Daily Archives: 4 Ottobre 2023

Il Premio Nobel per la Chimica 2023 a Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov

Il Premio Nobel per la chimica 2023 va a Moungi Bawendi del Massachusetts Institute of Technology, Louis Brus della Columbia University e Alexei Ekimov, fisico russo che ha lavorato all’istituto statale di ottica Vavilov prima di trasferirsi negli Stati Uniti nell’azienda Nanocrystals Technology. I tre scienziati sono stati scelti «per la scoperta e la sintesi dei punti quantici», che rappresenterebbero «un seme importante per le nanotecnologie». I nomi erano stati anticipati già all’alba da alcuni media svedesi.

La ricerca sui punti quantici, alla base di moltissime tecnologie

I quantum dot, i punti quantici, sono considerati la base per moltissime tecnologie, dalle comunicazioni all’ottica, ai futuri computer superveloci o la diagnosi per immagini per la biomedicina. Come si legge nella motivazione del premio, infatti, «i punti quantici sono particelle con proprietà uniche. Già oggi diffondono la loro luce dagli schermi delle televisioni e dalle lampade Led. Funzionano come catalizzatori nelle reazioni chimiche e la loro luce può illuminare un tessuto tumorale davanti agli occhi di un chirurgo».

Il Premio Nobel per la Chimica 2023 a Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov per le loro scoperte sulla nanotecnologia.
I vincitori del Nobel per la chimica (Getty Images).

I nomi dei vincitori erano stati anticipati da alcuni media svedesi

Il riconoscimento era stato anticipato alcune ore prima in una e-mail inviata per errore dall’Accademia reale svedese delle scienze e pubblicata da alcuni organi di stampa. L’organizzazione aveva prontamente smentito, ma i nomi dei vincitori sono stati poi effettivamente confermati a Stoccolma. Lunedì 2 ottobre è stato assegnato il Nobel per la medicina, mentre il 3 ottobre è stata la volta del riconoscimento per la fisica. Giovedì 5 ottobre sarà il turno del premio per la letteratura e venerdì 6 di quello per la pace. Lunedì 9 ottobre sarà infine dedicato al premio per l’economia. I Nobel prevedono un premio in denaro di 11 milioni di corone svedesi (un milione di euro circa) tratto da un lascito lasciato dal creatore del riconoscimento, l’inventore svedese Alfred Nobel. La cerimonia di premiazione è prevista per il 10 dicembre, anniversario della morte avvenuta nel 1896.

Pil del secondo trimestre 2023 confermato a -0,4 per cento: acquisito a +0,7 per cento

Nel secondo trimestre del 2023 il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente.

Crescita tendenziale rivista lievemente al ribasso

Lo ha comunicato l’Istat, confermando il dato diffuso il primo settembre 2023. Con la terza stima, l’Istituto ha invece rivisto lievemente al ribasso la crescita tendenziale, calcolata allo 0,3 per cento nei confronti del secondo trimestre del 2022 contro lo 0,4 per cento di inizio settembre. Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022. La variazione acquisita del Pil per il 2023 è pari a +0,7 per cento, della stessa entità di quella stimata al primo settembre.

Naufragio di Cutro, iniziato e già rinviato il processo ai presunti scafisti

È iniziato ed è stato subito rinviato al 15 novembre 2023 il processo nei confronti dei presunti scafisti della Summer Love, l’imbarcazione che il 26 febbraio 2023 è naufragata a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro causando la morte di 94 migranti – tra i quali 35 bambini – oltre a una decina di dispersi. Solo 82 persone riuscirono a salvarsi.

Naufragio colposo e favoreggiamento all’immigrazione clandestina tra i capi d’accusa

A giudizio ci sono un cittadino turco, Sami Fuat, di 50 anni, e i due pakistani Khalid Arslan, di 25 anni, e Ishaq Hassnan di 22 anni. Sono accusati di naufragio colposo e favoreggiamento all’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di un altro reato. Un altro cittadino turco, Ufuk Gun di 28 anni, sarà processato con il rito abbreviato. Il tribunale di Crotone, presieduto dal giudice Edoardo D’Ambrosio (a latere Assunta Palumbo e Giuseppe Collazzo) ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Barbara Ventura, in rappresentanza dei legali delle parti offese, di citare nel giudizio anche il fondo garanzia vittime della strada come responsabile civile. Il fondo di garanzia è istituito presso la Consob e ha come scopo quello di coprire i risarcimenti alle vittime anche per incidenti nautici per imbarcazioni che hanno obbligo di assicurazione. Dopo aver accolto la richiesta, il collegio ha rinviato l’udienza per permettere di notificare la citazione al fondo di garanzia. La pubblica accusa, rappresentata in aula dal procuratore Giuseppe Capoccia e dal sostituto Pasquale Festa, si è rimessa alla decisione del tribunale così come hanno fatto i difensori degli imputati.

Incidente tra auto e camper a San Giovanni Suergiu: indagato un magnate indiano

Un magnate indiano, Vikas Ranvir Oberoi, 54 anni, considerato tra i personaggi più ricchi dell’India, è indagato dalla procura di Cagliari in seguito all’incidente stradale che ha causato due vittime – una coppia di turisti svizzeri morti carbonizzati su una Ferrari – lunedì 2 ottobre 2023 a San Giovanni Suergiu, nel Sud Sardegna, durante un raduno di auto sportive di lusso.

