitz degli ecologisti blocca Les Misérables a Londra: cinque arresti

È stata di cinque fermi di Polizia il bilancio finale della protesta compiuta nella serata di mercoledì 4 ottobre 2023 da parte di alcuni attivisti del gruppo ecologista radicale Just Stop Oil a Londra che hanno preso di mira il musical Les Misérables, tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo. Lo spettacolo era in scena al Sondheim Theatre, nel West End della capitale britannica. Gli attivisti sono saliti sul palco mostrando delle bandiere arancioni mentre gli attori cantavano la canzone di rivolta Do You Hear The People Sing? (Senti il popolo cantare?) e poi si sono incatenati prima dell’arrivo degli agenti.

L’incursione degli attivisti ha causato l’interruzione dello spettacolo 

Gli ecologisti sono stati fischiati dal pubblico in sala, anche perché la loro azione di protesta ha causato l’interruzione dello spettacolo e la decisione di non riprenderlo da parte della direzione del teatro per ragioni di sicurezza. Just Stop Oil, tramite un suo portavoce, ha affermato che la contestazione era ispirata ai rivoluzionari di Les Misérables e gli attivisti chiedevano di prendere posizione «contro i piani criminali» del governo conservatore di Rishi Sunak in fatto di sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio dopo il recente via libera a centinaia di nuove licenze per le società operanti nel Mare del Nord.

Telefoni dietro le sbarre: sospeso un agente penitenziario

Sospensione cautelare dal servizio e revoca dell’obbligo di firma per l’agente di polizia penitenziaria 53enne accusato di aver introdotto tre microcellulari nel carcere di massima sicurezza di Sulmona (in provincia de L’Aquila), destinati verosimilmente ai detenuti.

L’agente: «Cellulari portati all’interno del carcere per sbaglio»

Il poliziotto, arrestato ad aprile 2023, era stato rimesso in libertà il 5 agosto in attesa dell’udienza in camera di consiglio, celebrata nella mattinata di giovedì 5 ottobre 2023 e poi rinviata per questioni procedurali all’11 gennaio 2024. Il suo avvocato, Alessandro Margiotta, ha presentato richiesta di patteggiamento o di rito alternativo. L’inchiesta era scattata il 25 ottobre 2022 quando un detenuto, sorpreso in cella con tre cellulari senza scheda, aggredì cinque agenti mandandoli in ospedale. In quel periodo furono sequestrati una ventina di telefoni nella struttura penitenziaria. La procura di Sulmona aveva quindi disposto accurate perquisizioni, eseguite dal personale penitenziario, che portarono a rinvenire tre microcellulari in dotazione al 53enne, oltre a uno di sua proprietà. L’agente si era giustificato spiegando di aver portato quei telefoni per sbaglio, ovvero di averli dimenticati in tasca dopo averli acquistati a prezzo modico per poi rivenderli ad amici e colleghi. Nella vicenda nove persone recluse nel carcere di Sulmona sono state condannate per il reato di accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Premio Nobel per la Letteratura 2023 a Jon Fosse

Jon Fosse ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2023. Lo scrittore norvegese ha ottenuto il riconoscimento per «le sue innovative opere teatrali e prose che danno voce all’indicibile». È lui dunque l’erede di Annie Ernaux, vincitrice della precedente edizione nel 2022. «La sua immensa opera scritta in norvegese Nynorsk e che abbraccia una varietà di generi è costituita da una ricchezza di opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni», si legge nel comunicato ufficiale dell’Accademia. «Sebbene oggi sia uno dei drammaturghi più rappresentati al mondo, è diventato sempre più riconosciuto anche per la sua prosa». Tra i favoriti c’erano anche la cinese Can Xue, l’australiano Gerald Murnane, la russa Ljudmila Ulitskaja, la canadese Anne Carson, il romeno Mircea Cartarescu, il keniota Ngugi Wa Thiong’O, lo statunitense Thomas Pynchon, l’argentino César Aira, il giapponese Haruki Murakami e il francese Michel Houellebecq.

Dalla Medicina alla Chimica, i vincitori del Premio Nobel 2023

Le assegnazioni erano iniziate lunedì 2 ottobre con il premio per la Medicina, vinto da Katalin Karikó e Drew Weissman per i loro studi sull’mRna che ha contribuito ai vaccini anti-Covid. Il giorno seguente Royal Swedish Academy ha premiato nel campo della Fisica Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier per le loro ricerche sulla studio della dinamica degli elettroni nella materia. Infine, il 4 ottobre Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov si erano distinti nella Chimica per il loro contributo sulle nanotecnologie. Venerdì 6 ottobre alle ore 11 si conoscerà il nome del vincitore per la Pace, mentre lunedì 9 alle 11.45 verrà svelato il Premio Nobel per l’Economia.

I tre vincitori del Premio Nobel per la Chimica (Getty Images).

