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Cannabis light, il Tar riammette la vendita di prodotti a base Cbd: sospeso il decreto del governo
I prodotti a uso orale a base di Cbd possono essere venduti e non devono essere equiparati a sostanze stupefacenti. A deciderlo è il Tar del Lazio, che ha bloccato il decreto del governo Meloni in vigore dal 22 settembre 2023. Nel testo del provvedimento approvato ad agosto, le «composizioni per uso orale a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis» erano state inserite tra quelle impossibili da vendere. Il divieto ha fatto scattare sequestri in tutta Italia nei punti vendita. Essendo dichiarate tra i medicinali sezione B, secondo il decreto erano acquistabili soltanto in farmacia e con ricetta medica. Il Tar ha sospeso il provvedimento fino al 24 ottobre.
I prodotti tornano in vendita
Adesso i prodotti potranno tornare in vendita senza sequestri in nessuno store. Esulta l’Ici, l’associazione Imprenditori canapa Italia, che con l’assistenza dello studio Prestige-Legal & Advisory aveva avanzato la richiesta di sospensione urgente del decreto, accettata dal Tar del Lazio. Alla base della decisione ci sono i mancati pareri scientifici, come quello del Consiglio Superiore di Sanità, al decreto approvato diversi mesi. Ora bisognerà decidere se i prodotti sono equiparabili a sostanze stupefacenti, prima di capire se la sospensione sarà definitiva o se il decreto tornerà in vigore.
Desiante: «Ci hanno bloccati per settimane in un limbo»
Il presidente dell’associazione Ici, Raffaele Desiante, ha commentato su Repubblica: «Si tratta del miglior risultato che potevamo ottenere. Ora aspettiamo la conferma della Camera di consiglio il 24 ottobre. In queste settimane abbiamo subito diversi sequestri e le conseguenze di una situazione assurda, perché era vietata la detenzione ma anche lo smaltimento. Quindi eravamo bloccati un un limbo legislativo. Per prodotti che in realtà sono privi di efficacia drogante». Già dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello scorso 21 agosto, Federcanapa aveva sottolineato che «il Cbd non ha effetto stupefacente, come aveva concluso già pochi mesi prima del decreto una Commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e come aveva ribadito una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020».