La Lamborghini avrebbe fatto una manovra azzardata

Come riporta il quotidiano L’Unione Sarda, il miliardario indiano è stato iscritto dal sostituto procuratore di Cagliari Giangiacomo Pilia nel registro degli indagati con l’ipotesi di duplice omicidio stradale. Secondo la ricostruzione dell’incidente, e quanto visto nel video diventato virale sui social, la Ferrari Portofino con a bordo i coniugi svizzeri Markus Krautli e Melissa Krautli, di 67 e 63 anni, avrebbe superato le auto incolonnate nonostante la striscia continua che indicava il divieto di sorpasso, ma la Lamborghini Hurican che la precedeva avrebbe fatto una manovra azzardata, oltrepassando la striscia continua e finendo con l’ostacolare la Ferrari. Poi il contatto, l’uscita di strada e il rogo, dove la coppia ha perso la vita.

Il magnate era a bordo dell’auto di lusso con la moglie

A bordo della Lamborghini c’erano, appunto, il magnate indiano, con un patrimonio stimato in 3,8 miliardi di dollari, e la moglie Gayatri Joshi, modella e attrice di Bollywood. I due sono rimasti illesi, così come non hanno riportato gravi conseguenze gli occupanti di un camper che si è ribaltato dopo il contatto con le due auto. Le due supercar erano partite dal Forte Village di Santa Margherita di Pula nell’ambito della Sardinia Supercar Experience, un raduno di auto sportive di lusso che si sarebbe dovuto concludere a Olbia.

Usa, arriva la prima multa per spazzatura spaziale

Il governo federale degli Stati Uniti ha multato per la prima volta una società per aver lasciato spazzatura spaziale nell’orbita attorno alla Terra. L’emittente televisiva Dish Network dovrà infatti pagare 150 mila dollari (poco più di 142 mila euro) per non aver smaltito correttamente un suo satellite, lanciato nel 2002 ma lasciato in disuso dopo 10 anni di attività. Il detrito, restando nella sua posizione attuale, rappresenta un potenziale rischio per gli altri veicoli con cui potrebbe entrare in collisione e mette in pericolo le missioni degli astronauti impegnati nelle passeggiate esterne. «Le operazioni satellitari aumentano costantemente e l’economia accelera», ha spiegato alla Bbc Loyaan Egal della Federal Communications Commission che ha emesso la multa negli Usa. «Dobbiamo assicurarci che ognuno rispetti i suoi impegni». Stando agli ultimi dati dell’Esa, in orbita ci sono circa 670 mila rottami di circa un centimetro, quasi 170 milioni superiori al millimetro.

Usa, i dettagli della multa per spazzatura spaziale e le previsioni per il futuro

Come hanno riportato Cnn e Bbc, Dish Network aveva lanciato in orbita nel 2002 il satellite EchoStar-7, un veicolo spaziale da utilizzare per la sua attività di trasmissione. È rimasto in orbita geostazionaria a circa 36 mila chilometri di altitudine dalla superficie terrestre, prestando servizio fino al 2012. L’emittente avrebbe dovuto a quel punto spostarlo circa 300 chilometri più in alto rispetto al suo campo operativo, in modo da raggiungere un cimitero spaziale dove non avrebbe potuto creare pericoli per le altre missioni. Dopo alcuni problemi per la fuoriuscita di carburante, non ha potuto completare il viaggio, percorrendo appena 122 chilometri prima di fermarsi definitivamente. Qui può entrare facilmente in collisione con la rete Starlink di SpaceX o la Stazione Spaziale Internazionale nonché con gli altri satelliti per telecomunicazioni.

Negli Usa è stata emessa la prima multa per spazzatura spaziale. Un'emittente tv non ha smaltito correttamente un satellite in disuso.
Una ricostruzione virtuale dell’orbita terrestre invasa dai detriti (Getty Images).

«Si tratta di un accordo rivoluzionario», ha proseguito Egal. «Conferma che la Fcc vuole avere un controllo forte sulla situazione e soprattutto la capacità di far rispettare le regole». La multa, come ha sottolineato la Bbc, non impatterà gravemente sulle casse dell’azienda, che nel 2022 ha fatturato entrate per 16,7 miliardi di dollari. Tuttavia, secondo la dottoressa Megan Argo dell’Università del Lancashire, potrebbe giocare un ruolo importante per altri operatori satellitari. «Spingerà sicuramente a prestare maggiore attenzione», ha sottolineato la docente di astrofisica. «Più cose abbiamo in orbita, maggiore è il rischio di impatto, creando un potenziale effetto domino incontrollabile».

Rottami, scaglie di vernice e liquido per motori: cosa c’è in orbita

Come ha ricordato la Nasa, dal primo lancio nel 1957 si stima che in orbita ci siano circa 10 mila satelliti, il cui 50 per cento ormai fuori uso. Bisogna poi aggiungere altri 29 mila oggetti con dimensione superiore ai 10 centimetri, tra cui detriti e frammenti di navicelle. Vi sono poi anche 670 mila rottami talmente piccoli da non superare il centimetro di grandezza, tra cui scaglie di vernice, residui di liquido refrigerante o di carburante per i razzi degli shuttle. Sebbene all’apparenza insignificante, la spazzatura spaziale costituisce un enorme pericolo per gli astronauti. «Una scheggia di vernice nella direzione sbagliata può provocare una catastrofe», ha detto Bill Nelson, capo dell’agenzia spaziale Usa. «Viaggiando a 28 mila chilometri orari, può uccidere un astronauta». Non meno grave l’impatto con un satellite: un detrito di 10 centimetri ne comporterebbe la totale distruzione, un frammento di un centimetro lo disabiliterebbe.