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Luciana Littizzetto, la frecciatina alla Rai: «Camerino da figlia della serva»

In occasione di un’intervista al magazine TV Sorrisi e Canzoni per parlare della nuova edizione di Che tempo che fa in arrivo su Nove, Luciana Littizzetto ha colto l’occasione per togliersi un piccolo sassolino dalla scarpa nei confronti dell’azienda che per tanti anni l’ha voluta con sé.

La frecciatina di Luciana Littizzetto alla Rai

Stando alle dichiarazioni della comica, sembra che nel backstage degli studi milanesi di Che tempo che fa la Rai non le avesse riservato uno spazio adeguato. «In Rai avevo un camerino minuscolo, da “figlia della serva”, non ci entrava nemmeno uno spillo in più», ha commentato causticamente Littizetto, che ha raccontato di avere ricevuto, per così dire, un “upgrade” per quanto riguarda Nove. La nuova rete che ospiterà il programma condotto da Fabio Fazio, infatti, le avrebbe concesso un camerino ben più ampio («Magari quello nuovo avrò modo di arredarlo», ha ironizzato la comica). Questa, tra l’altro, non è nemmeno l’unica stoccata recente che Luciana ha lanciato la Rai, con la quale evidentemente i rapporti non si sono chiusi nel migliore dei modi.

Come sarà il nuovo Che tempo che fa: le anticipazioni

Si sta dunque per aprire un nuovo capitolo lavorativo per Luciana Littizetto e Fabio Fazio, che a partire dal 15 ottobre riporteranno un format praticamente invariato sul Nove. Torneranno dunque le interviste con gli ospiti, i talk sull’attualità con gli esperti e anche molti dei personaggi già passati nei mesi scorsi per gli studi Rai. Tra i presenti alla prima edizione di Che tempo che fa sul Nove ritroveremo, oltre a Filippa Lagerback, anche la Signora Coriandoli (Maurizio Ferrini), Michele Serra, Mara Maionchi e Francesco Paolantoni. Ci saranno inoltre il comico Ubaldo Pantani, Roberto Saviano, Massimo Giannini e l’esperto virologo Roberto Burioni. Attenzione però al cambio d’orario: la trasmissione inizierà alle 19:30 con l’immancabile anteprima di Nino Frassica.

Premio Nobel per la letteratura, cinque scrittori che l’hanno rifiutato

Ci sono pochi dubbi rispetto al fatto che il Nobel per la Letteratura sia tra i massimi riconoscimenti che uno scrittore possa mai riuscire ad ottenere nel corso della sua carriera. Eppure, nonostante il suo prestigio, c’è anche chi negli anni ha deciso di rifiutarlo.

Gli scrittori che hanno rifiutato il Nobel per la Letteratura

Il primo a non accettare il premio fu il poeta svedese Erik Axel Karlfeldt nel 1918. Lo scrittore era al contempo anche Membro dell’Accademia svedese, una condizione che lo costrinse a dire di no per un conflitto di interesse. Il secondo fu George Bernard Shaw, che nel 1925 accettò il Premio per intercessione della moglie ma rifiutò l’ingente somma di denaro a esso collegato. C’è stato poi Boris Pasternak, l’autore del Dottor Zivago che si vide costretto a rifiutare il premio a causa delle minacce ricevute da parte del Kgb (nel suo caso, tuttavia, l’Accademia considerò comunque valida l’assegnazione del premio). Passiamo a Jean Paul Sartre, che nel 1964 rifiutò il Nobel per la Letteratura a lui assegnato per «la sua opera ricca di idee e piena di spirito di libertà e ricerca della verità». Sartre disse no adducendo la seguente motivazione: «Rifiuto che qualcuno consacri Sartre prima della sua morte. Nessun artista, nessuno scrittore, nessun uomo merita di essere consacrato da vivo, perché ha il potere e la libertà di cambiare del tutto».

Il caso Bob Dylan

Tra i vincitori più recenti del Nobel per la Letteratura vale la pena ricordare anche Bob Dylan, trionfatore nel 2016 e quinto autore ad aver rifiutato di ritirare il premio, perlomeno in un primo momento. L’artista di Blowin’ in the wind aveva inizialmente deciso di non accettarlo, dichiarando, non senza polemiche: «Sono estremamente onorato ma ho altri impegni». Ci è voluto un po’ di tempo, ma la consegna del riconoscimento nelle mani dell’artista è poi finalmente avvenuta in occasione di una cerimonia riservatissima, svoltasi in un piccolo hotel della capitale svedese Stoccolma il 1 aprile 2017.

Incidente di Mestre, il Comune di Venezia: «Buco nel guardrail? È un varco di servizio»

«Sono affermazioni inaccettabili quelle che ho letto. Il bus non è caduto perché c’era un buco di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto». È la replica dell’assessore comunale ai Trasporti di Venezia Renato Boraso alle ricostruzioni della stampa sulle cause dell’incidente del pullman a Mestre. «L’autobus», prosegue Boraso, «è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardarail, senza segno di frenata o contro-sterzata. O Vogliamo dire che senza il ‘buco’, la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?».

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