Incidente di Mestre, i colleghi dell’autista sotto shock: «Era esperto»

I colleghi lo definiscono un autista esperto, in servizio da sette anni. Sono tanti i messaggi che dalla sera di martedì 3 ottobre sono comparsi in Rete per ricordare Alberto Rizzotto, il 40enne originario di Conegliano e residente a Tezze sul Brenta, alla guida del bus precipitato Mestre e morto, insieme ad altre 20 persone, nello schianto. Rizzotto era dipendente della Martini Bus che aveva noleggiato il mezzo alla società La Linea con la quale aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia.

«Era in servizio da 90 minuti»: L’ad La Linea esclude il colpo di sonno

Al momento dell’incidente, l’autista aveva caricato i turisti in centro storico e li stava riportando in campeggio a Marghera. Da quanto risulta aveva preso servizio 90 minuti prima, un dettaglio che sembrerebbe escludere l’ipotesi di un colpo di sonno. «L’autobus era nuovo e lui era bravo», sostiene Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea. Un video diffuso sembra suffragare l’ipotesi di un malore: «Si vede il pullman, un mezzo molto pesante perché elettrico poco prima di cadere dal cavalcavia. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guard rail».

Vannacci: «Mia figlia gay? Sostegno, ma la indirizzerei verso l’eterosessualità»

«Se mia figlia mi confessasse di essere gay o fluida la supporterei, ma cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità». Così Roberto Vannacci in un’intervista esclusiva su Chi, in edicola dal 4 ottobre, in riferimento alle polemiche suscitate da alcune affermazioni contenute nel suo libro “Il mondo al contrario“, in particolare sul tema dell’omosessualità. «Io sarei razzista perché ho scritto che i gay non sono normali? Io stesso ho deciso di essere anormale fin da piccolo; l’anormalità è la mia scelta di vita. La rivendico», dice.

Vannacci: «Mai avrei immaginato questo polverone. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga»

Nell’intervista Vannacci confessa di non avere nessun problema con gli omosessuali. «Ho solo detto che non rientrano nella maggioranza della popolazione. Costituiscono una minoranza, proprio come me, per le scelte che ho fatto. Io sono l’esempio vivente di una persona “non normale”». E poi fa una riflessione sulla presenza di omosessuali nel mondo dell’esercito: «Sul lavoro, personalmente non ne conosco: credo ce ne siano, ma non ne parlano, non è un argomento che nell’esercito venga affrontato di frequente». E, per quanto riguarda le donne, aggiunge: «Quanto alle donne nell’esercito, nessuna preclusione, a parità di rendimento». Conclude, infine, spiegando che il suo libro l’ha scritto «per soddisfazione personale», mettendo insieme gli articoli «su ambiente, energia e nuove città». Il resto? «Sono riflessioni personali: tanto che tra me e me lo chiamo “il libro delle banalità”, mai avrei immaginato questo polverone». Ora che è stato sostituito al comando, ci si chiede quale sia il suo nuovo obiettivo. «Io resto un soldato – risponde -. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga. Dimostrare che non sono omofobo, razzista o russofilo. Poi si vedrà».

Il repubblicano McCarthy primo speaker della Camera destituito, caos Usa

Terremoto politico-parlamentare negli Stati Uniti. Lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy è stato destituito con una mozione di sfiducia: è la prima volta che accade nella storia americana. A proporre la mozione è stato il deputato del suo stesso partito Matt Gaetz, un fedelissimo di Donald Trump ed esponente di una fronda parlamentare legata al tycoon che ha deciso di arrivare alla resa dei conti con l’establishment repubblicano per dettare la linea nel Grand Old Party. Una vittoria che conferma la presa dell’ex presidente sul partito. Sono bastati otto deputati Gop per far venire meno a McCarthy la sua risicata maggioranza, dato che i dem non gli hanno offerto nessun aiuto: il voto è finito con 216 sì e 210 no. Fino alla nuova elezione, sarà il repubblicano Patrick McHenry lo speaker ad interim.

Gaetz accusa McCarthy: «Flirta con le opposizione» 

Gaetz ha accusato McCarthy di non mantenere le promesse e di flirtare con l’opposizione: in particolare di aver fatto approvare il rinvio dello shutdown di un mese e mezzo con i voti dei dem e di avere un «accordo collaterale segreto» con Biden per continuare a finanziare Kyiv con una legge ad hoc ideata con la collaborazione di senatori repubblicani. «Fatti sotto», gli aveva risposto lo speaker, prima di mettere al voto l’istanza, deciso a non restare più ostaggio di un manipolo di colleghi “Maga”, acronimo di “Make America great again“, il vecchio slogan trumpiano. McCarthy si è detto pronto a giocarsi tutto nella sfida frontale. Ma già nel primo voto per rinviare la mozione aveva capito di non aver i numeri per sopravvivere, con i dem compatti contro di lui. Ora dovrà indicare il suo sostituto provvisorio sino all’elezione di un nuovo speaker, che non sarà certo facile e che rischia di paralizzare il Congresso proprio quando deve negoziare la prossima legge di spesa.

Biden: «Il Congresso finanzi l’Ucraina». Poi la destituzione

Il terremoto è arrivato proprio nel giorno in cui Joe Biden ha chiamato i leader dei Paesi Nato e i vertici della Ue «per coordinare il sostegno per l’Ucraina» e rassicurare che gli aiuti continueranno «finché serve», dopo i dubbi seminati dal provvedimento anti shutdown senza i 6 miliardi previsti per Kyiv e il monito del Pentagono al Congresso sull’esaurimento a breve dei fondi per il Paese aggredito. «Non possiamo in nessun caso permettere che venga interrotto il supporto americano all’Ucraina. Sono in gioco troppe vite, troppi bambini e troppe persone», aveva messo in guardia Biden lunedì in una riunione del governo alla Casa Bianca, dove martedì 3 ottobre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby ha ammonito che «gli aiuti Usa all’Ucraina dureranno solo qualche mese» se Capitol Hill non agisce. «Mi aspetto totalmente che lo speaker della Camera e la maggioranza dei repubblicani al Congresso mantengano il loro impegno per garantire il passaggio del sostegno necessario per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione e dalla brutalità russa», aveva aggiunto Biden. Solo poche ore dopo Gaetz ha presentato la mozione di sfiducia contro McCarthy. Una mossa rarissima: da quando è stata istituita nel 1910, solo due speaker hanno dovuto affrontarla e nessuno è mai caduto, anche se nel 2015 il repubblicano John Boehner, dopo la mozione, decise di dimettersi, consapevole di non riuscire a unire i deputati del suo partito.

India, inondazioni nel Sikkim: dispersi almeno 23 soldati

Almeno 23 soldati risultano dispersi in seguito all’inondazione seguita a un violento nubifragio che ha colpito la valle del Lachen nello Stato indiano del Sikkim, nella zona nord-est del Paese. Il fiume Teesta è esondato e una diga vicino al corso d’acqua ha straripato. Le autorità hanno individuato alcuni veicoli dell’esercito sommarsi dal fango. Nell’area interi quartieri sono stati allagati, numerosi gli sfollati. Due ponti, che collegano la regione settentrionale con il resto dello Stato, sono stati spazzati via, bloccando i trasporti. Lo stato himalayano è soggetto a inondazioni e disastri naturali. L’anno scorso, gravi inondazioni avevano provocato decine di migliaia di sfollati e ucciso almeno 24 persone.

 

Raoul Bova a Belve: «Io omosessuale? Ho sempre smentito, e non mi comporto da sex symbol»

C’è stato un momento, coinciso con la fine del suo matrimonio, in cui girava voce che Raoul Bova in realtà fosse omosessuale. L’interprete di Don Massimo in Don Matteo ha sempre smentito i rumor circolati, e in occasione dell’intervista Belve andata in onda martedì 3 ottobre 2023 ha ulteriormente avuto occasione di fare chiarezza nel merito della questione.

Raoul Bova a Belve: «Io omosessuale? Ho sempre smentito»

Tutto nasce, come anticipato, dalla separazione dall’ex moglie Chiara Giordano. I due si sono sposati nel 2000 e hanno avuto due figli, ma nel 2013 hanno deciso di divorziare. Tanto era bastato per scatenare voci e curiosità riguardo l’orientamento sessuale dell’attore romano, che già in passato aveva avuto occasione di negare tutto in varie interviste. La posizione di Bova non è comunque cambiata di una virgola: «Diciamo che in quel periodo non si ha la lucidità per dire sempre delle cose esatte. Ho semplicemente smentito quello che si diceva su di me. Perché si dicevano queste cose? Non lo so. Molti parlano di questo lato un po’ così, però vabbè ognuno la pensa come vuole». Al di là dei gossip spiccioli, la separazione da Giordano aveva scatenato anche altri tipi di reazioni, come quella dell’ex suocera Annamaria Bernardini de Pace che aveva parlato di Bova nei termini di un «genero degenero». Parole, quella della celebre avvocatessa, che però non sembrano aver scalfito più di tanto il diretto interessato, che ha così commentato: «Sono cose che fanno le persone che hanno un grosso dolore. Cercano di sfogare con la rabbia attraverso qualsiasi mezzo per danneggiare l’altro, pensando che il dolore poi si attenui. Ma penso che alla fine sia un boomerang, il dolore torna indietro».

Il rapporto con Rocío Muñoz Morales e il ruolo da sex symbol

L’intervista è stata anche un’occasione per parlare della sua attuale compagna, la modella spagnola Rocío Muñoz Morales:«Abbiamo superato a volte lo scetticismo sulla nostra storia, a volte qualche attacco, e devo dire che siamo andati avanti bene e credendo in noi stessi». Ma anche del suo ruolo da sex symbol, che però Bova in qualche modo ha sempre rifiutato: «Evito di creare situazioni che possono diventare ambigue. Non ci provo, ma neanche do l’opportunità di provarci ad alcune persone. Con amiche o conoscenti non cerco mai di creare una situazione ambigua».

Incendio in una baraccopoli nel Foggiano: cittadino del Mali gravemente ustionato

È ricoverato in gravi condizioni nel centro grandi ustionati di Brindisi un cittadino straniero di 36 anni del Mali rimasto ustionato nel pomeriggio di martedì 3 ottobre 2023 mentre si trovava nella baraccopoli di borgo Mezzanone nel Foggiano. L’uomo ha ustioni sul 20 per cento del corpo.

Il rogo forse partito da un’automobile

L’incidente, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe avvenuto nella baraccopoli che ospita un gran numero di cittadini stranieri, dove l’uomo potrebbe essere stato avvolto dalle fiamme sprigionatesi da un’automobile. È stato soccorso e trasportato prima in ospedale a Foggia e di lì in elisoccorso a Brindisi. Quando vigili del fuoco e carabinieri sono giunti sul posto, hanno trovato l’auto in fiamme. Si indaga ora per ricostruire l’accaduto. I militari stanno ascoltando le persone che erano presenti e visionando le immagini della videosorveglianza.

Brescia, bomba contro la Scuola di Polizia: un arresto sette anni dopo

Mercoledì 4 ottobre la Polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Brescia nei confronti di un anarcoinsurrezionalista, accusato di attentato con finalità di terrorismo e violazione della normativa sugli esplosivi. Dall’attività di indagine sono emersi elementi di responsabilità a carico dell’uomo per l’attentato commesso il 18 dicembre 2015, a Brescia, quando un ordigno contenuto in una pentola a pressione esplose nei pressi dell’ingresso della Scuola di Polizia giudiziaria. Si tratta di Juan Antonio Sorroche, già condannato a 14 anni di reclusione e attualmente detenuto per aver  nel 2018 una bomba davanti alla sede della Lega a Treviso.

Drive in dello spaccio smantellato nel Reggino: un arresto

I carabinieri hanno smantellato un drive in dello spaccio. I militari della Compagnia di Roccella Ionica, supportati dai colleghi dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, hanno arrestato un 51enne di Gioiosa Ionica in esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa dal gip di Locri.

Allestito un casolare per lo spaccio di cocaina al dettaglio

Il provvedimento ha recepito le risultanze investigative raccolte dai carabinieri, che, diretti dalla Procura della Repubblica di Locri, con numerosi servizi di osservazione, appostamenti, pedinamenti, registrazioni video e intercettazioni telefoniche hanno documentato una fiorente attività di spaccio di cocaina al dettaglio da parte dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine. In particolare, l’indagato, secondo l’accusa, aveva allestito in un casolare di sua proprietà situato in un’area isolata di campagna, un vero e proprio drive-in dello spaccio, attivo a ogni ora del giorno. Per i numerosi acquirenti che giungevano da ogni parte della Locride era sufficiente transitare in auto in prossimità della finestra del casolare e, senza nemmeno dover scendere dal veicolo, effettuare l’ordinazione, ritirare la dose e consegnare il denaro nelle mani dello spacciatore. Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, sono state effettuate perquisizioni personali e domiciliari, che hanno portato al sequestro di svariate migliaia di euro in contanti e numerose dosi di stupefacente, di cui alcune trovate all’interno della guarnizione di una lavatrice grazie al determinante fiuto dei cani del Nucleo cinofili.

Netflix, in arrivo nuovi aumenti per colpa dello sciopero degli attori

Netflix programma nuovi aumenti ai prezzi del suo abbonamento. Secondo un nuovo rapporto del Wall Street Journal, lo streamer è pronto a rivedere il costo dei piani Standard e Premium nel prossimo futuro per reagire allo sciopero degli attori di Hollywood. Rimarrà invariato il costo della versione con gli spot pubblicitari, sottoscrivibile in Italia per 5,49 euro al mese. A seguito dell’accordo già siglato con gli sceneggiatori, che verosimilmente ricalcherà quanto avverrà con gli interpreti, la società californiana e gli altri produttori hanno infatti concesso stipendi maggiorati, miglioramenti dei benefit e tutele ai lavoratori, incrementando così le spese. È dunque lecito immaginare, come ha sottolineato anche Collider, che le maggiori uscite possano giustificare l’incremento delle tariffe. Netflix non sarà la sola ad aumentare i prezzi delle sottoscrizioni. A settembre anche Amazon ha preannunciato rincari per Prime Video, mentre Disney+ si prepara a bloccare la condivisione delle password.

Si partirà da Usa e Canada, ma non sono noti data e cifra degli aumenti. Così Netflix vuole rispondere allo sciopero degli attori a Hollywood.
Il quartier generale di Netflix in California (Getty Images).

Netflix prepara nuovi aumenti: in arrivo dopo la fine dello sciopero a Hollywood

Come già fatto diverse volte in passato, Netflix sembra intenzionata ad avviare l’iniziativa negli Stati Uniti e in Canada prima di espanderla a livello globale. La tempistica precisa non è ancora nota, ma l’idea sarebbe quella di annunciare le nuove tariffe qualche mese dopo la fine dello sciopero degli attori. Un evento che, stando ai media americani, è atteso entro la fine di ottobre, sfruttando anche il recente accordo ottenuto dal sindacato degli sceneggiatori Writers Guild. Difficile prevedere a quanto ammonteranno gli aumenti, la cui cifra non è ancora stata resa nota, ma è possibile fare alcune congetture guardando ai recenti rincari. A marzo 2022, negli States Netflix ha infatti aggiunto un surplus pari a circa il 10 per cento per ogni tariffa, portando il costo del piano Standard da 13,99 a 15,49 dollari e del Premium da 17,99 a 19,99 dollari mensili.

Si partirà da Usa e Canada, ma non sono noti data e cifra degli aumenti. Così Netflix vuole rispondere allo sciopero degli attori a Hollywood.
Gli attori in sciopero con il logo di Netflix alle spale (Getty Images).

Quanto ai costi in Italia, Netflix prevede un pagamento di 5,49 euro per la versione Standard con pubblicità. A differenza degli Usa, dove è stato eliminato a marzo 2022, è ancora presente il piano Basic, che al costo di 7,99 euro al mese consente di guardare i contenuti su un solo dispositivo. L’abbonamento Standard senza pubblicità costa 12,99 euro mensili e permette di vedere e scaricare film e serie tivù su due device in Full HD. Con 17,99 si può sottoscrivere il Premium per vedere Netflix su quattro dispositivi in Ultra HD 4K e Audio spaziale. Dopo il blocco della condivisione delle password, occorre pagare altri 4,99 euro per aggiungere un utente estraneo al nucleo familiare. Se gli aumenti in programma dovessero aggirarsi attorno al 10 per cento come in passato, è probabile che i costi in Italia arrivino a 14,49 euro e 19,99 euro rispettivamente per Standard e Premium.

Tutte le prossime mosse di Amazon Prime Video e Disney+

L’annuncio di Netflix si inserisce in un momento di forti cambiamenti nelle tariffe delle piattaforme online. Amazon ha infatti previsto – dall’1 gennaio negli Usa ed entro il 2024 in Europa – l’inserimento delle pubblicità nell’attuale piano di abbonamento Prime Video, che in Italia ha il costo di 49,99 euro annuali o 4,99 mensili. Chi volesse continuare a guardare i contenuti senza gli spot, dovrà pagare un surplus di due o tre dollari al mese. Arriverà invece l’1 novembre 2023 la versione con pubblicità di Disney+, che costerà 5,99 euro invece dei tradizionali 8,99. Tutti i clienti con un abbonamento attivo potranno mantenere la tariffa attuale, che sarà rinominata Premium, oppure scegliere di passare al Piano Standard. In parallelo, partendo dal Canada, arriva anche un giro di vite sulla condivisione delle password. In caso di violazione scatterà la chiusura del profilo.

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Alluvione, Figliuolo: «I ristori arrivano a fine novembre»

In un’intervista all’iniziativa per i vent’anni di SkyTg24, il commissario per la ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo ha dichiarato: «Da fine novembre si cominceranno a erogare i ristori per la ricostruzione privata. Gli obiettivi sono innanzitutto la messa in sicurezza dei territori, poi la ricostruzione, poi i rimborsi. Le difficoltà sono legate alla complessità del lavoro, si tratta di rimettere a posto il territorio dove 23 fiumi sono esondati. Abbiamo già ristorato tutte le somme urgenze dei comuni e quelle dei lavori ancora in atto. I fondi ci sono, al momento abbiamo erogato solo 45 milioni perché questo ci hanno chiesto, ma a disposizione ce ne sono 289. Poi stiamo erogando da 3 a 5 mila euro di rimborsi per ogni nucleo familiare, finora 70 milioni, e altri sette per i contributi di autonoma sistemazione». Nelle prime settimane di ottobre, ha annunciato poi Figliuolo, arriverà alle Regioni interessate l’ordinanza sulla difesa idraulica, che è attualmente al vaglio della Corte dei Conti.

Massimiliano Pani: età, biografia e carriera del compositore e produttore discografico

Massimiliano Pani, nato a Milano il 18 aprile 1963, è un compositore, arrangiatore e produttore discografico. Nella sua carriera ha firmato diverse sigle Mediaset ma anche musiche per film e fiction tv.

Massimiliano Pani: biografia e carriera

Il discografico è figlio della celebre cantante Mina e del suo primo compagno, Corrado Pani. Ha esordito come autore di due brani (Sensazioni e Il vento) all’età di 16 anni con Valentino Alfano, inclusi nell’album di Mina Attila (1979). Ha iniziato a lavorare stabilmente con la madre dal 1980 per l’album Kyrie come strumentista, alle tastiere, e come arrangiatore. I suoi maestri sono stati Mario Robbiani e Celso Valli. Oltre che con la madre, Pani ha collaborato con diversi artisti tra cui Adriano Celentano, Ivano Fossati, Fabrizio De André, Renato Zero, ma anche jazzisti come Toots Thielemans, Franco Ambrosetti, Brian Auger, Danilo Rea, Massimo Moriconi, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Alfredo Golino, Gabriele Comeglio, Antonio Faraò e Ugo Bongianni.

Massimiliano Pani, tra la carriera e la vita privata
Mina, Corrado Pani e il piccolo Massimiliano Pani (Facebook).

Ha scritto più di 15 canzoni insieme al paroliere Giorgio Calabrese e, in qualità di compositore di colonne sonore e sigle, ha lavorato e lavora per Mediaset, Rai, Medusa e Aran Endemol. Ha inoltre composto e prodotto musica per spot pubblicitari di, tra gli altri, Barilla, Wind Telecomunicazioni, Fisherman’s Friends, Fiat, Scavolini, Unicredit, Tassoni, Smart, Whiskey Jameson e TIM. Da più di 20 anni si occupa anche di marketing, distribuzione e comunicazione in relazione ai dischi di Mina per l’etichetta di famiglia PDU che dirige.

Massimiliano Pani: la vita privata

Il produttore discografico si è sposato due volte. La prima moglie è stata Ulrike Fellrath, dalla quale ha avuto il suo primo figlio Axel. La seconda è Milena Martelli, dalla quale ha avuto il secondo figlio Edoardo, nato nel 2004. Axel Pani è laureato in Economia e collabora con la nonna Mina scrivendo musica e testi di canzoni, e dal 2018 è anche padre. Edoardo, invece, studia Scienze politiche all’Università Sciences Po in Francia e si è diplomato nel 2022 in sassofono contralto alla Trinity Music School di Londra.

Droga: riciclavano e inviavano in Cina denaro, 33 arresti

I finanzieri del Comando Provinciale di Roma, coordinati dalla Procura, hanno eseguito, nelle province di Roma, L’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso un’ordinanza di custodia cautelare (in carcere per 22 persone e agli arresti domiciliari per 11 persone), per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e al riciclaggio, oltre che per i reati di estorsione, autoriciclaggio e detenzione abusiva di armi. L’attività di riciclaggio era svolta da soggetti di nazionalità cinese che inviavano il denaro nel loro Paese.

Il triste oblio di Galli e l’incapacità dei virologi di rientrare nell’ombra

L’infettivologo Massimo Galli, uno dei volti più noti del tridente che in epoca Covid affondava il coltello nel burro delle nostre paure (gli altri due erano Matteo Bassetti e Antonella Viola), è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver truccato un concorso. Finale malinconico per chi – all’epoca quasi tutti – lo considerava un faro di autorevolezza che illuminava le zone infide di una malattia sconosciuta. Dei tre, il professore del Sacco era quello che cercava di mantenersi fedele alle ragioni dell’essere evitando le insidie dell’apparire. Almeno all’inizio, perché poi anche lui è stato travolto della onde della vanità, arrivando a pubblicare un libro, Gallipedia, che sin dal titolo si rivela una sorta di conato di autostima. Poi però, sempre a differenza dei colleghi, dopo il quarto d’ora di celebrità, complice lo sgonfiarsi della malattia e la pensione, ha accettato di tornare in un oblio rotto soltanto dall’inciampo giudiziario che gli si augura possa superare.

Il triste oblio di Galli e l'incapacita? dei virologi di rientrare nell’ombra
Antonella Viola (Imagoeconomica).

Viola e la smania di reinventarsi per arginare la deriva

Gli altri due, invece, quel quarto d’ora hanno cercato in tutti i modi di prolungarlo. Questione di carattere, e di ambizioni. Viola e Bassetti, contagiati dalla notorietà, non hanno trovato l’antidoto per arginarne la deriva. Rientrare nell’ombra presuppone la serena accettazione di ciò che si è, non la spasmodica inquietudine per quello che si vorrebbe essere. Solo che, una volta caduto l’interesse per il virus che ci ha tenuti per mesi chiusi in casa, bisognava reinventarsi. Viola, complice un’agenzia cui ha affidato la sua immagine, lo ha fatto diventando tuttologa, quindi intervenendo sull’universo mondo: dai guasti della politica sanitaria, a quelli del vino, alle virtù del digiuno intermittente per la cui causa è sceso in campo anche il marito a darle manforte.

Il triste oblio di Galli e l'incapacita? dei virologi di rientrare nell’ombra
Matteo Bassetti (Imagoeconomica).

Bassetti e l’arma della piaggeria per qualche ospitata in tivù

Bassetti invece, che è primario al San Martino di Genova, sta tentando l’avventura nel rutilante e insidioso mondo dello showbiz. Lo chiamano come opinionista nei talk dove il nulla diventa l’argomento forte della discussione, lo si è persino intravisto di recente al tavolo di una trasmissione del pomeriggio invitato in un parterre di donne a discettare di corna. Probabilmente perché nella sua costruzione del personaggio mediatico ha coinvolto moglie e figli come modello di famiglia felice. A differenza della Viola, che peraltro è stata adottata dalle vestali del politicamente corretto, lui è un assiduo frequentatore dei social. Mette in scena la propria vita, e insieme commenta quella degli altri. In un post su TikTok dove Mara Venier e il marito in vacanza a Santo Domingo fissavano un momento della loro felicità, ha commentato: «Siete bellissimi». Gli varrà qualche ospitata a Domenica in. Bassetti ha capito che per stare in scena, quando non si basta più a se stessi, la piaggeria è un infallibile rimedio.

Cosa c’è dietro l’intesa in Rai tra M5s e centrodestra

L’ennesima conferma di un asse tra M5s e centrodestra sulla Rai è arrivata dal voto in commissione di Vigilanza sul contratto di servizio. Con i pentastellati che, dopo aver aspramente criticato il documento che impegnerà la tv pubblica per tre anni, hanno votato con la maggioranza, lasciando soli all’opposizione Pd e Italia viva, mentre Azione di Carlo Calenda si è astenuta. Un contratto che, secondo i voleri della maggioranza, «impegna l’azienda a dare una rappresentazione positiva dei legami familiari secondo l’articolo 29 della Costituzione», ovvero quello che riguarda la famiglia tradizionale. Ma diversi sono gli emendamenti passati che restituiscono l’immagine di una tv in stile Anni 50, criticati a parole dai pentastellati, ma poi votati senza fare un plissé. Anche perché ciò che davvero premeva al partito di Giuseppe Conte era il reinserimento del giornalismo d’inchiesta all’interno del documento, concessione della maggioranza dopo che in una prima versione era assente. Insomma, do ut des. La giornata è stata naturalmentecontrassegnata da scambi al vetriolo, a conferma del rapporto sempre più teso tra il partito di Conte e quello di Elly Schlein. «Votate solo per avere poltrone!», l’attacco dei dem. «Basta ipocrisie, i nostri emendamenti sono stati accettati, non accettiamo lezioni!», hanno risposto i pentastellati. «E poi eravamo noi la stampella della maggioranza…?», ha chiesto con sarcasmo Maria Elena Boschi.

In Rai si conferma l'intesa tra M5s e centrodestra
Giuseppe Conte (Imagoeconomica).

L’ok M5s ai direttori dei tg in cambio del rientro di Carboni a Rai Parlamento e la presidenza di Rai Com per Mazzola

Non è la prima volta che, in barba al Pd, va in scena un asse tra maggioranza di governo e pentastellati. Lo scorso maggio, ad esempio, dopo aver denigrato i criteri per la scelta dei nuovi direttori, il consigliere d’amministrazione in quota contiana Alessandro Di Majo s’era astenuto, dando così il via libera alla direzione di Gian Marco Chiocci al Tg1, Antonio Preziosi al Tg2, Francesco Pionati alla Radio, Angelo Mellone al Day Time e Paolo Corsini all’Approfondimento. In cambio i pentastellati incassavano il rientro ai piani alti dell’ex direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, piazzato a Rai Parlamento, e la poltrona di presidente di Rai Com per Claudia Mazzola. La seconda puntata è andata in scena il 3 luglio scorso quando, appunto, il Cda è stato chiamato al voto sul nuovo contratto di servizio che però era ancora monco della parte sul giornalismo d’inchiesta. Polemica innescata da Sigfrido Ranucci e molto cavalcata per una settimana dai cinque stelle. E al momento del voto che è successo? Il consigliere Di Majo ha votato a favore, con la maggioranza, lasciando soli Francesca Bria (Pd) e Riccardo Laganà (dipendenti).

In Rai si conferma l'intesa tra M5s e centrodestra
Alessandro Di Majo, consigliere di amministrazione Rai in quota M5s (Imagoeconomica).

Le manovre contiane per portare Gueli alla condirezione della Tgr

Il voto in Vigilanza è dunque solo il capitolo finale di un’intesa che sta portando ai pentastellati vantaggi e poltrone all’interno di mamma Rai. Come quella ormai quasi certa della futura condirezione della Tgr per Roberto Gueli, oggi vicedirettore. «Dopo una prima fase di spaesamento, Conte ha capito che in Rai non servono battaglie e crociate, ma è molto più utile muoversi con disinvoltura, strillando quando serve, salvo poi accomodarsi a tavola al momento giusto», racconta a Lettera43 una fonte parlamentare esperta di vicende Rai. D’altronde a Viale Mazzini nessuno ha dimenticato che uno dei migliori alleati del passato ad Rai indicato dai 5 stelle, Fabrizio Salini, è stato proprio quel Giampaolo Rossi che all’epoca era membro del Cda in quota meloniana. Con Salini tra il 2018 e il 2021 Rossi strinse un patto di ferro che tenne a galla Fdi nel magico mondo della tv pubblica all’epoca dei governi Conte 1 e 2, quando in Parlamento i meloniani non toccavano palla. Oggi Rossi è direttore generale, in predicato per diventare il futuro ad. E le antiche amicizie in certi casi, specie se c’è da lasciare a bocca asciutta il Pd, tornano sempre utili.

Carmen Russo: età, marito, figlia e carriera della ballerina e attrice

Carmen Russo, nome d’arte di Carmela Carolina Fernanda Russo, è nata a Genova il 3 ottobre 1959 ed è una ballerina, showgirl e attrice. Oltre ad aver partecipato a Miss Italia, negli Anni 80 è comparsa in diverse commedie, horror e polizieschi.

Carmen Russo: biografia e carriera

Appassionata fin da piccola di danza classica, ha cominciato la sua carriera come modella negli Anni 70. Dal 1974-1975 ha iniziato a lavorare in diverse produzioni cinematografiche, ottenendo grande visibilità negli Anni 80 con commedie sexy all’italiana come Mia moglie torna a scuola, di Giuliano Carnimeo (1981), Giovani, belle… probabilmente ricche, di Michele Massimo Tarantini (1982) e Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento di Nando Cicero (1983). In questo periodo ha cominciato a lavorare a teatro ed è proprio qui che ha incontrato il suo attuale marito, Enzo Paolo Turchi. Sempre negli Anni 80 ha affiancato Raimondo Vianello come spalla nella trasmissione Stasera niente di nuovo del 1981, prendendo parte anche a Colosseum su Rai 1 nell’estate 1983. L’anno seguente è entrata nel cast del fortunato Drive In, mentre dal 1985 ha partecipato alla seconda edizione di Risatissima condotto da Lino Banfi, e al varietà Grand Hotel.

Carmen Russo, tra la carriera e la vita privata
Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo nel 2008 (Getty Images).

Negli Anni 90 ha partecipato all’edizione del 1990-1991 di Domenica In, condotta da Gigi Sabani, andando poi in Spagna e lavorando per Telecinco, la tv iberica del gruppo Fininvest. Nel 1994 ha registrato con Ric e Augusto Martelli due stagioni del programma sexy Notte italiana. La showgirl è tornata in Rai nell’estate 1995 con il varietà Stelle sull’acqua trasmesso su Rai 1. Negli anni successivi è apparsa come ospite in varie trasmissioni televisive, spesso assieme al marito Enzo Paolo Turchi, ed è tornata alla conduzione di un programma italiano nel 2003 su Rai 2 con la puntata pilota di Stupido Hotel, un varietà comico. Nello stesso anno è stata anche concorrente della prima edizione dell’Isola dei Famosi, vincendo nel 2006 l’edizione spagnola. Dal 2006 al 2008 è stata una delle protagoniste di Buona Domenica, su Canale 5, mentre nel 2012 è ritornata come concorrente nella nuova edizione dell’Isola dei famosi. Nel mese di ottobre del 2017 ha partecipato come concorrente alla seconda edizione del reality show Grande Fratello VIP, condotto da Ilary Blasi, ritornando nella casa più spiata d’Italia nell’edizione del 2021.

Carmen Russo: la vita privata

La ballerina e attrice è sposata dal 1987 con il ballerino e coreografo Enzo Paolo Turchi. Nel 2013 è nata la loro figlia Maria tramite fecondazione assistita.

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